Capitolo Decimo C I N Q U E P E R F I D I S E R P E N T I

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MARIOCAPALBO
00giovedì 2 febbraio 2012 18:53

la crescita spirituale

Capitolo Decimo 

 

 C I N Q U E   P E R F I D I   S E R P E N T I

 

LA TENTAZIONE NEL DESERTO ha lo scopo di esporre ciò che abbiamo veramente in cuore, cosa indispensabile questa, prima di poter avere una relazione onesta e soddisfacente con Dio - e raggiungere la maturità necessaria per entrare nella provvista della terra promessa.  

      Ai discepoli Gesù insegnò a pregare: "Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Maligno" (Mt 6, 13).  

      Alcuni teologi si sono chiesti se davvero questo versetto facesse parte della Bibbia, o no. Sono dell'idea che Dio non induca nessuno in tentazione, e chiedergli di NON farlo, implica che potrebbe anche farlo. 

      Dio ci induce davvero in tentazione, ma solo per rivelarci cosa abbiamo in cuore, e una interpretazione valida del versetto potrebbe essere: "Caro Dio, [fa'] che nel mio cuore non ci sia niente che ti dia motivo di mettermi alla prova."                   

                         

                         

            Dove regnano peccato e confusione, Satana ha la porta aperta.  

      Vi sono tre zone desertiche principali in cui tutti noi, in maggiore o minor misura, dobbiamo esser messi alla prova, e sono:  

1.      La promiscuità - l'immoralità sessuale;

2.      L'avidità - l'amore al denaro;

3.      L'orgoglio - i problemi dell'ego.

 

            Per capire meglio esamineremo il cuore di tre uomini.

            Nel cuore di David c'era qualcosa che indusse Dio a esporgli la vista della bella Betsabea che si faceva il bagno all'aperto.

           David cedette alla tentazione, e dovette subire un giro doloroso in quel problema.

David non perì nel problema: vide ed ammise il proprio peccato, si pentì e fu perdonato. Ma ne derivò molto male: il marito di Betsabea fu ucciso, e il primo bambino di David che lei gli partorì dovette morire.

                                       

      Giuda nutriva un amore segreto per il denaro. Non c'è niente di male nel denaro in sé, contrariamente a quanto siamo spesso indotti a credere. Gesù conosceva il segreto del cuore di Giuda e lo espose volutamente alla tentazione, consegnando proprio a lui la borsa del denaro.

Matteo, l'ex esattore, avrebbe potuto essere un tesoriere assai più idoneo. Ma Gesù sapeva che se la debolezza di Giuda non veniva esposta ed affrontata con una vera tentazione, Giuda non avrebbe mai potuto essere un discepolo onesto. Fu necessario portare alla luce quella debolezza - anche a rischio del fallimento totale.  

Conosciamo il risultato di quel problema: il fallimento!

                                                              

           Il problema di Saul era l'orgoglio.

     Dopo aver vinto una battaglia, eresse un monumento a se stesso - ma disobbedì al comando di Dio di uccidere tutti i nemici e il loro bestiame (1 Sam 15).  

     Samuele, il profeta, mise il Re Saul davanti al proprio peccato; ma egli rifiutò di ammettere la propria disobbedienza fin quando non seppe che, come conseguenza, Dio gli avrebbe tolto il regno. Alla fine Saul confessò il peccato, ma rivolse a Samuele questa supplica:  

"Onorami almeno davanti ai capi e davanti al mio popolo, venendo con me a adorare il Signore tuo Dio" (1 Sam 15, 30).  

A Saul interessava più la propria reputazione della sua relazione con Dio. L'orgoglio può essere la causa che ci porterà a morire nel deserto.  

    Quando la nostra debolezza (o peccato) viene esposta, possiamo reagire in due modi:  

1.      Ammetterla, pentirci, esserne purificati e perdonati - come avvenne a David. Oppure:  

2.      nasconderci, aggrapparci alla nostra reputazione tra i nostri simili e fallire nel problema.

 

     Satana verrà sempre a suggerire: "Cosa pensi direbbe la gente se lo venisse a sapere? E' meglio che tu non ammetta quella debolezza."  

