Indice Capitolo Terzo
U N A F E D E V I V A
"Rafforza nella fede e nell'amore la tua Chiesa pellegrina sulla terra..."
(1) Queste parole le recitiamo insieme al momento della Preghiera Eucaristica durante la Messa.
E rispondiamo anche all'esortazione del sacerdote di proclamare il mistero della fede dopo la consacrazione. Preghiamo per i defunti, "dei quali solo Dio ha conosciuto la fede." E, ovviamente, professiamo pubblicamente la nostra fede alzandoci in piedi per recitare il Credo. La fede è fondamentale per la vita cristiana, e ogni cattolico si rende conto della sua importanza. Questo capitolo vuole aiutarvi a considerare il significato che date alla fede nella vostra vita. Ma, soprattutto, vuole aiutarvi ad accrescere la vostra fede.
(2) La parola "fede" ha significati diversi per le diverse categorie di persone. E' qualcosa che la
maggior parte di noi dà per scontato: diciamo solo che "abbiamo fede", ed è tutto. Ma il vertiginoso susseguirsi di cambiamenti nel mondo secolare e i cambiamenti paralleli che avvengono in alcuni aspetti della Chiesa ci hanno costretti a considerare in maniera più profonda questa realtà fondamentale della nostra vita: la nostra fede. E ci ritroviamo a dover chiedere a noi stessi: "Ma io ho fede?" oppure: "Sto perdendo la fede?" "E i miei figli hanno fede?" o ancora: "Fino a che punto è importante la fede?" e, ovviamente: "Cos'è la fede?"
Accertatevi di essere nella fede
(3) Non dobbiamo avere paura di farci queste domande e di cercarne le risposte. E oggi non
abbiamo altra scelta che prenderle seriamente in considerazione, senza alcun timore nel porcele né dubbi sulla nostra capacità di trovare le risposte adeguate. Scrivendo a cristiani come noi che abitavano a Corinto, S. Paolo li esortava a porsi domande simili. Scriveva:
"Esaminate voi stessi se siete nella fede, mettetevi alla prova." (2 Cor. 13,5)
(4) Ovviamente egli riteneva fosse saggio, da parte di chi era già cristiano, controllare e mettere
alla prova la propria fede. Magari sia voi sia io possiamo anche essere dei cattolici praticanti, ma pure in quel caso sarebbe bene fare ciò che S. Paolo suggeriva ai Corinzi: esaminare noi stessi per accertarci se davvero siamo nella fede, mettendoci alla prova.
La vostra fede sta crescendo?
(5) Partendo dal presupposto che già abbiamo la fede, sappiamo che essa può essere formata e
rafforzata se torniamo a considerarne il significato più profondo, ed esaminandola insieme potremo purificarla da quegli elementi che dovrebbero esserle estranei. Ecco per cosa pregò S. Paolo, pensando ai cristiani di Tessalonica:
"Con viva insistenza, notte e giorno, chiediamo di poter vedere il vostro volto e completare ciò che ancora manca alla vostra fede."(1 Tess. 3,10)
Non potrebbe darsi che anche alla nostra fede manchi qualcosa?
(6) Nella seconda lettera a loro indirizzata, S. Paolo poté scrivere:
"Dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, ed è ben giusto. La vostra fede infatti cresce rigogliosamente..."(2 Tess. 1,3)
Anche la nostra fede può crescere rigogliosamente, ma solo se sappiamo con chiarezza cosa É FEDE, e cosa invece FEDE NON É. "Ciò che manca" alla nostra fede lo potremo aggiungere solo riconoscendo le nostre lacune.
La fede in un periodo di cambiamenti
(7) Poiché la fede è tanto fondamentale per la vita cristiana, è proprio questo il campo di cui
maggiormente ci si preoccupa quando si hanno dei cambiamenti, quando, ad esempio, "la Messa è tanto diversa", "i preti giovani non hanno il colletto clericale", "in alcune chiese non si recita più il rosario" e "la Benedizione è diventata una cosa rara." Ma se conosceremo con certezza cosa è la fede, e se la nostra fede è forte e profonda, allora non ci preoccuperemo troppo di quei cambiamenti che non intaccano ciò che è fondamentale nella vita cristiana.
