Catechesi sul Credo, parte III: Lo Spirito Santo Datore di Vita Agosto989

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MARIOCAPALBO
00sabato 6 aprile 2013 12:08
La Pentecoste: compimento della nuova alleanza
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 2 agosto 1989



1. Nella Pentecoste di Gerusalemme trova il suo coronamento la Pasqua della Croce e della Risurrezione di Cristo. Nella discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, riuniti nel Cenacolo di Gerusalemme con Maria e con la prima comunità dei discepoli di Cristo, si ha l’adempimento delle promesse e degli annunzi fatti da Gesù ai suoi discepoli. La Pentecoste costituisce la solenne manifestazione pubblica della nuova alleanza stretta tra Dio e l’uomo “nel sangue” di Cristo: “Questa è la nuova alleanza nel mio sangue”, aveva detto Gesù nell’ultima Cena (cf. 1 Cor 11, 25). Si tratta di un’alleanza nuova, definitiva ed eterna, preparata dalle precedenti alleanze, di cui parla la Sacra Scrittura. Queste, infatti, già recavano in sé l’annuncio del patto definitivo, che Dio avrebbe stretto con l’uomo in Cristo e nello Spirito Santo. La Parola divina, trasmessa dal profeta Ezechiele, già invitava a vedere in questa luce l’evento della Pentecoste: “Porrò il mio spirito dentro di voi” (Ez 36, 27).

2. Abbiamo precedentemente rilevato che, se in un primo tempo la Pentecoste era stata la festa della mietitura (cf. Es 23, 14), in seguito cominciò ad essere celebrata anche come ricordo e quasi come rinnovamento dell’alleanza stipulata da Dio con Israele dopo la liberazione dalla schiavitù d’Egitto (cf. 2 Cor 15, 10-13). Del resto, già nel libro dell’Esodo leggiamo che Mosé “prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: “Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!”. Mosé prese il sangue e ne asperse il popolo dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!»”. (Es 24, 7-8).

3. L’alleanza del Sinai era stata stabilita tra Dio-Signore e il popolo di Israele. Prima di essa vi erano già state, secondo i testi biblici, l’alleanza di Dio col patriarca Noè e con Abramo.

L’alleanza stabilita con Mosé dopo il diluvio conteneva l’annuncio di una alleanza, che Dio intendeva stringere con tutta l’umanità: “Ecco, io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi; con ogni essere vivente che è con voi . . . con tutti gli animali che sono usciti dall’arca” (Gen 9, 9-10). E dunque, non soltanto con l’umanità, ma con tutta la creazione che circonda l’uomo nel mondo visibile.

L’alleanza con Abramo aveva anche un altro significato. Dio sceglieva un uomo e con lui stabiliva un’alleanza a motivo della sua discendenza: “Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te” (Gen 17, 7). L’alleanza con Abramo era l’introduzione all’alleanza con un intero popolo, Israele, in considerazione del Messia che doveva provenire proprio da quel popolo, eletto da Dio a tale scopo.

4. L’alleanza con Abramo non conteneva una legge vera e propria. La legge divina venne data più tardi, nell’alleanza del Sinai. Dio ne fece la promessa a Mosé, salito sul monte dietro sua chiamata: “Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra . . . Queste parole dirai agli Israeliti” (Es 19, 5). Riferita la promessa divina agli anziani d’Israele, “tutto il popolo rispose insieme e disse: “Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo”. E Mosé tornò dal Signore e riferì le parole del popolo” (Es 19, 8).

Questa descrizione biblica della preparazione dell’alleanza e dell’azione mediatrice di Mosé mette in risalto la figura di questo grande capo e legislatore di Israele, mostrando la genesi divina del codice che egli diede al popolo, ma vuole anche fare intendere che l’alleanza del Sinai comportava impegni da ambedue le parti: Dio, il Signore, sceglieva Israele come sua particolare proprietà, “un regno di sacerdoti; una nazione santa” (Es 19, 6), ma a condizione che il popolo osservasse la legge che egli avrebbe dato col decalogo (cf. Es 20, 1 ss.), e le altre prescrizioni e norme. Da parte sua Israele si impegnò a questa osservanza.

5. La storia dell’antica alleanza ci attesta che questo impegno molte volte non è stato mantenuto. Specialmente i profeti rimproverano Israele per le sue infedeltà, e interpretano gli avvenimenti luttuosi della sua storia come castighi divini. Essi minacciano nuovi castighi, ma nello stesso tempo danno l’annunzio di un’altra alleanza. Leggiamo, per esempio, in Geremia: “Ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele (e con la casa di Giuda) io concluderò un’alleanza nuova. Non come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto, una alleanza che essi hanno violato” (Ger 31, 31-32).

La nuova - futura - alleanza verrà costituita coinvolgendo in modo più intimo l’essere umano. Leggiamo ancora: “Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo” (Ger 31, 33).

Questa nuova iniziativa di Dio concerne soprattutto l’uomo “interiore”. La legge di Dio sarà “posta” nel profondo dell’“essere” umano (dell’“io” umano). Questo carattere d’interiorità viene confermato da quell’altra parola: “la scriverò sul loro cuore”. Si tratta dunque di una legge, con la quale l’uomo si identifica interiormente. Solamente allora Dio è veramente “il suo” Dio.

6. Secondo il profeta Isaia la legge costitutiva della nuova alleanza verrà stabilita nello spirito umano ad opera dello Spirito di Dio. Infatti lo Spirito del Signore “si poserà su un virgulto che spunterà dal tronco di Iesse” (Is 11, 2), cioè sul Messia. In lui si realizzeranno le parole del profeta: “Lo Spirito del Signore mi ha consacrato con l’unzione” (Is 61, 1). Il Messia, guidato dallo Spirito di Dio, realizzerà l’alleanza e la renderà “nuova” ed “eterna”. E ciò che preannuncia lo stesso Isaia con parole profetiche sospese sull’oscurità della storia: “Quanto a me, ecco la mia alleanza con essi, dice il Signore: il mio spirito che è sopra di te e le parole che ti ho messo in bocca non si allontaneranno dalla tua bocca né dalla bocca della tua discendenza né dalla bocca dei discendenti, dice il Signore, ora e sempre” (Is 59, 21).

7. Qualunque siano i termini storici e profetici, entro i quali si colloca la visuale di Isaia, possiamo ben dire che le sue parole trovano il pieno compimento in Cristo, nella Parola che è la sua “propria” ma anche “del Padre che lo ha mandato” (cf. Gv 5, 37); nel suo Vangelo, che rinnova, completa e vivifica la legge; e nello Spirito Santo, che viene mandato in virtù della Redenzione operata da Cristo mediante la sua Croce e la sua Risurrezione, a piena conferma di ciò che Dio aveva annunziato per mezzo dei profeti già nell’antica alleanza. Con Cristo e nello Spirito Santo si ha l’alleanza nuova, della quale il profeta Ezechiele, come portavoce di Dio, aveva predetto: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi . . . voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio” (Ez 36, 26-28).

Nell’evento della Pentecoste di Gerusalemme la discesa dello Spirito Santo compie definitivamente la “nuova ed eterna” alleanza di Dio con l’umanità stabilita “nel sangue” del Figlio unigenito, come momento culminante del “dono dall’alto” (cf. Gc 1, 17). In quell’alleanza il Dio uno e trino “si dona” ormai non al solo popolo eletto, ma a tutta l’umanità. La profezia di Ezechiele: “Sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio” (Ez 36, 28) trova allora una dimensione nuova e definitiva: l’universalità. Realizza compiutamente la dimensione dell’interiorità, perché la pienezza del dono - lo Spirito Santo - deve riempire tutti i cuori, dando a tutti la forza necessaria per il superamento di ogni debolezza e di ogni peccato. Trova la dimensione dell’eternità: è un’alleanza “nuova ed eterna” (cf. Eb 13, 20). In quella pienezza del dono ha il proprio inizio la Chiesa come Popolo di Dio della nuova ed eterna alleanza. Così trova compimento la promessa di Cristo sullo Spirito Santo inviato come “un altro Consolatore” (Parákletos), “perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14, 16).

