Altri due criteri:
4 - Un quarto criterio per discernere l'attività dello Spirito in noi o negli altri è il Vangelo.
Ø Stiamo seguendo Gesù, non andando in una giungla senza traccia o senza sentieri. É lo Spirito Santo a far diventare luce le parole del vangelo, e questa luce ci fa capire meglio le vie del Maestro e ci addita anche le nostre mancanze e i nostri raggiri, cercando di portarci alla via più breve per arrivare a Lui.
Ø Lo Spirito ha lo scopo di formarci a somiglianza di Gesù. La Sua attività è volta tutta a questo scopo.
Ma anche questo criterio ha i suoi limiti, e in nome del Vangelo sono stati tracciati innumerevoli sentieri dai benpensanti, o da quanti erano stati delusi.
Un'altra difficoltà a questo riguardo è il numero dl teorie che sono sorte sul vangelo; il numero di vie: come la fondamentalista, la secolarizzata, l'umanesimo secolare e altre ancora, che cercano di spiegare come va interpretato il Vangelo, e che ci distolgono così dalla verità.
5 .- Un quinto criterio è la natura della salvezza portata da Gesù Cristo, che tutti i movimenti dello Spirito rinforzano o consolidano. Perciò non verrà mai denigrata né la creatura né le opere di Dio.
Ø Tutto ciò che porta a disprezzare le opere di Dio e la persona umana, non viene dallo Spirito, perché lo Spirito non va contro Se Stesso.
Ø Dovremmo imparare ad ascoltare lo Spirito, ma le nostre nozioni preconcette ci rendono poveri ascoltatori dello Spirito e delle Sue sollecitazioni
Un passo pasquale, una morte, sta tra la realtà incompleta di un uomo e la gloriosa pienezza a cui Dio ci chiama.
Il prezzo è un'apertura totale alla realtà che sta dietro di noi, e una
rinuncia a quelle nozioni aprioristiche che temono che il tocco dl Dio sminuisca l'uomo, anziché completare l'opera delle sue mani.
Una Direttiva del Maestro.
Nonostante tutti questi criteri, diverse volte la volontà di Dio rimane poco chiara.
Ø Alcuni sono esposti nella storia della Chiesa, e negli "Esercizi Spirituali di S. Ignazio" troviamo criteri validi a questo riguardo. S. Ignazio è stato capace di individuare le componenti confuse che riguardano la determinazione e la scelta della volontà di Dio in una data faccenda. Molto di quello che seguirà viene dagli esercizi spirituali di S. Ignazio,
Ø ed in particolare dalle "Regole per il Discernimento degli Spiriti", che non sono derivate dalla teologia né dalle regole della chiesa, ma dall'esperienza dello stesso S. Ignazio.
Per fare degli esempi pratici, immagineremo quattro persone che verranno a farsi dirigere da S. Ignazio, perché vogliono capire cosa Dio le chiama a fare.
Persona n. 1:
La condizione spirituale della prima persona che cerca la guida di S. Ignazio non è né troppo calda né troppo fredda, ma tiepida. Non ha mai fatto un grande progresso nella vita spirituale, né ha un grande gusto per una vita di peccato.
Ø Non sa niente della dolcezza della Presenza di Dio, e taccerebbe di medievalismo chi gli parlasse del diavolo. La sua relazione con Dio è impersonale, basata sul "devo" e "non devo".
Ø Nel migliore dei casi seguire Cristo ed essere guidati dallo Spirito per lui significa "obbedire alle autorità della chiesa". Si accontenta di seguire gli intermediari, altre pecore nelle quali pone la propria fiducia. Usa la "fede" per giustificare la propria superficialità spirituale.
S. Ignazio saprebbe che Dio non chiamerà una persona simile a seguire nessuna vocazione spirituale, perché
Ø non è ancora seriamente impegnata con Lui, neppure nel compito della vocazione cristiana generica; e come ha mancato di essere fedele nel poco, Dio non la chiamerà ad avere funzioni più alte nel corpo di Cristo.
Ø S. Ignazio farebbe riflettere questa persona sul motivo della propria esistenza, fino a far diventare questo motivo un principio operativo per capire se stessa.
Ø Vorrebbe che prendesse coscienza delle Persone Divine che stanno dietro al "devo", "non devo", e portarlo a sostituire la 'colpa' col "dolore per i peccati."
