Catechesi sul Credo, parte III: Lo Spirito Santo Datore di Vita gennaio 1991

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
MARIOCAPALBO
00domenica 7 aprile 2013 18:39
Lo Spirito Santo, anima della cattolicità
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 2 gennaio 1991



1. Nel Simbolo della Fede noi affermiamo che la Chiesa è una, santa, cattolica e apostolica. Sono le note della Chiesa. La cattolicità è anzi riconosciuta alla Chiesa nella stessa denominazione che si usa per parlarne: Chiesa cattolica.

Questa cattolicità ha la sua origine nello Spirito Santo, che “riempie l’universo” (Sap 1, 7) ed è principio universale di comunicazione e di comunione. La “forza dello Spirito Santo” tende a propagare la fede in Cristo e la vita cristiana “fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8), estendendo a tutti i popoli i benefici della redenzione.

2. Prima della venuta dello Spirito Santo, la comunione con il vero Dio nell’alleanza divina non era accessibile in modo uguale a tutti i popoli. Lo osserva la Lettera agli Efesini, rivolgendosi ai cristiani che appartenevano ai popoli pagani: “Ricordatevi, dice, che un tempo voi, pagani per nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi . . . ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza di Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio in questo mondo” (Ef 2, 11-12). Per entrare in qualche modo nell’alleanza divina, occorreva accettare la circoncisione e adottare le osservanze del popolo ebreo, discostandosi dunque dal proprio popolo.

Adesso invece, la comunione con Dio non richiede più queste condizioni restrittive, perché viene attuata “per mezzo dello Spirito”. Non c’è più nessuna discriminazione per motivo di razza o di nazione. Tutte le persone umane possono “diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito” (Ef 2, 22).

Questo cambiamento di situazione era stato annunziato da Gesù nel suo colloquio con la Samaritana: “Viene il momento, diceva, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità” (Gv 4, 23-24). Era la risposta di Gesù alla domanda sul luogo del vero culto di Dio: che era il Monte Garizim per i Samaritani, e Gerusalemme per gli Israeliti. La risposta di Cristo indicava un’altra dimensione del vero culto di Dio, quella interiore (“in spirito e verità”), per la quale il culto non era legato a un determinato luogo (santuario nazionale), ed era dunque culto universale. Quelle parole rivolte alla Samaritana aprivano la strada verso quella universalità che è una qualità fondamentale della Chiesa come nuovo Tempio, nuovo Santuario, costituito e abitato dallo Spirito Santo. Questa è la radice profonda della cattolicità.

3. Da questa radice prende origine la cattolicità esterna, visibile, che possiamo dire comunitaria e sociale. Essa è coessenziale alla Chiesa per il fatto stesso che Gesù ha comandato agli Apostoli - e ai loro successori - di portare il Vangelo a “tutte le nazioni” (Mt 28, 19). E questa universalità della Chiesa sotto l’influsso dello Spirito Santo si è manifestata già al momento della sua nascita il giorno di Pentecoste. Infatti attestano gli Atti degli Apostoli che all’evento gerosolimitano parteciparono i Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo (cf. At 2, 5), che erano presenti nella santa città, e con loro i proseliti, cioè i pagani che avevano accettato la legge di Mosè. Gli Atti degli Apostoli elencano i nomi di alcuni paesi dai quali provenivano gli uni e gli altri, ma in modo ancor più generale parlano di “ogni nazione che è sotto il cielo”. È un segno della coscienza della Chiesa primitiva - della quale è interprete e testimone Luca -, che il “battesimo in Spirito Santo” (At 1, 5), conferito alla primissima comunità della Chiesa, aveva certamente un valore universale, e la Chiesa ne era nata col suo carattere di cattolicità (universalità).

4. A questa universalità, generata sotto l’azione dello Spirito Santo, già nel primo giorno della Pentecoste s’accompagna un insistente riferimento a ciò che è “particolare”, sia nelle persone, sia nei singoli popoli e nazioni. Ciò risulta dal fatto, annotato da Luca negli Atti, che la potenza dello Spirito Santo si manifestò mediante il dono delle lingue con le quali parlavano gli Apostoli, sicché “ciascuno (dei presenti) li sentiva parlare la propria lingua” (At 2, 4-6). Possiamo qui osservare che lo Spirito Santo è Amore, e amore vuol dire rispetto per tutto ciò che è una priorità della persona amata. Ciò vale specialmente per la lingua, sul cui rispetto si è generalmente molto sensibili ed esigenti, ma vale anche per la cultura, la spiritualità, il costume.

L’evento della Pentecoste si attua nell’attenzione a questa esigenza ed è la manifestazione dell’unità della Chiesa nella molteplicità dei popoli e nella pluralità delle culture. La cattolicità della Chiesa include il rispetto dei valori di tutti. Si può dire che il “particolare” non è annullato dall’universale. Una dimensione contiene e postula l’altra.

5. Il fatto della molteplicità delle lingue nella Pentecoste ci dice che nella Chiesa la lingua della fede - che è universale in quanto espressione della verità rivelata per mezzo della Parola di Dio - trova la sua umana traduzione nelle diverse lingue: possiamo dire in tutte e in ciascuna. Lo prova già la prima storia cristiana. Si sa che la lingua che parlava Gesù era l’aramaico, in uso nell’Israele del tempo. Quando gli Apostoli presero le vie del mondo per propagare il messaggio di Cristo, il greco era diventato la lingua comune dell’ambiente greco-romano (“ecumene”), e fu perciò la lingua dell’evangelizzazione. Fu anche la lingua del Vangelo e di tutti gli altri scritti del Nuovo Testamento, stesi sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. In tali scritti si sono conservate soltanto poche parole aramaiche. Ciò prova che fin da principio la verità, annunciata da Cristo, cerca la strada per raggiungere tutte le lingue, per parlare a tutti i popoli. La Chiesa ha cercato e cerca di seguire questo principio metodologico e didattico dell’apostolato, secondo le possibilità offerte nelle varie epoche. Oggi, come sappiamo, è particolarmente sentita e, grazie a Dio, facilitata la pratica di questa esigenza della cattolicità.

6. Negli Atti degli Apostoli troviamo un altro fatto sintomatico avvenuto prima ancora della conversione e della predicazione di Paolo, apostolo della cattolicità. A Cesarea Marittima, Pietro aveva accettato nella Chiesa e battezzato un centurione romano, Cornelio, e la sua famiglia: dunque i primi pagani. La descrizione che Luca fa di questo episodio con molti particolari, indica, tra gli altri, il fatto che, essendo sceso lo Spirito Santo sopra tutti coloro che ascoltavano l’insegnamento dell’Apostolo, “i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo” (At 10, 44-45). Ma Pietro stesso non esita a confessare di aver agito sotto l’influsso dello Spirito Santo: “Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare” (At 11, 12).

7. Questa prima “breccia” verso l’universalità della fede trova presto una ulteriore conferma quando si tratta di pronunciarsi sull’attività apostolica di Paolo di Tarso e dei suoi compagni. L’assemblea di Gerusalemme (che si suol considerare come il primo “Concilio”) rafforza questa direzione nello sviluppo dell’evangelizzazione e della Chiesa. Gli Apostoli riuniti in quell’assemblea sono sicuri che tale direzione proviene dallo Spirito della Pentecoste. Sono eloquenti, e lo rimarranno sempre, le loro parole che si possono ritenere come il primo pronunciamento conciliare: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi” (At 15, 28). Sono decisioni riguardanti la strada dell’universalità sulla quale deve camminare la Chiesa.

Non vi è dubbio che questa è la via seguita dalla Chiesa allora e nei secoli. Gli Apostoli e i missionari hanno annunciato il Vangelo a tutte le nazioni, penetrando il più possibile in tutte le società e gli ambienti vari. Secondo la possibilità dei tempi la Chiesa ha cercato di introdurre la parola di salvezza in tutte le culture (inculturazione), aiutandole al tempo stesso a riconoscere meglio i propri valori autentici alla luce del messaggio evangelico.

