Come studiare un brano del Vangelo

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MARIOCAPALBO
00lunedì 26 marzo 2012 20:05
Jerome Kodell
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Come studiare un brano del Vangelo

 

Jerome Kodell OSB

 

 

Un metodo in cinque passi per scoprire più profondamente

il significato di un brano della Scrittura

 

 

            Prima o poi, chiunque abbia letto la Bibbia ha provato la frustrazione o lo smarrimento espressi dall'ufficiale etiope che meditava su un libro su Isaia (Atti 8, 26-40).

 

            L'apostolo Filippo gli chiese: "Capisci davvero quello che leggi?"

            Ed egli rispose: "Come posso capire, se nessuno me lo spiega?"

 

       Non tutta la Bibbia ci tocca in questo modo. Gran parte della Bibbia è facile da leggere, da capire e da usare. Ma Dio ha ispirato tutta la Scrittura perché ci serva da insegnamento e da addestramento verso la santità (2 Tm 3,16), i passi difficili come quelli facili. Può esser necessario uno sforzo maggiore da parte nostra per leggere e comprendere i passi difficili, ma questi sono Parola di Dio come gli altri.

           

            Questo rinnovato interesse dei cattolici per lo studio della Bibbia ha provocato una richiesta di aiuto per la sua comprensione. In molti luoghi sono stati organizzati gruppi e corsi per lo studio della Bibbia che offrono aiuto, sostegno e guida ai lettori della Parola di Dio. Sebbene questi gruppi siano sempre un aiuto grande e valido, la maggior parte di noi vorrebbe anche studiare la Scrittura per conto proprio. Potremmo voler penetrare il significato di un passo difficile da capire, o far dar seguito a idee nate dalle letture della liturgia o dalla condivisione della Bibbia, oppure arrivare a comprendere degli aspetti della Scrittura.

 

            Molti di noi tuttavia non sanno di preciso come portare avanti da soli questo studio. Che differenza c'è tra lo studio e la semplice lettura? Come si può cominciare? Cosa dobbiamo fare?

 

CINQUE PASSI

 

            Vorrei indicare qui un sistema composto di cinque passi semplici per lo studio personale di una storia del Vangelo o di un altro passo della Scrittura. Non c'è niente di complicato in questo metodo, che può essere impiegato ad ogni livello di studio della Scrittura, sia che siate laureati in Sacra Scrittura, sia che studiate la Bibbia per la prima volta. Avere un metodo simile per lo studio personale equivale ad avere uno strumento pratico da usare quando ci accingeremo allo studio individuale delle Scritture.

 

Passo n. 1

            Si tratta semplicemente di leggere il brano scelto per intero, cercando di capirlo bene.

 

Passo n. 2

            Rileggete il brano lentamente, segnando ogni punto che necessiti di attenzione particolare ed ogni domanda che vi salga alla mente. Ciò può includere le parole che non capite del tutto, i nomi che non conoscete, le idee che sembrano costituire il punto centrale del brano, e gli altri avvenimenti ai quali si riferisce.

Passo n. 3

            Rispondete alle domande come meglio potete, guardando al contesto del brano nel Vangelo particolare. A questo punto, i riferimenti in calce alla Bibbia vi saranno di grande aiuto.

Passo n. 4

            Cercate altre informazioni ed istruzioni da un commentario biblico o da altri sussidi per lo studio della Bibbia.

Passo n. 5

            Mettetevi in ascolto del messaggio personale particolare che Dio vuole comunicarvi in questa storia.

 

            Poiché questo metodo di studio costituisce una ricerca del significato della Parola ispirata di Dio, non si tratta di uno studio freddo, distaccato ed obiettivo. Il lettore è profondamente coinvolto dall'ascolto della voce divina che gli parla per mezzo della Scrittura. Non è necessario dire che tale studio va sempre preceduto da una preghiera per invocare l'assistenza dello Spirito Santo.

 

 

IMPARARE PER MEZZO DEGLI ESEMPI

 

            Il modo migliore per dimostrare come si usa questo metodo è semplicemente quello di applicare ciò che potrebbe essere definito un caso tipico di studio personale della Bibbia. La storia evangelica che ho scelto come esempio è quella in Luca 7, 18-23, che parla di Gesù e di Giovanni Battista. Prendete carta e matita e annotate le vostre domande ed intuizioni riguardo a questa storia, mentre insieme studiamo questo brano.

 

Passo n. 1: Leggere il brano

 

            Il testo di Luca 7, 18-23, nella traduzione CEI della Bibbia appare così:

 

"Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi e li mandò a dire al Signore: "Sei Tu Colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?".Venuti da Lui, quegli uomini dissero: "Giovanni il Battista ci ha mandati da Te per domandarti: Sei Tu Colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?". In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: "Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di Me!".

 

Passo n. 2: Leggere e fare domande

           

            Mentre rileggiamo il testo lentamente e lo meditiamo, in noi sorgono varie domande. Ad esempio: Dove si trova Giovanni in questo momento? Perché non fa egli stesso quelle domande a Gesù? Perché Giovanni, il precursore del Messia, pare dubiti sull'identità di Gesù? Perché le azioni citate da Gesù possono dare una risposta a Giovanni? Che significa l'ultima frase?

 

Passo n. 3: Guardare al contesto

 

            Per rispondere alle nostre domande, guardiamo al contesto del brano del Vangelo di Luca. Questo brano ed il successivo possono espandersi in modo quasi illimitato per venire incontro alle esigenze e agli interessi di ciascun lettore.

