Catechesi sul Credo, parte III: Lo Spirito Santo Datore di Vita Aprile1991

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MARIOCAPALBO
00domenica 7 aprile 2013 18:54
Lo Spirito Santo, principio della nuova vita con l'abbondanza dei suoi doni
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 3 aprile 1991



1. Ospite dell’anima, lo Spirito Santo è la fonte intima della nuova vita partecipata da Cristo ai credenti in Lui: una vita secondo la “legge dello Spirito” che, in forza della Redenzione, prevale ormai sulla potenza del peccato e della morte, operante nell’uomo dopo la caduta originale. L’Apostolo stesso si immedesima in questo dramma del conflitto tra l’intimo sentimento del bene e l’attrattiva del male, tra la tendenza della “mente” a servire la legge di Dio e la tirannia della “carne” che sottopone al peccato (cf. Rm 7, 14-23). Ed esclama: “Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?” (Rm 7, 24).

Ma ecco la nuova esperienza intima, che corrisponde alla verità rivelata sull’azione redentrice della grazia: “Non c’è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte . . .” (Rm 8, 12). È un nuovo regime di vita inaugurato nei cuori “per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5, 5).

2. Tutta la vita cristiana si svolge nella fede e nella carità, nella pratica di tutte le virtù, secondo l’intima azione di questo Spirito rinnovatore, dal quale procede la grazia che giustifica, vivifica e santifica, e con la grazia procedono tutte le nuove virtù che costituiscono il tessuto della vita soprannaturale. Si tratta della vita che si sviluppa non solo dalle facoltà naturali dell’uomo -intelletto, volontà, sensibilità -ma anche dalle nuove abilitazioni sovraggiunte (superadditae) con la grazia, come spiega San Tommaso d’Aquino (San Tommaso, Summa theologiae, I-II, q. 62, aa. 1, 3). Esse danno all’intelligenza la possibilità di aderire a Dio-Verità nella fede; al cuore di amarlo nella carità, che è nell’uomo come “una partecipazione dello stesso Amore divino, lo Spirito Santo” (Ivi, II-II, q. 23, a. 3, ad 3); e a tutte le potenze dell’anima e in qualche modo anche del corpo di partecipare alla nuova vita con atti degni della condizione di uomini elevati alla partecipazione della natura e della vita di Dio nella grazia: “consortes divinae naturae”, come dice San Pietro (2 Pt 1, 4).

È come un nuovo organismo interiore, in cui si manifesta la legge della grazia: legge scritta nei cuori, più che su tavole di pietra o in codici cartacei; legge che San Paolo chiama, come abbiamo visto, “legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù” (Rm 8, 2); (cf. Sant’Agostino, De Spiritu et littera, c. 24: PL 44, 225; San Tommaso, Summa theologiae, I-II, q. 106, a. 1).

3. Nelle precedenti catechesi dedicate all’influsso dello Spirito Santo sulla vita della Chiesa, abbiamo sottolineato la molteplicità dei doni da Lui concessi per lo sviluppo di tutta la comunità. La stessa molteplicità si verifica nella vita cristiana personale: ogni uomo riceve i doni dello Spirito Santo nella concreta condizione esistenziale in cui si trova, a misura dell’amore di Dio dal quale derivano la vocazione, il cammino, la storia spirituale di ognuno.

Lo leggiamo nella narrazione della Pentecoste, nella quale lo Spirito Santo riempie tutta la comunità, ma riempie anche ogni persona presente. Infatti, mentre del vento, che simboleggia lo Spirito, viene detto che “riempì tutta la casa dove si trovavano” (At 2, 2), delle lingue di fuoco, altro simbolo dello Spirito, viene precisato che “si posarono su ciascuno di loro” (At 2, 3). Allora “essi furono tutti pieni di Spirito Santo” (At 2, 4). La pienezza è data ad ognuno; e questa pienezza implica una molteplicità di doni per tutti gli aspetti della vita personale.

Tra questi doni, qui vogliamo ricordare e brevemente illustrare quelli che nel catechismo, come nella tradizione teologica, vengono particolarmente presentati con il nome di doni dello Spirito Santo. È vero che tutto è dono, sia nell’ordine della grazia, sia in quello della natura e più in generale in tutta la creazione. Ma il nome di doni dello Spirito Santo nel linguaggio teologico e catechistico viene riservato a delle energie squisitamente divine che lo Spirito Santo infonde nell’anima a perfezionamento delle virtù soprannaturali, per dare allo spirito umano la capacità di agire in modo divino (cf. San Tommaso, Summa theologiae, I-II, q. 68, aa. 1, 6).

4. Occorre dire che una prima descrizione ed elencazione di doni si trova nell’Antico Testamento, e precisamente nel libro di Isaia, dove il profeta attribuisce al re messianico “spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore”, e poi nomina una seconda volta il sesto dono dicendo che il re “si compiacerà del timore del Signore” (Is 11, 2-3).

Nella versione greca dei Settanta e nella Volgata latina di San Girolamo è stata evitata la ripetizione; per il sesto dono è stato messo “pietà” invece di “timore del Signore”, sicché l’oracolo termina con queste parole: “spirito di scienza e di pietà, e sarà pieno dello spirito di timore del Signore” (Is 11, 2-3). Ma si può dire che lo sdoppiamento del timore e della pietà, tutt’altro che lontano dalla tradizione biblica sulle virtù dei grandi personaggi dell’Antico Testamento, diventa nella tradizione teologica, liturgica e catechistica cristiana una rilettura più piena della profezia, applicata al Messia, e un arricchimento del suo senso letterale. Gesù stesso, nella sinagoga di Nazaret, applica a sé un altro testo messianico di Isaia (Is 61, 1): “Lo Spirito del Signore è sopra di me . . .” (Lc 4, 18), che corrisponde all’inizio dell’oracolo che s’è appena citato, inizio che suona così: “Su di lui si poserà lo Spirito del Signore” (Is 11, 2). Secondo la tradizione riassunta da San Tommaso, i doni dello Spirito Santo “sono nominati dalla Scrittura come furono in Cristo, secondo il testo di Isaia”, ma si ritrovano, per derivazione da Cristo, nell’anima cristiana (cf. san Tommaso, Summa theologiae, I-II, q. 68, a. 1).

I riferimenti biblici appena accennati sono stati messi a confronto con le attitudini fondamentali dell’anima umana, considerate alla luce dell’elevazione soprannaturale e delle stesse virtù infuse. Si è sviluppata così la teologia medievale dei sette doni, che, pur non presentando un carattere di assolutezza dogmatica e quindi non pretendendo di offrire un numero limitativo dei doni né delle categorie specifiche in cui possono essere distribuiti, ha avuto e ha una grande utilità sia per la comprensione della molteplicità dei doni stessi in Cristo e nei Santi, sia come avvio al buon ordinamento della vita spirituale.

5. San Tommaso (Ivi, aa. 4, 7) e gli altri teologi e catechisti hanno tratto dal testo stesso di Isaia l’indicazione per una distribuzione dei Doni in ordine alla vita spirituale, proponendone un’illustrazione che qui è solo possibile sintetizzare:

1) C’è innanzitutto il Dono di sapienza, mediante il quale lo Spirito Santo illumina l’intelligenza, facendole conoscere le “ragioni supreme” della rivelazione e della vita spirituale e formando in lei un giudizio sano e retto circa la fede e la condotta cristiana: da uomo “spirituale” (pneumaticòs), direbbe San Paolo, e non solo “naturale” (psychicòs) o addirittura “carnale” (cf. 1 Cor 2, 14-15; Rm 7, 14).

2) C’è poi il Dono di intelligenza, come particolare acume, dato dallo Spirito, per intuire la Parola di Dio nella sua profondità e altezza.

3) Il Dono di scienza è la capacità soprannaturale di vedere e di determinare con esattezza il contenuto della rivelazione e della distinzione tra le cose e Dio nella conoscenza dell’universo.

4) Col Dono del consiglio lo Spirito Santo dà una soprannaturale abilità di regolarsi nella vita personale quanto alle azioni ardue da compiere e nelle scelte difficili da fare, come anche nel governo e nella guida degli altri.

5) Col Dono di fortezza lo Spirito Santo sostiene la volontà e la rende pronta, operosa e perseverante nell’affrontare le difficoltà e le sofferenze anche estreme, come avviene soprattutto nel martirio: in quello del sangue, ma anche in quello del cuore e in quello della malattia o della debolezza e infermità.

6) Mediante il Dono di pietà lo Spirito Santo orienta il cuore dell’uomo verso Dio con sentimenti, affetti, pensieri, preghiere, che esprimono la figliolanza verso il Padre rivelato da Cristo. Fa penetrare ed assimilare il mistero del “Dio con noi”, specialmente nell’unione con Cristo, Verbo incarnato, nelle relazioni filiali con la Beata Vergine Maria, nella compagnia degli angeli e santi in Cielo, nella comunione con la Chiesa.

7) Col Dono del timore di Dio lo Spirito Santo infonde nell’anima cristiana un senso di profondo rispetto per la legge di Dio e gli imperativi che ne derivano per la condotta cristiana, liberandola dalle tentazioni del “timore servile” e arricchendola invece di “timore filiale”, intriso di amore.

6. Questa dottrina sui Doni dello Spirito Santo rimane per noi un magistero di vita spirituale utilissimo per orientare noi stessi e per educare i fratelli, circa i quali abbiamo una responsabilità formativa, a un dialogo incessante con lo Spirito Santo e ad un abbandono fiducioso e amoroso alla sua guida. Essa è connessa e sempre riportabile al testo messianico di Isaia, che applicato a Gesù dice la grandezza della sua perfezione, e applicato all’anima cristiana segna i momenti fondamentali del dinamismo della sua vita interiore: capire (sapienza, scienza e intelligenza), decidere (consiglio e fortezza), permanere e crescere nella relazione personale con Dio, sia nella vita di orazione, sia nella buona condotta secondo il Vangelo (pietà, timore di Dio).

