Capitolo nono La confessione coraggiosa

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MARIOCAPALBO
00venerdì 3 febbraio 2012 09:54

la crescita spirituale

Capitolo nono

 

 

La confessione coraggiosa

 

 

            Quando imparate a sviluppare il tipo giusto di raffigurazione di fede, guadagnate qualcosa di immenso valore: la capacità di trasformare la vostra vita e quella di coloro che ci circondano, secondo gli scopi di Dio.

            Problemi, ostacoli e circostanze saranno messi in secondo piano, e farete tentativi che una volta ritenevate impossibili. Aumenterà la vostra fiducia, perché comincerete a guardare alle situazioni nel modo in cui Dio le vede. Tuttavia, affinché le vostre rappresentazioni di fede diventino realtà, dovete imparare a praticare ciò che io chiamo il principio della confessione coraggiosa.

 

            La lettera di Paolo ai Romani illustra il modo in cui questi due princìpi collaborano tra loro.

"Con il cuore infatti si crede per ottenere giustizia, e con la bocca si confessa per avere la salvezza" (Rm 10,10).

 

Quando credete in qualcosa, dovete anche confessarlo apertamente e con coraggio.

"Chiunque Mi confesserà davanti agli uomini, anch'Io lo riconoscerò davanti al Padre Mio che è nei cieli" (Mt 10,32).

 

            Quando confessate con la bocca ciò che credete col cuore, vi impegnate. Ciò dà inizio al processo per il quale i pensieri e le azioni si accordano con la fede. Ben presto in voi tutto sarà conforme alla promessa, o illustrazione di fede, fino al punto in cui ciò che credete diventa una realtà che tutti possono vedere.

            Spesso ciò che confessate come verità può apparire esattamente l'opposto della realtà esistente. Ma se credete alla Parola di Dio e la ascoltate come verità assoluta, dovete solo fare una confessione coraggiosa.

            Dio è l'autore di molte confessioni coraggiose di fede. Disse ad esempio ad Abramo: "Ti ho fatto padre di molte nazioni" in un momento in cui Abramo e Sara erano fisicamente impossibilitati ad avere figli (Rm 4,17). Abramo imparò a fare questa coraggiosa confessione di fede. Accadde l'impossibile e la promessa divenne realtà.

 

I risultati devono arrivare

 

            Ora mi scosterò per un istante dal principio della confessione coraggiosa per precisare un elemento importantissimo nell'applicazione della fede. Correggerò qualcosa di quanto ho già detto, per meglio chiarire il punto.

            Potete aver notato ciò che ho appena detto di Abramo: e la promessa divenne realtà.

            Ma quando, qualcosa in cui abbiamo riposto fede diventa realtà? Non in un secondo tempo, quando la vedremo manifestarsi, ma nel momento in cui crediamo.

            Gesù rivelò questa verità quando disse: "Tutte le cose che chiederete nella preghiera, credete di averle ricevute, e vi saranno concesse" (Mc 11,24).

 

            Quando pregate con fede secondo la volontà di Dio (cioè in conformità ad essa), riceverete la cosa per cui pregate nel momento in cui la chiedete. Può essere necessaria una vita prima che la promessa diventi realtà, oppure, come nel caso di Abramo, possono essere necessarie generazioni prima che si manifesti completamente. Per questo è così importante la virtù della pazienza (Eb 6,12; 11,36).

 

            I Proverbi dicono: "Morte e vita sono in potere della lingua" (Prv 18,21).

            Ciò che diciamo e come lo diciamo, influenza enormemente la nostra vita. Eppure pochi si rendono conto di dove possono arrivare gli effetti della lingua. Snoccioliamo parole oziose invece di soppesarle con cura prima di pronunziarle. Poi, quando ci rendiamo conto di cosa abbiamo fatto, desideriamo non aver mai aperto bocca.

            Giacomo rivelò una delle chiavi della saggezza quando affermò:

"Sii sollecito ad ascoltare, lento nel parlare" (Gc 1,19).

Anche Salomone capì la saggezza insita nel controllo della lingua: "Quando chiude le labbra è considerato prudente" (Prv 17,28).

