Capitolo quinto L'ascolto non basta

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MARIOCAPALBO
00venerdì 3 febbraio 2012 09:44

la crescita spirituale

Capitolo quinto

 

 

L'ascolto non basta

 

 

            Sin dalla nascita della Chiesa Satana ha lavorato febbrilmente per contaminare la mente dei cristiani con un concetto particolarmente distruttivo. Per mezzo di un'unica idea è riuscito a rendere debole ed inefficace gran parte della Chiesa. Sebbene questo concetto assuma molte forme subdole, il suo effetto principale è quello di impedire ai cristiani di comprendere l'importanza di agire sulla base della Parola di Dio.

 

            Satana sa che la vita di un cristiano che non crede, non obbedisce e non applica gli insegnamenti della Scrittura, è costruita sulla sabbia. Il problema si fa critico quando sono gli stessi pastori della Chiesa a non vedere quanto sia importante insegnare alla gente a mettere in pratica la Parola di Dio. Essi ritengono che sia sufficiente studiare e conoscere la Bibbia. Di conseguenza, il loro insegnamento produce cristiani deboli ed inefficaci, che non portano i frutti dello Spirito.

 

La mia vita spezzata

 

            Non basta ascoltare la Parola di Dio, se poi non si può agire su di essa. Per molti anni nel mio ministero ho fatto davvero poco per portare la gente ad agire sulla base della Parola di Dio. Ben piazzata in qualche angolo del mio pensiero se ne stava l'idea che l'adesione a certe credenze dottrinali fosse l'aspetto più importante del cristianesimo. Ciò che uno credeva riguardo ad alcuni argomenti, come la seconda venuta di Cristo, determinava quale tipo di cristiano egli fosse. Un tale atteggiamento era condiviso da molti miei parrocchiani. Predicavamo le nostre posizioni dottrinali, insistendo su di esse e facendole studiare alla gente. Finché una persona viveva in maniera pulita e decente, la cosa da fare poi era conoscere la Parola di Dio. Ma ciò in realtà significava conoscere ed attenersi agli insegnamenti e alle dottrine di una chiesa particolare.

 

            Pochi dei cristiani che avevo incontrato e con i quali avevo lavorato in quel periodo conoscevano la Parola di Dio nel senso in cui ho parlato nei capitoli precedenti. A dire il vero, il mio stesso ministero per quindici anni ha portato davvero poco frutto! Molte persone di cui ero il pastore erano ancora dei lattanti in Cristo, pur essendo cristiani da dieci, venti o trent'anni! Vedevo in loro poco progresso e poca crescita, e me ne chiedevo il motivo.

            "Faccio prediche splendide" pensavo tra me. Ma ero inquieto e non capivo perché nella loro vita si manifestava tanto poco della natura di Dio: Perché non sperimentano la pienezza delle grazie e benedizioni di Dio?"

            Non ci volle molto prima che mi ponessi queste domande anche per la mia stessa vita.

 

            Era evidente che in me mancava qualcosa. Non solo dalla mia esperienza mancava la potenza trasformante di Dio, ma alcuni miei problemi avevano raggiunto proporzioni incontrollabili. Mia moglie ed io stavamo allontanandoci sempre di più e la vita familiare si stava lentamente disgregando. Riflettevo le mie frustrazioni sui nostri figli.

            "Cosa manca?" supplicavo Dio. "Perché mi mancano proprio quelle cose che secondo la Bibbia dovrei avere?"Queste domande mi tormentavano di continuo mentre vedevo crollare il mio ministero, il matrimonio e la nostra intera vita.  

 

E venne la risposta

 

            Un giorno mi trovai depresso e solo in una piccola stanzetta del Nord della California. Rivolsi a Dio la mia domanda: "La Tua Parola promette vita, e una vita abbondante. Perché io non ho questa vita? Perché tanti cristiani mancano della gioia e dell'abbondanza che dovrebbero risultare dalla conoscenza di Gesù?"

            Ma questa volta volevo veramente conoscere la verità. Volevo fare qualsiasi cosa Dio mi avesse chiesto, se solo mi avesse risposto. Allora Egli mi parlò, proprio lì, in quella stanzetta, e mentre inginocchiato piangevo per la disperazione, Dio mi disse semplicemente:

            "Pratica la Mia Parola. Agisci sulla Mia Parola, anche se non ne capisci esattamente il significato. Quando agirai su di essa, poi ne capirai il significato".

