Capitolo Sesto I L D U B B I O R E L I G I O S O

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MARIOCAPALBO
00giovedì 2 febbraio 2012 18:37

la crescita spirituale

Capitolo Sesto

  

 I L   D U B B I O    R E L I G I O S O

 

Il modo in cui supereremo il problema - o deserto - dipenderà dalla nostra risposta alla tentazione. Abbiamo già detto che tentazione significa mettere alla prova, sia per il bene sia per il male. Ciò che qui viene messa alla prova è la nostra disponibilità ad arrenderci completamente alla Parola di Dio, ossia ad obbedirle in modo totale. La tentazione non diventerà fatto concreto fin quando Dio non ci avrà dato la Sua Parola e non ci avrà impresso nella mente il Suo principio. 

    Se ad esempio dico a mio figlio: "Non usare la bicicletta di tua sorella! Se lo farai, dovrò punirti!" Poi mi accerto che il ragazzo abbia capito: "Si, papà, ho sentito. Non userò la bici di mia sorella". Verrà il giorno in cui lui rimane solo in casa: la porta del garage è aperta, e la bicicletta nuova di sua sorella è lì, a portata di mano. Che succederà poi? Mio figlio sarà messo di fronte al dubbio: "Davvero mio padre mi ha detto di non prendere la bici di mia sorella? E se lo ha fatto, intendeva sul serio punirmi se avessi disobbedito?"

                                

    Quando ci troveremo nel bel mezzo della tentazione,

q       il principio di Dio verrà sempre messo in dubbio, e proprio in questo consiste l'essenza della tentazione!

q       Nel nostro viaggio attraverso il deserto, faremo riferimento a questo punto critico chiamandolo: il dubbio religioso.  

   Quel dubbio, o problema, può assumere qualunque forma, ma porterà sempre a dubitare della Parola di Dio o delle Sue intenzioni: "Davvero Dio ha detto ...?" E cercherà sempre di disonorare Dio. 

    Anche ad Eva la tentazione giunse in forma di dubbio religioso. Il serpente le disse:

    "Davvero? Nessun frutto del giardino? Dio ha proprio detto che non devi mangiarne nessuno?" (cf. Gn 3,1).  

    La prima domanda aveva lo scopo di mettere Eva alla prova per vedere se ricordava ciò che Dio le aveva detto. Lei rispose:  

"Certo che possiamo mangiarli. Solo del frutto dell'albero che sta al centro del giardino non dobbiamo mangiarne. Dio dice che non dobbiamo mangiarlo - e nemmeno toccarlo - altrimenti morremo" (cf. v. 2-3).  

    Se conosciamo la Parola di Dio, il dubbio religioso getterà dubbi sulla validità delle Sue parole o intenzioni di fare quanto ha detto. Ma notate l'attacco successivo del serpente:  

"... Voi non morrete! Dio sa molto bene che non appena ne mangerete, diventerete come Lui - perché i vostri occhi si apriranno e sarete capaci di distinguere il bene dal male" (cf. v. 4).  

    Qui il serpente mette addirittura in dubbio il carattere di Dio. Intende dire: "E' un Dio vecchio e gretto. Semplicemente non vuole che tu sia brillante quanto Lui - o che tu goda la vita allo stesso Suo modo!" Notate la somiglianza con l'esempio fatto all'inizio del capitolo: "Quel Padre vecchio e gretto, semplicemente non vuole che tu ti diverta. Va' pure a prendere la bici di tua sorella. Probabilmente non lo scoprirà affatto, e se poi lo scoprisse, non ti punirà certo come ha detto. Potrai sempre cavartela."  

    Il dubbio religioso colpisce sempre al cuore l'argomento e ci costringe a prendere una decisione: "Devo credere alla Parola di Dio e obbedire - oppure la ignoro, e seguo le mie inclinazioni?" Dio dispone sempre le circostanze in tal maniera da metterci di fronte al dubbio religioso, perché fino a quando non lo avremo affrontato, ci sarà sempre la possibilità che nel nostro cuore si nascondano ambiguità, forte volitività, un ego gigantesco o la debolezza.  

    Tutti dovremo affrontare e rispondere al dubbio religioso, in ogni campo principale della nostra vita. Nella Sua Parola in realtà Dio dice:  

"Se farete queste cose che io vi comando, vivrete e mangerete le delizie della terra ... non rubare, non mentire, non commettere adulterio, non concupire, non avere altri dèi oltre Me, non uccidere, onora i genitori ..."

