Spirito Santo e Carismi
IL DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI - Parte 1ª
P. Edward O' Connor, C.S.C.
Questo è il primo di due articoli sul discernimento degli spiriti di Padre Edward O'Connor, e tratta vari aspetti del discernimento e i diversi tipi di 'ispirazione' che possono giungerci dallo Spirito Santo. Nel secondo articolo esporremo i criteri "oggettivi" e "soggettivi" del discernimento.
"Il Signore dell'universo è un Padre amoroso che sorveglia personalmente i nostri passi. Le ispirazioni e le sollecitazioni dello Spirito Santo sono comunicazioni dirette a noi."
A cosa serve il discernimento degli spiriti?
Il discernimento degli spiriti serve a determinare se le ispirazioni e gli impulsi che giungono alla nostra mente provengono da Dio, da Satana o da noi stessi.
Il fatto basilare che rende necessario il discernimento degli spiriti è che
Ø l'uomo è suscettibile ad influenze ed ispirazioni provenienti da fonti diverse dalla propria mente o dal proprio subconscio.
Ø Cristo ai Suoi seguaci promise che avrebbe mandato loro un Paraclito, un Consigliere che avrebbe insegnato loro e li avrebbe guidati (Gv. 14,26; 16,13).
Ø S. Paolo dichiarò: "Quelli che si lasciano guidare dallo Spirito di Dio sono figli di Dio" (Rom. 8,14).
Ø Ciò significa che Dio non ci dirige solo per mezzo delle facoltà naturali che ci ha dato, della dottrina pubblica e della legge che ci ha insegnato.
Ø Esiste anche una guida personale data a ciascuno di noi, affinché possiamo portare a termine la chiamata personale che Egli ci rivolge e trovare nel mondo il sentiero speciale che la Sua saggezza ha progettato per noi.
Per esprimersi in altro modo, la vita cristiana non consiste solo nel conformarsi a certe leggi universali, o nell'applicare dei principi generali alla propria situazione particolare.
Ø Il cristianesimo pieno è la scoperta che il Dio dell'Universo è anche un Padre amoroso che sorveglia con premura i miei passi. E le ispirazioni o sollecitazioni dello Spirito Santo sono le comunicazioni di questo Padre dirette a me.
Comunque, non sempre risulta chiaro se una data ispirazione provenga veramente da Dio.
Ø Lo spirito cattivo cerca di confonderci e sviarci con le sue ispirazioni, che in molti casi minano quelle dello Spirito Santo.
Ø E dalle profondità del nostro inconscio e dalle pressioni emotive derivano altre ispirazioni che altro non sono che il prodotto del nostro spirito, e che possono essere del tutto irrazionali o cattive.
Così S. Giovanni ci avverte: "Miei cari, se uno dice di avere lo spirito, non credetegli subito: prima esaminatelo bene, per vedere se davvero ha lo spirito che viene da Dio" (1 Gv. 4,1). Questo 'vedere' o mettere alla prova è l'opera del discernimento degli spiriti.
Discernimento e prudenza
Discernimento non è la stessa cosa che prudenza.
Ø La prudenza riguarda il nostro giudizio se un certo modo di agire è buono o cattivo, e se è davvero la migliore delle alternative possibili. Qualunque decisione che possiamo prendere sul fare o non fare un'azione, è un giudizio prudenziale.
Ø In pratica, opera della nostra mente naturale, anche se per i cristiani essa dovrebbe ricevere luce e aiuto dalla fede e dalla grazia.
La prudenza di solito riflette l'esperienza delle persone e anticipa le conseguenze dell'atto in questione, consigliandosi con altri o prendendo provvedimenti diversi.
1. Il discernimento - per molti aspetti è simile alla prudenza ed è strettamente legato ad essa nell'agire.
- Ma differisce radicalmente da essa, poiché
- non si preoccupa direttamente se una data azione è buona o cattiva,
- ma solo se una data ispirazione proviene dallo Spirito Santo o no. Ossia,
- mentre la prudenza giudica l'azione,
- l'impulso ad agire è giudicato dal discernimento, che si cura di determinarne la fonte.
- Il motivo alla radice di questa differenza è che le ispirazioni divine di solito ci spingono ad azioni di cui non siamo pienamente in grado di determinare la saggezza.
Di solito lo Spirito Santo non ci dà impulsi speciali nelle situazioni che siamo in grado di risolvere da soli nel modo giusto (vedremo questo punto in seguito).