8. È ciò che il Concilio Vaticano II ha fissato come una legge fondamentale della Chiesa, quando ha scritto: “Tutti gli uomini sono chiamati a formare il Popolo di Dio. Perciò questo popolo, pur restando uno e unico, si deve estendere a tutto il mondo e a tutti i secoli . . . A questo scopo Dio mandò il Figlio suo . . . Per questo pure mandò Dio lo Spirito del Figlio suo, Signore e Vivificatore, il quale per tutta la Chiesa e per tutti i singoli credenti è principio di unione e di unità nell’insegnamento degli Apostoli e nella comunione, nella frazione del pane e nelle orazioni (At 2, 42)” (Lumen Gentium, 13).

Con queste parole il Concilio proclama la propria coscienza del fatto che lo Spirito Santo è principio e fonte della universalità della Chiesa.

Ai fedeli di espressione francese

Chers Frères et Sœurs,

J’accueille avec plaisir les personnes de langue française présentes à cette audience, notamment le pèlerinage venu de Strasbourg. J’adresse aussi un très cordial salut aux professeurs et aux étudiants de Salonique qui prennent contact avec l’Eglise de Rome. A tous, je souhaite une heureuse année nouvelle. Et je prie le Seigneur de vous combler de ses Bénédictions.

Ai presenti di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I extend a special welcome to the families and groups from Ireland, the United States and Canada who have come to Rome for the priestly Ordination of members of the Legionaries of Christ, who are celebrating the Fiftieth Anniversary of their foundation. May the joy of this special event help you to renew your faith and deepen your love of the Church.

To all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience I offer prayerful good wishes for a New Year filled with joy and peace. May Christ, who is the "way, and the truth, and the life", remain with you and your families. Upon all of you I cordially invoke the abundant blessings of God our Heavenly Father.

Ai pellegrini di espressione tedesca

Liebe Brüder und Schwestern in Christus! Einen ganz herzlichen Willkommensgruß möchte ich an alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache richten.

Besonders grüße ich die Mitglieder der Choralschola der Pfarrei St. Petrus und Paulus aus Lüdenscheid, und die Pilgergruppe der Erzpfarre Maria Himmelfahrt-Deutschorden Lana aus der Provinz Bozen, und ich danke den beiden Gruppen für ihren schönen Gesang.

Euch allen aus den Ländern deutscher Sprache, Euren Familien, Euren Gemeinden wünsche ich von Herzen den Frieden des Herrn und ein von Gott gesegnetes neues Jahr, und erteile allen meinen besonderen Apostolischen Segen.

Ad un folto gruppo di fedeli giapponesi

Sia lodato Gesù Cristo! Saluto i componenti del gruppo “Movimento del Buon Pastore” e gli altri pellegrini giunti dalle varie regioni del Giappone.

Oggi rivolgo a voi il mio augurio affettuoso per il Capodanno, una festa molto cara anche a voi giapponesi: Buon Anno! Vi auguro tutta la felicità durante questo nuovo anno, e nello stesso tempo vi invito a pregare per la pace nel mondo, che in questi giorni è in pericolo.

Affidando ciascuno di voi alla protezione di Maria, Madre di Gesù e nostra, vi imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Ai numerosi pellegrini di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Saludo ahora muy cordialmente a todas las personas, familias y grupos procedentes de los diversos Países de América Latina y de España.

Al comenzar este Año Nuevo presento a todos mi afectuosa felicitación, deseando que 1991 sea un tiempo lleno de bendiciones del Señor y de continuo progreso en vuestra vida cristiana.

Con gran gozo deseo dar mi más cordial bienvenida a esta audiencia a la numerosa peregrinación de los Legionarios de Cristo. Representáis a muchas comunidades eclesiales, parroquias, grupos apostólicos, centros educativos y asistenciales esparcidos por México, España, Chile, Brasil, Venezuela y otros Países de América Latina. A todos quiero saludar con gran afecto deseando que vuestra venida a Roma, centro de la catolicidad, os confirme y refuerce vuestra fe, vuestra conciencia de ser Iglesia de Cristo y, a la vez, os empuje a un renovado dinamismo apostólico que haga presente en vuestros ambientes el mensaje de salvación y de gozo que Jesús nos ha traído en la Navidad.

Mirando a tantos chicos y chicas aquí presentes, deseo repetirles las palabras que dirigí en Buenos Aires con ocasión de la Jornada Mundial de la Juventud: “Hoy más que nunca el mundo necesita de vosotros, de vuestra alegría y de vuestro servicio, de vuestra vida limpia y de vuestro trabajo, de vuestra fortaleza y de vuestra entrega”.

Con la alegría del mensaje de amor que irradia desde el portal de Belén, imparto de corazón a todos una especial Bendición Apostólica.

Ai fedeli di espressione portoghese

Saúdo afectuosamente todos os povos de língua portuguesa, augurando-lhes um Bom Ano, na pacífica e livre convivência de todos sobre a sua própria terra, com as Bênçãos de Deus e a protecção da Virgem Maria Rainha da Paz.

Ai pellegrini polacchi

“Gdy . . . nadeszła pełnia czasu, zesłał Bóg Syna swego, zrodzonego z niewiasty” (Gal.

Odczytujemy te słowa Pawłowe (z Listu do Galatów) w pierwszym dniu Nowego Roku. Jest to zarazem dzień oktawy Bożego Narodzenia oraz uroczystość Bożego Macieżyństwa owej “Niewiasty”, z której narodził się Przedwieczny Syn Boży, Syn Jednorodzony, którego Ojciec dał ludzkości jako Zbawiciela świata.

Odczytujemy te słowa wobec Ciebie, “Niewiasto”, Bogarodzico Dziewico, Bogiem sławiona Maryjo, która stałaś się dla naszych przodków znakiem, że “pełnia czasu” weszła w dzieje naszej Ojczyzny.

Z tej “pełni” rozwija się czas, w którym żyje człowiek - czas historyczny, który wypełniają dzieje ludów i narodów.

Dziękujemy Ci, Bogurodzico Dziewico, za historyczny czas naszej Ojczyzny, który rozpoczął się od Chrztu Mieszkowego w 966 roku i trwa już z górą tysiąc lat. Dziękujemy za Nowy Rok: Rok Pański 1991. Jest to zarazem pierwszy rok III Rzeczypospolitej.

Pierwsza Rzeczpospolita wyłoniła się z dziedzictwa Piastów i ukształtowała się jako wspólnota trzech narodów (a zarazem wspólne mieszkanie wielu narodów), poczynając od końca wieku XIV. Obdarzyła nas ona “złotym wiekiem”, ale później zaczęła się chylić ku upadkowi.

Zanim jednak upadła, ulegając własnym słabościom oraz gwałtowi zaborców, pozostawiła Konstytucję : testament, a zarazem wskaźnik dla przyszłości. W tym roku minie dwieście lat od uchwalenia Konstytucji 3 maja.

Druga Rzeczpospolita rodziła się w straszliwych trudach, zmaganiach i cierpieniach rozbiorów Polski, które trwały ponad sto lat. W tych trudach, zmaganiach i cierpieniach okrzepła na nowo wola niepodległości, której nie potrafiły później złamać okrucieństwa drugiej wojny światowej ani też dyktat jałtański.

U progu Trzeciej Rzeczypospolitej przywołujemy na pamięć cały ten historyczny czas, jaki rozwija się pośród “pełni czasu”, która pochodzi od Boga samego, a stała się udziałem ludzkości poprzez Wcielenie Słowa.

Wierzymy, że cały ten czas, Ty, Matko i Królowo Polski, “zachowujesz i rozważasz w swoim sercu” w naszym Jasnogórskim sanktuarium. I dlatego też wobec Ciebie powtarzamy - z myślą o Ojczyźnie, o Rzeczypospolitej - słowa noworocznej liturgii, niegdyś skierowane do synów Izraela: “Niech cię Pan błogosławi i strzeże. Niech Pan rozpromieni oblicze swe nad tobą, niech cię obdarzy swą łaską. Niech zwróci ku tobie oblicze swoje i niech cię obdarzy pokojem” .

Ciebie - Polsko, Ojczyzno moja, u progu nowego okresu Twych dziejów.

Pozdrawiam pielgrzymów z Polski: grupę nauczycieli z Tarnobrzegu; grupę turystyczną “Kwartet” z Tych; grupę kolejarzy z Częstochowy oraz innych pielgrzymów zarówno z kraju, jak i z emigracji.

Ai gruppi di fedeli venuti da diverse diocesi italiane

Saluto tutti i gruppi di lingua italiana, che prendono parte a questa Udienza.