È perciò di fondamentale importanza sintonizzarsi con l’eterno Spirito-Dono, quale ci viene fatto conoscere dalla rivelazione nell’Antico e nel Nuovo Testamento: un unico infinito Amore, che si comunica a noi con una molteplicità e varietà di manifestazioni e donazioni, in armonia con l’economia generale della creazione.

Ai fedeli di espressione tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

Mit dieser kurzen Betrachtung grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher sehr herzlich. Mein besonderer Gruß gilt den Teilnehmern an der Osterromfahrt der Jugend der Diözese Regensburg. Ferner grüße ich die Teilnehmer an der Studienfahrt des katholischen Bildungswerkes Marktredwitz, die Pilgergruppe katholischer Soldatenfamilien aus Shape in Belgien sowie die Pilgergruppe der katholischen Militärseelsorge Klosterlechfeld bei Augsburg.

Die Botschaft von Ostern, die wir in den letzten Tagen neu vernommen haben, möge Euch allen Mut machen, Zeugnis zu geben von Jesu Auferstehung inmitten einer säkularisierten Welt. Was Euch trägt auf den Durststrecken des Alltags, ist der Glaube and die Auferstehung, die begonnen hat kraft der Taufe, durch die wir Christus einverleibt sind. Was Gott an Jesus in der Auferstehung getan hat, das kommt auch uns zugute, denn er hat uns ”dazu bestimmt, an Wesen und Gestalt seines Sohnes teilzuhaben, damit dieser der Erstgeborene unter vielen Brüdern sei“. Auch uns ist durch die Auferweckung Jesu endgültige Hoffnung in Aussicht gestellt.

Euch allen und Euren lieben Angehörigen in der Heimat sowie den mit uns über Radio und Fernsehen verbundenen Gläubigen erteile ich von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai fedeli di espressione francese

Chers Frères et Sœurs,

Je souhaite la bienvenue aux pèlerins de langue française venus à Rome en cette semaine pascale. J’adresse, en particulier, mon cordial salut aux prêtres de Montréal à qui je souhaite un bon stage de formation. Je salue avec joie le pèlerinage français de la région apostolique Midi-Pyrénées conduit par Monseigneur Gaidon et Monseigneur Vanel, avec les chorales liturgiques qui l’accompagnent. Je salue également le pèlerinage de l’Association des Retraitants Paroissiaux en formant les meilleurs vœux pour son apostolat. A chacun d’entre vous, chers amis, j’accorde de grand cœur ma Bénédiction Apostolique.

Ai numerosi fedeli di espressione inglese

Dear Brothers and Sisters,

My cordial greetings go to the newly ordained Deacons from the Pontifical Scots College and from the Pontifical Irish College, together with their parents, relatives and friends. Dear Deacons: May the gift of the Holy Spirit which you received on the day of your Ordination always sustain you in your ministry of service to the People of God. As joyful witnesses of the Risen Lord, may you model your lives ever more fully upon Christ, the obedient servant of the Father’s will. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors I invoke the grace and peace of God our Father and the Lord Jesus Christ.

Ai numerosi gruppi di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Me es grato saludar ahora a los numerosos grupos de peregrinos de lengua española, procedentes de España y de América Latina, especialmente a los de jóvenes y a los parroquiales.

De modo particular saludo a las Religiosas del Instituto Catequista Dolores Sopeña; a los feligreses de la Parroquia Castrense-Diocesana de San Francisco, de San Fernando (Cádiz-España); al grupo de la Obra de Ejercicios Espirituales de Navarra, así como al grupo de estudiantes del Liceo Monterrey, de México.

Que la alegría que nos trae Cristo resucitado llene todo vuestro ser y os ayude a ser siempre testigos de su acción salvífica en el mundo. Al agradecer a todos vuestra presencia aquí os imparto con afecto la Bendición Apostólica.

Ai numerosi fedeli di lingua portoghese

Amadíssimos irmãos e irmãs,

Desejando a quantos me ouvis, em especial aos peregrinos de língua portuguesa, as alegrias da Páscoa do Senhor, com confiança, serenidade e paz, para que todos, pela “novidade” de vida, sejais sempre testemunhas de Cristo, nossa Páscoa, dou-vos a minha Bênção.

Ai pellegrini polacchi

Wdniu Zmartwychwstania Kościół śpiewa te słowa, wielbiąc Ofiarę wielkanocną. Victimae Paschali.

Kościół ogłasza zwycięstwo Ukrzyżowanego poprzez śmiertelną walkę. Jest to walka, zwarcie śmiertelne (duellum) pomiędzy Życiem a śmiercią.

Wielkanoc jest dniem kosmicznego przesilenia: zwycięstwo odniosło Życie. Chrystus jest Życiem. Jest Drogą i Prawdą.

W Chrystusie ukrzyżowanym i zmartwychwstałym dany jest ludziom klucz: Boży klucz. Jest to klucz do cywilizacji miłości, klucz do cywilizacji Życia przez Prawdę i Miłośc.

Pani Jasnogórska!

Naród mój, a także inne narody sąsiedzkie i pobratymcze stają u progu nowych czasów, które mają tworzyc jako szafarze swej przyszłości.

Jakim kluczem będą tę przyszłość otwierać?

Matko Chrystusa, który jest Prawdą i Życiem, wyjmij z ich rąk ten klucz, który wprowadza do cywilizacji śmierci. Utwierdź w ich dłoniach klucz cywilizacji Życia.

Przez wiele pokoleń zmartwychwstanie Chrystusa było dla nas natchnieniem, by przezwycieżyć śmierć narodu wolą życia.

Nie daj, abyśmy teraz ulegli. Nie pozwól, byśmy naszą przyszłość związali z cywilizacją śmierci!

Dux Vitae - mortuus - regnat Vivus!

Witam księży biskupów z Gdańska i z Sandomierza-Radomia; witam grupy pielgrzymie: współpracowników misyjnych sióstr pallotynek; Unię Młodych z Katolickiego Uniwersytetu w Lublinie; Polską Misję Katolicką z Düsseldorfu; studentów Wyższej Szkoły Rolniczo-Pedagogicznej z Siedlec; grupę “Turysty” z Bielska-Białej; duszpasterstwo kolejarzy z Lublina; grupę nauczycieli z Bielska-Białej oraz wszystkich innych pielgrzymów z kraju i emigracji nie objętych tymi grupami.

A diversi gruppi di fedeli italiani

Saluto ora tutti i pellegrini di lingua italiana che prendono parte a questa Udienza, augurando loro la gioia che proviene dal Cristo risorto.

Rivolgo un pensiero particolare al gruppo dei diaconi gesuiti del Collegio Internazionale del Gesù, in Roma, i quali, all’indomani della loro Ordinazione, sono venuti qui insieme con i loro Superiori e i loro familiari.

Carissimi neo-diaconi, vi esprimo le mie felicitazioni per questo traguardo, da voi raggiunto sulla via che vi condurrà, a Dio piacendo, all’altare con l’Ordinazione Sacerdotale.

Nell’apostolato che vi attende, siate uomini di Dio, affermando in tutta la vostra condotta il primato dello spirituale, la rettitudine della vostra fede e la totalità della vostra donazione al Signore, alla luce del carisma a voi lasciato dal vostro Fondatore, Sant’Ignazio di Loyola, di cui quest’anno si celebra il 5 centenario della nascita.

Saluto il pellegrinaggio dei giovani dell’Oratorio di “Santa Maria ed Elisabetta”, della parrocchia di San Giovanni Evangelista in Brescia. Forse non tutti sanno che si tratta proprio della parrocchia dove è cresciuto Giovanni Battista Montini -poi Paolo VI -trovando colà spunti eccellenti per la sua formazione cristiana e spirituale.

A tutti i giovani auguro che la tradizione educativa dell’oratorio continui ad essere sorgente di intensa e fervorosa vita cristiana. Saluto poi le Religiose di diverse Congregazioni, aderenti al “Movimento dei Focolari”, riunite al Centro di Castel Gandolfo per approfondire il carisma delle rispettive Fondazioni. Vi esprimo il mio apprezzamento per la vostra generosa corrispondenza agli impulsi dello Spirito Santo. Nell’impegno ecclesiale, a cui siete dedicate, non cessate di recare alle persone che incontrate il conforto della fede cristiana e della solidarietà umana. Il Signore vi assista e vi protegga sempre.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

E ora un particolare saluto a tutti i giovani, ammalati e sposi novelli.

Voi siete testimoni, in questa settimana di Pasqua, degli eventi meravigliosi compiuti in Cristo.

Egli è morto per compiere il sacrificio che ci ha redenti stabilendo una nuova alleanza; Egli è risorto, iniziando per tutti una nuova vita.

Lasciate, dunque, cari giovani, che il mistero pasquale penetri fino nei vostri cuori, in modo tale che questo evento di morte e di risurrezione dia senso alla vostra vita e alla vostra quotidiana testimonianza.

E voi, ammalati, unite sempre le vostre sofferenze al sacrificio di Cristo al fine di partecipare al suo mistero salvifico. Il Risorto diverrà così, per voi, sorgente di speranza, di fortezza nelle prove e di santificazione.