 

            Guardando indietro per vedere ciò che il Vangelo di Luca ha già detto riguardo a Giovanni Battista, apprendiamo che ora egli si trova in prigione (Luca 3,20). Ciò spiega perché non può rivolgere direttamente queste domande a Gesù.

 

            In altri punti del Vangelo di Luca troviamo altre informazioni su Giovanni. Più avanti è presentato come uno che precede il Signore "con lo spirito e la forza di Elia" (1,17). Suo padre fece eco a queste dichiarazioni chiamandolo profeta e precursore (1,76).

 

            Esempi della predicazione di Giovanni si trovano al terzo capitolo del Vangelo, assieme al suo messaggio personale sul Messia che doveva venire e sulla natura del ministero del Messia. Da questi passi apprendiamo che Giovanni si aspettava un Messia che avrebbe pronunziato severe denuncie verso i peccatori, predicando parole di punizione in un fuoco inestinguibile (3,17).

 

            Il versetto 18 del nostro brano ci dice che Giovanni aveva mandato i suoi discepoli da Gesù dopo che questi gli avevano riferito tutti questi avvenimenti. E gli avvenimenti più recenti di cui avevano parlato erano l'insegnamento di Gesù sull'amore verso i nemici, sulla compassione divina e sulla necessità di costruire solide fondamenta spirituali (6, 27-49), nonché la guarigione del figlio del centurione e la risurrezione del figlio della vedova (7, 1-17).

 

            Tenendo presenti queste cose, ora possiamo cominciare a rispondere alla domanda sul motivo dell'incertezza di Giovanni riguardo all'identità di Gesù. Gesù non corrispondeva alle aspettative di severità e forza evocate dagli avvertimenti e dai rimproveri predetti da Giovanni. Si era forse sbagliato nel proclamare che Gesù era Colui che deve venire?

 

            Nella Sua risposta a Giovanni, Gesù richiama la sua attenzione sulle opere di misericordia che Egli fa verso i ciechi, gli zoppi, i lebbrosi ed i poveri. Conclude con una frase molto incisiva: Beato chi non si scandalizzerà di Me.

 

            Questa beatitudine implica che Giovanni si era sbagliato, non nella sua identificazione, ma nel modo di capire la Sua missione. Giovanni deve accettare Gesù come Egli è, correggere le sue aspettative per adeguarsi alla realtà. Gesù non è il duro profeta che Giovanni si aspettava, e che egli stesso era stato. Se continuava a mantenere le sue errate nozioni riguardo a Gesù, egli non potrà vedere che Gesù è veramente il Messia di Dio. Gesù diventerà invece per lui uno scandalo, o una pietra d'inciampo.

 

            Possiamo far ricerche su altri riferimenti paralleli sulla Bibbia e trovare altri passi che possano illuminare ulteriormente la lettura di questa storia. Ma lo studio che abbiamo fatto qui dimostra come, considerando un racconto evangelico nel contesto dell'intero Vangelo, ciò possa aiutarci a capirlo meglio.

 

Passo n. 4: Commentari e sussidi allo studio

 

            Consultando dei commentari o sussidi allo studio, scopriremo altre informazioni su questo brano.

            Ad esempio, lo studio quotidiano della Bibbia, del commentario anglicano William Barclay (Edizione riveduta, Westminster Press, 1975) fa rilevare che il dubbio di Giovanni su Gesù è sempre stato motivo di preoccupazione per i commentatori. Barclay discute molti dei modi in cui i commentatori hanno cercato di spiegare la domanda di Giovanni, e considera importante il fatto che la risposta di Gesù, l'esempio del servizio ai poveri e sofferenti, non era la risposta che Giovanni si aspettava.

 

            Il volume sul Vangelo di Luca nel Collegeville Bible Commentary (Liturgical Press, 1983) si riferisce ad alcuni passi del Vecchio Testamento ai quali questo brano pare alludere. Esso nota inoltre che la frase del versetto 23 è una sfida non solo per Giovanni, ma per chiunque sia messo a confronto con la persona di Gesù: non permettete che le vostre nozioni preconcette su Gesù siano una pietra d'inciampo per voi.

 

            Per quanti sono interessati ad un commento di esperti su questo brano, il volume sul Vangelo di Luca nella Bibbia Anchor (Doubleday, 1965) paragona quel brano al racconto dello stesso episodio nel Vangelo di Matteo. Pare che entrambi derivino dalla fonte pre-evangelica nota come "Q" (da Quelle, la parola tedesca per "fonte").

 

Passo n. 5: L'ascolto

 

            Le storie evangeliche sono state scritte come Parola di Dio per il lettore credente. I passi preliminari descritti sopra sono necessari per capire il significato del racconto su una base salda per l'ascolto della Sua Parola. Quest'ultimo passo è il vero nucleo dello studio, ed anche il più importante. Senza di esso il brano biblico rimane qualcosa di distante, un oggetto di arida ricerca.

 

            Un lettore, davanti a questo brano, può avvertire solidarietà con Giovanni in prigione a motivo di una particolare solitudine, della difficoltà a dare un senso alla vita con le sue distorsioni e cambiamenti, o di una sensazione di separazione da Dio. Un altro può aver bisogno di ricordare la missione dei cristiani di rendere Gesù presente nel servizio ai malati, ai poveri e ai rifiuti della società. Un altro ancora può restare colpito dalla sfida contenuta nel versetto 23 e rendersi conto di come le aspettative errate, o un'errata comprensione di Gesù, abbiano costituito una pietra d'inciampo. Ogni lettore ascolterà la parola particolare di Dio con uno spirito di preghiera e di obbedienza. È questa l'essenza del vero studio della Bibbia.

 

(Da New Covenant - Novembre 1983)
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