(8) D'altra parte, se la nostra fede è un po' irreale in alcuni aspetti, oppure se non sappiamo con
certezza cosa sia e cosa non sia la fede, ci preoccuperemo non poco al sopraggiungere dei cambiamenti. Alcuni si preoccupano per i cambiamenti nelle regole del digiuno nella Chiesa, o perché ora ai cattolici è possibile, in alcuni casi e col dovuto permesso, sposarsi in un'altra Chiesa. Altri si preoccupano se dei cristiani non cattolici, sempre col dovuto permesso e con la
giusta garanzia, possono ricevere la Santa Comunione durante la Messa. Ma se sappiamo cos'è la fede e se n’abbiamo chiaro il concetto, potremo accettare i cambiamenti senza timore. Sarà bene tuttavia tornare prima a considerare l'importanza della fede e del fatto che niente possa prendere il suo posto.
L'importanza della fede
(9) L'epistola agli Ebrei dice:
"Senza la fede però è impossibile essergli (a Dio) graditi..." (Eb. 11,6)
Se qualcuno dei Suoi seguaci esitava a stare con Gesù, Egli diceva:
"In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna." (Gv. 6,47)
E nella lettera ai Galati S. Paolo scrive:
"...sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della legge (dall'obbedienza alla legge) ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo..." (Gal. 2,16)
Dopo la fuga miracolosa di Paolo e Sila dalla prigione, il carceriere disse loro: "Che devo fare per essere salvato?" (Atti 16,30). Ed essi risposero:
"Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia." (Atti 16,31)
Fra le ultime parole rivolte da Gesù alla Sua Chiesa, troviamo queste:
"Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato." (Mc 16,16)
(10) Credere in Dio significa aver fede il lui. Senza questa fede non vi è niente che possa servire; niente potrà
prendere il suo posto. Non servirà andare regolarmente a Messa, né frequentare la preghiera, e neppure essere battezzati. La fede è molto più importante di ciascuna di queste cose, e senza di essa tutto ciò non ha valore. La fede è il fondamento; è la piattaforma di base, la roccia su cui dobbiamo costruire.
Ascoltare e comprendere
(11) Quando Gesù parlò agli uomini del Suo tempo, tutti Lo ascoltarono, ma non tutti Lo
compresero. Di alcuni di loro Egli disse:
"Pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono." (Mt 13,13)
Nelle questioni di fede ascoltare è piuttosto facile, ma comprendere è un dono che può venire solo da Dio. Pregate per poter capire la Sua Parola in questo capitolo, e per poterla comprendere proprio nel modo in cui Egli desidera.
La fede é amicizia
(12) La considerazione dell'amicizia ci aiuterà a comprendere e ad apprezzare la fede, poiché
essa in sostanza è un'amicizia. Come ogni amicizia, è una relazione sentita tra due persone, e in questo caso tra Dio e l'uomo. E l'esempio migliore di cui potremo servirci è quello dell'amicizia esistente tra un genitore e il suo bambino. É questo infatti l'esempio che Gesù ci ha dato. Analizzare l'amicizia è difficile proprio a causa della sua bella semplicità, ma forse è una malattia moderna questa necessità di dover riconsiderare in questo modo sia l'amicizia sia la fede. Dio ci dice queste parole:
(13) "Come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali" (Mt 23,37)
"Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?" (Is. 49,15)
"Il Padre vostro celeste infatti (lo) sa..." (Mt 6,32)
É questo il modo in cui Dio ama voi e me: ci ama come un genitore ama il suo bambino. Ed è qui che comincia la fede.
