Capitolo settimo Come credere alla Parola di Dio attraverso le illustrazioni della fede

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MARIOCAPALBO
00venerdì 3 febbraio 2012 09:48

la crescita spirituale

Capitolo settimo

 

Come credere alla Parola di Dio

attraverso le illustrazioni della fede

 

 

         La fede entra in azione nel momento in cui cominciate a credere personalmente in qualcosa. Per cui, tuttavia, la fede può costituire un passo difficile. Molte volte la gente è venuta a dirmi: "Ci ho provato, proprio non riesco a credere".

            Possono aver cercato di credere qualcosa su se stessi, su un'altra persona, su un problema che dovevano affrontare o su una promessa della Bibbia. Hanno cercato nella Bibbia, letto la verità e poi hanno detto: "Sì, questa è la verità ed in genere va bene. Ma non mi pare si possa applicare a me, in questo momento della mia situazione particolare".

            Volevano credere alla Parola di Dio ma non potevano. Perché? Perché in cuore avevano una convinzione contraria alla verità di Dio. Tale convinzione sbagliata era impiantata così profondamente in loro, che persino la Parola di Dio pareva incapace di radicarla.

            Anche in queste condizioni il principio della fede, se applicato pazientemente, può compiere qualcosa che nessun medico o psichiatra potrà fare: essi non possono eliminare le convinzioni più radicate. Nel punto in cui prima si trovava questa errata convinzione, la Parola di Dio metterà le radici per formare la base di un modo completamente nuovo di pensare e di agire.

 

Secondo il pensiero di Dio

 

            Dopo alcune dolorosissime esperienze ho imparato a credere, a fare il primo passo per applicare la fede. Quando cominciai a leggere la Parola di Dio nel modo personale di cui ho parlato prima, Egli ha introdotto in me un concetto che mi ha reso assai più facile credere nella Sua Parola.

            L'ho chiamato: illustrazione della fede.

            La Scrittura è piena delle promesse che Dio ci ha fatto. Ma queste sono qualcosa di più di semplici e piatte dichiarazioni della verità: sono illustrazioni, immagini di come Dio vede la verità e la realtà.

            Dio vuole impiantare queste illustrazioni, raffigurazioni, immagini della fede dentro di noi, affinché anche noi possiamo vedere la realtà come Lui la vede. Quando leggeremo la Parola e la riceveremo come rivelazione, cominceremo a raffigurarci nella mente ciò che è vero e reale per la mente di Dio.

 

            Ad esempio, nella Bibbia Dio chiama il Suo popolo sacerdozio regale. Questa è una illustrazione di fede, una rappresentazione di come Dio ci vede. Se accetteremo tale rappresentazione e le permetteremo di dar forma alla nostra identità di cristiani, cominceremo ad esprimere le qualità di un sacerdozio regale.

            Non solo siamo un sacerdozio regale, ma siamo anche una stirpe eletta, una nazione santa, la sposa di Cristo, l'edificio di Dio, il corpo di Cristo e così via.

            Se permetteremo a queste illustrazioni di trasformare il nostro modo di pensare, cominceremo a percepire la realtà allo stesso modo di Dio.

 

            Vorrei pregarvi di capire che nella Bibbia non troverete l'espressione illustrazioni della fede.

            È qualcosa che ho coniato io per descrivere un concetto sulla fede presente nella Scrittura. Ha lo scopo di aiutarvi ad applicare la fede a qualsiasi promessa della Bibbia ed in qualunque circostanza. Prima che qualcuno si metta in allarme riguardo all'origine di queste raffigurazioni della fede, esaminiamo cosa insegna la Bibbia al riguardo.

            L'autore dei Proverbi parlò sul concetto delle raffigurazioni di fede quando disse: "Come egli pensa dentro di sé, così egli " (Proverbi 23,7).

            Quant'è vera questa dichiarazione! La personalità e il comportamento di un uomo sono formate dalla percezione che egli ha di se stesso. La sua personalità riflette le illustrazioni di fede impiantate nella sua mente. Ovviamente, ciò non significa che i peccatori non pentiti possono semplicemente crearsi una illustrazione di fede di se stessi quali persone salvate e giuste, scavalcando così la necessità di ricevere Gesù Cristo. Il concetto delle rappresentazioni di fede ha dei limiti, ma sono in pochi a rendersi conto della potenza che potrebbe avere. E sono troppo pochi i cristiani che usano le illustrazioni di fede che si trovano nella Bibbia a loro vantaggio.