Infine, voi sposi novelli sappiate scoprire nel Cristo risorto, che solo garantisce solidità ed esito felice ad ogni agire umano, la fonte inesauribile del vostro amore sempre fedele e sempre nuovo.

A tutti la mia Benedizione.



© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana
MARIOCAPALBO
00domenica 7 aprile 2013 18:54
Lo Spirito Santo, radice della vita interiore
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 10 aprile 1991



1. San Paolo ci ha parlato, nella catechesi precedente, della “legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù” (Rm 8, 2): una legge secondo la quale bisogna vivere, se si vuole “camminare secondo lo Spirito” (Gal 5, 25), compiendo le opere dello Spirito, non quelle della “carne”.

L’Apostolo dà rilievo all’opposizione tra “carne” e “Spirito”, e tra i due generi di opere, di pensieri e di vita che ne dipendono: “Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito. Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace” (Rm 8, 5-6).

Lo spettacolo delle “opere della carne” e delle condizioni di decadenza spirituale e culturale a cui giunge l’“homo animalis” è desolante. Esso tuttavia non deve far dimenticare la ben diversa realtà della vita “secondo lo Spirito”, che pure è presente nel mondo e s’oppone al dilagare delle forze del male. San Paolo ne parla nella Lettera ai Galati rilevando, in opposizione alle “opere della carne” che escludono dal “regno di Dio”, il “frutto dello Spirito” che è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (cf. Gal 5, 19-22). Queste cose, sempre secondo San Paolo, sono dettate al credente dall’interno, cioè dalla “legge dello Spirito” (Rm 8, 2), che è in lui e che lo guida nella vita interiore (cf. Gal 5, 18.25).

2. Si tratta dunque di un principio della vita spirituale e della condotta cristiana, che è interiore e nello stesso tempo trascendente, come già si deduce dalle parole di Gesù ai discepoli: “Lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce . . . sarà in voi” (Gv 14, 17). Lo Spirito Santo viene dall’alto, ma penetra e risiede in noi per animare la nostra vita interiore. Gesù non dice solo: “Egli dimora presso di voi” (Gv 14, 17), il che può suggerire l’idea di una presenza che è soltanto vicina, ma aggiunge che si tratta di una presenza dentro di noi. San Paolo, a sua volta, augura agli Efesini che il Padre conceda loro “di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore” (Ef 3, 16): nell’uomo cioè che non si accontenta di una vita esterna, spesso superficiale, ma intende vivere nelle “profondità di Dio”, scrutate dallo Spirito Santo (cf. 1 Cor 2, 10).

La distinzione fatta da Paolo circa l’uomo “psichico” e l’uomo “spirituale” (cf. 1 Cor 2, 13-14) ci aiuta a capire la differenza e la distanza tra la maturazione connaturale alle capacità dell’anima umana e la maturità propriamente cristiana, che implica lo sviluppo della vita dello Spirito, la maturazione della fede, della speranza, della carità. La coscienza di questa Radice divina della vita spirituale, che dall’intimo dell’anima si espande in tutti i settori dell’esistenza, anche esterni e sociali, è un aspetto fondamentale e sublime dell’antropologia cristiana. Fondamento di tale coscienza è la verità di fede per cui credo che lo Spirito Santo abita in me (1 Cor 3, 16), prega in me (Rm 8, 26; Gal 4, 6), mi guida (Rm 8, 14) e fa sì che Cristo viva in me (Gal 2, 20).

3. Anche la similitudine, usata da Gesù nel colloquio con la Samaritana al “pozzo di Giacobbe”, circa l’“acqua viva” che egli darà a chi crede, acqua che “diventerà in lui sorgente che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 14), significa la scaturigine interiore della vita spirituale. È quanto chiarisce Gesù stesso in occasione della “festa delle Capanne” (cf. Gv 7, 2), quando, “levatosi in piedi, esclamò ad alta voce: “Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me” come dice la Scrittura (cf. Is 55, 1): fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. E l’evangelista Giovanni commenta: “Questo egli disse riferendosi allo Spirito Santo che avrebbero ricevuto i credenti in lui” (Gv 7, 37-39).

Nel credente lo Spirito Santo sviluppa tutto il dinamismo della grazia che dà la vita nuova, e delle virtù che traducono questa vitalità in frutti di bontà. Dal “seno” del credente lo Spirito Santo opera anche come fuoco, secondo l’altra similitudine usata dal Battista a proposito del battesimo: “Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt 3, 11); e da Gesù stesso circa la sua missione messianica: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra” (Lc 12, 49). Lo Spirito suscita perciò una vita animata da quel fervore che San Paolo raccomandava nella lettera ai Romani: “Siate ferventi nello Spirito” (Rm 12, 11). È la “fiamma viva di amore” che purifica, illumina, brucia e consuma, come ha spiegato così bene San Giovanni della Croce.

4. Nel credente si sviluppa così, sotto l’azione dello Spirito Santo, una santità originale, che assume, eleva e porta a perfezionamento, senza distruggerla, la personalità di ciascuno. Così ogni santo ha la sua fisionomia propria. Stella differt a stella, si può dire con San Paolo: “Ogni stella differisce dall’altra nello splendore” (1 Cor 15, 41): non solo nella “futura risurrezione”, a cui si riferisce l’Apostolo, ma anche nella presente condizione dell’uomo, che non è più solo psichico (dotato di vita naturale), ma spirituale (animato dallo Spirito Santo) (cf. 1 Cor 15, 44ss.).

La santità sta nella perfezione dell’amore. Essa tuttavia varia secondo la molteplicità di aspetti che l’amore prende nelle diverse condizioni della vita personale. Sotto l’azione dello Spirito Santo ognuno vince nell’amore l’istinto dell’egoismo, e sviluppa le forze migliori nel suo modo originale di donarsi. Quando la forza espressiva ed espansiva dell’originalità è particolarmente potente, lo Spirito Santo fa sì che intorno a tali persone (anche se a volte rimangono nascoste) si formino gruppi di discepoli e seguaci. Nascono così correnti di vita spirituale, scuole di spiritualità, istituti religiosi, la cui varietà nell’unità è dunque effetto di quel divino intervento. È lo Spirito Santo che valorizza, nelle persone e nei gruppi, nelle comunità e nelle istituzioni, tra i sacerdoti e tra i laici, le capacità di tutti.

5. Dalla interiore sorgente dello Spirito deriva anche il nuovo valore di libertà, che caratterizza la vita cristiana. Come dice San Paolo: “Dov’è lo Spirito del Signore c’è libertà” (2 Cor 3, 17). Direttamente, l’Apostolo si riferisce alla libertà acquisita dai seguaci di Cristo nei confronti della legge giudaica, in sintonia con l’insegnamento e l’atteggiamento dello stesso Gesù. Ma il principio che egli enuncia ha un valore generale. Egli, infatti, parla più volte della libertà come vocazione del cristiano: “Voi . . ., fratelli, siete stati chiamati alla libertà” (Gal 5, 13). E spiega bene di che si tratta. Secondo l’Apostolo, chi “cammina secondo lo Spirito” (Gal 5, 13), vive nella libertà, perché non si trova più sotto il giogo opprimente della carne: “Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne” (Gal 5, 16). “I desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace” (Rm 8, 6).

Le “opere della carne”, da cui è liberato il cristiano fedele allo Spirito, sono quelle dell’egoismo e delle passioni, che impediscono l’accesso al regno di Dio. Le opere dello Spirito, invece, sono quelle dell’amore: “Contro queste cose, osserva San Paolo, non c’è legge” (Gal 5, 23).

Ne risulta, secondo l’Apostolo, che “se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge” (Gal 5, 18). Scrivendo a Timoteo, egli non esita a dire: “La legge non è fatta per il giusto” (1 Tm 1, 9). E San Tommaso spiega: “Sui giusti la legge non ha forza coattiva, come sui cattivi” (San Tommaso, Summa theologiae, I-II, q. 96, a. 5, ad 1), poiché i giusti non fanno niente che sia contrario alla legge. Anzi, guidati dallo Spirito Santo, fanno liberamente più di quanto richiede la legge (cf. Rm 8, 4; Gal 5, 13-16).

6. Questa è la mirabile conciliazione della libertà e della legge, frutto dello Spirito Santo operante nel giusto, come avevano predetto Geremia ed Ezechiele annunciando l’interiorizzazione della legge nella Nuova Alleanza (cf. Ger 31, 31-343; Gal 5, 13-16).

“Porrò il mio Spirito dentro di voi” (Ez 36, 27). Questa profezia si è verificata e continua ad attuarsi sempre nei fedeli di Cristo e nell’insieme della Chiesa. È lo Spirito Santo che dà la possibilità di essere non dei semplici osservanti della Legge, ma dei liberi, ferventi e fedeli realizzatori del disegno di Dio. Si attua allora quanto dice l’Apostolo: “Tutti quelli . . . che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno Spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!” (Rm 8, 14-15). È la libertà da figli che era stata annunciata da Gesù come la vera libertà (cf. Gv 8, 36). È una libertà interiore, fondamentale, ma sempre orientata verso l’amore, che rende possibile o quasi spontaneo l’accesso al Padre nell’unico Spirito (cf. Ef 2, 18). È la libertà guidata che splende nella vita dei Santi.

Ai fedeli di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

Indem ich zum Schluß dieser Betrachtung dazu einlade, nach dem Geist der Osterzeit hoffnungsvoll in der neuen Wirklichkeit des Auferstehungsglaubens zu wandeln, grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher sehr herzlich. Ein besonderer Gruß gilt der Pilgergruppe der Pfarrgemeinde Christus König in Halver, den Pilgergruppen aus den Pfarreien St. Kunibert in Heimerzheim und St. Martinus, Ollheim, sowie der Pilgergruppe aus der Pfarrei Heilige Familie in Goldberg.

