Capitolo Sesto C ' É D I P I Ú

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MARIOCAPALBO
00martedì 27 marzo 2012 13:30
Indice

Capitolo Sesto 

 

C ' É   D I   P I Ú 

           

            Per le colline nel Tennessee gira la vecchia storia di un tagliaboschi. Pare fosse venuto a conoscere una nuovissima invenzione chiamata "motosega" e che si recasse quindi in città a comprarne una.

         "Garantito: vi taglierà sei cataste di legna al giorno," promise il venditore, "altrimenti me la restituirete."  

         Pochi giorni dopo - com'era prevedibile - il montanaro tornò: "Ecco la motosega! Non è affatto buona. Ho lavorato fino a consumarmi le dita e mi ha tagliato solo quattro cataste al giorno."

         Il venditore scosse il capo: "Ma non capisci!, è la nostra sega migliore. Falla provare a me." Spinse il legname e la sega si animò scoppiettando e sputando una nuvola di fumo blu. 

         Meravigliato, il montanaro fece un salto all'indietro: "Che è quel rumore? Perché quel rumore?"

         Spesso anche noi ci comportiamo come quel montanaro il quale ignorava che la sega avesse in sé la propria potenza. Ci dimentichiamo che anche il cristianesimo ha in sé il proprio propulsore, e continuiamo a spingere a braccia, cercando di fare con le nostre sole forze umane tutto ciò che Gesù ha detto. Ma il Padre in realtà vuole che noi usiamo l'energia che Egli stesso ci ha fornito mediante la nostra relazione con Lui. 

         E c'è qualcosa di assolutamente unico riguardo a questa potenza: non scomparirà: ce n'è sempre un altro po'. Alcuni anni fa Padre Dennis Bennett scrisse un libro intitolato C'è di Più. Il suo messaggio era solo questo: nel Regno di Dio troverete sempre una potenza maggiore, più grazie, più esperienze, un Dio che vuol essere scoperto di più. In qualunque punto del cammino cristiano vi troviate, vi entusiasmerà sapere che il Padre ha in serbo tanto, tanto di più per voi. 

         Come ho detto prima, questa potenza inesauribile viene dallo Spirito Santo. Ma come fa a venire? E quando? E ancora, come la si rende attiva? E che farà per me quando l'avrò attivata? Sono le domande cui risponderò nel corso del presente capitolo. 

Ciò che accadde in precedenza 

         Diamo un altro rapido sguardo al vostro Battesimo e alla vostra Cresima. Nell'ultimo capitolo abbiamo parlato di questi sacramenti in relazione alla salvezza; ora li considereremo dal punto di vista di ricevere la potenza dello Spirito Santo. Perché lo Spirito Santo viene dato sia nel Battesimo sia nella Cresima o Confermazione, ma è nella Cresima che si presume Egli "Si manifesti come vita." Per molti cattolici tuttavia ciò non è avvenuto, e allora vogliamo esplorarne i motivi per imparare cosa possiamo fare affinché ciò avvenga. 

         "Ma aspetta un po'," protesterà qualcuno, "stai dicendo che io ho ricevuto lo Spirito Santo sia nel Battesimo sia nella Cresima, senza ricevere questa potenza piena?" Sì, è proprio quello che sto dicendo. Perché insomma, tutti i sacramenti richiedono una fede matura per essere attivati. Lo Spirito Santo Si è incontrato con noi al punto in cui noi eravamo nella fede in quel momento, e ha operato dentro di noi in conformità. Ma finché la nostra fede non matura, non possiamo aspettarci di essere potenziati pienamente. Nella mia Cresima per esempio, mi preoccupavo solo di ciò che avrebbe potuto chiedermi il vescovo e del modo in cui mi avrebbe colpito con lo schiaffo; non avevo certo una fede che attende. Ma anche se l'avessi avuta, è difficile che un ragazzo di dodici anni abbia la maturità per saper come impiegare la piena potenza dello Spirito Santo. Sia io sia la mia fede dovevamo crescere. 

         Quando poi sono cresciuto, si è presentato un secondo problema: non sapevo affatto che a mia disposizione c'era la potenza dello Spirito Santo quale risultato di quei sacramenti ricevuti nell'infanzia: era rimasta lì, senza venir usata. Voglio provare ad illustrarvi questo fatto: In casa mia ho molte prese elettriche. Se dovessimo seguire i fili fino alla fonte dell'energia, scopriremmo un esteso sistema di centrali elettriche che si chiama Tennessee Valley Authority (TVA).  

         Ora la TVA possiede impianti a vapore giganteschi, dighe idroelettriche e impianti a energia nucleare, e tutti insieme contribuiscono ad alimentare le mie prese di energia elettrica ogni volta che ne ho bisogno. Ma per ottenere quell'energia devo fare qualcosa: in primo luogo devo credere che lì vi sia a mia disposizione della potenza, perché io la usi quando ne ho bisogno e, secondo, devo agire, nella fede, inserendovi una spina. Allo stesso modo, se il Battesimo e la Cresima che abbiamo ricevuto sono validi, lo Spirito Santo in noi è come una presa di corrente elettrica. Può starsene lì per anni senza venir usata, semplicemente perché per usare l'esteso sistema di potenza del Padre dobbiamo imparare ad agire nella fede matura e "inserire" la spina della potenza dello Spirito.                    

Una potenza portentosa 

         Ora noi sappiamo da una autorità riconosciuta che lo Spirito Santo trasmette  potenza. Poco prima di ascendere al cielo Gesù ha detto: 

"...ma avrete potenza quando lo Spirito Santo scenderà su di voi." (Atti 1,8)                

Ma di che tipo di potenza spirituale stava parlando Gesù? Forse di una vaga potenza teologica?  

         É facilissimo capire che tipo di potenza fosse quando si sa che il Nuovo Testamento, all'origine, è stato scritto in greco, e che la parola che in questo brano è tradotta con "potenza" (CEI = forza ) era dynamis. É la stessa parola da cui deriva la parola italiana "dinamite". In altre parole, è una potenza facilmente osservabile, efficace e persino esplosiva. Lo Spirito Santo porta questo e niente di meno di questo. 

