IL DONO DELLA PROFEZIA Bruce Yokum

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MARIOCAPALBO
00martedì 31 gennaio 2012 19:11
IL DONO DELLA PROFEZIA

 

Bruce Yokum[1]

 

La profezia nella vita di Gesù  - Tra i carismi è il dono più importante - Cosa la profezia non è  - La profezia cristiana, sua importanza e potenza, e cosa produce quando è autentica - Scopi della profezia - Ruolo e funzione del profeta - Come identificare il dono nel gruppo e come riconoscere il vero profeta - Discernimento della profezia e dei profeti: veri o falsi? - La vita del profeta ed il frutto che manifesta - La sua sottomissione al giudizio dell'autorità e del gruppo - Come giunge la profezia? - Varie forme di profezia

 

 

La profezia nella vita di Gesù

 

            Nella vita di Gesù la profezia ha avuto un ruolo davvero determinante, e dimostra come proprio la profezia nell'Antico Testamento sia stato il modo in cui Dio ha comunicato la Sua volontà e i Suoi piani al Suo popolo.

 

            Sin dalla Genesi 3,15, all'autore ispirato Dio ha "profetizzato" la venuta di un Salvatore:

 

"Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe... "

 

            Tutti sappiamo che Isaia è il profeta che illustra più dettagliatamente la vita del futuro Messia, e lo fa con una precisione davvero impressionante.

 

            Gesù poi, con la Sua venuta, non solo ha realizzato le profezie, ossia le Parole di Dio rivolte al Suo popolo, del Patto Antico, ma

Ø      per tutta la vita ha vissuto in ascolto del Padre, facendo ciò che Egli chiedeva e voleva, preannunciando eventi futuri sia riguardo a se stesso sia riguardo agli apostoli e al mondo e rivelando i pensieri e le intenzioni della gente.

Ø      Ha quindi vissuto la vita del profeta al 100%.

 

            Gesù è "la Via, la Verità e la Vita, e nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me" (Gv 14,6). Significa che per tutti noi, Suoi seguaci, Gesù è il modello di vita che siamo chiamati ad imitare. Quindi, come ha vissuto Gesù, dobbiamo cercare di vivere anche noi.

            Oltre ad essere e a restare l'Unico Salvatore,

Ø      Gesù è Guaritore, Maestro e Profeta, e ci invita a seguirlo in questi ministeri a seconda della chiamata del Padre per ciascuno di noi.

 

            Il Rinnovamento Carismatico ha reintrodotto nella Chiesa Cattolica l'uso dei Carismi esposti in 1 Corinzi 12 e 14, e ormai da molti anni in tutto il mondo, le Chiese, sia come istituzioni sia come corpo di Cristo, si sono aperte all'uso dei carismi, e della guarigione in particolare.

            Paolo, proprio riferendosi ai carismi, non ci vuole ignoranti al riguardo (1 Cor 12,1), e

Ø      ci sollecita a ricercare i doni carismatici dello Spirito, ma soprattutto la profezia. Perché?

 

 

Il dono della profezia per i cristiani

 

            Ma cos'è la profezia?

            Ovviamente, stiamo parlando di profezia cristiana, ed è quindi importante innanzi tutto stabilire cosa profezia NON è:

 

Ø      Non lo sono parole pronunziate in uno stato d'estasi innaturale o in trance, perché la Scrittura insegna che i profeti cristiani hanno il pieno controllo della situazione ("Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti" 1 Cor 14,32).

Ø      Non si tratta di un dono naturale di intuizione della persona, e quindi questa categoria di persone non rientra tra i profeti;

Ø      Non si tratta di predire eventi futuri, né di indovinare qualcosa della vita passata della gente, facendo poi previsioni su quella futura.

 

            La profezia in realtà la può predire eventi futuri, ma la fonte deve essere Dio. Altrimenti le previsioni provengono dal nemico

Ø      e quindi, anche se possono avverarsi, non sono profezia cristiana ma falsa profezia.

 

            Nella Scrittura troviamo esposto chiaramente questo concetto in Dt 13, 1-5.