Con una persona simile Ignazio vorrebbe che, sin dall'inizio, ella prestasse qualche attenzione alle forze del male che operano in maniera impercettibile nella sua vita. Insisterebbe perché diventasse consapevole della personificazione del male nel regno di Satana, perché è bene sapere che quando quando la persona è in tali condizioni, se Satana le rimane sconosciuto questo va a vantaggio del diavolo, proprio come il non credere alla sua esistenza.
Ø L'azione di Sanata - In questo stato di non-evidenza, Satana opera sui sensi e sull'immaginazione del letargico spirituale, proponendo gratificazioni che mantengono i sensi e le sensazioni personali in posizione dominante sullo spirito, mentre le sensibilità spirituali risultano intontite o diventano del tutto inesistenti, incapaci di agire .
Ø Egli Sa che una vita disordinata è una vita in cui i sensi dominano lo spirito dell'uomo;
- le cose sono scelte per il loro immediato vantaggio;
- il solo regno vero pare "qui" e "ora", mentre la vita nello Spirito sembra qualcosa di remoto e di inconsistente.
Un importante raggiungimento del nemico delle anime, come Ignazio chiama Satana, è far sì che quelli che vivono in un limbo "spirituale" procedano dalla non - esperienza dello Spirito,
Ø e Satana predicherà la non-esistenza dello Spirito, almeno in pratica, per neutralizzare la persona nella sua efficacia spirituale.
Ø In questo primo caso, mentre Satana agisce in maniera nascosta, con la menzogna,
lo Spirito agisce apertamente, pungendo la coscienza. della persona e facendole notare il disordine della propria vita; accompagnando poi il tutto da un senso di scontentezza per la distanza che si è sviluppata tra lui e Dio.
Ignazio vuole che il suo soggetto noti le forze cattive e personali che cercano di distoglierlo a Dio.
Persona n. 2
Nel secondo caso, si tratta di una persona che vive in familiarità con Dio: è unita a Dio e segue la guida della chiesa in armonia con le luci della propria coscienza. A questa persona accade qualcosa di molto inconsueto: un'esperienza strana che va a confidare ad Ignazio, perché non ne sa discernere le origini. Ella ha subito una profonda esperienza spirituale, poi è stata improvvisamente ravvivata nell'amore, nella certezza che Dio era presente e che questa era la sua volontà per lei.
Ø Poiché ella è stata "consolata" senza un motivo precedente, e dato che tutti i frutti sono buoni, Ignazio pensa che la cosa sia di provenienza dello Spirito, che è libero di entrare ed uscire quando vuole.
Ø Ma bisogna stare attenti al periodo immediatamente successivo a questa esperienza della presenza di Dio, perché quando la consolazione diminuisce, in genere la persona prende soluzioni che possono esser di Dio o no; vanno quindi esaminate con attenzione prima di ricevere approvazione e il via per l'attuazione.
Ø Pare che in quest'epoca ci sia un aumento di casi simili a questo. Spesso ciò a cui ci si riferisce come "conversione" è qualcosa di questo genere:
Una maggiore sensibilità alla differenziazione che Ignazio fa tra il momento in cui arriva l'azione illuminante di Dio e quello in cui viene la risposta dell'uomo - farà molto per preservare l'individuo dalla delusione, e per preservare la comunità cristiana dagli eccessi di illuminismo che periodicamente cadono su di essa.
Persona n. 3:
Altro cliente, altra via. Il terzo sta facendo il ritiro di 30 giorni degli esercizi spirituali di S. Ignazio per sapere cosa Dio gli chiede nella vita; è disposto a fare qualunque cosa gli venga chiesta.
Ø Il ritiro finora gli ha fatto vedere soprattutto ciò che circonda la sua vita, e ora la vede come un campo di battaglia tra lo Spirito di Gesù Cristo e uno spirito che si atteggia a portatore di luce, il cui potere di agire è rafforzato da quelli che hanno accettato i suoi inganni come verità.
Ø Ignazio istruisce il suo cliente per fargli vedere come avvengono i periodi di consolazione nella vita.
Ø La presenza di questi periodi in conflitto è una manifestazione per entrambi che egli ha raggiunto il "grado" di sensibilità spirituale dove può capire che dentro di sé vi è una battaglia di spiriti in conflitto tra loro.
Ignazio gli descrive la "consolazione" con i suoi effetti positivi: aumento di fede, d'amore di Dio, di speranza, di carità, di gioia interiore, che invitano ad attaccarsi di più alle cose del cielo.
