Catechesi sul Credo, parte III: Lo Spirito Santo Datore di Vita Settembre1990

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MARIOCAPALBO
00sabato 6 aprile 2013 20:10
L'azione personale dello Spirito Santo secondo i Vangeli sinottici
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 19 settembre 1990



1. Nel Nuovo Testamento, lo Spirito Santo si fa conoscere come Persona sussistente col Padre e col Figlio nell’unità trinitaria, attraverso l’azione che gli viene attribuita dagli autori ispirati. Non sempre si potrà passare dall’azione a una “proprietà” della Persona in senso rigorosamente teologico; ma per la nostra catechesi è sufficiente scoprire ciò che lo Spirito Santo è nella realtà divina mediante i fatti dei quali, secondo il Nuovo Testamento, egli è il protagonista. E questa del resto è la via seguita dai padri e dottori della Chiesa (cf. Summa theologiae, I, q. 30, aa. 7, 8).

2. Nella presente catechesi limitiamoci a richiamare alcuni testi dei sinottici. In seguito, ricorreremo anche agli altri libri del Nuovo Testamento.

Abbiamo visto che nella narrazione dell’annunciazione lo Spirito Santo si manifesta come Colui che opera: “Scenderà su di te, - dice l’angelo a Maria - su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo” (Lc 1, 35). Possiamo dunque riconoscere che lo Spirito Santo è principio di azione, specialmente nell’incarnazione. Proprio perché è l’eterno Amore (proprietà della Terza Persona), si attribuisce a lui il potere dell’azione: una potenza d’amore.

I primi capitoli del Vangelo di Luca più volte parlano dell’azione dello Spirito Santo nelle persone strettamente legate al mistero dell’incarnazione. Così in Elisabetta, che in occasione della visita di Maria è riempita di Spirito Santo e saluta la sua benedetta parente sotto l’ispirazione divina. Così, ancor più, nel santo vecchio Simeone, al quale lo Spirito Santo si era manifestato in modo personale, preannunziandogli che avrebbe visto il “Messia del Signore” prima di morire. Sotto l’ispirazione e la mozione dello Spirito Santo egli prende il Bambino tra le braccia e pronuncia quelle parole profetiche che comprendono in una sintesi così densa e commovente tutta la missione redentrice del Figlio di Maria (Lc 2, 27 ss). Più di qualsiasi altro la Vergine Maria si trovò sotto l’influsso dello Spirito Santo, il quale certamente le diede l’intima percezione del mistero e la spinta dell’anima all’accettazione della sua missione e al canto di esultanza nella contemplazione del piano provvidenziale della salvezza.

3. In questi santi personaggi si delinea come un paradigma dell’azione dello Spirito Santo, Amore onnipotente che dà luce, forza, consolazione, slancio operativo. Ma il paradigma è ancora più visibile nella vita dello stesso Gesù, che si svolge tutta sotto l’impulso e la direzione dello Spirito, attuando in sé la profezia di Isaia sulla missione del Messia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me: per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi” (Lc 4, 1-8; cf. Is 61, 1). Sappiamo che Gesù lesse a voce alta queste parole profetiche nella sinagoga di Nazaret e affermò che sin da quel momento esse trovavano compimento in lui.

In realtà le azioni e le parole di Gesù erano l’attuazione della missione messianica in cui operava, secondo l’annuncio del profeta, lo Spirito del Signore. L’azione dello Spirito Santo era nascosta in tutto lo svolgimento di questa missione, compiuta da Gesù in modo visibile, pubblico, storico; questa perciò testimoniava e rivelava, secondo le dichiarazioni di Gesù a cui fan capo gli evangelisti e gli altri autori sacri, anche l’opera e la persona dello Spirito Santo.