         Orbene, se c'è un peccato di cui tutti siamo colpevoli è proprio quello di sottovalutare ciò che il Padre può fare in noi attraverso la potenza dello Spirito Santo. S. Paolo si accorse di questo quando scrisse di un Padre che 

"... in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi." (Efesini 3,20)               

         In quella stessa lettera Paolo parla della 

"... straordinaria grandezza della Sua potenza in di noi credenti. È simile alla forza che Egli manifestò quando risuscitò Cristo dai morti..." (Efesini 1, 19-20)             

         Oggi tuttavia troviamo molta gente che crede ancora che questa potenza sia un qualcosa di piuttosto vago e difficile da individuare. Essendo spiritualmente deboli, pensano che anche lo Spirito Santo debba essere debole. Ma troverebbero assai difficile convincere S. Paolo di ciò. Egli aveva rilevato, infatti, che proprio perché noi siamo deboli ci era stato dato lo Spirito Santo:  

"Allo stesso modo anche lo Spirito Santo viene in aiuto della nostra debolezza." (Romani 6,26)               

         La potenza che S. Paolo conosceva era talmente forte da trasfigurare completamente gli uomini che la incontravano. Non c'era possibilità di sbagliarsi sulla sua presenza; ognuno poteva constatarne i risultati. Gli Atti degli Apostoli descrivono Simone, un uomo tanto ignorante sulle questioni spirituali da offrire a Pietro del denaro in cambio del potere di dare agli altri lo Spirito Santo. Eppure, anche Simone aveva potuto vedere quella potenza: 

"Simone, vedendo che lo Spirito veniva conferito con l'imposizione delle mani..." (Atti 8,18)             

É vero: in ogni racconto degli Atti degli Apostoli in cui lo Spirito Santo discende su qualcuno o su qualche gruppo, perfino l'osservatore più superficiale poteva vedere che era accaduto qualcosa. 

         Anche oggi possiamo essere trasformati allo stesso modo, e i risultati saranno ancora visibili. E per quale motivo, poi, non dovrebbero esserlo? Lo Spirito Santo non è cambiato! Il Padre sta usando la potenza del Suo Spirito per portarci in una relazione personale con Se Stesso. E diventando figli e figlie di Dio possiamo entrare, qui ed ora, nel "Regno di Dio". E questa è una cosa che tutti dovrebbero notare. 

         E ricordiamoci di non confondere il "Regno di Dio" col "cielo". Come ho detto prima, il Regno di Dio è sia in cielo sia proprio qui in terra, per tutti quelli che hanno una relazione personale col Padre. A proposito di questo "Regno" S. Paolo precisa alcune cose: 

"Il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza." (I Corinzi 4,20)                

"Il Regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia date dallo Spirito Santo." (Romani 14,17)                 

Questi due versetti dicono molto su questa relazione personale col Padre (che è il Re di questo Regno). Esso non consisterà in definizioni e dottrine, ma in una potenza vera e propria, per mezzo dello Spirito Santo. Quello stesso Spirito dona rettitudine, pace e gioia basate su questa nuova relazione. Ed è vero, in tutti i versetti in cui Gesù si riferisce al "Regno di Dio", di fatto Egli descrive non il cielo, ma la vita di un cristiano potenziata dallo Spirito Santo. 

         Così, quel carattere cristiano che non saremmo in grado di realizzare con la sola potenza umana, sarà ora prodotto dalla potenza dello Spirito. S. Paolo ci fa un elenco delle caratteristiche della nostra personalità nuova, "potenziata dallo Spirito": 

"Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé." (Galati 5,22)             

         In tutto questo possiamo vedere un Padre che Si interessa davvero a noi, personalmente. Ci dona, gratuitamente, una relazione personale intima; quindi ci fornisce la potenza per "vivere al livello" richiesto da quella relazione. Non dobbiamo mai preoccuparci di dovercela fare da soli, ci ha pensato il Padre.  

Una fede viva    

         Ovviamente abbiamo bisogno di quella potenza. Ma come fare esattamente per renderla attiva nella nostra vita? Come farla "venire alla vita"? La risposta è la "fede"; dobbiamo essere uomini e donne di fede. Ma proprio "fede" è uno dei termini di cui si fa più largo abuso del cristianesimo, e dei più ampiamente fraintesi . Alcuni vi diranno che fede è lo stesso che credenza, convinzione, ma non è affatto così! Altri ancora diranno che si tratta di un insieme di dottrine e di dogmi ecclesiastici. Ma secondo il Nuovo Testamento la fede è assai più di una semplice credenza, e non è certo solo un sistema di dottrine. La lettera agli Ebrei ci offre questa definizione della fede: 

"La fede è la certezza delle cose che si sperano e la prova di quelle che non si vedono." (Ebrei 11,1)                 

In altre parole, la fede è una fiducia forte e stabile nella persona del Padre, è sapere chi Egli è, contare su di Lui. Sappiamo che il Padre ha promesso certe cose, e noi confidiamo in Lui perché è affidabile: manterrà quelle promesse. Può anche darsi che non riusciamo a riconoscere la Sua azione sul momento, ma poiché l'ha detto, noi ci crediamo. La gente ci ha deluso in passato, e continuerà a deluderci in futuro; ma non così il Padre. Fede, quindi, significa rispondere alle Sue promesse dicendo: "Sì, Padre, io credo a quello che dici e sono pronto a fare un passo nella fede e ad agire sulla base della Tua promessa." Ricordiamo le parole di S. Paolo: 

"Colui che vi chiama è affidabile, e farà tutto questo." (1 Tessalonicesi 5,24)                 

         E allora, noi come ci comporteremo? In realtà col nostro spirito ribelle e indipendente stiamo arrendendoci a un Padre che sappiamo ci darà "molto più di quanto possiamo chiedere o immaginare." (Efesini 3,20). Padre Brennan Manning ha scritto: 

"Ogni qualvolta la fede viene accettata solo come un sistema chiuso di dogmi ben definiti perdiamo il contatto col Dio vivente. La fede che salva è un arrendersi a Dio."[ii]      

         La maggior parte della gente capisce che il Padre dà la "grazia" o il "potere" per avere fede, ma non sono certi di come fare per "arrendersi" a Lui. Ebbene, quando parliamo di "fede" riferendoci ad una relazione personale vediamo che, nella maggior parte dei casi, "arrendersi" assume il significato di fiducia totale. Gesù ci ha detto chiaramente di affidarci al Padre e di confidare in Lui in ogni cosa: 

"Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano." ( Matteo 7, 7-11)                 

Ora potrete capire perché sia tanto importante una religione che includa l'"esperienza cristiana". La fiducia, se deve crescere, va "vissuta e dimostrata" con esperienze vere e proprie. Se non facciamo l'esperienza della mano del Padre che giorno dopo giorno, e ogni giorno, ci guida, non impareremo mai a confidare in Lui e ad affidarci a Lui come dovremmo; non riusciremo mai a far sì che la nostra indipendenza si arrenda davanti a Lui. Non inganniamo noi stessi! La convinzione intellettuale e la vera fede sono lontane mille miglia l'una dall'altra, e se la fede resta solo un esercizio intellettuale, alla fine muore. Essa va invece esercitata "affidandosi fiduciosi" al Padre.

