Catechesi sul Credo, parte III: Lo Spirito Santo Datore di Vita Maggio1989

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MARIOCAPALBO
00sabato 6 aprile 2013 11:59
Lo Spirito di verità

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 17 maggio 1989

 

1. Abbiamo più volte citato le parole di Gesù, che nel discorso d’addio rivolto agli apostoli nel Cenacolo promette la venuta dello Spirito Santo come nuovo e definitivo difensore e consolatore: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce” (Gv 14, 16-17). Quel “discorso d’addio”, situato nel racconto solenne dell’ultima Cena (cf. Gv 13, 2), è una fonte di prima importanza per la pneumatologia, ossia per la disciplina teologica concernente lo Spirito Santo. Gesù parla di lui come del Paraclito, che “procede” dal Padre, e che il Padre “manderà” agli apostoli e alla Chiesa “nel nome del Figlio”, quando il Figlio stesso “andrà via”, “a prezzo” della dipartita compiuta mediante il sacrificio della Croce.

Dobbiamo prendere in considerazione il fatto che Gesù chiama il Paraclito lo “Spirito di Verità”. Anche in altri momenti lo ha chiamato così (cf. Gv 15, 26; Gv 16, 13).

2. Teniamo presente che nello stesso “discorso d’addio” Gesù, rispondendo a una domanda dell’apostolo Tommaso circa la sua identità, asserisce di se stesso: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6). Da questo duplice riferimento alla verità che Gesù fa per definire sia se stesso che lo Spirito Santo, si deduce che, se il Paraclito viene da lui chiamato “Spirito di verità”, ciò significa che lo Spirito Santo è colui che, dopo la dipartita di Cristo, manterrà tra i discepoli la stessa verità, che egli ha annunziato e rivelato ed, anzi, che egli stesso è. Il Paraclito, infatti, è la verità, come lo è Cristo. Lo dirà Giovanni nella sua prima lettera: “È lo Spirito Santo che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità” (Gv 5, 6). Nella stessa lettera l’Apostolo scrive pure: “Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore (“spiritus erroris”)” (Gv 4, 6). La missione del Figlio e quella dello Spirito Santo si incontrano, sono connesse e si completano reciprocamente nell’affermazione della verità e nella vittoria sull’errore. I campi d’azione in cui essi operano sono lo spirito umano e la storia del mondo. La distinzione tra la verità e l’errore è il primo momento di tale opera.

3. Rimanere nella verità e operare nella verità è il problema essenziale per gli apostoli e per i discepoli di Cristo, sia dei primi tempi come di tutte le nuove generazioni della Chiesa nei secoli. Da questo punto di vista l’annuncio dello Spirito di verità ha un’importanza chiave. Gesù dice nel Cenacolo: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento (ancora) non siete capaci di portarne il peso” (Gv 16, 12). Veramente la missione messianica di Gesù durò poco, troppo poco per svelare ai discepoli tutti i contenuti della Rivelazione. E non solo fu breve il tempo a disposizione, ma risultarono anche limitate la preparazione e l’intelligenza degli ascoltatori. Più volte è detto che gli apostoli stessi “si stupivano dentro di loro” (cf. Mc 6, 52), e “non capivano” (cf. es gr Mc 8, 21), oppure capivano in modo distorto le parole e le opere di Cristo (cf. es gr Mt 16, 6-11).

Così si spiegano in tutta la pienezza del loro significato le parole del Maestro: “Quando . . . verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera” (Gv 16, 13).

4. La prima conferma di questa promessa di Gesù si avrà nella Pentecoste e nei giorni successivi, come attestano gli Atti degli Apostoli. Ma la promessa non riguarda soltanto gli apostoli e gli immediati loro compagni nell’evangelizzazione, ma anche le future generazioni di discepoli e di confessori di Cristo. Il Vangelo infatti è destinato a tutte le nazioni e alle generazioni sempre nuove, che si svilupperanno nel contesto delle diverse culture e del molteplice progresso della civiltà umana. Con lo sguardo su tutto il raggio della storia Gesù dice: “Lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza”. “Renderà testimonianza”, ossia mostrerà il vero senso del Vangelo all’interno della Chiesa, perché essa lo annunci in modo autentico al mondo intero. Sempre e in ogni luogo, pur nell’interminabile vicenda delle cose che mutano sviluppandosi nella vita della umanità, lo “Spirito di verità” guiderà la Chiesa “alla verità tutta intera” (Gv 16, 13).

5. Il rapporto tra la Rivelazione comunicata dallo Spirito Santo e quella di Gesù è molto stretto. Non si tratta di una Rivelazione diversa, eterogenea. Lo si può arguire da un particolare del linguaggio usato da Gesù nella sua promessa: “Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26). Il ricordare è la funzione della memoria. Ricordando, si ritorna a ciò che è già stato, a ciò che è stato detto e compiuto, rinnovando così nella coscienza le cose passate, e quasi facendole rivivere. Trattandosi specialmente dello Spirito Santo, Spirito di una verità carica della potenza divina, la sua missione non si esaurisce nel ricordare il passato come tale: “ricordando” le parole, le opere e tutto il mistero salvifico di Cristo, lo Spirito di verità lo rende continuamente presente nella Chiesa, fa sì che rivesta un’“attualità” sempre nuova nella comunità della salvezza. Grazie all’azione dello Spirito Santo, la Chiesa non solo ricorda la verità, ma permane e vive nella verità ricevuta dal suo Signore. Anche in questo modo si compiono le parole di Cristo: “Egli (lo Spirito Santo) mi renderà testimonianza” (Gv 15, 26). Questa testimonianza dello Spirito di verità si identifica così con la presenza del Cristo sempre vivo, con la forza operatrice del Vangelo, con l’attuazione crescente della Redenzione, con una continua illustrazione di verità e di virtù. In questo modo lo Spirito Santo “guida”, la Chiesa “alla verità tutta intera”.