4. A volte gli evangelisti sottolineano in modo particolare quella presenza attiva dello Spirito Santo in Cristo. Così quando parlano del digiuno e della tentazione di Cristo: “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo” (Mt 4, 1). L’espressione usata dall’evangelista presenta lo Spirito come una Persona che ne conduce un’altra. Questo rilievo dato dagli evangelisti all’azione dello Spirito Santo in Cristo significa che la sua missione messianica, essendo volta a sconfiggere il male, comporta sin dall’inizio la lotta con colui che è “menzognero e padre della menzogna” (Gv 8, 44): lo spirito del rifiuto del regno di Dio. La vittoria di Cristo su Satana all’inizio dell’attività messianica è il preludio e l’annuncio della sua definitiva vittoria nella croce e nella risurrezione.

Gesù stesso attribuisce allo Spirito Santo questa vittoria a ogni tappa della sua missione messianica: “Io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio”, egli afferma (Mt 12, 28). In questa lotta e in questa vittoria di Cristo si manifesta dunque la potenza dello Spirito, che ne è l’intimo fautore e l’instancabile operatore. Per questo Gesù ammonisce con tanto vigore i suoi ascoltatori sul peccato, chiamato da lui stesso “la bestemmia contro lo Spirito Santo” (Mt 12, 31-32; cf. Mc 3, 29; Lc 12, 10). Anche qui le espressioni usate dall’evangelista presentano lo Spirito come Persona. Infatti viene stabilito un confronto tra chi parla contro la persona del Figlio dell’uomo e chi parla contro la persona dello Spirito Santo (Mt 12,32; Lc 12,10) e l’offesa fatta allo Spirito viene dichiarata più grave. “Bestemmiare contro lo Spirito Santo” vuol dire mettersi dalla parte dello spirito delle tenebre, così che l’uomo si chiude interiormente all’azione santificatrice dello Spirito di Dio. Ecco perché Gesù dichiara che tale peccato non può essere perdonato “né in questo mondo, né in quello futuro” (Mt 12, 32). Il rifiuto interiore dello Spirito Santo è il rifiuto della fonte stessa della vita e della santità. L’uomo allora si esclude da solo e liberamente dall’ambito dell’azione salvifica di Dio.

L’ammonimento di Gesù sul peccato contro lo Spirito Santo include, almeno implicitamente, un’altra rivelazione della Persona e dell’azione santificatrice di questa Persona della Trinità, protagonista nella lotta contro lo spirito del male e nella vittoria del bene.

5. Sempre secondo i sinottici, l’azione dello Spirito Santo è la fonte della più profonda gioia interiore. Gesù stesso sperimentò questa particolare “esultanza nello Spirito Santo” quando pronunciò le parole: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto” (Lc 10, 21; cf. Mt 11, 25-26). Nel testo di Luca e Matteo seguono le parole di Gesù sulla conoscenza del Padre da parte del Figlio e del Figlio da parte del Padre: conoscenza che viene comunicata dal Figlio proprio a quei “piccoli”. È dunque lo Spirito Santo che anche ai discepoli di Gesù dà non solo la potenza della vittoria sul male, sugli “spiriti maligni” (Lc 10, 17), ma anche la gioia soprannaturale della scoperta di Dio e della vita in lui mediante il suo Figlio.

6. La rivelazione dello Spirito Santo mediante la potenza dell’azione che riempie tutta la missione di Cristo accompagnerà anche gli apostoli e i discepoli nell’opera che svolgeranno per divino mandato. Lo annuncia loro Gesù stesso: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni . . . fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8). Anche quando sulla via di questa testimonianza incontreranno persecuzioni, carcerazioni, interrogatori in tribunali, Gesù assicura: “Vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi” (Mt 10, 19-20). A parlare sono le persone; una forza impersonale può muovere, spingere, distruggere, ma non può parlare. Lo Spirito invece parla. Egli è l’ispiratore e il consolatore nelle ore difficili degli apostoli e della Chiesa: altra qualificazione della sua azione, altra luce accesa sul mistero della sua Persona.