 

            Questo fu il punto di svolta, la chiave. Qualcosa cambiò nel profondo del mio pensiero. Non mi bastava più credere semplicemente nella Bibbia. Dissi a Dio che avrei cominciato ad agire sulla Sua Parola.

            Quella semplice dichiarazione che Dio mi aveva fatto cominciò a dominare il mio pensiero. Sebbene all'inizio non mancassi di inciampare, era un inciampare in salita. Per la prima volta la mia vita con Dio stava muovendosi in avanti in maniera significativa.

            Dio riunì la mia famiglia e guarì mia moglie e i miei figli dal danno che avevo inflitto loro. Nel termine di pochi anni mi riportò nel ministero, ma in un modo che non mi sarei mai aspettato. Mia moglie ed io ci ritrovammo a lavorare insieme per addestrare giovani di entrambi i sessi a lavorare per il Vangelo e come guide spirituali, un ministero che oggi ha esteso di molto la sua influenza.

            Il giorno in cui decisi di agire sulla Parola di Dio segnò l'inizio di un'avventura con Dio che continua ancor oggi. L'intervento di Dio e la mia dolorosa esperienza personale mi avevano insegnato una lezione che non dimenticherò mai:

            Avevo imparato ad ascoltare la Parola e ad agire su di essa.

 

L'insegnamento di Gesù: agire sulla Sua Parola

 

            Gesù ha sempre, ripetutamente, insegnato ai Suoi discepoli ad agire sulla Sua Parola. Stava preparando gli uomini che avrebbero capovolto il mondo, e comunicò loro questo messaggio: "Agite sulla Mia Parola".

            Cristo ha spiegato la parabola del seminatore dicendo: "E il seme caduto nel terreno buono sono coloro che hanno ascoltato la Parola con cuore buono e sincero e la custodiscono portando frutto con la loro perseveranza" (Lc 8,15).

            La parabola del seminatore parla dei vari modi in cui le persone hanno accolto la Parola. Sono in molti ad ascoltare la Parola, ma solo quelli che agiscono su di essa portano frutto.

 

            Nel Vangelo di Matteo Gesù ha detto:

"Quindi, tutti quelli che ascoltano queste Mie parole e le mettono in pratica, possono essere paragonati all'uomo saggio, che costruisce la sua casa sulla roccia" (Mt 7,24).

Poiché l'uomo saggio ha agito sulla Parola, ha costruito qualcosa in grado di resistere alle tempeste più violente.

 

            La Parola di Dio ha lo scopo di essere messa in pratica, non di essere solo ascoltata passivamente e di ricevere il nostro consenso. Eppure, una così gran parte del popolo di Dio ritiene che sia sufficiente credere che la Bibbia sia la Parola di Dio! Ma Gesù ha collegato di continuo l'ascolto della Parola con l'agire su di essa.  

            Una volta la madre e i fratelli di Gesù stavano lottando per farsi strada tra la folla e per raggiungerLo. Qualcuno Gli disse: "Tua madre e i Tuoi fratelli sono fuori, e desiderano vederti". Gesù rispose: "Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica" (Lc 8, 20-21).

            In un'altra occasione una donna Gli si rivolse così: "Benedetto il ventre che ti ha portato, e il seno che ti h nutrito".

            Ma Gesù replicò: "Benedetti invece coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica" (Lc 11, 27-28).

 

            Al nostro modo di pensare queste risposte appaiono dure e sgraziate, ma non lo erano. Gesù stava usando ogni occasione per imprimere nei Suoi discepoli un concetto di assoluta importanza: dovete ascoltare la Mia Parola ed agire su di essa. Collegava ascolto ed azione come risposte inseparabili alla Sua Parola.

            Gesù descrisse la vita di uno che si limita ad ascoltare la Parola di Dio come quella di uno che costruisce la propria casa sulla sabbia.

"Cadde la pioggia e strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande" (Mt 7, 26-27).

            L'uomo descritto da Gesù era un pazzo. Comprendeva la Parola di Dio a livello intellettuale, ma qualcosa in lui gli diceva: "Sì, questa Parola ha ragione. Ma anch'io ho le mie idee su come potrebbe essere costruita questa vita". Questo folle ha agito non secondo la parola pronunziata da Dio, ma secondo la propria convinzione, le proprie idee, i propri princìpi. E grande fu la rovina della sua vita.