6. Tale verità è presente, almeno in modo implicito, nel Vangelo. Ciò che lo Spirito Santo rivelerà è già stato detto da Cristo. Lo rivela egli stesso quando, parlando dello Spirito Santo, sottolinea che “non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito . . . Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Gv 16, 13-14). Il Cristo, glorificato dallo Spirito di verità, è prima di tutto quello stesso Cristo crocifisso, spogliato di tutto e quasi “annientato” nella sua umanità per la redenzione del mondo. Proprio per opera dello Spirito Santo la “parola della Croce” doveva essere accettata dai discepoli, ai quali il Maestro stesso aveva detto: “Per il momento (ancora) non siete capaci di portarne il peso” (Gv 16, 12). Si parava, davanti a quei poveri uomini, lo schermo della Croce. Occorreva un’azione in profondità per rendere le loro menti e i loro cuori capaci di scoprire la “gloria della redenzione”, che si era compiuta proprio nella Croce. Era necessario un intervento divino per convincere e trasformare interiormente ognuno di loro, in preparazione, anzitutto, al giorno della Pentecoste, e, poi, alla missione apostolica del mondo. E Gesù li avverte che lo Spirito Santo “mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà”. Solo lo Spirito che, secondo san Paolo (1 Cor 2, 10), “scruta le profondità di Dio”, conosce il mistero del Figlio-Verbo nella sua relazione filiale col Padre e nella sua relazione redentrice con gli uomini di tutti i tempi. Lui solo, lo Spirito di verità, può aprire le menti e i cuori umani rendendoli capaci di accettare l’inscrutabile mistero di Dio e del suo Figlio incarnato, crocifisso e risorto, Gesù Cristo Signore.

7. Dice ancora Gesù: “Lo Spirito di verità . . . vi annunzierà le cose future” (Gv 16, 13). Che cosa significa questa proiezione profetica ed escatologica con cui Gesù colloca sotto il raggio dello Spirito Santo tutto l’avvenire della Chiesa, tutto il cammino storico che essa è chiamata a compiere nei secoli? Significa un andare incontro al Cristo glorioso, verso il quale essa è protesa nell’invocazione suscitata dallo Spirito: “Vieni, Signore Gesù!” (Ap 22, 17. 20). Lo Spirito Santo conduce la Chiesa verso un costante progresso nella comprensione della verità rivelata. Veglia sull’inseguimento di tale verità, sulla sua conservazione, sulla sua applicazione alle mutevoli situazioni storiche. Suscita e conduce lo sviluppo di tutto ciò che serve alla conoscenza e alla diffusione di questa verità: in particolare, l’esegesi della Sacra Scrittura e la ricerca teologica, che non si possono mai separare dalla direzione dello Spirito di verità né dal Magistero della Chiesa, in cui lo Spirito è sempre all’opera.

Tutto avviene nella fede e per la fede, sotto l’azione dello Spirito, come è detto nell’enciclica Dominum et Vivificantem: “Il Mysterium Christi nella sua globalità esige la fede, poiché è questa che introduce opportunamente l’uomo nella realtà del mistero rivelato. Il guidare alla verità tutta intera si realizza, dunque, nella fede e mediante la fede: il che è opera dello Spirito di verità ed è frutto della sua azione nell’uomo. Lo Spirito Santo deve essere in questo la suprema guida dell’uomo, la luce dello spirito umano. Ciò vale per gli apostoli, testimoni oculari, che devono ormai portare a tutti gli uomini l’annuncio di ciò che Cristo “fece ed insegnò” e, specialmente, della sua Croce, e della sua risurrezione. In una prospettiva più lontana, ciò vale anche per tutte le generazioni dei discepoli e dei confessori del Maestro, poiché dovranno accettare con fede e confessare con franchezza il mistero di Dio operante nella storia dell’uomo, il mistero rivelato che di tale storia spiega il senso definitivo” (Dominum et Vivificantem, 6).

In questo modo lo “Spirito di verità” continuamente annunzia le cose future; continuamente mostra all’umanità questo futuro di Dio, che è al di sopra e al di fuori di ogni futuro “temporale”: e così riempie di valore eterno il futuro del mondo. Così lo Spirito convince l’uomo, facendogli capire che, con tutto ciò che è, e ha, e fa, è chiamato da Dio in Cristo alla salvezza. Così il “Paraclito”, lo Spirito di verità, è il vero “Consolatore” dell’uomo. Così è il vero Difensore e Avvocato. Così è il vero Garante del Vangelo nella storia: sotto il suo influsso la buona Novella è sempre “la stessa” ed è sempre “nuova”; e in modo sempre nuovo illumina il cammino dell’uomo nella prospettiva del cielo con “parole di vita eterna” (Gv 6, 68).


A fedeli di lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

A TOUS LES PÈLERINS de langue française venus ce matin, je souhaite de recevoir avec joie l’Esprit de Pentecôte.

En particulier, j’exprime mes vœux et mes encouragements aux membres du Chapitre général des Religieux de Saint-Vincent-de-Paul qui se consacrent à l’évangélisation des milieux populaires. Que votre saint patron, chers amis, vous aide à demeurer ensemble fidèles à votre haute mission, dans le respect et l’amour des plus pauvres!

* * *

J’ADRESSE ÉGALEMENT un salut cordial aux membres de Aumônerie du cinquième Chasseurs de Périgueux, officiers et soldats: que l’expérience d’Eglise de votre pèlerinage vous fasse découvrir toujours mieux la vérité du Christ et la force de son amour!

A tous ici présents, je donne volontiers ma Bénédiction Apostolique.  

A fedeli provenienti da Paesi anglofoni  

Dear Brothers and Sisters,

I OFFER A WARM welcome to all the English-speaking pilgrims and visitors, and I greet especially the Franciscan Missionaries of Mary participating in a renewal course on the charism of the Foundress of their Religious Institute. My greetings go to the members of the Oasis of Love Community from the Philippines. May your pilgrimage to Rome and the Holy Land strengthen you in your daily witness to Christ.

* * *

I ALSO WELCOME a delegation of Buddhist Monks from Sri Lanka. May your mission of good will further the cause of peace in the world.

To all the English-speaking people present, especially to the pilgrim groups from Indonesia, Korea, and India, to the visitors from South Africa, as well as the students from Finland, I extend my cordial good wishes of peace and joy in our Lord Jesus Christ.

A quanti sono giunti da Paesi di espressione tedesca  

ERFLEHEN WIR, liebe Brüder und Schwestern, der Kirche, ihren Hirten und uns selbst immer wieder diesen göttlichen Beistand des Geistes der Wahrheit. Indem ich euch diese Bitte besonders empfehle, grüße ich euch alle sehr herzlich in so großer Zahl zu der heutigen Audienz: die Gruppen und Einzelpilger, vor allem die zahlreichen Jugendlichen unter euch. Einen besonderen Glückwunsch richte ich an die Gruppe von Priesterjubilaren aus der Erzdiözese Bamberg. Für reiche Gnaden des pfingstlichen Geistes erteile ich euch allen und euren Angehörigen in der Heimat von Herzen meinen besonderen Apostolischen Segen.