Ai fedeli di lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

CHERS PÈLERINS et visiteurs d’expression française, je vous accueille cordialement. Je vous exhorte à inscrire toujours plus profondément dans vos cœurs la Loi du Seigneur et à en vivre chaque jour. Que votre séjour à Rome vous renouvelle dans la découverte et l’amour de votre Eglise! De grand cœur je vous bénis ainsi que tous ceux qui vous sont chers.

Ai numerosi gruppi di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I WISH TO WELCOME the group of Salesian Sisters of Saint John Bosco who have come from the United States. My greetings go also to the members of the Nigerian Armed Forces Pilgrimage. I likewise welcome the international group of young people who have been involved in work camps near Rome during the month of July: may this experience of cooperation bear fruit in strengthening the bonds of trust between peoples of different cultural and religious backgrounds. And upon all the English-speaking visitors and pilgrims here today I invoke God’s blessings of peace and joy.

Ad un gruppo di pellegrini giapponesi

È IMMINENTE il triste anniversario della distruzione di Hiroshima e di Nagasaki, fatta con la bomba atomica.

Carissimi pellegrini giapponesi, preghiamo insieme per la pace nel mondo, affinché quella crudele esperienza non abbia a ripetersi mai più per nessun popolo sulla terra.

Invocando la protezione della Madonna su di voi e sul vostro pellegrinaggio, vi imparto la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Ai diversi gruppi di espressione tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

HERZLICH GRUßE ich schließlich alle heutigen Audienzteilnehmer deutscher Sprache. Ich wünsche euch eine schöne und erholsame Ferienzeit wie auch eine innere, geistige Bereicherung. Dazu erbitte ich euch die reichen Gaben des Heiligen Geistes und segne euch alle von Herzen.

Ai numerosissimi fedeli di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

DIRIJO AHORA mi cordial saludo a los peregrinos de América Latina y España presentes en esta Audiencia. Saludo de modo especial, a las Religiosas “Hermanitas de la Anunciación”, de Colombia, así como a los peregrinos de Durango (México), Castellón, Santomera (Murcia) y Barcelona. Como recuerdo de vuestra presencia os animo a dar espacio a Dios en vuestras vidas, sobre todo en este período de merecido descanso. Sólo con Dios la existencia humana adquiere su pleno sentido.

* * *

ME ES GRATO saludar a los jóvenes latinoamericanos del movimiento “Regnum Christi” que, de paso para Santiago de Compostela, han venido a orar ante la tumba del Apóstol Pedro. Os agradezco el amable gesto de estar esta mañana con nosotros: Decid a los jóvenes, que encontréis a lo largo del camino hasta Compostela, que el Papa reza por el éxito del Encuentro, para que seáis generosos con Cristo, si os llama a la vida religiosa o al ministerio sacerdotal.

A vosotros y a todos los presentes imparto con afecto la Bendición Apostólica, que extiendo complacido a vuestros seres queridos.

Ai diversi gruppi di fedeli di espressione portoghese

Caríssimos irmãos e irmãs de língua portuguesa,

A QUANTOS me escutam saudações cordiais, com votos de bem no Senhor! Em particular, saúdo os numerosos presentes, vindos do Brasil - Rio de Janeiro, São Paulo e Fortaleza - e de Portugal.

Dou boas-vindas à representação da paróquia de Nossa Senhora de Fátima, de Viana do Castelo; ao grupo do Seminário Maior de Lamego e à peregrinação da Ordem Terceira Franciscana, de Coimbra. Que esta visita a Roma, aos lugares de tradições cristãs, em todos aumente a fé e a consciência de Igreja, povo da Nova Aliança no Sangue de Cristo, santificado pelo Espírito que dá a vida! È o que a todos desejo, com a minha Bênção.

Ai numerosi pellegrini di lingua polacca

WITAM SERDECZNIE pielgrzymów z parafii św. Kazimierza z Krakowa; z parafii Wszystkich Świętych z Warszawy; profesorów i studentów z Uniwersytetu Warszawskiego; pielgrzymkę katedralną z Tarnowa; pielgrzymkę z parafii Najświętszego Serca Pana Jezusa z Bokin, z diecezji łomżyńskiej; pielgrzymów z parafii Zmartwychwstania Pańskiego w Kościerzynie, z diecezji chełmińskiej - księża zmartwychwstańcy; oazę rodzin z parafii Matki Bożej Różancowej w Szczecinie - księża salezjanie; pielgrzymkę z Chełma, z diecezji lubelskiej; grupę Towarzystwa Uniwersytetów Ludowych z Pszczelina koło Warszawy; pielgrzymkę z paraffi Matki Boskiej Nieustającej Pomocy ze Skarżyska-Kamiennej - ojcowie redemptoryści, grupę muzyków z Krakowa; Torunia i Warszawy; uczestników grup turystycznych z Olsztyna - Intour; PKS-u z Warszawy i Katowic; Orbisu i Turysty.

Ai pellegrini di lingua italiana

Desidero ora salutare i partecipanti al Corso di Esercizi Spirituali per Famiglie, organizzato dal Centro di Spiritualità “Rogate” al fine di aiutare i coniugi a vivere con fervore la propria vocazione. Il Signore benedica i vostri buoni propositi e vi dia la gioia di veder spuntare in seno alle vostre famiglie numerose Vocazioni sacerdotali e religiose.

* * *

Il mio affettuoso pensiero va anche agli “Alunni del cielo” appartenenti alla “Comunità giovanile di vita cristiana”, di Torino e di Cuneo, che ormai da vent’anni testimoniano col canto la lieta novella recata dal Cristo. Vi rivedo volentieri e sono lieto di sapere che siete sempre entusiasti! Continuate a realizzare il vostro programma di animazione cristiana mediante l’armonia dei vostri cori, l’ardore della vostra fede, l’impegno cristiano della vostra vita.

* * *

Un particolare saluto rivolgo ora ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli: sono lieto di incontrarmi con voi e di esprimervi il mio affetto e la mia riconoscenza per la vostra presenza, che è segno di viva fede in Cristo e nella Chiesa.

Questo incontro così fervoroso e forse da lungo tempo atteso e preparato, sia per tutti voi una tappa importante nella vita per vivere un impegno di fede e di carità ancor più profondo e coraggioso, sia con la testimonianza nella vita pubblica e quotidiana, sia con l’accettazione serena e fiduciosa della sofferenza come partecipazione all’opera redentrice di Gesù, sia con l’impegno di vita coniugale e familiare autenticamente cristiana.

Vi aiutino i grandi Santi, che abbiamo ricordati e che ricorderemo in questi giorni: Sant’Ignazio di Loyola, Sant’Alfonso Maria de Liguori, San Giovanni Maria Vianney, San Domenico di Guzman; e vi ispiri la devozione a Maria Santissima.

A tutti imparto di gran cuore la mia speciale Benedizione!



© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana
MARIOCAPALBO
00sabato 6 aprile 2013 12:09
La Pentecoste: la legge dello Spirito
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 9 agosto 1989



1. La discesa dello Spirito Santo nel giorno della Pentecoste è il compimento definitivo del mistero pasquale di Gesù Cristo e realizzazione piena degli annunci dell’antico testamento, specialmente quelli dei profeti Geremia e Ezechiele, circa una nuova, futura alleanza che Dio avrebbe stabilito con l’uomo in Cristo e una “effusione” dello Spirito di Dio “sopra ogni uomo” (Gl 3, 1): ma essa ha anche il significato di una nuova iscrizione della legge di Dio “nel profondo” dell’“essere” umano, o come dice il profeta, nel “cuore” (cf. Ger 31, 33). Si ha così una “nuova legge”, o “legge dello Spirito”, che dobbiamo ora considerare per una più completa conoscenza del mistero del paraclito.

2. Abbiamo già messo in rilievo il fatto che l’antica alleanza tra Dio-Signore e il popolo d’Israele, costituita per mezzo della teofania del Sinai, era basata sulla legge. Al suo centro si trova il decalogo. Il Signore esorta il suo popolo all’osservanza dei comandamenti: “Se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa” (Es 19, 5-6).

Poiché quell’alleanza non fa custodita fedelmente, Dio, per il tramite dei profeti, annunzia che costituirà una alleanza nuova: “Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni. Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore”. Queste parole di Geremia, già riportate nella precedente catechesi, sono legate alla promessa: “Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo” (Ger 31, 33).

3. Dunque la nuova (futura) alleanza annunciata dai profeti si doveva stabilire per mezzo di un cambiamento radicale del rapporto dell’uomo con la legge di Dio. Invece di essere una regola esterna, scritta su tavole di pietra, la legge doveva diventare, grazie all’azione dello Spirito Santo sul cuore dell’uomo, un orientamento interno, costituito “nel profondo dell’essere umano”.

Questa legge si riassume, secondo il Vangelo, nel comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Quando Gesù afferma che “da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti” (Mt 22, 40), fa capire che essi erano contenuti già nell’antico testamento (cf. Dt 6, 5; Lv 19, 18). L’amore di Dio è il comandamento “più grande e primo”; l’amore del prossimo è “il secondo e simile al primo” (cf. Mt 22, 37-39), ed è anche condizione per l’osservanza del primo: “perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge”, come scriverà san Paolo (Rm 13, 8).

4. Il comandamento dell’amore di Dio e del prossimo, essenza della nuova legge istituita da Cristo con l’insegnamento e l’esempio (fino a dare “la vita per i propri amici” [cf. Gv 15, 13]), viene “scritto” nei cuori dallo Spirito Santo. Per questo diventa la “legge dello Spirito”.

Come scrive l’Apostolo ai Corinzi: “È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori” (2 Cor 3, 3). La legge dello Spirito è dunque l’imperativo interiore dell’uomo, nel quale agisce lo Spirito Santo che diventa così maestro e guida dell’uomo dall’intimo del cuore.

5. Una legge così intesa è ben lontana da ogni forma di costrizione esterna dalla quale l’uomo sia soggiogato nei propri atti. La legge del Vangelo, contenuta nella Parola e confermata dalla vita e dalla morte di Cristo, consiste in una Rivelazione divina, che include la pienezza della verità sul bene delle azioni umane, e nello stesso tempo risana e perfeziona la libertà interiore dell’uomo, come scrive san Paolo: “La legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte” (Rm 8, 2). Secondo l’Apostolo, lo Spirito Santo che “dà vita”, perché per suo mezzo lo spirito dell’uomo partecipa alla vita di Dio, diventa allo stesso tempo il nuovo principio e la nuova fonte dell’agire dell’uomo: “perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito” (Rm 8, 4).

In questo insegnamento san Paolo avrebbe potuto appellarsi a Gesù stesso, che nel discorso della montagna avvertiva: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento” (Mt 5, 17). Proprio un tale compimento, che Gesù Cristo ha dato alla legge di Dio con la sua Parola e col suo esempio, costituisce il modello del “camminare secondo lo Spirito”. In questo senso nei credenti in Cristo, partecipi del suo Spirito, esiste ed opera la “Legge dello Spirito”, da questo scritta “sulla carne dei cuori”.

6. Tutta la vita della Chiesa primitiva, come ci appare dagli Atti degli Apostoli, è una manifestazione della verità enunciata da san Paolo, secondo il quale “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5, 5). Pur tra i limiti e i difetti degli uomini che la compongono, la comunità di Gerusalemme partecipa alla nuova vita che “viene data dallo Spirito”, vive dell’amore di Dio. Anche noi riceviamo questa vita in dono dallo Spirito Santo, il quale ci infonde l’amore - amore di Dio e del prossimo - contenuto essenziale del comandamento più grande. Così la nuova legge, impressa nei cuori degli uomini dall’amore come dono dello Spirito Santo, è in essi legge dello Spirito. Ed essa è la legge che libera, come scrive san Paolo: “La legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte” (Rm 8, 2).

7. Per questo la Pentecoste, in quanto è “l’effusione nei nostri cuori” dell’amore di Dio (cf. Rm 5, 5), segna l’inizio di una nuova morale umana, radicata nella “legge dello Spirito”. Questa morale è qualcosa di più della sola osservanza della legge dettata dalla ragione o dalla stessa Rivelazione. Essa deriva da una profondità maggiore e al tempo stesso giunge ad una profondità maggiore. Deriva dallo Spirito Santo e fa vivere di un amore che viene da Dio e che diventa realtà dell’esistenza umana per mezzo dello Spirito Santo “riversato nei nostri cuori”.

L’apostolo Paolo fu il più alto banditore di questa morale superiore, radicata nella “verità dello Spirito”. Lui che era stato uno zelante fariseo, buon conoscitore, meticoloso osservante e fanatico difensore della “lettera” dell’antica legge, diventato più tardi apostolo di Cristo, potrà scrivere di sé: “Dio . . . ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della lettera ma dello Spirito, perché la lettera uccide, lo Spirito dà vita” (2 Cor 3, 6).

Ai pellegrini di espressione linguistica francese

Chers Frères et Sœurs,

JE SUIS HEUREUX de saluer les pèlerins de langue française présents aujourd’hui.

Parmi eux, le voudrais dire mon amicale sympathie aux membres de l’Association des Paralysés de France venus de Versailles: je vous souhaite, chers amis, de trouver dans votre pèlerinage à Rome de nouveaux motifs d’espérance et de courage pour faire face à votre handicap en partageant le mieux possible la vie et l’activité de tous.

* * *

JE SALUE ÉGALEMENT très cordialement les groupes venus de Brazzaville au Congo et d’Abidjan en Côte d’Ivoire: que votre pèlerinage auprès des tombeaux de Pierre et Paul soit pour vous une expérience de foi et de communion avec l’Eglise universelle; à votre retour, soyez des témoins toujours plus ardents de l’Evangile!

A tous, je donne volontiers ma Bénédiction Apostolique.

Ai fedeli di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I WISH TO GREET the various groups of pilgrims, especially those from Hong Kong, Taiwan and the United States. I am pleased to welcome my brothers and sisters from the Church of Sweden, who have come to Rome from Jönköping. And I extend a particular greeting to all those who are here from South Korea, assuring you of my prayers as I prepare to visit Korea in October, for the conclusion of the International Eucharistic Congress. To all the English-speaking visitors present at today’s audience I cordially impart my Apostolic Blessing.

Ai fedeli giapponesi

ESATTAMENTE 44 ANNI FA, la infausta bomba atomica scoppiava sulla città di Nagasaki causando la morte di tanti giapponesi.

E 6 giorni dopo, proprio nella ricorrenza della festa della B.M.V. Assunta in cielo, si concludeva per il Giappone la disastrosa guerra.

Non dimentichiamo mai quel sacrificio e il suo insegnamento; e preghiamo la Regina del cielo e della terra per la pace del mondo.