7. Possiamo dunque affermare che nei sinottici lo Spirito Santo si manifesta come Persona che opera in tutta la missione di Cristo, e che nella vita e nella storia dei seguaci di Cristo libera dal male, dà la forza nella lotta con lo spirito delle tenebre, elargisce la gioia soprannaturale della conoscenza di Dio e della testimonianza a lui anche nelle tribolazioni. Una Persona che opera con potenza divina anzitutto nella missione messianica di Gesù, e in seguito nell’attrazione degli uomini verso Cristo e nella direzione di coloro che sono chiamati a prendere parte alla sua missione salvifica.

Ai fedeli di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

Mit dieser kurzen Betrachtung grüße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache sehr herzlich. Mein besonderer Grugilt den Teilnehmern an der von der Kirchenzeitung für das Erzbistum Köln organisierten Pilgerfahrt, der Besuchergruppe des Turnund Sportvereins Pressath sowie den zahlreichen Schülergruppen, darunter Schülerinnen des Clara-Fey-Gymnasiums aus Bad Godesberg und der Realschule der Armen Schulschwestern aus Regensburg. Euch allen und Euren lieben Angehörigen in der Heimat sowie den mit uns über Radio Vatikan verbundenen Hörerinnen und Hörern erteile ich von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai numerosi fedeli polacchi

Kiedy wszystkie światła nad ziemią naszą zagasły, pozostała Jasna Góra i Czarna Madonna”. W tym jasnogórskim cyklu powracamy poprzez minione pięćdziesięciolecie do września.

Przypominamy daty: 1 września, 17 września . . . A potem daty się piętrzą i rozsypują szeroko: wiele, wiele dat, wiele rocznic bolesnych, które wpisały się w dzieje synów i córek naszej ziemi. W dzieje rodzin i wspólnot, w dzieje wsi i miast. W dzieje całego narodu. Te daty piętrzą się i rozsypują po szlakach wojny, z Polski na Wschód, na Północ, po Narwik i na Południe, na Zachód, aż po Monte Cassino.

Czas próby. Czas straszliwej próby. Pismo mówi o złocie, które próbuje się w ogniu. Wspominamy z czcią tych, którzy próbę tę przeszli zwycięsko. Oddajemy Miłosierdziu Boga samego wszystkich, którzy próbie nie sprostali. A wreszcie - myślimy o tych, którzy tę straszną próbę zawinili. Wszystkich którzy decydowali, torturowali, deptali, skazywali na śmierć w bunkrach głodu, zabijali wystrzalem w tyl glowy.

Oświęcim, Dachau, Ravensbrück . . . Treblinka, tajgi Sybiru, Katyń! . . . ileż miejsc, ileż mogił, ile ofiar bez mogiły i krzyża.

Minęło pięćdziesiąt lat od tamtego września. Czy wolno wciąż patrzeć w przeszłość? Człowiek jest skazany na przyszłość. I narody i Europa.

Pani Jasnagórska, Ty jesteś Matką Chrystusa - Matką Boga, który pozostał wierny Przymierzu aż do Krzyża na Golgocie. Do kogóż pójdziemy? Krzyże naszej przeszłości On jeden ogarnia. Pomóż nam w Nim odczytywać naszą przyszłość.

Ai pellegrini di espressione inglese

Dear Brothers and Sisters,

I extend a warm welcome to the new students of the Pontifical North American College and the Pontifical Irish College. Dear young men: As you begin your studies for the priesthood in Rome, I pray that you will always sense "the breadth and length and height and depth of Christ’s love" as it has been revealed in the Church’s long pilgrimage through history and is evidenced in the many shrines of the Apostles, martyrs and saints that grace this City. To the members of the Mission Congregation of the Servants of the Holy Spirit I offer the assurance of my prayers for the successful outcome of your General Chapter. May your testimony of religious consecration shine ever more clearly in the Church.