     Un uomo che frequentava questa serie di insegnamenti venne a dirmi: "Ho dovuto combattere sin dalla tua prima lezione. Ho un problema, ma ho paura di ciò che dirai quando saprai di che si tratta."

     Aspettai, osservando l'ovvio tormento sul volto dell'uomo. Era un rispettabile uomo d'affari cristiano. Finalmente continuò: "Sai, ho dei pensieri libidinosi e non so come liberarmene." 

     Una volta pronunziate quelle parole, parve subito molto sollevato. Gli risposi: "Fratello, io ti ritengo una persona normalissima. Il Signore ti permette di lottare col tuo problema per rivelarti cosa hai nascosto in cuore. Ora che lo hai confessato, chiedi a Dio che ti perdoni e che purifichi il tuo cuore, e permetti a Cristo di riempire quella zona della tua vita."  

     Quando la zona del problema viene esposta e purificata, vi sarà facile affrontare qualunque tentazione. Con essa arriva una bella ragazza - l'occasione di ingannare con la denuncia dei redditi - una opportunità di gloriarvi del vostro "io". Allora potrete dire: "Grazie, Padre. Non ho più bisogno di queste cose. Dipendo da Te!"  

     Dio ha ciò che chiamerei un Comitato Speciale per le Vie e i Mezzi nel Deserto, con il particolare incarico di mettere in evidenza le nostre debolezze.  

     Cinque luridi serpenti vennero a tentare gli Israeliti nel deserto e li portarono a morirvi. In 1 Corinzi 10,6 (versione amplificata), Paolo li citò come un serio avvertimento per tutti noi: "Ora queste cose sono esempio per noi ..."

"Non desiderare, agognare, bramare o concupire il male e le cose carnali, come hanno fatto loro."  

     Gli Israeliti bramarono, chiesero con insistenza la carne, pur essendo adeguatamente nutriti ogni giorno con la manna dal cielo. Si lamentarono finché Dio si adirò. Per dar loro una lezione, Egli mandò tanto di quel cibo finché ne furono nauseati. 

     Il desiderio smodato di qualunque cosa diversa da Dio, equivale a respingere Dio stesso. Per darci una lezione, Egli può mandarci una sovrabbondanza di ciò che bramiamo. Non esiste cura più efficace che fare indigestione di ciò che agogniamo! Se non guariremo dal desiderio smodato di qualunque cosa diversa da Dio e dai Suoi scopi per noi - dal punto di vista spirituale, psichico o geografico - vivremo una vita di continue ambiguità e insoddisfazioni.  

     Magari desiderate una bella carriera. Un mio amico sentì che Dio lo chiamava al ministero, ma per tutta la vita aveva desiderato possedere un distributore di benzina. Quel desiderio in lui era talmente forte, che non riuscì a rinunciarvi. La cura che Dio adottò fu la gestione di una overdose di distributori di benzina!

     Potete desiderare di vivere in un certo luogo geografico. Magari quando Dio vi chiama vivete in un paesino, ma dentro di voi accarezzate il desiderio struggente di vivere in una bella città. Dio potrebbe permettere che vi trasferiate proprio nel posto desiderato, perché fino a che nutrirete in cuore quella brama, non riuscirete a sperimentare la pienezza della provvista che Dio ha per voi nel paese in cui abitate.  

     Il desiderio può riguardare una cosa, un luogo o una persona. Dio vi fornirà l'occasione di soddisfare quel desiderio, e lo esporrà fino al punto in cui sarete costretti a prendere una decisione:  

1.      Cedere al desiderio e subire ripetuti giri nel problema;

            oppure,

2.      Confessare il desiderio, resistergli e scegliere di dare la vostra completa obbedienza a ciò che Dio vuole per voi. 

        Allora sarete pronti a ricevere la vostra provvista.

 "Non adorate falsi dèi, come hanno fatto alcuni di loro ..." (v. 7 - amplificato).  

      L'idolatria è la bramosia e il desiderio giunti a maturità. Comporta quindi una minaccia più seria del primo serpente. La Scrittura dice di "Amare il Signore tuo Dio con tutta la mente, con tutto il cuore e l'intero essere, e con tutte le tue forze" (Dt 6, 5 - amplificata).  

      Dio conosceva le debolezze che si celavano nel cuore degli Israeliti, quindi permise che fossero esposti alla tentazione. Aveva comandato loro di amare e adorare Lui solo e di non costruirsi idoli e immagini fuse.  