Di lingua spagnola  

Amadísimos hermanos y hermanas,

DOY MI MÁS CORDIAL bienvenida a este encuentro a todas las personas, familias y grupos de los diversos Países de América Latina y de España, junto con mi saludo afectuoso y el deseo de que vuestra visita a Roma, centro de la catolicidad, refuerce vuestra fe y os aliente en vuestra vida cristiana.  

* * *  

EN PARTICULAR, saludo a las peregrinaciones procedentes de Madrid, Toledo, Valencia y Castellón. Igualmente, a los representantes de los Países del Pacto andino y de Centroamérica así como al grupo de peregrinos chilenos.

A todos imparto la Bendición Apostólica.  

Ai pellegrini di espressione portoghese  

Caríssimos irmãos e irmãs de língua portuguesa,

COM VOTOS CORDIAlS de felicidades, saúdo quantos me escutam, em particular os muitos Brasileiros presentes: que o Espírito da Verdade, o Espírito Santo, ilumine sempre de esperança em Cristo os vossos caminhos, na graça e na paz de Deus, nosso Pai.  

Ai suoi connazionali  

POZDRAWIAM PIELGRZYMÓW, zwłaszcza tych, którzy przybyli, by 18 maja obchodzić rocznicę bitwy pod Monte Cassino. Pragnę przypomnieć słowa wypowiedziane przez biskupów polskich podczas ostatniej Konferencji na Jasnej Górze: “Szczególną troską duszpasterzy Kościoła w Polsce była i pozostaje nadal podmiotowość narodu i spoleczeństwa. Nauka społeczna Kościoła głosi, że ludzkiej naturze odpowiadajcą tylko takie struktury prawno-polityczne, które by zawsze i coraz lepiej dawały wszvstkim obywatelom, bez żadnej dyskryminacji, skuteczną możliwość swobodnego i czynnego udziału w uchwalaniu zarówno podstaw prawnych wspólnoty politycznej, jak i w zarządzaniu państwem, w określaniu pole działania i celów różnych insytuacji oraz w zyborze władz”. Jest to nauka zawarta w Soborze Watykańskim II, w Konstytucji a Gaudium et spes”. Życzę wszystkim światła i mocy Ducha Świętego, zarówno tu obecnym, jak i wszystkim rodakom w Polsce i na emigracji.  

Ad alcuni gruppi italiani  

Desidero ora porgere il mio saluto cordiale alle famiglie appartenenti al Movimento dei Focolari, che sono qui convenute, giungendo da diverse nazioni per conoscere più profondamente le esigenze spirituali della loro vocazione matrimoniale. Carissimi, la Beata Vergine Maria sia sempre per voi modello di dedizione religiosa, di umile operosità e di attento, reciproco amore cristiano.  

* * *  

Saluto poi voi, dirigenti del Movimento Femminile della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, su cui invoco, a sostegno delle nuove responsabilità che vi sono state affidate, abbondanti grazie ed energie spirituali, per un contributo sempre più valido alla Chiesa ed alla società civile.  

* * *  

Il mio pensiero va pure ai membri del Coro di Creta, ed ai loro distinti accompagnatori. Di vero cuore vi esprimo il mio benvenuto, cui unisco l’augurio che il vostro soggiorno in Italia favorisca quel dialogo fraterno, tanto necessario per l’unità dei cristiani.

A tutti giunga la mia benedizione.  

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli  

Desidero esprimere, come di consueto, il mio cordiale saluto ai giovani, agli ammalati e ai novelli sposi.

In questo mese dedicato alla Vergine SS.ma affido a Lei voi giovani, i vostri ideali e i vostri propositi, affinché Ella vi ottenga la forza necessaria per testimoniare la fede cristiana negli ambienti del vostro studio o del vostro lavoro. Come Maria, accogliete la parola di Dio per farla crescere e sviluppare abbondantemente nei vostri cuori.  

* * *  

A voi cari fratelli e sorelle infermi, chiedo di offrire, come Maria sotto la Croce, le vostre sofferenze a Dio per la salvezza del mondo. Ricordatevi che il vostro patire non è vano, se saprete abbracciarlo con sentimenti soprannaturali, contribuendo così ad arricchire la Chiesa di meriti e a collaborare con essa nella sua missione redentrice.  

* * *  

Anche a voi sposi novelli, auguro che nella vostra nuova famiglia non manchi mai la presenza premurosa e materna di Maria SS.ma: Colei che concepì il Verbo di Dio Incarnato. Imparate da Lei su quali fondamenti di salda fede, di fervida speranza e di operosa carità edificare la vostra comunità d’amore per vivere una vita coniugale nella gioia e nella grazia del Signore.

 

© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana

MARIOCAPALBO
00sabato 6 aprile 2013 12:01
“Parákletos”
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 24 maggio 1989



1. Nella scorsa catechesi sullo Spirito Santo siamo partiti dal testo giovanneo del “discorso d’addio” di Gesù, che costituisce in certo modo la principale fonte evangelica della pneumatologia. Gesù annuncia la venuta dello Spirito Santo - Spirito di verità, che “procede dal Padre” (Gv 15, 26) e che verrà mandato dal Padre agli apostoli e alla Chiesa “nel nome” di Cristo, in virtù della Redenzione operata nel sacrificio della Croce, secondo l’eterno disegno di salvezza. Nella potenza di questo sacrificio anche il Figlio “manda” lo Spirito, annunziando che la sua venuta si effettuerà in conseguenza, e quasi a prezzo della propria dipartita (cf. Gv 16, 7). Vi è dunque un legame, enunciato da Gesù stesso, tra la sua morte-Risurrezione-Ascensione e l’effusione dello Spirito Santo, tra la Pasqua e la Pentecoste. Anzi, secondo il quarto Vangelo il dono dello Spirito Santo avviene la sera stessa della Risurrezione (cf. Gv 20, 22-25). Si può dire che lo squarcio del fianco di Cristo in Croce apre la via all’effusione dello Spirito, che sarà un segno e un frutto della gloria ottenuta con la Passione e morte.

Il testo del discorso di Gesù nel Cenacolo ci rende anche noto che egli chiama lo Spirito Santo il “Paraclito”: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre” (cf. Gv 14, 16). Analogamente anche in altri testi leggiamo: “. . . il Paraclito, lo Spirito Santo” (cf. Gv 14, 26; Gv 15, 26; Gv 16, 7). Invece di “Paraclito” molte traduzioni adoperano la parola “Consolatore”; essa è accettabile, benché occorra ricorrere all’originale greco “Parákletos” per afferrare appieno il senso di ciò che Gesù dice dello Spirito Santo.