         Leggiamo attentamente i Vangeli e osserviamo il rapporto fiduciosi che Gesù aveva col Padre. Notiamo anche il  modo in cui Gesù ha sempre cercato di insegnare ai Suoi discepoli quella stessa fede fiduciosa: 

"In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre Mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel Mio nome, Io sono in mezzo a loro." (Matteo 18, 19-20)              

Commentando la fede dei Vangeli, Padre Brennan Manning rileva: 

"Nello stupendo sesto capitolo del Vangelo di Matteo, la fede è descritta come l'accettazione incondizionata del Dio rivelato da Gesù Cristo quale Padre amorevole: Se non ci arrendiamo nella fede alla Sua verità che ci salva e non viviamo sostenuti dalla Sua rassicurazione, non abbiamo fatto la professione di fede cristiana. Il termine "Padre" ricorre undici volte in quest'unico capitolo, ed è proprio questo il "Padre" nel quale i discepoli di Gesù devono riporre una fiducia assoluta. I discepoli sono chiamati uomini di "poca fede" se non confidano nel loro Padre che conosce le loro necessità e che pensa agli uccelli del cielo e ai gigli del campo."[iii]      

         Lo sviluppo di questo tipo di fede esige l'impegno. Fino a quando Gesù non è il Signore della nostra vita nel senso in cui abbiamo parlato nell'ultimo capitolo, ci sarà impossibile crescere in quel tipo di fede fatto di affidamento totale. Non c'è altro modo: dobbiamo fare di Gesù Cristo e dei Suoi insegnamenti il nucleo centrale della nostra vita. Solo allora saremo in grado di godere una relazione personale che si basa sulla fiducia. Nel suo libro, Cristo tra noi, Anthony Wilhelm spiega questo collegamento tra fede e impegno: 

"La fede è fondamentalmente un impegno, una libera scelta attraverso la quale ci diamo a Gesù Cristo e cominciamo a vivere una vita completamente nuova. É la decisione libera e personale di abbandonarci pienamente al Dio vivente. Siamo convertiti, ci orientiamo totalmente verso di Lui, siamo una persona che ha fatto un cambiamento. 

Forse è meglio considerare la fede come relazione dinamica, un incontro vivo e continuo tra Dio e noi per mezzo del quale cresciamo di continuo nella conoscenza di Lui e della Sua volontà per noi, e ci impegniamo a vivere in conformità."[iv]              

         Questa fede viva di cui stiamo parlando, allora, è una resa del nostro atteggiamento indipendente del tipo: "Posso farcela da solo." É un affidarsi profondamente al Padre fondato sul nostro impegno totale. Questo tipo di fede è meglio definito con l'espressione: "fede che attende", ed è una fede che crede, che si affida e che si aspetta che accada qualcosa. É proprio il tipo di fede insegnatoci da Gesù: 

"Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato." (Marco 11,24)                   

         La fede che attende crede a ciò che ha detto il Padre: crede alle Sue alleanze e alle Sue promesse, ma non si limita a questo: agisce su quanto crede. Fa il passo necessario e dice: "Padre, lo hai detto e io ci credo. Allora: affare fatto. Pensaci tu."  É audace, ardita, senza compromessi, e non cerca mai un alibi aggiungendo: "Ma certo, se è la Tua volontà." La fede che attende sa con certezza qual è la Sua volontà, e agisce di conseguenza. 

 

Potenza attraverso la fede che attende 

         E allora, come si fa ad attivare la potenza dello Spirito Santo? Basta chiederlo, ma chiederlo con la fede che attende! Crediamo al Padre. Ha detto che vuole darci potenza con il Suo Spirito; crediamoci e aspettiamo che avvenga. Se esiste qualcuno in cui si può aver fiducia, questi è il nostro Padre celeste. Riascoltiamo le parole di Gesù: 

"Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono." (Luca 11,13)                  

         Leggendo con attenzione i Vangeli scopriremo come mai nessuno che si sia rivolto a Gesù nella fede, qualunque cosa abbia chiesto, sia stato respinto: Gesù ha sempre fatto fronte ai loro bisogni. Ora il Padre ci ha detto, attraverso Gesù, di chiedere la potenza dello Spirito. Dovrebbe esser facile per noi accostarci alla promessa con la fede che attende.  

         E non solo dovremmo aspettarci che il Padre faccia quanto ha promesso, ma anche di vedere dei segni al riguardo, una manifestazione ben definita della potenza dello Spirito che è all'opera in noi. Non deve trattarsi necessariamente di un sentimento determinato, di un dono particolare dello Spirito o di qualunque altra cosa sperimentata da qualcuno che conosciamo. C'è sempre una parte di mistero nel modo in cui lo Spirito Santo dà potenza a una persona, e allora non metteteGli dei lacci aspettando che agisca in una maniera particolare. LasciateLo libero! Ma aspettatevi di vedere la Sua presenza in modo assai concreto.

         Se riteniamo di non aver mai praticato la "fede che attende", né la potenza dello Spirito nella nostra vita, usiamo la semplice preghiera qui sotto per attivare quella potenza disinserita. Ma ricordiamoci che la preghiera deve essere sincera, deve venire dal cuore. Leggiamola prima un paio di volte, meditiamola un po', quindi preghiamo sul serio. 

"Padre amatissimo, mi sono impegnato con Te e ho fatto di Gesù il Signore della mia vita. Ora desidero approfondire la mia relazione personale con Te e ho bisogno della potenza del Tuo Spirito Santo che mi hai promesso. Padre, libera ora, in me, quella potenza, e fammi sperimentare quella presenza mediante alcuni segni del Tuo amore. Grazie, Padre, perché sarà così." 

