Pressioni sulla coscienza
(40) Valutare i fatti e soppesarli onestamente, dare un giudizio senza preconcetti e quindi agire nel
modo giusto significa vivere secondo la volontà di Dio. Ma la cosa non sempre è facile ad ogni stadio. Per il fatto di essere coinvolti a livello personale sia nel giudizio sia nella decisione, e per la tendenza che abbiamo ad essere egoisti, è assai probabile che di fronte alla prospettiva di una decisione che mi costerà qualcosa, io riesca a prenderla in maniera tale che non mi costi nulla. É talmente facile scambiare il proprio interesse egoistico per la voce di Dio! Nonostante tutte le buone intenzioni, siamo portati a trovare delle scuse per quello che ci piace fare o che vorremmo evitare di fare. Questa non è altro che la conseguenza del peccato originale. Anche S. Paolo l'ha sperimentata e l'ha espressa con queste parole:
"Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto... io ... compio... il male che non voglio..." (Rom 7,15;19)
(41) La nostra coscienza risulta quindi indebolita dal peccato originale e magari da molti peccati
personali. Di conseguenza, essa non è più l'eco pura e incontaminata della voce di Dio in noi. É certamente in grado di arrivare a dirci che dobbiamo sempre fare la volontà di Dio, tuttavia non sempre riesce a dirci con sufficiente chiarezza, in una situazione particolare, quale sia quella volontà. Dio ci parla attraverso la coscienza, è vero, ma noi siamo portati ad essere selettivi riguardo a ciò che ascoltiamo: in noi la voce dell'egoismo tende ad oscurare e a rendere quanto mai indistinta la voce di Dio, e di solito abbiamo bisogno di aiuto per poterla ascoltare e discernere nella nostra coscienza.
(42) Ma se la mia fede e la mia ricerca della volontà di Dio nell'ascolto della coscienza sono
sincere, sarò disposto ad ammettere gli effetti che posso subire a causa di parziali cecità e di preconcetti. Se davvero sono sincero, manifesterò anche una certa umiltà ed esitazione nella ricerca del volere di Dio.
(43) Di solito mi asterrò dall'essere assolutamente certo dei miei giudizi e cercherò di mantenermi
aperto agli sviluppi futuri e a possibili, ulteriori ritocchi, persino alla revisione della mia posizione attuale. Devo sicuramente riconoscere che per giungere a scoprire e ad esprimere ciò che è bene, è necessario che io stesso in primo luogo sia veramente buono. E molti di noi non dovrebbero affrettarsi a concludere che in questo senso siamo sempre buoni. Quindi, nella formazione della coscienza riconosciamo di aver bisogno dell'aiuto che ci viene dalla presenza dello Spirito Santo negli altri, e cioè nella comunità.
La verità e l'amore sono sempre volontà di Dio
(44) Come abbiamo già visto in un capitolo precedente, la chiesa - comunità è Gesù tornato a
vivere tra noi. Gesù continua a vivere e a parlare in ogni cosa vera, buona, nobile, pura, amabile, onorevole, virtuosa e degna di lode, che faccia la sua comparsa nel mondo. Per questo motivo S. Paolo disse agli Efesini:
"Vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di Lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso ... riceve forza." (Ef 4,15-16)
Se siamo disposti a questo, la coscienza avrà un'enorme apertura alla voce dello Spirito Santo di Dio.
(45) Nella Scrittura la Chiesa ha conservato per noi la Parola di Dio. La Scrittura afferma che la
principale caratteristica del comportamento cristiano è l'amore altruistico modellato su quello di Gesù, che porta alla donazione di se stessi e alla dimenticanza del proprio ego.
"Questo è il Mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come Io vi ho amati." (Gv 15,12)
(46) La norma dell'agire per il cristiano non risiede nella ragionevolezza, ma nella richiesta
d'amore. Il cristiano si interessa della bontà di Dio, non del proprio benessere, e poiché sta permettendo a Gesù di rivivere in lui la Sua vita, Egli è pieno d'amore per il Padre e per i fratelli. La moralità per il cristiano diventa allora l'attuazione di ciò che Gesù rispose al dottore della legge che gli aveva chiesto: "Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?":
"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso." (Lc 10,27)
(47) Questo amore, prodotto dallo Spirito Santo che vive nel cuore del cristiano, ha sul suo
comportamento un'influenza che insieme lo arricchisse e lo semplifica. Se davvero amate qualcuno, non avete bisogno di fare continui riferimenti a leggi e a regole: l'amore vero di solito assicura un comportamento benevolo e ottime relazioni. Non che l'amore costituisca sempre una protezione perfetta contro l'errore di giudizio o la mancanza di generosità nel fare la cosa giusta. Anche con un grande amore si possono fare sbagli, ma saranno facilmente riconosciuti e il pentimento potrà aver luogo senza sforzo.