 

            Per l'uomo che si limiterà ad ascoltare la Parola, sarà vera una di queste due cose: costruirà solo cose che crolleranno sotto le prove e le pressioni della vita, oppure non farà neppure il tentativo di costruire, di fare della sua vita qualcosa per il Signore.

Un giorno Gesù parlava alla folla dalla barca di Simone. Questi era un pescatore esperto. Quando Gesù ebbe terminato, fece a Simone e ai suoi amici una richiesta assurda: "Prendi il largo e poi getta le reti per la pesca!" Simone si ribella: "Abbiamo pescato tutta la notte e non abbiamo preso nulla. Però, sulla Tua Parola, getterò le reti" (Lc 5,5). E avviene un miracolo che trasformerà la vita di Simone. Egli sarà pescatore di uomini, Pietro, la roccia della Chiesa.

            Quando agirà sulla parola di Gesù, Pietro farà cose grandi: camminerà sulle acque, guarirà uno storpio e altri ammalati con la sola sua ombra. Quando agisce di testa sua e non ha fede affonda nelle acque, vuole distogliere Gesù dalla Sua missione come Satana, rinnega tre volte Gesù.

 

            Non è necessario che la nostra vita manchi di significato, se decidiamo di diventare persone che agiscono sulla Parola. Innanzitutto è necessario scoprire i princìpi della Parola di Dio, per poi agire su di essi per mezzo della potenza dello Spirito. Questi stessi princìpi hanno trasformato la vita di Giosuè, di Mosè, di Davide e di Paolo. Hanno funziono per uomini e donne di ogni epoca che sono stati grandi nella Chiesa, e funzioneranno ancora oggi. Non importa se hai dodici o ottant'anni, È giunto il momento di cominciare ad agire sulla Parola di Dio. Non appena aprirai il cuore a Dio e alla Sua Parola, Egli risolverà i problemi che devi affrontare e ti mostrerà come vivere ogni giorno nel modo più pieno. DiGli semplicemente: "Signore, nei limiti delle mie capacità cercherò di mettere in pratica la Tua Parola. Mostrami come agire sulla Tua Parola".

 

Come un bambino

 

            Quest'avventura con Dio ha inizio quando cominciamo a mettere in pratica la Parola come meglio possiamo.

            Prima che Dio cambiasse la mia vita avrei pensato: non cercherò di provare a fare le cose che la Bibbia insegna finché non ne capisco il significato. Ma un simile atteggiamento mi impediva di fare dei passi nella fede per obbedire a Dio. Preferivo stare al sicuro, ma non mi rendevo conto che veramente al sicuro sarei stato solo se avessi messo in pratica la Parola di Dio. Quando cominciai a crescere, a maturare e a raggiungere i Suoi scopi, cominciai a portare frutto, proprio come aveva fatto Gesù: "dà frutto e produce ora il cento, or il sessanta ora il trenta" (Mt 13,23).

 

            Dobbiamo cominciare ad agire sulla Parola di Dio in maniera molto simile a quella di un bambino che entra nella vita. I lattanti capiscono pochissimo. Non sanno parlare, camminare né far di conto o sillabare. Con l'esercizio e l'aiuto degli altri imparano a poco a poco fare tutte queste cose con maggiore o minore ingegno, a seconda delle loro doti naturali. Allo stesso modo, noi siamo nati nella famiglia di Dio. Siamo dei lattanti in Cristo. Ma abbiamo l'aiuto degli altri, ed abbiamo la Parola di Dio, che ci insegna a crescere verso una maturità piena quali uomini o donne di Dio.

 

            All'inizio non comprendiamo la Parola di Dio più di quanto un bambino capisca suo padre quando per la prima volta gli dice: cammina! Il bimbo non ha idea di cosa significhi: cammina! Ma piano piano, via via che la parola gli viene ripetuta, comincia ad avere un'idea del suo significato. Qualcosa gli dice che camminare deve essere bello, perché vede il papà che gli sorride e lo incita con gioia: Vieni, cammina. Cammina verso il tuo papa!

            Infine il bambino prova a camminare. Può fare un passettino appena, prima di cadere. Può perfino cadere a faccia in giù e spaventarsi. Ma immediatamente la mamma e il papà lo incoraggiano: Sei stato bravissimo! Hai fatto il primo passo!