2. “Parákletos”, letteralmente significa: “colui che è invocato” (da para-kaléin, “chiamare in aiuto”), e dunque “il difensore”, “l’avvocato”, nonché “il mediatore” che adempie la funzione di intercessore (intercessor). È questo senso di “Avvocato-Difensore” che ora ci interessa, pur non ignorando che alcuni padri della Chiesa usano “Parákletos” nel senso di “Consolatore”, particolarmente in riferimento all’azione dello Spirito Santo nei riguardi della Chiesa. Per adesso fissiamo la mente e svolgiamo il discorso sullo Spirito Santo come parákletos-avvocato-difensore. Questo termine ci permette di cogliere anche la stretta affinità tra l’azione di Cristo e quella dello Spirito Santo, quale risulta da una ulteriore analisi del testo giovanneo.

3. Quando Gesù nel Cenacolo, alla vigilia della sua Passione, annuncia la venuta dello Spirito Santo, si esprime così: “Il Padre vi darà un altro Paraclito”. Da queste parole si rileva che Cristo stesso è il primo paraclito, e che l’azione dello Spirito Santo sarà simile a quella da lui compiuta, costituendone quasi il prolungamento.

Gesù Cristo, infatti, era il “difensore” e lo rimane. Lo stesso Giovanni lo dirà nella sua prima lettera: “Se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato (Parákletos) presso il Padre: Gesù Cristo giusto” (1 Gv 2, 1).

L’avvocato (difensore) è colui che, mettendosi dalla parte di coloro che sono colpevoli a motivo dei peccati commessi, li difende dalla pena meritata per i loro peccati, li salva dal pericolo di perdere la vita e la salvezza eterna. Gesù Cristo ha compiuto proprio questo. E lo Spirito Santo viene chiamato “il Paraclito”, perché continua a rendere operante la Redenzione con cui Cristo ci ha liberati dal peccato e dalla morte eterna.

4. Il Paraclito sarà “un altro avvocato-difensore” anche per una seconda ragione. Rimanendo con i discepoli di Cristo, egli li circonderà della sua cura vigile con virtù onnipotente. “Io pregherò il Padre - dice Gesù - ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14, 16): “. . . egli dimora presso di voi e sarà in voi” (Gv 14, 17). Questa promessa va collegata alle altre fatte da Gesù nell’andare al Padre: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20). Noi sappiamo che Cristo è il Verbo che “si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14). Se, andando al Padre, egli dice: “Io sono con voi . . . fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20), se ne deduce che gli apostoli e la Chiesa dovranno continuamente ritrovare per mezzo dello Spirito Santo quella presenza del Verbo-Figlio, che durante la sua missione terrena era “fisica” e visibile nell’umanità assunta, ma che, dopo la sua Ascensione al Padre, sarà totalmente immersa nel mistero. La presenza dello Spirito Santo che, come ha detto Gesù, è intima alle anime e alla Chiesa (Egli dimora presso di voi e sarà in voi [Gv 14, 17]) renderà presente il Cristo invisibile in modo duraturo, “fino alla fine del mondo”. La trascendente unità del Figlio e dello Spirito Santo farà sì che l’umanità di Cristo, assunta dal Verbo, abiti e operi ovunque si attua con la potenza del Padre il disegno trinitario della salvezza.

5. Lo Spirito Santo-paraclito sarà l’avvocato difensore degli apostoli, e di tutti coloro che, nei secoli, saranno nella Chiesa gli eredi della loro testimonianza e del loro apostolato, particolarmente nei momenti difficili che impegneranno la loro responsabilità fino all’eroismo. Lo ha predetto e promesso Gesù: “Vi consegneranno ai loro tribunali . . . sarete condotti davanti ai governatori e ai re . . . Quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire . . . non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi” (Mt 10, 17-20; similiter Mc 13, 11; Luca 12, 12: “perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire”).

Anche in questo senso molto concreto, lo Spirito Santo è il paraclito-avvocato. Si fa trovare vicino, e anzi presente agli apostoli, quando essi devono confessare la verità, motivarla e difenderla. Egli stesso, diventa allora il loro ispiratore; egli stesso parla con le loro parole, e insieme con essi e per loro mezzo rende testimonianza a Cristo e al suo Vangelo. avanti agli accusatori egli diventa come l’“Avvocato” invisibile degli accusati, per il fatto che agisce come loro patrocinatore, difensore, confortatore.

6. Specialmente durante le persecuzioni contro gli apostoli e contro i primi cristiani, ma anche in quelle di tutti i secoli, si avvereranno le parole pronunciate da Gesù nel Cenacolo: “Quando verrà il Paraclito che io vi manderò dal Padre . . . egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me sin dal principio” (Gv 15, 26-27).

L’azione dello Spirito Santo è quella di “testimoniare”. È un’azione interiore, “immanente”, che si svolge nel cuore dei discepoli, i quali poi rendono testimonianza a Cristo all’esterno. Mediante quella presenza e quell’azione immanenti, si manifesta e avanza nel mondo la “trascendente” potenza della verità di Cristo, che è il Verbo-Verità e Sapienza. Da lui deriva agli apostoli, mediante lo Spirito, la potenza della testimonianza secondo la sua promessa: “Io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere” (Lc 21, 15). Ciò è avvenuto già fin nel caso del primo martire Stefano, del quale l’autore degli Atti degli Apostoli scrive che era “pieno di Spirito Santo” (At 6, 5), così che gli avversari “non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava” (At 6, 10). Anche nei secoli successivi gli oppositori della fede cristiana hanno perseverato nell’infierire contro gli annunciatori del Vangelo, spegnendo a volte nel sangue la loro voce, senza riuscire, tuttavia, a soffocare la verità di cui erano portatori: essa ha continuato a vigoreggiare nel mondo con la forza dello Spirito.