            Imparare ad usare la lingua con saggezza è più che saper dire la cosa giusta al momento giusto. Dobbiamo imparare ad usare l'incredibile potere della nostra parola per parlare e confessare la verità della Parola di Dio, perché ciò che confesseremo darà forma e contorno alla riuscita di ciascun giorno della nostra vita.

 

Una giornata rovinata

 

            Anni fa, prima che iniziassi a praticare il principio di confessare la verità di Dio, quando al mattino mi svegliavo guardavo fuori per controllare che tempo faceva. Magari pioveva, ed anch'io non mi sentivo troppo bene. Anche se il tempo era deprimente, sapevo di dover andare ugualmente a lavorare. "Un'altra giornata terribile! Dicevo, perché deve essere così?"

            Al momento di uscire per recarmi al lavoro, la giornata si era sicuramente conformata alla mia confessione ed era diventata terribile ed oppressiva. Tutto andava di traverso. Se aprivo lo sportello della macchina, ero investito da un getto d'acqua che scendeva dal tetto. Poi entravo in una pozzanghera e l'acqua avrebbe sguazzato nelle mie scarpe. All'arrivo sul lavoro ero già di pessimo umore e continuavo con le mie confessioni negative.

            "Lo sapevo. È proprio come pensavo. Un'altra giornata rovinata". Poi aggiungevo: "Questa è opera di Satana: fa andare tutto a rovescio. Mi sta tormentando".

            A sera, quando andavo a letto, non avrei potuto dormire bene per l'agitazione che avevo nella mente. E la notte trascorsa nell'inquietudine e senza poter riposare sarebbe servita solo a prepararmi ad un'altra giornata terribile. E poteva andare avanti così fino al sabato, momento di agognata pausa. Ma anche allora le cose sarebbero andate di traverso.

 

            Un giorno, leggendo la Bibbia, trovai un passo che descriveva il giorno che Dio aveva creato: "È questo il giorno fatto dal Signore; rallegriamoci ed esultiamo in esso" (Salmo 118,24).

            Dapprima pensai che stesse parlando di un giorno speciale (una festa o una vacanza). Poi mi resi conto che Dio non stava parlando di un giorno particolare, ma di ogni giorno. Lui aveva riempito ogni giorno di benedizioni, di abbondanza, di prosperità, di lezioni da apprendere, di saggezza da ricavarne e di occasioni per glorificare il Suo nome.

            "Ma come posso rallegrarmi ed essere contento se ho delle brutte giornate?" mi chiesi.

            Il Signore interruppe la mia concentrazione su questa domanda e mi disse che prima dovevo credere nella Sua Parola, confessarla ed agire su di essa.

 

            Ogni persona che porti a termine con successo i disegni di Dio, fa uso di questo principio di fede: la confessione coraggiosa. Pur essendo consapevole delle circostanze esteriori, che possono apparire contrarie al piano di Dio, confessa la verità con coraggio dicendo: "Nonostante io veda tutto questo, conosco la verità della Parola di Dio".

            Quella confessione non solo diventa una forza potente per cambiare una particolare situazione, ma riesce anche a trasformare la persona che professa quella verità. Consideriamo Abramo, uomo che ha messo in pratica il concetto della confessione coraggiosa.

 

Abramo davanti alle promesse di Dio

 

            Quando Abramo aveva novantanove anni, Dio gli disse: "Ti ho fatto padre di molte nazioni" (Rm 4,17). Dio parlò come se il disegno fosse già stato raggiunto. Dichiarò arditamente la verità. Era una confessione coraggiosa, perché i fatti la contraddicevano.

            Abramo, a novantanove anni, era vecchio e impotente. Sara, poi, aveva novant'anni, età in cui è difficile avere figli, e per di più era sterile.

            I fatti dicevano: "È impossibile". Ma Dio disse: "L'ho già fatto".

            Abramo si trovò di fronte ad una scelta: poteva inseguire uno dei due ragionamenti opposti, e prese la decisione che avrebbe determinato l'esito della sua vita. Avrebbe potuto ragionare in questo modo: "La somma dei fatti è uguale alla conclusione".

            "Fatto numero uno: il mio corpo è vecchio; fatto numero due: Sara ha novant'anni, troppo vecchia per avere figli; fatto numero tre: Sara non ha mai avuto figli. Conclusione: noi due non possiamo avere figli". È così che la razionalità umana considererebbe la verità di Dio.