Ø Ci sollecita invece su cose cui la sola ragione non ci porterebbe.
Ø Così, seguire la guida dello Spirito richiede che in un certo senso mettiamo da parte il nostro giudizio personale (anche qui servono dettagli che ora è impossibile trattare).
Ø Tuttavia, non siamo giustificati nell'agire se non abbiamo una certezza sufficiente che è lo Spirito a guidarci: esaminare i motivi di tale certezza è appunto la funzione del discernimento.
2. Vi è una seconda differenza tra discernimento e prudenza.
- Il discernimento, come già detto, non riguarda se un'azione è buona o cattiva: quello è compito della ragione. Le ispirazioni di cui il discernimento si occupa sono principalmente dirette a fare cose buone.
- La cosa da stabilire è se "questa è la cosa buona che il Signore vuole che io faccia adesso!" Ovvero, se l'autore dell'ispirazione è lo Spirito Santo o no.
Ø Il discernimento può essere esercitato verso se stessi o verso gli altri.
Ø Tutti siamo chiamati ad esercitare il primo.
Ø Ma alcuni, come i leader spirituali o chi ha responsabilità pastorali, devono esercitare anche il secondo, poiché in un gruppo di persone l'origine buona o cattiva di un'ispirazione può riflettersi sull'intera comunità. A volte poi qualcuno può veder chiaro nella situazione di un'altra persona.
Ø L'accettazione o meno del discernimento degli altri deve risultare dalla sua provenienza: proviene dal Signore? Tutto dipende dal fatto che sia il Signore a chiamarmi ad esercitare questo carisma.
3. Vi è un'altra differenza tra:
a) Il carisma del discernimento, dato solo ad alcuni (1 Cor. 12,10); e
b) la funzione del discernimento, che tutti devono esercitare almeno riguardo alle proprie ispirazioni.
Qui ci occuperemo solo della funzione del discernimento, non de carisma.
Ispirazioni ordinarie e ispirazioni carismatiche
Entrambi i tipi di ispirazione richiedono il discernimento.
Ø Le ispirazioni ordinarie sorgono dal cuore in maniera simile alle nostre inclinazioni naturali.
- Le sperimentiamo semplicemente come impulsi a fare o a non fare qualcosa, e si distinguono dalle ispirazioni, inclinazioni e sentimenti naturali per mezzo dell'amore gentile con cui lo Spirito le accompagna.
Ø Le ispirazioni carismatiche hanno invece il carattere di un messaggio che ci viene dal di fuori. Possono assumere diverse forme:
- la visione (Pietro e la tovaglia, Atti 10,11);
- parole pronunciate ("prendi e mangia," nella stessa visione di Pietro. Le parole possono essere ascoltate con le orecchie o solo percepite interiormente); oppure,
- un'intenzione o un'idea che si formano improvvisamente e senza una causa naturale.
- Possono anche assumere semplicemente la forma di un forte impulso a fare qualcosa di definito, senza parole n immagini. Possiamo sentirci spinti a parlare ad un certo sconosciuto, o ad andare in un dato posto dove non abbiamo alcun motivo naturale di andare.
Dalla Scrittura è impossibile riconoscere a quale dei due tipi di ispirazione ubbidissero di volta in volta profeti ed apostoli. Allo stesso modo, oggi è difficile fare lo stesso tipo di distinzione. Tuttavia, è importante cercare di fare questa distinzione, perché a seconda del tipo di ispirazione si pongono problemi diversi.
Le ispirazioni carismatiche sono le più miracolose e straordinarie delle due.
Ø Nelle storie che spesso sentiamo di persone guidate dallo Spirito a fare cose sorprendenti, e che in seguito hanno prodotto frutti spirituali notevoli, si tratta di solito di ispirazioni carismatiche.
Ø Ma queste sono anche le più pericolose perché
Ø a Satana resta facile imitarle. Sa bene come fare passare per santi i suoi messaggi e le sue visioni.
Ø D'altra parte, la gente delusa è affamata di cose preternaturali ed è quasi sempre portata ad architettare e a mescolare ispirazioni di questo tipo.
Perciò, proprio per queste ispirazioni particolari è indispensabile il discernimento.
Le ispirazioni ordinarie, invece, non hanno niente di straordinario o preternaturale. Non contengono niente di eccitante che possa risultare in una storia interessante (e forse è questo il motivo per cui non se ne trovano esempi chiari nelle Scritture).