Con questo auspicio vi benedico di cuore.

Sia lodato Gesù Cristo!

Ai pellegrini di espressione tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

MIT DIESEN KURZEN Ausführungen grüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Ein Besonderer Gruß gilt der Gruppe junger Ehepaare und einem Silberpaar aus Eggenfelden-Altenburg. Wir wollen vertrauen, daß uns der Heilige Geist Kraft und Mut gibt, und lernen, seinen Wegen immer gelehrig zu folgen. Laßt uns immer aufgeschlossener werden für seine Anregungen zu unserem Handeln und bereit sein, um seinen göttlichen Beistand zu beten.

Hierfür und für Gottes steten Schutz und Beistand auf Eurem Lebensweg erteile ich Euch allen, Euren Angehörigen in der Heimat sowie den mit uns über Radio Vatikan verbundenen Hörerinnen und Hörern von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Gelobt sei Jesus Christus!

Ai numerosi pellegrini di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

DESEO SALUDAR ahora a los numerosos peregrinos de España y de América Latina. Entre ellos quiero nombrar a los grupos de diversas diócesis: León, Barcelona, Cuenca, así como a la agrupación de fieles catalanes que, de modo especial, honran a San Pedro.

* * *

SALUDO IGUALMENTE a los Amigos de las misiones dominicanas del Paraguay, así como a los miembros de diversas Hermandades y Cofradías de Sevilla, Valladolid y México.

* * *

ASIMISMO ME COMPLACE saludar a los jóvenes de la Parroquia San Francisco, de Tenerife, así como a los numerosos grupos juveniles procedentes de México, Venezuela, Chile y de la arquidiócesis argentina de Córdoba. Que vuestra peregrinación de Roma a Santiago de Compostela esté iluminada por la fe, revestida con el espíritu de sacrificio y abierta al amor de Dios, que debéis testimoniar ante los demás. ¡En Santiago nos encontraremos de nuevo!

* * *

ME ES GRATO saludar de modo particular a un grupo de profesionales de los medios de comunicación social de Asturias. Dentro de pocos días estaré presente en vuestra querida tierra para celebrar la Santa Eucaristía con el pueblo fiel y, sobre todo, para orar a los pies de la “Santina”. A ella encomiendo con toda confianza, ya desde aquí, este viaje apostólico.

A través de los medios impresos y radiofónicos que representáis, deseo enviar mi más cordial saludo a todos los hijos a hijas del Principado de Asturias. ¡Hasta pronto!

Al agradecer a todos vuestra presencia aquí, os imparto cordialmente mi Bendición Apostólica, que extiendo complacido a vuestras familias.

Ai fedeli di lingua portoghese

Caríssimos irmãos e irmãs de língua portuguesa,

SAÙDO CORDIALMENTE quantos me escutam, em particular os visitantes e peregrinos Brasileiros, de Brasília, Recife, Rio de Janeiro, Salvador e São Paulo. Com a minha Bênção, desejo a todos felicidades, graça e paz em Jesus Cristo, com a liberdade de quem vive, segundo a lei do Espírito, o amor de Deus e do próximo.

Ai fedeli ungheresi

SONO PRESENTI all’udienza odierna due gruppi ungheresi: cento pellegrini di Koszeg (Köseg), diocesi di Szombathely (Sombathely), e cinquanta ragazzi della scuola media dei Padri Scolopi di Budapest, i quali sono arrivati in bicicletta.

Ai pellegrini polacchi

WITAM WSZYSTKIE grupy pielgrzymów: z parafii św. Józefa z Krakowa; z duszpasterstwa akademickiego parafii św. Szczepana z Krakowa; z parafii Świętych Apostołów Piotra i Pawła z Trzehmi; harcerzy “Luzarczycy”ˇ z parafii Nawiedzenia Najświętszej Maryi Panny ze Skomielnej Czarnej; z paraffi Matki Bożej Królowej Polski w Tęczynie - ojcowie kapucyni; z parafii Bożego Narodzenia z Rudy Słąskiej-Halemby; pielgrzymkę harcerzy, instruktorów Związku Harcerstwa Rzeczypospolitej (ZHR) z Bytomia; pielgrzymkę katedralną z Tarnowa; pielgrzymkę z parafii Najświętszego Serca Pana Jezusa z Ostrowca Świętokrzyskiego; z parafii św. Jana Chrzciciela z Radzikowa, diecezja siedlecka; pielgrzymkę młodzieży z diecezji warmińskiej, prowadzoną przez siostry nazaretanki; harcerzy z paraffi Bożego Ciała z Gdańska - Moreny; z parafii Wniebowzięcia Najświętszej Maryi Panny z Gdańska-Żabianki; z parafii Opatrzności Bożej z Gdańska-Zaspy; z parafii Najświętszego Serca Pana Jezusa z Gdyni; z paraffi św. Stanisława Kostki w Szczecinie; z parafii św. Klemensa w Głogowie - ojcowie redemptoryści; z parafii i dekanatu św. Stanisława biskupa i męczennika z Ostrowa Wielkopolskiego; z paraffi Świętej Rodziny we Wrocławiu; z parafii i dekanatu Podwyższenia Krzyża z Sulikowa; z duszpasterstwa akademickiego parafü św. Michała, Gliwice; pielgrzymkę młodzieży “Wieczernik” - duszpasterstwo pallotynów; prócz tego pielgrzymkę, z parafii św. Kazimierza ze Szczecina; grupę, pracowników CPN z Warszawy; grupę, Towarzystwa Przyjaźni PolskoWłoskiej w Łodzi oraz grupę, z Poznania; pozdrawiam Zespół Pieśni i Tańca Uniwersytetu Śląskiego z Katowic; harcerzy ze Związku Harcerstwa Polskiego z Pniew koło Radomia; prócz tego uczestników grup turystycznych Orbisu, Turysty, PKS z Warszawy; grupy z Oświecimia i Wartenbergu; załogę, jachtu “Barlovento II” z Katowic oraz grupę “Pielgrzym” Biura Turystyki Zagranicznej z Warszawy.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Mi è gradito rivolgere il mio saluto cordiale ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, che partecipano a questa Udienza.

Carissimi, domani celebreremo la festa del santo Martire Lorenzo, la cui memoria è venerata in modo speciale nella sua vetusta Basilica al Campo Verano. Vi invito ad imitare l’amore a Dio e la pietà verso il prossimo, soprattutto quello più povero e sofferente, che caratterizzò l’esistenza di questo Santo diacono della Chiesa di Roma. Per lui il martirio fu la conseguenza della sua fedeltà al Redentore e dell’autenticità della sua missione.

Anche voi, giovani, come il giovane Lorenzo, siete chiamati ad essere testimoni di Cristo: rispondetegli crescendo nella consapevolezza di ciò che Egli è per voi e di ciò che voi siete per lui: fratelli per i quali non ha esitato a donare la vita.

Voi, malati, guardate alla fortezza d’animo che Lorenzo ebbe nell’affrontare il martirio e prendete da Lui coraggio nei momenti difficili della vostra vita.

Voi, sposi novelli, siate testimoni della carità divina; nel costruire il vostro nucleo familiare abbiate sempre la costanza e la fermezza d’animo che caratterizzarono il Santo diacono, per vivere il vostro matrimonio nella fedeltà e nella gioia cristiana.

Saluto, infine, le Superiore dell’Istituto delle Figlie della Carità Canossiane, giunte a Roma per un Seminario internazionale di Formazione Permanente, e le Religiose delle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, convenute a Roma per il Capitolo Generale.