7. Lo Spirito Santo - Spirito di verità, paraclito - è colui che, secondo la Parola di Cristo, “convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Gv 16, 8). È significativa la spiegazione che Gesù stesso dà di queste parole: peccato, giustizia e giudizio. “Peccato” significa soprattutto la mancanza di fede incontrata da Gesù tra “i suoi”, quelli cioè del suo popolo, i quali giunsero sino alla sua condanna a morte sulla Croce. Parlando poi della “giustizia”, Gesù sembra aver in mente quella giustizia definitiva, che il Padre gli renderà (. . . perché vado al Padre) nella Risurrezione e nell’Ascensione al cielo. In questo contesto, “giudizio” significa che lo Spirito di verità dimostrerà la colpa del “mondo” nel rifiutare Cristo, o, più generalmente, nel voltare le spalle a Dio. Poiché però il Cristo non è venuto nel mondo per giudicarlo e condannarlo, ma per salvarlo, in realtà anche quel “convincere quanto al peccato” da parte dello Spirito di verità deve essere inteso come un intervento orientato alla salvezza del mondo, al bene finale degli uomini.

Il “giudizio” si riferisce soprattutto al “principe di questo mondo”, cioè a satana. Egli infatti sin dall’inizio tenta di volgere l’opera della creazione contro l’alleanza e l’unione dell’uomo con Dio: scientemente si oppone alla salvezza. Perciò è “già stato giudicato” sin dall’inizio, come ho spiegato nell’enciclica Dominum et Vivificantem, (Dominum et Vivificantem, 27).

8. Se lo Spirito Santo paraclito deve convincere il mondo proprio di questo “giudizio”, senza dubbio lo deve fare per continuare l’opera di Cristo che mira alla universale salvezza (cf. Dominum et Vivificantem, 27).

Possiamo pertanto concludere che nel rendere testimonianza a Cristo, il Paraclito è un assiduo (anche se invisibile) Avvocato e Difensore dell’opera della salvezza - e di tutti coloro che si impegnano in quest’opera. Ed è anche il garante della vittoria definitiva sul peccato e sul mondo sottomesso al peccato, per liberarlo dal peccato e introdurlo nella via della salvezza.

Ai gruppi di lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

J’ADRESSE MON CORDIAL salut à tous les pèlerins de langue française. En particulier, je voudrais dire mes encouragements aux Sœurs de Notre-Dame des Apôtres. Que votre présence près du tombeau de Pierre vous renouvelle dans le don de votre vie au Seigneur et dans votre générosité missionnaire!

* * *

JE SALUE également les membres de “Foi et Lumière”; je vous souhaite, chers amis, d’être toujours avec joie des témoins du Christ parmi vos frères qui attendent la Bonne Nouvelle.

A tous, aux groupes de jeunes notamment, je donne volontiers ma Bénédiction Apostolique.

Ai gruppi di fedeli di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I WISH TO GREET the Christian Brothers who have come to Rome for a Renewal Course, to deepen their commitment to Christ and to the service of his Church through a period of study and prayer. Dear Brothers: may your stay in this City increase your knowledge of the mystery of God’s call, a call which echoes through all of history and is directed at all peoples. To all the Englishspeaking visitors and pilgrims, especially the visitors from Korea, I cordially impart my Apostolic Blessing.

Ai fedeli di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

MIT DIESER KURZEN Betrachtung grüße ich sehr herzlich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. Ich wünsche Euch allen einen bereichernden Romaufenthalt und erteile Euch und Euren Lieben in der Heimat, wie auch den mit uns verbundenen Hörerinnen und Hörern von Radio Vatikan von Herzen den Apostolischen Segen.

Ai fedeli di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

SALUDO AHORA cordialmente a todos los peregrinos y visitantes de lengua española. En particular a los Hermanos Maristas y las Religiosas de la Compañía de Santa Teresa de Jesús, que hacen en Roma un curso de espiritualidad. A todos aliento a una entrega generosa e ilusionada a Dios y a la Iglesia, en fidelidad al propio carisma religioso.

Imparto con afecto la Bendición Apostólica a todas las personas, familias y grupos procedentes de los diversos Países de América Latina y de España.

Ai fedeli di lingua portoghese

Caríssimos irmãos e irmãs de língua portuguesa,

AS MINHAS CORDIAIS saudações aos que me escutam, com votos de saúde, paz e graça, na caridade e alegria do Espírito Santo!

Ai fedeli e ai pellegrini polacchi

POZDRAWIAM SERDECZNIE pielgrzymów z Polski. Witam wszystkie grupy: pielgrzymów z parafii Matki Bożej z Lourdes - Kraków, księża misjonarze; pielgrzymów z Klubu Inteligencji Katolickiej - Bielsko-Biała; z parafii św. Wincentego a Paulo - Bydgoszcz; z parafii św. Jerzego - Biłgoraj; z dekanatu kaliskiego; z parafii Matki Bożej Pocieszenia w Szamotułach; współpracowników misyjnych księży pallotynów z całej Polski; parafię polonijną w Leeds - Anglia; pielgrzymkę byłych dzieci polskich, które znalazły schronienie w Indiach; grupę kolejarzy z Wałbrzycha; grupę Logos-Tour z Wrocławia; poza tym uczestników grup turystycznych PKS, Orbisu, Turysty, Pol-Tour z Gdańska, Orbisu z Bydgoszczy. . . . My dobrze znamy to wezwanie „niech zstąpi Duch Twój i odnowi ziemię”. Tyle razy tego wezwania używalem będąc jeszcze w Polsce, będąc w Piekarach Sląskich - wspominam o tym, bo teraz, w tę niedzielę jest pielgrzymka do Piekar - a także podczas pierwszych odwiedzin w Warszawie: „Niech zstąpi Duch Twój i odnowi ziemię tę naszą polską ziemię”. Wszyscy wyczuwamy, że znowu chodzi o to samo, o to, ażeby dokonała się odnowa na tej naszej polskiej ziemi i dlatego te słowa wypowiedziane przy pierwszej pielgrzymce w Warszawie na placu Zwycięstwa nabierają na nowo swojej aktualności. Nie przestaję się modlić wraz z całym moim narodem o tę odnowę, której zródłem ostatecznym jest Duch Swięty. Niech zstąpi Duch Twój i odnowi ziemię, naszą polską ziemię, nasz polski naród, naszą współczesność i przyszłość!

Ai numerosi fedeli italiani

Abbiamo oggi tra noi alcuni gruppi di Religiose, presenti a Roma per vari motivi. Saluto cordialmente le Suore di Carità “Immacolata Concezione” di Ivrea, accompagnate da docenti, studenti e familiari dei loro istituti educativi. Esse festeggiano il 150° anniversario della nascita al cielo della loro Fondatrice, Serva di Dio Antonia Maria Verna.