 

Gedeone

 

            Torniamo alla storia di Gedeone, poiché la sua vita è uno dei principali esempi di come una illustrazione di fede possa influenzare un uomo. Durante l'occupazione di Israele da parte dei Medi, il Signore scelse Gedeone quale liberatore della nazione. Ma questi non si riteneva un eroe. Quando gli apparve dinanzi un angelo del Signore, Gedeone aveva paura dei Medi… "Io sono il più piccolo della casa di mio padre". Sin dalla prima dichiarazione dell'angelo cominciò ad operare in lui il principio della raffigurazione della fede.

            "Il Signore è con te", dichiarò l'angelo, "o valoroso guerriero."

            Ma la debole risposta di Gedeone fu: "Signore mio, se il Signore è con noi, perché allora ci è accaduto tutto questo?" (Gd 6, 12-13).

 

            Come poteva Dio chiamarlo valoroso guerriero, quando i fatti mostravano che Gedeone era un codardo? Dio stava forse cercando di adulare Gedeone, perché questi vedesse se stesso in modo più positivo? No. Dio non sperava di ricavare da lui qualcosa di meglio. Egli già vedeva in Gedeone un guerriero valoroso. Lo vedeva anche tremare di paura; ma i fatti sono cose temporanee e mutabili. Ciò che Dio vede per vero è la Verità. Tutto il resto è una perversione di quella verità e risulta dai limiti che l'intelletto umano cerca di imporre a Dio.

            Non appena la raffigurazione della fede del valoroso guerriero penetrò nel cuore di Gedeone, i fatti cominciarono a cambiare. Le paure si dissolsero ed egli diventò l'uomo che Dio vedeva. Ma la trasformazione non avvenne in un istante.

            La rappresentazione di fede dovette essere ripetuta più volte, finché non soverchiò ogni idea contraria, trasformando così Gedeone in quel valoroso guerriero. La gente che incontrò Gedeone dopo la trasformazione non avrebbe mai potuto immaginarlo diverso da un valoroso guerriero. Attraverso una potente rappresentazione di fede che gli veniva da Dio, Gedeone cambiò il corso della storia.

 

Una precauzione

 

            Prima di proseguire, vorrei farvi notare l'opportunità di una precauzione. Le raffigurazioni della fede (o comunque scegliete di chiamarle) possono anche essere usate male. Ci sono state persone che mi hanno detto: "Ho una rappresentazione di fede di possedere una nuova automobile. Ne ho una di possedere una casa nuova e di fare tanti soldi". Tali dichiarazioni si fondano su un pericoloso malinteso.

            Le nostre illustrazioni si devono basare sulla Parola di Dio e vanno usate in linea con la Sua volontà per la nostra vita.

            Per la mancanza di maturità o per l'incapacità di capire le vie di Dio, potremmo sbagliare e cominciare a sviluppare illustrazioni di fede per tutto ciò che abbiamo desiderato fino a quel momento. Qualora poi non si realizzassero, potremmo rinunciare concludendo che il principio non funziona. Ma se si ottenessero risultati attraverso quel principio, in quel caso serviremmo solo i nostri scopi egoistici.

 

            Le Leggi ed i princìpi di Dio sono universali. Chiunque, cristiano o no, li può usare per i propri scopi. Qualsiasi risultato raggiunto in quel modo deriva dall'applicazione di alcune leggi di Dio. Un uomo d'affari che ha successo, ad esempio, capisce il principio del dare. Migliore è il servizio, o i prodotti che consegna ai clienti, più fioriranno i suoi affari. Più riuscirà ad applicare con intelligenza questi princìpi, più avrà successo. Allo stesso modo, ciascuno di noi può capire e usare il concetto delle illustrazioni di fede. Possiamo visualizzare qualcosa nella mente, crederci, applicare certi princìpi (che discuteremo in seguito), e ottenere i risultati.

            E ciò funziona anche a livello umano, per motivi egoistici, di puro interesse o addirittura peccaminosi. Ad esempio, un uomo può desiderare di diventare miliardario. Ovviamente gli serviranno l'ingegno e la spinta per raggiungere lo scopo. In qualche punto all'inizio della sua scalata al successo svilupperà in sé una illustrazione di fede: si vedrà ricco. Se il suo campo è quello dei beni immobili, si raffigurerà tutta la terra e i fabbricati che un giorno possiederà. Può non rendersi conto che quella illustrazione mentale di ciò che diventerà lo spinge a trasformarsi verso ciò che intravede. Il desiderio di raggiungere il successo aumenterà in proporzione alla rappresentazione che egli avrà di se stesso. E presto o tardi egli diventerà uguale ad essa.

