CAPITOLO tre Gesù deve essere innalzato

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MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 19:17

Chiesa e rinnovamento

CAPITOLO tre

Gesù deve essere innalzato

 

  

Dopo aver esaminato la situazione della Chiesa Cattolica nei vari continenti, almeno per quanto riguarda alcune delle sfide che deve affrontare, vorrei passare a

Ø      raccogliere alcune di queste informazioni per metterle a fuoco in un modo che ci prepari a scoprire la grande opera che lo Spirito Santo sta compiendo all'interno della Chiesa Cattolica per prepararla alla situazione in cui ci troviamo.

Ø      Mi rendo conto che, per molte ragioni, è difficile prendere tante “cattive notizie” tutte in una volta, ma vi assicuro che è solo così che riusciremo meglio a comprendere e ad apprezzare l' enorme buona novella che è il dono di Dio alla Chiesa Cattolica persino in quest'ora, e a dire il vero a tutta l'umanità.

 

Ad un certo punto Gesù disse ai Suoi discepoli: “Quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti gli uomini a Me” (Gv 12,32). Se ci guardiamo intorno nel mondo per accertarci di cosa il Signore sta facendo e di cosa significhino i segni dei tempi,

Ø      restiamo colpiti da quante persone si orientino verso Gesù quando è proclamato con chiarezza e con fiducia, nella potenza dello Spirito Santo.

Ø      Ai cattolici tuttavia resta difficile,  per diversi motivi, vedere cosa sta realmente accadendo a questo riguardo.

Una delle vere sorprese dell'ultima parte del ventesimo secolo è

Ø      il ritmo di crescita di quei segmenti della chiesa cristiana comunemente chiamati evangelici o pentecostali, se paragonati alle maggiori chiese protestanti, cattolica ed ortodossa.

Ø      La documentazione della crescita tanto rapida di questi movimenti è provocatoria e talvolta inaffidabile, ma

-        storici e ricercatori della Chiesa come Vinson Synan, Peter Wagner e David Barrett hanno cercato di rappresentare con dei grafici tale crescita, in un modo che è utile considerare per i nostri scopi.

 

L'Annuario delle Chiese Americana e Canadese pubblica ogni anno le cifre dei membri delle chiese negli Stati Uniti e in Canada.

Ø      Tra il 1965 e il 1989, alcune chiese hanno visto diminuire i propri membri mentre in altre sono aumentati,  ed in alcune in modo davvero notevole.

I Metodisti Uniti hanno perso il 19 percento,

-        la Chiesa Unita il 21 percento,

-        gli Episcopali il 29 percento,

-        i Presbiteriani il 32 percento e

-        i discepoli di Cristo il 45 percento.

I Cattolici sono cresciuti del 25 percento,

-        i Battiti del Sud del 38 percento,

-        la Chiesa del Nazareno del 63 percento,

-        gli Avventisti del Settimo Giorno del 92 percento,

-        le Assemblee di Dio sono aumentate del 133 percento e

-        la Chiesa di Dio del 183 percento.[1]

 

I cambiamenti – È chiaro che dal 1982 nella cristianità mondiale ci sono stati cambiamenti davvero significativi. Per la prima volta

Ø      i cristiani non di razza bianca sono in maggior numero dei bianchi, e ciò in larga misura è dovuto alla crescita delle denominazioni e movimenti Pentecostale e carismatico.

-        Oltre il 70 percento di questo segmento in rapida crescita della cristianità non è composto da bianchi.

-        Nel 1982 le denominazioni Pentecostali (esclusi i membri delle chiese storiche coinvolti nel rinnovamento carismatico) sono diventate la famiglia più grande delle chiese protestanti, più grande di qualsiasi raggruppamento di chiese Battiste, Metodiste, Luterane, Presbiteriane o Anglicane. Dato che

la storia delle denominazioni Pentecostali copriva solo circa 80 anni, e le chiese della Riforma più di 400 anni, un simile sviluppo è stato davvero straordinario.[2]

 

Verso il 1990 le denominazioni Pentecostali hanno superato di numero le chiese ortodosse orientali per diventare il secondo maggior raggruppamento di chiese dopo la Chiesa Cattolica Romana.

-        Le Chiese Ortodosse Orientali nel 1990 contavano approssimativamente 179 milioni di membri,

-        le denominazioni Pentecostali 193 milioni e

-        i Cattolici 962 milioni.

Ø      In aggiunta ai 193 milioni delle denominazioni Pentecostali vi erano, secondo Synan,

-        circa altri 50 milioni di Pentecostali Cinesi nelle “chiese sotterranee” non affiliati a nessuna denominazione,

-        55 milioni di membri delle principali chiese protestanti coinvolti nel rinnovamento carismatico e

-        72 milioni di cattolici coinvolti nel rinnovamento carismatico.