Euch allen und Euren lieben Angehörigen in der Heimat sowie den mit uns über Radio und Fernsehen verbundenen Gläubigen erteile ich für reiche österliche Gnaden von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai fedeli di lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Je souhaite la bienvenue aux pèlerins de langue française présents à cette audience. Je salue en particulier le groupe des Missionnaires d’Afrique venus suivre une session à Rome, au milieu de leurs lourdes tâches, ainsi que le pèlerinage de l’École de la Foi, à qui je souhaite de poursuivre le chemin parcouru dans sa mission d’approfondissement de la Parole de Dieu. J’offre tous mes vœux aux étudiants de Grèce et aux Cadets de Belgique en leur souhaitant de profiter de leur séjour à Rome pour recevoir ses richesses spirituelles et culturelles. J’adresse enfin mon très cordial salut à la paroisse Saint -Ferdinand - des - Ternes en espérant que ces journées romaines lui donneront beaucoup de joie.

A chacun d’entre vous, mes chers amis, j’accorde de grand cœur ma Bénédiction Apostolique.

Ai pellegrini di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I extend a warm welcome to the relatives and friends of the newly ordained Deacons from the North American College. My greetings go also to the pilgrimage group from Port Talbot, Wales, and to the members of the Cecilian Choir from Dundee, Scotland. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience I cordially invoke the joy and peace of the Risen Saviour.

Ad un gruppo proveniente dal Giappone

Sia lodato Gesù Cristo!

Carissimi pellegrini provenienti da varie parti del Giappone. Mentre nel cuore dei cristiani risuona il canto dell’Alleluia pasquale, non si possono dimenticare tutti coloro che attendono con ansia di poterlo cantare liberi dagli orrori delle guerre, dalla fame, dalle oppressioni e persecuzioni.

Invocate per essi l’aiuto dell’Immacolata Madre di Gesù Risorto. Confidando in questa vostra preghiera vi imparto volentieri la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Ai pellegrini provenienti da Paesi di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Deseo ahora dar mi más cordial bienvenida a este encuentro a todos los peregrinos y visitantes procedentes de los diversos Países de América Latina y de España.

Mi saludo afectuoso se dirige a los sacerdotes, religiosos y demás almas consagradas, así como a los grupos parroquiales y de colegios aquí presentes. En particular a la peregrinación proveniente de Monterrey (México) y a los ex-Alumnos de los Colegios de la Guardia Civil española.

A todos imparto de corazón la Bendición Apostólica.

Ai fedeli di lingua portoghese

Amados irmãos e irmãs,

Neste tempo de Páscoa, escutai e obedecei fielmente a esse Hóspede divino, para que a vossa vida floresça e se cubra dos frutos do Espírito Santo, em penhor dos quais vos concedo a Bęnção Apostólica.

Ai connazionali polacchi

“Wimię Jezusa Chrystusa ukrzyżowanego i zmartwychwstałego, w duchu Jego mesjańskiego posłannictwa, które trwa w dziejach ludzkości, podnosimy nasz głos i błagamy, aby raz jeszcze na tym etapie dziejów objawiła się owa Miłośc, która jest w Ojcu, aby za sprawą Syna i Ducha Świętego okazała się obecną w naszym współczesnym świecie i potężniejszą niż zło: potężniejszą niż grzech i śmierć

Błagamy za pośrednictwem Tej, która nie przestaje głosić "miłosierdzia z pokolenia na pokolenie", a także tych wszystkich, na których wypełniły się już do końca słowa z Kazania na Górze: "Błogosławieni miłosierni, albowiem oni miłosierdzia dostąpią"”.

Pani Jasnogórska! Słowa z encykliki o miłosierdziu Bożym są nam szczególnie bliskie. Przypominają one postać służebnicy Bożej, siostry Faustyny Kowalskiej. Ta prosta zakonnica w sposób szczególny przybliżyła Polsce, a także światu, paschalne orędzie Chrystusa Miłosiernego.

Było to w okresie przed II wojną światową z wszystkimi jej okrucieństwami. Naprzeciw całej zorganizowanej pogardy wobec człowieka orędzie Chrystusa umęczonego i zmartwychwstałego stawało się dla tylu ludzi w Polsce, a także daleko poza jej granicami, nawet na innych kontynentach, źródłem nadziei i siłą do przetrwania.

A dzisiaj? Czy również “w naszym współczesnym świecie”, w naszej Ojczyźnie, w społeczeństwie, wśród ludzi, którzy weszli na nowy etap dziejów, nie trzeba, aby miłość okazała się potężniejsza niż nienawiść i egoizm? Czy nie trzeba nam na język dzisiejszego pokolenia przetłumaczyć ewangelicznych słów: “Błogosławieni miłosierni, albowiem oni miłosierdzia dostąpią”.

O Matko, która głosisz Boże miłosierdzie “na pokolenia i pokolenia” - pomóż naszemu pokoleniu podźwignąc się z moralnego kryzysu. Niech odzyskuje wśród nas coraz pełniejsze prawo obywatelstwa Chrystusowe “przykazanie nowe”: “abyście się wzajemnie miłowali”, “abyście się społecznie miłowali”.

Witam wszystkie grupy: z Kęt, z parafii św. Małgorzaty; z parafii św. Wojciecha z Warszawy; z sanktuarium Matki Bożej Pocieszenia Strapionych z Lewiczyna koło Grójca; młodzież Liceum Ogólno - kształcącego im. Mikołaja Kopernika z Warszawy; z parafii Nawiedzenia Matki Bożei z Zaborowa; z parafii Najświętszego Serca Pana Jezusa z Rzeszowa; pielgrzymka młodzieży i straży pożarnej z parafii Matki Bożej Wspomożenia Wiernych z Lublina - księża salezjanie; z parafii św. Stanisława Kostki z Częstochowy; z parafii Najświętszego Serca Pana Jezusa z Głoskowic koło Częstochowy; z parafii św. Jakuba z Czuchowa; z parafii Bogarodzicy Dziewicy z Poznania; z parafii Świętych Piotra i Pawła z Jeleniej Góry; pielgrzymkę współpracowników misyjnych księży pallotynów z całej Polski; pielgrzymkę kolejarzy z Gdańska; pielgrzymkę Klubu Inteligencji Katolickiej i Fundacji Obrony Życia Poczętego im. Księdza Popiełuszki z Warszawy; grupę pielgrzymkowó-turystyczną “Quo vadis” z Krosna; “Quo vadis” z Bielska-Białej; inne grupy turystyczne: z Warszawy “Jupiter”; z Łańcuta “Euro-Trans-Tours”; z Poznania “Gromada”; z Bydgoszczy “Esperantur”; z Kłodzka “Bramar”; z Gdańska “Clif-Tours”; z Warszawy “Barbara”; grupę służby zdrowia z Piły; grupę młodzieży i profesorów XXIV Liceum Ogólnokształcącego im. Marii Curie-Skłodowskiej; innych pielgrzymów z kraju i emigracji nie objętych tymi grupami.

Ai pellegrini di lingua italiana

Nel salutare tutti i numerosi pellegrini di lingua italiana mi rivolgo oggi in particolare agli alunni delle Scuole Medie di Delianuova, Cosoleto, Scido, Sinopoli e Bova Marina, accompagnati dal loro Vescovo Monsignor Francesco Rimedio, dai Sindaci dei rispettivi Comuni, dagli insegnanti. Mi compiaccio per il singolare concorso di pittura, di composizione letteraria e poetica, indetto per ricordare la figura di un generoso missionario della Calabria. A tutti l’augurio che i grandi esempi di generosità e di servizio per la verità e la promozione delle popolazioni più povere possa divenire un ideale di vita ed un motivo di impegno per tanti giovani.

Saluto poi i membri delle squadre ciclistiche lucchesi, associate sotto il titolo “Amore e vita”, che raccolgono molti giovani desiderosi di praticare una sana attività sportiva, esaltando, nello stesso tempo, attraverso lo sport, la vita quale valore assoluto da difendere e salvaguardare in tutte le sue forme.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Un particolare saluto, ancora colmo della gioia della Pasqua, va ora ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli presenti a questa Udienza.

La nostra fede, certa e profonda, che Cristo è risorto, proietta una singolare luce su tanti interrogativi che costantemente il mondo ci pone: domande sulla vita, sul suo valore, sulla sua immortalità. La Risurrezione è l’evento, in cui si fonda ogni speranza, ogni liberazione, ogni conforto.

Continuate, voi giovani, a credere nella Risurrezione di Cristo, accogliendo da lui il vero messaggio per una vita nuova. Sappiate voi malati appoggiare la vostra speranza sulla parola di Gesù e sulla sua promessa. Possiate voi, sposi novelli, costruire la vostra casa sulla “stabile roccia” che è Cristo.

Gesù risorto vi illumini sempre e vi conforti, mentre vi accompagna la mia benedizione apostolica.



© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana
MARIOCAPALBO
00domenica 7 aprile 2013 19:13
Lo Spirito Santo, autore della nostra preghiera
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 17 aprile 1991



1. La prima e più eccellente forma di vita interiore è la preghiera. I dottori e maestri di spirito ne sono così convinti che spesso presentano la vita interiore come vita d’orazione. Di questa vita, il principale autore è lo Spirito Santo, come lo era già in Cristo. Leggiamo infatti nel Vangelo di Luca: “In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra”” (Lc 10, 21). È una preghiera di lode e di ringraziamento che, secondo l’evangelista, scaturisce da quella esultanza di Gesù “nello Spirito Santo”.