Saluto anzitutto gli Studenti di Filosofia e Teologia della Congregazione “Missionari della Fede”, provenienti da diversi Paesi.

Mi rallegro con voi per la scelta vocazionale e per la crescita culturale e religiosa che state compiendo nella vostra Congregazione. Auguro che la luce della fede sia per tutti voi via sicura nel cammino della vostra vita.

Saluto anche i fedeli delle Parrocchie di San Domenico, in Molfetta, e di San Leonardo da Porto Maurizio, in Roma.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Carissimi, abbiamo celebrato ieri la Giornata Mondiale della Pace: in questa occasione desidero tornare con voi brevemente sull’argomento che è sempre di grande attualità.

Ai giovani chiedo di cooperare alla civiltà della concordia, della tolleranza e della comprensione tra gli individui e tra i popoli, in modo che possano diventare degni testimoni di un’era di bontà e di partecipazione.

Mi rivolgo agli ammalati perché, per il merito delle loro sofferenze cristianamente sopportate, possano ottenere dal Signore quel dono celeste che gli Angeli annunziarono sulla terra.

Gli sposi novelli sappiano diffondere il messaggio del vero amore recato da Gesù.

Vi benedico tutti nel nome del Signore ed a tutti auguro un felice Anno Nuovo.



© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana

MARIOCAPALBO
00domenica 7 aprile 2013 18:40
Lo Spirito Santo, principio vitale dell'apostolicita' della Chiesa
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 9 gennaio 1991



1. Nell’illustrare l’azione dello Spirito Santo come anima del “Corpo di Cristo”, abbiamo visto nelle precedenti catechesi che Egli è fonte e principio dell’unità, santità, cattolicità (universalità) della Chiesa. Oggi possiamo aggiungere che è anche fonte e principio di quella apostolicità che costituisce la quarta proprietà e nota della Chiesa: “unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam”, come professiamo nel Credo. Grazie allo Spirito Santo la Chiesa è apostolica, il che vuol dire “edificata sopra il fondamento degli Apostoli”, essendone pietra angolare Cristo stesso, come dice San Paolo (Ef 2, 20). È un punto molto interessante della ecclesiologia vista in luce pneumatologica (Ef 2, 22).

2. San Tommaso d’Aquino lo mette in risalto nella sua catechesi sul Simbolo degli Apostoli, dove scrive: “Il fondamento principale della Chiesa è Cristo, come afferma San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi (1 Cor 3, 11): “Nessuno può porre un fondamento diverso da quello già posto: Gesù Cristo”. Ma vi è un fondamento secondario, cioè gli Apostoli e la loro dottrina. Perciò si dice Chiesa apostolica” (San Tommso, In Symb, Apost., a.9).

Oltre ad attestare la concezione antica - di San Tommaso e dell’epoca medievale - sulla apostolicità della Chiesa, il testo dell’Aquinate ci richiama alla fondazione della Chiesa e al rapporto tra Cristo e gli Apostoli. Tale rapporto avviene nello Spirito Santo. Ci si manifesta così la verità teologica - e rivelata - di una apostolicità della quale è principio e fonte lo Spirito Santo, in quanto autore della comunione nella verità che lega a Cristo gli Apostoli e, mediante la loro parola, le generazioni cristiane e la Chiesa in tutti i secoli della sua storia.

3. Abbiamo ripetuto molte volte l’annuncio di Gesù agli Apostoli nell’ultima Cena: “Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14, 26). Queste parole di Cristo, pronunciate prima della Passione, trovano il loro complemento nel testo di Luca dove si legge che Gesù, “dopo aver dato istruzioni agli Apostoli nello Spirito Santo. . ., fu assunto in cielo” (At 1, 2). L’apostolo Paolo a sua volta, scrivendo a Timoteo (nella prospettiva della sua morte), gli raccomanda: “Custodisci il buon deposito con l’aiuto dello Spirito Santo che abita in noi” (2 Tm 1, 14). È lo Spirito della Pentecoste, lo Spirito che riempie gli Apostoli e le comunità apostoliche, lo Spirito che garantisce la trasmissione della fede nella Chiesa, di generazione in generazione, assistendo i successori degli Apostoli nella custodia del “buon deposito”, come dice Paolo, della verità rivelata da Cristo.

4. Leggiamo negli Atti degli Apostoli la memoria di un episodio dal quale traspare in modo molto chiaro questa verità della apostolicità della Chiesa nella sua dimensione pneumatologica. È quando l’apostolo Paolo, “avvinto - com’egli dice - dallo Spirito”, va a Gerusalemme, sentendo e sapendo che coloro che ha evangelizzato ad Efeso “non lo vedranno più” (At 20, 25). Si rivolge allora ai presbiteri della Chiesa di quella città, che si sono stretti intorno a lui, con queste parole: “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posto come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che Egli si è acquistata con il suo sangue” (At 20, 28). “Vescovi” significa ispettori e guide: posti a pascere, dunque, rimanendo sul fondamento della verità apostolica che, secondo la previsione di Paolo, sperimenterà lusinghe e minacce da parte dei propagatori di “dottrine perverse” (At 20, 30), miranti a staccare i discepoli dalla verità evangelica predicata dagli Apostoli. Paolo esorta i pastori a vegliare sul gregge, ma con la certezza che lo Spirito Santo, che li ha posti come “vescovi”, li assiste e li sostiene, mentre Egli stesso conduce la loro successione agli Apostoli nel munus, nel potere e nella responsabilità di custodire la verità che attraverso gli Apostoli hanno ricevuto da Cristo: con la certezza che è lo Spirito Santo ad assicurare la verità stessa e la perseveranza in essa del Popolo di Dio.

5. Gli Apostoli e i loro successori, oltre al compito della custodia, hanno quello della testimonianza della verità di Cristo, e anche in questo compito operano con l’assistenza dello Spirito Santo. Come ha detto Gesù agli Apostoli prima della sua Ascensione: “Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8). È una vocazione che lega gli Apostoli alla stessa missione di Cristo, che nell’Apocalisse viene chiamato “il testimone fedele” (Ap 1, 5). Egli infatti nella preghiera per gli Apostoli dice al Padre: “Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo” (Gv 17, 18); e nell’apparizione della sera di Pasqua, prima di alitare sopra di loro il soffio dello Spirito Santo, ripete loro: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20, 21). Ma la testimonianza degli Apostoli, continuatori della missione di Cristo, è legata allo Spirito Santo, che a sua volta rende testimonianza a Cristo: “Lo Spirito di verità, che procede dal Padre, mi renderà testimonianza, e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio” (Gv 15, 26-27). A queste parole di Gesù nell’ultima Cena, fanno eco quelle rivolte ancora agli Apostoli prima dell’Ascensione, quando, alla luce del disegno eterno sulla morte e risurrezione di Cristo, dice che “nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccat . . . i Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mi ha promesso” (Lc 24, 48-49). E in modo definitivo annuncia: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8). È la promessa della Pentecoste non solo in senso storico, ma come dimensione interiore e divina della testimonianza degli Apostoli, e dunque - possiamo dire - dell’apostolicità della Chiesa.

6. Gli Apostoli sono consapevoli di questa loro associazione allo Spirito Santo nel “rendere testimonianza” a Cristo crocifisso e risorto, come risulta chiaramente dalla risposta che Pietro e i suoi compagni danno ai sinedriti che vorrebbero imporgli il silenzio su Cristo: “Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo alla croce. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a Lui” (At 5,30-21). Anche la Chiesa, lungo l’intero svolgersi della sua storia, ha la consapevolezza che lo Spirito Santo è con lei nella testimonianza a Cristo. Pur nella constatazione dei limiti e della fragilità dei suoi uomini e con l’impegno della ricerca e della vigilanza che Paolo raccomanda ai “vescovi” nell’addio di Mileto, la Chiesa sa però che lo Spirito Santo la custodisce e difende dall’errore nella testimonianza del suo Signore e nella dottrina che da lui riceve per annunciarla al mondo. Come dice il Concilio Vaticano II, “l’infallibilità, della quale il divino Redentore volle provveduta la sua Chiesa nel definire la dottrina della fede e della morale, si estende tanto quanto il deposito della divina Rivelazione, che deve essere gelosamente custodito e fedelmente esposto” (Lumen Gentium, 25). Il testo conciliare chiarisce in qual modo questa infallibilità spetta a tutto il Collegio dei Vescovi e in particolare al Vescovo di Roma, in quanto successori degli Apostoli che perseverano nella verità da loro ereditata per virtù dello Spirito Santo.