 

I sentimenti 

         La presenza dello Spirito in noi porterà spesso con sé sentimenti di amore, gioia, pace, pazienza ecc. - tutti frutti dello Spirito Santo. Ma non dovremo mai dipendere né da questi né da nessun altro sentimento particolare come segni della presenza, o meno, dello Spirito Santo in noi. Se siamo stati battezzati e cresimati e se abbiamo chiesto sinceramente di ricevere la potenza dello Spirito Santo, dobbiamo credere che ciò accadrà. In fondo, è stato il Padre Stesso a prometterlo. 

Consideriamo ora per un istante il problema dei sentimenti. Il Padre ha rivelato alcuni "fatti" riguardo a Se Stesso e alla nostra relazione con Lui, e noi li accettiamo sulla base della "fede." Sentimenti ed emozioni vengono dopo la nostra azione di fede. A tale proposito, esaminiamo questa illustrazione:     

 


Qui la fonte della potenza e della forza sta nella rivelazione del fatto da parte del Padre. La fede segue a ruota, e fornisce il carburante per produrre quella potenza.  I sentimenti vengono trascinati in coda - a dire il vero potrebbero anche esser lasciati completamente indietro, e il treno continuerebbe a muoversi. I sentimenti per noi sono confortanti, ed è certo una gioia immensa "avvertire" la presenza di Dio. Abbiamo bisogno dei sentimenti e dobbiamo volerli, ma questi non possono stare alla guida del treno, né dovrebbero indurci ad accettare o a respingere ciò che il Padre ha promesso. Se ci accompagnano, è stupendo; ma se non arrivano, la fede basata sui fatti ci dice che le cose continuano ad andar bene. Se abbiamo pregato onestamente e con sincerità per ricevere la potenza dello Spirito Santo, dovremmo anche credere di averla ricevuta. É un fatto. 

 

Problemi relativi al  ricevere 

         Sarò onestissimo: molta gente ha problemi quando si tratta di ricevere o di attivare la potenza dello Spirito Santo. Pregano, supplicano, analizzano e si pentono, ma non arriva nulla. Li sentiamo dire: "Ho pregato con la fede che attende, mi sono pentito come meglio ho potuto, ma non mi pare sia accaduto niente. Non solo non ci sono sentimenti, ma non vedo neppure alcun frutto." 

         A questo punto compare la grandissima tentazione di lasciar semplicemente perdere tutto. A chi ha questo tipo di problema, chiedo di non cedere alla tentazione. Cerchiamo invece di dissotterrare quel blocco - e di ricevere la potenza dello Spirito che sta operando per noi.  

         Vi sono molte cose che possono impedire che quella potenza venga liberata in noi, ed allora poniamoci queste domande: 

         "Mi sono arreso davvero?" 

         Scopriremo che la nostra volontà libera è assai più forte di quanto potevamo immaginare e che proprio questa ci impedisce di arrenderci, di prenderci quell'impegno di cui abbiamo parlato in precedenza. Se facciamo resistenza in qualunque campo, non abbiamo ancora fatto di Gesù il "Signore" di quel campo. Ricordate che Egli chiede la resa totale. Il Cardinale Suenens commenta: 

"Devo esaminare me stesso e pormi alcune domande dirette: 'Sono convertito veramente? Ho davvero orientato tutta la mia anima  verso il Signore in una vera metànoia? Mi accontento di aver abbandonato il peccato evidente e aperto, chiamando questa conversione, mentre allo stesso tempo continuo a rimanere aggrappato ad una saggezza che è solo mia, alle mie idee, alla mia prudenza, alle mie nozioni di come dovrebbero essere le cose? Ho accettato davvero Gesù come Signore di tutti gli eventi concreti della mia vita?"[v]      

         "È il mio orgoglio a impedirmi di arrendermi?" 

         Arrendersi richiede umiltà, e nessuno tra noi ha una sovrabbondanza di questa virtù. Ma non confondiamo la timidezza e la riservatezza con l'umiltà. La vera umiltà cristiana ci permette di avere il cuore di un servo, per servire Dio e i fratelli. Spesso scopriremo che anche la persona più timida ha una buona dose di orgoglio interiore per cui, qualunque sia il nostro carattere, dovremmo esaminare quanto orgoglio abbiamo; può essere eccessivo, e bloccare quindi la vera resa a Dio. 

         "Ho in me del risentimento?" 

         L'incapacità a perdonare è forse il maggior ostacolo che impedisce al Padre  di riversare il Suo Spirito nella nostra vita; è come una doccia fredda sull'azione dello Spirito Santo. Gesù era ben consapevole di questo, e dopo averci dato la  Preghiera del Signore, ha intenzionalmente scelto di porre l'enfasi su questo punto: 

"Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe." (Matteo 6, 14-15)                 

         Con l'esperienza pratica ho scoperto che l'incapacità a perdonare costituisce un blocco comune a quanti che fanno qualche richiesta al Padre. In genere il problema ruota intorno a qualche avvenimento "imperdonabile" del passato, che li ha feriti davvero. Non  ricordano che il perdono non è un'emozione, ma una decisione della mente. Spesso devono solo decidere di perdonare, ignorando del tutto le emozioni, e dopo un po' di tempo l'emozione del perdono si allineerà alla decisione, e infine avvertiranno il perdono per quelle ferite del passato.  

         Se in noi ospitiamo l'incapacità di perdonare, il Padre ci chiederà di liberarcene, e finché questo non sarà avvenuto Egli non potrà agire in noi e tramite noi come vorrebbe. Ci chiederà di decidere di perdonare. Dimentichiamo le emozioni. Esse gridano: "Non posso perdonare," ma è una menzogna, perché il perdono è una decisione, e noi possiamo prenderla. S. Leone Magno osservava: 

"Sebbene questa faccenda di perdonare gli altri ci resti tanto difficile e sia così esigente, è allo stesso tempo una gioia grandissima sapere che il Signore la usa per guarire le nostre ferite. Quante volte noi stessi abbiamo bisogno del perdono per i nostri innumerevoli sbagli! E qui ci viene data la chiave per ricevere il perdono: Quando perdoniamo il fratello, il Signore perdona noi. Quando dimostriamo compassione verso gli altri, sperimentiamo su noi stessi la compassione del Signore."[vi]
MARIOCAPALBO
00martedì 27 marzo 2012 13:31
"Mi manca la vera fiducia?" 