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È presente, inoltre, un gruppo di Suore della Provvidenza, provenienti da tutta Italia per seguire un corso di spiritualità in occasione del loro 40° anniversario di professione religiosa.

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Vi è poi un gruppo di Piccole Sorelle dei Poveri, che hanno concluso gli esercizi spirituali.

A voi tutte, Sorelle carissime, l’espressione del mio compiacimento per le varie circostanze che vi hanno portato a Roma e a far visita alla Sede di Pietro. Vedo in queste iniziative la testimonianza della vostra fede e del vostro amore per la vostra santa vocazione. Perseverate con coraggio e portate ancora molti frutti di vita eterna!

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Rivolgo un caldo saluto anche ai pellegrini della parrocchia dei Santi Andrea e Lorenzo, di Fisciano in provincia di Salerno, presenti insieme con le autorità cittadine. Mi hanno chiesto di benedire la statua della Madonna di Fatima, venerata nella chiesa parrocchiale: cosa che faccio ben volentieri, implorando la Vergine Santissima che ottenga a tutti voi, cari fratelli e sorelle, l’abbondanza delle grazie celesti per una serena convivenza civile ed ecclesiale nella pratica della giustizia, delle virtù morali e sociali, nella pace e nella concordia.

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Dalla provincia di Salerno, e questa volta dal Comune di Mercato San Severino, proviene pure un gruppo di visitatori desiderosi di dare una testimonianza di amore e di fede al Successore di Pietro, anche a nome dell’intera popolazione locale, ancora sofferente per gli strascichi del terremoto del 1980. A voi, cari fratelli e sorelle, il mio affettuoso saluto e l’espressione della mia gratitudine con l’augurio di un fiducioso impegno di progresso civile e spirituale.

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Da Napoli, infine, proviene un gruppo di anziani associati all’Azione cattolica e legati tra loro da fraterna collaborazione ed amicizia. Anche a voi, cari fratelli, il mio cordiale benvenuto, ed il mio compiacimento per le vostre attività, che sono testimonianza di fede e di solidarietà cristiana.

A tutti voi, fratelli e sorelle presenti, va la mia affettuosa Benedizione, che estendo di cuore ai vostri cari, in particolare a coloro che soffrono o sono nel bisogno.

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Mi rivolgo ora ai giovani, ai malati, agli sposi novelli, presenti a questa Udienza e li saluto invitandoli a trarre forza e incoraggiamento nella solennità liturgica della SS.ma Trinità celebrata domenica scorsa e da quella del Corpo e Sangue del Signore, che sarà celebrata domani o domenica prossima.

A voi giovani, che sentite profondamente il valore della compagnia, raccomando di vivere col pensiero continuo al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, per non sentirvi mai soli e diventare trasparenza di Dio nel mondo contemporaneo. Voi, carissimi malati, pensando a Cristo che ha offerto il suo Corpo e versato il suo Sangue per tutti noi, sentite la fierezza di essere con Lui Ostia vivente per la salvezza del mondo. Quanto a voi, sposi novelli, impegnatevi a costruire la vostra famiglia a immagine della Santa Trinità, e vivrete nella gioia di un amore, che non verrà mai meno.

Nell’affidarvi alla materna protezione di Maria Ausiliatrice, vi benedico tutti di cuore.



© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana
MARIOCAPALBO
00sabato 6 aprile 2013 12:03
Preparazione alla venuta dello Spirito Santo alla luce delle promesse veterotestamentarie
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 31 maggio 1989



1. “E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso” (Lc 24, 49). Dopo gli annunci dati da Gesù agli apostoli il giorno prima della sua Passione e morte, ecco ora, riportata dal Vangelo di Luca, la promessa di un prossimo compimento. Nelle catechesi precedenti ci siamo basati soprattutto sul testo del “discorso d’addio”, contenuto nel Vangelo di Giovanni, analizzando ciò che Gesù dice nell’ultima Cena sul Paraclito e sulla sua venuta: testo fondamentale, in quanto riporta l’annuncio e la promessa di Gesù, che, alla vigilia della sua morte collega la discesa dello Spirito Santo con il suo “andar via”, sottolineando anzi che essa avverà “a prezzo” della sua dipartita. Perciò Gesù dice: “È bene per voi che io me ne vada” (Gv 16, 7).

Anche il Vangelo di Luca, nella sua parte finale, riporta sull’argomento importanti affermazioni di Gesù dopo la Risurrezione. Egli dice: “E io manderò su di voi quello che il Padre mi ha promesso, ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto” (Lc 24, 49). L’Evangelista riporta questa stessa raccomandazione all’inizio degli Atti degli Apostoli, di cui egli pure è l’autore: “Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre” (At 1, 4).

2. Parlando della “promessa del Padre”, Gesù indica la venuta dello Spirito Santo, già preannunciata nell’antico testamento. Leggiamo infatti nel libro del profeta Gioele: “Dopo questo effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito” (Gl 3, 1-2). Proprio a questo testo del profeta Gioele si riferiva Pietro nel primo discorso di Pentecoste, come vedremo ancora in seguito.

Anche Gesù, parlando della “promessa del Padre”, si richiama, all’annuncio dei profeti, significativo pur nella sua genericità. Gli annunci di Gesù nell’ultima Cena sono stati espliciti e diretti. Se ora, dopo la Risurrezione, egli si riferisce all’antico testamento, è segno che vuol mettere in rilievo la continuità della verità pneumatologica in tutta la Rivelazione. Vuol dire che Cristo dà compimento alle promesse fatte da Dio già nell’antica alleanza.

3. Queste promesse hanno trovato un’espressione particolare nel profeta Ezechiele (Ez 36, 22-28). Dio annunzia per il tramite del profeta la rivelazione della propria santità, che è stata profanata dai peccati del popolo eletto, e specialmente mediante l’idolatria. Annunzia anche che radunerà nuovamente Israele, purificandolo da ogni macchia. E poi promette: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi . . . voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”. (Ez 36, 26-28).

L’oracolo di Ezechiele precisava, con la promessa del dono dello Spirito, la celebre profezia di Geremia sulla nuova alleanza: “Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova . . . Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò nel loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo” (Ger 31, 31. 33). In questo testo il profeta sottolinea che questa “nuova alleanza, sarà diversa dalla precedente - da quella cioè che era legata alla liberazione di Israele dalla schiavitù d’Egitto.

