Regole per il Discernimento degli Spiriti (Dagli esercizi Spirituali di S. Ignazio)

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MARIOCAPALBO
00martedì 31 gennaio 2012 18:46
Spirito Santo e Carismi

Regole per il Discernimento

degli Spiriti

(Dagli esercizi Spirituali di S. Ignazio)

Per far trionfare il regno di Dio è necessario innanzi tutto comprendere a fondo le realtà in cui siamo immersi. Il mondo non è altro che la rappresentazione di due forze in conflitto tra loro: Dio, che vuole salvo ogni uomo, e Satana, che vuole impedire tale evento e che quindi cerca con ogni mezzo di ingannare, fuorviare l'uomo, allontanandolo dalla Verità di Dio.

Regole per percepire e comprendere, fin dove è possibile, le diverse disposizioni prodotte nell'anima: le buone, perché possano essere accettate; le cattive, perché possano essere respinte. Queste regole sono più adatte alla

Prima Settimana:

1. - Il nemico è abituato a proporre piaceri apparenti a quelle persone che di solito vanno peccato mortale in peccato mortale. Fa loro immaginare piaceri e godimenti sensuali, per trattenerle con sé con sempre maggior facilità e accrescere i loro vizi e peccati. In queste persone lo spirito buono agisce in maniera contraria alle ispirazioni del nemico, risvegliando la coscienza ad un senso di rimorso tramite il retto giudizio della ragione.

2.  - Il contrario della prima regola accade a quanti cercano sinceramente di purificarsi dai loro peccati, mentre procedono di bene in meglio al servizio di Dio nostro Signore. In quel caso Infatti, lo spirito cattivo è solito provocare tristezza ed ansietà, creare ostacoli basati su falsi ragionamenti, impedendo all'anima di progredire ulteriormente. Lo spirito buono ha la caratteristica di incoraggiare e rafforzare, consolare, produrre lacrime, ispirazioni e pace, di facilitare le cose togliendo gli ostacoli affinché l'anima possa progredire ulteriormente nelle opere buone.

3. - La consolazione spirituale - Chiamo consolazione quando l'anima è stimolata da un moto interiore che la infiamma d'amore per il suo Creatore e Signore, quindi non potrà amare, in se stessa, nessuna cosa creata sulla faccia della terra, ma solo il Creatore di tutte le cose. É consolazione anche quando si spargono lacrime ispirate dall'amore del Signore, sia che si tratti di dolore dei peccati, sia per la passione di Cristo nostro Signore, oppure per qualunque altro motivo direttamente collegato al Suo servizio e alla Sua lode. Chiamo infine consolazione qualunque aumento di fede, speranza e carità, e ogni gioia interiore che richiami ed attragga verso le cose celesti e la salvezza della propria anima, ispirandole pace e quiete in Cristo nostro Signore.

4. Chiamo desolazione tutto quanto è contrario alla terza regola, come l'oscurità dell'anima, il tormento della mente, l'inclinazione ad amare le cose terrene, l'inquietudine derivante da molti disturbi e tentazioni che portano alla perdita della fede, della speranza e della carità. É pure desolazione quando l'anima si trova completamente apatica, tiepida, triste e separata dal suo Creatore e Signore. E come la consolazione è il contrario della desolazione, così i pensieri che hanno origine dalla consolazione sono opposti a quelli derivanti dalla desolazione.

5. In tempo di desolazione non si dovrebbero mai fare dei cambiamenti, ma restare fermi e saldi nelle risoluzioni e decisioni che ci hanno guidato prima della desolazione, o alle decisioni osservate nella consolazione precedente.

q Infatti, come lo spirito buono ci consola e ci guida nella consolazione,

q lo spirito cattivo guida e consiglia nella desolazione.

Seguendo i consigli del secondo spirito, non troveremo mai la retta via per una giusta decisione.

6. - Sebbene quando ci troviamo nella desolazione non dovremmo cambiare le decisioni prese in precedenza, sarà vantaggiosissimo intensificare la nostra attività contro la desolazione. Lo si può fare insistendo di più sulla preghiera, sulla meditazione, sui frequenti esami di coscienza e aumentando in modo adatto la nostra penitenza.

7. - Chi si trova nella desolazione, dovrebbe considerare che nostro Signore, per metterlo alla prova, lo ha lasciato con le proprie forze naturali per resistere alle diverse agitazioni e tentazioni del nemico. Egli può resistere con l'aiuto divino, sempre disponibile anche se non lo percepisce chiaramente. Sebbene il Signore abbia ritirato da lui il grande fervore, l'amore ardente e la grazia intensa, gli ha tuttavia lasciato grazia sufficiente per la salvezza eterna.