            Dobbiamo fare attenzione e non permettere che un tale metodo di ragionamento caratterizzi il nostro modo di rispondere alla verità di Dio. Dobbiamo invece imparare a pensare secondo i metodi di Dio; credere, confessare ed agire.

 

            Tutti i fatti del mondo possono essere messi di fronte ad una dichiarazione di Dio, e la persona saggia dirà: "Sì, vedo i fatti, e sembrano davvero convincenti. Ne vedo tutte le possibili conclusioni. Perciò, ho solo una cosa da dire: la Parola di Dio è verità".

            I fatti prendono vie diverse e cambiano, ma la Parola di Dio rimane in eterno.

            Abramo scelse la via di Dio. Non si mise a discutere con Lui, né cercò di correggere la Sua grammatica o di reinterpretare quanto aveva detto. La Bibbia dice: "Non ha vacillato con incredulità, ma si è rafforzato nella fede e ha reso gloria a Dio" (Rm 4,20). Abramo era del tutto persuaso che Dio avrebbe mantenuto la Sua promessa. E grazie alla sua fede Dio lo considerò giusto, ed egli divenne il padre di molte nazioni.

 

            Torniamo ora a qualcosa che ho detto in precedenza. Abramo diventò padre di molte nazioni nel momento in cui Dio gli fece la promessa e lui vi credette. Se la fede di Abramo fosse stata costruita sulla base della ragione e della valutazione umana delle circostanze, la sua non sarebbe mai stata una fede forte ed incrollabile. Il modo in cui Dio manteneva la promessa era diverso da qualsiasi cosa Abramo avesse mai creduto riguardo ai fatti della vita. Passarono un anno, poi due e poi quasi venti: e ancora nessun figlio. Nonostante le circostanze, Abramo continuò a credere in Dio, e a confessare la verità.

            Finalmente nacque Isacco, il figlio promesso.

 

La confessione di un ragazzo: Davide

 

            Ogni circostanza, ogni ostacolo, ogni problema devono piegarsi e cambiare sotto l'immensa potenza della Parola di Dio. Ma quella potenza verrà liberata solo mediante l'applicazione della fede. Davide, il re d'Israele, esercitava il potere di questa fede perché continuava a confessare con audacia la sua fede in Dio.

            Quando i Filistei attaccarono il re Saul e gli Israeliti, Davide era ancora un giovanetto, il più giovane dei figli di Jesse. I due eserciti erano accampati in cima alle colline, l'uno di fronte all'altro nella valle di Elah. I Filistei inviarono i loro guerrieri più forti nella valle e sfidarono Israele a mandare i loro. Se un soldato di Israele avesse ucciso il gigante Golia, si sarebbero arresi.

            "Oggi sfido l'armata di Israele" gridava quel terribile combattente. "Datemi un uomo perché posiamo combattere" (1 Sam 17,10). Ma Saul e il suo esercito tremavano a quelle parole.

 

            Un giorno, mentre Golia lanciava ancora la sua sfida, Davide capitò nel campo degli Israeliti per portare il cibo ai fratelli che erano nell'esercito.

            "Chi è quel filisteo incirconciso che osa sfidare gli eserciti del Dio vivente?" chiese Davide. Eliab, suo fratello maggiore, lo apostrofò con ira dicendogli di tornare alle sue pecore. Davide invece accettò la sfida di Golia (1 Sam 17, 26; 28; 32).

 

            L'audacia di Davide deve esser sembrata assurda agli Israeliti. Dopo tutto era solo un ragazzo, un pastorello gentile che non era mai stato neppure nell'esercito. Sarebbe stato facile concludere che si stava follemente impegnando in qualcosa che per lui sarebbe risultato in un suicidio, e pensavano: "Fate uscire quel ragazzo dal campo prima che si faccia uccidere".

            Davide non dette ascolto ad Eliab. Scelse di ignorare la sua raffigurazione di fede negativa. Non considerò che per quaranta giorni nessuno si era fatto avanti con sufficiente coraggio da affrontare Golia. Nel suo cuore c'era una cosa sola: "Questo Filisteo non circonciso sta sfidando gli eserciti del Dio vivente! Va fermato". Era questa la sua coraggiosa confessione.