(48) É proprio vera l'affermazione che, se l'amore di Dio è l'influenza dominante nella vostra vita,
non è necessario starsi a preoccupare eccessivamente dei dettagli della condotta. Con la crescita dell'amore di Dio per mezzo della preghiera, gradualmente acquisterete una sempre maggiore sensibilità al Suo volere, mentre in voi si accrescerà il desiderio di fare ciò che Egli vuole. Quanto alla formazione della coscienza tuttavia, avrete sempre bisogno della comunità cristiana.
Dio ci parla per mezzo della sua Chiesa
"Insegnate loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato." (Mt 28,20)
(49) Gesù rivolse queste parole ai Suoi apostoli proprio prima di ascendere al cielo. Disse di avere
ogni autorità in cielo e sulla terra e inviò per il mondo i leader della Sua Chiesa dando loro quella stessa autorità, perché insegnassero tutti i comandi che Egli aveva dati. Ai discepoli, quando in precedenza li aveva inviati in missione, aveva detto:
"Chi ascolta voi, ascolta Me." (Lc. 10,16)
(50) Parlandoci in questo modo attraverso la Sua Chiesa Gesù viene in aiuto della nostra coscienza
indebolita. L'egocentrismo, l'interesse personale o l'orgoglio umano possono facilmente deviare la voce di Dio nella coscienza, e dal momento della caduta dei nostri progenitori l'uomo necessita di un aiuto aggiuntivo per arrivare a discernere con chiarezza la voce di Dio in mezzo al tumulto delle proprie passioni. Così Gesù ha fondato la Sua Chiesa, dandole la Sua stessa autorità per aiutarci a scoprire la Sua volontà divina mediante una coscienza ben sviluppata.
(51) Alcuni possono essere indotti a pensare che a questo punto vi sia qualche opposizione. Ma
l'autorità della Chiesa non è stata data in contrapposizione alla coscienza personale: ha invece lo scopo di servirle da ausilio e da guida. Una coscienza ben sviluppata riconoscerà la propria debolezza e il proprio bisogno di assistenza, e il negare la necessità di essere guidati corrisponde al non riconoscere la propria natura di peccatori.
(52) Una coscienza ben sviluppata ha un rispetto sempre maggiore per la voce della Chiesa perché
in essa discerne la voce di Dio. Può darsi che in un caso specifico una persona, dopo una prolungata riflessione e preghiera, ritenga di dover agire in maniera più elastica riguardo all'insegnamento della Chiesa. In questo non vi è niente di peccaminoso, purché la persona sia aperta a ulteriori ricerche e illuminazioni nei suoi sforzi continui per trovare la volontà di Dio.
La nostra coscienza ci giudicherà
"Tutti ci presenteremo al tribunale di Dio." (Rom 14,10)
(53) Alla fine saremo giudicati secondo il grado di fedeltà con cui avremo seguito la nostra
coscienza personale. In ogni decisione morale esiste un punto in cui ci troviamo soli davanti a Dio. Nessun altro - né marito né moglie, né padre né madre, né prete né papa - potrà assumersi la responsabilità della nostra decisione. Non possiamo mai obbedire a un altro contro coscienza, né possiamo mai seguire i nostri desideri invece della coscienza. Il nostro destino eterno dipenderà dalla nostra fedeltà alla coscienza.
Quando cadiamo
(54) Andare contro la propria coscienza è sempre sbagliato.
"Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato." (Gc 4,17)
Tuttavia, non ci dobbiamo scoraggiare, perché Gesù ci ha detto di pregare per ottenere il perdono delle nostre mancanze, proprio come preghiamo per ottenere il pane quotidiano.
(55) Dio perdona i nostri peccati per mezzo della preghiera e della penitenza, perché:
"Se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati." (1 Gv 2,1)
(56) Un tipo particolare di peccato è veramente grave. É molto raro nella vita di un cristiano
sincero e consiste nel voltare le spalle in maniera totale e definitiva alla propria amicizia con Dio per un motivo grave.
Questa specie di dietro - front proviene dalla parte più profonda della libertà di un individuo, e Dio lo ha paragonato al rifiuto totale del proprio coniuge nel matrimonio. É un rifiuto che dice che l'amicizia è finita; è un allontanamento totale dall'essere amato. Ed è un peccato mortale.
