Capitolo Nono C R I S T O N E L L A T E N T A Z I O N E

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MARIOCAPALBO
00giovedì 2 febbraio 2012 18:50

la crescita spirituale

Capitolo Nono

  

C R I S T O   N E L L A   T E N T A Z I O N E

  

LA BIBBIA DICE CHE GESÙ CRISTO fu tentato sotto ogni aspetto, proprio come noi, ed è irrealistico pensare che la Sua tentazione fosse diversa dalla nostra.  

    Gesù Cristo ricevette una promessa, gli fu insegnato il principio e poi Dio ritirò dal Figlio la consapevolezza della Sua presenza; ed Egli fu esposto a tutte le forze dell'inferno. Sul nostro Signore e Salvatore furono gettati tutti i dubbi religiosi che Satana è capace di suggerire. La tentazione di Gesù non sarebbe stata reale, senza la possibilità del fallimento. Ogni prova di livello inferiore sarebbe stata contraria ai principi di Dio. Gli Israeliti furono scelti da Dio per entrare nella Terra Promessa, ma non riuscirono ad entrare del tutto nella loro provvista. Anche Gesù Cristo, il Figlio di Dio, avrebbe potuto, plausibilmente, sbagliare.  

            I Vangeli parlano della tentazione di Gesù nel deserto, ed è interessante notare l'ordine cronologico degli eventi.  

            La tentazione ebbe luogo

q       immediatamente dopo il battesimo di Gesù nel Fiume Giordano e dopo che era stato riempito di Spirito Santo,

q       ma prima di entrare nel ministero di Messia.

Se avesse fallito nel problema, la cosa non avrebbe cambiato il fatto che Egli era il Figlio di Dio, pieno di Spirito Santo; ma avrebbe influito negativamente sul Suo ruolo di Messia: la Sua provvista.  

            Molti cristiani dicono: "Se solo potessi avere la pienezza dello Spirito Santo! Allora non avrei più problemi!"

            Ma date un altro sguardo alla vita di Gesù: 

q       Dio vuole che ciascuno di noi venga svuotato dell'io

q       e riempito di Spirito Santo. Così, quando pregate per ricevere questa pienezza,

q       non aspettatevi che i problemi si dissolvano;

q       aspettatevi invece problemi nuovi!  

É una parte necessaria del pacco. L'essere riempiti di Spirito Santo è il potenziale o la promessa; ma va messo alla prova prima di poter giungere sani e salvi alla provvista.  

    Lo stesso principio vale anche per la costruzione di una nave spaziale. Prima di poter decollare per gli spazi infiniti del cosmo, viene messa alla prova a pieno potenziale per vedere se tutti i sistemi reggono. Se durante la prova appare qualche difetto, la parte viene riparata o sostituita.  

    Quando Dio ci riempie di Spirito Santo, siamo messi alla prova per vedere se i nostri sistemi sono in buon ordine. Poi saremo pronti per essere lanciati nella missione che ci riserva.  

    Luca dice che Gesù si recò al Fiume Giordano dove Giovanni stava predicando e battezzando. Gesù chiese di essere battezzato, e sappiamo che Giovanni non lo riteneva opportuno:  

"Sono io ad aver bisogno di essere battezzato da te [disse]. Ma Gesù gli disse: 'Ti prego, fallo, perché io devo fare tutto ciò che è giusto" (cf. Mt 3, 14-15).  

    I commentatori suggeriscono che nel presentarsi per il battesimo Gesù abbia adempiuto alla giustizia. Quando poi si lasciò portare nel deserto per essere tentato, fu così che la sua giustizia poté esser messa alla prova.  

    Gesù sapeva di essere venuto per portare a compimento la legge di Dio e gli scritti dei profeti. Conosceva benissimo ogni Parola di Dio che si trova nelle Scritture. Queste erano i Suoi Principi: la volontà di obbedire a ciò che Dio aveva detto. 

    Nella Scrittura troviamo solo alcuni scorci dell'infanzia e della giovinezza di Gesù, ma bastano a stabilire che aveva una conoscenza eccezionale delle Scritture.  