Ø Consistono solo in un'inclinazione a fare questa o quella cosa in un modo determinato e nell'amore. Ad esempio, di fronte a svariate alternative possiamo sentirci portati verso una scelta che non è frutto della nostra mente. E se anche lo fosse, lo Spirito ci dà un senso di certezza che ci dirà che abbiamo seguito la guida del Signore, anziché la nostra decisione autonoma.
Ø Ci porteranno anche ad agire in maniera più cristiana: con più amore, gentilezza e maggiore comprensione.
Ø Quelle che chiamiamo "unzioni" dello Spirito, pare siano di solito questo tipo di ispirazioni. La potenza d'amore dello Spirito avvolge una persona e gli dà la certezza, la forza e la luce per un compito che la mette alla prova.
Ø Non riguardando niente di insolito o di esternamente rilevabile, le ispirazioni ordinarie sono meno pericolose di quelle carismatiche e sono più divine e preziose.
Sono il metodo preferito da Dio per agire in coloro che gli sono davvero vicini. Infatti, Dio è Spirito d'Amore, e preferisce guidare nell'amore, anziché con idee ed immagini.
Le ispirazioni carismatiche possono venire a tutti, anche a persone non vicine a Dio, come nel caso della parola di Cristo a Saulo: "Perché Mi perseguiti?" (Atti 9,4).
Ø Ma le ispirazioni ordinarie possono essere ricevute solo da coloro che ospitano in se stessi lo spirito dell'amore, poiché non sono altro che modulazioni del Suo amore.
Ø Le ispirazioni ordinarie dello Spirito Santo somigliano agli impulsi naturali della mente e della volontà, ma si distinguono per l'amore che le pervade.
Ø L'amore che lo Spirito riversa in noi è assai diverso dagli affetti umani naturali, anche nei loro momenti migliori. Spesso tuttavia, non sappiamo distinguerli fra loro, in particolare perché l'amore proveniente dallo Spirito Santo ha sovente l'effetto di liberare ed animare i nostri affetti naturali. Ne può risultare che scambiamo l'impulso di un affetto naturale per quello dello Spirito Santo.
Questo è forse il problema maggiore riguardo al discernimento delle ispirazioni naturali.
È Dio a scegliere il tipo di ispirazione
Affermando che le ispirazioni ordinarie sono più divine e preziose di quelle carismatiche non intendo certo affermare che a chi è vicino a Dio siano date solo le prime, e le altre arrivino solo a chi è lontano. Ciascun tripodi ispirazione ha la sua funzione particolare, e Dio usa liberamente entrambe.
Le ispirazioni carismatiche sono necessarie quando devono esser comunicate direttive molto specifiche, oppure quando una persona è chiamata a fare qualcosa al di fuori dell'ordinario, dato che le ispirazioni ordinarie sono troppo vaghe per trasmettere un messaggio simile.
Perciò, come si è visto,
Ø ogni tipo di ispirazione ha un suo ruolo particolare, e dobbiamo quindi essere sempre aperti a qualunque azione Dio voglia intraprendere nei nostri confronti.
Ø Le ispirazioni carismatiche servono a portare messaggi speciali che non possono essere dati nelle vie ordinarie, o perché
Ø non siamo abbastanza docili a Dio, o ancora perché
Ø il messaggio porta in sé qualcosa di straordinario.
Ma la perfezione della vita cristiana, che permette allo Spirito di Dio di essere la nostra guida, sta nell'essere talmente all'unisono con lo Spirito e sensibili ai Suoi impulsi da permettere anche al Suo tocco gentile di guidarci, senza bisogno di ricorrere ai mezzi forti.
Più si accrescerà la nostra unione a Dio nell'amore, più le ispirazioni ordinarie diventeranno un'atmosfera che ci avvolge, e si distingueranno sempre meno, perché la nostra stessa mentalità si formerà sulla base della guida che riceve, e la ragione umana sarà usata assieme agli altri fattori naturali, ma in un atteggiamento di amorosa soggezione allo Spirito Santo.
Ø Lo Spirito allora sarà consultato non solo in momenti particolari, ma mediante un'attenzione continua alla Sua volontà, in modo che le Sue attività, quella naturale della prudenza e quella soprannaturale del consiglio, emergeranno insieme in modo impercettibile.
É un ideale che vorremmo raggiungere. Ad ogni modo, pare che nessuno raggiunga il punto dove non sia necessario chiedersi cosa Dio vuole da lui, e in cui non debba far uso del discernimento delle ispirazioni che riceve.