Sappiamo che durante la sua attività messianica il Maestro molte volte si ritirava nella solitudine per pregare, e che passava in preghiera notti intere (cf. Lc 6, 12). Per questa preghiera preferiva quei luoghi deserti che predispongono al colloquio con Dio, così rispondente al bisogno e all’inclinazione di ogni spirito sensibile al mistero della divina trascendenza (cf. Mc 1, 35; Lc 5, 16). Analogamente facevano Mosè ed Elia, come ci risulta dall’Antico Testamento (cf. Es 34,28; 1 Re 19, 8). Il libro del profeta Osea ci fa capire che vi è una particolare ispirazione alla preghiera nei luoghi deserti; Dio, infatti, “conduce nel deserto per parlare al cuore” dell’uomo (cf. Os 2, 16).

2. Anche nella nostra vita, come in quella di Gesù, lo Spirito Santo si rivela Spirito di preghiera. Ce lo dice in modo eloquente l’apostolo Paolo in un passo della lettera ai Galati, che abbiamo già citato in precedenza: “. . . che voi siete figli di Dio, ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!” (Gal 4, 6). In qualche modo, dunque, lo Spirito Santo trasferisce nei nostri cuori la preghiera del Figlio, che rivolge quel grido al Padre. Perciò anche nella nostra preghiera si esprime l’“adozione a figli”, che ci è concessa in Cristo e per Cristo (cf. Rm 8, 15). La preghiera professa la nostra fede consapevole nella verità che “siamo figli” e “eredi di Dio”, “coeredi di Cristo”. La preghiera ci permette di vivere di questa realtà soprannaturale grazie all’azione dello Spirito Santo che l’“attesta al nostro spirito” (Rm 8, 16-17).

3. I seguaci di Cristo già dagli inizi della Chiesa sono vissuti in questa stessa fede, espressa anche nell’ora della morte. Conosciamo la preghiera di Stefano, il primo martire, un uomo “pieno di Spirito Santo”, il quale durante la lapidazione diede prova della sua particolare unione con Cristo esclamando, come il suo Maestro crocifisso, in riferimento ai suoi uccisori: “Signore, non imputar loro questo peccato!”. E poi, sempre in orazione, fissando la gloria di Cristo elevato “alla destra di Dio”, gridò: “Signore Gesù, accogli il mio spirito” (At 7, 55-60). Questa preghiera era un frutto dell’azione dello Spirito Santo nel cuore del martire.

Anche negli Atti del martirio di altri confessori di Cristo, si ritrova la stessa ispirazione interiore della preghiera. In quelle pagine si esprime la coscienza cristiana formata alla scuola del Vangelo e delle Lettere degli Apostoli, e diventata coscienza della Chiesa stessa.

4. In realtà, soprattutto nell’insegnamento di San Paolo, lo Spirito Santo appare come l’autore della preghiera cristiana. Anzitutto perché sprona alla preghiera. È lui che genera il bisogno e il desiderio di ottemperare a quel “Vegliate e pregate” raccomandato da Cristo, specialmente nell’ora della tentazione, perché “lo spirito è pronto ma la carne è debole” (Mt 26, 41). Un’eco di questa esortazione sembra risonare nella esortazione della Lettera agli Efesini: “Pregate . . . incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilate a questo scopo con ogni perseveranza . . . perché mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del Vangelo” (Ef 6, 18-19). Paolo si riconosce nella condizione degli uomini che hanno bisogno di preghiera per resistere alla tentazione e non cadere vittime della loro umana debolezza, e per far fronte alla missione a cui sono chiamati. Egli ha sempre presente e in qualche momento sente in modo quasi drammatico la consegna che gli è stata data, di essere nel mondo, specialmente in mezzo ai pagani, il testimone di Cristo e del Vangelo. E sa che ciò che è chiamato a fare e a dire è anche e soprattutto opera dello Spirito di verità, del quale Gesù ha detto: “prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Gv 16, 14). Trattandosi di una “cosa di Cristo” che lo Spirito Santo prende per “glorificarlo” mediante l’annuncio missionario, è solo con l’entrare nel circuito di quel rapporto tra Cristo e il suo Spirito, nel mistero dell’unità col Padre, che l’uomo può svolgere una simile missione: la via d’ingresso in tale comunione è la preghiera, suscitata in noi dallo Spirito.

5. Con parole particolarmente penetranti, nella lettera ai Romani l’Apostolo mostra come “lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili (Rm 8, 26). Simili gemiti Paolo ascolta salire in qualche modo dall’intimo stesso della creazione, la quale, “attendendo la rivelazione dei figli di Dio”, con la speranza di “essere liberata dalla schiavitù della corruzione, geme e soffre quasi nelle doglie del parto” (Rm 8, 19.21-22). E su questo scenario, storico e spirituale, opera lo Spirito Santo: “Colui che scruta i cuori (Dio) sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché Egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio” (Rm 8, 27).

Siamo alla radice più intima e profonda della preghiera. Paolo ce la addita e ci fa dunque comprendere che lo Spirito Santo non soltanto ci sprona alla preghiera, ma Egli stesso prega in noi!

6. Lo Spirito Santo è all’origine della preghiera che rispecchia nel modo più perfetto la relazione intercorrente tra le divine Persone della Trinità: la preghiera di glorificazione e di azione di grazie, con cui si onora il Padre, e con Lui il Figlio e lo Spirito Santo. Questa preghiera era sulla bocca degli Apostoli nel giorno della Pentecoste, quando “annunziavano le grandi opere di Dio” (At 2, 11). Lo stesso avvenne nella casa del centurione Cornelio, quando, durante il discorso di Pietro, i presenti ricevettero “il dono dello Spirito Santo” e “glorificavano Dio” (cf. At 10, 45-47).

San Paolo interpreta questa prima esperienza cristiana, diventata patrimonio comune nella Chiesa delle origini, quando nella Lettera ai Colossesi, dopo aver auspicato che “la parola di Cristo . . . dimori in voi con tutta la sua ricchezza” (Col 3, 16), esorta i cristiani a permanere nella preghiera, “cantando a Dio di cuore e con gratitudine”, ammaestrando e ammonendo se stessi con “salmi, inni e cantici spirituali” (Col 3, 16). E chiede loro che questo stile di vita orante venga trasferito in tutto “quello che si fa in parole ed opere”: “Tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di Lui grazie a Dio Padre” (Col 3, 17). Analoga raccomandazione nella Lettera agli Efesini: “Siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni . . . cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo” (Ef 5, 18-20).

Risalta qui la dimensione trinitaria della preghiera cristiana, secondo l’insegnamento e l’esortazione dell’Apostolo. Si vede altresì come, secondo l’Apostolo, è lo Spirito Santo che sprona a tale preghiera e la forma nel cuore dell’uomo. La “vita di orazione” dei Santi, dei mistici, delle scuole e correnti di spiritualità, che si è sviluppata nei secoli cristiani, è sulla linea dell’esperienza delle comunità primitive. Su tale linea si mantiene la liturgia della Chiesa, come appare, ad esempio, nel Gloria in excelsis Deo, quando diciamo: “Ti rendiamo grazie, per la tua gloria immensa”; così nel Te Deum, nel quale lodiamo Dio e lo confessiamo Signore. Nei Prefazi, poi, ritorna l’invariabile invito: “Rendiamo grazie al Signore Nostro Dio”, e i fedeli sono invitati a dare la risposta di assenso e di partecipazione: “È cosa buona e giusta”. Come è bello, peraltro, ripetere con la Chiesa orante, alla fine di ogni Salmo e in tante altre occasioni, la breve, densa e splendida dossologia del Gloria Patri: “Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito Santo . . .”.

7. La glorificazione di Dio Uno e Trino, sotto l’azione dello Spirito Santo che prega in noi e per noi, avviene principalmente nel cuore, ma si traduce anche nelle lodi vocali per un bisogno di espressione personale e di associazione comunitaria nel celebrare le meraviglie di Dio. L’anima che ama Dio esprime se stessa nelle parole e facilmente anche nel canto, come sempre è avvenuto nella Chiesa, fin dalle prime comunità cristiane. Sant’Agostino c’informa che “Sant’Ambrogio introdusse il canto nella Chiesa di Milano” (cf. Sant’Agostino, Confessioni, 9, cap. 7: PL 32,770), e ricorda di aver pianto ascoltando “gli inni e i cantici soavemente echeggianti della tua Chiesa, tocco da commozione profonda” (cf. Ivi, 9, cap. 6: PL 32,769). Anche il suono può essere di aiuto nella lode a Dio, quando gli strumenti servono a “trasportare in alto (rapere in celsitudinem) gli affetti umani” (San Tommaso, Expositio in Psalmos, 32,2). Così si spiega il valore dei canti e dei suoni nella liturgia della Chiesa, in quanto “servono a eccitare l’affetto verso Dio . . . (anche) con le varie modulazioni dei suoni . . .” (San Tommaso, Summa theologiae, II-II, q. 92, a. 2; Sant’Agostino, Confessioni, 10, cap. 22: PL 32,800). Se le norme liturgiche vengono osservate, si può sperimentare anche oggi ciò che Sant’Agostino ricordava in quell’altro passo delle sue Confessioni: “Quali voci, o mio Dio, levai a te nel leggere i salmi di Davide, cantici di fede, musica di pietà . . . Quali voci levavo a Te nel leggere quei salmi! Come mi infiammavo d’amore per Te e di desiderio di recitarli, se avessi potuto, in faccia a tutta la terra . . .” (Sant’Agostino, Confessioni, 9, cap. 4, n. 8). Tutto ciò avviene quando, sia le anime singole sia la comunità, assecondano l’azione intima dello Spirito Santo.