Care sorelle, vi auguro che la vita consacrata, a cui avete aderito, accresca in voi e favorisca nelle vostre Congregazioni una piena donazione a Cristo, così che la sua volontà sia sempre la legge del vostro vivere e del vostro operare per la sua Chiesa.

Con la mia affettuosa Benedizione.



© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana
MARIOCAPALBO
00sabato 6 aprile 2013 12:10
Pentecoste: l'inizio del nuovo popolo di Dio
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 16 agosto 1989



1. Nel giorno della Pentecoste a Gerusalemme gli apostoli, e con loro la prima comunità dei discepoli di Cristo, riuniti nel Cenacolo insieme a Maria, madre del Signore, ricevono lo Spirito Santo. Si compie così per essi la promessa, che Cristo ha affidato loro quando è partito da questo mondo per tornare al Padre. In quel giorno si rivela al mondo la Chiesa, scaturita dalla morte del Redentore. Parlerò di questo nella prossima catechesi.

Ora vorrei mostrare che la venuta dello Spirito Santo, come compimento della nuova alleanza “nel sangue di Cristo”, dà inizio al nuovo Popolo di Dio. Esso è la comunità di coloro che sono stati “santificati in Cristo Gesù” (1 Cor 1, 2); di coloro dei quali Cristo ha fatto “un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Ap 1, 6; cf. Ap 5, 10; 1 Pt 2, 9). Tutto ciò è avvenuto in virtù dello Spirito Santo.

2. Per cogliere appieno il significato di questa verità, annunciata dagli apostoli Pietro e Paolo e dall’Apocalisse, occorre tornare un momento all’istituzione dell’antica alleanza tra Dio-Signore e Israele rappresentato dal suo capo Mosé, dopo la liberazione dalla schiavitù egizia. I testi che ne parlano indicano chiaramente che l’alleanza stretta allora non si riduceva soltanto ad un patto fondato su impegni bilaterali: è Dio-Signore che sceglie Israele come suo popolo, così che il popolo diventa sua proprietà, mentre lui stesso sarà d’ora in poi il “loro Dio”.

Leggiamo dunque: “Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa” (Es 19, 5). Nel libro del Deuteronomio troviamo la ripetizione e la conferma di ciò che Dio proclama nell’Esodo. “Tu (Israele) sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio; il Signore tuo Dio ti ha scelto per essere il suo popolo privilegiato fra tutti i popoli che sono sulla terra” (Dt 7, 6; analogice 26, 18). (Si noti, per inciso, che l’espressione “segullah” significa “tesoro personale del re”).

3. Una tale elezione da parte di Dio scaturisce totalmente ed esclusivamente dal suo amore: un amore del tutto gratuito. Leggiamo: “Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli - siete infatti il più piccolo di tutti i popoli - ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri, il Signore vi ha fatto uscire con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile” (Dt 7, 7-8). La stessa cosa esprime con linguaggio immaginoso il libro dell’Esodo: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me” (Es 19, 4).

Dio agisce per amore gratuito. Questo amore lega Israele con Dio-Signore in modo particolare ed eccezionale. Per esso Israele è divenuto proprietà di Dio. Ma tale amore esige la reciprocità, e quindi una risposta d’amore da parte di Israele: “Tu amerai il Signore tuo Dio” (Dt 6, 5).

4. Così nell’alleanza nasce un nuovo popolo, che è il popolo di Dio. Essere “proprietà” di Dio-Signore vuol dire essere a lui “consacrato”, essere un “popolo santo”. È ciò che, per il tramite di Mosé, Dio-Signore fa sapere a tutta la comunità degli Israeliti: “Siate santi perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo” (Lv 19, 2). Con la stessa elezione Dio si dona al suo popolo in ciò che gli è più proprio, la santità, e la chiede a Israele come qualità di vita.

Come popolo “consacrato” a Dio, Israele è chiamato ad essere un “popolo di sacerdoti”: “Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio sarete detti” (Is 61, 6).

5. La nuova alleanza - nuova ed eterna - viene stretta “nel sangue di Cristo” (cf. 1 Cor 11, 25). In forza di questo sacrificio redentore, il “nuovo Consolatore” (Parákletos) (cf. Gv 14, 16) - lo Spirito Santo - viene dato a coloro “che sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi” (1 Cor 1, 2). “A quanti sono . . . amati da Dio e santi per vocazione” (Rm 1, 7), come scrive san Paolo nell’indirizzare la sua lettera ai cristiani di Roma. Similmente si esprimerà anche con i Corinzi: “. . . alla Chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi dell’intera Acaia” (2 Cor 1, 1); con i Filippesi: “a tutti i santi che sono a Filippi” (Fil 1, 1); con i Colossesi: “ai santi e fedeli fratelli in Cristo che dimorano in Colossi” (Col 1,2); o con quelli di Efeso: “ai santi che sono in Efeso” (Ef 1, 1).

Ritroviamo lo stesso modo di parlare negli Atti degli Apostoli: “Pietro . . . si recò anche ai fedeli (‘haghious’ santi) che dimoravano a Lidda” (At 9, 32; cf. At 9, 41; et etiam At 9, 13 “Ai tuoi fedeli in Gerusalemme”).

In tutti questi casi si tratta dei cristiani, o dei “fedeli”, cioè dei “fratelli” che hanno ricevuto lo Spirito Santo. È proprio lui, lo Spirito Santo, l’artefice diretto di quella santità, sulla quale - mediante la partecipazione alla santità di Dio stesso - si edifica tutta la vita cristiana: “. . . siete stati santificati . . . nello Spirito del nostro Dio” (1 Cor 6, 11; cf.2 Ts 2, 13; 1 Pt 1, 2).

6. Lo stesso si deve dire della consacrazione che, in virtù dello Spirito Santo, fa sì che i battezzati diventino “un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre” (cf. Ap 1, 6; 5, 10; 20, 6). La prima lettera di Pietro sviluppa ampiamente questa verità: “Anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale (= un tempio edificato dallo Spirito Santo), per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo” (1 Pt 2, 5).

“. . .Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce” (1 Pt 2, 9). E sappiamo che “li ha chiamati” con la voce del Vangelo “nello Spirito Santo, mandato dal cielo” (1 Pt 1, 12).

7. La costituzione Lumen Gentium del Concilio Vaticano II ha enunciato questa verità con le seguenti parole: “Cristo Signore, Pontefice assunto di mezzo agli uomini (cf. Eb 5, 1-5), fece del nuovo popolo un regno e sacerdoti per il Dio e Padre suo (Ap 1, 6; cf. Ap 5, 9-10). Infatti per la rigenerazione e l’unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati a formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le opere del cristiano, spirituali sacrifici, e far conoscere i prodigi di colui, che dalle tenebre li chiamò all’ammirabile sua luce (cf. 1 Pt 2, 4-10)” (Lumen Gentium, 10).

Giungiamo qui all’essenza più intima della Chiesa come “Popolo di Dio” e comunità di santi, su cui ritorneremo nella prossima catechesi. I testi citati, tuttavia, chiariscono fin d’ora che nella condizione del “popolo nuovo” si esprime l’“unzione”, cioè la potenza e l’azione dello Spirito Santo.

Ai fedeli di lingua francese

J’accueille avec joie les pèlerins de langue française et je les remercie d’être venus à cette audience.

IN PARTICULIER, je salue de tout cœur les membres des la Congrégation des Filles de Marie Immaculée, qui sont en session internationale d’étude en vue d’approfondir la spiritualité marianiste, et je leur offre mes vœux de fécond apostolat dans les nombreux pays du monde où elles contribuent à étendre la foi en Jésus-Christ.