Genitore e figlio
(14)Nell'amicizia tra genitore e figlio accadono quattro cose: Il genitore offre segni d'amore come
parole, doni, abbracci, cibo, il lavoro necessario per il bambino, baci, attenzioni, ecc. Il bambino ascolta, vede e avverte questi segni e risponde con i segni di cui è capace come parole, abbracci, sorrisi. Egli ripone anche una fiducia totale in tutto ciò che papà e mamma dicono, e infine agisce in base a quella fiducia, obbedendo ai genitori che lo amano e comportandosi nella vita secondo le loro parole.
Consideriamo ora i passi che il bambino deve fare nell’amicizia, perché sono identici a quelli che il cristiano adulto deve fare nella fede. Eccoli di nuovo:
- Il genitore rivela il suo amore servendosi di segni.
- Il bambino accetta ciò che i segni esprimono: "Tu mi ami."
- Il bambino confida in ciò che i segni dicono: "Ho fiducia in te."
- Il bimbo agisce sulla base di quei segni: "Ti obbedisco."
(15)I Segni da parte dei genitori: I genitori che amano il figlio non hanno altro modo per
esprimergli il loro amore se non con dei segni: parole o gesti. Questi sono importantissimi, perché nessun bambino (e a dire il vero nessuna persona) può supporre l'amore se questo non è manifestato con dei segni. Un semplice: "Ti amo", un sorriso della mamma, o l'amore che si manifesta quando si nutre o si accudisce il bambino sono tutti segni di qualcosa di più profondo, e cioè del cuore dei genitori che lo amano.
(16)Il bambino accetta: Se talvolta avete osservato un bambino, anche piccolissimo, rispondere
alla mamma, vi sarete resi conto della sua capacità di ascoltare, di accettare e di riconoscere i segni dati dai genitori che lo amano. La sua risposta sarà diversa col crescere, ma in cento piccoli modi egli riconosce l'amore dei genitori, e anche la più elementare delle sue risposte dice loro: "Lo so che mi ami."
(17) Il bambino confida: Tutti abbiamo visto persone disperate che non riescono ad aver più
fiducia in nessuno. Di solito è la conseguenza di una relazione sbagliata coi genitori. Da bambini queste persone non hanno imparato ad avere fiducia in loro. La maggior parte dei bambini, tuttavia, ha nei genitori una fiducia piena. Credono in loro, prendono per "vangelo" le loro parole e non riescono ad immaginare, (finché qualche volta non accade) che i genitori possano dir loro una bugia. I bambini hanno l'inclinazione naturale ad avere fiducia nei genitori.
(18) Il bambino agisce sulle parole dei genitori. La fiducia del bambino non è solo un fatto
sentimentale, e nemmeno intellettivo. Più che nel cuore e nella testa, tale fiducia è assai realisticamente nei suoi piedi: egli è pronto ad andare ogni volta che riceve l'amorosa assicurazione dei genitori che non ci sono pericoli. La sua fiducia si manifesta in azioni che talvolta ci sorprendono: sono capaci di non credere al mondo intero, se questo contraddice ciò che hanno detto i genitori; e riescono a fare cose pericolose se possono tenere la mano in quella del genitore. Poiché manca loro il controllo emotivo ed impulsivo, non sempre faranno quello che viene loro detto, ma il loro cuoricino si sente più a suo agio quando obbediscono che quando disobbediscono.
Il cuore di un bambino
(19) A questo punto potrà sembrare che ci siamo allontanati un bel po' dal significato della fede, ma al contrario vi siamo vicinissimi:
"Allora Gesù chiamò a Sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: 'In verità vi dico: se non vi convertirete (cambierete) e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli." (Mt 18,2-4)
Sembra un ultimatum: e lo è davvero. Gesù dice: Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli." Se non avremo, o finche non avremo, il cuore di un bambino davanti al Padre celeste, non ci sarà possibile entrare in cielo perché ci mancherà la fede.