            Molti uomini di successo seguono questo principio, anche se a volte non se ne rendono conto. E tuttavia esercitano una delle Leggi di Dio. Ma sia maledetto l'uomo che usa le Leggi di Dio per scopi egoistici o peccaminosi. Dall'applicazione di quei princìpi apparentemente può trarre dei vantaggi, ma dovrà poi ritrovarsi davanti al Signore a rendere conto di come li ha usati.

            "E a chi è stato dato molto, ha detto Gesù, sarà richiesto molto di più" (Lc 12,48).

 

Le raffigurazioni di fede di Gesù

 

            Anche Gesù ha usato questo principio per infondere la raffigurazione della fede nel cuore della gente. Quando incontrò Pietro per la prima volta, la sua prima frase conteneva una rappresentazione di fede: "Sei Simone (che significa canna) figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa (che tradotto significa Pietro)" (Gv 1,42).

            A Gesù non fu difficile constatare che Simone esteriormente era una canna, un giunco: qualcosa che si piega facilmente al vento. Ma Egli vide anche la realtà. Quando gli diede il nome di Pietro, che significa roccia, Gesù lo vide come apostolo, capo e pilastro della Chiesa. Avrebbe potuto dire: "Simone, vedo che sei debole. Cerco uomini forti per farne i Miei discepoli. Nel Mio piano non c'è posto per una persona instabile". Vide invece la realtà, e cominciò a suggerirla a Simone. Ci volle tempo, costanza e istruzione, sbagli e tradimenti, ma dopo la risurrezione di Gesù e il dono dello Spirito, Pietro visse all'altezza del nome che Gesù gli aveva dato.

            Gesù vide il segno esteriore del giunco, ma invece disse: "Tu sei una roccia. Voglio che tu sappia che Io ti vedo come una roccia". E continuò a comunicare questa raffigurazione di fede a Pietro, cambiandogli perfino il nome, da Simone a Pietro: da canna a roccia. Piano piano Pietro cominciò a dire: "Il mio Signore mi vede come una roccia, quindi è ciò che io sono". Tempo ed esperienza trasformarono quella verità, percepita da Gesù, in una realtà che anche gli altri potevano vedere.

 

            Il cambiamento tuttavia non avviene semplicemente perché noi sviluppiamo una particolare immagine di fede. È necessario prendere parte attiva al processo di cambiamento. Avere una illustrazione di fede significa avere un obiettivo fermo nella mente e nel cuore. Ci dà una chiara rappresentazione per procedere verso quell'obiettivo. Se siamo nel bel mezzo dell'elaborazione di un problema, possiamo sempre guardare in avanti verso questa rappresentazione di fede, che ci fornisce incoraggiamento e aiuto per risolvere il problema.

            La fede è una legge potente. Per mezzo della stessa si possono fare grandi cose. Ma essendo un principio universale, può essere usata anche in maniera distruttiva. Usando le illustrazioni di fede in maniera sbagliata, io distrussi la mia casa e il mio matrimonio. Ma quando Dio mi riscattò e mi insegnò ad usare nel modo giusto questa Sua Parola, i risultati furono incredibili.

 

La nostra casa divisa

 

            C'erano forti differenze tra la personalità di mia moglie e la mia, condizione che il mondo considera fatale per l'esito di un matrimonio. Più tardi ho imparato che un matrimonio solido si basa sull'azione di Dio per unire due persone. Quando entrambi i coniugi praticano la Parola di Dio, le differenze tra loro sono addolcite e ridimensionate. Ma io non lo sapevo, ed eccomi lì, sposato a Dacie, una persona diversissima da me.

            Ben presto cominciai ad esigere da lei alcune cose. Volevo che imparasse a gestire il denaro e l'economia familiare, a conversare meglio, ad aiutarmi negli affari. Cercavo di eliminare le differenze tra noi, ma nel farlo aumentavo le mie pressioni su di lei. Accettò alcune delle mie richieste, ma non poteva proprio soddisfarne altre. Provava e falliva, oppure non sapeva come cominciare a fare ciò che io le avevo chiesto.