* * *

JE SALUE CORDIALEMENT aussi les sœurs françaises, japonaises et canadiennes de l’Enfant Jésus de Chauffailles. Je leur souhaite, après un fructueux pèlerinage aux tombeaux des Apôtres Pierre et Paul, un apostolat toujours plus généreux auprès de enfants et des malades.

* * *

JE SUIS HEUREUX d’accueillir également un pèlerinage de Yaoundé. A travers vous, je voudrais dire à tous vos frères du Cameroun l’heureux souvenir que je garde de ma visite pastorale en 1985. Je forme des vœux fervents pour l’Eglise dans votre pays, ainsi que pour Bénédiction Apostolique.

A tous, je donne volontiers ma Bénédiction Apostolique.

Ai fedeli di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I WISH TO WELCOME the groups of pilgrims from Korea and Indonesia: Be assured of my prayers as I prepare for my Pastoral Visit to your countries in October. My cordial greeting also goes to the participants in the Across Trust pilgrimage from England. Finally I wish to welcome the Knights and Ladies of Marshall, who have come to Rome on pilgrimage from Ghana: I thank you for the many ways in which you have sacrificed to build up the Church in your homeland, and particularly for your generosity to young seminarians. And to all the English-speaking visitors here today I offer my heartfelt good wishes and willingly impart my Apostolic Blessing.

Ai fedeli di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

MIT DIESEN Gedanken wünsche ich Euch, den deutschsprachigen Pilgern und Besuchern frohe Tage der Erholung und geistigen Bereicherung und erteile Euch und Euren Familien von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Gelobt sei Jesus Christus!

Ai pellegrini ungheresi

Vorrei salutare in ungherese i pellegrini ungheresi presenti alla udienza odierna.

Ai pellegrini di lingua spagnola

ME ES GRATO saludar a los sacerdotes, religiosos y religiosas, así como a los peregrinos de América Latina y España presentes en esta Audiencia. De modo especial, mi cordial saludo se dirige a las Religiosas Franciscanas Misioneras de María. También saludo con afecto a la peregrinación mexicana de Tepa, a los profesores y a los alumnos del Centro Universitario de México, al Grupo de Folklore “Ciudad de Guadalajara”, así como a las jóvenes quinceañeras.

Como recuerdo de vuestra visita a la tumba del Apóstol Pedro, os animo a amar cada vez más a Jesús de Nazaret, el Hijo de Dios, nuestro Amigo por excelencia. El intercede constantemente por todos ante el Padre. ¡Amadlo de verdad y seguidlo con decisión!

A vosotros y a vuestras familias imparto complacido la Bendición Apostólica.

Ai fedeli di lingua portoghese

SAÚDO CORDIALMENTE os ouvintes de língua portuguesa, hoje bem representados por Brasileiros, mormente pelo Senhor Comandante e pelos Oficiais, Cadetas e equipagem do navio-escola “Brasil”.

Desejo a todos felicidades; e que crescendo na fé e na consciência da vocação cristã, honrem sempre a dignidade a que os elevou o Baptismo: sois templos do Espírito Santo e novo Povo de Deus. E olhando para o grupo, onde prevalecem os jovens, digo-lhes: sede arautos de esperança! E, pela cultivada nobreza da vossa escolha de vida, sede homens construtores de fraternidade, paz e solidariedade, com todos, sem exceção, para um mundo e para um Brasil melhor! Com estes votos, vos abençôo,assim como às vossas famílias.

A un gruppo di pellegrini giapponesi

Sia lodato Gesù Cristo!

DILETTISSIMI MEMBRI della delegazione giapponese, che è venuta qui a Roma per ricordare il 400° anniversario della missione dei quattro giovani chiamati “Tensho-no shonen-shisetsudan”.

Auguro che anche voi, seguendo il loro esempio, possiate divenire ponte tra l’Oriente e l’Occidente.

Con questo auspicio vi imparto volentieri la mia Benedizione Apostolica.

Sia lodato Gesù Cristo!

Ai pellegrini polacchi

WITAM WSZYSTKIE grupy pielgrzymów: w szczególności z Warszawy, z parafii św. Bonifacego, ojcowie bernardyni; młodziez z katedry w Katowicach; pielgrzymów z RyboikaNiewadomia, parafia Bożego Ciała i św. Barbary; z Bytomia - z parafii Najświętszego Serca Pana Jezusa i z parafii Wniebowzięcia Najświętszej Maryi Panny - diecezja katowicka; z parafii Świętego Ducha z Przeworska; z parafii Nawrócenia św. Pawła w Bełżycach; z parafii Świętych Apostołów Piotra i Pawła oraz pracowników przedsiębiorstw zagranicznych z Międzyrzeca Podlaskiego; pielgrzymkę, z bazyliki św. Jana Chrzciciela w Parczewie; duszpasterstwo akademickie z Białegostoku; nauczycieli z Gdańska; Klub Inteligencji Katolickiej z Gorzowa; pielgrzymkę, z parafii Wszystkich Świętych z Kórnika; młodzieżową pielgrzymkę rowerową Klubu Inteligencji Katolickiej z Poznania; współpracowników misyjnych księży pallotynów; parafię, polonijną św. Jacka z Chicago, księża zmartwychwstańcy; także drugą polonijną pielgrzymkę ze Stanów Zjednoczonych Ameryki; studencki Zespół Pieśni i Tańca “Połonina” z Politechniki w Rzeszowie; Zespół Piesni i Tańca AWF “Podlasie” - Biała Podlaska; grupę Logos-Tour z Olsztyna; pielgrzymkę nauczycieli z parafii św. Stanisława Kostki w Warszawie; pielgrzymów z parafii św. Jerzego z Elbląga; duszpasterstwo harcerzy z diecezji szczecińsko-kamieńskiej; klub żeglarski a Pagaj” z Libiąża; grupę Biura Turystycznego “Pielgrzym” z Warszawy; prócz tego uczestników grup turystycznych: PKS z Warszawy, Orbis z Kutna, PTTK z Częstochowy. (. . .) Wszystkim życzę błogosławieństwa Bożego, nie przestając się modlić wspólnie z pielgrzymami na Jasną Górę w intencjach naszej Ojczyzny w doniosłych dniach, które ta Ojczyzna nadal przeżywa.

Ai fedeli in lingua italiana

Mi è gradito rivolgere ora una cordiale parola di benvenuto ai pellegrini di lingua italiana e porgere un particolare saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, che partecipano a questa Udienza.

Carissimi, desidero oggi esortarvi ad amare Dio “a fatti e in verità” (cf. 1Gv 3,18). Il vivere la carità implica sempre una delicata, attenta sollecitudine nei confronti del prossimo, per far fiorire in tutti l’umanità nuova e vera portata dal Redentore.

Mentre vi auguro che la bontà misericordiosa di Dio ricolmi la vostra esistenza quotidiana di carità e pace, affido ciascuno di voi alla Vergine Maria perché vi sostenga nel sereno abbandono alla volontà divina, accentuando - come Ella ha fatto - tutto ciò che il Signore chiede per realizzare il suo disegno di bontà sul mondo.

A tutti giunga la mia confortatrice Benedizione Apostolica.



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MARIOCAPALBO
00sabato 6 aprile 2013 12:10
Pentecoste, nascita della Chiesa. La Chiesa di Cristo e lo Spirito
GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Castel Gandolfo - Mercoledì, 30 agosto 1989



1. Nel giorno di Pentecoste si manifesta al mondo, per opera dello Spirito Santo, la Chiesa, scaturita dalla morte redentrice di Cristo. Questo è il tema dell’odierna catechesi, introdotta da quella precedente sulla discesa dello Spirito Santo che ha dato inizio al nuovo Popolo di Dio. Abbiamo visto che, in riferimento all’antica alleanza tra Dio-Signore e Israele come suo popolo “eletto”, il popolo della nuova alleanza stretta “nel sangue di Cristo” (cf. 1 Cor 11, 25), è chiamato nello Spirito Santo alla santità. È il popolo consacrato mediante la “unzione dello Spirito Santo” già nel sacramento del Battesimo. È il “sacerdozio regale” chiamato ad offrire “i doni spirituali” (cf. 1 Pt 2, 9).