            Il brano avverte che se il profeta predice qualcosa o sogna e tutto si avvera, ma poi invita a seguire altri dèi o altri insegnamenti, la profezia è falsa, come il profeta.

 

Ø      Il criterio quindi non è se la profezia si avvera o no, ma la vita del profeta.

Ø      La predizione, infatti, non è elencata tra gli scopi della profezia esposti da Paolo, che sono: incoraggiamento, consolazione, formazione del corpo, ma non la predizione.

 

 

Cos'è, allora, la profezia cristiana?

 

            É Dio che, attraverso la bocca del profeta, parla al Suo popolo riunito per comunicare una Sua volontà particolare, un incoraggiamento, una sollecitazione, una rivelazione più profonda della Sua verità, una correzione da Padre a figli.

Ø      Profezia è Parola di Dio viva, rivolta a noi, oggi.

Ø      E il profeta è il portavoce di Dio.

 

 

Importanza della profezia cristiana

 

            Nel Vecchio Testamento i profeti erano persone molto speciali con una chiamata che li distingueva dal resto del popolo di Dio: avevano una unzione speciale dello Spirito Santo (che il resto del popolo non aveva) e parlavano al popolo per conto di Dio quali unici intermediari.

 

            La venuta di Gesù ha prodotto un grande cambiamento: ora lo Spirito Santo è su tutti i credenti che hanno una relazione personale con Gesù e sono Suoi discepoli, ossia Suoi seguaci. Quindi in teoria tutti possiamo essere profeti, anche se ovviamente lo Spirito Santo distribuisce i Suoi molti doni come vuole e a chi vuole, e certo nessuno li avrà mai tutti!

 

Ø      Oggi ogni cristiano ha una relazione personale con Dio ed è in grado di ascoltare la Sua parola,

Ø      ma la relazione del profeta con Dio è unica, come unico rimane ancora il suo ruolo, perché è lui la persona autorizzata da Dio a parlare per Suo conto al Suo popolo.

Ø      Dio lo sceglie come suo messaggero speciale,

Ø      e gli dà l'autorità di proclamare pubblicamente un Suo messaggio. Ciò implica che le parole pronunciate dal profeta sono potenti, manifestano l'azione di Dio e producono cambiamenti.

 

 

La Parola di Dio è potente

 

            Il mondo, l'intero universo in continua espansione è stato creato per mezzo della Parola di Dio.

 

Ø      La Parola di Dio é potente, creativa, e se davvero è Lui a parlarci in profezia, le cose non potranno rimanere le stesse e vedremo Dio intervenire in mezzo a noi.

Ø      Quando Dio parla, possiamo aspettarci dei risultati.

 

            Ma perché questo avvenga, dobbiamo non solo desiderare la profezia e credere che è Parola di Dio, ma anche agire, fare quello che ci chiede, altrimenti niente cambierà.

            In Isaia 55 Il Signore dice: "La mia Parola ... non tornerà a me senza aver operato ciò che desidero, e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata" (55,11).

 

Ø      Ma noi abbiamo una parte da fare: cambiare ed agire nel senso indicato dalla profezia.

Ø      Se la condizione ad una promessa profetica è il pentimento e noi voltiamo le spalle, non vedremo l'opera di Dio.

 

 

Aprirsi al dono della profezia

 

            La relazione tra Dio e il profeta è profondissima, tanto che egli riesce a capire ciò che Dio comunica al suo cuore.

            Dio ha mandato il Suo Unico Figlio a morire per noi, al fine di permetterci di tornare ad avere il rapporto personale che aveva con noi prima del peccato originale, ed

Ø      ora Egli si aspetta di poter avere una relazione intima di amicizia, d'amore, con ogni essere umano che abbia accettato il dono della salvezza gratuita offertaci tramite Gesù.

Attraverso lo Spirito Santo Egli parla a ciascun cristiano, ma noi siamo distolti dai tanti problemi e dalle miriadi di voci e di impegni, di distrazioni del mondo, e non sappiamo stare in ascolto.