            Gli asciugano le lacrime, e il papà torna ad incitarlo: Vieni, cammina. Cammina verso il tuo papà! Presto il bambino farà uno, due, tre passi e non passerà molto prima che egli arrivi a correre, a giocare, a saltare, ad arrampicarsi. Eppure, quando impara a camminare e a correre non capisce come funzionano le sue giunture, i muscoli, né come i messaggi dal cervello passino al corpo attraverso il sistema nervoso. Né conosce le leggi della fisica che regolano i movimenti del corpo. Ma non è necessario sapere come funzionano queste cose per poter camminare.

 

            Ed è la stessa cosa per noi, quando impariamo a mettere in pratica la Parola di Dio. Non è necessario capire esattamente come la Parola funziona per agire su di essa. La capacità di capire seguirà l'obbedienza.

            Non vorrei dare l'impressione che dovremmo limitarci a leggere la Bibbia e a prendere ogni dichiarazione che contiene considerando assoluto il suo valore così come appare in superficie, senza neppure cercare di capirne il significato. Potrebbe essere disastroso. Dio vuole che ci applichiamo allo studio della Sua Parola. Si aspetta che cerchiamo di capire i Suoi insegnamenti. Oltre agli studi personali, è necessario avvalerci degli studi che possono darci altri maestri per capire le Sue vie. Quando ci applicheremo nello studio della Sua Parola e proveremo a fare quei passi nella fede, impareremo a mettere in pratica i princìpi di Dio.

            Dio è un Padre amoroso, vuole che i Suoi figli Lo conoscano, imparino le Sue vie e persino che agiscano come Lui. Quando leggerete la Sua Parola, Egli vi insegnerà un aspetto della Sua verità. Quando comincerete a meditare su quel princìpio, inizierete a vederlo come qualcosa da poter mettere in pratica. Lo Spirito Santo allora vi solleciterà a fare il primo tentativo. Allo stesso tempo Dio preparerà per voi le circostanze che vi aiuteranno ad imparare.

 

            Le circostanze che Egli elaborerà saranno spesso tali da suggerire alla vostra mente naturale (cioè umana e non spirituale) di trovare una risposta umana, un espediente, una via d'uscita logica.

            Quando verrà il momento di fare una scelta particolare, potrà aver luogo un vera a propria battaglia tra spirito ed intelletto. La mente potrà dire: "Ecco la cosa saggia da farsi".

            Ma la Parola di Dio, che abita nelle profondità dello spirito, dirà: "Abbi fiducia in me. Fai come ti ho insegnato".

            È questo il momento cruciale della decisione, quando la scelta determinerà le circostanze che seguiranno. La tendenza naturale sarà di scegliere i vecchi modi di agire, che vi sono familiari, anche se sapete che probabilmente produrranno cattivi risultati. Non scegliete questo tipo di risposta. Fate invece un passo nella fede. Anche se inciamperete, dopo esservi rialzati scoprirete che qualcosa è cambiato. In voi comincerà a crescere la fiducia, e il passo successivo sarà più deciso. Infine, vi ritroverete a camminare e a correre per servire il Padre.

 

…Sulla parola di due o tre testimoni

 

            Posso illustrare questo punto con un esempio personale.

            Nel Deuteronomio è stata applicata una certa Legge ad un uomo accusato di crimine:

"Un solo testimone non avrà valore contro alcuno, per qualsiasi colpa e per qualsiasi peccato; qualunque peccato questi abbia commesso, il fatto dovrà essere stabilito sulla parola di due o tre testimoni" (Dt 19,15).

 

            Un uomo non poteva essere accusato di un crimine o di un peccato in base alla dichiarazione di una sola persona. L'accusa doveva essere accuratamente confermata da almeno due o tre testimoni. Questa Legge impediva che un uomo venisse facilmente accusato del falso. A seguito di ogni accusa, i giudici svolgevano un'accurata indagine. Ciò proteggeva la gente contro le vendette o le false testimonianze.

            Il principio di questa legge è sostenuto anche nel Nuovo Testamento. Paolo ricevette false accuse nella Chiesa di Corinto. In risposta egli richiese ai Corinzi che "Ogni fatto fosse confermato dalla testimonianza di due o tre testimoni" (2 Cor 13,1).