"Il bambino cresceva e si fortificava, ed era noto per la sua saggezza, superiore alla sua età, e Dio riversava su di lui le sue benedizioni ... [A dodici anni Gesù rimase a Gerusalemme, e i genitori dovettero tornare per cercarlo]. Dopo tre giorni infine lo trovarono. Era nel tempio, seduto in mezzo ai dottori della legge, a discutere con loro su argomenti profondi, suscitando lo stupore di ognuno per la Sua intelligenza e le Sue risposte" (cf. Lc 2, 40; 46-47).  

     Gesù fu battezzato da Giovanni (Lc 3, 21-22), e leggiamo:  

"... mentre pregava, il cielo si aprì e scese su di Lui lo Spirito Santo in forma di colomba, e una voce dal cielo disse: 'Tu sei il Mio Figlio Prediletto, di cui mi compiaccio."  

    Tra tutti i teologi c'è un generale accordo nel ritenere che questo doppio battesimo d’acqua e di Spirito costituisse la preparazione al ministero messianico di Gesù. Ma la preparazione non era completa. Anziché disporsi immediatamente a compiere la Sua missione datrice di vita, troviamo che:  

"Gesù allora, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu spinto dallo Spirito nel deserto della Giudea, dove Satana lo tentò per quaranta giorni" (cf. Lc 4, 1).  

    Un cristiano che faccia l'esperienza della pienezza o Battesimo dello Spirito Santo può sentirsi dire, da credenti ben intenzionati ma fuorviati, che ora è pronto e in grado di fare "grandi cose per Dio." Invece può essere del tutto impreparato a ciò che viene poi - un viaggio nel deserto ed un confronto col nemico. Nei problemi e nella confusione che seguono molti cristiani si sono disperati, per concludere poi che l'intera esperienza dello Spirito Santo è stata un prodotto della loro immaginazione e l'inizio di tutti i guai.  

    Gesù rimase nel deserto, da solo con Satana, per quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiare, e la Bibbia dice che poi ebbe fame. Essa non dichiara in modo specifico che Dio abbia ritirato da Gesù la consapevolezza della Sua presenza, ma penso che possiamo essere assolutamente certi che lo abbia fatto. Se Gesù avesse potuto avvertire sensibilmente la presenza di Dio, la tentazione sarebbe stata una farsa. Sappiamo invece che fu una questione terribilmente seria, dove erano in gioco il Suo ruolo messianico e la salvezza del genere umano. Luca, capitolo 4, riferisce il conflitto.  

è Il primo attacco di Satana ebbe luogo nel campo delle provviste fisiche. Riguardò i realissimi crampi di fame di Gesù - il Suo senso di fatica e di sconforto. Satana gli presentò il dubbio 'religioso':  

"Se sei il Figlio di Dio, dì a questa pietra di trasformarsi in pane" (Lc 4, 3).  

     Gesù sapeva di essere il Figlio di Dio, e anche di essere perfettamente in grado di trasformare quella pietra in pane. Per di più, aveva una fame terribile. Sarebbe stato un miracolo facile da giustificare.

     Ma qui era in gioco molto più della Sua fame: Satana gli suggeriva di usare la Sua potenza per soddisfare le proprie necessità; e cercava anche di convincerlo che la cosa di cui aveva maggiormente bisogno era il pane.

     Esiste una linea sottile tra egoismo e l'amore legittimo di noi stessi che Gesù ci ha detto d’avere (Mc 12, 31): "Amerai il prossimo tuo come te stesso." Gesù aveva l'autorità di chiedere grazie per gli altri come per Se Stesso, ma era venuto per offrire Se Stesso come Pane di Vita per chi aveva fame di qualcosa di più prezioso delle sole soddisfazioni fisiche.  

     Ad ogni credente giunge la tentazione di usare la propria autorità per chiedere grazie motivate dall'egoismo. Satana suggerisce che la cosa è ragionevole, e che può essere giustificata: "Hai bisogno di una casa più grande - di un lavoro migliore - di più soldi. Dio sarà glorificato se prospererai. Perciò, chiedi pure a queste pietre di trasformarsi in pane!"  