 

 

Un'esperienza personale trasformante

 

            Era il gennaio del 1977 e da dieci anni ero in un letto per le gravissime conseguenze riportate in un incidente stradale. A dire il vero, i medici mi avevano predetto morte certa entro cinque anni, mentre ancora sopravvivevo, ma in condizioni disastrose.

 

            Avevo conosciuto il Rinnovamento Carismatico Internazionale nel 1975 a Firenze tramite un gruppo di preghiera delle suore inglesi di Santa Reparata, ed ero subito entrata in un profondo rapporto personale con Gesù, che mi era Amico. Ma solo all'inizio del 77 avvertii per la prima volta Dio che mi parlava. Tra le molte altre cose, alla fine mi disse: "Ora alzati ed esci, e da questo momento non sarà più necessario che tu stia a letto." Ed io mi alzai davvero, e da allora ho potuto lavorare molto per il Signore. 

            Questa è stata una comunicazione personale, ma questo tipo di messaggio è proprio per tutti. Infatti, una volta constatato che era stato davvero Dio a parlarmi e che mi ero alzata dal letto per poi condurre una vita quasi normale, cominciai a sentirmi "molto importante" e dentro di me mi sentivo speciale per Dio. Mi stavo inorgogliendo? Ma il nostro Padre santo pensò subito a rimediare.

 

            Quando la sera successiva mi raccolsi in preghiera, il Signore mi parlò di nuovo:

Ø      "Non ti sentirai mica importante perché Io ti ho parlato? Perché sai, Io parlo al cuore di ogni uomo, sono loro che non Mi ascoltano!"

Ø      Così mi sono sentita normale, e anormali sono diventati tutti quelli che non ascoltano Dio!

 

Dobbiamo imparare a stare in ascolto del nostro Dio, e allora Lui potrà non solo cambiare la nostra vita personale, ma anche scegliere i Suoi portavoce in mezzo a noi, che comunichino il Suo volere particolare al Suo popolo. (Esperienza di Anna Maria Peselli)

 

 

Cosa produce la profezia autentica

 

1.      La profezia spesso dà inizio ad una forte azione di Dio in mezzo al Suo popolo.

-         Ricordate l'esperienza di El Paso, in cui Dio trasformò e guarì quasi un'intera popolazione? Cominciò con una serie di profezie che la gente si impegnò a mettere in pratica, a vivere!

 

2.      Risveglia la gente all'ascolto della Sua Parola.  Dalla profezia la gente riceve nuova energia: il nostro cuore si apre cuore e in noi si risveglia il desiderio di ricercare la volontà di Dio.

 

3.      La Profezia è Parola di Dio che va proclamata in pubblico.  É rivolta al popolo come gruppo, e dobbiamo rispondervi insieme, come comunità.

 

4.       La profezia libera la potenza dello Spirito Santo. Quando è pronunziata una profezia in pubblico, lo Spirito Santo è all'opera sia in chi pronunzia la profezia sia in chi ascolta.

-         Questa è una verità di importanza fondamentale per capire la potenza della parola profetica: Quando Dio parla, succede qualcosa di sicuro. "Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera" (Sal 32,6).

-         La Parola di Dio è potente e piena di autorità, e ha il potere di cambiare la gente, di trasformarla.

 

 

 Gli scopi della profezia

 

            Dio parla al Suo popolo per comunicargli il Suo amore, la Sua vicinanza, e per portarlo sempre più vicino a Sé. Attraverso la profezia infonde:

 

1.      Incoraggiamento - per rafforzare il Suo popolo. Tutti ci imbattiamo in molte difficoltà ed opposizione, e Dio allora ci rinfranca e ci incoraggia ad andare avanti, rassicurandoci del Suo amore costante per noi. Se in profezia Dio ci dice: "Sono con voi, vi amo," questa parola così semplice può cambiare la nostra vita.

 

2.      Convinzione del Peccato, Correzione, Ammonimento - Lo Spirito Santo ci rivelerà il nostro peccato non per umiliarci o per condannarci, ma per liberarci dalla sua tirannia ed evitare la punizione che altrimenti dovremmo subire.