     Quindi riassume:  

"Ama il Signore con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze, e ama il tuo prossimo come te stesso" (Vedi Mt 22, 38).  

    Davvero Dio ha detto queste cose? Tutti abbiamo dovuto affrontare questo tipo di dubbio, così come il suggerimento: "Queste regole sono state fatte da un Dio gretto e vecchio che non vuole che ci divertiamo". Quasi tutte le giovani coppie innamorate devono affrontare il dubbio religioso: "Possibile che Dio abbia detto che non dobbiamo avere rapporti sessuali fin dopo il matrimonio? Ma noi ci amiamo così tanto, e un giorno ci sposeremo. Che male potrà mai derivarcene?"  

    Il dubbio religioso suggerirà sempre che la vostra via è la più facile e la migliore (mentre quella di Dio è difficile, complessa e magari non porterebbe alla realizzazione dei vostri sogni e ambizioni). Mentre siete negli artigli della tentazione, il dubbio religioso vi si presenterà sotto forma d’inganno, razionalizzazione e scuse - e probabilmente scoprirete che sia la ragione che i sensi, sono in diretta opposizione alla Parola di Dio.  

   Una volta mi capitò di ascoltare una donna nubile che diceva di bruciare di desiderio per un uomo sposato. Il suo matrimonio non era felice, e sin dal primo incontro nacque tra loro un'amicizia basata su interessi comuni - inclusa la loro fede in Dio. Erano entrambi ciò che chiamerei cristiani sinceri, desiderosi di obbedire alla volontà di Dio. La loro storia seguiva uno schema classico. Ben presto scoprirono che l'amicizia si era trasformata in "amore spirituale". In seguito l'affetto crebbe ancora, e si trovarono a rischiare l'adulterio aperto. A quel punto la donna venne a consultarmi. 

   "Non potrebbe darsi che sia stato Dio a farci incontrare?" Chiese lei, piena di speranza. "Non potrebbe essere volontà di Dio? La nostra relazione è talmente bella - sembra tanto giusta - e ci sentiamo così vicini a Dio quando stiamo insieme!"  

            "Cosa ha detto Dio sull'adulterio?" Replicai.

            "Lo sappiamo," ammise lei, "ma questo è diverso. Noi ci sposeremmo, se solo sua moglie gli permettesse di divorziare".

            "Che ne farete del comandamento di Dio?" Ripetei.

   Lei abbassò lo sguardo e mormorò: "Non mi sembra di fare qualcosa di sbagliato. Com'è possibile che Dio si opponga a qualcosa di tanto vero e tanto bello?"  

   La domanda successiva fu: "Se tu non pensi che Dio parli seriamente sull'adulterio, come fai a sapere su cosa parla sul serio? Vuoi giudicare in base ai tuoi sentimenti, o in base a ciò che Dio ha detto?

   Gli occhi le si riempirono di lacrime quando ammise: "Capisco cosa vuol dire. Devo tornare a casa a pregare un po' di più sull'argomento."  

   Tornò tre giorni dopo, pallida e ad occhi bassi. "Sa", cominciò a dire, "avrei tanto voluto che questa cosa si realizzasse. Non ho mai voluto niente di più nella vita. Ma tornata a casa dal suo ufficio, lessi i Comandamenti di Dio e vidi che quello che stavamo facendo era contro la Sua Parola. Dio lo chiama peccato. Era un marchio orribile da mettere sulla cosa più stupenda che mi fosse mai capitata". Si morse un labbro e tacque per qualche istante. "Per diverse ore ho sofferto una agonia terribile, perché non ero poi tanto sicura di voler abbandonare la cosa, anche SE SAPEVO che era sbagliata. Temevo che lontana da lui non avrei mai conosciuto la vera felicità - e stavo quasi per voltare le spalle a Dio. La tentazione non mi era mai sembrata più dolce. Poi decisi che in fondo al cuore desideravo la volontà di Dio più d’ogni altra cosa al mondo - anche se ciò poteva significare che non avrei mai conosciuto l'amore di un uomo".  

   Per due giorni e due notti dopo quella decisione, disse di aver combattuto con continue ondate di desiderio. "Ci sono stati momenti in cui camminavo su e giù per la stanza, ripetendo continuamente: "Gesù, Gesù, ti amo, Gesù!" Non riuscivo neppure a leggere la Bibbia, perché il pensiero andava per conto suo."  

