Santa Teresa di Calcutta Luglio

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MARIOCAPALBO
00domenica 11 settembre 2016 20:32
SETTIMO MESE

1. La nostra vocazione è quella di appartenere a Gesù, appartenervi con convinzione, non perché la mia vocazione è operare con il povero o essere un contemplativo, ma perché sono chiamato ad appartenere a Lui, convinto che nulla può separarmi dal suo amore. Questa è la condizione che farà di voi dei Fratelli contemplativi, il far vostra questa convinzione e il frutto di essa saranno il vostro voto di castità, la liberazione che viene dalla scelta di povertà, l'abbandono illimitato in spirito di obbedienza e, specialmente per voi, Fratelli della Parola, quel volontario servizio della Parola, dato con tutto il cuore, a favore di coloro che sono spiritualmente i più poveri tra i poveri.

2. Tutte le congregazioni religiose, suore, sacerdoti. ed anche il Santo Padre hanno la medesima vocazione: appartenere a Gesù. « Vi ho scelti perché foste miei. » Questa è la nostra vocazione. I modi, cioè come occupiamo il nostro tempo possono essere differenti. Il nostro amore per Gesù tradotto in azione si serve di mezzi svariati, come se si trattasse di abiti. Io indosso questo, tu indossi quello: è un mezzo di cui mi servo. Ma la vocazione non è un mezzo. La vocazione per un cristiano è Gesù.

3. I nostri Fratelli e le nostre Sorelle di vita attiva traducono il loro servizio in azione, i Fratelli e le Sorelle contemplativi traducono l'azione di amare in preghiera, in penitenza, in adorazione, in contemplazione e nella proclamazione della Parola che hanno meditato e adorato. La vita attiva e quella contemplativa non sono due cose differenti, semplicemente: in una, la fede è tradotta in azione mediante il servizio, nell'altra, la fede è tradotta in azione mediante la preghiera.

4. Fede che diventa dinamica attraverso la preghiera, fede che diventa attiva attraverso il servizio; sono la stessa cosa: lo stesso amore, la stessa compassione. Entrambi dobbiamo proclamare quella fede, sia le Sorelle che i Fratelli. Questo è qualcosa che dovrebbe incoraggiarci e rafforzarci, che ci completa a vicenda più pienamente. Poiché siamo esseri umani, abbiamo bisogno di questa distinzione, di questa separazione, di questi nomi differenti. L'anima, la mente e il cuore, tuttavia, hanno la stessa caratteristica: un totale abbandono in Dio. Nell'attimo in cui realizziamo di aver veramente attuato questo, allora siamo a sua disposizione e non esistono più differenze.
5. Nello spirito, entrambe le congregazioni sono portatrici dell'amore di Dio. Noi Sorelle portiamo l'amore di Dio nelle opere e voi Fratelli della Parola portate l'amore di Dio nella evangelizzazione, ma siamo entrambi portatori di qualcosa, entrambi siamo missionari. La missione di proclamare il Cristo, attraverso le azioni e le parole, è la sola missione, la missione dell'amore e della compassione. Volendo semplificare le cose abbiamo assunto nomi diversi, ma solamente per motivi esteriori. In realtà si tratta della stessa cosa: entrambi lavoriamo per la proclamazione del regno di Dio.

6. Sin dal principio, i Fratelli si preoccupino di ascoltare la voce di Dio nella preghiera, nell'adorazione e nella contemplazione. Può darsi che usciate per la strada e non abbiate nulla da dire... benissimo, ma potreste trovare un uomo che se ne sta in piedi all'angolo della via. Andate da lui. Può darsi che vi offenda, ma voi siete fl e li c'è la Sua Presenza. Dovete irradiare quella presenza che è dentro di voi, rivolgendovi a quell'uomo, con amore e rispetto. Perché? Perché credete che è Gesù. Gesù non può ricevervi: perciò dovete sapere come andare da Lui. Egli viene sotto le vesti di quella persona. Questo è il nostro quarto voto. Siete vincolati dalla stessa promessa; soltanto, per noi Sorelle, quell'affamato lo è più in senso materiale e per voi Fratelli è invece un affamato spirituale, una persona spiritualmente nuda, spiritualmente senza dimora. Credetemi, Fratelli, trovo assai più difficile lavorare con gente che prova questo tipo di amarezza, che avverte questa angoscia nel cuore, che si sente rifiutata, non amata, trascurata.