            Il mio metodo per cambiare Dacie (usato da tanti uomini nel mondo) consisteva nel dire: "Perché non hai fatto ciò che ti ho detto?"

            "Ci ho provato, ma non ci sono riuscita", avrebbe risposto lei.

            "Benissimo, avrei rimbeccato, ti mostrerò ancora come devi fare".

            Lei magari ci avrebbe riprovato, e avrebbe sbagliato ancora ed io sarei esploso: "Ma non capisci? Come puoi essere così stupida? Non hai imparato proprio niente? Non hai capito cosa ti ho detto la prima volta?"

 

            Questi continui attacchi comunicavano a Dacie delle rappresentazioni di fede di ciò che io credevo ella fosse. Tutte queste raffigurazioni negative, tanto lontane dalla verità che Dio vedeva in lei, la portavano solo più lontano da ciò che io volevo che fosse. E, peggio ancora, la allontanavano da ciò che ella era gli occhi di Dio.

            Parte di quanto mi aspettavo da Dacie aveva origine dalle mie irragionevoli esigenze, ma desideravo sinceramente che ella fosse anche la donna che Dio voleva. Tuttavia, riuscivo solo a distruggere le sue speranze di esserlo. Col peggiorare della nostra relazione, cominciai a comportarmi con un senso di orgogliosa superiorità e la trattavo con lunghi, freddi silenzi.

            I bambini sentivano l'effetto di quanto proiettavo su mia moglie e anch'essi si allontanavano sempre più dall'idea che Dio aveva di loro. Sebbene, come molti padri, mi aspettassi molto da loro, mettevo loro in mente le errate raffigurazioni di fede. Quando a scuola non andavano bene, mi arrabbiavo ritenendo che la mia ira li avrebbe fatti lavorare più seriamente. Ma non era così.

            L'ostilità e l'incomprensione che avevano caratterizzato la nostra relazione si intensificarono, finché il matrimonio fu rovinato. Ci separammo per circa tre anni.

 

            Fu in quel periodo che Dio mi rivelò una verità che cambiò la mia vita.

            Sebbene spesso avessi dato a mia moglie, ai figli e agli altri intorno a me la colpa dei miei fallimenti, Egli mi fece vedere che il vero problema era nel mio cuore.

            La mia mente era piena di pensieri e di rappresentazioni negative che non avevano niente a che fare con la Parola di Dio, ma che erano invece basati sui miei desideri e sulle mie frustrazioni. Sebbene quando il matrimonio andò a rotoli io fossi un ministro, non ero in armonia con il vero insegnamento della Parola di Dio. Una parte del mio errato modo di pensare era il risultato di cose che avevo sperimentato presto nella mia vita. Un'altra parte si sviluppò osservando le azioni di altri cristiani non in armonia con gli insegnamenti di Dio.

            Nei tre anni di separazione da mia moglie vagai senza scopo. Un giorno, mentre mi trovavo in una stanzetta del Nord della California, mi inginocchiai e gridai a Dio: "Signore, perché la mia vita è un pasticcio simile? Tu hai promesso gioia indicibile e vita abbondante. Ma dove sono queste cose?"

            Allora Dio mi parlò. E disse: "Dopo le tue dichiarazioni sulla Mia Parola, hai aggiunto due parole che sono tue: 'Ma noi sappiamo'. E con quella dichiarazione hai reso vana la Mia Parola."

            D'un tratto l'errore balzò alla luce.

Era il mio atteggiamento verso la Parola di Dio ad essere sbagliato!

            Spesso, durante il ministero, insegnavo qualcosa dalla Bibbia per poi aggiungere la mia spiegazione personale, senza chiedermi se fosse davvero conforme a ciò che Dio aveva insegnato. Mi sembrava normale. Quella notte in quella stanzetta Dio mi disse: "Metti in pratica la Mia Parola. Voglio che tu agisca su di essa, anche se non capisci cosa significhi."

 

Come fare?

 

            Sapevo di dover tornare da Dacie e dai bambini, ma non sapevo come avrei potuto riparare a tutto il male che avevo fatto loro. Avevo inflitto a loro e a me stesso un dolore profondo. E come avevo criticato la mia famiglia, avevo attaccato e condannato anche me stesso. Mi ero convinto di valere poco. Come colmare il vuoto nella relazione con Dacie? Come potevo diventare ciò che Dio voleva io fossi? E come poteva Dacie diventare la donna che Dio voleva?

            Dio mi mostrò la risposta.   

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