Capitolo sesto Come mettere in pratica la Parola di Dio

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MARIOCAPALBO
00venerdì 3 febbraio 2012 09:46

la crescita spirituale

Capitolo sesto

 

 

Come mettere in pratica la Parola di Dio

 

 

            Mettere in pratica la Parola di Dio non significa semplicemente individuare i versetti della Bibbia che si adeguino a situazioni e problemi specifici. Se si fosse trattato solo di questo sarebbe stato meglio, allora, che la Bibbia fosse stata divisa per argomenti, in modo da elencare tutte le circostanze che una persona potrebbe affrontare, e le promesse o princìpi corrispondenti della Bibbia. Ma Dio ci ha dato più che un semplice libro di soluzioni. Vuole plasmarci per farci diventare secondo la Sua natura, in modo che poi pensiamo, parliamo ed agiamo in maniera tale da indurLo a manifestarci il Suo amore e a renderci partecipi delle Sue benedizioni.

Esiste un vecchio detto che dice: "Se date un pesce ad un uomo, lo avete nutrito per un giorno, ma se gli insegnate a pescare, lo avrete nutrito per il resto della vita".

È questo il modo in cui Dio agisce con noi. Non vuole dover accorrere in nostro soccorso ogni volta che affrontiamo un problema o un ostacolo. Può sembrare così quando siamo appena nati in Cristo, ma se dobbiamo giungere a manifestare il Suo carattere, ad esser partecipi della Sua immensa bontà e a diventarGli utili, dobbiamo noi stessi imparare ad agire sulla Sua Parola. Ciò significa imparare a pensare, a parlare e ad agire come fa Lui. Poiché Dio nella Bibbia ci ha rivelato il Suo cuore, possiamo imparare a mettere in pratica la Sua Parola in un modo che ci aiuterà a diventare più simili a Lui e che ci permetterà di essere partecipi delle Sue grandi benedizioni.

 

I princìpi della fede: credere, confessare, agire

 

            La Bibbia ci insegna ciò che io chiamo i princìpi della fede, tre passi che ci aiutano ad applicare la fede. Come vedremo nei capitoli che seguono, la Bibbia è piena di testimonianze di uomini e donne che hanno camminato e sono vissuti nella fede. L'autore della lettera agli Ebrei afferma che costoro:

".. per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, da deboli furono resi forti, divennero potenti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri. Alcune donne riebbero i loro morti per risurrezione" (Eb 11, 33-35).

 

La fede è molto più dell'atteggiamento passivo di chi si limita a dire: "Sì, credo in Dio e nella Bibbia". La fede è un modo di vivere; essa determina la maniera in cui ci accostiamo alla Parola di Dio e la applichiamo nella vita. La fede attiva produce risultati, cambiamenti, trasformazioni. Quando applicheremo i princìpi della fede, le promesse e le verità di Dio diverranno realtà. Possiamo cambiare noi stessi, gli altri e le circostanze e rendere gloria a Dio in ogni situazione. Ma non siamo mai lasciati con le sole parole: Abbiate fede. Dio ci ha dato la Bibbia per dimostrarci come avere fede, come applicare la fede e come esercitarsi nella fede.

Nel corso di tutti i suoi scritti Paolo parla di questi princìpi della fede. In Romani, capitolo 10, sono rivelate due parti del triplice principio della fede:

"Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio Lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza" (Rm 10, 9-10).

 

Quando mettete la fede in qualcosa, che si tratti di una promessa di Dio o di un principio della Sua Parola, dovete prima credere nel profondo del cuore, e quindi confessare con la bocca la cosa in cui credete. L'apostolo Giacomo spiega il terso principio.

"Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa" (Gc 2,17).

Una volta che credete a qualcosa col cuore e lo confessate con la bocca, poi è necessario agire di conseguenza.

 

Sono questi i tre aspetti del principio della fede: credere, confessare, agire. Applicando questi princìpi alle promesse della Parola di Dio, avrete la gioia di vivere una vita di servizio e sarete in grado di raggiungere qualsiasi compito Dio vi presenti.

La differenza tra un cristiano la cui vita è piena di prosperità e di benedizioni e uno che non porta frutto sta in ciò che essi fanno della Parola di Dio. L'autore della lettera agli Ebrei lancia questo avvertimento:

"Essi però non ebbero alcun vantaggio dalla Parola udita perché quando la udirono non la ricevettero con fede" (Ebrei 4,2).

Il popolo di cui scrive evidentemente ha la Parola di Dio e le sue promesse, ma nessun vantaggio. Quella Parola non dette il risultato di benedizioni e frutti che avrebbe dovuto portare; non produsse in loro il carattere e la natura di Dio. Perché? Perché essi non credettero, non confessarono né agirono sulla Parola di Dio.