      Quindi, quando Mosè salì sul monte, Dio ritrasse da loro la consapevolezza della Sua presenza nella persona di quel Suo portavoce. Immediatamente le debolezze del loro cuore vennero a galla in tutta la loro forza, ed essi implorarono Aronne di far loro l'immagine di un vitello d'oro. Ma perché proprio un vitello?  

      La Bibbia proibisce la fabbricazione di immagini - sia mentali che di metallo - perché l'immagine distoglie l'attenzione da Dio quale oggetto centrale del nostro amore. Il vitello fuso rappresentava l'immagine di uno degli dèi d'Egitto - il toro Osiris. Gli ex-schiavi accarezzavano in cuore il sogno dell'Egitto, e ogni volta che venivano messi di fronte ad una tentazione nel deserto, il loro primo impulso era quello di tornare alle pentole di carne che si erano lasciati dietro. Durante l'assenza di Mosè volevano tornare in Egitto; ma avevano bisogno del segno del vitello per dimostrare agli egiziani di aver rinunciato all'alleanza con l'invisibile Jahvé, e di averlo sostituito con Osiris. Ciò avrebbe impedito che gli egiziani li massacrassero.  

      L'idolatria riguarda sempre l'alleanza con qualcosa di diverso da Dio, e spesso nasce dal desiderio di essere accettati da un altro gruppo o da altre persone. Può iniziare in maniera del tutto innocente, quando il cristiano è in compagnia di un gruppo di persone che in segreto ammira. Magari queste non danno troppa importanza al cristianesimo, e con loro è tentato a nascondere la propria identità. In seguito verrà la tentazione di adottare i segni di adesione al loro modo di vivere (abiti, modo di parlare, comportamento o qualunque altra cosa "in" ci sia da fare), per essere accettato come uno del gruppo. Ciò vale sia per i giovani che per gli adulti.  

     Se in cuore avete il desiderio segreto di identificarvi con qualcuno diverso da Dio, allora la tentazione vi arriverà nella forma di una occasione di identificarvi col vostro idolo. Dio permette che siamo tentati con le occasioni "giuste", perché se nel cammino adotteremo doppie lealtà, saremo fonte di frustrazione per noi stessi e per Lui!

     Gesù ci ha detto:  

"Nessuno che metta mano all'aratro e poi si volti a guardare indietro [alle cose lasciate] è adatto al regno di Dio" (Lc 9, 62 - amplificato).  

Chi si impegna con Dio, diventa operaio nelle Sue vigne - e poi si volge indietro a guardare alle cose del passato, si ritrova a non essere adatto al regno, e di conseguenza perde la provvista spirituale e la gioia promessa da Dio.  

     Se Dio ti chiama ad essere ministro - da uomo d'affari che eri - non voltarti indietro. Se ti fa uscire dal Buddismo - non ti voltare indietro: non puoi compromettere la tua dedizione totale a Dio. Il nostro Dio richiede una obbedienza totale - oppure resteremo con delle promesse vuote.

 

                 

"Non dobbiamo gratificare i cattivi desideri e indulgere nell'immoralità come hanno fatto alcuni di loro, e ventitremila caddero morti [d'un tratto] in un sol giorno!" (1 Cor 10, 8 - Amplificato).  

     La parola "fornicazione" è ampiamente inclusiva e riguarda ogni tipo di peccato sessuale, la perversione e la promiscuità sessuale. 

     Gli Israeliti ignorarono il comando di Dio e commisero peccati sessuali con le donne di Moab. Inoltre, si unirono a loro nell'adorazione degli idoli.

     Per questo Dio si adirò, e una piaga uccise ventitremila Israeliti.  

     Ma Dio parla contro l'immoralità - non contro il sesso. Sfortunatamente molti cristiani sono portati a credere che il sesso "non sia spirituale ma carnale" - qualcosa da tollerare giusto per la riproduzione. Ma niente potrebbe essere più lontano dalla verità. Se Dio non avesse approvato il sesso, avrebbe inventato un altro modo per continuare la razza umana. E dobbiamo ricordare che Dio creò Adamo ed Eva e li fece esseri sessuati, 'prima' che il peccato entrasse nella situazione.