-         Lo Spirito Santo è il nostro Avvocato Difensore, e ci rivela il peccato per sfuggire la condanna.

-         Questo tipo di profezia può essere diretto a individui o a interi gruppi, e produrrà risultati grandiosi se le persone risponderanno nel modo giusto.

 

3.      Ispirazione - Spesso nella profezia si crea un'atmosfera di profonda adorazione che apre l'intero gruppo all'ispirazione, ad avere con Dio una relazione più profonda.

- Dio può invitarci a stare alla Sua presenza e adorarLo, perché ci ama e vuole essere amato da noi; vuole comunicarci Se Stesso in modo sempre più grande e profondo.

         

4.      Guida - Nelle profezie della Scrittura Dio guida il Suo popolo, talvolta in maniera generica, altre volto in modo molto specifico.

- Anche oggi Dio può parlarci sia riguardo a decisioni e passi da prendere come gruppo riguardanti un gruppo di persone (Pietro e la salvezza dei pagani, Atti 10,9-16), o anche per questioni relative ad un'unica persona (Paolo in parte ricevette dai profeti il Vangelo per i pagani, Ef 3,5).

 

MARIOCAPALBO
00martedì 31 gennaio 2012 19:11
Il ruolo del profeta

 

Il profeta é il messaggero di Dio verso il popolo, ma anche servo di Dio. La sua missione ha due aspetti centrali:

1.      La natura divina e oggettiva della parola che porta;

2.      l'autorizzazione divina a proclamare il messaggio di Dio al popolo.

 

            Nell'Antico Testamento il profeta dedicava tutta la vita alla missione.

            Nel Nuovo Testamento, dal discorso di Pietro in Atti 2,16 e seguenti, risulta chiaro che l'intera chiesa è una comunità profetica nel senso che ogni cristiano può, di quando in quando, profetizzare; ma senza per questo essere considerato un profeta.

 

            Infatti, vi è differenza tra il dono di profezia dello Spirito Santo e il ministero di profeta.

Ø      Il "dono" è una manifestazione saltuaria della profezia, mentre

Ø      il "ministero della profezia" è un ruolo, un servizio vero e proprio presso la comunità.

 

Il profeta:

1.      Riceve e proclama la parola di Dio, obbedendo alle sollecitazioni dello Spirito Santo che lo sospinge a parlare. Deve obbedire all'impulso e proclamare il messaggio, altrimenti il Signore gliene attribuisce la colpa.

 

2.      Deve ricercare attivamente la volontà di Dio e la Sua Parola. Ha la responsabilità di stare continuamente alla presenza di Dio per ascoltare la Parola che eventualmente vuole rivolgergli. E la comunità radunata in preghiera si aspetta da Lui qualche parola ispirata per ricevere incoraggiamento, correzione e consolazione (1 Cor 14,3).

- Egli deve ricercare la parola profetica, anche se sta a Dio darla o no.

 

3.      Deve risvegliare il dono profetico, tenendo presente che: "gli spiriti dei profeti sono soggetti ai profeti," (1 Cor 13,32) e che quindi il profeta può controllare la situazione e anche rifiutarsi di parlare in profezia. Ma se così sarà anche in grado di fare un breve discernimento sul proprio dono, dovrà anche sottomettersi al discernimento degli altri.

-         Quando Dio assegna a qualcuno una responsabilità nella comunità, dà anche i doni necessari per farlo.

-         Se quindi la persona riceve da Dio un incarico, una missione, si manifesterà anche il dono relativo da parte di Dio, e sarà in grado di prendere iniziative in quel campo. ciò vale per ogni dono dello Spirito Santo.

-         Se il dono non è chiaramente manifesto, non può esservi incarico da Dio.

-         La profezia, infatti, è molto più della comunicazione di un messaggio: include l'azione dello Spirito Santo e la liberazione della Sua potenza; una potenza spirituale che costituisce una parte sostanziosa del dono profetico, e senza la quale c'è da interrogarsi sull'origine del dono.

 

4.      Deve "sorvegliare" sulla parola profetica. - La responsabilità del profeta non si limita a pronunziare le parole, ma deve sorvegliare che siano messe in atto dal popolo, e sollecitarlo perché ciò avvenga.

