LA PRIGIONE DEL RISENTIMENTO di Bob Mumford seconda parte

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MARIOCAPALBO
00lunedì 6 febbraio 2012 19:33

2. Riconciliatevi tra voi!

 

Guardiamo ora due brani della Scrittura – da Matteo 5 e da Matteo 6 – ai quali molti di noi non credono né applicano davvero alla vita cristiana. Prendiamo prima Matteo 5,23-26. Ecco qui la versione Mumford:

 

Se quindi stai presentando la tua offerta al teatro cittadino di West Palm Beach [il luogo di questo incontro], e proprio nel bel mezzo della tua danza coi tamburelli ti salta d’improvviso in mente [Chi pensi l’abbia messo lì? Il diavolo?] che il  tuo fratello ha qualcosa contro di te …[Che fai? Invochi il sangue? Citi Romani 8: 1- "Quindi ora non c’è più alcuna condanna," e continui a danzare? No, non lo farai. Perché devi andare da qui a là, ci devi proprio andare ... ]

 

Lascia la tua offerta davanti all’ altare e vai per la tua strada, a riconciliarti prima col tuo fratello... ["Non ho bisogno di mio fratello, ho bisogno di Dio!" Giusto? Sbagliato!]

 

Fai presto un accordo amichevole con il tuo avversario mentre sei sulla via con lui lungo; in modo che il tuo avversario non ti dia in mano al giudice, e il giudice ti consegni alla guardia e tu sia messo in prigione. [Voglio che lo ricordiate. Torneremo sull’argomento.]

 

In verità vi dico, non uscirai di là finché tu non abbia pagato l’ultimo centesimo.

 

Ma cosa significa tutto ciò? Significa che

Ø      mi sono messo in un bel guaio con mio fratello, ma che non voglio recarmi da lui per rimediare. Dico: "Non voglio andare da lui. Non ne ho bisogno. "

 

Ma il Signore dice:

Ø      "Se sei stato risvegliato dallo Spirito, sospinto a metterti a posto con tuo fratello  e non lo fai, provvederò a che tu sia messo in prigione. E quando la guardia ti metterà in prigione, non ne uscirai finché non avrai pagato. "

 

Guardiamo ora Matteo 6, versetto 12: "Perdona a noi i nostri debiti, come anche noi abbiamo perdonato i nostri debitori."

 

È la sola parte di tutta la preghiera del Signore sulla quale Gesù ha lasciato un commento. Notate cosa Gesù disse sul versetto 12 nei versetti 14 e 15:

 

"Perché se perdonate agli uomini le loro mancanze, anche il vostro Padre celeste perdonerà voi.

Ma se non perdonate agli uomini, allora neppure il  Padre perdonerà le vostre trasgressioni."

Se lo fate voi, lo farà anche Lui. Se voi non lo fate, non lo farà neppure Lui!

Voi dite:"Suvvia, Mumford, non posso crederci – si tratta di opere." Ora state ricevendo il messaggio.

 

Voi dite: "Intendi dirmi che il perdono è condizionale?" Non al momento in cui sei salvato, ma dove è coinvolto tuo fratello - sì, è condizionale.

 

Qualcuno ha detto: "Fratello, voglio che tu sappia che Gesù mi ama proprio come sono."

La mia risposta è: "Puoi esserne certo. Ma non vuole lasciarti così." Ti ama davvero.

 

è Vieni al Signore e dici: "Signore, sono un peccatore; perdonami!" E Lui lo farà.

è Ma dopo quell’esperienza, Egli dice: "Ora alzati, Ti voglio parlare." Il suo messaggio vitale è questo:

giusto” o “retto” significa che sei nella relazione giusta con Dio e anche nella relazione giusta con tuo fratello."

 

Ricorda, tutta la legge è adempiuta in questo: .. Ama il prossimo tuo. . . ."

è Ma quando aggiungiamo l’ultima metà di quella dichiarazione, "Ama il tuo prossimo ... come te stesso," scopriamo la prima parte di un altro campo problematico nelle relazioni giuste.

 

 

3. La prigione rivelata

 

Se alcune persone amassero il prossimo come amano se stesse, il prossimo si troverebbe nei guai.

 

Ø      "Odio me stesso. Avrei voluto essere un uomo. Avrei voluto essere una donna. Avrei voluto essere bello. Avrei voluto essere taciturno. Non mi piaccio proprio. Avrei preferito essere magro. Avrei voluto essere grasso. Non mi piace la mia personalità. Non mi piace il mio naso."

 

Ora qui stiamo andando verso una tendenza profondamente radicata in tutti noi. Quando entrò il peccato, infettò tre campi:

(1) la relazione tra noi e Dio;

(2) la relazione tra noi e noi stesso;

(3) la relazione tra noi e gli altri.

 

Ora per dire: "Dio, sei grande, Ti amo," dobbiamo aggiungere un’altra dimensione. Dobbiamo chiederci: "Amo me stesso?"