   (La tentazione non è reale se non include la possibilità concreta di sbagliare - un momento in cui affrontare la decisione a viso aperto; e quanto alla via che prenderete, è quasi come lanciar per aria una moneta. La tentazione pare tanto dolce - sensibile, logica - e vi trovate sul punto di contrattare ciò che offre, scambiandolo con quanto ha detto Dio. Una volta affrontato questo tipo di decisione, siete passati dal servire Dio in maniera solo formale al desiderio totale e sincero di obbedirgli, indipendentemente dal costo.)  

   Le nostre interviste si conclusero con questa dichiarazione: "Al terzo giorno la battaglia diminuì d’intensità. Fa ancora male, ma mi sento come se fossi uscita di prigione. Sono tornata a respirare, e dentro di me avverto con forza che la Parola di Dio è più importante di qualunque altra cosa al mondo. Mi sento più sicura ora di quanto non mi sia mai sentita in precedenza. So bene che Dio farà quanto ha detto".  

   Meno di un anno dopo, la giovane era sposata con un altro cristiano. Mi disse: "La terra promessa di Dio è sempre tanto migliore delle cose a cui rinunci per seguire il Suo comando". La tentazione vi suggerirà sempre una via alternativa alla terra promessa - e, ovviamente, si tratterà di un vicolo cieco che va a finire nel deserto, dove muore.            

   Il dubbio religioso proporrà anche una elaborazione ed elucubrazione intelligente delle istruzioni di Dio. E' quindi essenziale imparare prima con chiarezza cosa Dio dice. Per il cristiano, la familiarità con la Parola di Dio dovrebbe essere un fatto elementare e fondamentale: La Parola di Dio è il libro che ci guiderà per tutto il viaggio nel deserto, fino alla terra promessa. Se seguiremo la Legge delle Quattro "P", avremo bisogno che la Bibbia ci controlli ad ogni punto del cammino.  

   Controllate innanzitutto la promessa. E' conforme alla Parola di Dio? Non togliete mai una promessa dal contesto in cui si trova, né accettate una promessa personale che presumete venga da Dio, senza confrontarla col carattere e i principi della Bibbia. Se magari desiderate qualcosa con forza e la chiedete con insistenza a Dio, può darsi che nella preghiera, o attraverso le circostanze, abbiate l'impressione che Egli vi stia dicendo che vi concederà quanto richiesto. Riscontrate sempre il vostro desiderio con ciò che dice la Bibbia. Se non collima con il carattere di Dio né con la Sua Parola, è una promessa fasulla.  

   Una volta una donna pregò il Signore perché le desse una bella credenza antica che aveva visto esposta nel garage di un vicino - pensando che egli in realtà non la volesse. Dopo aver molto pregato, la donna pensò che Dio le avesse fatto capire che le avrebbe dato quella credenza. Dopo settimane d’attesa, pensò che Dio volesse che fosse lei stessa ad andare a chiederla al vicino. Come potete immaginare, ne risultò un episodio assai spiacevole! La credenza era un cimelio di famiglia e il proprietario progettava di restaurarla. Ne seguirono discussioni, risentimenti e disappunto.  

   Se la donna che aveva pregato per la credenza avesse capito i principi di Dio, avrebbe anche saputo che Egli comanda di non desiderare ardentemente le cose che appartengono ad altri. Lei invece agognava quell'oggetto, e si era lasciata fuorviare dalla forza del proprio desiderio - sollecitato dal sibilo del tentatore, che le aveva suggerito che Dio avesse detto qualcosa in diretta contraddizione coi Suoi stessi comandamenti.  

    Attenti a non basarvi su promesse sbagliate. Dio non vi prometterà niente in contraddizione con la Sua Parola. Non bramate la macchina nuova del vicino - la sua casa - il suo cane - o sua moglie! E non fatevi mai ingannare dal pensiero che Dio possa promettere di darvi qualcosa che appartiene di diritto a qualcun altro. E' proprio questo infatti il tipo di suggerimento che ci verrà proposto dal dubbio religioso.  

    Se i tuoi debiti ammontano a 800.000 lire, e preghi perché Dio ti fornisca il necessario per pagarli - accanto al tuo posto in autobus potresti trovare un portafogli con dentro esattamente quella cifra! Subito dopo, come un diluvio, arriverà il dubbio religioso:

            "Davvero Dio ha detto che non dovresti rubare?" 

            "Si, è uno dei Dieci Comandamenti e si trova anche nel Nuovo Testamento".

            "Ma non capisci che è Dio Stesso ad averti dato quel portafogli? contiene esattamente l'importo per cui hai pregato. Nessuno saprà mai che lo hai preso: svuotalo, e lascia il portafogli sul sedile".  