     Dio intendeva che la relazione sessuale fosse una forma di comunicazione intima tra l'uomo e sua moglie, di cui entrambi potessero godere. La soddisfazione e il godimento sessuale è una parte della terra promessa in cui Dio vuol farci vivere. Potremo sperimentare l'adempimento di quella promessa quando avremo imparato il principio ed avremo superato il problema.  

     La Bibbia restringe tutte le attività sessuali entro i limiti della relazione coniugale. Non deve esserci un 'prima' - né un 'oltre.' Questa è parte del principio. Dio non intende derubarci della gioia, ma guidarci verso la pienezza della gioia che si potrà sperimentare solo nell'ambito del matrimonio. La vera libertà sessuale si può godere solo nell'obbedienza al disegno di Dio. E' questa la liberazione sessuale nel vero senso della parola. Il sesso illegale, la perversione o il sesso al di fuori del matrimonio sono proibiti, perché Dio sa che tali azioni sono causa di sofferenza e di disperazione.  

     Una volta mi chiamarono per parlare con un pastore e sua moglie, una coppia in grossi guai matrimoniali. Per tanto tempo lui era stato talmente impegnato, che la moglie, rimasta troppo sola, si era sentita trascurata e non amata, sia fisicamente che emotivamente.  

     In quel deserto di solitudine, il serpente dell'immoralità sessuale ebbe modo di colpire. La donna rispose alla tentazione, e il risultato fu la rottura di due matrimoni cristiani, con il coinvolgimento di sette bambini. Ne risultò un dolore straziante e tanta perdita di fede tra i membri della chiesa.

     La debolezza nascosta si trovava nel cuore della donna. Dio lo sapeva, e permise che fosse esposta alla tentazione. Se avesse scelto di fondarsi sul comando di Dio, le si sarebbe aperta la porta per la terra promessa della realizzazione piena del suo matrimonio. Invece, in mezzo alla tentazione, lei e l'amante decisero che il loro desiderio era talmente forte da giustificare il sacrificio di tutte le altre considerazioni. Di conseguenza persero la loro parte personale della provvista di Dio.

                       

"Non dovremmo tentare il Signore - provocare la sua pazienza, diventare per Lui una prova, valutarlo in modo critico e sfruttare la sua bontà - come fecero alcuni di loro ..." (1 Cor 10, 9 - Amplificato).  

     Gli Israeliti nel deserto si lamentarono e dissero di odiare "l'insipida manna" che Dio aveva dato loro. Il risultato? Dio mandò in mezzo a loro dei serpenti velenosi, e molti furono morsi e morirono.  

Mettiamo alla prova la pazienza di Dio quando chiediamo di piú della giusta quantità che Egli ci ha dato.  

     Lo tentiamo quando chiediamo un segno, mentre Egli ha già reso chiaro cosa vuole da noi. Lo mettiamo alla prova quando Gli chiediamo di provarci il Suo potere, mentre ci ha già dimostrato quanto basta per dare un fondamento alla nostra fede.  

    Quando ero ancora studente all'Università Biblica Judy, io e la nostra bambina vivevamo in una piccola roulotte. Le entrate mensili ci provenivano dal mio assegno di ottanta dollari al mese come Reduce dell'esercito, e da doni occasionali da parte di persone che si interessavano a noi. La provvista di Dio era sempre stata esattamente ciò di cui avevamo bisogno, e io mi sentivo sicurissimo del Suo amore e del Suo interessamento per noi. 

     Poi un giorno i doni smisero di arrivare e l'assegno mensile non giungeva al momento giusto. In pochi giorni non avevamo quasi più cibo, e io mi preoccupai per mia moglie e per la bambina. Mi sedetti a tavola per il pranzo (crema di cereali con latte in scatola senza zucchero) e fui sul punto di lamentarmi con Dio. Volevo dirgli: "Che sta succedendo, Signore? Non riesci più a provvedere a me, mentre sono qui che studio per diventare un ministro del Tuo Vangelo?" Invece dissi a Judy: "Non capisco perché pare che il Signore ci sia venuto meno."  

