SUL SALMO 13

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
MARIOCAPALBO
00martedì 27 marzo 2012 17:32
l'uomo senza DIO
INDICE
1 Al maestro del coro. Di Davide.
Lo stolto pensa: «Non c'è Dio».
Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
nessuno più agisce bene.
2 Il Signore dal cielo si china sugli uomini
per vedere se esista un saggio:
se c'è uno che cerchi Dio.
3 Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti;
più nessuno fa il bene, neppure uno.
4 Non comprendono nulla tutti i malvagi,
che divorano il mio popolo come il pane?
5 Non invocano Dio: tremeranno di spavento,
perché Dio è con la stirpe del giusto.
6 Volete confondere le speranze del misero,
ma il Signore è il suo rifugio.
7 Venga da Sion la salvezza d'Israele!
Quando il Signore ricondurrà il suo popolo,
esulterà Giacobbe e gioirà Israele.

SUL SALMO 13

ESPOSIZIONE

1. [v 1.] Per la fine, salmo di David stesso. Che cosa significhi per la fine, non occorre ripeterlo più oltre. Perché fine della legge è Cristo a giustificazione di ogni credente 1, come dice l'Apostolo. Crediamo a lui, quando cominciamo a entrare sulla via del bene; e vedremo lui quando saremo arrivati. Ecco perché Egli è il fine.

Necessità del Cristo.

2. Ha detto l'insensato in cuor suo: non c'è Dio. Neppure gli stessi sacrileghi, né certi detestabili filosofi, che pensano riguardo a Dio cose false e perverse, hanno osato dire: non c'è Dio. Perciò ha detto in cuor suo, perché nessun uomo osa dire una tal cosa, anche se ha osato pensarla. Si sono corrotti e sono divenuti abominevoli nelle loro inclinazioni, cioè perché amano questo secolo e non amano Dio; queste sono le inclinazioni che corrompono l'anima e tanto l'accecano che l'insensato può perfino dire in cuor suo: non c'è Dio. Poiché essi non tennero in alcun conto la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati al loro pervertito giudizio 2. Non c'è chi faccia il bene, non ce n'è fino ad uno. Fino ad uno, vale a dire non c'è neppure un uomo di tal genere, oppure escluso uno, cioè Cristo Signore. Così diciamo: questo campo arriva fino al mare e non computiamo anche il mare insieme con il campo. È questa la migliore interpretazione, in modo che si intenda che nessuno ha fatto del bene fino a Cristo: perché nessun uomo può fare del bene fino a che Cristo stesso non glielo abbia insegnato. E questo è proprio vero, perché nessuno può fare del bene fino a che non ha conosciuto l'unico Dio.

3. [v 2.] Il Signore dal cielo ha guardato sopra i figli degli uomini, per vedere se c'è uno saggio o chi ricerchi Dio. Questo si può intendere riguardo ai Giudei, come se avesse voluto in maniera più onorifica chiamarli figli degli uomini per il loro culto al Dio Unico, a paragone dei Gentili di cui credo che prima sia stato detto: ha detto lo stolto in cuor suo: non c'è Dio, con quel che segue. Orbene, il Signore guarda per vedere attraverso le sue anime sante, il che appunto significano le parole dal Cielo; in se stesso infatti niente gli è nascosto.