 

            Se sentivo dire qualcosa su qualcuno, avevo la tendenza a crederci, anziché cercare di scoprire se fosse proprio vero. Un testimone per me era sufficiente a confermare i miei sospetti. Sebbene questa sia una usanza comune tra i cristiani (e ciò mi rendeva più facile giustificarmi), essa chiaramente non osserva le vie del Signore. In questo caso, mettere in pratica la Parola avrebbe significato investigare sulle chiacchiere o sulle accuse. La cosa più semplice da farsi, tuttavia, era accettare semplicemente l'accusa come un fatto. Se non avessi agito secondo la Parola di Dio, avrei potuto essere tentato a riferire la diceria appena ascoltata da un'altra persona. Se avessi ceduto alla tentazione, sarei diventato parte di un processo che, in pratica, avrebbe potuto distruggere la vita di qualcuno. Gli effetti a lungo termine sono facili da vedere. Spesso distruggono un gruppo, una comunità.

 

            Dopo che Dio era intervenuto nella mia vita in quella stanzetta del Nord della California, Gli avevo promesso di agire sulla Sua Parola e di rinunziare agli espedienti umani e al modo umano di agire. Alcuni anni dopo ebbi occasione di essere messo alla prova nell'applicazione di questo principio. Tremo al pensiero dell'incredibile opportunità che avrei sprecato se avessi deciso di rispondere alla vecchia maniera.

            Ero il pastore di una vecchia congregazione ad Eureka, in California, e contemporaneamente agivo nel mio ministero personale. Un giorno vennero nel mio ufficio diversi giovani. Dissero di essere cristiani alla ricerca di un posto dove installare un caffè come punto di apostolato. Volevano parlare di Cristo ad altri giovani. Poiché la maggior parte di loro aveva capelli e barbe lunghe, ebbi un po' di apprensione. Ma avvertii che Dio voleva che li aiutassi, e così misi a loro disposizione un vecchio magazzino.

            La maggior parte dei membri della mia congregazione dissentiva dalla mia decisione, in particolare quando quei cristiani capelloni cominciarono a frequentare la nostra chiesa. Parecchi membri della congregazione erano di tendenze molto tradizionali, e l'idea di avere in chiesa dei capelli lunghi e blue-jeans era per loro inconcepibile. Tuttavia, io avvertivo di dovermi aprire a quei giovani.

            Poi un giorno, un uomo della mia congregazione che prima di diventare cristiano aveva avuto a che fare con la droga, venne da me: "Lo sai cosa hai fatto?mi chiese. Conosco questo giro. È un giro di droga. Hai introdotto un giro di droga in città, e in questa chiesa".

            Sui due piedi sentii l'impulso di correre da quei giovani e di buttarli fuori dall'edificio e dalla città. Ma sapevo che non sarebbe stato giusto accettare l'opinione confermata da una sola persona, che per quanto conveniente, avrebbe potuto essere falsa. Il buttarli fuori dalla chiesa avrebbe sollevato me da un enorme peso. Ma sarebbe stata una cosa sbagliata, contraria a quanto sapevo fosse la Parola di Dio.

            Anziché accettare le accuse di un solo uomo, mi sforzai di verificarle. Risultarono false. Invece di introdurre nella nostra chiesa un giro di droga, avevo aperto una porta della mia vita ad un ministero che da allora ha abbracciato diverse centinaia di persone, sia negli Stati Uniti sia oltre oceano. Allo stesso tempo, non avevo idea di quanto, in quel solo campo, dipendesse dal mio impegno a mettere in pratica la Parola di Dio.

            Quando mettiamo in pratica la Parola di Dio, siamo condotti verso quella serie di circostanze preparate da Dio. Se contiamo unicamente sulle nostre inclinazioni, incontriamo spesso situazioni completamente diverse.

 

Mettere in pratica la Parola

 

            All'inizio, quando accettiamo Cristo, i nostri peccati sono perdonati ed ha inizio per noi una vita nuova. Poi lo Spirito di Dio ci solleciterà ad agire sulla Parola.

            Man mano che si presenteranno circostanze dietro circostanze (ed applicheremo su di esse i princìpi della Parola di Dio) apprenderemo un modo nuovo di pensare ed agire. Diventeremo ciò che Pietro chiama partecipi della natura di Dio. (2 Pt 1,4).

            Mentre metteremo in pratica la Parola di Dio, si svilupperanno in noi le qualità della fiducia, della fede e della pazienza. La nostra vita manifesterà il carattere e la natura di Cristo, e noi renderemo gloria a Dio.

  

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