     Con mia sorpresa, Judy si mise a ridere e rispose: "Io invece lo capisco perfettamente. Ricordi la settimana scorsa, quando discutemmo su CHI era che provvedeva a noi? E' il Governo con l'assegno per i reduci e quella gente tanto gentile con i loro doni, oppure è il Signore? Non mi ero mai convinta dell'una o dell'altra via, perciò chiesi al Signore che SE era Lui a provvedere, per favore che mi desse un segno tagliandoci le provviste."  

    Fissai mia moglie negli occhi: stava tentando il Signore e, di conseguenza, io mangiavo crema di cereali senza zucchero, cosa che detestavo! "Bene! ora ne sei convinta?" - "Certo," annuì lei, "e pregherò perché liberi le provviste che sta trattenendo. Credo ci servano almeno cinquanta dollari per rifornire la credenza."  

    Quella sera andammo ad un incontro di preghiera, e al ritorno trovammo due scatole di viveri ed una busta con una banconota da venti dollari. Il cibo poteva valere circa trenta dollari, ed era esattamente ciò che avevamo progettato di acquistare. Judy accettò quella provvista come un dato di fatto e disse: "Grazie, Signore," e cominciò a riporre i cibi ricevuti.  

    Avevamo tentato il Signore? Sì, perché Egli aveva promesso di provvedere a noi, e in passato aveva dato ampia evidenza di essere in grado di farlo. Metterlo alla prova fu espressione di dubbio da parte nostra.  

    Dio sa cosa abbiamo in cuore. Se il desiderio di confidare in Lui è genuino - e tuttavia abbiamo bisogno di una piccola rassicurazione - risponderà col segno richiesto. Ma la conseguenza sarà un altro giro - un periodo prolungato nel problema. Dio vuole portarci al punto in cui avremo fiducia in Lui - senza le dimostrazioni ovvie di ulteriori prove.  

    Gedeone ne è un esempio. In Giudici, capitolo 6, leggiamo che chiese a Dio di dimostrare che sarebbe stato con lui e coi suoi uomini quando sarebbero usciti in battaglia. Dio aveva già dimostrato la Sua presenza con un angelo che aveva eseguito il miracolo di accendere il fuoco di Gedeone col suo bastone. Possiamo capire la preoccupazione di quell'uomo, perché c'era molto in gioco! Dio gli aveva chiesto di guidare un piccolo esercito contro un nemico assai forte. Gli aveva promesso, è vero, di vincere la battaglia per loro, ma Gedeone voleva essere doppiamente sicuro che stava trattando con Dio e non con una invenzione della sua fantasia. Dopo tutto, se non fosse stato Jahvé, lui e i suoi uomini sarebbero tutti morti.  

    Gedeone mise Dio alla prova due volte, chiedendogli di bagnare di rugiada il vello di lana su un terreno asciutto, e poi di far restare asciutto il vello mentre il terreno restava bagnato. Sapeva di correre il rischio di provocare l'ira di Dio chiedendo quei segni.

    Dio tuttavia sapeva che Gedeone intendeva obbedire al Suo comando, SE solo fosse stato sicuro che veniva proprio da Lui. Fu quindi paziente. Ma l'avvertimento è chiaro: Non tentare Dio; non mettere alla prova la Sua pazienza; non ti approfittare della Sua bontà: è una faccenda pericolosa. Tentare Dio è il sintomo del dubbio e della insoddisfazione che abbiamo in cuore.

 

"E non mormorate contro Dio e il suo modo di agire con voi, come fecero alcuni di loro, perché questo è il motivo per cui Dio mandò il suo angelo a distruggerli" (1 Cor 10, 10 - Amplificato).  

     Le lamentele degli Israeliti si erano pietrificate diventando ribellione aperta. Iniziarono una rivolta contro Mosè, e Dio distrusse i ribelli.  

q       La mormorazione è il più pericoloso serpente che possiamo mai trovare nel deserto.

q       L'abitudine a lamentarsi diventa un atteggiamento costante di scontentezza, di insoddisfazione.

q       Quando ci lamentiamo è per le circostanze, ma quando poi la lamentela diventa "mormorazione", è diretta contro Dio.

 

Chi mormora è sempre pessimista. Indipendentemente da cosa gli riserverà il futuro, si aspetta sempre il peggio. Si aspetta il crollo dell'economia - che la salute venga meno - che il matrimonio fallisca - che i figli diventino dei fuorviati - che un terremoto distrugga il paese.  