     Ma Dio non si contraddice mai, né va mai contro la Sua Parola. Studiate la Bibbia, imparatene i principi e preparatevi ad affrontare il dubbio religioso in tutto il suo potere persuasivo.  

     Ricordate le domande con cui abbiamo detto potevano essere bersagliati dopo la salvezza? "Sei sicuro di essere salvato?"

            "Penso di esserlo". 

            "Ma non ti senti salvato, e non agisci come se lo fossi".

            "Ma credo in Gesù Cristo e la Parola di Dio dice che io sono salvo".            

     Rimani saldo nella Parola di Dio, contro i tuoi sentimenti personali, le tue convinzioni e razionalizzazioni.  

 

Una madre ricevette la promessa che Dio le avrebbe salvato il figlio. Tornò a casa felice - ma quando lo rivide, era in piena crisi d’astinenza per la droga. A quel punto arrivò il dubbio religioso:

            "E' proprio vero che Dio ha detto che salverà tuo figlio?" 

            "Sì, ne sono certa".

            "Ma guardalo ora. Pensi che lo possa salvare? Guarda in che condizioni pietose si trova. Dio non riuscirà mai a raggiungerlo!"

    Siete in grado di attenervi alla Parola di Dio e di fissare gli occhi su di Lui, anziché su ciò che dicono i sentimenti o la ragione? Dio ha già salvato molti drogati prima, e lo farà ancora.

 

    Dio dice: "Salverò tuo marito e farò della tua casa un cielo d'amore e d’unità cristiana". Questa è la promessa. Ora arriva la condizione - il principio: "...Se confiderai in Me e farai la tua parte di cristiana, sottomettendoti a tuo marito così com'è ora." 

            "Ma, Signore ..."

    Quella sera tuo marito si ubriaca, maledice la tua "stupida religione" ed esce arrabbiato di casa. Subito arriva il dubbio religioso:

            "Davvero Dio ha detto che salverà tuo marito?"

            "Sì." 

            "Non riuscirà mai a cambiarlo!"

            Resti ancorata alla promessa, o cedi, ti arrendi alla tentazione e ti metti a piangere disperata?

            "Dio non lo potrà salvare - è troppo testardo". Questo tipo di reazione vi otterrà un altro giro nel problema! 

    Quando Dio dice che vi porterà in una terra promessa, vi giungerete solo seguendo le Sue istruzioni. Il dubbio religioso suggerirà sempre metodi alternativi.  

    Prendiamo ora la storia di Abramo e di come Dio agì con lui nell'adempimento della promessa che, pur essendo vecchio, avrebbe avuto un figlio e che i suoi discendenti sarebbero stati numerosi come le stelle - troppo numerosi perché potessero essere contati (vedi Genesi, capitoli da 15 a 21).

    Abramo credette alla promessa di Dio e, tornato a casa, ne parlò con Sara, sua moglie. Essendo vecchi entrambi, erano certi di non poter avere figli e dedussero che, se la promessa di Dio doveva realizzarsi, era necessario che Abramo dormisse con un'altra donna che potesse dargli un figlio.  

    "Poiché Dio non mi ha dato figli," disse Sara, "puoi dormire con la mia serva e il suo figlio sarà il mio" (vedi Gen. 16,3).  

Ma Dio non aveva comandato ad Abramo di dormire con la serva di Sara. Abramo e Sara seguirono la loro logica e il loro ragionamento, proprio perché sollecitati dal dubbio religioso: "Se Dio ha detto che devi avere molti figli, è meglio che ti trovi una donna giovane che possa darteli".  

    Non avendo seguito le istruzioni di Dio di aspettare che Egli desse loro un figlio, si trovarono a dover fare un altro giro nel problema, reso più difficile da quella decisione sbagliata. Agar, la serva, rimase incinta e partorì un figlio, Ismaele. Ma nella casa era entrato il rancore tra Sara e Agar - e in seguito i discendenti di Ismaele furono causa di guai per Israele.  

    Tredici anni dopo la nascita di Ismaele, Dio tornò da Abramo per dirgli che avrebbe fatto un'alleanza eterna con lui e coi suoi discendenti. Dio aveva detto che Abramo sarebbe stato il padre di molte nazioni, e gli cambiò il nome in Abraham - padre di molte nazioni. Dio inoltre disse:  

    "Quanto a Sarai, tua moglie, non si chiamerà più Sarai ma Sara [Principessa]. Io la benedirò e da lei di darò un figlio" (cf. Gn 17, 15).  