7. Lo Spirito Santo è dunque il principio vitale di questa apostolicità. Grazie a Lui la Chiesa può diffondersi in tutto il mondo, attraverso le diverse epoche della storia, impiantarsi in mezzo a culture e civiltà così diverse, conservando sempre la propria identità evangelica. Come leggiamo nel Decreto Ad gentes dello stesso Concilio: “Cristo inviò da parte del Padre lo Spirito Santo, perché compisse dal di dentro (intus) la sua opera di salvezza e stimolasse la Chiesa ad estendersi . . . Prima di immolare liberamente la sua vita per il mondo, ordinò il ministero apostolico e promise l’invio dello Spirito Santo, in modo che (lo Spirito e gli Apostoli) collaborassero dovunque e per sempre nell’opera della salvezza. Lo Spirito Santo in tutti i tempi unifica la Chiesa, vivificando come loro anima le istituzioni ecclesiastiche e infondendo nel cuore dei fedeli quello spirito della missione, da cui era stato spinto Gesù stesso . . .” (Ad Gentes, 4). E la Costituzione Lumen Gentium sottolinea che “la missione divina, affidata da Cristo agli Apostoli, durerà sino alla fine dei secoli (cf. Mt 28, 20), poiché il Vangelo, che essi devono predicare, è per la Chiesa il principio di tutta la sua vita in ogni tempo” (Lumen Gentium, 20).

Vedremo nella prossima catechesi che nell’adempimento di questa missione evangelica lo Spirito Santo interviene dando alla Chiesa una garanzia celeste.

Ai pellegrini di lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Je salue avec joie les personnes de langue française présentes à cette audience. Je souhaite que leur visite à Rome les encourage à prendre une part toujours plus active à la vie de l’Eglise, dans le renouvellement de la grâce du baptême.

A tous, jeunes et adultes, je donne de grand cœur ma Bénédiction Apostolique.

Ai fedeli di espressione inglese

Dear Brothers and Sisters, I wish to welcome all the English-speaking visitors and pilgrims, including those from Korea. My special greeting also goes to the group of Palestinian children who are on pilgrimage to Rome. Dear young friends: It is in Jesus Christ, whose birth we are celebrating, that God shows the true path to the peace and joy that no one can take from us. Whatever trials you may experience, I pray that like Christ the Prince of Peace you will always seek to overcome evil with good. To you and your families, and to all present at today’s audience, I cordially impart my Apostolic Blessing.

Ai numerosi pellegrini di lingua tedesca

Ich grüße alle deutschsprachigen Pilger und Besucher sehr herzlich. Euch allen, Euren lieben Angehörigen in der Heimat sowie den mit uns über Radio und Fernsehen verbundenen Gläubigen erteile ich von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai fedeli di espressione spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Con gran afecto saludo ahora a todos los peregrinos y visitantes de los distintos Países de América Latina y de Espańa, a quienes reitero mis mejores deseos de paz y felicidad cristiana en el ańo que estamos comenzando, mientras les imparto, en prenda de la constante asistencia divina, la Bendición Apostólica.

Ai pellegrini di lingua portoghese

Amadíssimos irmãos e irmãs,

Saúdo afectuosamente os peregrinos de língua portuguesa, desejando a todos uma abundância de graças nos caminhos da sua vida e concedo de muito bom grado a minha Bęnção Apostólica.

Ai connazionali provenienti dalla Polonia

Pani Jasnogórska! Stajemy dziś przed Tobą w blasku Świętej Epifanii. Ogarnia ona całą tajemnicę Wcielenia, noc betlejemską, pokłon pasterzy, przybycie mędrców ze Wschodu - a także ucieczkę do Egiptu i życie ukryte Jezusa w Nazarecie aż po chrzest w Jordanie. Nasi bracia na Wschodzie nade wszystko uwydatniają właśnie Jordan, chrzest i mesjańską “inwestyturę” Jezusa z Nazaretu.

Epifania to tyle co objawienie: w Jezusie z Nazaretu stała się “jawną” niezgłębiona tajemnica Boga. A zarazem człowiek mógł się przekonać, że ma w tej tajemnicy swoje miejsce, że jest w nią odwiecznie wpisany. Dlatego też Sobór Watykański II uczy, że “tajemnica człowieka wyjaśnia się naprawdę dopiero w tajemnicy Słowa Wcielonego. . . . Chrystus, nowy Adam, już w samym objawieniu tajemnicy Ojca i Jego miłości objawia w pełni człowieka samemu człowiekowi i okazuje mu najwyższe jego powołanie”.

Stajemy przeto wobec Ciebie, Pani Jasnogórska, Bogarodzico Dziewico naszych dziejów, z całą prawdą o człowieku, którą te dzieje niosą w sobie od tysiąca lat - podobnie jak dzieje tylu ludów i narodów na całej ziemi. Epifania człowieka w Chrystusie ma wymiar uniwersalny. Pragniemy uczestniczyć w uniwersalnym powołaniu człowieka na miarę naszej tradycji, naszej historycznej tożsamości oraz współczesnego wyzwania dziejów Europy i świata.

Wobec tej pełni prawdy o człowieku, jaka odsłania się przez Chrystusa, Kościół raz jeszcze potwierdza istotne swe posłannictwo wobec narodu i państwa. Jeśli bowiem “z racji swego zadania i kompetencji Kościół w żaden sposób nie utożsamia się ze wspólnotą polityczną ani nie wiąże się z żadnym politycznym systemem, to zarazem - w każdym systemie - jest i pozostaje znakiem i zabezpieczeniem transcendentnego charakteru ludzkiej osoby”.

Kościół na ziemi polskiej prosi, aby tak rozumiano jego posłannictwo i jego wkład w całe milenijne dzieje narodu, a w szczególności w ostatnie pięćdziesięciolecie. A równocześnie Kościół prosi Ciebie, Pani Jasnogórska, aby tak rozumiano jego posłannictwo i wkład w ten nowy okres, u progów którego stoi całe nasze społeczeństwo.

Z dawna Polski Tyś Królową . . . weź w opiekę naród cały . . . niech rozwija się.

Pozdrawiam wszystkich przybyszów zarówno z kraju, jak z emigracji, w szczególności pielgrzymkę polonijną z Algierii.

Ai gruppi di lingua italiana

Nel salutare tutti i pellegrini di lingua italiana, rivolgo il mio augurio anzitutto ai Capitolari della Congregazione della Divina Redenzione; una comunità giovane, ma già presente con i suoi membri in Italia, Colombia, Guatemala, El Salvador, India.

Carissimi, auspico che codesto Capitolo generale sia un’occasione preziosa per l’ulteriore sviluppo della vostra Famiglia religiosa. Prego il Signore perché illumini i Padri Capitolari nel tracciare le linee del futuro impegno della Congregazione; ringiovanisca la loro generosa dedizione a Cristo nello spirito dei consigli evangelici; confermi il loro fervore missionario e il desiderio di operare incessantemente per la diffusione della Parola di Cristo.

Saluto anche con riconoscenza e stima la Direzione, gli Artisti ed il personale del Circo “Medrano”, attualmente a Roma per un ciclo di manifestazioni ricreative, volentieri invoco la continua protezione divina sulle famiglie che compongono la comunità del Circo e sulla loro testimonianza cristiana.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Rivolgo ora il mio saluto ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. Carissimi, la festa dell’Epifania continua a illuminare il cammino di tutti i credenti.

Offriamo anche noi “oro, incenso e mirra” al Signore nella vita di ogni giorno. “La tua buona volontà - afferma sant’Agostino -, la disponibilità, la gioia secondo l’uomo interiore, l’obbedienza al tuo Signore, la preghiera per il tuo nemico, tutto questo è oro”.

Dico a voi, giovani: impegnatevi ad essere “epifania” del Redentore, lasciandovi orientare dalla sua luce e dal suo amore.

Dico a voi, ammalati: sappiate trovare nell’amicizia di Cristo il conforto e lo stimolo per accettare la vostra particolare condizione di vita.

Dico a voi, sposi novelli: costruite la vostra comunità familiare sull’amore e sul servizio, sulla preghiera e sulla reciproca dedizione. “Tutto questo è oro”.