I greet all the English-speaking visitors and pilgrims, especially the groups from Norway, Sweden, South Africa, India, Korea, Taiwan and New Zealand. To all of you I gladly impart my Apostolic Blessing.

Ai fedeli di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Deseo ahora saludar muy cordialmente a todos los peregrinos y visitantes de lengua española.

En particular, al grupo de sacerdotes del Pontificio Colegio Pío Latino Americano, que se disponen a realizar sus estudios de especialización en las Universidades romanas. Os aliento vivamente a dedicar todo vuestro empeño en la profundización de las ciencias sagradas para así mejor servir a la Iglesia en el amado continente de la esperanza.

Igualmente, saludo a las Religiosas Esclavas del Sagrado Corazón de Jesús y a las Hermanas de Nuestra Señora de la Consolación, que realizan un curso de formación. A todas os exhorto a una generosa entrega a Dios y a vuestra vocación de personas consagradas.

Mi cordial bienvenida a las peregrinaciones procedentes de México y de Plasencia (EspañaA todos bendigo de corazón.

Ai fedeli di lingua portoghese

Amadíssimos irmãos e irmãs,

Aos peregrinos vindos do Brasil e de Portugal, como penhor de abundantes dons divinos, concedo de bom grado minha Bênção Apostólica.

Ai numerosi gruppi italiani

Saluto ora i numerosi pellegrini di lingua italiana, e in particolare il gruppo degli anziani della diocesi di Novara, espressione del “Club dei triventenni” e di altri gruppi di amicizia, sorti nelle diverse parrocchie della città. So che la loro preghiera mi accompagna con affetto nei miei viaggi pastorali e nelle mie cure per la Chiesa. Di questo ringrazio sinceramente, e benedico il loro impegno e le persone a loro care.

Il mio pensiero va poi ai fedeli della parrocchia di San Remigio a Colleverde, qui accompagnati dal parroco per restituire la visita che ho compiuto alla loro Comunità. Sono riconoscente per questo gesto di cortesia e rinnovo a tutti l’espressione del mio affetto e del mio apprezzamento.

Il mio pensiero va anche ai fedeli della parrocchia del SS.mo Salvatore in Arsoli (Roma), che celebrano uno speciale anno mariano, dedicato alla Madonna di Guadalupe. Vi auguro che codesta iniziativa valga a ridestare nei vostri cuori una devozione sempre più tenera verso la Madre di Dio e la Madre nostra, che non cessa di intercedere per tutto il popolo di Dio.

Un particolare saluto esprimo ai componenti della Banda Musicale del Villaggio dei ragazzi di Maddaloni.

Ho pure la gioia di salutare e di esprimere le mie felicitazioni e i miei auguri cordiali ai Sacerdoti Novelli dell’Arcidiocesi di Bologna, presenti a questa Udienza con i loro familiari. Invoco la continua protezione del Signore su di voi e sul vostro ministero pastorale.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Ed ora, come di consueto, desidero rivolgere il mio saluto ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli qui presenti.

Carissimi giovani, siate consapevoli che dopo questi mesi estivi, durante i quali avete potuto corroborare le vostre forze spirituali e fisiche con il necessario riposo e svago e con esperienze di vario tipo, ora vi attende la ripresa delle attività scolastiche o di avviamento professionale con il conseguente impegno di mettervi al servizio dei fratelli, per realizzare con coerenza gli ideali evangelici. So che tra voi ci sono i giovani della parrocchia di San Zeno a Cambiago, in diocesi di Milano, venuti per far accendere la fiaccola, in occasione dell’anno pastorale dedicato alla formazione della gioventù. Vi ringrazio per la vostra presenza, augurando buon esito al vostro impegno.

E voi, carissimi ammalati, sappiate testimoniare a tutti che il vivere come veri discepoli di Cristo in ogni situazione di vita ed in particolar modo nei momenti della sofferenza è fonte di profonda serenità e stimolo per una speranza autenticamente cristiana.