Ai pellegrini di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

Mit dieser kurzen Betrachtung grüße ich alle deutschsprachigen Pilger sehr herzlich. Ein besonderer Willkommensgruß gilt der Gruppe aus dem Dekanat Egeln, der Pfarrgemeinde Heilige Familie in Zwickau, den Jubilarinnen der Barmherzigen Schwestern vom heiligen Vinzenz von Paul in Untermarchtal den Ordensschwestern aus verschiedenen Kongregationen, die an einem geistlichen Kurs in La Storta teilnehmen, sowie der sorbischen Pilgergruppe aus Balbitz in der Lausitz.

Euch allen, Euren lieben Angehörigen daheim sowie den über Radio und Fernsehen mit uns Verbundenen erteile ich von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai fedeli di lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

J’accueille avec plaisir les personnes de langue française présentes à cette audience. J’adresse un encouragement particulier aux religieuses de la Congrégation de Jésus et Marie pour la reprise de leurs activités après leur stage de renouveau spirituel. Je salue aussi cordialement les membres de l’École de formation et d’évangélisation de la Communauté Emmanuel: que l’Esprit vous guide sur votre route!

Et c’est une joie pour moi de saluer le groupe de personnes âgées, et même très âgées, conduites ici par les Petits Frères des Pauvres: que le Seigneur vous garde dans sa paix!

A tous, je donne bien volontiers ma Bénédiction Apostolique.

Ai pellegrini e ai visitatori di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I extend a cordial welcome to the Christian Brothers taking part in an International Renewal Programme. May your time in Rome deepen your love for Christ and his Church and give you strength and joy to carry out your important educational apostolate. My greetings also go to the recently-named Provincials of the Missionary Oblates of Mary Immaculate. From Britain, I welcome a group of Officers of the Royal Navy. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors I invoke the joy and peace of the Risen Saviour.

Ai fedeli di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Saludo ahora muy cordialmente a todos los peregrinos y visitantes de lengua española.

En particular, a las Religiosas Adoratrices y a las Hermanas Mercedarias de la Caridad a quienes aliento vivamente a una entrega generosa a Dios y a la Iglesia.

Igualmente saludo a la peregrinación de la Villa de Santońa (Cantabria), portadores de una imagen de Santa María del Puerto, con ocasión del Quinto Centenario del Descubrimiento de América.

Por último, mi afectuosa bienvenida a los jóvenes integrantes de la “Coral Santa Teresa”, del Colegio “El Carmelo”, de Zaragoza.

A todas las personas, familias y grupos provenientes de los diversos Países de América Latina y de España imparto de corazón la Bendición Apostólica.

Ai pellegrini di lingua portoghese

Amadíssimos irmãos e irmãs,

Neste tempo de Páscoa, o Cristo ressuscitado está a dizer-nos que o Espírito Santo vem em auxílio da nossa fraqueza, ajudando-nos a manter um diálogo contínuo com Deus-Pai. Implorando a Deus que derrame sobre todos quantos me ouvis aquela Luz inacessível, concedo a minha Bênção Apostólica.

Ai pellegrini polacchi

Pani Jasnogórska! Dziś odczytuję wobec Ciebie wraz z uczestni kami audiencji słowa związane z Rokiem Maryjnym, a zawarte w Liście apostolskim “Mulieris Dignitatem” - o godności kobiety - z 1988 r.

“Od początku posłannictwa Chrystusa kobieta okazuje wobec Niego i wobec całej Jego tajemnicy tę szczególną wrażliwość, jaka stanowi cechę charakterystyczną kobiecości. . . . Potwierdza się to szczególnie w tajemnicy paschalnej - nie tylko w momencie Krzyża, ale także o poranku Zmartwychwstania. Kobiety pierwsze są przy grobie. Pierwsze znajdują grób pusty. Pierwsze słyszą: "Nie ma Go tu …, zmartwychwstał, jak powiedział". One też naprzód są wezwane do tego, aby tę prawdę zwiastować apostołom ”.

Jakże znamienne jest to pierwszeństwo. Zmartwychwstanie jest prawdą o Bogu, który jest życiem i miłuje życie. Jest prawdą ostateczną o życiu, które Bóg w Jezusie Chrystusie przeznacza dla człowieka. . . .poza granicą śmierci.

Kobieta jest w Ewangelii pierwszą zwiastunką tego życia. Ta, która jest pierwszym świadkiem poczynającego się w niej życia ludzkiego - jest też pierwszą zwiastunką tego życia, które objawiło się nam w Chrystusie Zmartwychwstałym.

Jakże głęboka jest wymowa tego faktu! Jakaż logika Ewangelii!

Byłbym wdzięczny moim rodakom za rozważenie listu “Mulieris Dignitatem” w tym okresie, kiedy w związku z prawem do życia dziecka nie narodzonego muszą być gruntownie rozważone prawa kobietymatki.

Matko Jasnogórska!

“Mulieris Dignitatem” stało się dopowiedzeniem encykliki “Redemptoris Mater”. Nie można myśleć o życiu i powołaniu wszystkich na świecie kobiet, nie wpatrując się w Ciebie - zawsze, a zwłaszcza w naszej epoce, gdy “postęp jednostronny może również oznaczać stopniowy zanik wrażliwości na człowieka, na to, co istotowo ludzkie. W tym sensie przede wszystkim nasze czasy oczekują na objawienie się owego "geniuszu" kobiety, który zabezpieczy wrażliwość na człowieka w każ - dej sytuacji: wrażliwość dlatego, że jest człowiekiem! I dlatego, że "największa jest miłość" ”.

Witam wszystkich pielgrzymów z Polski. Witam księdza arcybiskupa lwowskiego obrządku łacińskiego z biskupem pomocniczym: ks. abpa Mariana Jaworskiego i bpa Marka Trofimiaka, witam również bpa Zimniaka z Katowic. Pozdrawiam grupę z parafii św. Maksymiliana Kolbe z Mistrzejowic, Kraków-Nowa Huta; pracowników Instytutu Pediatrii Akademii Medycznej z Krakowa i Prokocimia z duszpasterzami; pracowników przedsiębiorstwa “Remobudowa” z Krakowa; z parafii Matki Bożej Częstochowskiej z Wołomina; z parafii św. Krzysztofa z Podkowy Leśnej koło Warszawy; z parafii św. Klemensa z Nadarzyna; z parafii Miłosierdzia Bożego z Grójca; grupę “Caritasu” z Gniezna; z parafii św. Mateusza z Mielca; z parafii Najświętszego Serca Pana Jezusa z Lublina; z parafii Świętych Floriana i Katarzyny z Gołębia w diecezji lubelskiej; dzieci z domów dziecka w Częstochowie; grupę z parafii św. Stanisława Biskupa i Męczennika w Serokomli w diecezji siedleckiej; z parafii św. Jakuba i Królowej Korony Polskiej z Lęborka w diecezji koszalińsko-kołobrzeskiej; grupę duszpasterstwa księży michaelitów z Bydgoszczy; z parafii Świętych Piotra i Pawła z Jeleniej Góry; pielgrzymkę z archidiecezji wrocławskiej; z parafii św. Bartłomieja Apostoła z Głogówka w diecezji opolskiej; grupę młodzieży i profesorów XXVIII Liceum Ogólnokształcącego z łodzi wespół z młodzieżą włoską z Sory i Frosinone; grupę młodzieży III Liceum Ogólnokształcącego z Białegostoku; a także grupy turystyczne: “Gryfia” z Warszawy, “Impuls-Sport” z Warszawy, “Agra” z Kielc, “Almabus” z Wrocławia oraz grupę kolejarzy z Poznania, Towarzystwo Italia-Polonia; grupę nauczycieli z Bielska-Białej i innych pielgrzymów z Polski, z kraju i z emigracji, nie objętych tymi grupami.

Ai pellegrini italiani

Saluto ora i numerosi gruppi di pellegrini italiani.

Sono lieto di accogliere le Superiore Provinciali e le Consigliere Generali della Congregazione delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, riunite in questi giorni a Roma per un incontro in preparazione al Capitolo Generale.

Saluto, poi, le Suore iuniores dell’Istituto delle Suore Missionarie del Catechismo, impegnate in un corso di aggiornamento dottrinale e spirituale. Auguro a tutte di rispondere con sempre maggiore generosità alla particolare chiamata del Signore che le ha scelte come segni vivi del suo amore nel mondo.

Rivolgo un cordiale pensiero agli studenti della Facoltà di Giurisprudenza di Pisa, che hanno voluto prendere parte all’odierna Udienza.

Do, inoltre, il mio benvenuto ai partecipanti all’incontro ecumenico, promosso dal Centro “Uno” del Movimento dei Focolari, al quale prendono parte rappresentanti della Chiesa ortodossa, delle antiche Chiese orientali e di quella Cattolica. Auspico di cuore che il ritrovarsi insieme per riflettere e pregare costituisca una preziosa occasione di crescita nella fraterna comunione.

Saluto il coro Arca di Malégno, in diocesi di Brescia, e lo incoraggio nel suo impegno a coltivare il canto e a dare testimonianza di fraternità e di vita cristiana.

Lo Spirito Santo, amore vivo di Dio, faccia di ciascuno di voi un umile e fedele strumento della sua pace e costruttore infaticabile di giustizia e di solidarietà.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

È nello spirito del tempo pasquale, tempo dell’annuncio della letizia cristiana, che desidero rivolgere il mio consueto saluto ai giovani, ai malati, agli sposi novelli presenti a questa Udienza.