(57) Tuttavia, se il cuore non partecipa pienamente a quell'azione, oppure se onestamente non la
considerava una cosa seria al momento in cui è stata commessa, allora non è peccato mortale. Se ci sono state dimenticanze, o se eravate troppo stanchi o sconvolti per riuscire a pensare con chiarezza, potrebbe non essere peccato mortale. Oppure, se vi siete solo lasciati trasportare senza neppure rendervene conto, anche in quel caso è assai improbabile che abbiate commesso un peccato mortale.
(58) Per riassumere, se conducete una buona vita cristiana di preghiera, cercando di fare, in
generale, quanto ritenete giusto secondo il vostro modo di vedere, avete pochissime probabilità di commettere peccati mortali. Come potreste, dopo aver amato fedelmente Dio, voltargli improvvisamente le spalle e cambiar strada?
(59) Prima di arrivare al peccato mortale ci sarà sempre un graduale peggioramento della propria
amicizia con Dio. Prima di giungere all'infedeltà totale, in ogni relazione c'è sempre un'infedeltà graduale. Il peccato mortale è il NO totale a Dio, inteso seriamente e con pieno consenso. Nessuna cosa di minor rilevanza di questa dovrebbe trattenerci dall'accostarci all'Eucarestia dopo la solita, sincera confessione dei peccati fatta insieme prima della Messa.
(60) Il motivo di questa confessione comunitaria risiede nel fatto che tutti i peccati offendono la
comunità, oltre che Dio, e dobbiamo essere riconciliati anche con la comunità prima di poter adorare Dio insieme, come Suo popolo.
La coscienza e lo Spirito Santo
(61) La morale cristiana è diversa da ogni altra, perché è più che un semplice sforzo di vivere
secondo leggi e principi, per quanto buoni questi possano essere. Mediante il battesimo e una buona coscienza il cristiano è in contatto permanente con la persona e con la potenza dello Spirito Santo, che guida la Chiesa e ogni suo membro, ma ciò non ha alcun senso per coloro che non hanno fede.
"L'uomo naturale (cioè non spirituale) non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito." (1 Cor 2,14)
(62) Dobbiamo essere "uomini spirituali" (1 Cor 3,1-4) per mezzo della fede in Gesù, se vogliamo
che la coscienza sia la nostra guida alla voce di Dio nella nostra vita. Lo Spirito Santo parla al cuore che vive per la fede, ma se non viviamo "sotto l'azione dello Spirito Santo" (1 Cor 12,3) corriamo il rischio di ascoltare una voce che non è quella di Dio. S. Paolo ci fa rilevare che la sua coscienza non ha mai agito nell'isolamento:
"Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo." (Rom 9,1)
(63) Se viviamo una vita di fede espressa nella preghiera, il nostro comportamento morale sarà
l'espressione dell'amore che portiamo a Dio. Allora non potrà mai essere difficile trovare la Sua volontà.
(64) Nella sua lettera ai Galati San Paolo ha posto l'accento sul legame esistente tra lo Spirito
Santo e la moralità cristiana:
"Vi dico dunque, camminate secondo lo Spirito (fatevi guidare dallo Spirito) e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne ... Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé." (Gal 5,16-22)
"Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche (lasciamoci guidare) secondo lo Spirito." (Gal 5,25)
(65) Lo Spirito conduce l'uomo a una nuova consapevolezza dell'amore che Dio ha per lui; lo
rende consapevole della propria figliolanza divina e dell'esistenza degli altri uomini in qualità di fratelli, quindi dell'amore che deve nascere tra tutti gli uomini.
(66) Sollecitato dall'amore che lo Spirito riversa nel suo cuore, l'uomo spirituale si allontana dalla
forza di attrazione del peccato e dell'ego e si lascia attrarre solo dall'amore del Padre.
(67) Lo Spirito quindi rappresenta la libertà dalla legge, perché qualsiasi restrizione essa possa
imporgli, qualunque cosa buona gli chieda di fare, il vero cristiano vuole già farlo, e in realtà vuol fare molto di più. La vita dello Spirito rappresenta quindi la libertà dal peccato anche grazie al potere che ci dà di resistere alla tentazione. Lo Spirito Santo risulta quindi l'origine della vera morale cristiana.