         Lo Spirito ci chiederà di sviluppare in noi una consapevolezza sempre maggiore del fatto che ci siamo completamente affidati alle cure del Padre e che dobbiamo confidare in Lui. Qualunque siano le circostanze, Egli ha il controllo della situazione e ha permesso che sperimentassimo sia il "bene" sia il "male", sia il dolore sia la gioia. Le parole di S. Paolo ai Romani saranno il nostro motto: 

"Del resto noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il Suo disegno." (Romani 8,28)                  

Solo attraverso le difficoltà e le prove potremo imparare a confidare veramente in nostro Padre. La fiducia che Egli desidera da noi è una fiducia matura, che richiede tempo ed esperienza per crescere, e che comincia dall'atteggiamento che Dio è un Padre su cui si può fare davvero affidamento

         "Ma come faccio a sapere che ho sviluppato una fiducia sufficiente?"- potremmo chiederci. Ebbene, quando agiamo davvero come un figlio o una figlia che accettano ogni cosa come se avvenisse per il loro bene, allora cominceremo a lodare Dio per ogni cosa. Sì, perfino quando tutto sembra andare a rovescio, nel senso comunemente inteso, Lo loderemo e Lo ringrazieremo. Perché poi? Perché siamo un figlio o una figlia convinti che Dio lo ha permesso, e che alla fine ne vedremo l'aspetto buono. Ecco un versetto della Scrittura che vale la pena imparare a memoria: 

"State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa infatti è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi." (1 Tessalonicesi 5,16)                

         Si, anche davanti ai guai peggiori, dobbiamo ringraziare il Padre. Questo atteggiamento di continua gratitudine libera la potenza dello Spirito Santo. Non elimina il problema, ma ce lo fa superare con la forza soprannaturale; e credetemi, funziona. 

         "Mi aspetto lo straordinario?" 

         Potreste bloccare la potenza dello Spirito perché vi aspettate troppo poco. Il Padre è un Dio "soprannaturale", perciò non fate l'errore di ridurlo a una misura ordinaria. Alcuni dei doni dello Spirito sono, a dir poco, insoliti. Ma a pensarci bene, non dovrebbero esserlo? Non c'è proprio niente di ordinario e di semplice riguardo alla Stessa vita di Dio che scorre nel nostro essere; né si può dire sia normale che un essere umano assuma l'immortalità. Il Cardinale Suenens asserisce: 

"Potremmo essere tentati di distinguere due tipi di esperienza: una ordinaria e l'altra straordinaria. Ma una simile distinzione è falsa: si basa sul nostro modo di giudicare l'incontro con Dio, se a nostro avviso esso era inatteso o meno, insolito o unico. Ma tutto ciò è estraneo al modo di giudicare di Dio. 

Per Dio non esistono linee di demarcazione tra "ordinario" e "straordinario". Egli attraversa agilmente le linee tratteggiate che segnano le nostre frontiere. In Dio lo straordinario diventa ordinario."[vii]        

         "Sono abbastanza paziente?" 

         Quando infine pare che tutto sia in ordine, dobbiamo solo armarci di pazienza. Spesso, dopo la preghiera per ricevere la potenza dello Spirito, si ha una reazione dilazionata: potrebbe essere questione di minuti, di ore o persino di giorni. Rilassiamoci, cominciamo a esercitare quella fiducia che abbiamo bisogno di sviluppare e, più importante ancora, aspettiamoci che accada qualcosa. E accadrà di certo. 

 

Il vortice della Trinità 

         A questo punto dovremmo aspettarci che lo Spirito Santo porti a compimento una missione speciale per ciascun cristiano. Gesù ci dice esattamente di cosa si tratta:  

"Quando però verrà lo Spirito di verità, Egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da Sé ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli Mi glorificherà, perché prenderà del Mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è Mio; per questo ho detto che prenderà del Mio e ve l'annunzierà." (Giovanni 16, 13-15)               

Nel commentare quest'opera dello Spirito Santo il Cardinale Suenens rileva: 

"La missione speciale dello Spirito non è quella di rivelare Se Stesso, ma Gesù, il Figlio unigenito di Dio. All'interno del cuore di ogni cristiano, lo Spirito è fedele a quella missione: ci accompagna passo passo, riversando sul nostro cammino, via via che progrediamo nella fede, una luce dal di dentro."[viii]      

         Lo Spirito, quindi, rivela Gesù. Ed è Gesù che poi, a Sua volta, ci mostrerà come entrare e crescere nella relazione personale col Padre. Il Padre, a Sua volta, manda lo Spirito che ci rivela Gesù, che ci porta al Padre, il quale ecc. ecc. Ora possiamo cominciare a capire che stiamo usando questa potenza dello Spirito per entrare nello stesso circolo vitale della Trinità; siamo catturati nel vortice dell'amore e della potenza di Dio; ed è qualcosa di esaltante.

         Cominceremo anche a capire perché resti facile riconoscere l'azione dello Spirito Santo dentro di noi; in realtà essa è parte della sostanza vitale della Trinità.  Come ho detto prima, essa è "esplosiva". Gesù ci ha detto cosa dovevamo aspettarci: 

"Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni." (Atti 1,5)                

                     


           In quei giorni Battesimo significava immersione totale, e quindi essere "battezzati nello Spirito Santo" significa essere immersi, saturati, riempiti fino a traboccare dello Spirito di Dio. Per questo negli Atti degli Apostoli il fatto di ricevere lo Spirito Santo era sempre così "visibile". Necessariamente lo era! La potenza del Padre che riempie una persona è un avvenimento drammatico, sconvolgente.  

         La nostra opera di cristiani impegnati dovrà quindi essere quella di ricercare, ogni giorno e ciascun giorno, una esperienza più profonda della potenza dello Spirito. Preghiamo con impegno per ricevere tutti i "doni e i frutti dello Spirito." Preghiamo perché lo Spirito ci riveli con maggior chiarezza Gesù affinché Egli, a Sua volta, possa condurci ad una relazione personale più profonda col Padre. Preghiamo per ricevere tutta la pienezza dello Spirito. 