 

5.      Il profeta ha la responsabilità di pregare per la Chiesa, avendo un'immagine più chiara degli altri della mente di Dio e delle necessità del suo popolo.

 

            Quindi il profeta non è solo un uomo aperto di quando in quando all'ispirazione dello Spirito Santo, ma gli è stato affidato un compito che esige vigilanza e responsabilità da parte sua.

 

 

Identificazione del dono profetico

 

            Innanzi tutto, non è mai il profeta a proclamare di avere il dono, ma sono gli anziani ed esperti a dire chi ha il dono della profezia e quindi, in seguito e dopo lunghi e numerosi riscontri, a stabilire se il dono è diventato un ministero.

 

            Come si fa a riconoscere un profeta? - Per esercitare il ministero profetico vi sono due tipi di qualifiche da riscontrare nella persona in esame:

 

1.      La vita del profeta - A nessuno si potrà affidare una vera responsabilità se non conduce una vita solida, stabile, sia dal punto di vista cristiano sia umano.

-         Se la persona è emotivamente instabile, immatura o con problemi psicologici ed emotivi, prima dovrà ricevere la guarigione da quei problemi e la stabilità emotiva;

-         Se non vive da lungo tempo una cristiana solida e provata e se la sua famiglia non vive nel giusto ordine, come potrà far fronte con successo alla responsabilità comunitaria?

 

2. La manifestazione dei doni spirituali. I doni carismatici possono manifestarsi sporadicamente nelle persone, ma perché il dono della profezia diventi un ministero stabile sono necessarie quattro caratteristiche principali:

a)      La durata nel tempo della manifestazione del dono, (4/5 anni) con molto esercizio e col riscontro e il discernimento degli anziani della comunità;

b)      L'impatto di quel dono su chi ascolta e gli effetti positivi di potenza nel gruppo. Dovremmo guardare ai risultati del dono: la gente cambia e si approfondisce la loro relazione con Dio e il desiderio di fare la Sua volontà? Allora è segno che il dono viene da Dio;

c)      La capacità di sollecitare il dono, stando in continuo ascolto del Signore. A volte canti e inni che glorificano il Signore possono spalancare l'arrivo della profezia.

d)      Il dono profetico duraturo spesso include un vero dono di rivelazione che produce effetti sostanziosi: Dio, attraverso i profeti, rivela aspetti più profondi dei Suoi misteri, che edificano e formano il corpo di Cristo e lo avvicinano al Signore. 

 

 

Come riconoscere il profeta nel gruppo

 

            É importante che la comunità sappia riconoscere chi ha il dono e il ministero della profezia e come va esercitato, e non si deve applicare l'etichetta di "profeta" a nessuno con troppa facilità, altrimenti potremmo correre seri rischi e pericoli.

 

            Si deve esercitare un accurato discernimento dei doni tra i membri della comunità, e dobbiamo esser certi che quello è il ministero a cui Dio chiama la persona, prima di affidargli un incarico.

 

Ø      Il profeta è un agente di Dio, suo portavoce e sorvegliante, dotato da Dio dei doni necessari e portatore di una autorità reale.

Ø      Tuttavia, come ogni altro membro della comunità, egli è soggetto all'autorità della comunità.

 

 

 Come gestire il dono della profezia

 

            Anche nel Vecchio Testamento esistevano i falsi profeti, e nella Scrittura troviamo numerosi avvertimenti in proposito.

            Nel Nuovo Testamento poi Gesù ha dato molti avvertimenti su questo pericolo che, data la maggior diffusione del dono, è diventato più frequente.

Ø      Sta agli anziani e alle comunità imparare a riconoscere i veri dai falsi profeti.

 

 

Necessità del discernimento

 

            I primi cristiani avevano una fede che attende e si aspettavano che Dio parlasse loro in profezia.

Ø      Quel tipo di fede era la chiave per ricevere la Profezia di Dio, miracoli e guarigioni.

Ø      Essi attribuivano autorità a quei doni e seguivano le indicazioni ricevute tramite gli stessi.