4. [v 3.] Tutti sono caduti, ed insieme sono divenuti inutili, cioè i Giudei sono diventati tali e quali i Gentili di cui sopra si è parlato. Non c'è chi faccia del bene, non ce n'è fino a uno, può essere inteso nello stesso senso di prima. Sepolcro spalancato è la loro gola. O si intende la voracità della loro bocca spalancata, oppure, allegoricamente, coloro che uccidono e quasi divorano quei morti che hanno spinto a seguire la perversità dei loro costumi. Analogo, ma contrario, è ciò che fu detto a Pietro: uccidi e mangia 3, perché convertisse le genti alla sua fede e ai suoi buoni costumi. Con le loro lingue operavano ingannando: l'adulazione è compagna dei golosi e di tutti i malvagi. Veleno di vipere sotto le loro labbra. Veleno significa la frode; ed è di vipere perché essi non vogliono ascoltare i precetti della Legge, come le vipere non ascoltano le parole dell'incantatore 4, cosa che in un altro salmo è detta con maggior chiarezza. La bocca di costoro è piena di maledizione e di amarezza, cioè del veleno di vipere. Veloci i loro piedi per versare il sangue, per la loro abitudine a compiere il male. Sofferenza e infelicità nelle loro vie: infatti tutte le vie degli uomini malvagi sono piene di fatiche e di miseria. Per questo dice il Signore: venite a me, voi tutti che siete affaticati e aggravati, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo, e imparate da me che sono mite e umile di cuore. Perché il mio giogo è soave, e il mio fardello leggero 5. E non hanno conosciuto la via della pace, cioè la via cui allude il Signore - come ho detto - parlando del giogo soave e del fardello leggero. Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi. Costoro non dicono: Dio non c'è, ma tuttavia non temono Dio.

5. [v 4.] Forse che non se ne avvedranno tutti coloro che operano iniquità? Si minaccia qui il giudizio. E divorano il mio popolo come un pezzo di pane, cioè ogni giorno, perché il pane è alimento quotidiano. Divorano il popolo coloro che prendono da esso i loro profitti, non riferendo il loro ministero alla gloria di Dio, né alla salvezza di coloro che governano.

Il distacco dai beni del mondo.

6. [v 5.] Non hanno invocato il Signore: non invoca certo il Signore chi desidera le cose che dispiacciono a Lui. Hanno tremato di paura là dove non c'era motivo di temere, cioè hanno avuto paura di perdere i beni terreni. Hanno detto infatti: se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui, e verranno i Romani e ci distruggeranno la città e la nazione 6. Hanno avuto paura di perdere il regno terreno, ove non c'era motivo di timore, e hanno perduto il regno dei cieli, perdita che avrebbero dovuto temere. Queste parole debbono applicarsi a tutti i beni temporali; quando gli uomini temono di perdere questi beni, non pervengono a quelli eterni.

Serviamo il Creatore, non la creatura.

7. [v 6.] Perché Dio sta con la generazione dei giusti, cioè non sta con coloro che amano il secolo. È infatti ingiusto abbandonare il Creatore dei secoli per amare il secolo, e servire la creatura piuttosto che il Creatore 7. Avete schernito il consiglio del misero, poiché il Signore è la sua speranza, cioè avete disprezzato l'umile avvento del Figlio di Dio perché non avete visto in lui la pompa del secolo; affinché coloro che chiamava ponessero la speranza solo in Dio, non nelle cose passeggere.

8. [v 7.] Chi darà da Sion la salvezza a Israele? È sottinteso: se non Quegli stesso la cui umiltà voi avete disprezzata? Infatti egli medesimo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e per regnare con i giusti, affinché, dato che in questo umile avvento si è verificata la cecità di una parte di Israele per fare entrare la totalità dei Gentili 8, nell'altro avvenga quel che segue, cioè che tutto Israele sia così salvo. Riguardo ai Giudei, infatti, l'Apostolo cita anche la testimonianza di Isaia, che dice: verrà da Sion colui che distoglierà l'empietà da Giacobbe 9; e così qui leggiamo: Chi darà da Sion la salvezza a Israele? Quando il Signore scioglierà la prigionia del tuo popolo, esulterà Giacobbe e si allieterà Israele. Si tratta di una ripetizione, secondo il solito. Credo infatti che si allieterà Israele sia lo stesso che: esulterà Giacobbe.

MARIOCAPALBO
00martedì 27 marzo 2012 17:57
1 - Rm 10, 4.

2 - Rm 1, 28.

3 - At 10, 13.

4 - Cf. Sal 57, 5.

5 - Mt 11, 28-30.

6 - Gv 11, 48.

7 - Cf. Rm 1, 25.

8 - Cf. Rm 11, 25.

9 - Is 59, 20.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:09.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com