 

L'ultimo prezzo  

         Quando un uomo d'affari conclude una trattativa finanziaria, vuole sempre conoscere qual è la "proposta finale - l'ultimo prezzo."  Può informarsi sugli sconti, sui pagamenti, sugli interessi ecc., ma ciò che veramente gli importa è quel vecchio ultimo prezzo! Probabilmente anche noi pensiamo la stessa cosa a riguardo di questa vita nuova e della potenza dello Spirito Santo: "Qual è la proposta ultima del Padre?" Il Suo prezzo minimo?" 

         Ebbene, tenendo a mente il diagramma usato nel capitolo precedente che descrive il processo di purificazione, ricorderemo che la strada stretta conduce all'unione col Padre. Ma prima che questa unione possa verificarsi, dobbiamo cambiare - essere resi "perfetti". C.S. Lewis ha scritto: 

"Per questo motivo Egli ha avvertito la gente di "considerare il costo" prima di diventare cristiani. "Non fate sbagli," ha detto, "se Mi fate entrare Io vi renderò perfetti. Nello stesso istante in cui vi mettete nelle Mie mani, vi troverete coinvolti proprio in questo. Niente di meno o di diverso da questo. Avete una volontà libera, e se volete, potete cacciarMi via. Ma se non lo fate, cercate di capire che Io cercherò di portare quest'opera a compimento. Qualunque sofferenza possa costarvi in questa vita terrena, qualunque inconcepibile purificazione possa costarvi dopo la morte, qualunque sia il costo per Me, non smetterò mai, né permetterò che sia tu a interrompere l'opera finché, alla lettera, non sarai perfetto - finché Mio Padre non potrà dire senza riserve che Si compiace di te, come disse che Si compiaceva di Me. Questo è ciò che posso fare e che farò. Non farò niente di meno."[ix]       

         Quest'idea non è di C.S. Lewis: faceva già parte dell'insegnamento cristiano, poiché Gesù ha detto: "Dovete esser resi perfetti" (Matteo 5,48). Il cristiano impegnato, allora, ha una duplice   personalità: c'è l' "uomo vecchio", la "natura peccatrice", la "vita naturale", che hanno bisogno di essere trasformati: e c'è una vita nuova, soprannaturale, spirituale, che viene dal Padre per mezzo del Suo Spirito. C.S. Lewis nota ancora: 

"Le due specie di vita non solo sono diverse - lo sarebbero state comunque- ma in realtà sono opposte l'una all'altra. La vita naturale in ciascuno di noi è qualcosa di egocentrico, che vuole essere coccolato e ammirato, vuole approfittarsi della vita degli altri, sfruttare l'intero universo. Ma in particolare vuole essere lasciata a se stessa: stare bene alla larga da tutto ciò che è migliore, o più forte, o più alto, da qualunque cosa insomma che potrebbe farla sentire piccola. Ha paura della luce e dell'aria del mondo spirituale, proprio come quelli che sono stati allevati nella sporcizia hanno paura di un bagno. E in un certo senso è giusto che sia così: essa sa bene che se la vita spirituale si impossessa di lei, tutto il suo egocentrismo e la sua volitività dovranno essere uccisi, ed è quindi pronta a combattere con le unghie e coi denti per evitarlo."[x]      

         Quando Gesù insisteva che una persona deve perdere la propria vita se vuol trovare la vita vera parlava proprio della morte di quest'uomo vecchio: 

"perché chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa Mia, la troverà." (Matteo 16,25)

         E allora l'ultimo prezzo di Dio è una lotta inevitabile tra il Suo Spirito Santo che ci trasforma e la nostra vecchia natura che si oppone a questa Sua opera. Noi, con la nostra volontà libera, ce ne stiamo tra i due a giudicare chi vincerà; perché è proprio così: saremo noi a giudicare: lo Spirito Santo è un gentiluomo - e non vi costringerà a nessun cambiamento. 

         E attenzione, non sta a noi "agire" in questa battaglia; a noi spetta solo "arrenderci" e "ricevere". Riceviamo un invito a cambiare, ci arrendiamo con la nostra libera volontà e riceviamo la potenza dello Spirito Santo per portare avanti quella decisione. Per questo motivo S. Paolo ci ha detto che dobbiamo "lasciarci trasformare", affermando: 

"Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma lasciatevi trasformare (CEI = trasformatevi) rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto." (Romani 12,2)                  

         Sono felice che non ci si aspetti che sia io, da solo, a fare i cambiamenti, perché non ne sarei capace. Ma con la potenza dello Spirito che opera in me, so che diventerò ciò che il Padre desidera. Sia lode a Dio per il Suo Spirito Santo!

 

Amicizia 

         Una volta che ci saremo aperti allo Spirito Santo, che avremo sperimentato la Sua potenza e magari avvertito la Sua presenza, vorremo ancora di più. C'è tuttavia un problema prima che il Padre possa darci tutto ciò che desideriamo. Sarebbe come dare a un ragazzo il controllo di una potente auto da corsa: senza alcuna esperienza, non sarebbe semplicemente in grado di dominare tutta quell'energia, e alcuni certamente si ferirebbero.  Il Padre, allora, fa in modo che riceviamo solo ciò che riusciamo a manovrare. 

         Ma c'è un modo per imparare alla svelta a interagire con una accresciuta potenza da parte dello Spirito Santo, e ciò avviene se partecipiamo al giusto gruppo di amici credenti. Là riceveremo controllo e guida, il che permetterà al Padre di darci una potenza sempre maggiore. A questo punto però incontreremo un altro problema: è difficile trovare un simile gruppo di amici cristiani! Ed è vero, i gruppi di amicizie cristiane intime e forti, nei quali sia all'opera la potenza dello Spirito Santo, sono cosa molto rara. Paragoniamo questa situazione a quella della Chiesa primitiva, in cui: 

"Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere." (Atti 2,42)                 

         La vita cristiana normale dovrebbe darci quel tipo di amicizia, ma non è così. Oggi la parrocchia cattolica media non riesce a darci il tipo di comunità cristiana di cui abbiamo bisogno. Troppa gente viene a "dedicare" la sua unica ora settimanale. Da una recente indagine è risultato che solo il 12% della parrocchia cattolica media è veramente "attivo". Ma pur rientrando in quel 12%, ciò non significa che avremo l'amicizia cristiana di cui abbiamo bisogno. Una persona potrebbe passare tutto il tempo disponibile immersa in "attività" parrocchiali senza arrivare mai ad esser parte di un gruppo di amicizie cristiane che possa aiutarla a crescere. La nostra alternativa migliore, a questo punto, è cercare un gruppo che possa darci queste cose. Quel gruppo dovrebbe: 