A tutti imparto la mia Benedizione.



© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana
MARIOCAPALBO
00domenica 7 aprile 2013 18:42
Spirito Santo garante della Chiesa nella custodia della rivelazione divina
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 16 gennaio 1991



1. L’apostolicità della Chiesa, nel suo significato più profondo, è la permanenza dei pastori e dei fedeli, nel loro insieme, nella verità ricevuta da Cristo mediante gli Apostoli e i loro successori, con una intelligenza sempre più adeguata del suo contenuto e del suo valore per la vita. È una verità di origine divina, riguardante misteri che oltrepassano le possibilità di scoperta e di visione della mente umana, sicché solo in forza della Parola di Dio, rivolta all’uomo con le analogie concettuali ed espressive del suo linguaggio, può essere percepita, predicata, creduta, ubbidita fedelmente. Un’autorità di valore semplicemente umano non basterebbe a garantire né l’autenticità di trasmissione di quella verità, né quindi la dimensione profonda dell’apostolicità della Chiesa. Il Concilio Vaticano II ci assicura che è lo Spirito Santo a garantire quell’autenticità.

2. Secondo la Costituzione Dei Verbum, Gesù Cristo, “con l’invio dello Spirito Santo, compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte, e risuscitarci per la vita eterna” (Dei Verbum, 4). Questo passo della Costituzione conciliare sulla divina Rivelazione trova la sua giustificazione nelle parole rivolte da Cristo agli Apostoli nel Cenacolo e riportate dall’evangelista Giovanni: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, Egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito” (Gv 16, 12-13). Sarà dunque lo Spirito Santo a concedere la luce agli Apostoli perché possano annunziare la “verità tutta intera” del Vangelo di Cristo, “ammaestrando tutte le nazioni” (Mt 28, 19): essi, e ovviamente i loro successori in questa missione.

3. La Costituzione Dei Verbum prosegue dicendo che quell’ordine (di annunziare il Vangelo) “venne fedelmente eseguito, tanto da quegli Apostoli, i quali nella predicazione orale, con gli esempi e le istituzioni trasmisero sia ciò che avevano ricevuto dalle labbra, dalla frequentazione e dalle opere di Cristo, sia ciò che avevano imparato per suggerimento dello Spirito Santo, quanto da quegli Apostoli e da uomini della loro cerchia, i quali, per ispirazione dello Spirito Santo, misero in scritto l’annuncio della salvezza” (Dei Verbum, 7). Come si vede, il testo conciliare si riferisce all’assicurazione della verità rivelata da parte dello Spirito Santo sia nella sua trasmissione orale (origine della Tradizione) sia nella stesura scritta che ne venne fatta con l’ispirazione e l’assistenza divina nei libri del Nuovo Testamento.

4. Leggiamo ancora che “lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce dell’Evangelo risuona nella Chiesa, e per mezzo di questa nel mondo, introduce i credenti a tutta intera la verità e in essi fa risiedere la parola di Cristo in tutta la sua ricchezza (cf. Col 3, 16)” (Dei Verbum, 8). Perciò “la Sacra Scrittura è parola di Dio in quanto scritta per ispirazione dello Spirito di Dio; la sacra Tradizione poi trasmette integralmente la parola di Dio, affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli Apostoli e ai loro successori, affinché, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano” (Dei Verbum, 9).

Anche “l’ufficio . . . di interpretare autenticamente la parola di Dio . . . è affidato al solo Magistero vivo della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo. Il quale Magistero . . . per divino mandato, e con l’assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio” (Dei Verbum, 10).

Vi è dunque uno stretto legame tra la Sacra Scrittura, la Tradizione e il Magistero della Chiesa. Grazie a questo nesso intimo lo Spirito Santo garantisce la trasmissione della divina Rivelazione e conseguentemente l’identità della fede nella Chiesa.

5. In particolare, circa la Sacra Scrittura, il Concilio ci dice che “la santa Madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché, scritti per ispirazione dello Spirito Santo (Gv 20, 31; 2 Tm 3, 16; 2 Pt 1, 19-21; 3, 15-16), hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa... Tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo” (Dei Verbum, 11). Di conseguenza, la Sacra Scrittura deve “esser letta e interpretata con l’aiuto dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta” (Dei Verbum, 12). “Infatti, ciò che gli Apostoli per mandato di Cristo predicarono, dopo, per ispirazione dello Spirito Santo fu dagli stessi e da uomini della loro cerchia tramandato in scritti, come fondamento della fede, cioè l’Evangelo quadriforme, secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni” (Dei Verbum, 18).

“Gli Apostoli . . . dopo l’Ascensione del Signore, trasmisero ai loro ascoltatori ciò che Egli aveva detto e fatto, con quella più completa intelligenza di cui essi, ammaestrati dagli eventi gloriosi di Cristo e illuminati dallo Spirito di verità, godevano” (Dei Verbum, 19).

6. Questo stretto legame tra lo Spirito Santo, la Rivelazione e la trasmissione della verità divina è la base dell’autorità apostolica della Chiesa e l’argomento decisivo della nostra fede nella Parola che la Chiesa ci trasmette. Inoltre, come dice ancora il Concilio, lo Spirito Santo interviene nella nascita interiore della fede nell’anima dell’uomo. Infatti, “a Dio che rivela è dovuta “l’obbedienza della fede” (Rm 16, 26; cf. Rm 1,5; 2 Cor 10, 5-6), con la quale l’uomo si abbandona a Dio tutt’intero liberamente, prestandogli “il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà” e acconsentendo volontariamente alla Rivelazione data da Lui. Perché si possa prestare questa fede, sono necessari la grazia di Dio che previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi della mente, e dia “a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità”. Affinché poi l’intelligenza della Rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni” (Dei Verbum, 8).

7. Si tratta qui della fede della Chiesa nel suo insieme, e, nella Chiesa, di ogni credente. Si tratta anche della corretta “intelligenza” della divina Rivelazione, che sempre per opera dello Spirito Santo scaturisce dalla fede, e dello “sviluppo” della fede mediante la “riflessione e lo studio dei credenti”. Parlando infatti della “Tradizione di origine apostolica”, il Concilio dice che essa “progredisce nella Chiesa con l’assistenza dello Spirito Santo; cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro (come Maria (cf. Lc 2,19.51)), sia con l’esperienza data da una più profonda intelligenza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità” (Dei Verbum, 8). E delle Sacre Scritture aggiunge che, “ispirate... da Dio e redatte una volta per sempre, impartiscono immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare, nelle parole dei Profeti e degli Apostoli, la voce dello Spirito Santo” (Dei Verbum, 21). Perciò “la Sposa del Verbo incarnato, la Chiesa, ammaestrata dallo Spirito Santo, si preoccupa di raggiungere una intelligenza sempre più profonda delle Sacre Scritture” (Dei Verbum, 23).

8. Per questo la Chiesa “venera le Scritture”, se ne nutre come di un “pane di vita” e “insieme con la sacra Tradizione le considera come la regola suprema della propria fede” (Dei Verbum, 21). E poiché “nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa giungano a compimento le parole di Dio” (Dei Verbum, 8), tutta la vita della Chiesa è animata dallo Spirito col quale invoca l’avvento glorioso di Cristo. Come leggiamo nell’Apocalisse: “Lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!”” (Ap 22, 17). In ordine a questa pienezza di verità, lo Spirito Santo conduce e garantisce la trasmissione della Rivelazione, preparando la Chiesa, e, nella Chiesa, tutti e ciascuno di noi, alla definitiva venuta del Signore.

Ai pellegrini di lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

J’accueille avec plaisir ici les personnes de langue française. En particulier, j’adresse un cordial salut et mes encouragements aux Clercs de Saint-Viateur chargés de la pastorale des vocations dans leur Institut. Pour tous, j’invoque de tout cœur la Bénédiction de Dieu.

Ai fedeli di espressione inglese

Dear Brothers and Sisters,

I extend a cordial greeting to the Jesuit Fathers taking part in a course of study and renewal during this Ignatian Year. I also welcome the staff and students of the Nato Defense College in Rome. Dear friends: in these hours of grave danger for the peace of the world, we cannot forget that dialogue and negotiation, not violence, are the only effective way to resolve conflicts while respecting the demands of justice. Dialogue requires a readiness to show good will by taking steps to reduce tension and permit a reasonable solution to be found. My unceasing prayer is that the leaders of the world will act with wisdom and forbearance, for the good of the whole human family. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience I invoke God’s blessings of grace and peace.