     Chi mormora identifica la sofferenza con la realtà. Ritiene che in questo mondo ci si debba aspettare il dolore, mentre la felicità è solo per quei folli e sognatori che non sanno cosa sia la vita. Ritiene di essere stato trattato ingiustamente da Dio, dalla vita, dalla moglie, dai vicini, dal capoufficio, eccetera. 

q       Manifesta il proprio atteggiamento negativo con la critica continua rivolta contro tutto e contro tutti:

I prezzi sono esorbitanti! il governo è corrotto! i giovani sono degli irresponsabili! Ogni altro guidatore è un pazzo e alla TV non c'è più un programma decente!  

    Come gli Israeliti nel deserto, chi mormora guarda con nostalgia al passato: "Quand'ero giovane ero diverso - o quando vivevo in campagna - o quando eravamo sposati da poco!"

    L'atteggiamento della mormorazione rende acido tutto ciò con cui viene in contatto.  

q    Una volta che le lamentele sono diventate abitudine, provocando l'indurimento del cuore contro Dio, risulta quasi impossibile spezzare quel circolo vizioso.

Fu proprio questa la causa delle ossa inaridite nel deserto. Paolo riassume così i suoi avvertimenti:  

"Perciò state attenti. Se pensate: 'Oh, io non mi comporterei mai così! - considerate questo avvertimento come rivolto a voi. Perché anche voi potete cadere nel peccato. Ma ricordate: i cattivi desideri che arrivano nella vostra vita non sono niente di nuovo e di diverso. Molti altri hanno affrontato esattamente gli stessi problemi prima di voi ..." (1 Cor 10, 12-13 - Amplificata).  

     Quando ci troveremo nel deserto dei nostri problemi, tutti dovremo affrontare i cinque perfidi serpenti di Lussuria, Idolatria, Fornicazione, Tentare Dio e Mormorazione. Ognuno sarà tentato a pensare che la propria situazione sia qualcosa di unico, e che quindi esulti dalle regole e dai principi di Dio. Ma abbiamo letto che Paolo ci assicura proprio del contrario!  

     Una delle domande logiche, o dubbi religiosi, preferiti da Satana è l'insinuazione che Dio abbia fornito una Etica della Situazione per il nostro caso personale ed eccezionale.

     Sono stati commessi adulteri - rubato denaro, dette  menzogne e commessi tanti altri peccati, da persone che hanno razionalizzato fino a cadere nell'inganno di pensare che Dio avesse fatto una eccezione - solo per loro!  

     Nel comportamento di dio verso di noi non esiste una situazione unica che permetta una eccezione alle regole. Tutte quelle situazioni sono già state affrontate da altri, e Dio le conosce bene.

     Paolo proseguì dicendo:  

"... Non esiste una tentazione irresistibile. Potete contare che Dio impedisca alla tentazione di rafforzarsi al punto che non riuscirete ad affrontarla, perché lo ha promesso e farà quanto ha detto ..." (1 Cor 10, 13 - Amplificato).  

     La tentazione non ha mai lo scopo di spezzarci - ma solo di esporre in noi quanto è necessario. Possiamo resistere ad ogni tentazione - è una promessa - anche se il problema pare schiacciante. La forza di Cristo può condurci attraverso di essa fino alla vittoria. Se le cose si fanno troppo difficili, avremo una scappatoia. Paolo conclude così:  

"Egli [Dio] vi mostrerà come sfuggire al potere della tentazione, per poterla sostenere con pazienza" (v. 13).  

     Se ci lasciamo prendere dal panico, Dio interverrà nel problema per riscattarci, piuttosto che vederci fallire. Ma di conseguenza sarà prolungato il nostro periodo di deserto - perché la sola via per giungere alla terra promessa è riuscire ad attraversare il problema, basandoci sulla fede nella sola parola di Dio!

     Se ci arrenderemo completamente al principio orientandoci verso Cristo, Egli ci darà tutta la forza necessaria ad attraversare il problema. Ricordate: è Lui che ha vinto, che ha guadagnato la vittoria sulla tentazione. Quella vittoria sarà anche nostra quando saremo nella giusta relazione con Lui.

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