1.     Credere nella relazione personale col Padre;

2.     Centrare la propria attività nell'aiutare la gente a trovare quella relazione;

3.     Negli incontri distribuire un formulario per discutere come il Padre sta operando nella nostra vita;

4.     Fornire insegnamenti e libri che aiutino nella crescita spirituale;

5.     Incontrarsi almeno una volta la settimana. 

         Oggi nella Chiesa cattolica esistono solo pochi movimenti, ampiamente diffusi, in grado di far fronte a questi criteri: i Cursillo e il Rinnovamento nello Spirito Santo o Carismatico, e Nuova Evangelizzazione 2000. Possono essercene anche altri, ma solo questi si propongono i suddetti scopi. 

         Il Movimento dei Cursillo è iniziato in Spagna nel 1949 e si è diffuso in tutto il mondo. Ai partecipanti viene chiesto prima di frequentare un ritiro speciale, chiuso, durante il quale alcuni laici e dei sacerdoti tengono un "breve corso" sul cristianesimo pratico e li introducono in una relazione personale col Padre. Questo ritiro iniziale è seguito da altri incontri, i più importanti dei quali sono incontri settimanali in piccoli gruppi per discutere la crescita spirituale di ciascuno. Questo movimento è stato incoraggiato a tutti i livelli della Chiesa, persino dallo stesso Papa. Negli Stati Uniti quasi ogni parrocchia ha un coordinatore dei Cursillo, e chi ha bisogno di informazioni su questo movimento, può scrivere a: 

The National Cursillo Center

P.O. Box, 21226

DALLAS, TEXAS 75211 - U.S.A. 

         Per l'Italia ci si può rivolgere a: 

Ernesto Pozzi

Via dei Platani, 12

10048 - Vinovo (Torino) - Tel. 011 / 962 3300 

     (Responsabile spirituale dei Cursillos per l'Italia:)

Padre Alfredo Carminati - Via Vincenzi, 45

40138 - Bologna - Tel. 051 / 343 754. 

         Il Rinnovamento nello Spirito Santo o Carismatico, iniziato nel 1967 alle Università di Duquesne e di Notre Dame, si è ugualmente diffuso in tutto il mondo. Il cardinale Suenens ha scritto: 

"Il Rinnovamento Carismatico ci porta una consapevolezza nuova dei nostri tesori spirituali, un nuovo apprezzamento della nostra eredità cristiana e un nuovo risveglio quale popolo di Dio."[xi] 

Il Rinnovamento Carismatico accentua sia la relazione personale col Padre sia l'apertura alla potenza dello Spirito Santo. Il termine "carismatico" ha origine da "carismi" o "doni" dello Spirito Santo, che i partecipanti stanno davvero sperimentando. Il Vaticano II ha dichiarato che questi doni possono e dovrebbero manifestarsi anche oggi (cf Documenti del Vaticano II, La Chiesa, n° 12), anche se alcuni hanno messo in dubbio la validità di simili manifestazioni. 

         I teologi hanno investigato tutti gli aspetti del Rinnovamento Carismatico, e hanno trovato che esso è una presentazione ben equilibrata del cristianesimo di base. Si è guadagnato tanti riconoscimenti che Papa Paolo VI, in una udienza speciale alla quale partecipavano sia "carismatici" che "non-carismatici," ha incoraggiato chi non faceva parte del movimento a unirsi alla festa. Egli disse: 

"Il secondo messaggio è per quei pellegrini presenti in questa vasta assemblea e che non appartengono al movimento. Dovrebbero unirsi a voi per celebrare la festa della Pentecoste - il rinnovamento spirituale del mondo, della società, delle nostre anime - affinché anch'essi, pellegrini devoti a questo centro della fede cattolica, possano nutrirsi dell'entusiasmo e dell'energia spirituale con i quali dobbiamo vivere la nostra religione. E diremo solo questo: oggi o si vive la fede con profondità, devozione, energia e gioia, oppure quella fede morirà."[xii] 

         La maggior parte dei gruppi carismatici cattolici può offrire un posto dove trovare amicizie gioiose ed anche l'opportunità di crescere nella relazione personale con Dio mediante programmi di insegnamento. Per ricevere maggiori informazioni scrivere a: 

ICCRS, Palazzo della Cancelleria

00120 Città del Vaticano, Italia

(tel. 06 - 6988 7538 - Fax: 06 - 6988 7530) 

oppure alla comunità: 

SERVI DI CRISTO VIVO

84050 LAUREANA CILENTO (SA)

(tel. 097 - 4845 073 - fax: 097 - 4845 322)  

         Infine, per ulteriori indicazioni sul cammino da compiere per vivere in maniera autentica il Vangelo, proprio anche nell'aspetto della vita nello Spirito, e per collaborare nell'opera di evangelizzazione della Chiesa, potete rivolgervi a: 

         Nuova Evangelizzazione 2000

         Via Boezio, 21 -   00192 - ROMA    

         Se entrambi i movimenti sono disponibili nella vostra zona, unitevi presto a loro nel timore che, come ha detto Paolo VI: "...la fede muoia." Se invece non è disponibile nessuno dei due, cercate altre persone che, come voi, vogliono crescere nella loro relazione personale con Dio. Con quei fratelli e sorelle in Cristo, condividete tutto quello che il Padre sta facendo nella vostra vita - sia gli alti sia i bassi. Discutete ciò che il Padre vi dice e cercate il discernimento spirituale degli altri. Amicizie simili vi daranno la vera forza spirituale; costituiranno un elemento-chiave nello sviluppo della vostra vita spirituale nel suo insieme. 

         E ora un avvertimento: Non permettete che il fatto di seguire gli incontri, per quanto essenziali essi siano, interferisca con la vostra relazione personale con Dio. Il vostro obiettivo non è quello di diventare un buon partecipante agli incontri, ma che tali incontri diventino uno strumento per approfondire la vostra relazione con Dio. Ora siete un figlio o una figlia del Padre - non un figlio degli incontri. Questi sono importanti, ma ricordate Chi è che vi ha chiamati e il prezzo che ha pagato. La prima lealtà la dovete a Lui. Padre Brennan Manning ha scritto: 

"Per mezzo della bella metafora della vite e dei tralci, Gesù chiama a Sé tutti gli uomini. 'Abitate in Me, vivete in Me, ricorrete a Me, venite a Me.'"