8. Chi si trova nella desolazione deve sforzarsi di perseverare nella pazienza, che è contraria alle vessazioni giunte su di lui. Dovrebbe anche considerare che presto la consolazione tornerà, e lottare con diligenza contro la desolazione, secondo quanto spiegato nella sesta regola.

9. Vi sono tre motivi principali per cui ci troviamo nella desolazione:

1. Perché siamo tiepidi, pigri, negligenti negli Esercizi Spirituali per cui, per nostra colpa, viene ritirata da noi la consolazione spirituale.

2. Dio può metterci alla prova per misurare la nostra validità e il progresso fatto al Suo servizio e nella lode quando restiamo senza le generose ricompense della consolazione e delle grazie speciali.

3. Egli vuole darci una vera conoscenza e comprensione, affinché possiamo davvero renderci conto che non rientra nel nostro potere conquistare o trattenere la grande devozione, l'amore ardente, le lacrime o qualunque consolazione spirituale, ma che tutto ciò è puro dono di grazia da parte di nostro Signore. Né Dio vuole che diciamo nostro quanto appartiene agli altri, permettendo all'intelletto di erigersi in uno spirito di orgoglio o di vanagloria, attribuendo a noi stessi la devozione o altri aspetti della consolazione spirituale.

10. - Una persona che si trova nella consolazione dovrebbe pensare a come si condurrà nella desolazione che seguirà, e costruire così una forza nuova per quel periodo.

11. - Una persona che si trovi nella consolazione dovrebbe procurare di umiliarsi e abbassarsi il più possibile. Dovrebbe ricordarsi quanto poco egli vale in tempo di desolazione, quando non ha la grazia della consolazione. D'altra parte, la persona che si trovi nella desolazione dovrebbe ricordare che, per resistere a tutti i suoi nemici, può fare molto usando la grazia sufficiente che ha, e attingendo forza dal suo Creatore e Signore.

12. - Il nemico agisce come una donna, giacché è debole di fronte alla forza, ma forte se ha la sua volontà. Poiché è natura di una donna litigare con un uomo e perdere coraggio e fuggire quando l'uomo si dimostri forte e determinato, allo stesso modo se l'uomo perde coraggio e fugge, la rabbia, lo spirito di vendetta e l'ira della donna cresceranno oltre ogni limite. Similmente, rientra nella natura del nostro nemico diventare impotente, perder coraggio e fuggire non appena una persona che vive la vita spirituale resta coraggiosamente salda davanti alle sue tentazioni, facendo esattamente l'opposto di quanto egli suggerisce. Se al contrario la persona comincia a fuggire e a perdere coraggio nel combattere la tentazione, nessuna bestia feroce sulla terra sarà più feroce del nemico della nostra natura umana che persegue nelle sue cattive intenzioni con sempre crescente malizia.

13. - Il nemico agisce anche come un falso amante che desideri restare nascosto e che non vuol essere rivelato. Perché quando questo uomo ingannevole fa la corte a qualche figlia di buon padre o alla moglie di un onesto marito, vuole che le sue parole e suggestioni siano tenute segrete. Gli dispiace assai se la ragazza rivela al padre, o la moglie al marito, le sue parole di inganno e le sue depravate intenzioni, perché allora sa che i suoi piani non hanno possibilità di riuscita. Allo stesso modo, quando il nemico della nostra natura umana tenta l'anima giusta con le sue astuzie ed inganni, vuole e desidera che questi vengano tenuti segreti. Quando sono rivelati a un confessore o a una persona spirituale che capisca quelle menzogne e perversi disegni, il nemico prova grande dispiacere perché sa che, una volta scoperti i suoi ovvii inganni, non potrà riuscire nei suoi infami disegni.

14. -  Il comportamento del nemico somiglia anche a quello di una guida militare che desidera conquistare e saccheggiare l'oggetto dei suoi desideri. Come il comandante di un esercito installa le tende, studia la forma e le difese di una fortezza e quindi l'attacca nel punto più debole, allo stesso modo il nemico della nostra natura umana studia da ogni lato le nostre virtù teologiche, cardinali e morali. Dove ci trova più deboli e bisognosi riguardo alla salvezza eterna, ci attacca e ci assale.