4. Gesù, prima di andare al Padre, nella prossimità ormai di ciò che dovrà avvenire il giorno della Pentecoste, si richiama alle promesse profetiche. Egli ha presente, in particolare, i testi così eloquenti di Ezechiele e di Geremia, nei quali si fa esplicito riferimento alla “alleanza nuova”. Quel “mettere dentro uno spirito nuovo”, profeticamente annunciato e promesso, è rivolto al “cuore”, all’essenza interiore, spirituale, dell’uomo. Il frutto di questo innesto di uno spirito nuovo, sarà la collocazione della legge di Dio nell’intimo dell’uomo (nel loro animo) e dunque un profondo legame di natura spirituale e morale. In ciò consisterà l’essenza della nuova legge, infusa nei cuori (indita), come dice san Tommaso (cf. Summa Theologiae, I-II, q. 106, a. 1), riferendosi al profeta Geremia e a san Paolo, al seguito di sant’Agostino (cf. De Spiritu et littera, cc. 17. 21. 24: PL 44. 218. 224. 225).

Secondo l’oracolo di Ezechiele, non si tratterà soltanto della legge di Dio infusa nell’anima dell’uomo, bensì del dono dello Spirito di Dio. Gesù annuncia il prossimo adempimento di questa profezia stupenda: lo Spirito Santo, autore della nuova legge, e nuova legge egli stesso, sarà presente e operante nei cuori: “Voi lo conoscete perché egli dimora presso di voi e sarà in voi” (Gv 14, 17). Cristo, infatti, già la sera della Risurrezione, presentandosi agli apostoli riuniti nel Cenacolo, dice loro: “Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20, 22).

5. L’“effusione dello Spirito” non comporta dunque solamente il “porre”, l’inscrivere la legge divina nell’intimo dell’essenza spirituale dell’uomo. Essa, in virtù della Pasqua redentiva di Cristo, realizza anche il dono di una Persona divina: lo Spirito Santo stesso viene “dato” agli apostoli (cf. Gv 14, 16), perché “dimori” in loro (cf. Gv 14, 17). È un dono nel quale Dio comunica se stesso all’uomo nell’intimo mistero della propria divinità, affinché questi, partecipando alla natura divina, alla vita trinitaria, fruttifichi spiritualmente. È dunque il dono che sta a fondamento di tutti i doni soprannaturali, come spiega san Tommaso Summa Theologiae, I, q. 38, a. 2). È la radice della grazia santificante che, appunto, “santifica” mediante la “partecipazione alla natura divina” (cf. 2 Pt 1, 4). È chiaro che questa santificazione comporta una trasformazione in senso morale dello spirito umano. E così, ciò che veniva formulato nell’annuncio dei profeti come un “porre” la legge di Dio nel “cuore”, viene confermato, precisato e arricchito di significato nella nuova dimensione dall’“effusione dello Spirito”. Sulla bocca di Gesù e nei testi degli evangelisti la “promessa” raggiunge la pienezza di significato: il dono della Persona stessa del Paraclito.

6. Questa “effusione”, questo dono dello Spirito ha come scopo anche il consolidamento della missione degli apostoli al primo affacciarsi della Chiesa nella storia, e in seguito, in tutto lo svolgimento della sua missione apostolica. Infatti, congedandosi dagli apostoli Gesù dice loro: sarete “rivestiti di potenza dall’alto” (Lc 24, 49); “. . . avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8).

“Sarete testimoni”: gli apostoli si sono già sentiti dire questo durante il “discorso d’addio” (cf. Gv 15, 27). In quello stesso discorso Gesù aveva collegato la loro umana, oculare e “storica” testimonianza su di lui con la testimonianza dello Spirito Santo: “Egli mi renderà testimonianza” (Gv 15, 26). Perciò, “sulla testimonianza dello Spirito di verità l’umana testimonianza degli apostoli troverà il supremo sostegno. E in seguito vi troverà anche l’interiore fondamento della sua continuazione tra le generazioni che si susseguiranno nei secoli” (Dominum et Vivificantem, 5).

Si tratta, allora e in seguito, dell’attuazione del Regno di Dio come è inteso da Gesù. Egli, infatti, nello stesso colloquio precedente l’Ascensione al cielo, una volta ancora insiste con gli apostoli che si tratta di questo Regno (cf. At 1, 3) nel suo senso universale ed escatologico, e non di un “regno per Israele” (At 1, 6) soltanto temporale, al quale essi ancora miravano.

7. Nello stesso tempo Gesù raccomanda agli apostoli di rimanere a Gerusalemme dopo la sua Ascensione. Proprio là “riceveranno la potenza dall’alto”. Là scenderà su di loro lo Spirito Santo. Ancora una volta sono messi in rilievo il legame e la continuità tra l’antica e la nuova alleanza. Gerusalemme, come punto d’arrivo della storia del Popolo di Dio nell’antica alleanza, deve diventare ora il punto di partenza della storia del Popolo della nuova alleanza - ossia della Chiesa.

Gerusalemme è stata eletta da Cristo stesso (cf. Lc 9, 51; Lc 13, 33) come luogo del compimento della sua missione messianica; luogo della sua morte e della risurrezione (Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere [Gv 2, 19]), luogo della Redenzione. Con la Pasqua di Gerusalemme il “tempo di Cristo” si prolunga nel “tempo della Chiesa”: il momento decisivo sarà il giorno della Pentecoste. “Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme” (Lc 24, 46-47). Questo “cominciamento” avverrà sotto l’azione dello Spirito Santo, che, all’inizio della Chiesa, come Spirito creatore (Veni, Creator Spiritus), prolunga l’opera svolta al momento della prima creazione, quando lo Spirito di Dio “aleggiava sulle acque” (Gen 1, 2).

Ad alcuni gruppi di espressione inglese

Dear Brothers and Sisters,

I WISH TO EXTEND a cordial welcome to the Canadian members of the Equestrian Order of the Holy Sepulchre of Jerusalem and to the groups from Korea and India. My special greeting also goes to the members of the Society of Saint Birgitta from Sweden and to the participants in the Swedish Church Study tour. I look forward to my Pastoral visit to your country next week. May your stay in Rome serve to deepen your understanding of the Catholic Church and of the historical roots shared by all Christians. Upon all the English-speaking visitors and pilgrims I invoke joy and peace in our Lord Jesus Christ.

Ad alcuni fedeli di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

MIT DlESER KURZEN Betrachtung grüße ich alle Pilger und Besucher aus den deutschsprachigen Ländern. Ich wünsche Euch einen frohen Aufenthalt in der”Ewigen Stadt“und erbitte Euch und Euren Familien sowie den mit uns über Radio Vatikan verbundenen Hörerinnen und Hörern mit meinem Apostolischen Segen von Herzen Gottes steten Schutz und weise Führung.