 

            Quando il re Saul seppe della coraggiosa confessione di Davide, lo fece chiamare. La prima cosa che gli disse fu una confessione negativa: "Non puoi combattere con questo Filisteo. Sei un ragazzo, e lui un guerriero maturo". Ma Davide ripudiò queste parole rispondendo:

"Il vostro servo stava a badare al gregge di suo padre, quando vennero un orso e un leone e presero un agnello dal gregge. Io li inseguii e lo liberai dalla loro bocca; e quando mi si rivoltarono contro, li presi per le mascelle, li colpii e li uccisi!… questo filisteo non circonciso sarà come uno di loro, perché ha sfidato gli eserciti del Dio vivente" (1 Sam 17, 34-35).

 

            Davide non vacillò nella sua confessione. Secondo la raffigurazione di fede che aveva nel cuore, Golia era morto ed i Filistei dispersi. Questa fu la verità che confessò.

            Saul infine acconsentì e dette a Davide l'armatura per proteggersi dall'assalto del gigante. Davide la indossò ma la trovò ingombrante, e decise di togliersela. Quando uscì ad affrontare Golia con i suoi abiti da pastorello il gigante gli gridò: "Vieni, e darò la tua carne in cibo agli uccelli del cielo e alle bestie dei campi" (1 Sam. 17,44).

            Fino all'ultimo momento di quel confronto Davide rimase convinto di una cosa: che Golia, che aveva maledetto gli eserciti di Dio, sarebbe stato messo nelle sue mani. Questa raffigurazione di fede era chiara come il cristallo nella mente di Davide. Egli poteva vedere un solo risultato: la morte di Golia!

            Quindi Davide fece l'ultima confessione, la più audace che Golia avesse mai ascoltato: "Tu vieni contro di me con la spada, con la lancia e con l'asta, ma io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, il Dio delle armate di Israele, che tu hai insultato" (1 Sam 17,45).

 

            Che sarebbe accaduto se Davide avesse permesso alla ragione umana di prevalere? Avrebbe potuto incamminarsi nella valle dove si trovava il gigante dicendo a se stesso: "Questo gigante è ancor più grosso e cattivo di quanto mi aspettassi. Ora capisco perché tutti ne avevano paura".

Ed allora avrebbe potuto confessare: "Golia, non dovresti parlare così di noi. Cerchiamo di capirci. Dopo tutto, non vogliamo spargimenti di sangue. Potremmo discutere con calma e trovare una soluzione. D'altra parte, al Signore dispiace il modo in cui parli di noi".

Ma riguardo a Golia Davide usò la verità, e comunicò con audacia la sua fede nella verità di Dio. Non si trattò di presuntuoso orgoglio, ma di una professione di fede di Dio: "Oggi il Signore ti consegnerà nelle mie mani, ed io ti abbatterò e ti taglierò la testa… affinché tutta la terra sappia che esiste un Dio in Israele" (1 Sam 17,46).

Poi giunse il momento dell'azione, della decisione definitiva. Davide aveva creduto in qualcosa dal profondo del cuore e lo aveva audacemente confessato con la bocca. Prese la fionda e corse verso Golia. Agì sulla base di quanto credeva ed aveva confessato. La pietra affondò nella fronte del gigante e Golia cadde morto. L'esercito dei Filistei restò terrorizzato a quella vista e fuggì via. Davide aveva trasformato una semplice convinzione in realtà. Mediante il principio della fede egli salvò la nazione e cambiò il corso della storia.

 

Uccidete il gigante

 

Non lasciatevi spaventare da problemi di giganti o da circostanze incerte che si possono manifestare nella vostra vita. Imparate invece a confessare con audacia la promessa di Dio che dice: "Del resto sappiamo che Dio fa tendere ogni cosa al bene di coloro che Lo amano e che sono chiamati secondo il Suo disegno di salvezza" (Rm 8,28).

È il Signore che ha stabilito le circostanze che affronterete. Egli permette, o sta allestendo con cura, situazioni difficili e circostanze insolite affinché possiate imparare ad applicare la fede che avete il Lui.