Seconda Settimana:

Le regole che seguono serviranno per un maggiore discernimento degli spiriti, e sono più applicabili alla seconda settimana.

1. - É caratteristica di Dio e dei Suoi angeli portare all'anima felicità vera e gioia spirituale, liberandola dalla tristezza e dai disturbi provocati dal nemico. Rientra nella natura del nemico combattere tale gioia e consolazione spirituale proponendo (apparentemente) motivi seri, astuzie e continui inganni.

2. - É caratteristica di Dio dare all'anima solo consolazione senza cause precedenti, poiché Egli può entrare nell'anima, lasciarla e agire su di lei attirandola pienamente all'amore della Sua Maestà Divina. Dico senza cause precedenti, ossia senza la conoscenza di nessun oggetto dal quale tale consolazione potrebbe derivare all'anima, grazie ai propri atti di intelletto e di volontà.

3.  - Quando vi è una causa precedente, sia l'angelo buono sia quello cattivo possono consolare l'anima, ma per scopi diversi. L'angelo buono interviene per far progredire l'anima, affinché possa crescere verso una maggiore perfezione; il maligno consola per lo scopo opposto, per portare l'anima verso i propri cattivi disegni e perversioni.

4. - Il maligno ha la caratteristica di trasformarsi in angelo di luce e di agire inizialmente con l'anima, ma alla fine di agire per se stesso. All'inizio suggerirà pensiero buoni e santi, conformi alle disposizioni di un'anima giusta; poi, poco a poco, cercherà di raggiungere i propri fini attirando l'anima nei suoi nascosti inganni e perversi disegni. 

5. - Dobbiamo prestare costante attenzione al corso dei nostri pensieri e se all'inizio, verso la metà o verso la fine, sono sempre buoni e rivolti verso ciò che è davvero giusto, è segno che sono ispirati dall'angelo buono. Se il corso dei pensieri suggeriti finisce in qualcosa di male, o che ci distrae, oppure in qualcosa di meno buono di quanto ci eravamo proposti in precedenza; oppure se questi pensieri indeboliscono, inquietano o disturbano l'anima distruggendo la pace, la tranquillità e la quiete precedente, è chiaro segno che provengono dallo spirito cattivo, il nemico del nostro progresso e della nostra salvezza eterna.

6. - Quando il nemico della nostra natura umana è stato scoperto e riconosciuto dai suoi inganni e dai cattivi fini verso cui ci porta, è bene che la persona che è stata tentata esamini poi il corso dei buoni pensieri che gli sono stati suggeriti. É bene che consideri come sono iniziati, e come il nemico è riuscito poco a poco a farla cadere dallo stato di dolcezza e di gaudio spirituale di cui godeva, fino a portarla verso il suo perverso disegno. Con l'esperienza e la conoscenza così acquisite e rivelate, ci si potrà meglio guardare in futuro dagli inganni abituali del nemico.

7. - In quanti progrediscono spiritualmente, l'azione dell'angelo buono è gentile, dolce e leggera, come goccia d'acqua che entri in una spugna. L'azione dello spirito cattivo è dura, rumorosa e reca disturbo, come goccia d'acqua che cade su una pietra. In quelle anime che vanno di male in peggio, l'azione di questi due spiriti è invertita. La causa di questa differenza di azione è la disposizione dell'anima, che è contraria o simile a quella degli spiriti menzionati sopra. Quando la disposizione dell'anima è contraria a quella degli spiriti, essi entrano in lei portando disturbo e rumore, per cui saranno facilmente rivelati. Quando invece le disposizioni dell'anima e degli spiriti sono simili, questi ultimi entrano in silenzio, come uno che entra in casa propria attraverso una porta aperta.

8. - Quando la consolazione è senza cause precedenti, pur non essendovi inganno perché procede unicamente da Dio, come è stato detto prima, la persona spirituale che la riceve dovrebbe considerarla con grande vigilanza e attenzione. Dovrebbe distinguere il momento esatto di tale consolazione dal periodo che la segue, durante il quale l'anima continua nel fervore e avverte il favore divino e gli effetti che seguono la consolazione passata. Spesso in quel periodo successivo l'anima fa vari progetti e risoluzioni non direttamente ispirati dal Signore: possono risultare dalle sue riflessioni, dalle abitudini o in seguito ai suoi concetti e giudizi e possono venire sia dallo spirito buono sia da quello cattivo. É quindi necessario un accurato esame, prima di approvarli e di metterli in pratica.


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