"No, non proprio." "Cosa c’è che non va?"

"Beh, non mi piace chi sono, dove sono o cosa faccio. Inoltre ho questa cosa chiamata reputazione personale."

 

Così il Signore deve occuparsene e tu sei ripulito dentro e riconciliato con te stesso.

 

Infine possiamo dire: "Sai una cosa Signore? Hai fatto proprio un buon lavoro su Mumford. Non è più troppo cattivo."

"Bene, ora lo ami?"  - "Beh, sto cominciando ad amarlo."

Allora Dio dice: "Benissimo, sei pronto ora per la terza lezione?"

"Che lezione sarà mai?"

Egli dice: "Impareremo ad amare gli altri.” (Quanti di voi hanno imparato che il Signore vi dà delle persone su cui fare pratica?)

 

Vi prego di non uscire di qui stasera senza aver capito cosa sto per dire, perché molti di voi siete in prigione.

è Sebbene siate stati salvati, battezzati con lo Spirito, perdonati nel senso di avere la salvezza, siete in prigione.

è Non siete liberati per avere la gioia del Signore perché avete un vero problema di risentimento. È questa la chiave.

 

Il più grande, singolo impedimento che io conosca alla maturità spirituale è il risentimento.

Penetra in profondità dentro di voi, e si attacca in voi a forma di croce, e non potete far niente al riguardo.

 

È difficile che un credente preveda delle difficoltà nel ricevere il perdono di Dio. Eppure a volte vai davanti al Signore, versi grosse pozzanghere di lacrime e tutto è a posto – all’infuori di te, che non sei a posto.

 

è Non sei liberato. Allora la tua crescita si ferma e la gioia comincia ad appassire.

Che fai allora quanto la tua crescita si ferma e la gioia comincia a sfiorire? Compri un tamburello più grande? Quello che fai è cantare più forte e pregare più a lungo.

è Ma la vera necessità è riconoscere che stai ospitando il risentimento nel tuo spirito.

Alla fine arriviamo a riconoscere il problema, e rispondiamo: "Dio, intendi dire che lo devo correggere?"

 

E Lui risponde: "Esattamente!" - "Ma Tu non capisci…"

E il Signore: "Io capisco eccome. Per questo l’ho fatto cadere nel tuo cuore."

 

Sai dove è caduto, non è vero? Dov’eri quando hai scoperto quel risentimento? Presso l’ altare. Sei presso l’ altare e il Signore dice: “Giovanni.”

 

"Ahi! Giovanni? Non voglio sentire 'Giovanni.' Non voglio più sentire quel nome."

 

E il nome ritorna: " Giovanni."

 

"Odio quel nome. E sai perché lo odio? Giovanni  è il nome di quel socio d’affari che mi ha ingannato per  $6,000. Che il Signore lo benedica – con un mattone!"

 

è L’ascolto della sollecitazione del Signore  presso l’ altare è il primo passo per guarire il tuo risentimento.

 

4. Otto Problemi di relazione

 

Vi prego ora di tornare a Galati, perché voglio mostrarvi qualcosa. Ricordate che vi ho detto che la giustizia o rettitudine è relazionale?

 

ð     Gesù Cristo è venuto  per rimetterci nella relazione giusta con Dio Padre. È questo lo scopo della Sua venuta.

ð     Ma è venuto anche per metterci nella relazione giusta gli uni con gli altri perché l’effetto della rettitudine è che arriviamo ad essere nella relazione giusta con tutti.

ð     Proprio come dice la Scrittura: "Se è possibile e per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini " (Rom. 12,18).

 

Galati 5,13 dice: "siete stati chiamati a libertà; … ma usate la vostra libertà come occasione per amarvi e servirvi a vicenda."

 

Tu dici: "Non voglio servire gli uni gli altri. Voglio servire Dio. Dio, perché non scendi giù e così posso cuocerti una bistecca?”

Il Signore dice: "Porti il tuo fratello fino alla Mia casa che ti ho dato e gli cucini (a lui) una bistecca. In quel modo servirai Me."

Tu dici: "Io stesso mangerò la bistecca."

 

Guarda cosa dice Paolo al versetto 15. Ringrazio che questo sia accaduto in una chiesa apostolica del Nuovo Test­amento perché pare una chiesa della nostra città.

 

"Ma se vi mordete e vi divorate a vi­cenda.... " Che tipo di problema avevano? Relazionale. Non riuscivano ad organizzarsi quanto alle relazioni.

 

Dopo stasera, quando comincerai a leggere la Bibbia, dirai: "Vorrei non aver mai ascoltato quel  messaggio."

è Scoprirai con gioia o con disappunto che le relazioni tra te e te stesso e tra te e tuo fratello sono fondamentali, necessarie e, come risultato, si trovano dovunque nella Parola di Dio.

Al versetto 19 Paolo continua il suo commento sui problemi nella chiesa dei Galati:

 

"Le opere della carne sono evidenti."