7. La cosa essenziale deve essere sempre la stessa, il medesimo spirito di abbandono totale, lo stesso proposito di voler appagare la sete di Gesù, lo stesso annuncio, la stessa presenza, la stessa povertà, la stessa castità. I quattro voti non devono aver nulla di diverso. Quel che state facendo, quell'amore per Cristo, quella presenza e quella parola di Dio, noi la mettiamo nelle opere. ~ la stessa cosa. Voi dovete essere la Sua Presenza mediante la Parola e noi mettiamo la Sua Presenza negli atti.

8. Questo è quanto dobbiamo imparare bene sin dall'inizio: ascoltare la voce di Dio nel nostro cuore, perché, allora, nel silenzio del cuore, Dio parla. Poi, dalla pienezza dei nostri cuori, la nostra bocca deve far scaturire la parola. Questo è il legame. Un Fratello della Parola deve essere tutto questo. Nel silenzio del cuore, Dio parla e voi dovete ascoltare. Poi, nella pienezza del vostro cuore, che è, infatti, pieno di Dio, pieno di amore, pieno di compassione, pieno di fede, la vostra bocca annuncerà. Questo è un vero Fratello della Parola.
Ascoltate in silenzio, perché se il vostro cuore è pieno di altre cose non potete ascoltare la voce di Dio. Ma quando avrete ascoltato la voce di Dio nella quiete del cuore, allora il cuore sarà pieno di Dio come la Madonna era piena di grazia. E poi, da quella pienezza del cuore la bocca trarrà le parole.

9. Potreste anche scrivere e la pienezza del vostro cuore si trasmetterà pure alla vostra mano. Infatti il vostro cuore potrebbe parlare attraverso la scrittura. Il vostro cuore potrebbe parlare anche attraverso i vostri occhi. Sapete che quando guardate la gente essi devono poter vedere Dio nei vostri occhi. Se siete distratti e preda del mondo allora non potranno vedere Dio con limpidezza. La pienezza del nostro cuore è espressa nei nostri occhi, nel nostro modo di toccare, in ciò che scriviamo, in ciò che diciamo, nel modo come camminiamo, nel modo in cui accogliamo, nel modo in cui diamo. Questa è la pienezza del cuore che si esprime in molti modi differenti. E questo è quanto un Fratello della Parola deve vivere, deve capire.

10. Non è sufficiente fare una scelta, mettersi assieme e diventare una fraternità. Non basta. Ma è molto importante per noi lasciare che Gesù viva la sua vita di amore, di preghiera, di intima unione con il Padre. Dio parla nel silenzio del cuore e noi dobbiamo ascoltare. In un secondo tempo parleremo a Dio dalla pienezza del nostro cuore. E sarà Dio ad ascoltare. Di questo è composta la preghiera: di questo ascolto e di questo colloquio, un'intima unione con Dio, una intima unione con Gesù.