    Gesù rispose a Satana: "Sta scritto nella Bibbia: 'Altre cose nella vita sono assai più importanti del pane!'  

    Scelse di restare con la fame, ma di obbedire alla Parola di Dio, anziché soddisfare quella necessità fisica provocando Dio. Citò la Scrittura dal racconto degli Israeliti nel deserto: avevano subito la stessa prova, ed avevano fallito. Ascoltate Mosè che ricorda al popolo la bontà di Dio e i Suoi desideri per loro:  

"Ricordi come il Signore in questi quarant'anni ti ha guidato nel deserto, umiliandoti e mettendoti alla prova, per scoprire come avresti risposto e se tu avresti obbedito o no ai Suoi comandi? Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame e poi ti ha nutrito di manna, un cibo prima sconosciuto a te e ai tuoi antenati. Lo fece per farti capire che il cibo non è tutto, e che la vera vita proviene dall'obbedire ad ogni comando di Dio" (cf. Dt 8, 2-3).  

    Gli israeliti cedettero alla tentazione e chiesero il pane. Di conseguenza non poterono entrare nella loro Terra Promessa. Nel deserto Gesù ottenne la vittoria - e conquistò la provvista!  

è La seconda tentazione ci viene raccontata in questo modo:  

"Poi Satana lo condusse in alto, e gli mostrò in un istante tutti regni della terra; il diavolo gli disse: 'Ti darò tutti questi splendidi regni e la loro gloria, se solo ti prostrerai davanti a me e mi adorerai" (cf. Mc 4, 5-6).  

    Chi e cosa un uomo adora, è la prova finale del suo cuore. Satana conosceva bene l'identità di Gesù e il ruolo a Lui affidato di Messia e di Governatore ultimo della terra. Ma sapeva altresì che a Gesù era stato chiesto di passare per la via della croce, della sofferenza, della repulsione e della morte. Ora lui gli offriva un compromesso - una facile via d'uscita!  

   Sono convinto che per Gesù questa non fu una tentazione facile da affrontare. Nel deserto era solo, stanco, affamato e senza la presenza tangibile di Dio. Se l'avesse avvertita, la tentazione di adorare chiunque altro sarebbe stata completamente priva di significato.  

    A quel punto Satana gli apparve davanti in tutto il suo potere, la sua bellezza, la sua luce. In 2 Corinzi 11,14 egli è descritto come "angelo di luce," e la sua apparizione può essere insieme bellissima e spaventosa.  

    Un uomo che attraversava una forte crisi nell'impegno cristiano, decise di ritirarsi per un periodo di digiuno e di preghiera. Dopo tre giorni di solitudine in una stanza d'albergo, avvertì in sé, in modo intensissimo, la presenza di Dio. Stava pregando in ginocchio, quando fu talmente sopraffatto da un riverente timore che si prostrò con la faccia sul tappeto. Rimase lì come annichilito, e dopo un po' quella stupenda sensazione cessò.  

   Rimase a capo chino e ad occhi chiusi. D'improvviso vide un uomo davanti a sé: era la persona più bella che avesse mai visto, circondata da un alone di luce. Fu assalito dal forte desiderio di adorare quella apparizione, e poté avvertire una voce, forte e dolce insieme, che diceva: "Se mi adorerai, ti darò un potente dono di guarigione. Tutto il mondo ti conoscerà!" L'impulso a aderire a quel suggerimento fu talmente forte da trascinare tutto il suo essere. Finalmente, nei profondi recessi dell'anima, gli si formò una parola: GESÙ. Dovette lottare perché le labbra riuscissero a pronunciare quella parola - ma alla fine poté dire ad alta voce quel Nome. Ma non appena la parola gli attraversò le labbra, la visione della bella figura scomparve da dietro le sue palpebre chiuse.