È importante ricordare che le parole, di per sé, non cambiano le cose né risolvono i problemi. Ma quando confesserete con coraggio ciò che sapete essere vero nella fede, riuscirete a prendere la decisione giusta e ad affrontare il problema del momento.

Quando metterete in pratica la Parola di Dio ed applicherete il principio della fede a tutto ciò che incontrerete, scoprirete che la vostra fede aumenterà. Riuscirete ad affrontare una responsabilità sempre maggiore nei fatti che riguardano il Regno di Dio.

            Senza badare a ciò che potrebbe capitare, imparate a fare quell'audace confessione: tutte le cose tendono al bene. Allora, grazie alla vostra fede, vedrete cambiare le circostanze a gloria di Dio. Ovviamente, ciò non significa che tutte le cose tendono a farvi felici. Significa invece che la fede che avete in Dio e la confessione audace che fate, faranno sì che ogni incidente nella vostra vita rientri in un progetto generale che volge al bene.

            E mentre crederete, confesserete ed agirete, vedrete che Dio è glorificato e che la vostra vita in Lui cresce.

 

            Ci sono molte confessioni audaci che potete fare, basate sulla Parola di Dio. Più imparerete a parlare nella verità, maggiore diventerà la vostra capacità di sperimentare e riflettere la vera vita di Dio. Sarete sempre più liberi da tutto ciò che lega e frustra gli esseri umani.

            Salomone descrive la persona saggia usando queste parole: "La mente del giusto medita prima di rispondere e una mente saggia rende prudente la bocca" (Prv 15,28; 16,23). Studiate attentamente la Parola di Dio e parlatene con Lui. Riempitevi il cuore della Sua verità e imparate a controllare i vostri discorsi: "Una lingua dolce è albero di vita" (Prv 15,4).

 

La mia confessione audace

 

            Ciò che segue è una professione di fede basata sulla Parola di Dio che io scrissi per me stesso diversi anni fa. Ogni mattina la leggevo ad alta voce. Presto diventò la confessione coraggiosa della mia bocca. Mentre imparavo a pensare e a parlare di questo tipo di pensieri, Dio trasformò la mia vita. Vi incoraggio ad imparare a memoria questa "confessione con la bocca". Leggete prima, per cogliere il nocciolo di quello che dico. Cercate i passi della Scrittura che illustrano le verità contenute in questa confessione. Quindi, leggete a voi stessi, ad alta voce, ciò che ne è risultato e fate la vostra confessione coraggiosa…

 

Confessione con la bocca

 

            "Padre, oggi Ti sono grato per essere Tuo figlio. Sono privilegiato ad essere servo del Tuo Regno. Non importa come io mi sento, Tu mi vedi ancora come Tuo figlio. Tu vivi in me e la mia vita è Tua.

            Gesù, Ti ringrazio per quello che hai fatto introducendomi nella famiglia di Dio.

            Spirito Santo, grazie per essere oggi il mio Maestro. Grazie perché agisci con me e mi plasmi di continuo ad immagine di Gesù Cristo.

 

            Un tempo ero tormentato dalla colpa e dalla condanna per il male che facevo. Ma oggi sono perdonato e puro, perché ci ha pensato Gesù. Rifiuto di accettare qualsiasi colpa o condanna. Accetto invece la convinzione del peccato che porta al pentimento e l'istruzione gentile dello Spirito Santo.

            Un tempo ero dominato dal peccato, ma oggi è Gesù a governare la mia vita. Il potere che il peccato aveva su di me ora è stato spezzato. Cammino e vivo nella libertà dello Spirito di Dio. Oggi sono felice di essere vivo nella libertà dello Spirito di Dio. Sono felice di essere vivo, perché questo è il giorno fatto dal Signore.

            Emozioni e sentimenti non mi dominano più. Quando sembra che le cose vadano male, so qual è la verità: i miei passi sono diretti dal Signore. Egli fa tendere tutto, che sembri buono o cattivo, verso il bene. Ed io ho fiducia in Lui.

            Sono riconoscente a Dio perché ho la mente di Cristo. Anche se pensieri cattivi, negativi o di paura mi si affacciano alla mente, non c'è posto per loro. Ho il controllo dei miei pensieri e delle cose che medito, e penserò a cose pure ed amabili, a cose buone. Dolci saranno le mie meditazioni su di Lui.