11. Come contemplativi, le vostre labbra debbono essere molto pure per poter pronunciare in ogni momento le parole di Dio: proprio come le nostre mani, nella nostra vita attiva, debbono essere molto pure quando toccano il corpo di Cristo. Questo è qualcosa che deve essere veramente vita della nostra vita. Altrimenti, potremmo sciorinare un sacco di cose e impararne altrettante a memoria ed essere padroni di tutta la conoscenza possibile, di tutta la teologia e di tutte le cose che riguardano Dio però non essere capaci di accendere quel fuoco nei cuori della gente. Pronunceremmo soltanto delle parole ma non vivremmo quelle parole. Ecco perché è necessario che le nostre parole siano il frutto della nostra vita, il frutto delle nostre preghiere, il frutto delle nostre mortificazioni e il frutto della nostra adorazione.
12. C'è un teologo molto famoso, un sacerdote molto santo, che in India, oggi, è considerato fra i migliori. Lo conosco assai bene ed ebbi occasione di dirgli: « Padre, lei parla tutto il giorno di Dio, chissà come si sente vicino a Lui, parlando di Dio tutto il giorno! ». Sapete che mi ha risposto? Mi disse: « Potrei parlare molto di Dio e magari parlare poco con Lui ». E poi mi spiegò: « Potrei proferire un sacco di parole e forse dire anche molte cose buone, ma poi dentro di me non trovare il tempo di ascoltare. Poiché Dio parla nel silenzio del cuore
».

13. E molto importante che sin dall'inizio, Fratelli, viviamo semplicemente il Vangelo. Vivete il Vangelo nella preghiera, vivete il Vangelo nelle parole! Non vi scoraggiate se non raggiungete immediatamente la vetta. Non c e motivo che ci si debba sentire sconvolti o sfiduciati, solo una piccola cosa alla volta è importante: anche se una vostra azione può essere un niente in confronto a quel che la gente, all'esterno, si aspetta da voi e voi non lasciate cadere quella gocciolina di preghiera, di penitenza, nella vostra vita e nel vostro cuore, allora la gente ne verrà come defraudata. Non potete dare ciò che non avete.

14. La pienezza del nostro cuore la si rivela nelle opere: come tratto quel lebbroso, come tratto quell'a- gonizzante, come tratto i senza tetto... Talvolta è più difficile operare con la gente per la strada che con i nostri assistiti nelle case per incurabili, poiché chi sta per morire è in pace, in attesa, è pronto ad andare da Dio. Puoi toccare il malato, puoi toccare il lebbroso e credere che è il corpo di Cristo che stai toccando, ma è molto più difficile quando queste persone sono ubriache o stanno imprecando pensare che sono Gesù celato dietro la maschera della sofferenza. Come devono essere pulite e amorose le nostre mani perché sappiano porgere la compassione anche a queste persone!

15. Voi, in Occidente, vi trovate ad avere a che fare con coloro che sono i più poveri spiritualmente fra i poveri, piuttosto che con le persone povere in senso fisico. Assai spesso fra i ricchi vi sono persone spiritualmente molto, molto povere. Trovo che non sia difficile dare un piatto di riso a una persona affamata, pr6cùrare un letto a chi non ha un giaciglio, ma consolare o eliminare quel certo tipo di amarezza, sopprimere quella rabbia, rimuovere quella solitudine richiede molto tempo.

16. Gesù si è fatto Pane di vita per saziare la fame che ho di Lui ed è diventato l'affamato, cosi che io possa soddisfare il suo amore per me. Egli ha fame di noi come noi abbiamo fame di Lui. Fratelli della Parola, scoprite che la Parola deve farsi carne prima di tutto nella vostra vita, venendo tra voi nell'amore, nell'unione, nella pace, nella gioia; solo allora sarete capaci di darla a coloro che sono spiritualmente i più poveri, di darla a quell'uomo che sta seduto nel parco, tutto solo e ubriaco.

17. Vi chiamate Fratelli della Parola per essere quella Parola. Siete stati scelti in special modo perché entriate nel clima di Nazaret. Egli vi ha posto qui, proprio perché facciate questo: credere nella Parola del Padre suo; quella Parola contiene la vita e voi potrete dare quella vita, ossia Gesù, a tutti coloro che incontrate, a cominciare dalla vostra stessa comunità, poiché l'amore comincia in famiglia. Come fa a cominciare in famiglia? Pregando assieme; una famiglia che prega insieme sta assieme.