Ai fedeli di lingua tedesca

Grüße ich alle Pilger und Besucher aus den deutschsprachigen Ländern.

Euch Allen, Euren Angehörigen und Euren Gemeinden wünsche ich den Frieden des Herrn für das neue Jahr und erteile von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai pellegrini di espressione spagnola

Con gran afecto saludo a todas las personas procedentes de los diversos Países de America Latina y de España, presentes en esta Audiencia y les pido continuar con sus plegarias al Señor para que el supremo don de la paz sea preservado y se fortalezcan los lazos de entendimiento y fraternidad entre los pueblos. A Cristo, Príncipe de la Paz, confío estas intenciones, mientras de todo corazón imparto la Bendición Apostólica.

Ai fedeli di lingua portoghese

Amadíssimos irmãos e irmãs,

A todos os peregrinos de língua portuguesa, fazendo junto da Cátedra de S. Pedro uma especial experiência e testemunho desta comunhão apostólica, desejo longa vida, iluminada e irradiadora da Luz da Fé para vós e vossos queridos, com a minha Bênção Apostólica.

Ai suoi connazionali polacchi

Pani Jasnogórska! Jeszcze i dzisiaj stajemy przed Tobą w blasku Świętej Epifanii. Okres Bożego Narodzenia objawia nam tajemnicę Świętej Rodziny. Patrzymy na nią w noc betlejemską- w tę noc niewysłowioną, kiedy Bóg-Syn staje się Dzieckiem w ludzkiej rodzinie. W tej rodzinie przyszedł na świat. Z nią związał trzydzieści lat życia ukrytego w Nazarecie. A jeśli “tajemnica człowieka - wedle słów Vaticanum II - wyjaśnia się w pełni w Nim: w Chrystusie, Słowie Wcielonym”, to jak wielka jest część, która w tym należy do rodziny; do tej świętej nazaretańskiej rodziny Jezusa Chrystusa.

Jakże bardzo ludzka jest ta Boża tajemnica! Jej droga wiedzie poprzez rodzinę tak, jak droga każdego człowieka. Tak bardzo jest przeto wymowne, że w jasnogórskim sanktuarium odczytuje się pielgrzymom ewangelię Kany Galilejskiej. Ewangelia ta ukazuje Jezusa wraz z Matką i pierwszymi uczniami na godach weselnych. W taki sposób Odkupiciel świata wchodzi w swe mesjańskie posłannictwo drogą ludzkich oblubieńców: On, który sam jest Najświętszym Oblubieńcem całej ludzkości w swym Kościele.

Droga ta stale prowadzi ku przyszłości. Przyszłość całej ludzkiej rodziny prowadzi przez oblubieńczą miłość małżonków, która daje początek rodzinie. Rodzina jest przyszłością ludzi, bo w niej rodzą się ludzie nowi. Rodzina jest też przyszłością narodu - naszego narodu. Od niej ta przyszłość zależy nade wszystko.

Matko z Kany Galilejskiej! Życzę Ci, by przychodziły do Twego sanktuarium na Jasnej Górze liczne rodziny. Tak bardzo potrzebne im to pielgrzymowanie. Tyle pęknięć, tyle kryzysów ponarastało. Tak bardzo trzeba, aby usłyszeli od Ciebie te słowa macierzyńskiej troski: “cokolwiek wam Syn mój rzecze, to czyńcie”. Tak bardzo trzeba, aby odnawiali łaskę sakramentu małżeństwa, jaką odziedziczyli w Sercu Twego Syna.

Mów do nich, Matko Jasnogórska, liturgicznym słowem Kościoła: “[przyobleczcie] miłość, która jest więzią doskonałości . . . Słowo Chrystusa niech w was przebywa z [całym swym] bogactwem... Sercami waszymi niech rządzi pokój Chrystusowy . . . I bądźcie wdzięczni”.

Jasnogórska Królowo Pokoju! U progu Nowego Roku, w blaskach nazaretańskiej Epifanii, polecam Ci i zawierzam z głębi mojego serca wszystkie małżeństwa i wszystkie rodziny na naszej polskiej ziemi!

Pozdrawiam wszystkich pielgrzymów z Polski: w szczególności z Krakowa, z parafii św. Katarzyny - ojcowie augustianie; grupę turystyczną z Bielska-Białej; grupę kolejarzy z Lubiana Śląskiego; grupę młodzieży w XV Liceum Ogólnokształcącego im. Jana Kasprowicza w łodzi, przebywającą we Włoszech na zaproszenie Liceo Scientifico e Statale w Sora; oraz wszystkich innych pielgrzymów zarówno z kraju, jak i z emigracji.

Ai gruppi di espressione italiana

Saluto i gruppi di lingua italiana presenti a questa Udienza: in particolare do il benvenuto agli Allievi della caserma “G. Romagnoli” in Roma. Vi ringrazio, cari giovani, per la vostra gradita visita e vi auguro di non discostarvi mai dai princìpi morali che sono alla base di ogni fruttuosa formazione umana e professionale. Siate intimamente persuasi che, se sarete fedeli testimoni del Vangelo, potrete senz’altro offrire un significativo apporto personale alla costruzione di un mondo più libero, solidale e pacifico.

Rivolgo, poi, un cordiale pensiero al gruppo di Religiose partecipanti al corso di formazione permanente presso il Centro “Mater Ecclesiae” delle Suore Dorotee di Cemmo. Auspico che codesto tempo di preghiera e di riflessione arricchisca ognuna di voi e vi faccia crescere nell’intimo rapporto con il Signore. Il ritrovarvi insieme per un prolungato soggiorno vi renda sempre più aperte alle esigenze della carità e attente ai bisogni del nostro tempo.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Ed ora un affettuoso saluto a tutti i giovani, ammalati e sposi novelli. Vi esorto, cari giovani, a mettere Cristo al centro della vostra vita, per essere veri portatori di luce, speranza e pace in questa società.

Invito pure voi, cari fratelli ammalati, ad accogliere con fede il mistero del dolore sull’esempio di Gesù, il quale ha sofferto per tutti gli uomini, per la loro redenzione e la loro felicità.

E, infine, voi, coppie di sposi novelli, attingete ogni giorno dal Signore il senso del vostro amore, perché questo sia sempre più vero, duraturo e aperto agli altri.

A tutti imparto la mia Benedizione.

Durante l’udienza generale, il Santo Padre invita tutti i fedeli presenti ad unirsi nella preghiera per la pace.

Dio dei nostri Padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.

Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l’orgoglio dei violenti.

Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe
in una sola famiglia.

Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l’umanità:
mai più la guerra, avventura senza ritorno,
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza;
mai questa guerra nel Golfo Persico,
minaccia per le tue creature
in cielo, in terra ed in mare.

In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi ed onorevoli,
spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.

Concedi al nostro tempo
giorni di pace.

Mai più la guerra.

Amen.



© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana
MARIOCAPALBO
00domenica 7 aprile 2013 18:42
Lo Spirito Santo principio della vita sacramentale della Chiesa
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 30 gennaio 1991



1. Fonte della verità e principio vitale dell’identità della Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, lo Spirito Santo è anche fonte e principio della vita sacramentale, mediante la quale la Chiesa prende forza da Cristo, partecipa della sua santità, si nutre della sua grazia, cresce ed avanza nel cammino verso l’eternità. Lo Spirito Santo, che è all’origine dell’incarnazione del Verbo, è la fonte viva di tutti i sacramenti istituiti da Cristo e operanti nella Chiesa. Proprio attraverso i sacramenti Egli dà agli uomini la “nuova vita”, associando a sé la Chiesa come cooperatrice in questa azione salvifica.

2. Non intendiamo ora spiegare la natura, la proprietà, gli scopi dei sacramenti, ai quali dedicheremo -a Dio piacendo -altre future catechesi. Ma possiamo sempre rimandare alla formula semplice e precisa del vecchio catechismo, secondo il quale “i sacramenti sono i mezzi della grazia, istituiti da Gesù Cristo per salvarci”. E ripetere ancora una volta che autore, diffusore e quasi soffio della grazia di Cristo in noi è lo Spirito Santo. Nella presente catechesi vedremo come, secondo i testi evangelici, questo legame si riconosce nei singoli sacramenti.