    La tentazione di adorare il potente principe di questo mondo (2 Cor. 4,4) non va presa alla leggera. La tentazione al compromesso - rendere omaggio al mondo per ottenere gli scopi desiderati - è subdola e va affrontata da ciascuno di noi. Gesù ci ha detto:  

"Nessuno può servire due padroni ..." (Mt 6, 24).  

     Nel campo dell'adorazione, il compromesso non è possibile. Adorare significa dichiarare che Dio solo è degno. Adorare un'altra creatura o cosa per raggiungere un dato fine, significa in sostanza negare a Dio i Suoi diritti al trono.  

     Alla seconda tentazione Gesù rispose:  

"Sta scritto: Dobbiamo adorare Dio, e Lui solo" (Lc 4, 8).  

     Egli si riferì di nuovo alla vicenda degli Israeliti nel deserto. Dal Monte Sinai avevano imparato lo stesso principio:  

"Io sono il Signore tuo Dio che ti ha liberato dalla schiavitù in Egitto. Non potrai adorare altri dèi al di fuori di me" (cf. Es 20, 2-3).  

     Esposti alla tentazione quando non avvertivano più la presenza di Dio, gli Israeliti disobbedirono a quel comando e adorarono l'immagine d'oro del vitello. Ancora, dove essi fallirono perdendo la provvista, Gesù obbedì alla Parola di Dio e vinse.  

è Infine Satana fece un terzo tentativo, usando una citazione delle Scritture (Salmo 90,11) per presentare il suo 'dubbio religioso':  

"Poi Satana lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del Tempio e gli disse: 'Se tu sei il Figlio di Dio, buttati giù; la Scrittura infatti dice che Dio manderà i suoi angeli perché ti custodiscano e ti impediscano di sfracellarti al suolo!' Gesù rispose: 'É anche detto: Non metterai ad una folle prova il Signore tuo Dio'" (cf. Lc 4, 9-12).  

    Notate che Satana estrasse la citazione biblica fuori dal suo contesto. Questa è forse la forma più pericolosa di tentazione per un cristiano sincero: il suggerimento che la Scrittura autorizzi l'azione proposta. Satana consigliò Gesù di fare qualcosa di spettacolare per dimostrare la propria potenza soprannaturale. I miracoli dovevano far parte del Suo ministero. Saltar giù dal pinnacolo del tempio ed esser sorretto nella caduta dagli angeli di Dio, avrebbe certo potuto servire a lanciare in modo spettacolare la Sua missione.  

    Cosa c'era allora di sbagliato in quel consiglio? Non era forse vero che Dio aveva promesso di far sorvegliare Gesù dai Suoi angeli? E quel salto non avrebbe forse dimostrato al popolo di Gerusalemme la gloria e la potenza di Dio?  

q       Considerate innanzitutto l'azione consigliata: saltare giù dal pinnacolo del tempio.

q       Era spettacolare, insolita, innaturale - e completamente inutile.

q       Ben di rado Dio opera in modo spettacolare e insolito - e mai in modo innaturale e non necessario.  

Quando Gesù distribuì il cibo ai cinquemila, non lo fece in modo spettacolare e innaturale. Avrebbe anche potuto trasformare in pane le pietre della collina; invece prese in silenzio le pagnotte e i pesci, ringraziò Dio per gli stessi e passò a dividerli tra gli affamati. L'intero procedimento parve talmente naturale e semplice che i presenti a malapena si accorsero che stava avvenendo un miracolo.  

    Chi è stato presente o ha sperimentato la guarigione fisica, esprime spesso stupore per la naturalezza e la semplicità con cui avviene. Due testimonianze dimostreranno la verità di questa affermazione. La prima, di una donna che da anni soffriva d’artrite deformante; e l'altra, di un uomo quasi completamente cieco dalla nascita:  

1.   "Avevo pregato perché Dio mi guarisse, e sapevo che nel Suo grande amore lo avrebbe fatto. Un pomeriggio mi trovato sola in casa, rallegrandomi per il Suo amore e le Sue premure per me. D'un tratto le mie mani si raddrizzarono. Tutto il dolore svanì, e sotto i miei occhi, le dita si rilassarono e pareva che non avessero mai avuto alcuna malattia o fastidio. Tutto avvenne con tanta naturalezza, che mi ritrovai a pensare che gli anni di malattia non fossero mai esistiti. Mi sarei aspettata che Dio mi guarisse in modo più spettacolare."  