 

Ora non ci preoccuperemo neppure delle prime cinque perché sono davvero tremende: Immoralità, impurità, sensualità, idolatria e stregoneria. Mai e poi mai noi faremmo qualcosa del genere – in assoluto.

 

Ø      Elimineremo anche le ultime due – ubriachezza e gozzoviglie – perché noi non ci ubriachiamo né facciamo bisboccia.

Ø      Ma inseriti in mezzo a quelle ci sono otto problemi relazionali. Tutte le otto parole descrivono problemi che riguardano le nostre relazioni reciproche.

 

Qui sono:

 

Ø      Inimicizia. Inimicizia significa cattiva volontà, sentimenti di cattiva volontà. Hai mai visto in vita tua qualcuno entrare dalla porta, e non appena li hai visti entrare non ti sono piaciuti? Non hanno dovuto neppure aprire bocca – non ti piacevano e basta. Non ti piaceva com’erano pettinati? "Non sei semplicemente riuscito a levarteli di torno. Non mi piace!"

 

Permettetemi di intervenire a questo punto, cari cristiani; Se Dio intendesse mandare all’inferno tutta la gente che ha questi otto problemi, abbiamo davvero qualche problema.

 

Ø      La Scrittura non dice che andranno all’inferno, ma che non entreranno nella loro eredità, e mancheranno gli scopi di Dio. L’inimicizia quindi è il primo problema.

 

Poi abbiamo le contese; qui si vede anche la parola "rivalità". Sapevate cosa significa la parola greca? Esplosioni di egoismo. Qualche mattina non ti capita mai di sentirti... 

Ø      "Sono stanco di servire gli altri. Oggi me la godrò da solo. Non voglio stare con nessuno. Voglio andare da solo sulla spiaggia e restarci, io solo."

 

Dopo questo, Paolo elenca:

Ø      gelosia, ire, risse e divisioni.

Ø      Le sette o eresie. Conosci la parola greca per eresia? Significa semplicemente una opinione ostinata. Eretico è un uomo che ha una certa opinione, e che vi si atterrà a tutti i costi: "Ci credo; proprio così.”

 

Quindi Paolo include l’invidia.

Ø      La parola "invidiare" significa provare dolore davanti a quello che ha un altro. Arrivano nella loro nuova Lincoln Continental Bianca con tappeto arancione e maniglie riscaldate a vapore. Li guardate e dite a denti stretti: "Oh, sono contento che Dio ti abbia benedetto in questo modo!" L’invidia ti provoca dolore, un dolore autentico nello spirito a causa di un’opera della carne

 

Ricordo di essere andato qualche anno fa a casa di un pastore (ministro protestante). All’epoca vivevamo in una roulotte di 27 piedi (poco più di 8 metri). Quando chiudevi la porta, la maniglia veniva a letto con te. Potevamo sederci al tavolo di cucina e raggiungere tutti gli scaffali. Non era mai necessario alzarsi per nessuna cosa. Bastava stendere il braccio e prenderla direttamente dallo scaffale.

 

Ø      Così questo pastore disse: "Passa da casa nostra dopo l’incontro." Mia moglie ed io, che eravamo evangelisti, entrammo in casa sua ed era un castello. Aveva un tappetino bianco a pelo lungo che arrivava alle caviglie. Entrai e mi fermai lì in mezzo a quel tappeto bianco in questa bella casa spaziosa, e dissi: "OHHHH, Dio è stato buono con te." Accidenti, avrei voluto incenerirlo. Provavo dolore. Con quella visita Dio mi dette un colpo quasi mortale.

 

Ora, cosa sono quelle otto "opere della carne"? Sono problemi di relazione inimicizia, contese e gelosie e ire e risse e cattivo carattere.

 

L’impazienza

 

Probabilmente alcuni di voi mi avranno sentito parlare della sera in andammo ad un incontro ad Hollywood, Florida. Avevo fretta e mi trovai dietro ad una donna in una Volkswagen che aspettava il cambio della luce del semaforo. Era una signora molto prudente, una donna anziana, e io ero dietro di lei quando la luce cambiò. Tutto il traffico nella corsia opposta si avviò ma lei continuava a star lì seduta.

 

Venne e andò via un’altra luce verde e lei rimase lì seduta. Alla terza luce, ero pronto a spingerla nel crocevia. Infine uscì dalla carreggiata e girò a sinistra. Io uscii dalla carreggiata subito accanto a lei e la fissai come per dire: "Che le è successo?"

Ø     Mia moglie, che sapeva cosa mi stava succedendo dentro, si rivolse a me e disse: "Perché, Tesoro, non la inviti all’incontro di preghiera di stasera?

 

Questi problemi citati da Paolo sono di relazione. Come fare a raddrizzarli tutti? In quanto a ciò, chi si vuole prender la briga di raddrizzarli tutti? Chi ne ha bisogno? Il Signore dice: "Ne hai bisogno." Infatti

è il commando che ci viene dato è: "Ama il prossimo tuo come te stesso"!

 

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