Infine, auguro a voi, cari sposi novelli, di sapervi sempre amare alla luce della Grazia sacramentale ricevuta con il Rito Nuziale, in modo tale che la vostra incipiente vita coniugale abbia sempre il suo principale riferimento nell’amore con cui Cristo ama la sua Chiesa, e sia allietata da frutti di fedeltà, di gioia e di buona volontà.

A voi tutti la mia Benedizione Apostolica.



© Copyright 1990 - Libreria Editrice Vaticana
MARIOCAPALBO
00sabato 6 aprile 2013 20:11
L'azione propria della persona dello Spirito Santo secondo san Giovanni
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 26 settembre 1990



1. L’apostolo Giovanni nel suo Vangelo mette in rilievo, ancor più che i sinottici, la relazione personale del Figlio verso il Padre, come appare già nel Prologo, dove l’evangelista fissa lo sguardo sulla realtà del Padre e del Verbo-Figlio. Egli comincia col dire: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio”. Poi conclude: “Dio, nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1, 1-2. 18). È un’asserzione del tutto nuova nella storia della riflessione umana su Dio, e nella stessa rivelazione. Non si esaurirà mai l’approfondimento e l’enucleazione della ricchezza di contenuto che essa offre alla teologia. Anche la catechesi dovrà sempre farvi riferimento, a livello non solo cristologico, ma anche pneumatologico.

Infatti, proprio l’unità del Figlio col Padre, accentuata anche in altri punti del Vangelo di Giovanni, sembra schiudere agli apostoli la via della rivelazione dello Spirito Santo come Persona.

2. Significativamente, le parole di Cristo che riguardano in modo più diretto questo tema si trovano nel cosiddetto discorso d’addio del cenacolo, e dunque nella prospettiva dell’imminente dipartita del Figlio che risale al Padre per mezzo della croce e dell’ascensione. È allora che Gesù dice: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce” (Gv 14, 16-17). Consolatore-Paraclito: questo nome, dato da Gesù allo Spirito Santo, dimostra che egli è una Persona, distinta dal Padre e dal Figlio. Infatti la parola greca Parakletos” si applica sempre a una persona, poiché significa “avvocato”, “difensore”, ovvero “consolatore”. Soltanto una persona può svolgere tali compiti. D’altra parte, dicendo “un altro difensore” Gesù lascia intendere che, durante la sua vita terrena, egli stesso è stato il primo “difensore” dei discepoli. L’affermerà poi più chiaramente nella sua Preghiera sacerdotale, nella quale dirà al Padre: “Quando ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi” (Gv 17, 12). Dopo la dipartita di Gesù, lo Spirito Santo prenderà il suo posto presso i discepoli rimasti nel mondo, per difenderli nelle lotte che avranno da affrontare e per sostenere il loro coraggio nella tribolazione.

3. Nel discorso d’addio il “Parakletos” viene chiamato più volte lo Spirito di verità. A questa qualifica si riconnette la missione che gli è affidata nei riguardi degli apostoli e della Chiesa: “Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14, 26). “Insegnare”, “ricordare”: queste attività manifestano bene che lo Spirito è una Persona; soltanto una persona le può svolgere. La missione di predicare la verità, affidata da Cristo agli apostoli e alla Chiesa, è e rimarrà sempre legata all’attività personale dello Spirito di verità.

La stessa osservazione vale per la “testimonianza” che deve essere resa a Cristo davanti al mondo. “Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, egli mi renderà testimonianza” (Gv 15, 26). Soltanto una Persona può rendere testimonianza a un’altra. Gli apostoli dovranno rendere testimonianza a Cristo. La loro testimonianza di persone umane sarà appoggiata e confermata dalla testimonianza di una persona divina, lo Spirito Santo.