Abbiamo la forza della Sua potenza
"Attingete forza nel Signore e nel vigore della Sua potenza." (Ef 6,10)
(68) La legge di Dio non consiste certo in un comando freddo dato con noncuranza. Non si tratta
certo di una promessa fatta senza comunicare anche il potere di raggiungerne la ricompensa. Quando preghiamo, riceviamo i sacramenti e viviamo per la fede, il nostro Padre celeste ci dà la stessa potenza di Gesù, per mezzo del Suo Spirito. Abbiamo l'armatura di Dio e possiamo contare su di essa. Ecco cosa ci dice tramite S. Paolo:
"Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della Sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove." (Ef 6,10-13)
In un altro punto della stessa lettera S. Paolo dice:
"Siamo infatti opera Sua (il Suo capolavoro), creati in Cristo per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo." (Ef 2,10)
L'esempio di Maria
(69) La vita di Maria non è stata spettacolare. Ha avuto il grande privilegio di essere la madre di
Dio, ma quando un'altra donna affermò che ella era beata per quel motivo, Gesù rispose:
"Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!" (Lc 11,28)
(70) Ed è stata questa la storia della sua vita, in adempimento di quanto lei stessa con tanta
semplicità aveva espresso:
"Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto." (Lc 1,38)
Con un simile atteggiamento del cuore, ascolteremo sempre la parola di Dio e poi la metteremo in pratica.
Il Salmo 119 è una bellissima preghiera di lode della legge di Dio: sceglierne alcuni versetti potrà esserci di aiuto. Recitiamoli ora, in atteggiamento di preghiera.
Preghiera:
Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
Beato chi è fedele ai Suoi insegnamenti
e Lo cerca con tutto il cuore...
Non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai Tuoi comandi.
Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le Tue giuste sentenze....
Conservo nel cuore le Tue parole
per non offenderTi con il peccato.
Benedetto sei Tu, Signore;
mostrami il Tuo volere.
Corro per la via dei Tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.
Indicami, Signore, la via dei Tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io osservi la Tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
Dirigimi sul sentiero dei Tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia...
Custodirò la Tua legge per sempre,
nei secoli in eterno.
Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i Tuoi voleri.
Punti di discussione
1. Come può l'obbedienza del cristiano alla legge di Dio costituire la continuazione dell'obbedienza di Gesù alla volontà di Suo Padre?
2. Perché prima di poter avere una coscienza informata è necessario che io conosca gli insegnamenti della Chiesa?
3. Elencate i quattro passi pratici necessari per prendere delle decisioni morali conformi alla volontà di Dio.
4. Per quale motivo tutti abbiamo bisogno di aiuto per la formazione della coscienza?
Revisione
1. La vera fede produce obbedienza alla parola di Dio. V F
2. Gesù ha manifestato con l'obbedienza il Suo amore per il Padre. V F
3. Nel Suo corpo, la Chiesa, Gesù vuole continuare a obbedire al Padre. V F
4. L'obbedienza consiste semplicemente nel seguire la lettera della legge. V F
5. Il peccato grave può essere commesso nel cuore. V F
6. Un cristiano dovrebbe manifestare con la propria vita l'amore per il Padre, proprio
come fece Gesù. V F
7. Andare a Messa può essere del tutto inutile, se in generale non cerchiamo di obbedire
alla parola di Dio. V F
8. L'obbedienza del cuore è la più importante e la più necessaria. V F
8. La coscienza è il punto da cui scaturisce la conoscenza della volontà di Dio per la mia
vita. V F
10. Un cristiano deve sempre seguire la coscienza. V F
11. Se non vivo di continuo alla presenza di Dio, la mia coscienza può non essere limpida. V F
12. La coscienza costituisce una parte speciale e separata del cristiano. V F
13. Per mezzo della coscienza sto trasformando me stesso nella persona che diventerò un
giorno. V F
14. La coscienza cristiana è programmata con tutte le risposte giuste. V F
15. La formazione della coscienza continua per tutta la vita. V F
16. Soppesare i fatti con sincerità è cosa facile. V F
17. Automaticamente facciamo quello che riteniamo giusto. V F
18. Il peccato originale ci ha lasciati bisognosi di aiuto, quanto alla formazione della
coscienza. V F
19. La coscienza di solito rappresenta un'eco pura della voce di Dio. V F
20. Verità e vita sono sempre volontà di Dio. V F
21. Una coscienza ben sviluppata ascolta gli insegnamenti della Chiesa. V F
22. In buona coscienza, si può agire con delle varianti all'insegnamento della Chiesa. V F
23. La coscienza cristiana deve essere sempre guida V F