3. Il legame è particolarmente chiaro nel Battesimo, quale è descritto da Gesù nel colloquio con Nicodemo, come “nascita da acqua e da Spirito Santo”: “Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è spirito . . . Dovete rinascere” (Gv 3, 5-7).

Già il Battista aveva annunciato e presentato il Cristo come “colui che battezza in Spirito Santo” (Gv 1, 33), “in Spirito Santo e fuoco” (Mt 3, 11). Negli Atti degli Apostoli e negli scritti apostolici la stessa verità viene espressa in modo diverso. Il giorno di Pentecoste gli ascoltatori del messaggio di Pietro si sentono invitare: “Ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; e riceverete il dono dello Spirito Santo” (At 2, 38). Nelle Lettere paoline si parla di un “lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo”, effuso da Gesù Cristo, nostro salvatore (cf. Tt 3, 5-6); e viene ricordato ai battezzati: “Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio” (1 Cor 6, 11). E ancora si dice loro: “Battezzati in un solo Spirito . . . per formare un solo corpo” (1 Cor 12.13). Nella dottrina di Paolo, come nel Vangelo, lo Spirito Santo e il nome di Gesù Cristo sono associati nell’annuncio, nel conferimento e nel richiamo del Battesimo come fonte della santificazione e della salvezza: di quella nuova vita di cui parla Gesù con Nicodemo.

4. La Confermazione, sacramento congiunto con il Battesimo, viene presentata negli Atti degli Apostoli sotto forma di una imposizione delle mani per mezzo della quale gli Apostoli comunicavano il dono dello Spirito Santo. Ai nuovi cristiani, che erano stati battezzati, Pietro e Giovanni “imponevano le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo” (At 8, 17). Lo stesso viene detto dell’apostolo Paolo riguardo ad altri neofiti: “Appena ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo” (At 19, 6).

Per mezzo della fede e dei sacramenti, riceviamo dunque “il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità” (Ef 1, 13-14). Ai Corinzi, Paolo scrive: “È Dio stesso che ci conferma insieme a voi in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (2 Cor 1, 21-22; cf.1 Gv 2, 20.27; 3,14). La Lettera agli Efesini aggiunge l’ammonimento significativo di non rattristare lo Spirito Santo con il quale “siamo stati segnati per il giorno della redenzione” (Ef 4, 30).

Dagli Atti degli Apostoli si può dedurre che il sacramento della Confermazione veniva amministrato mediante l’imposizione delle mani, dopo il Battesimo, “nel nome del Signore Gesù” (cf. At 8, 15-17; 19, 5-6).

5. Nel sacramento della riconciliazione (o Penitenza), il legame con lo Spirito Santo è stabilito con potenza dalle parole di Cristo stesso dopo la risurrezione. Ci attesta infatti Giovanni che Gesù alitò sugli Apostoli e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20, 22-23). E queste parole possono essere riferite anche al sacramento dell’Unzione degli infermi, circa il quale leggiamo nella Lettera di Giacomo che “la preghiera fatta di fede” -unitamente all’unzione operata dai presbiteri “nel nome del Signore” -salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati gli saranno perdonati (Gc 5, 14-15). In questa unzione e preghiera la Tradizione cristiana ha visto una forma iniziale del sacramento (cf. San Tommaso, Contra gentes, IV,73), e questa identificazione è stata sancita dal Concilio di Trento (cf. Denz.-S., 1695).

6. Quanto all’Eucaristia, nel Nuovo Testamento il rapporto con lo Spirito Santo è segnato, in modo almeno indiretto, nel testo del Vangelo secondo Giovanni che riporta l’annuncio dato da Gesù nella sinagoga di Cafarnao sulla istituzione del sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, annuncio seguito da queste significative parole: “È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho detto sono spirito e vita” (Gv 6, 63). Sia la Parola, sia il Sacramento hanno vita ed efficacia operativa dallo Spirito Santo.

Consapevole di questo legame tra l’Eucaristia e lo Spirito Santo è la Tradizione cristiana, quale si è espressa e si esprime anche oggi nella Messa, quando con l’epiclesi la Chiesa chiede la santificazione dei doni offerti sull’altare: “Nella potenza dello Spirito Santo” (can. III), “con l’effusione del tuo Spirito” (can. II), oppure “con la potenza della tua benedizione” (can. I). La Chiesa sottolinea la misteriosa potenza dello Spirito Santo per il compimento della consacrazione eucaristica, per la trasformazione sacramentale del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo, e per l’irradiazione della grazia in coloro che ne partecipano e in tutta la comunità cristiana.

7. Anche a proposito del Sacramento dell’Ordine, San Paolo parla del “carisma” (o dono dello Spirito Santo) che consegue all’imposizione delle mani (cf. 1 Tm 4, 14; 2 Tm 1, 6), e dichiara con forza che è lo Spirito Santo a “porre” i vescovi nella Chiesa (cf. At 20, 28). Altri passi delle Lettere paoline e degli Atti degli Apostoli danno testimonianza di un rapporto speciale tra lo Spirito Santo e i ministri di Cristo, cioè gli Apostoli e i loro collaboratori e poi successori come vescovi, presbiteri e diaconi, eredi non solo della loro missione, ma anche dei carismi, come vedremo nella prossima catechesi.

8. Infine mi è caro ricordare che il Matrimonio sacramentale, questo “mistero . . . grande . . . in riferimento a Cristo e alla Chiesa” (Ef 5, 32), in cui avviene in nome e per virtù di Cristo l’alleanza di due persone, un uomo e una donna, come comunità d’amore che dà vita: questo sacramento è la partecipazione umana a quell’amore divino che è stato “riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo” (Rm 5, 5). La terza Persona della Santissima Trinità, che secondo Sant’Agostino è in Dio la “comunione consostanziale” (communio consubstantialis) del Padre e del Figlio (cf. Sant’Agostino, De Trinitate, VI,5.7: PL 42,928), per mezzo del sacramento del matrimonio forma l’umana “comunione di persone” dell’uomo e della donna.

9. Nel concludere questa catechesi con la quale abbiamo almeno abbozzato la verità della presenza operante dello Spirito Santo nella vita sacramentale della Chiesa, quale ci risulta dalla Sacra Scrittura, dalla Tradizione e in modo speciale dalla Liturgia sacramentale, non posso non sottolineare la necessità di un continuo approfondimento di questa meravigliosa dottrina, e non raccomandare a tutti l’impegno di una pratica sacramentale sempre più consapevolmente docile e fedele allo Spirito Santo, che specialmente attraverso i “mezzi di salvezza istituiti da Gesù Cristo” porta a compimento la missione affidata alla Chiesa come operatrice nella redenzione universale.

Ai pellegrini di lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

J’ai le plaisir de souhaiter la bienvenue à toutes les personnes de langue française présentes. Aux Frères du Sacré-Cœur en session de spiritualité, j’adresse mes vœux chaleureux pour leur vie religieuse et leur apostolat.

Je salue aussi avec joie les nouveaux responsables de la Coordination Internationale de la Jeunesse Ouvrière Chrétienne, représentant le Mouvement fondé par le Cardinal Cardijn. Je renouvelle à cette équipe la confiance de l’Eglise pour un nouvel élan de la JOC dans le monde et je l’encourage à poursuivre son importante mission.

A tous, je donne de grand cœur ma Bénédiction Apostolique.

Ai fedeli di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

My cordial greeting goes to the priests of the Missionary Oblates of Mary Immaculate who are meeting in Rome this week: may the gifts of the Holy Spirit sustain you in your delicate task of training the young members of your Congregation. I invite all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience to join me in praying for a rapid and just settlement of the conflict in the Gulf Region. Upon all of you and your families I willingly invoke God’s abundant blessings.