4. Per ciò stesso lo Spirito Santo è anche l’invisibile maestro che continuerà a impartire di generazione in generazione lo stesso insegnamento di Cristo: il suo Vangelo. “Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future” (Gv 16, 13). Si deduce da qui che lo Spirito Santo non soltanto veglierà nella Chiesa sulla solidità e l’identità della verità di Cristo, ma indicherà la via della trasmissione di questa verità alle sempre nuove generazioni che si succederanno nelle varie epoche, ai popoli e alle società dei vari luoghi, secondo le loro necessità e le loro possibilità di comprensione, dando a ciascuna la forza di aderire interiormente a tale verità e di conformarsi ad essa nella propria vita.

5. Un particolare aspetto di quest’azione, già messo in rilievo nella enciclica Dominum et vivificantem (nn. 27-28), è quello che Gesù stesso annunzia con queste parole: “Quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Gv 16, 8). Questa particolare potenza di convincere il mondo, cioè coloro che sono nel mondo, circa il peccato, è un momento essenziale della missione dello Spirito di verità. Convincere quanto al giudizio vuol dire, secondo le parole di Gesù stesso, che “il principe di questo mondo è stato giudicato” (Gv 16, 11). E Colui che deve venire come Consolatore e Avvocato, lo Spirito Santo, deve guidare l’umanità alla vittoria sul male e sull’artefice del male nel mondo.

Vi è uno stretto rapporto tra la morte redentrice di Cristo sulla croce e ciò che egli consegna agli apostoli subito dopo la sua risurrezione: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi” (Gv 20, 22-23). Proprio di qui passa la via che porta alla vittoria sul male, della quale lo Spirito di verità deve costantemente convincere il mondo.

6. Sono tutti brani del discorso pronunciato da Gesù nel cenacolo, che rivelano lo Spirito Santo come Persona sussistente nell’unità trinitaria col Padre e col Figlio. Mostrano la missione nella quale egli è strettamente unito con la redenzione operata da Cristo: “Se non me ne vado (passando da questo mondo al Padre), non verrà a voi il Consolatore” (Gv 16, 7). Ma anche altri brani sono molto significativi in questo stesso senso.

7. Gesù annuncia che lo Spirito Santo verrà per “rimanere” con noi: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14, 16); rimanga lui stesso, non soltanto la sua potenza, la sua sapienza, la sua azione; ma lui stesso come Persona.

E ancora: egli stesso rimarrà non soltanto “con noi”, ma “da noi” e “in noi”. “Voi lo conoscete - dice Gesù - perché egli dimora presso di voi e sarà in voi” (Gv 14, 17). Queste parole esprimono l’inabitazione dello Spirito Santo come ospite interiore nel cuore dell’uomo: di ogni uomo che lo accoglie, di tutte le anime aderenti a Cristo. Anche il Padre e il Figlio vengono a “prendere dimora” presso queste anime (Gv 14, 23); quindi tutta la Trinità è presente in esse, ma, trattandosi di una presenza spirituale, quella presenza viene riferita in modo più diretto alla Persona dello Spirito Santo.

8. Per questa presenza operante nell’anima, l’uomo può diventare quel “vero adoratore” del Dio che “è spirito” (Gv 4, 24), come dice Gesù nell’incontro con la samaritana al pozzo di Giacobbe. L’ora di coloro che “adorano il Padre in spirito e verità” è giunta con Cristo e diventa realtà in ogni anima che accoglie lo Spirito Santo e vive secondo la sua ispirazione e sotto la sua direzione personale. È la cosa più grande e più santa nella spiritualità religiosa del cristianesimo.

Ai pellegrini tedeschi

Liebe Schwestern und Brüder!