Formando in questo modo il popolo della nuova alleanza, lo Spirito Santo rende manifesta la Chiesa, che è scaturita dal Cuore del Redentore trafitto sulla Croce.

2. Già nelle catechesi del ciclo cristologico abbiamo dimostrato che Gesù Cristo, “trasmettendo agli apostoli il regno ricevuto dal Padre” (cf. Lc 22, 29; et etiam Mc 4, 11), pone le fondamenta per l’edificazione della sua Chiesa. Egli infatti non si è limitato ad attrarre ascoltatori e discepoli mediante la parola del Vangelo e i “segni” da lui operati, ma ha chiaramente annunciato di voler “edificare la Chiesa” sugli apostoli, e in particolare su Pietro (cf. Mt 16, 18). Quando giunge l’ora della sua Passione, la sera della vigilia, egli prega per la loro “consacrazione nella verità” (cf. Gv 17, 17), prega per la loro unità: “perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, . . . perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (cf. Gv 17, 21-23). Infine dà la sua vita “in riscatto per molti” (Mc 10, 45), “per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11, 52).

3. La costituzione conciliare Lumen Gentium sottolinea il legame tra il mistero pasquale e la Pentecoste: “Quando Gesù, dopo aver sofferto la morte in croce per gli uomini, risorse, apparve quale Signore e Messia e Sacerdote in eterno, ed effuse sui suoi discepoli lo Spirito promesso” (Lumen Gentium, 5). Questo si è compiuto in conformità con gli annunci dati da Gesù nel Cenacolo prima della Passione, e rinnovati prima della sua definitiva dipartita da questa terra per tornare al Padre: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni in Gerusalemme, . . . e fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8).

Questo fatto è culminante e decisivo per l’esistenza della Chiesa. Cristo l’ha annunziata, istituita, e poi definitivamente “generata”, sulla Croce mediante la sua morte redentrice. Tuttavia l’esistenza della Chiesa è divenuta palese il giorno di Pentecoste, quando discese lo Spirito Santo, e gli apostoli cominciarono a “rendere testimonianza” al mistero pasquale di Cristo. Possiamo parlare di questo fatto come di una nascita della Chiesa, come parliamo della nascita di un uomo al momento in cui esce dal seno della madre e “si manifesta” al mondo.

4. Nell’enciclica Dominum et Vivificantem ho scritto: “Il tempo della Chiesa ha avuto inizio con la “venuta”, cioè con la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli riuniti nel cenacolo di Gerusalemme insieme con Maria, la Madre del Signore. Il tempo della Chiesa ha avuto inizio nel momento in cui le promesse e gli annunci, che così esplicitamente si riferivano al Consolatore, allo Spirito di verità, hanno cominciato ad avverarsi in tutta potenza ed evidenza sugli apostoli, determinando così la nascita della Chiesa . . . Lo Spirito Santo ha assunto la guida invisibile - ma in certo modo “percettibile” - di coloro che, dopo la dipartita del Signore Gesù, sentivano profondamente di essere rimasti orfani. Con la venuta dello Spirito essi si sono sentiti idonei a compiere la missione loro affidata. Si sono sentiti pieni di fortezza. Proprio questo ha operato in loro lo Spirito Santo, e questo egli opera continuamente nella Chiesa mediante i loro successori” (Dominum et Vivificantem, 25).

5. La nascita della Chiesa è come una “nuova creazione” (cf. Ef 2, 15). Si può stabilire un’analogia con la prima creazione, quando “il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita” (Gen 2, 7). A questo “alito di vita” l’uomo deve lo “spirito”, che nel composto umano fa si che egli sia uomo-persona. A questo “alito” creativo ci si deve rifare quando si legge che Cristo risorto, apparendo agli apostoli riuniti nel Cenacolo, “alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi»” (Gv 20, 22-23). Questo evento, che ebbe luogo la sera stessa di Pasqua, può essere considerato una Pentecoste anticipata, non ancora pubblica. Seguì poi, il giorno di Pentecoste, la manifestazione pubblica del dono dello Spirito, quando Gesù Cristo, “innalzato alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso” (At 2, 33). Allora per opera dello Spirito Santo si è avuta “la nuova creazione” (cf. Sal 104, 30).

6. Oltre all’analogia con il libro della Genesi, si può trovarne un’altra in un passo del libro del profeta Ezechiele, dove leggiamo: “Dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti perché rivivano” (Ez 37, 9). “Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d’Israele” (Ez 37, 12). “Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete . . . saprete che io sono il Signore” (Ez 37, 14). “. . . E lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi” (Ez 37, 10).

Questa grandiosa e penetrante visione profetica riguarda la restaurazione messianica di Israele dopo l’esilio, annunciata da Dio dopo la lunga sofferenza (cf. Ez 37, 11-14). È lo stesso annuncio di ripresa e di nuova vita dato da Osea (cf. Os 6, 2; 13, 14) e da Isaia (Is 26, 19). Ma il simbolismo usato dal profeta immetteva nell’anima di Israele l’aspirazione verso l’idea di una risurrezione individuale, forse già intravista da Giobbe (cf. Gb 19, 25). Tale idea sarebbe maturata successivamente, come attestano altri passi dell’antico (cf. Dn 12, 2; 2 Mac 7, 9-14. 23-36; 12, 43-46) e del nuovo testamento (Mt 22, 29-32; 1 Cor 15). Ma in quell’idea c’era la preparazione al concetto della “vita nuova”, che sarà rivelata nella Risurrezione di Cristo e che per opera dello Spirito Santo scenderà su coloro che crederanno. Anche nel testo di Ezechiele possiamo dunque leggere, noi credenti in Cristo, una certa analogia pasquale.

7. Ed ecco un ultimo aspetto del mistero della Chiesa nascente sotto l’azione dello Spirito nel giorno della Pentecoste. In essa si realizza la preghiera sacerdotale di Cristo nel Cenacolo: “perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21). Discendendo sugli apostoli raccolti intorno a Maria, madre di Cristo, lo Spirito Santo li trasforma e li unisce, “colmandoli” con la pienezza della vita divina. Essi diventano “una sola cosa”: una comunità apostolica, pronta a rendere testimonianza a Cristo crocifisso e risorto. Questa è la “nuova creazione” scaturita dalla Croce e vivificata dallo Spirito Santo, il quale nel giorno della Pentecoste l’ha avviata nella storia.

Ai pellegrini di lingua francese

J’accueille avec joie les personnes de langue française venues à cette audience.

EN PARTICULIER, j’adresse un salut cordial aux pèlerins d’Athènes. Chers Frères et Sœurs, catholiques et orthodoxes, soyez les bienvenus à Rome! Que votre séjour dans la Ville éternelle ravive votre foi et votre engagement au service de la communauté chrétienne!

* * *

JE SUIS HEUREUX d’accueillir affectueusement le groupe de jeunes Libanais présents parmi nous. Tous, nous aimons leur pays; tous, nous espérons ardemment qu’il retrouvera la paix. A la fin de cette audience, comme de coutume, nous chanterons le “Notre Père”: aujourd’hui, nous le ferons ensemble en priant spécialement pour le Liban.

A vous tous, jeunes et adultes, je donne de grand cœur ma Bénédiction Apostolique.