Sia per voi giovani questo periodo dell’anno liturgico un’occasione di gioiosa riscoperta dei valori della parola del Risorto, sia momento dell’intensa adesione alla fede, che vorrete sempre approfondire accostandovi a Cristo con sentimenti di vera amicizia.

Possa la Pasqua essere per voi, malati, un momento di grazia speciale che vi faccia rendere sempre più consapevoli che ogni credente, accostandosi nella sofferenza alla croce di Cristo, può trovare il conforto della più forte speranza.

Cari sposi novelli, vi auguro che i giorni della Pasqua possano offrirvi nuovi spunti per la preghiera comune e per una esperienza di fede che vi coinvolga profondamente.

A tutti la mia Benedizione Apostolica.



© Copyright 1991 - Libreria Editrice Vaticana


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MARIOCAPALBO
00domenica 7 aprile 2013 19:14
Lo Spirito Santo, luce dell'anima
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 24 aprile 1991



1. La vita spirituale ha bisogno di illuminazione e di guida. Per questo Gesù, nel fondare la Chiesa e nel mandare gli Apostoli nel mondo, ha affidato loro il compito di ammaestrare tutte le genti, come leggiamo nel Vangelo secondo Matteo (Mt 28, 19-20), ma anche di “predicare il Vangelo a tutta la creazione”, come dice il testo canonico del Vangelo di Marco (Mc 16, 15). Anche San Paolo parla dell’apostolato come di una “illuminazione di tutti” (Ef 3, 9).

Ma quest’opera della Chiesa evangelizzatrice e docente appartiene al ministero degli Apostoli e dei loro successori e, a titolo diverso, a tutti i membri della Chiesa, per continuare per sempre l’opera di Cristo “unico Maestro” (Mt 23, 8), che ha portato all’umanità la pienezza della rivelazione di Dio. Rimane la necessità di un Maestro interiore, che faccia penetrare nello spirito e nel cuore degli uomini l’insegnamento di Gesù. È lo Spirito Santo, che Gesù stesso chiama “Spirito di verità”, e che promette come Colui che guiderà verso tutta la verità (cf. Gv 14, 17; 16, 13). Se Gesù ha detto di sé: “Io sono la verità” (Gv 14, 6), è questa verità di Cristo che lo Spirito Santo fa conoscere e diffonde: “Non parlerà di sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito . . . prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Gv 16, 13-14). Lo Spirito è Luce dell’anima: “Lumen cordium”, come lo invochiamo nella Sequenza di Pentecoste.

2. Lo Spirito Santo è stato Luce e Maestro interiore per gli Apostoli che dovevano conoscere Cristo in profondità per poter assolvere il compito di suoi evangelizzatori. Lo è stato e lo è per la Chiesa, e, nella Chiesa, per i credenti di tutte le generazioni e in modo particolare per i teologi e i maestri di spirito, per i catechisti e i responsabili di comunità cristiane. Lo è stato e lo è anche per tutti coloro che, dentro e fuori dei confini visibili della Chiesa, vogliono seguire le vie di Dio con cuore sincero, e senza loro colpa non trovano chi li aiuti a decifrare gli enigmi dell’anima e a scoprire la verità rivelata. Voglia il Signore concedere a tutti i nostri fratelli - milioni e anzi miliardi di uomini - la grazia del raccoglimento e della docilità allo Spirito Santo in momenti che possono essere decisivi nella loro vita.

Per noi cristiani il magistero intimo dello Spirito Santo è una gioiosa certezza, fondata sulla parola di Cristo circa la venuta dell’“altro Paraclito”, che - diceva - “il Padre manderà nel mio nome. Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto” (Gv 14, 26). “Egli vi guiderà verso tutta la verità” (Gv 16, 13).

3. Come risulta da questo testo, Gesù non affida la sua parola soltanto alla memoria dei suoi uditori: questa memoria sarà aiutata dallo Spirito Santo, che ravviverà continuamente negli apostoli il ricordo degli eventi e il senso dei misteri evangelici.

Di fatto, lo Spirito Santo ha guidato gli Apostoli nella trasmissione della parola e della vita di Gesù, ispirando sia la loro predicazione orale e i loro scritti, sia la redazione dei Vangeli, come abbiamo visto a suo tempo nella catechesi sullo Spirito Santo e la rivelazione.

Ma è ancora Lui che ai lettori della Scrittura dà l’aiuto per capire il significato divino incluso nel testo di cui Egli stesso è l’ispiratore e l’autore principale: Lui solo può far conoscere “le profondità di Dio” (1 Cor 2, 10), quali sono contenute nel testo sacro; Lui che è stato mandato per istruire i discepoli sugli insegnamenti del loro Maestro (cf. Gv 16, 13).

4. Di questo intimo magistero dello Spirito Santo ci parlano gli Apostoli stessi, primi trasmettitori della parola di Cristo. Scrive San Giovanni: “Ora voi avete l’unzione ricevuta dal Santo (Cristo) e tutti siete ammaestrati. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità” (1 Gv 2, 20-21). Secondo i Padri della Chiesa e la maggioranza degli esegeti moderni, questa “unzione” (chrisma) designa lo Spirito Santo. San Giovanni afferma anzi che coloro che vivono secondo lo Spirito non hanno bisogno di altri maestri: “Quanto a voi - egli scrive - l’unzione che avete ricevuto da Lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mentisce, così state saldi in Lui, come essa vi insegna” (1 Gv 2, 27).

Anche l’apostolo Paolo parla di una comprensione secondo lo Spirito, che non è frutto di sapienza umana, ma di illuminazione divina: “L’uomo naturale (psichicòs) non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follie per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L’uomo spirituale (pneumaticòs) invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno” (1 Cor 2, 14-15).

Dunque i cristiani, avendo ricevuto lo Spirito Santo, unzione di Cristo, possiedono in se stessi una fonte di conoscenza della verità, e lo Spirito Santo è il Maestro sovrano che li illumina e guida.

5. Se sono docili e fedeli al suo magistero divino, lo Spirito Santo li preserva dall’errore rendendoli vittoriosi nel continuo conflitto tra “spirito della verità” e “spirito dell’errore” (cf. 1 Gv 4, 6). Lo spirito dell’errore, che non riconosce Cristo (cf. 1 Gv 4, 3), viene sparso dai “falsi profeti”, sempre presenti nel mondo, anche in mezzo al popolo cristiano, con un’azione ora scoperta e persino clamorosa, ora subdola e strisciante. Come Satana, anch’essi a volte si rivestono da “angeli di luce” (cf. 2 Cor 11, 14) e si presentano con apparenti carismi di ispirazione profetica e apocalittica. Questo avveniva già nei tempi apostolici. Perciò San Giovanni avverte: “Non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo” (1 Gv 4, 1). Lo Spirito Santo, come ha ricordato il Concilio Vaticano II (cf. Lumen gentium, 12), protegge il cristiano dall’errore facendogli discernere ciò che è genuino da ciò che è spurio. Da parte del cristiano, ci vorranno sempre buoni criteri di discernimento circa le cose che ascolta o legge in materia di religione, di Sacra Scrittura, di manifestazioni del soprannaturale ecc. Tali criteri sono la conformità al Vangelo, perché lo Spirito Santo non può non “prendere da Cristo”; la sintonia con l’insegnamento della Chiesa, fondata e mandata da Cristo a predicare la sua verità; la rettitudine della vita di chi parla o scrive; i frutti di santità derivanti da ciò che viene presentato o proposto.

6. Lo Spirito Santo insegna al cristiano la verità come principio di vita. Mostra l’applicazione concreta delle parole di Gesù nella vita di ognuno. Fa scoprire l’attualità del Vangelo e il suo valore per tutte le situazioni umane. Adatta l’intelligenza della verità ad ogni circostanza, affinché questa verità non rimanga soltanto astratta e speculativa, e liberi il cristiano dai pericoli della doppiezza e dell’ipocrisia.

Per questo lo Spirito Santo illumina ciascuno personalmente, per guidarlo nel suo comportamento, indicandogli la via da seguire, aprendogli almeno qualche spiraglio sul progetto del Padre circa la sua vita. È la grande grazia di luce che San Paolo chiedeva per i Colossesi: “l’intelligenza spirituale”, capace di far loro capire la volontà divina. Li assicurava infatti: “Non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate una piena conoscenza della sua (di Dio) volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona . . .” (Col 1, 9-10). Per noi tutti è necessaria questa grazia di luce, per conoscere bene la volontà di Dio su di noi e per essere in grado di vivere pienamente la nostra vocazione personale.

Non mancano mai i problemi, che a volte sembrano insolubili. Ma lo Spirito Santo soccorre nelle difficoltà ed illumina. Egli può rivelare la soluzione divina, come al momento dell’Annunciazione per il problema della conciliazione della maternità col desiderio di conservare la verginità. Anche quando non si tratti di un mistero unico come quello dell’intervento di Maria nell’Incarnazione del Verbo, si può dire che lo Spirito Santo possiede un’inventiva infinita, propria della mente divina, che sa provvedere a sciogliere i nodi delle vicende umane anche più complesse e impenetrabili.