Mit dieser kurzen Betrachtung grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher sehr herzlich. Mein besonderer Grugilt den Mitgliedern des Landwirtschaftsausschusses des Deutschen Bundestages, die sich zu Gesprächen mit der FAO in Rom aufhalten, sowie dei Teilnehmern an der Diözesanwallfahrt des Bistums Hildesheim unter der Leitung des Herrn Weihbischofs Heinrich Pachowiak, unter ihnen eine Gruppe von blinden und taubstummen Mitchristen. Gebe Gott, daß Eure Wallfahrt zum Grab des Apostels Petrus Euren Glauben und die Einheit mit seinem Nachfolger festige. Euch allen und Euren Angehörigen in der Heimat sowie den mit uns über Radio Vatikan verbundenen Hörerinnen und Hörern erteile ich von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai fedeli polacchi

ROZPOCZĘLIŚMY NASZ cykl jasnogórski w dniu Świętych Cyryla i Metodego. Przychodzimy do Ciebie, Matko, co tydzień rozległym szlakiem, który prowadzi przez dzieje ludów i narodów, zwłaszcza naszych sąsiadów i pobratymców.

Oto nasz czas pośrodku Europy na nowo się zaczyna. W tym nowym początku historii jest nasz udział i nasze miejsce. Jest tyle więzi dalekiej przeszłości - i tyle bliskich doświadczeń w historii tego stulecia. W tym stuleciu . . . W tym dramatycznym dwudziestym stuleciu, które zamyka drugie milenium po Chrystusie.

Jest jeden jeszcze naród, jeden lud szczególny: lud Patriarchów, Mojżesza i Proroków, dziedzictwo wiary Abrahama.

Kościół ma przed oczyma słowa Pawła Apostoła o jego potomkach“do których należy przybrane synostwo i chwała, przymierze i zakon, służba Boża i obietnice; ich przodkami są ci, z których pochodzi Chrystus wedle ciała” - słowa Soboru Watykańskiego II. Chrystus i apostołowie. I Ty sama, Dziewico-Matko, Córo Syjońska. Ten naród żył z nami przez pokolenia, ramię w ramię, na tej samej ziemi, która stała się jakby nową ojczyzną jego rozproszenia.

Temu narodowi zadano straszliwą śmierć w milionach synów i córek. Naprzód napiętnowano ich szczególnym piętnem. Potem zepchnięto do getta w osobnych dzielnicach. Potem wywożono do komór gazowych zadając śmierć - tylko za to, że byli dziećmi tego narodu.

Mordercy czynili to na naszej ziemi - może po to, aby ją zhańbić. Nie można zhańbić ziemi śmiercią niewinnych ofiar. Przez taką śmierć ziemia staje się świętą relikwią.

Lud, który żył z nami przez wiele pokoleń, pozostał z nami po tej straszliwej śmierci milionów swych synów i córek. Wspólnie czekamy Dnia Sądu i Zmartwychwstania.

Ai fedeli di lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Je salue cordialement les personnes de langue française présentes à cette audience. Chers pèlerins, que votre visite à Rome renouvelle votre foi et vous encourage à participer activement à la vie de l’Eglise dans votre paroisse et dans votre diocèse. De grand cœur, je vous donne ma Bénédiction Apostolique.

Ai pellegrini di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I wish to extend a special greeting to the Franciscan Sisters, Daughters of the Sacred Hearts of Jesus and Mary and to the Ursuline Sisters present here this morning. Dear Sisters, continue to give joyful witness to the special love which binds you to Christ and to his Church through your religious consecration. May your visit to Rome be a time of deep spiritual renewal so that your apostolates may benefit and your Congregations be strengthened. On all the English-speaking pilgrims and visitors, especially those from England, Scotland, Norway, Sweden, Indonesia, Canada and the United States, I invoke abundant blessings of grace and peace.

A un gruppo di visitatori buddisti

Saluto il Venerabile Signor Kiriyama e i fedeli del gruppo buddista “Agon”, che lo accompagnano: siate i benvenuti qui in Vaticano.

So che pregate per la pace nel mondo e vi impegnate in attività sociali a livello internazionale, oltre che per il dialogo tra le religioni. Apprezzo molto questa vostra azione e vi auguro di proseguire in tale direzione.