 

Credere alla natura divina della profezia è la chiave della sua potenza, ma anche dei rischi che può comportare, per questo il dono va salvaguardato con cura.

Ø      Infatti, se riconosciamo che un uomo parla con autorità per conto di Dio, la persona potrebbe poi mescolare le proprie idee e desideri a quelli di Dio, e allora è falsa profezia che comporta seri pericoli.

Ø      In passato vi sono stati degli abusi del dono di profezia, ma la soluzione di chiudersi al dono perché presenta dei rischi è più un problema che una soluzione:

 

"Non disprezzate il dono della profezia; mettete tutto alla prova e trattenete ciò che è buono" (1 Ts 5, 20-21).

 

"Carissimi, non credete ad ogni spirito ma mettete gli spiriti alla prova per vedere se sono da Dio; perché nel mondo ci cono stati tanti falsi profeti" (1 Gv 4,1).

 

 

Il discernimento nella chiesa primitiva

 

1.      Innanzi tutto, i primi cristiani vivevano una vita comunitaria e si amavano profondamente tra loro. Si prendevano cura gli uni degli altri, e condividevano i motivi e le preoccupazioni più profonde della loro vita. Avevano unità di mente e di cuore (Fil. 2,1 e segg.).

2.      Inoltre, avevano degli anziani con capacità e responsabilità specifiche che proteggevano la comunità da falsi maestri e profeti (v. Atti 20, 28-31; Tito 1, 10-16; 2 Tm 4, 1-5); 1 Ts 5,14).

 

 

Perché discernere i profeti, prima ancora delle profezie?

 

1.      Molte profezie non richiedono una risposta diretta e precisa. La maggior parte serve a incoraggiare e a esortare. Esse servono a formare la fede.

2.      Raramente una comunità dipenderà da una singola parola profetica per le decisioni ed azioni importanti: attenderà prima varie conferme; il Signore parlerà a diverse persone della comunità e non a una persona sola, e vi sarà testimonianza dell'ispirazione.

3.      Infine, la letteratura primitiva insisteva sul mettere alla prova il profeta perché il fatto di essere conosciuto come vero profeta, era già prova evidente della sua ispirazione divina. Quindi: - Si deve quindi esaminare prima la vita dell'individuo; quindi gli effetti della profezia sulla comunità.

 

MARIOCAPALBO
00martedì 31 gennaio 2012 19:12

La vita del profeta

 

            Il profeta deve vivere da tempo una vita emotivamente stabile, solida dal punto di vista cristiano;

Ø      Deve essere emotivamente maturo;

Ø      Deve saper giudicare con maturità e solidità;

Ø      Deve essere una persona "spirituale" nel senso espresso dalla Scrittura

-         in contrasto con chi vive "nella carne" e ne produce i frutti:

-         Gelosia, litigio, divisioni, invidia, ecc. sono evidenza della natura caduta e non rigenerata.

-         Paolo qui stabilisce il criterio tra lo spirituale e il non spirituale:

- Se sei guidato dallo Spirito di Dio la tua vita sarà caratterizzata da gioia, pace, amore. pazienza, gentilezza, bontà, fedeltà e autocontrollo.

- Altrimenti vi sarà idolatria, immoralità, indecenza, irresponsabilità sessuale, stregoneria, occulto, litigio, gelosia, cattivo carattere, disaccordo, antagonismo, ostilità, divisioni, ecc.

 

Ø      Il vero discepolo di Cristo si vede dal modo in cui vive: secondo lo Spirito di Dio, e non lo spirito di oscurità o le cattive inclinazioni della propria natura.

Ø      Nel criterio per discernere il profeta è implicito il fatto che i membri della comunità si conoscono tra loro, e hanno modo di osservare da vicino la vita di tutti.

Ø      Nelle comunità primitive vi erano i profeti itineranti, per i quali si doveva fare una maggiore attenzione alla profezia, ma anche lì si osservava la condotta del profeta, la sua vita.