 

Quando applicate questi princìpi alle verità e alle promesse della Parola di Dio, aderite totalmente alla verità di Dio. Come giungete a credere veramente alla Parola di Dio, Gli assoggettate i vostri pensieri, in modo che poi essi concordano con la Parola. Imparate a pensare come Dio pensa. Confessando la verità, mettete lingua e tutto il suo potere a servizio della verità e parlate come parlerebbe Dio. Infine, quando agite in conformità a quanto credete e confessate, completate il procedimento.

Quando crederete e confesserete e agirete, vedrete concretizzarsi la prosperità, la salute e la guarigione, la realizzazione personale e la vittoria di Dio.

 

Io sono povero

 

Ogni volta che insegno questi princìpi, ripenso a qualcuno che venne da me alcuni anni fa. Era un pover'uomo, continuamente afflitto da problemi finanziari. "Credo di non potermi aspettare di più, mi disse; mio padre era povero, io sono nato povero e morirò povero".

Com'era vero! Poteva morire povero. Poiché credeva che la povertà fosse il suo destino, non aveva alcuna speranza di evitarla. Aveva confessato apertamente questa sua convinzione. L'idea che aveva di se stesso diventava sempre più reale via via che agiva come un povero. Anche se gli si fosse presentata un'occasione di diventare ricco, dubito che l'avrebbe riconosciuta, o che avrebbe saputo come sfruttarla.

 

È possibile ad una persona scampare alla povertà? L'ostacolo può essere terribile, ma la storia è piena di persone che hanno cominciato in povertà e che hanno poi ammassato grandi fortune. In ogni caso, scoprirete che hanno applicato il principio della fede. Cambiarono la loro convinzione da: "Sono povero e resterò povero!" in "Posso diventare ricco e lo diventerò!"

Il punto qui non è che quest'uomo fosse interamente responsabile della propria povertà, ma che probabilmente sarebbe rimasto povero a causa di quanto credeva di se stesso. Ovviamente, Dio ha per noi molto più della sola ricchezza materiale, ma dobbiamo imparare ad usare i princìpi della fede e a capire l'enorme effetto che essi possono avere nel plasmare la nostra vita.

 

La potenza della fede è riservata ai tenaci

 

Ovviamente ci vuole tempo ad imparare questi princìpi; vanno esercitati con pazienza .

Ho insegnato i princìpi della fede a molte persone, che hanno risposto in modi diversi.

Ogni tanto qualcuno poi è venuto a dirmi: "Jim, ho provato con questo credere e confessare e agire, ma sono stanco di provare. Non funziona. Non posso limitarmi a credere in qualcosa. E non posso andare in giro a confessare cose che in realtà non sento".

Questo ci porta ad un punto importantissimo: non potete essere immediatamente padroni dei princìpi della fede. La pratica e la pazienza dovranno essere vostre compagne e maestre.

La potenza della fede è riservata a chi apprende con pazienza. La Scrittura ci invita più di una volta ad essere pazienti,

"perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che con la fede e la pazienza diventarono eredi delle promesse. Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio, possiate raggiungere la promessa" (Ebrei 6,12; 10,36).

Non potete precipitarvi fuori a dire: credo a questa promessa. La confesso. Dove sono i risultati? Finireste per arrabbiarvi con Dio. Potreste anche smettere di credere nella Sua Parola perché non avete visto risultati immediati.

 

Ricordate: la potenza della fede è riservata all'apprendista paziente. Dovete accostarvi all'esercizio di questi princìpi della fede con la stessa serietà ed impegno di cui ho parlato nei capitoli precedenti.

Questi princìpi (credere, confessare ed agire) sono gli stessi che rendono produttivo ogni processo di apprendimento. In realtà sono sempre intervenuti nella nostra vita. Da bambino ad esempio, nasco senza nome. Poi mio padre e mia madre decidono di chiamarmi Jim. Sento dire Jim. Come cresco e imparo a parlare, confesso con la bocca: Mi chiamo Jim. Ed agisco rispondendo a quel nome. Quando credo, confesso ed agisco al richiamo degli altri, la mia identità è stata stabilita.

 

Questi stessi princìpi della fede possono produrre anche cattivi risultati. Posso credere, confessare ed agire in riferimento a qualcosa che non sia una verità o una promessa di Dio. Ad esempio, da bambino avrebbero potuto dirmi: Jim, sei stupido ed ignorante.

Se queste cose mi fossero state dette da persone determinate ed in circostanze appropriate, gli stessi tre princìpi avrebbero potuto cominciare ad operare contro di me. Avrei creduto e confessato di essere stupido ed ignorante, e avrei agito in conformità. Molti bambini vengono distrutti presto dalla vita solo perché i genitori non capiscono le leggi della fede.

Possiamo far agire questi princìpi per il nostro bene personale, per il bene degli altri e per gli scopi di Dio. Più li applicheremo con pazienza, perseveranza e capacità, maggiore sarà la vittoria personale e le grazie e benedizioni di cui potremo godere.

   

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