18. Dovete essere una famiglia, essere quella presenza di Cristo l'uno per l'altro. Amatevi a vicenda teneramente come Gesù ama ciascuno di voi. Questa è la santità dei Fratelli della Parola. Un tenero amore reciproco parla molto più chiaramente di tutte le parole che possiate dire. Amare sino a soffrire; richiede un sacrificio profondo proclamare la Parola di Dio. Non fare mai del male ad alcuno con la Parola, che è così sacra nella nostra vita. Vivere veramente quel che dite: i fratelli più giovani che vi seguono imparano vedendo, più che ascoltando. Al giorno d'oggi i giovani non vogliono ascoltare, vogliono vedere.

19. Voi, Fratelli, che avete scelto in particolar modo la Parola di Dio, che cuore pulito dovete avere per poter porgere l'annuncio dalla pienezza della vostra interiorità! Ma prima di annunciare è necessario ascoltare, poiché Dio parla nel silenzio del vostro cuore. Dovete ascoltare e soltanto allora, dal profondo della vostra pienezza interiore, parlerete e Dio ascolterà.

20. Quel che voi, Fratelli contemplativi, dovete portare nel mondo è la vostra presenza; con quella presenza porterete la luce. Cristo deve essere la luce che brilla attraverso voi, e la gente, guardandovi, deve vedere unicamente Gesù. Non cercate d'essere qualcos' altro all'infuori di questo. Dovete affrontare la sfida che vi viene da Gesù: Egli ha effuso la luce e voi prenderete la sua luce e accenderete ogni cuore che vi capiterà
d'incontrare. Non opererete a grandi gruppi o con molte persone, ma nella strada, negli ospedali, nelle prigioni: in qualunque luogo dove il buio ha circondato un essere umano, voi dovrete essere portatori di luce.

21. In Dio vi è una grande umiltà. Può chinarsi sulla gente come noi e dipendere da noi perché tutte queste cose vivano, crescano, portino. frutto. Eppure avrebbe potuto farlo senza il nostro aiuto. Tuttavia si è chinato e ha preso ciascuno di noi, ci ha chiamati qui, insieme, perché formassimo questa fraternità. Se ci fossimo rifiutati, non avrebbe potuto costituirla. Avremmo potuto dirgli di no. Ciascuno di noi avrebbe potuto dire di no. Dio avrebbe aspettato pazientemente finché fosse venuto qualcuno che avrebbe detto di sì. Tutto ciò mi fa capire che quando Gesù diceva: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore ~, davvero Egli voleva dire che avremmo dovuto imparare che la chiamata è un dono che viene da Dio stesso.

22. L'esatto volere di Dio nei nostri confronti: dovete essere santi. La santità è il più grande dono che Dio può offrirci perché è per questo scopo che ci ha creato.
In ragione di questo siete diventati Fratelli della Parola. Non siete venuti qui per passare il tempo, anche se lo trascorrete pregando. Siete venuti qui per essere la personificazione del suo amore, della sua compassione. Siete stati inviati.

23. Lo scopo di Dio, quello per cui noi esistiamo, è che io e voi dobbiamo essere dei contemplativi. Dobbiamo essere utili alla gente annunciando la Parola di Dio, portando l'amore della Parola di Dio agli uomini. Come deve essere sincero e puro il vostro cuore, poiché è dalla pienezza del vostro cuore che deve sgorgare l'annuncio.

24. Cos'è la contemplazione? E vivere la vita di Gesù. Ecco quel che intendo quando dico: amare Gesù. E vivere la sua vita dentro di noi, vivere la nostra vita nella sua vita. Questa è la contemplazione. Dobbiamo avere un cuore puro per saper vedere: nessun sentimento di gelosia, d'ira, nessun conflitto e specialmente nessuna mancanza di carità. Per me, contemplazione non è stare particolarmente appartato in un luogo buio, ma consentire a Gesù di vivere la sua Passione, il suo amore, la sua umiltà dentro di noi, pregando con noi, stando sempre con noi, santificando attraverso noi.