Ad alcuni gruppi di espressione inglese

Dear Brothers and Sisters,

I WISH TO WELCOME the many married couples from England who are celebrating their Silver Wedding Anniversaries in Rome before undertaking an important apostolate to families in their country. May God bless you in your efforts to strengthen spouses, parents and children in their fidelity to Jesus Christ and his law of love. I am pleased to greet the pilgrim group from Belfast in Northern Ireland. My cordial greeting also goes to the Lutheran pilgrims from Struer in Denmark. To the pilgrims from the “ John Paul College ” in New Zealand, and to all the English-speaking pilgrims and visitors here today, I cordially impart my Apostolic Blessing.

Ai fedeli di lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

WERDEN WIR UNS liebe Brüder und Schwestern, der großen Gnade wieder neu bewußt, zur Kirche Jesu Christi gehören zu dürfen. Ich grüße euch alle sehr herzlich zur heutigen Audienz, alle Gruppen und Einzelpilger; besonders die anwesende Studiengruppe von Priestern und Schwestern, die dem Deutschorden angehören. Möge dieser Rombesuch in euch allen eure Liebe zur Kirche neu entfachen und euch zu einem entschlossenen Glaubenszeugnis im Alltag ermutigen. Von Herzen erteile ich euch und allen, die euch verbunden sind, meinen besonderen Apostolischen Segen.

Ai fedeli giunti dalla Spagna e da Paesi dell’America Latina

Amadísimos hermanos y hermanas,

ME ES GRATO saludar a los sacerdotes, a los religiosos y religiosas, así como a los peregrinos de América Latina y España presentes en esta Audiencia. De modo particular mi saludo se dirige a los miembros del Patronato de Nuestra Señora de la Inmaculada Concepción de Zapopán, de Guadalajara; a los jóvenes de las Comunidades eclesiales mexicanas de Acapulco, Guerrero y Ciudad Altamirano; al Mariachi juvenil de la ciudad de Monterrey y a la peregrinación de la diócesis de Aguascalientes. Que vuestra presencia en Roma os impulse a caminar con mayor seguridad y confianza por la senda que lleva al Reino de la Vida; senda que supone un cumplimiento fiel de la Ley de Dios.

* * *

ME COMPLACE AHORA hacer presente mi más cordial felicitación al grupo de sacerdotes de la diócesis española de Cartagena, que este año cumplen el 25 aniversario de ordenación sacerdotal. Os agradezco vuestra presencia en este Encuentro. Y, como recuerdo de esta gozosa efemérides no sólo para vosotros sino también para la Iglesia, os aliento a seguir viviendo ilusionados, con la ayuda incomparable de la Virgen María - Madre de Cristo Sumo y Eterno Sacerdote -, los ideales de consagración a Dios y de servicio a vuestra Iglesia local cartagenera.

A vosotros, a vuestras familias, así como a todos los aquí presentes imparto con afecto la Bendición Apostólica.

Ai pellegrini di lingua portoghese

Caríssimos irmãos e irmãs de língua portuguesa,

SAÚDO OS que me ouvem, desejando-lhes todo o bem, com as graças divinas, na sua caminhada como novo Povo de Deus. Em particular, sejam bem-vindos os Brasileiros de Porto Alegre, Rio de Janeiro e Salvador: abençoando-vos, penso em vossos entes queridos. Que sejais felizes!

Ad un gruppo di pellegrini ungheresi

VORREI SALUTARE due gruppi di pellegrini ungheresi provenienti dalla città di Szopron (Diocesi di Djör) e dalla parrocchia di Eerd-Ovaarosz (Diocesi di Seekeszfeheervaar).

Ai connazionali polacchi

WITAM SERDECZNIE Kardynała Metropolitę Krakowskiego; witam wszystkie grupy pielgrzymów: z parafii Korzkiew pod wezwaniem św. Jana Chrzciciela; z parafii bł. Królowej Jadwigi we Wrześni; z paraffi św. Katarzyny w Grybowie; z parafii. Świętej Trójcy w Radzyniu Podlaskim; z paraffi Matki Boskiej Częstochowskiejksięży pallotynów oraz służbę zdrowia Akademii Medycznej z Gdańska; pielgrzymkę, archeologów, architektów i konserwatorów z parafii św. Antoniego w Gdańsku; z parafii świętych apostołów Piotra i Pawła z Namysłowa; Pomocników Salezjańskich Kościoła z prowincji pilskiej; Chór Akademicki Uniwersytetu Jagiellońskiego; z parafii Wniebowstąpienia Pańskiego z Poznania; chór młodzieżowy “Rezonans con tutti” z Zabrza; prócz tego witam grupę kalejarzy z rejonu Krakowa; grupę górników z kopalni “Wawel” z Rudy Śląskiej; oraz uczestników grup turystycznych - PKS-u z Warszawy i z całej Polski; a także grupę z Sanoka i grupę Turysty.

Ad alcuni gruppi italiani

Saluto tutti i gruppi di lingua italiana, in particolare il folto gruppo, di Religiose, provenienti soprattutto dall’Italia, ma anche dall’Asia, Africa ed America Latina, le quali stanno partecipando alla Ventunesima Settimana Biblica Nazionale presso il Teresianum. Mi auguro, care Sorelle, che questi giorni siano per voi veramente ricchi di nuove e sante ispirazioni per un migliore impegno nella vostra vita di anime consacrate.

* * *

Saluto pure i seminaristi della Diocesi di Bergamo, i quali sono presenti insieme con i loro assistenti, superiori e familiari. Grazie, cari giovani, per questa testimonianza di affetto. Spero proprio che questa visita a Roma vi sia di grande conforto per il cammino spirituale che avete intrapreso.

* * *

Il mio pensiero va pure al gruppi di Allievi Ufficiali della Prima Compagnia della Scuola del Genio di Roma. A voi, cari giovani, ai vostri familiari, ai vostri Superiori il mio cordiale benvenuto. Possiate ricevere da questa visita, nella luce della fede, una motivazione più profonda dell’esperienza che attualmente state conducendo, così da orientarla meglio alla vostra maturazione umana ed al servizio della società e della pace.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Ai giovani, ai malati ed alle coppie degli sposi novelli, rivolgo ora una cordiale parola di saluto e di esortazione

Cari fratelli e sorelle, nel dirvi la mia gioia per la vostra presenza a questa Udienza, invito ciascuno di voi a guardare a Cristo, per imparare da lui a testimoniare l’amore di Dio per l’umanità. Voi giovani portate nel mondo la speranza cristiana che è possibile crescere come uomini onesti e coerenti.

Voi malati, proseguite nel tempo la sofferta donazione di Gesù, che ha posto nella croce la salvezza. E voi, coniugi, che avete reso santo il vostro reciproco amore, sappiate mostrare come sia lieta l’esistenza quando è posta nella carità di Dio.

A voi tutti, imparto la mia Benedizione Apostolica.

Un nuovo invito a pregare per la pace in Libano è rivolto questa mattina dal Santo Padre ai fedeli di tutto il mondo. Cogliendo l’occasione offertagli dalla presenza di un gruppo di giovani libanesi all’udienza generale di questa mattina nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre esprime ancora una volta il desiderio di pace che accomuna tutto ti popolo libanese ed invita la Chiesa a sostenerlo con la preghiera.

Sono felice di accogliere affettuosamente il gruppo di giovani libanesi presenti qui tra di noi. Tutti noi amiamo il loro Paese; tutti noi speriamo ardentemente che esso ritroverà la pace. Al termine di questa udienza, come è consuetudine, canteremo il “Padre Nostro”: oggi lo faremo insieme pregando specialmente per il Libano.

A tutti voi, giovani e adulti, offro di cuore la mia Benedizione Apostolica.



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