Infine, grazie di cuore per la vostra visita.

Ai fedeli di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Deseo ahora saludar muy cordialmente a todos los peregrinos y visitantes procedentes de los diversos Países de América Latina y de España.

En particular, a los Religiosos Terciarios Capuchinos que han participado en el primer Encuentro Amigoniano de Formadores, y les aliento a una ilusionada entrega a Dios y a sus actividades apostólicas.

Igualmente saludo al grupo de estudiantes de la Facultad de Arquitectura de la Universidad del Uruguay y a la peregrinación de Talavera de la Reina, archidiócesis de Toledo.

Finalmente, mi cordial bienvenida a este encuentro al grupo de Magistrados de América Latina aquí presentes.

A todos bendigo de corazón.

Ai fedeli di lingua portoghese

Amadíssimos irmãos e irmãs,

Aos peregrinos vindos do Brasil, ou seja de São Paulo, Rio de Janeiro, Porto Alegre e Recife, e todos os demais de língua portuguesa, como penhor de abundantes dons divinos, concedo de bom grado a minha Bênção Apostólica.

Ai pellegrinaggi italiani

Saluto tutti i gruppi di lingua italiana presenti a questa Udienza. Tra essi vi sono i pellegrini della Prepositura di S. Vittore Martire di Terno d’Isola, in diocesi di Bergamo, e il gruppo parrocchiale di S. Lorenzo Martire, di Ronchi dei Legionari, in diocesi di Gorizia. Mi compiaccio con voi, cari fedeli di S. Vittore, per aver voluto ricordare con una fiaccolata i 1400 anni di fondazione della vostra chiesa e i 450 di costruzione dell’attuale Prepositura; e anche con voi, cari fratelli di S. Lorenzo, che siete venuti per far benedire la prima pietra di una nuova chiesa dedicata a Santa Domenica. Vi auguro che tali ricorrenze e iniziative servano a far crescere le vostre Comunità nella fede e nell’esercizio delle virtù cristiane.

Rivolgo, poi, un particolare saluto al gruppo dell’Associazione Volontari Italiani del Sangue (Avis) della Valle Camonica, con sede ad Edolo e a Breno, in diocesi di Brescia. Colgo l’occasione di questa vostra presenza per esprimere la mia profonda ammirazione a voi ed a tutti coloro che svolgono tale servizio umanitario, tanto generoso e benemerito. Vorrei ringraziarvi anche a nome di tutti coloro che traggono giovamento dalla vostra opera per quanto avete fatto e per quanto intendete fare in futuro. Il Signore dia merito alla vostra nobile dedizione.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Rivolgo ora il mio cordiale saluto ai malati e agli sposi novelli, esprimendo loro il mio ringraziamento per la loro presenza a questa Udienza generale.

Per il prossimo Sinodo dei Vescovi

Poiché tra pochi giorni inizierà il Sinodo dei Vescovi sul tema della formazione dei Sacerdoti nell’epoca moderna, vi chiedo l’impegno della preghiera per il buon esito dei lavori sinodali. La Chiesa e la società attuale hanno bisogno di sacerdoti ben preparati spiritualmente e dottrinalmente, coraggiosi e totalmente consacrati al bene delle anime, con la missione e il potere di Cristo Salvatore. E questa è una grazia divina immensamente preziosa, che si ottiene mediante la preghiera, specialmente di voi giovani, che avete bisogno di guide sicure nel cammino della vita; di voi malati, che siete consolati e sostenuti dai ministri di Dio; di voi, sposi novelli, dal cui amore devono sgorgare le future vocazioni al servizio del Signore. Pregate, pertanto, con fervore durante il prossimo mese, affinché il Sinodo sia illuminato dalla luce dello Spirito Santo e sia ricco di frutti per il bene della Chiesa e dell’intera umanità. Di gran cuore a tutti imparto la mia Benedizione.



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