"É significativo che Gesù non dica: 'Venite a una giornata di rinnovamento, a un ritiro, a un incontro di preghiera, a una liturgia,' ma: 'venite a Me.'"[xiii]       

 

Le tentazioni 

         Solo quando entreremo in una relazione personale col Padre cominceremo a vedere e a valutare la potenza di Satana. Oggi vi sono persone che cercano di scacciare l'idea di un essere malvagio vero e personale; ma la Chiesa cattolica ha sempre insegnato che in realtà esso esiste. Papa Paolo VI ha riaffermato con forza che Satana è una personalità reale e perversa - e non una vaga inclinazione della razza umana verso il male. Ecco come lo descrive: 

"Un essere spirituale vivo, pervertito e che perverte. Una realtà terribile, misteriosa e spaventosa, Quest'essere nascosto e provocatore di disturbi esiste davvero e, con astuzia incredibile, sta operando ancora. É il nemico nascosto che semina errori e disastri nella storia dell'umanità." 

         Se vediamo Satana come un "diavoletto rosso" col forcone in mano pronto a farci sbagliare, ci mettiamo proprio nella posizione che egli stesso desidera. Perché? Perché ben presto gli daremo il benservito e lo considereremo una favola, mentre noi ce ne andremo a divertirci come ci pare. Invece il diavolo è una personalità spirituale potente, con un intelletto assai superiore a quello che voi e io possediamo. Satana non è contro il bene, ma contro DIO. Può fare e farà quasi tutto per raggiungere il suo scopo; il che consiste nel distogliere gli uomini dal Padre per introdurli nel regno delle tenebre. L'orgoglio e l'intellettualismo sono una delle sue armi più efficaci. S. Leone ha osservato: 

"Poiché Satana non può compiere nulla direttamente contro Gesù, usa tutto il suo ingegno per ferire coloro che Lo servono e per privare i nuovi cristiani dei frutti dello Spirito Santo prima che essi abbiano il tempo di raggiungere la maturità. Fa gonfiare d'orgoglio alcuni per i loro raggiungimenti intellettuali, altri li inganna con opinioni errate, altri ancora li adula al punto che, nella loro pseudo-rettitudine, condannano e perseguitano tutti gli altri."[xiv]       

         Lo stesso Gesù era ben consapevole del potere di Satana, e ha passato tanto tempo a correggere per i Suoi discepoli le cattive interpretazioni della teologia ebraica, mentre sarebbe stato semplice dire loro che era sbagliato considerare Satana come persona. Ha insegnato cose ben più difficili da affrontare di questa, e tuttavia Si è più volte riferito a Satana come ad una persona vera e propria. Ha detto ai Suoi discepoli: 

" Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore." (Luca 10,18)                  

         Gesù non aveva dubbi e sapeva con chi stava trattando; lo stesso dovrebbe essere per noi. Se cercheremo di crescere nella relazione personale col Padre, Satana si opporrà in ogni modo possibile. Fin quando la nostra vita cristiana sarà inefficace, vuota e senza vita, ci lascerà in pace. Ma proviamo a prenderci l'impegno di servire Gesù in una relazione personale, e scopriremo fino a che punto Satana se ne preoccuperà. S. Leone ha scritto:  

"Chiunque ami il Signore e cerchi di vivere per Lui è destinato a sperimentare l'influenza del vecchio Adamo ed anche gli assalti del diavolo."[xv]         

         Or dunque, se possiamo aspettarci di essere assaliti, cosa dovremmo cercare in maniera specifica? Sostanzialmente la tecnica impiegata con maggiore efficacia da Satana è quella del dubbio. Egli argomenterà che la promessa di una relazione personale non è che una pia retorica: leggiamo la Scrittura e vedremo come applichi di continuo quest'arma. La tentazione di Gesù ne è un esempio classico: Satana gli stava chiedendo di mettere in dubbio la promessa che Egli era il Figlio unico e prediletto del Padre. Ai tempi di S. Leone la sua tattica era sempre la stessa: 

"Satana cercherà di persuaderlo [il cristiano] che la promessa del Signore non è vera, che la chiamata di Dio non lo riguarda."[xvi]      

Quando questi dubbi arriveranno - e potete contarci che arriveranno - dovremo restare saldi come fece Gesù: Egli conosceva la promessa fatta dal Padre attraverso la Scrittura. Citò la Scrittura a Satana e la verità sconfisse il male. Preparatevi a fare lo stesso. Dice la Scrittura: 

"Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio." (Romani 8,14)                

 



Organismo federale che dal 1933, con ben 30 sbarramenti sul fiume Tennessee, ha permesso l'industrializzazione di parecchi Stati del Middle-West statunitense. (n.d.t.)

[ii] Profeti e Amanti, p. 31

[iii] Profeti e Amanti, p. 24

[iv] Cristo fra Noi, p. 204

[v] Lo Spirito Santo nostra Speranza, p. 133

[vi] Anne Field,  C.S.B., Legare l'Uomo Forte, pp. 66-67

[vii] Lo Spirito Santo nostra Speranza, p.64

[viii] Lo Spirito Santo nostra Speranza, p. 55

[ix] Scusi, Qual'è il suo Dio?, p. 172

[x] Scusi, qual è il Suo Dio?, p. 154

[xi] Dall'articolo: "Il Primo Decennio del Rinnovamento Carismatico Cattolico", New Covenant, vol. 6, n. 9, febbraio 1977, p. 13.

[xii] Udienza speciale per la 9° Conferenza Annuale Internazionale sul Rinnovamento Carismatico nella Chiesa Cattolica, Roma, 19 Maggio 1975 - in New Covenant, vol. 5, n. 1, Luglio 1975, p. 25.

[xiii] Profeti e Amanti, p. 38.

[xiv] Anne Field, O.S.B., Legare l'Uomo Forte, p. 48

[xv] Anne Field, O.S.B., Legare l'Uomo Forte, p.90

[xvi] Anne  Field, O.S.B., Legare l'Uomo Forte, p. 89

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