2.   "Desideravo servire Dio insegnando il cristianesimo e sapevo che avrei potuto servirlo meglio da "vedente" anziché da non vedente. Alla fine ebbi il coraggio di chiedere a Dio di guarirmi. Quella sera, dopo la preghiera, andai a letto e appoggiai gli occhiali sul comodino. Al mattino dopo pensai che il sole risplendesse in maniera insolita e che gli alberi fuori dalla finestra fossero più verdi di sempre. Mi misi gli occhiali, com'ero abituato a fare appena sveglio, e con mia grande sorpresa tutto appariva confuso! Li tolsi, e tutto tornava chiaro! Dio mi aveva semplicemente guarito la vista mentre dormivo. Quella guarigione fu la cosa più normale che avessi mai sperimentato."  

     Per natura siamo portati verso lo spettacolare. La violenza e il dramma occupano un posto centrale nel mondo. Anche i cristiani sono portati verso la platealità per dimostrare la potenza di Dio, ed è proprio così che dei credenti sinceri possono essere influenzati verso il fanatismo, nelle sue varie forme. Citando testi biblici isolati, fuori dal contesto, come direttive di Dio per le loro azioni, nei cosiddetti 'miracoli strani e insoliti' cercano i segni della propria spiritualità.  

     Una donna che aveva fatto di recente l'esperienza dello Spirito Santo, venne nel mio ufficio seriamente preoccupata di aver potuto disobbedire a Dio in un fatto particolare. Durante un funerale a cui aveva partecipato, era stata quasi sopraffatta dall'impulso di alzarsi in piedi al momento della funzione, per ordinare alla salma nella bara di tornare in vita. Aveva opposto resistenza, ed ora era tormentata dal senso di colpa.  

     "Ho forse disobbedito a Dio?" mi chiese. "Gesù risuscitò i morti, e la Bibbia dice che noi possiamo fare ciò che ha fatto Lui."  

     Anche oggi Dio può far risuscitare i morti. Ma per eseguire un miracolo simile non si servirà di un credente senza una solida preparazione. E parte fondamentale di tale preparazione è la conoscenza di tutta la Scrittura. Dobbiamo conoscere il vasto raggio del programma di Dio sulla terra. Dio non ci chiederà mai di fare qualcosa che esuli dal Suo carattere, che non sia in linea con i suoi scopi.  

     Questa cristiana convertita da poco non conosceva tutta la Scrittura, ed era quindi un obiettivo preferenziale per la tentazione di "gettarsi dal pinnacolo del tempio." Abbiamo letto insieme il brano della tentazione di Gesù, e la Sua risposta, così lei riuscì ad intravedere alcune delle opere del tentatore.  

     Indicheremo ora alcuni punti di riscontro che ci aiutino a riconoscere se l'impulso a fare qualcosa che sembri "spirituale" viene da Dio - da Satana - oppure dai nostri desideri personali:  

1.      É in linea col programma generale di Dio, secondo quanto è rivelato nella Scrittura?

   Riflette il carattere dell'amore e della giustizia di Dio?  

 

2.      É qualcosa di spettacolare, insolito, innaturale?

  Allora state attenti: Dio di solito agisce con semplicità, naturalezza e in modo intelligibile.

 

3.      Dio vi ci ha preparati?

Dio non agisce d'impulso: La Sua Parola e le Sue intenzioni sono invariabili ed eterne. Se vuole che facciate qualcosa, per un certo periodo di tempo vi ci preparerà servendosi della Scrittura, delle circostanze e delle cose che imprimerà in voi. Quando giungerà il momento dell'azione, riconoscerete che Dio vi ha guidato.

 

4.      É necessario?

Può sembrare una domanda superflua, ma la tentazione ad impegnarsi in attività non necessarie "per il Signore," è piuttosto comune.