 

I frutti del servizio del profeta

 

            Se il profeta è da Dio, la sua profezia darà chiari frutti e quando parlerà si potrà sperimentare la potenza dello Spirito Santo nella comunità, e le sue parole produrranno un grande effetto benefico.

            Talvolta potrà prevedere eventi futuri, e il loro avverarsi indicherà l'efficacia del suo servizio; oppure potrà indicare, in profezia, una direzione da prendere per la comunità, e il frutto della risposta della comunità sarà testimonianza dell'efficacia del suo ministero.

            La potenza della profezia non consiste nella capacità di eloquenza o di sincerità umana, ma è una potenza che viene dallo Spirito Santo, e le parole hanno in sé una vitalità che nessuna parola umana potrà mai avere.

 

            L'autenticità del dono profetico non potrà basarsi su due o tre profezie, ma il discernimento si dovrà fare nel tempo, permettendo l'esercizio del dono. Si vedrà così anche il frutto di quel dono.

 

Sottomissione all'autorità

 

            Tutti questi mezzi per giudicare la profezia sono in mano ai leader della comunità, che hanno l'autorità di determinare se una persona ha o no il permesso di esercitare la profezia e di discernere se la parola pronunziata e dal Signore o no.

Ø      E il profeta deve sottomettersi, perché non può essere lui a giudicare.

Ø      Può accadere che i leader abusino della loro autorità e affermino che una parola vera del Signore sia falsa. In quel caso il profeta deve continuare a proclamarla, ma anche sottomettersi ai leader.

Ø      Se questi gli impongono di smettere di profetare, deve sottomettersi. Potrà continuare a parlarne con i leader, ma smettere la proclamazione in pubblico.

Ø      Questo è un compito difficile, ma i leader devono riuscire a esercitare il controllo del dono, in modo da essere utili al momento opportuno.

 

In che modo ci giunge la Parola di Dio?

 

La Parola di Dio può giungere in diversi modi:

 

1.      Possiamo ricevere una chiara sensazione di cosa Dio vuole dire, senza le parole precise; Talvolta riceviamo solo la prima parola, o due, con la convinzione di dover cominciare a parlare. Il resto del messaggio arriverà dopo che avremo aperto la bocca per esprimere quell'inizio, e se obbediremo all'impulso saremo ricompensati.

2.      Per alcuni è simile all'ascolto di un messaggio registrato che parla nella loro testa: hanno l'impressione di ascoltare una voce che parla;

3.      Altri scoprono che nella loro mente si formano dei pensieri indipendentemente dal loro intervento personale: sono pensieri che arrivano dal di fuori.

- In ogni caso, ben presto si forma un messaggio completo e la persona parla, esprimendo le parole ricevute.

4.      Talvolta si ricevono parole molto precise per un messaggio, e allora dobbiamo ripeterle esattamente come sono, senza togliere né aggiungere nulla.

 

 

 Ricevere l'autorità di profetizzare

 

"Lo spirito dunque mi sollevò e mi afferrò [CEI = mi portò via];

io me ne andai agitato nello spirito, [CEI = ritornai triste e con l'animo eccitato], mentre la mano del Signore pesava su di me" (Ez 3,14).

 

Qui Ezechiele descrive l'esperienza di molti profeti cristiani contemporanei:

"Lo spirito mi ha afferrato .... ero sollecitato, mosso nello spirito .... la mano del Signore pesava su di me."

 

Ø      Nella profezia lo Spirito smuove, sollecita la persona a parlare, accende come un fuoco nelle sue ossa.

-         Può trattarsi di una esperienza tranquilla, oppure turbolenta e potente, eccitante. Ma sempre nella pace e con la sensazione della presenza di Dio.

-         La persona riceve una "unzione" per profetizzare - termine preso dal Vecchio Testamento dove le consacrazioni a una funzione specifica avvenivano attraverso una unzione con olio, che corrispondeva a una autorizzazione a svolgere quel ruolo.

-         Oggi il termine descrive spesso l'azione dello Spirito Santo nel preparare la persona a parlare, a predicare o a operare qualche miracolo.

-         É l'incarico, unito alla potenza, dati a una persona di parlare in profezia.