Poi descrive la "desolazione" come: buio dell'anima, tormento dello spirito, inclinazione a ciò che è basso e cattivo, e tutto ciò che porta a mancanza di fede, di speranza e d'amore, o a diminuire queste virtù.
Ø L'anima diventa tiepida, lenta, come se fosse separata dal suo Creatore. Comunque non dovremmo fermarci qui.
Ø Dovremmo dire che la parola "consolazione" comprende tutto ciò che porta l'anima verso qualcosa di positivo,
Ø mentre "desolazione" è tutto ciò che porta verso il negativo.
Ø Tuttavia è impossibile stabilire la relazione tra grazia ed emozioni positive, come tra tentazione ed emozioni negative, nell'astratto.
A Ignazio comunque interessano soprattutto gli stati d'animo delle persone,
Ø perché da essi, più che dai pensieri e dalle idee più o meno edificanti, si può meglio scorgere chi è all'origine delle loro azioni.
Una volta che la persona ha identificato i propri stati d'animo, solo allora il processo di discernimento potrà ricercare le tracce della loro origine.
È facile stabilire dove è lo Spirito Santo. Ma è difficile individuare la presenza del maligno, perché egli cerca di imbrogliare le apparenze.
Ø Con una persona che cerca di vivere fedelmente la propria relazione con Dio e che è aperta all'ulteriore grazia della presenza di Dio, la tattica di Satana è quella di suggerire idee perfettamente in tono con i moti dell' anima, e che all'apparenza seguono la loro fede, speranza, carità e preghiera.
Ø Se la persona che partecipa al ritiro fosse uno sciocco, Satana potrebbe proporre altre cose.
Ø Dato il caso, egli suggerisce idee e proietta cose e illusioni, cammini spirituali e promesse. Ignazio, quindi, avverte il suo cliente di fare attenzione a tutto il corso dei pensieri che gli si presentano alla mente e al cuore a partire dagli inizi, mentre proseguono, fino alle pieghe che prendono.
Ø Se sono insinuati dal nemico, piano piano produrranno disturbo e mancanza di pace. Dopo l'iniziale dolcezza egli si troverà svuotato e desideroso, non del Signore, ma della "dolcezza", che egli ha provato.
Se i pensieri suggeriti cominciano a produrre il frutto descritto sopra della desolazione, allora è chiaro segno che vengono da Satana, nemico della salvezza e del progresso spirituale.
Ø A volte Satana porterà la persona a provare ripugnanza e scoraggiamento per la possibilità di vivere una vita alla presenza di Dio per mezzo dello Spirito.
Ora le caratteristiche del nemico cominciano a farsi più chiare:
Ø egli è un codardo davanti alla dimostrazione della forza, e dispotico davanti alla timidezza.
Ø Cerca di restare segreto perché teme di essere scoperto ed espulso. Fin quando resta coperto, ossia non viene rivelato, Satana fa aderenti.
Di conseguenza vediamo il bisogno della persona che partecipa al ritiro di comunicare al suo direttore ogni zona, affinché egli possa agire come mezzo per capire quali sono i punti in cui Satana si nasconde.
Perché, potremmo chiederci, se la persona in questione cerca sinceramente di seguire la volontà di Dio e dove Egli la guida,
Ø Dio Stesso non lo attira a Sé con luce e consolazione, in modo che egli conosca la Sua volontà?
Ø Sarebbe facile se i sentimenti buoni potessero venire dalle nostre disposizioni, oppure dal Signore, e quelli cattivi da noi stessi oppure da Satana.
Ø Ma non è così semplice, perché abbiamo già anche visto che sentimenti apparentemente buoni possono venire dal maligno, e
Ø sentimenti negativi possono essere di valore straordinario per lo sviluppo della conoscenza delle proprie mancanze, e portare con sé la direzione che Dio vuole farci prendere.
Quindi il periodo della desolazione non è meno importante, per la crescita, di quello della consolazione.
Dio permette la desolazione perché noi ci rendiamo conto della nostra dipendenza da Lui, e della nostra impossibilità di fare qualunque cosa con le nostre sole risorse.
Ø Il periodo di desolazione può anche essere una occasione per pentirsi per il nostro cattivo uso dei doni di Dio, di cui possiamo esser stati colpevoli in passato.