(20) Perché un bambino legge con tanta facilità i segni d'amore dei genitori? E perché risponde
così prontamente? Perché si fida con tanta semplicità delle loro parole? E ancora, perché il bambino desidera agire dietro la promessa di un genitore, senza dubitare un istante? Queste quattro domande hanno un'unica risposta: Perché il cuore del bambino è semplice e pieno di fiducia, spera per natura, è pronto ad esprimere i suoi bisogni a qualcuno che possa soddisfarli, o che meriti obbedienza. Questo è il cuore di un bambino. Quando anche il mio cuore avrà queste disposizioni, sarò pronto per l'amicizia e per la fede. Con un simile atteggiamento di semplicità, di fiducia, di speranza e di prontezza ad esprimere a Dio i miei bisogni, a confidare in Lui e ad obbedirGli, sono pronto per ricevere il dono della fede.
Applichiamo ora questi quattro passi del bambino nei confronti del genitore alla nostra relazione con Dio.
Riuscite a vedere i segni di Dio?
(21)Essendo Dio una Persona, o piuttosto Tre Persone, Egli può comunicare il Suo amore ad altre
persone solo per mezzo di segni. Nel corso dei secoli trascorsi e fino ad oggi, nel Vecchio Testamento leggiamo:
"Dio ... aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti." (Eb 1,1)
I segni che Egli ha usato sono: la creazione del mondo, il tuono, il fulmine, il sole, le stelle, i sogni degli uomini, la manna nel deserto e quindi i profeti. Sono stati questi i segni dell'amore paterno di Dio per il Suo popolo. Ha poi continuato a dimostrare di essere il loro Dio e che essi erano il Suo popolo.
Come diciamo durante la Messa:
(22) "Molte volte hai offerto agli uomini la Tua alleanza." (Preghiera Eucaristica 4)
Infine, Dio ci ha dato un grande segno del Suo amore, e la Sua Parola definitiva l'ha pronunziata quando ha detto:
"Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la Sua gloria,
gloria come di unigenito del Padre,
pieno di grazia e di verità." (Gv 1,14)
Il Verbo è Gesù, il segno supremo dell'amore paterno di Dio per l'uomo. Gesù è il Verbo, la Parola di Dio, il sorriso di Dio, l'abbraccio di Dio, il dono di Dio, la Sua stretta di mano, la grazia di Dio (cioè qualcosa di immeritato) per noi. E da tutto questo sappiamo che:
"non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati." (Atti 4,12)
(23) Oppure, come ha detto Gesù:
"In verità, in verità vi dico: chi ascolta la Mia parola e crede a Colui che Mi ha mandato, ha la vita eterna." (Gv 5,24)
E come dice il Padre:
"Questi è il Figlio Mio prediletto, nel quale Mi sono compiaciuto." (Mt 3,17)
Provate a chiedervi: Riconosco davvero che Gesù è il Figlio di Dio, e il segno del Suo amore per me? Lo riconosco in profondità? É questo l'inizio della fede.
Accettate i segni di Dio?
(24) Malgrado tutti i segni ricevuti durante il viaggio verso la terra promessa, gran parte del Suo
popolo rifiutò di aver fede nella paterna protezione di Dio:
"Misero alla prova il Signore dicendo: 'Il Signore è in mezzo a noi sì o no?" (Es. 17,7)
Noi possiamo fare lo stesso, e magari vedere i segni dell'amore di Dio, e tuttavia ignorarli.
(25) Quando Gesù venne sulla terra, fece miracoli per dimostrare di essere il messaggero di Dio e
per rafforzare la fede dei presenti. A chi chiedeva altri segni egli accennò alla Sua prossima risurrezione: ultimo segno la cui accettazione, o rifiuto, da parte degli uomini avrebbe determinato la loro salvezza o la loro rovina. Ecco come S. Paolo si è espresso in proposito:
"Se confesserai con la bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio Lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo." (Rom. 10,9)
Lo crediamo davvero col cuore, e lo confessiamo con la bocca?