7. Tutto ciò viene concesso e operato nell’anima dallo Spirito Santo mediante i suoi doni, grazie ai quali è possibile praticare un buon discernimento non secondo i criteri della sapienza umana, che è stoltezza davanti a Dio, ma di quella divina, che può sembrare stoltezza agli occhi degli uomini (cf. 1 Cor 1, 18.25). In realtà solo lo Spirito “scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio” (1 Cor 2, 10-11). E se vi è opposizione fra lo spirito del mondo e lo Spirito di Dio, Paolo rammenta ai cristiani: “Noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato” (1 Cor 2, 12). A differenza dell’“uomo naturale”, quello “spirituale” (pneumaticòs) è sinceramente aperto allo Spirito Santo, docile e fedele alle sue ispirazioni (cf. 1 Cor 2, 14-16). Perciò egli ha abitualmente la capacità di un retto giudizio sotto la guida della sapienza divina.

8. Un segno del reale contatto con lo Spirito Santo nel discernimento è e sarà sempre l’adesione alla verità rivelata come viene proposta dal magistero della Chiesa. Il Maestro interiore non ispira il dissenso, la disubbidienza, o anche solo la resistenza ingiustificata ai pastori e maestri stabiliti da Lui stesso nella Chiesa (cf. At 20, 29). All’autorità della Chiesa, come dice il Concilio nella costituzione Lumen gentium, spetta “di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cf. 1 Ts 5, 12.19-21)” (Lumen gentium, 12). È la linea di sapienza ecclesiale e pastorale che viene, anch’essa, dallo Spirito Santo.

Ai pellegrini di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

Mit dieser kurzen Betrachtung grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher sehr herzlich.

Mein besonderer Gruß gilt den zahlreichen Pilgern der Marianischen Bürgersodalität Trier unter Leitung von Herrn Weihbischof Jakoby, und den Pilgergruppen des Militärordinariats Wien sowie der Salesianer und ihrer Mitarbeiter aus München; ferner begrüße ich die Pilger der Pfarrgemeinden aus Fürstenwalde an der Spree, aus Schwarzenberg und aus Beuren.

Euch allen, Euren lieben Angehörigen in der Heimat sowie den mit uns über Rundfunk und Fernsehen verbundenen Gläubigen erteile ich für reiche österliche Gnaden aus der Kraft des Aufer standenen von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai suoi connazionali polacchi

Czytanie na uroczystość św. Wojciecha Patrona Polski: “Tylko sprawujcie się w sposób godny Ewangelii Chrystusowej, abym ja - czy to gdy przybędę i ujrzę was, czy też będąc z daleka - mógł usłyszeć o was, że trwacie mocno w jednym duchu, jednym sercem walcząc wspólnie o wiarę w Ewangelię, i niczym nie dajecie się zastraszyć przeciwnikom”.

Tymi słowami Apostoła Narodów przemawia do nas Męczennik-Biskup św. Wojciech poprzez prawie całe już tysiąclecie. W r. 1997 minie 1000 lat od jego męczeńskiej śmierci nad Bałtykiem.

Bogarodzico Dziewico, Bogiem sławiena Maryjo! Dziękujemy Ci za tego Świętego Patrona, który stanął na naszej ziemi u początku dziejów Ojczyzny. Dziękujemy wespół z naszymi braćmi z południa. Wojciech, biskup Pragi w Czechach, stał się wielkim apostołem swojego narodu, a także po swym wygnaniu, narodów sąsiednich, w szczególności Węgrów i Polaków. Na dworze Bolesława Chrobrego znalazł gościnę. Stąd też wyruszył nad Bałtyk. Znad Bałtyku polski władca wykupił męczeńskie ciało i z czcią sprowadził do Gniezna.

Dzisiaj, kiedy mówi się tyle o potrzebie budowania jedności narodów w Europie, trudno nie przywoływać na pamięć tego zjazdu, jaki miał miejsce w Gnieźnie, przy relikwiach Męczennika Wojciecha w r. 1000.

Cesarz Otto III, wysłańcy papieża Sylwestra II i nasz król Bolesław Chrobry czerpali z misji Wojciechowej wspólne natchnienie. Powstała wówczas pierwsza polska metropolia w Gnieźnie i rzucono podwaliny pod przyszłe współżycie narodów w świetle Ewangelii.

Ziarno pszeniczne, które padło w ziemię i obumarło nad Bałtykiem, przynosi plon wielkanocnej odnowy.

W uroczystość św. Wojciecha łączymy się z Kościołem w Pradze, skąd poszło wezwanie do wspólnego przygotowania na tysiąclecie śmierci Świętego Męczennika.

Na ziemi polskiej zaś prosimy, ażeby “jednym sercem walcząc wspólnie o wiarę w Ewangelię, nie dać się niczemu zastraszyć”!

Tak uczy Apostoł Jezusa Chrystusa, św. Paweł.

Tak uczy apostoł, Biskup-Męczennik, św. Wojciech, Patron naszej Ojczyzny.

Agli alunni e agli insegnanti delle scuole elementari italiane

Saluto anzitutto gli Alunni e gli Insegnanti delle Scuole Elementari provenienti da ogni parte d’Italia.

Carissimi scolari, siate benvenuti a questo incontro nella cornice della splendida Basilica Vaticana! Vi ringrazio per la vostra gradita visita e vi esprimo tutto il mio affetto. Come sapete, io conto molto sulle vostre preghiere e sui vostri atti di bontà per il bene della Chiesa e per la conversione del mondo.

Vi esorto ad essere obbedienti ai vostri genitori e ai vostri insegnanti che vi vogliono bene e desiderano che voi cresciate, come il bambino Gesù, in età, in sapienza e in grazia.

Oltre alle materie scolastiche, impegnatevi a conoscere sempre meglio la figura di Gesù, amico dei ragazzi, le sue opere e il suo Vangelo. L’amicizia con lui vi procurerà certamente una grande gioia, perché egli non delude, è sempre fedele, mantiene le promesse e non vi abbandona mai. Cercate, perciò, di avere con lui un rapporto intimo mediante la preghiera e la partecipazione alla Santa Messa; sforzatevi di non far nulla che possa dargli dispiacere. Con questi pensieri benedico voi, i vostri genitori e i vostri insegnanti.

Ai fedeli di lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Puisse cette évocation de l’Esprit Saint, le Maître intérieur, porter des fruits dans la vie des pèlerins francophones venus à cette audience! Parmi vous, je salue les Sœurs Franciscaines Missionnaires de Marie qui, précisément, sont en session de ressourcement spirituel: que l’Esprit soit votre lumière et votre force! J’accueille avec plaisir les pèlerins de la Maison de l’Europe, à Paris, accompagnés de Monseigneur Brunon, ainsi que le groupe de Bordeaux. En vous remerciant tous de votre présence, je vous accorde de grand cœur ma Bénédiction Apostolique.

Ai pellegrini di espressione linguistica inglese

Dear Brothers and Sisters,

I offer a warm welcome to the Sisters of Mercy who are celebrating their Golden Jubilee of Religious Profession. As you give thanks to God our Father, for his many blessings; may you be strengthened in joyful service of Christ and the Church. My cordial greetings go also to the group of musicians from Sri Lanka. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors I invoke the grace and peace of our Lord Jesus Christ.

Ad un gruppo giapponese proveniente da Tokyo

Ringrazio gli illustrissimi sacerdoti del Tempio Meiji (a Tokyo) e tutte le altre persone che hanno voluto farmi questa visita.

Nel mondo d’oggi mancano la giustizia e la pace, perché molti ancora non conoscono Dio. Lavoriamo incessantemente affinché l’umanità riconosca il vero Dio.

Con questo auspicio e con questa preghiera vi saluto di cuore. Inoltre saluto i pellegrini della parrocchia Ofuna e vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!

Ai fedeli di espressione linguistica spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Deseo ahora saludar muy cordialmente a los peregrinos y visitantes procedentes de los diversos Países de América Latina y de España.

En particular, al grupo de Religiosos franciscanos, especialmente de Mallorca, a quienes aliento a continuar tras las huellas del Santo de Asís, modelo de entrega a Dios y amor a los hermanos.

Mientras doy mi cordial bienvenida a los grupos juveniles y parroquiales aquí presentes, imparto a todos con afecto la Bendición Apostólica.

Ai pellegrini di lingua portoghese

Amados irmãos e irmãs, Augurando-vos um crescimento cada vez maior na fidelidade à vocação a que Deus vos chama, concedo-vos de todo o coração a Bênção Apostólica.

Ai numerosi gruppi italiani

Nel salutare tutti i pellegrini di lingua italiana, desidero oggi rivolgere un particolare pensiero ai ragazzi e ai rispettivi genitori della Missione Cattolica Italiana di Klingnau, nella Svizzera di lingua tedesca. A tutti loro vada il mio benvenuto cordiale, riconoscente per l’affetto che hanno voluto dimostrare al Papa partecipando a questa Udienza. Auspico che la visita alla città di Roma, centro del Cristianesimo, confermi la loro fede cattolica e li renda testimoni sempre più fervidi del Cristo risorto.

Saluto anche i ragazzi della squadra di calcio dell’Oratorio di San Pietro, che si sono distinti nell’attività agonistica. Invito ragazzi ed educatori a perseverare nel proposito di diffondere un vero spirito sportivo, facendo delle gare un’occasione per esprimere rispetto, lealtà, fraterna amicizia.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Carissimi, vi invito ad accogliere e a far fruttificare in voi la grazia del Risorto, per giungere alla maturità cristiana e ad un perseverante impegno nel servire la causa del suo Vangelo.

Pertanto, tutti voi, sia che vi troviate nell’età giovanile o che siate provati dalla sofferenza, o abbiate di recente santificato il vostro reciproco amore col Sacramento nuziale, fate della vostra esistenza un’offerta gradita a Dio.

Imploro per ciascuno di voi una fede salda e serena e vi auguro che la gioia cristiana sia radicata nei vostri cuori.

A tutti la mia Benedizione Apostolica.



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