Ø I periodi di buio della mente e di irrequietezza del cuore possono anche essere occasioni per tornare ad essere come bambini, che chiedono al Padre, in docilità e umiltà, ciò che Egli vuole darci e che da soli non potremmo procurarci.
La desolazione può essere un dono di Dio se il tormento dello spirito riesce a farci vedere altre zone di colpa che finora non avevamo riconosciuto.
Ø Spesso le nostre emozioni negative sono dovute a una immagine falsa di Dio, al nostro odio verso noi stessi e alla paura di accettare le limitazioni, la croce se volete, e di definire l'esistenza umana.
Ø Qualunque siano le cause possibili, il primo passo è quello di riconoscere i sentimenti o stati d'animo, che possono essere una misura che limita l' "IO" in relazione a DIO e agli altri. Ma questo non è tutto.
La consolazione infatti non gli indicherà quale deve essere l'oggetto della Sua scelta, ma con la Sua presenza servirà a confermare la scelta contemplata, così come l'assenza di consolazione dovrebbe sospendere la conferma di ogni scelta.
Discernere il discernimento
Spesso direttori spirituali e conduttori di ritiri hanno sbagliato trascurando di ampliare il significato della consolazione e desolazione, fino a includere un'intera gamma di affettività emotive che la persona può subire.
Ø Chi partecipa al ritiro spesso può avere la tendenza a spiritualizzare la realtà, e il direttore può, in maniera non esperta, manipolare questa non - realtà, o interpretare i sentimenti pii come chiamata di Dio,
Un'altra difficoltà perché questi esercizi di S. Ignazio possano essere veramente efficaci è che molti dicono che non può essere che regole scritte tanto tempo fa siano adatte ora, nel 20° secolo.
Ø Ma se le scoperte fatte nella psicologia e in tutti i campi della scienza dovessero denigrare lo scopo dell'uomo, il prezzo sarebbe troppo alto.
Ø Si potrebbe fare uno studio tra la stretta relazione che c'è tra Satana, che non vuole restare in evidenza, e la difficoltà che ha la maggior parte di noi nell'identificare i propri stati 'animo e sentimenti.
L'incapacità o mancanza di volontà di affrontare gli stati d'animo li lascia non esposti, celati; di conseguenza la schiavitù sotto la quale molti uomini vivono, non è evidente neppure a loro stessi. E anche Satana rimane così celato.
Un altro ostacolo perché molti cristiani possano servirsi di questo libro è implicito nella parola "discernimento".
Ø Implica che Dio ha già una volontà stabilita per me, e solo per la mia incapacità a capirla, le cose vanno male.
Ø Ma non può essere così, ed è difficile capire perché insistiamo che la relazione tra Dio e noi possa essere in questo modo.
Sebbene la rivelazione ci riveli un Padre che ci ama, la nostra incomprensione spesso fa di Lui un Divino Determinatore.
Ø La scappatoia per questo nostro concetto è: "É la volontà di Dio per me." Ma la volontà di Dio per noi è una volontà d'amore. Egli ci ha chiamati figli e non servi.
Ø La volontà di Dio, quando è sviluppata nell'amore, diventa la 'mia' volontà, non più la Sua che viene imposta su di me.
Considerando il caso del 2° cliente, quello dell'esperienza dal nulla, le scelte di una persona sono fatte in maniera responsabile se fatte nel contesto già descritto.
Ciò significa che contengono le seguenti condizioni:
Ø L'oggetto della mia scelta è moralmente buono; non è preso sulla base del mio egoismo, o della mia volontà, che ne sarebbero i segni, ma il mio cuore, per grazia di Dio, è stato portato al punto di equilibrio dell'indifferenza, sia che l'oggetto ci sia, o non ci sia. E Dio conferma la scelta, indicando in qualche modo il Suo accordo.
Ø Le mie scelte, d'altra parte, sono sbagliate se fatte in maniera non libera o al di fuori di questo contesto.
- Non sono libere se contengono del peccato, anche se escono da un'atmosfera che non considera i sentimenti della persona: diventerebbe una scelta formale per l'irrealtà nel nome di Dio.
Ø Una scelta non è la Sua volontà se presa in maniera irresponsabile, cioè se non è presa come mezzo per seguire il fine per cui la persona è stata chiamata.
L'assenza di segni
Ignazio chiederà prima se c'è la tranquillità del cuore. Se non c'è, per il momento egli scoraggerebbe la decisione. Quando si sperimenta il tormento del cuore, non si può prendere nessuna decisione.