Sebbene Gesù sia venuto come segno della protezione paterna di Dio, alcuni lo hanno riconosciuto ed altri no. Alcuni dissero:
"Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente." (Mt 16,17)
(26) Altri invece affermarono:
"...hai (sei posseduto da) un demonio.." (Gv 8,48)
Altri ancora si limitarono ad ignorarLo. Ed infine, alcuni conficcarono i chiodi nelle Sue mani tese - rifiutando di riconoscere il segno più grande di Dio. Qual è la TUA risposta?
(27) A nome tuo, genitori e parenti per il tuo battesimo hanno riconosciuto che Gesù è il segno di
Salvezza datoci da Dio. Ma è necessario che da adulto sia tu stesso a riconoscerlo, esprimendo l'impegno intimo del tuo cuore. A questo punto fai una pausa, ed esprimiGli questo impegno, nella preghiera.
(28)Come cristiani dobbiamo prendere una posizione definita davanti alla domanda specifica di
Gesù:
"Ma tu, chi dici che io sia?" (Mt 16,16)
A ciascuno di noi Gesù dice:
"Se conoscete (cioè riconoscete) Me, conoscerete anche il Padre; fin da ora Lo conoscete e Lo avete veduto... Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me." (Gv 14,7-11)
e quindi ci ha assicurati:
"... il Padre stesso vi ama, poiché voi Mi avete amato e avete creduto che Io sono venuto da Dio." (Gv 16,27)
Fino a quale profondità del mio essere sono convinto che Gesù sia venuto da Dio proprio per me?
(qui fate una pausa, e pregate su questa domanda.)
(29)Come cattolici sappiamo anche di altri segni che Dio ci ha dati: la Chiesa e i sacramenti. Ma
se non abbiamo riconosciuto in profondità il Suo segno più grande e se non continuiamo a riconoscerlo nella preghiera, gli altri segni perderanno il loro valore. E allora, persino i sacramenti diventeranno macchine spirituali a gettone, anziché fonti potenti per crescere nell'amicizia con Dio.
(30)Nella Messa abbiamo spesso modo di esprimere la nostra fede quando, dopo la consacrazione,
proclamiamo:
"Annunziamo la tua morte, Signore,
proclamiamo la tua risurrezione,
nell'attesa della tua venuta."
Oppure talvolta proclamiamo:
"Signore, Tu ci hai redenti con la Tua croce e la Tua risurrezione;
salvaci, o Salvatore del mondo."
Se intendiamo profondamente dire ciò che esprimono queste preghiere (e solo fino al punto in cui davvero lo intendiamo) allora accettiamo i segni di Dio. Ma dovremo passare dalla semplice accettazione dei segni dell'amore di Dio al confidare veramente in Lui come persona. La nostra accettazione, infatti, si manifesta con la fiducia. Se affermo di credere e di accettare il tuo amore per me, potrai aspettarti con ragione che io abbia fiducia in te.
Hai fiducia nei segni di Dio?
(31)Gesù è la Parola di Dio; è la Parola Eterna che Dio ha detto a Se Stesso; è il cantico eterno di
Dio alla propria grandezza. É Colui "che è nel seno del Padre" (Gv 1,18). É la Parola che Dio rivolge di continuo agli uomini. É il Messaggero di Dio per gli uomini.
"Chi ha visto Me ha visto il Padre." (Gv 14,9)
"... Come mi ha insegnato il Padre, così Io parlo. Colui che Mi ha mandato è con Me e non Mi lascia solo, perché Io faccio sempre le cose che Gli sono gradite." (Gv. 8,28-29)
(32)Avete una fiducia piena in tutto ciò che Gesù ha detto? E, almeno, conoscete tutto ciò che ha
detto? Conoscete la Parola di Dio? E sapete dove trovarla? Essa viene ancora proclamata nel mondo da Gesù che vive nella sua Chiesa e in ciascuno di noi per mezzo del Suo Spirito. E la Chiesa ci offre la Parola di Dio nelle scritture. Leggiamo ogni giorno le scritture? E ci interessa davvero ciò che dicono?