 

Ø      Talvolta l'unzione può comprendere qualche esperienza fisica, come la convinzione interiore; alcuni avvertono un brivido nella schiena, una sensazione allo stomaco o al torace, il soffio di un vento sulle mani.

 

-         Le sensazioni fisiche tuttavia non sono una unzione a profetizzare, ed è meglio trascurarle per non restare confusi, poiché non sono affidabili. Anche se non ve ne sono affatto, va benissimo.

-         L'incarico o "unzione" a profetizzare è una esperienza spirituale che va assai oltre il coinvolgimento dei sentimenti: é un incontro personale, concreto, con la Persona del Dio Vivente. Di questo il profeta deve essere ben consapevole.

 

 

Varie forme di profezia

 

1.      L'esortazione profetica - É forse la forma più comune di profezia, ed incoraggia i cristiani, o li tranquillizza se si trovano in difficoltà particolari, rassicurandoli della interessamento costante di Dio.

- L'esortazione o incoraggiamento possono provenire anche dalle persone senza essere profezia, ma quando è profetica ed è ispirata dallo Spirito santo, produce risultati assai concreti ed evidenti.

 

2.      La canzone profetica - A volte il Signore ha ispirato bellissimi canti profetici, che avvengono per lo più nel contesto dell'adorazione. É come ricevere un messaggio profetico al quale il Signore accompagna una melodia, e vi sentite sollecitati a cantare quel messaggio anziché a pronunziarlo in parole.

-         Voi non componete né parole né musica, vi giunge tutto dallo Spirito.

-         Di solito questi canti profetici sollecitano spiritualmente e hanno l'effetto dell'esortazione.

 

3.      La rivelazione - Dio rivela con grande chiarezza qualche aspetto più profondo di una verità,. Ma qui è bene andar cauti ed accertarsi prima di parlare. Il Signore non mancherà di rassicurarci e darci una luce maggiore.

-         Infatti, quando pensiamo che ci sia stato rivelato qualcosa potremmo anche sbagliarci; In secondo luogo, non sempre è appropriato dire anche le rivelazioni giuste ricevute.

 

4.      La profezia personale - In profezia il Signore può parlare agli individui come ai gruppi. Ma qui possono avvenire abusi da parte della gente che fa passare qualcosa per profezia al fine di ottenere quello che vuole.

 

5.      Le visioni - Queste ci fanno sperimentare un clima di irrealtà e di mistero; tuttavia non sono meno misteriose della profezia in sé. Vediamo qualcosa con gli occhi della mente, e dobbiamo descriverlo. Non vanno scambiate per fantasie personali.

 

6.      Le azioni profetiche - (Atti 21, 10-11) Agabo quando si legò mani e piedi per indicare cosa sarebbe successo a Paolo.

 

7.      Le lingue e l'interpretazione - È una forma di profezia che talvolta ha dato segni portentosi. Le lingue, in genere sconosciute all'assemblea di preghiera, sono state riconosciute da qualche persona particolare come il proprio idioma di origine - il che è risultato nella sua conversione.

 

8.      La profezia nella preghiera privata - La profezia va pronunziata, espressa in parole, perché è lì che si sviluppa il potere del messaggio. Se infatti arriva solo qualche parola iniziale, il pronunziare le parole ricevute permetterà che il messaggio del Signore sia espresso completamente.

 

            Se impareremo a desiderare e a usare il dono della profezia secondo le istruzioni dell'Apostolo Paolo, e permetteremo così a Dio di comunicarci il Suo volere ed i Suoi desideri, le Sue istruzioni e il Suo incoraggiamento, vedremo anche il continuo intervento della Sua potenza nella nostra Chiesa, nei gruppi di preghiera e anche nella vita personale.

 

            Potremo così collaborare alla formazione del Suo Regno sulla terra, e il fatto di obbedire alla Sua volontà sarà per noi la fonte della gioia vera, soprannaturale, che può venire solo da Dio.

 

 

 



[1] Tratto dal libro: Prophecy, di Bruce Yokum - Ed. Word of Life, Ann Arbor, Michigan.
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