25. Amate... siate davvero dei contemplativi nel cuore del mondo. Qualunque cosa facciate, anche se aiutate qualcuno ad attraversare la strada, lo fate a Gesù. Anche quando date a qualcuno un bicchiere d'acqua, lo fate a Gesù. Si tratta di un piccolo insegnamento semplice, ma che è di gran lunga il più importante.

26. Fratelli, annunciare la Parola di Dio, essere la Parola di Dio per la vostra gente, deve essere lo scopo della vostra esistenza. Ma non potete dare, non potete proferire la Parola a meno che viviate quella Parola, a meno che preghiate quella Parola. Per essere capaci di dare, dovete possedere. A questo scopo dovete mantenervi santi, per poter comprendere quel che vuole Gesù... egli vuole abitare in voi e agire attraverso voi.

27. Il mondo, oggi, ha fame non soltanto di pane, ma è affamato soprattutto di amore; ha fame di essere accettato, di essere amato. Hanno fame di sentire la presenza del Cristo. In molti paesi, la gente ha tutto, salvo questa presenza, questa consapevolezza. Ecco perché la vita di preghiera e di sacrificio ci porta a dare quell'amore. Se sarete contemplativi, sarete quella presenza, quel pane di Dio da spezzare.

28. La gente ha fame della Parola di Dio che dà la pace, che dà l'unità, che dà la gioia. Ma non potete dare quello che non possedete. Ecco perché è necessario intensificare la vostra vita di preghiera. Lasciate che Gesù vi catturi, preghi con voi e attraverso voi e allora sarete veri contemplativi nel cuore del mondo.

29. Siamo chiamati ad amare il mondo. Dio amò tanto il mondo che diede ad esso Gesù. Oggi ama così tanto il mondo che gli dà voi e me per essere il suo amore, la sua compassione, e quella presenza, quella vita di preghiera e di sacrificio, di abbandono a Dio. E in particolare, Fratelli, la risposta che Dio vi chiede di essere dei contemplativi. In realtà ogni singolo cristiano, ogni cattolico, che vive una vita unita con l'Eucaristia, unita con Gesù, è un contemplativo.

30. Abbiamo una casa riservata alla vita contemplativa nel Bronx Meridionale. Un tassista si rifiutò di condurmi là. Le Sorelle non sapevano che stavo arrivando, per cui dovevo prendere un tassi, ma quell'uomo si rifiutò di portarmi in un posto simile! Dissi:
« Ma viviamo lì, le mie Sorelle vivono lì ». Disse ancora di no. Insistetti: « Benissimo, mi siederò accanto a voi e così vedrete che non accadrà nulla né a me né a voi ». Entrai nel tassi e partimmo. Spalancò la bocca quando vide le giovani Sorelle saltare e ridere e la gente inchinarsi, mentre quelli che mi riconoscevano presero a parlare con me anche se alcuni erano ubriachi, però si tolsero il cappello con rispetto. Non riusciva a credere ai suoi occhi, avvertendo quella Presenza. Questo è un episodio particolarmente bello.

31. Ricordo ancora la prima volta in cui le Sorelle contemplative entrarono in un parco di New York, erano vestite di bianco e recitavano il Rosario. Quando un uomo le vide esclamò: « Oh, no, non sono ancora pronto, non sono pronto ». Allora le Sorelle gli si fecero più vicine e dissero: « Siamo Sorelle. Dio vi ama ». Egli ripeté: « Non sono pronto. Voi venite dal cielo, siete angeli che venite dal cielo a prendermi e io non sono pronto ». Credeva che gli angeli fossero venuti a prenderlo! Questo vi dimostra quello che la gente attende da noi.
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