            Sono felice di avere uno scopo grande ed importante nella vita: quello di onorare ed esaltare Gesù per mezzo della mia vita, per renderLo manifesto al mondo. Il mio scopo è far sapere agli uomini che anche loro possono permettere a Gesù di vivere per mezzo loro.

            Grazie Signore, perché questo giorno è pieno di opportunità per renderTi gloria.

 

            Dio mi ha creato, e Gli sono grato per avermi dato una luce perfetta. Se verrà la malattia, mi aspetterò che Dio mi guarisca.

            Dio ci ha dato potere su tutte le potenze del nemico. Satana è stato totalmente sconfitto nel sepolcro vuoto. Dichiaro la vittoria spirituale mediante Gesù Cristo e sono libero di vivere una vita in Dio e di essere guidato dallo Spirito Santo.

            Oggi metterò in pratica la Parola di Dio e manifesterò il Suo amore; l'amore di Dio trasparirà da tutto quello che farò. Amo i fratelli, ed amerò persino quelli che mi sono contrari e che mi perseguitano. Nessun uomo mi è nemico, solo Satana. Non permetterò alla mia mente di rivolgersi contro nessun uomo in modo tale da intaccare l'amore che ho per lui.

            Sono lieto di questo giorno. Mi rallegro in questo giorno benedetto, giorno grandioso, e lo userò pienamente. Padre, la mia mano è nella Tua. Il mio spirito è in ascolto per essere guidato da Te. Indicami la via ed io la seguirò.


 

Capitolo decimo

 

AGIRE SULLA PAROLA

 

            Quando crederete alla Parola di Dio e la confesserete, dovrete poi agire su di essa. È l'azione, l'impegno totale verso una direttiva irrevocabile, a liberare la potenza della fede.

            Il giovane Davide credette che Golia fosse stato consegnato nelle sue mani. Egli confessò con audacia questa convinzione. Ma la sua fede sarebbe stata incompleta se non avesse attaccato il gigante. Se non passiamo ad agire secondo quanto crediamo e professiamo, in realtà non abbiamo una vera fede.

            Fino a quando non cominciai ad agire bene verso mia moglie (mettendo in pratica con l'azione le cose buone che avevo imparato a dirle) la mia fede non fu cosa provata. Ma non appena cominciai ad agire secondo le illustrazioni di fede e le confessioni che facevo, la fede diventò reale.

 

            Quando pensiamo alla fede, dobbiamo capire che credere, confessare ed agire costituiscono un moto continuo ed inseparabile. Il cammino della fede include sempre qualche passo che riguarda l'azione. Quando facciamo quel passo, viene liberata la potenza di Dio, le circostanze cambiano, la forza ci inonda ed arriva la vittoria.

            Viviamo in un'epoca in cui si pensa che credere in qualcosa significhi essere mentalmente concordi con un'idea o con un pensiero. Ma gli uomini e le donne che hanno cambiato la storia, che hanno reso onore al nome di Gesù e che sono stati luce di verità per le loro generazioni, hanno agito sulla Parola di Dio. Hanno messo in pratica ciò in cui credevano.

            Credere, confessare ed agire: sono questi i principi della fede.

            Impegnatevi oggi ad accostarvi in questo modo nuovo alla Parola di Dio. Decidete che da ora in poi crederete alla Sua Parola e che permetterete a delle rappresentazioni di fede d prendere forma nel vostro cuore. Fate poi una confessione coraggiosa della verità di Dio. Anche quando la circostanza ed i sentimenti personali sembreranno cospirare contro di voi, fate quella confessione coraggiosa. Usate la potenza del discorso per cambiare il vostro atteggiamento e le circostanze intorno a voi.

            Agite su ciò che ritenete essere la verità e che si basa sulle vostre raffigurazioni di fede e sulla confessione coraggiosa. Tutte le promesse di Dio diventeranno realtà in seguito a questo tipo di fede. La vostra vita comincerà a manifestare l'evidenza della benedizione e della prosperità di Dio quando voi comincerete a credere, confessare ed agire sulla Sua Parola. 

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