JONATHAN EDWARDS

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MARIOCAPALBO
00giovedì 17 ottobre 2013 11:59
Il salto più lungo: arrivare a Dio.
JONATHAN EDWARDSPDFStampaE-mail
 
  

Il salto più lungo: arrivare a Dio. 

Jonathan EdwardsAnche se ha ottenuto tanto dallo sport, quello che Jonathan Edwards reputa importante e vitale è l'aver fatto una decisione per Cristo e avergli affidata la sua vita presente e futura. 
All'inizio del 1995 Jonathan Edwards era già un atleta di classe mondiale nel Salto Triplo; ha vinto il salto triplo alla Coppa del Mondo, una medaglia d'argento ai Giochi del Commonwealt e una di bronzo ai Campionati Mondiali. 
Ma tutto ciò diventa insignificante in confronto a quello che ottenne nel corso di quell'anno: 14 competizioni e 14 vittorie; medaglia d'oro ai campionati mondiali; 5 volte nuovo record inglese e tre volte nuovo record mondiale. 
E questo non è tutto: Jonathan collezionò un premio dopo l'altro, compreso il premio IAAF per atleta dell'anno, e quello della BCC per la personalità sportiva dell'anno. 
Ma Jonathan ha qualcosa di meglio da raccontarci della sua vita, perchéa fede in Cristo ha fatto parte fin dall'infanzia della sua vita. 
Lui stesso ci racconta: "Sono cresciuto in una famiglia cristiana. 
I miei genitori sono credenti e mio padre è un pastore anglicano; essi sono stati molto influenti nei miei primi anni, anche della vita spirituale, perché beneficiavo della loro comunione che avevano con Dio. 
Ho sempre saputo di Dio, e so anche che non sempre sono stato un buon cristiano; Lui però non mi ha mai abbandonato. 
Adesso il mio rapporto con Gesù e con Dio è determinante in tutto ciò che faccio; so che cosa è il Vangelo e mi sono impegnato a servire Dio con tutta la mia vita. 
La Bibbia svolge un ruolo molto importante nel mio modo di pensare, nelle mie azioni e nel mio modo di vivere, perché è attraverso di essa che Dio mi parla. 
Il ragionamento che sta alla base di quello che faccio o che cerco di fare, è di dare gloria a Dio in ogni aspetto della mia vita. 
Ciò include anche il mio salto triplo, che è il mio lavoro. 
Non è certo la distanza dei salti che glorifica Dio, anche se il fatto che il corpo umano può fare con tre balzi 18 metri e 29 centimetri testimonia della grandezza di Dio che serviamo, ma è di come mi comporto quando vinco, o quando perdo, o di come mi comporto nei riguardi degli altri concorrenti che mi permette di onorarlo.
Per me è importante la lettura della Bibbia, perché attraverso di essa Dio mi parla. 
Certo Dio può parlare anche in altri modi, ma un cristiano deve principalmente rivolgere la sua attenzione alla Parola di Dio, deve conoscerla per applicarla; per me essa è la guida in assoluto. 
Se devo prendere una decisione importante, o devo farmi un'opinione su qualcosa, o dare una valutazione, prima prego e poi mi affido alla Bibbia. 
Ho bisogno di sapere come si sono comportati altri uomini di fede in circostanze simili alle mie, e nella Bibbia ne trovo molti che mi danno dei buoni esempi"
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