Ai fedeli di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

Indem ich zum Schluß der heutigen kurzen Betrachtung dazu einlade, diese kostbare Lehre weiter zu vertiefen, vor allem durch eine gläubige Mitfeier der Sakramente der Kirche, grüße ich alle anwesenden deutschsprachigen Pilger und Besucher sehr herzlich. Möge der Heilige Geist Euch stets neue Kraft schenken und Euch im Glauben stärken. Dazu erteile ich Euch, Euren Angehörigen daheim sowie allen, die uns über Rundfunk und Fernsehen verbunden sind, von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai numerosi pellegrini provenienti dalla Spagna e dall’America Latina

Amadísimos hermanos y hermanas,

Deseo ahora saludar afectuosamente a todos los peregrinos y visitantes de lengua espańola, entre los cuales se encuentran dos grupos de jóvenes de la Argentina y del Paraguay.

Ante las graves amenazas que en nuestros días se ciernen sobre los pueblos, deseo alentaros, queridos jóvenes, a ser siempre instrumentos de paz, de entendimiento y de unidad entre los jóvenes de todo el mundo, conscientes de que somos hijos del mismo Padre y que estamos llamados a la fraternidad universal, al amor que el Espíritu Santo ha derramado en nuestros corazones.

Mientras doy mi más cordial bienvenida a todas las personas procedentes de los diversos Países de América Latina y de España, imparto a todos la Bendición Apostólica.

Ai fedeli di lingua portoghese

Caros irmãos e irmãs,

Saúdo afectuosamente os grupos de peregrinos vindos de São Paulo, Salvador e Rio de Janeiro, do bem-amado Brasil, e como penhor da graça e da paz nas vossas vidas concedo-vos, extensiva aos vossos familiares e amigos, a implorada Bênção Apostólica.

Ai fedeli polacchi

“Siostry i bracia! Bardzo potrzebne jest nasze ponowne zamyślenie nad sprawą prawnej ochrony życia ludzkiego. Jesteśmy przekonani, iż chodzi nie tylko o naszą narodową sprawę, ale również o poruszenie sumienia innych narodów. Synonimem powrotu do Europy nie może być rezygnacja z Bożego Prawa. Wracając do Europy, pragniemy znaleźć się w gronie państw moralnie silnych, strzegących prawa, gwarantujących, także z naszą pomocą, przestrzeganie praw człowieka”.

Jasnogórska Strażniczko życia Bożego i ludzkiego na naszej ziemi, odczytuję wobec Ciebie powyższe słowa z listu biskupów polskich na niedzielę Najświętszej Rodziny. W tym liście przedkładają Tobie, Matko, sprawy rodzin w Ojczyźnie naszej - a wśród tych spraw troskę podstawową: “prawa do życia każdego Polaka, a także nie narodzonego”. Piszą: “nauki medyczne, a także psychologia prenatalna jednoznacznie rozstrzygają sprawę człowieczeństwa tej małej istoty, która z pomocą matki przygotowuje się do samodzielnego życia”.

Piszą dalej: “Prawo Boże "nie zabijaj" dotyczy każdego człowieka i każdego człowieka obowiązuje niezależnie od jego przekonań religijnych, gdyż jest prawem wpisanym przez Stwórcę w sumienie człowieka jako prawo naturalne. Stojąc zaś przed realną szansą pełnego urzeczywistnienia się koncepcji społeczeństwa obywatelskiego . . . budujemy tak nasz wspólny Dom, aby nie niszczono w nim poczętego życia ludzkiego”.

Ta troska biskupów polskich jest równocześnie moją troską. Jest też moją codzienną modlitwą, codziennym wołaniem do Ciebie, Matko i Strażniczko życia z Jasnej Góry. łączę się z moimi braćmi w pasterskiej posłudze i z wszystkimi, którym leży na sercu sprawa życia nie narodzonych oraz “ustawy, które zapewnią prawną ochronę poczętego życia”.

Z wdzięcznością myślę o przykładzie, jaki przed niedawnym czasem dał Europie król belgijski, odmawiając swego podpisu pod ustawą, która godziła w prawo do życia dzieci nie narodzonych.

Klęcząc u Twoich stóp, Matko mojego narodu, proszę, aby rodzina w Polsce była moralnie zdrowa i silna, ażeby była “Bogiem silna”.

Pozdrawiam pielgrzymów z Polski: młodzież i nauczycieli VI Liceum Ogólnokształcącego im. Reytana z Warszawy; z parafii św. Józefa z Katowic; młodzież i nauczycieli Liceum Katolickiego z Częstochowy; grupę modlitewną z parafii św. Maksymiliana z Częstochowy; młodzież duszpasterstwa księży salezjanów, młodzież i maturzystów z II Liceum Ogólnokształcącego w Przemyślu; pielgrzymkę “Quo vadis” z Krosna i Dukli; z parafii św. Jadwigi z Wrocławia; z parafii św. Karola Boromeusza z Wołowa w archidiecezji wrocławskiej; z parafii św. Józefa ze Świdnicy; grupę nauczycieli z Kielc; z parafii Matki Boskiej Szkaplerznej z Brzegu Dolnego, oraz innych pielgrzymów nie objętych tymi grupami, z Polski i z emigracji.

Ai gruppi di lingua italiana

Saluto ora i numerosi pellegrini di lingua italiana. In particolare, accolgo con gioia voi, Sacerdoti Salesiani, che partecipate alla settimana di spiritualità sul tema “La dimensione sociale della Carità”. Le esigenze della nuova evangelizzazione, sulle quali state riflettendo, vi spingano ad una sempre più generosa disponibilità nel servizio del Vangelo.

Rivolgo, quindi, un caloroso benvenuto al gruppo di soldati del Battaglione “Ascoli Piceno” di Cagliari ed ai loro Superiori. Cari giovani, questo tempo di servizio alla Patria vi serva anche per crescere nella vostra personalità e nello spirito di servizio e di solidarietà.

Mi è gradito, poi, salutare i membri dell’Arciconfraternita San Giovanni Decollato di Roma, che con lodevole generosità si dedicano alla cura dei detenuti, delle famiglie in difficoltà e dell’infanzia abbandonata; e inoltre i fedeli della parrocchia del Sacro Cuore di Cosenza, che concludono, con questo pellegrinaggio presso la Tomba di San Pietro, le celebrazioni del 50 della fondazione della loro Chiesa. L’artistica “Via Crucis”, che avete qui recata e che fra poco benedirò, vi ricordi sempre l’amore misericordioso di Cristo che per salvare gli uomini dai loro peccati non ha rinunciato a percorrere la via verso il Calvario.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Rivolgo ora un saluto cordiale ai Giovani, agli Ammalati e agli Sposi novelli. Vi sia di esempio la figura di San Giovanni Bosco, di cui domani celebreremo la memoria liturgica.

Egli, che seppe dedicare l’intera sua esistenza al servizio del mondo giovanile, ispiri la vostra vita, cari giovani, affinché siate testimoni coerenti di Gesù tra gli amici, negli ambiti della scuola, del lavoro, dello sport.

Voi, ammalati, abbiate sempre coscienza del grande valore salvifico della sofferenza, quand’essa è cristianamente vissuta e generosamente offerta per la redenzione del mondo.

Giovanni Bosco, che comprese l’importanza della famiglia per la crescita in una fede profonda e responsabile, aiuti voi, sposi novelli, ad essere segno efficace dell’amore paterno e materno che Dio nutre per ogni uomo.

La Benedizione Apostolica, che ora imparto, sia a tutti d’augurio, incoraggiamento e sostegno.

* * *

Pressanti richieste di pace e invocazioni di aiuto e di solidarietà per la Guerra nel Golfo

In quest’ora, in cui continuano a giungere preoccupanti notizie sui drammatici sviluppi del conflitto in corso nella regione del Golfo, non posso non farmi eco dei numerosi messaggi che continuamente mi pervengono: sono richieste di pace, invocazioni di aiuto e di solidarietà per le famiglie delle vittime, per le popolazioni civili, per i profughi e per i prigionieri.

Faccio miei questi pressanti appelli e, rivolgendomi ancora una volta con fiducia alle parti in causa, trasmetto loro queste richieste di pace e di solidarietà.

Esse si fanno, ora, fervida e fraterna preghiera:

- che Dio ascolti questo grido invocante misericordia!

- che Dio accolga la nostra preghiera e quella di tutti i credenti, i quali si rivolgono a Lui con fede e cuore sincero!

- che Dio ci illumini e ci aiuti a capire che cosa, in concreto, possiamo fare per la pace e per soccorrere quei nostri fratelli!

A questo fine recitiamo, insieme, il Pater Noster.



© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:58.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com