    Abramo si gettò al suolo per adorare il Signore, ma dentro di sé rideva, perché aveva cent'anni e Sara novanta. Come potevano avere un figlio? Abramo pensò di aver sentito male, perciò disse a Dio: "Sì, benedici Ismaele!" (v. 18).  

"No," rispose Dio, "non è questo che ho detto. Sara ti darà un figlio: e lo chiamerai Isacco [Risata], e farò un patto eterno con lui e con i suoi discendenti" (v. 19).  

    Dio fu molto preciso, e questa volta Abramo non cercò scorciatoie - basta con i dubbi religiosi! Credette a Dio, e dopo un anno Sara gli dette un figlio, che chiamarono Isacco. Ma prima di poter realizzare la Sua promessa di fare di Isacco il padre di molte nazioni, Dio aveva messo Abramo alla prova.

 

    In seguito Dio mise ancora alla prova la fede e l'obbedienza di Abramo. Lo vediamo al capitolo 22. Ascoltate le istruzioni di Dio:  

"Prendi il tuo figlio, il tuo unico figlio, sì, Isacco, che tu ami tanto; va' nel territorio di Moria e offrilo in  olocausto su di un monte che io ti indicherò" (v. 1-2).  

    Al mattino dopo Abramo si alzò presto, spezzò della legna per il fuoco dell'altare, sellò il somarello e prese suo figlio Isacco con sé. Riuscite a immaginare la barriera di dubbi religiosi che devono aver attraversato la mente di quel padre? "Davvero Dio ha detto di sacrificare Isacco? E cosa ne sarebbe stato dell'alleanza che ha fatto con lui? Gli ha promesso che lo avrebbe reso padre di molte nazioni, e che la Sua alleanza con lui e coi suoi discendenti sarebbe stata eterna. Se Dio vorrà mantenere la Sua alleanza con Isacco, sarà meglio che io non lo offra in sacrificio."  

    "Devo obbedire alla Parola di Dio!"

    "Ma Abramo, sei pazzo! Stai distruggendo la tua alleanza con Dio! Se Isacco sarà ucciso, non resterà nessuno che Dio possa usare. Dio non intende che tu lo uccida davvero - non avrebbe senso. Inoltre, Isacco è tutto quello che hai nella vita - il tuo unico figlio - cosa pensi direbbe sua madre?"  

    Questi dubbi spaccarono in due il cuore di Abramo. Era il suo punto più vulnerabile: Isacco, il suo unico figlio, era per lui più di qualunque altra cosa sulla terra. Dio dovette mettere Abramo alla prova per vedere se Isacco era per lui più importante che obbedire a Dio Stesso. Se in Abramo ci fosse stata qualche ambiguità, ora sarebbe venuta a galla. E se ci fosse stata davvero, Dio non avrebbe potuto permettere che ricevesse l'adempimento della Sua grande promessa.  

    Ma Abramo restò saldo - e si dispose a preparare il sacrificio. Non appena alzò il coltello, l'Angelo di Dio lo chiamò, dicendo:

"Deponi il coltello, non fare alcun male al ragazzo, ... Ora so che Dio viene al primo posto nella tua vita e tu non mi hai rifiutato neppure il tuo figlio, il tuo unico figlio" (v. 12).  

     Poi Abramo vide un ariete imprigionato per le corna in un cespuglio. Lo sacrificò al posto del figlio, e chiamò quel luogo: "Il Signore provvede" - e ancor oggi si chiama così. Abramo ebbe la prova che Dio poteva provvedere! Aveva affrontato la tentazione e il dubbio religioso, scegliendo di obbedire alla Parola di Dio.  

     Riuscite a vedere come queste trattative con Abramo seguissero la Legge delle Quattro "P"? Egli ricevette la promessa, seguita dal principio: "Obbediscimi, abbi fiducia in me". Poi venne il problema, e sembrò quasi che l'intera promessa venisse ritirata. Ma Abramo rimase saldo nel principio, raggiungendo così l'adempimento della promessa.  

q       Solo l'obbedienza potrà portarvi a ricevere la provvista che Dio ha in serbo per voi.

q       Ma si dovrà sempre affrontare il dubbio religioso, e dargli una risposta.

Accertatevi cosa Dio vuole che facciate. Cercate di capirne il principio e preparatevi ad attenervi ad esso, indipendentemente da quanto possa essere convincente il dubbio religioso!

 

 

 

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