Ai fedeli di espressione spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

PRESENTO AHORA mi más cordial saludo de bienvenida a todos los peregrinos y visitantes de los diversos países de América Latina y de España.

En especial, a la peregrinación organizada por las Misioneras Eucarísticas de Nazareth, de Sevilla, a los alumnos del Colegio “Antonio Machado” de Colmenar Viejo (Madrid) y a los grupos parroquiales de Salobreña, Santa Pola y Arenys de Mar.

A todos imparto con afecto la Bendición Apostólica.

Ai numerosi fedeli provenienti dal Brasile

Amados irmãos e irmãs de língua portuguesa,

SAÚDO CORDIALMENTE os numerosos Brasileiros, vindos de São Paulo, Porto Alegre, Rio de Janeiro e Salvador, e quantos me escutam: desejo-vos todo o bem, na graça de Deus! E que Ele vos ajude a viver segundo o seu Espírito, com um “coração novo”, pelos caminhos da justiça, do amor e da fraternidade!

Ad un pellegrinaggio di ungheresi

VORREI SALUTARE in ungherese il coro della “Schola Hungarica”, presente alla odierna Udienza generale.

Ai fedeli polacchi

POZDRAWIAM PIELGRZYMÓW z Polski, w szczególności pielgrzymkę katedralną z Tarnowa; Oazę Rodzin z Kielc; współ pracowników misyjnych sióstr pallotynek; polonijną parafią św. Anny w Jersey City; pielgrzymkę maryjną Polskiego Katolickiego Biura Pielgrzymkowego ze Stanów Zjednoczonych; neoprezbiterów z rodzinami; grupę turystyczną “Gościniec” z Drohiczyna; Klub Sportowy z Płocka; kolejarzy z Krakowa oraz uczestników grup turystycznych z Warszawy: PKS, Orbis, Turysta . . . Dzisiaj, w ostatni dzień maja Kosciół obchodzi święto Nawiedzenia Matki Bożej. To święto przypomina mi szczególne doświadczenie Kościoła w Polsce, jakim było nawiedzenie Matki Bożej w okresie przed Tysiącleciem Chrztu, podczas Tysiąclecia Chrztu i po jego zakończeniu. O ile wiem, to nawiedzenie odbywa się obecnie po raz drugi. Nawiedzenie, które miało początek w domu Elżbiety, gdzie Matka Boża przyniosła tej swojej krewnej Jezusa w swoim łonie i została przez nią pozdrowiona jako “laski pełna”, jako ta, “która uwierzyła”. Myślę, że nawiedzenie Matki Bożej na polskiej ziemi w ciągu wielu lat w różnych wspólnotach pomagało nam stale na nowo coraz głębiej uwierzyć razem z Maryją i w ten sposób wierząc odnalźć siebie, swoje powołanie, swoją godność chrześcijańską, a także swoją godność społeczną, swoją godność narodową, wielkie dziedzictwo kultury, języka, historii, które nasz naród przez tysiąc lat dziedziczy od momentu Chrztu. Przypominam o tym nawiedzeniu Matki Bożej ze względu na dzisiejsze święto, przypominam także dlatego, ażeby raz jeszcze podziękować Jasnogórskiej Pani za wszystkie dobra duchowe i społeczne, które swoim nawiedzeniem przyniosła do naszych polskich rodzin, paraffi, wspólnot, do całego społeczeństwa.

Ai numerosi gruppi italiani

Mi è gradito ora porgere il mio benvenuto ai numerosi pellegrini italiani presenti a questa Udienza. Saluto voi Allievi Ufficiali della Scuola del Genio di Roma-Cecchignola e vi esorto ad essere lealmente coerenti alla fede cristiana e ai valori che essa anima, per un proficuo impegno in favore della Nazione italiana.

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Rivolgo il mio saluto cordiale a voi, care sorelle, che componete la Delegazione delle Ostetriche del Lazio. Siate di aiuto ad ogni madre perché accetti, custodisca e porti alla luce il figlio, donato dal Signore.

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Giunga poi la mia parola di incoraggiamento ai Missionari e Missionarie, che stanno partecipando al corso di aggiornamento sul tema: “I Laici nell’evangelizzazione”.

Carissimi, sappiate che apprezzo la vostra opera di annuncio cristiano, che svolgete nei vari territori di missione. Invoco su di voi lo Spirito del Signore, perché siate sempre più generosi nel portare ad ogni persona il dono della Verità di Cristo e la consolante certezza della redenzione.

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Saluto, infine, membri della “Compagnia di Sant’Orsola”, che, con alcuni accompagnatori, siete qui giunti da Barletta, per suggellare la ricorrenza del 75° anniversario di fondazione del vostro Sodalizio. Auguro che il Signore porti a compimento ogni vostra volontà di bene e di donazione per l’incremento della fede nei vostri cuori e nell’ambiente che voi frequentate.

Di questi voti sia per tutti pegno l’Apostolica Benedizione.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Saluto ora con affetto e gioia tutti i giovani, gli ammalati e le nuove coppie di sposi.

Carissimi, la festa liturgica di oggi ci ricorda la visita di Maria alla cugina Elisabetta, ormai prossima alla maternità. L’incontro si trasforma in un’occasione di fede e di amore concreto. Fede in Dio che “si prende cura degli uomini” (1 Pt 5, 7) e stimola le nostre energie spirituali al servizio dei fratelli.

Mediante Maria, è Dio che si prende cura di Elisabetta. Mediante le due cugine, chiamate alla maternità, è Dio che si prende cura di Giovanni Battista e di Gesù.

Mediante l’Opera del Precursore e del Signore, è Dio che porta a pieno compimento la sua sollecitudine amorosa e misericordiosa verso Israele e verso l’umanità intera.

La vostra venuta a Roma, miei cari, rafforzi la generosità della vostra fede, perché siate, come Maria, come Elisabetta, strumenti gioiosi e docili nelle mani di Dio che “si prende cura” di tutti gli uomini, chiamati ad essere figli nel Figlio suo. Tornando alle vostre case, sentitevi anche voi mandati a prendervi cura dei piccoli e degli anziani, dei sani e dei malati, dei vicini e dei lontani. Questo pellegrinaggio a Roma vi renda “visitatori” come Maria.

Con la mia Benedizione.



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