 

     Per tornare a Gesù e a Satana sul pinnacolo del Tempio, ascoltiamo la risposta alla terza tentazione: "E' anche detto: 'Non tenterai il Signore Dio tuo.'" Ancora vi riconosciamo un riferimento alla narrazione biblica degli Israeliti nel deserto. Erano stati avvertiti di non tentare Dio, (di non metterlo alla prova). Ancora una volta gli Israeliti fallirono: chiesero un segno più grande di quanto Dio volesse concedere. Lo provocarono, e persero la provvista.  

     Gesù fu tentato negli stessi campi degli Israeliti. Dove essi fallirono, Lui ha vinto. Durante le tentazioni, Gesù fece ciò che essi avrebbero dovuto fare. Egli si appoggiò alla nuda Parola di Dio, senza la consapevolezza della divina presenza. Quando siamo tentati, dobbiamo fare lo stesso.  

     La sola via per uscire vittoriosi dal problema è confidare totalmente in Dio e nella Sua Parola. Non può esserci altra assicurazione d’aiuto: La Parola di Dio è sufficiente. E' quindi essenziale innanzitutto essere certi di ciò che Dio ci ha detto. Niente è più tragico del cristiano che si regga su una Parola di Dio - prelevata dal contesto e distorta dal maestro dell'inganno.  

    Quando Satana lasciò Gesù nel deserto, Dio mandò i Suoi angeli perché si prendessero cura di Lui. Ciò rafforza il fatto che Gesù fosse nel deserto senza avvertire la presenza di Dio. Quando gli angeli vennero ad occuparsi di Lui, tornarono il senso della presenza di Dio, del Suo amore e della Sua attenzione per Lui: "Gesù ritornò in Galilea pieno della potenza dello Spirito Santo ..." (v. 14).  

    Confrontate questa dichiarazione con quella fatta prima dell'esperienza del deserto (Lc 4, 1 con Lc 4, 14).

    Dopo questa prova, Gesù era pieno della potenza dello Spirito Santo ed era pronto ad entrare nella provvista - il ministero che Dio Gli aveva preparato. Gesù era dalla parte vittoriosa del problema, e poteva annunciare al mondo di essere venuto per portare a compimento quanto promesso dalla Scrittura (Lc 16, 31).  

    Ecco una parte di quella dichiarazione:  

"Lo Spirito del Signore è sopra di me: mi ha incaricato di predicare la Buona Novella ai poveri; di annunziare che i prigionieri saranno liberati, che i ciechi vedranno, che gli oppressi saranno affrancati dai loro oppressori, e che Dio è pronto a riversare grazie e benedizioni su quanti andranno a Lui ... Oggi si è avverata questa Scrittura!" (cf. Lc 4, 18-19; 21):  

     Guardiamo alla chiesa di oggi: "Dov'è la potenza promessa da Gesù ai credenti? Dov'è la capacità di far fronte ai bisogni degli oppressi, dei malati, dei ciechi e di chi ha il cuore spezzato?  

q       La potenza sotto forma di promessa non è la stessa cosa della potenza in azione!

q       Tra la promessa e la realizzazione della potenza, stanno il Principio e il Problema.  

q       La vittoria nel problema trasformerà la promessa in potenza. É solo questa la via. Non ce ne sono altre per aggirare il problema.  

     Se nella chiesa oggi manca la potenza, non è perché Dio ha ritirato la Sua promessa o non ha mantenuto la Sua Parola, ma per il fatto che pochissimi cristiani hanno superato con successo il problema. La potenza promessa alla chiesa viene dissipata da ripetuti giri intorno alla montagna del problema.  

     Gesù nel deserto seppe resistere alla tentazione. Per questo, grazie alla Sua vittoria, ha aperto anche a noi la via per ottenere lo stesso risultato.  

q    Anche noi possiamo fondarci sul principio della nuda Parola di Dio, e così esser pronti a ricevere la pienezza della potenza dello Spirito.

q    Questa potenza ci è stata promessa come credenti, ma non per noi stessi e con le nostre forze, ma in Lui e nella Sua forza!

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