Tutte insieme, le espressioni Pentecostale e carismatica del cristianesimo nel 1990 comprendevano il 21.4 percento della cristianità mondiale, e indubbiamente era il segmento in più rapida crescita.

 

Per il 1992 il numero dei Pentecostali e carismatici era salito a oltre 410 milioni, e a quel punto comprendeva il 24.2 percento della cristianità mondiale.[3]

Ø      Ricercatori come Peter Wagner e il Christian Theological Seminary affermano che la maggior parte dei cristiani attivi nel mondo ora sono Pentecostali o carismatici:

Ø      “Ogni attento osservatore che visiti le chiese a livello internazionale saprebbe con certezza che su scala mondiale, la stragrande maggioranza di cristiani impegnati sarebbero considerati parte della corrente Pentecostale – carismatica

Ø      La mia ricerca mi ha portato a fare questa coraggiosa osservazione: In tutta la storia dell’umanità, nessun altro movimento umano volontario, non politico, non militarista, è cresciuto con la rapidità del movimento pentecostale-carismatico in questi ultimi 25 anni.”[4]

Se è possibile anche discutere sul punto di vista di Wagner, e se l'impatto della sua opinione dipende dalla sua definizione di cosa forma un  cristiano attivo o impegnato, è tuttavia impressionante che una persona con credenziali tanto solide e con un'esperienza di viaggi tanto intensa, arrivi a fare una dichiarazione così audace.

Ø      È istruttivo considerare alcune delle informazioni statistiche in forma di grafico.

Mentre alcune delle chiese in rapida crescita si sviluppano da piccole basi e da un numero relativamente piccolo di aderenti se paragonate alle più grandi chiese storiche, e quindi la crescita iniziale in termini percentuali è davvero strabiliante, l'informazione tuttavia è importante.

 

 

LE CHIESE IN AUSTRALIA

PERCENTUALE DI CRESCITA NEL DECENNIO 1976 - 1981

           

 

 

  

LE CHIESE IN GHANA (EST AKIM)

PERCENTUALE DI CRESCITA NEL DECENNIO 1976 - 1986

 

 

 

LE CHIESE IN NUOVA ZELANDA

PERCENTUALE DI CRESCITA NEL DECENNIO: 1971 - 1981

 

 

LE CHIESE IN SRI LANKA

PERCENTUALE DI CRESCITA NEL PERIODO: 1969 - 1978

 

 

CHIESE NEGLI U.S.A. E CANADA

CRESCITA NEL PERIODO 1965 - 1989
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 19:18

 

 

Da: Annuario delle Chiese americane e del Canada, 1965, 1989

 

 

 

 

STATISTICHE DELLA CHIESA CATTOLICA

1991 - 1992

 

Paese                              Numero complessivo               Percentuale totale della popolazione

______________________________________________________________________________________

 

Australia                     4.762.000                                         27,5%

Canada                       1.971.562                                         45.0%

Inghilterra                  4.179.177                                         9.0%

Ghana                        1.958.000                                         12.6%

Nuova Zelanda              476.000                                         14.0%

Sri Lanka                    1.156.000                                         6.7%

Stati Uniti                  56.398.696                                       22.0%

 

Da: Annuario delle Chiese americane e del Canada, 1965, 1989

 

 

Provenienza dei nuovi PentecostaliCome rilevato nel capitolo precedente,

Ø      una parte notevole di questa crescita Pentecostale è formata da milioni di ex cattolici che affermano di

Ø      non aver trovato, nei contatti con la Chiesa Cattolica, una relazione personale e viva con Dio che abbia prodotto una differenza nella loro vita di ogni giorno.

Uno di questi ex cattolici, che ovviamente mantiene un grande amore e un profondo rispetto verso la Chiesa Cattolica, ha pubblicato le proprie riflessioni sul motivo per cui i cattolici come lui abbandonano la Chiesa:

 

Più e più volte tuttavia, i disertori come me dicono che la difficoltà che avvertivano col cattolicesimo era che

-        quella stessa forza possente che nella storia ha fatto cose tanto grandiose, ha anche il difetto di adombrare e oscurare Cristo.

-        L'effetto di tale oscuramento per me è stato che, se è vero che sono cresciuto “conoscendo” certe cose su Gesù, non mi ero mai reso conto di Chi Egli fosse o

-        del motivo per cui è venuto in primo luogo sulla terra. Conoscevo il cattolicesimo… Sono stato formato dal cattolicesimo come sistema religioso e come cultura … ma non avevo mai ascoltato il Vangelo.

Posso  immaginare i leader religiosi cattolici scandalizzati da questa dichiarazione: “Che intendi dire con «non hai mai ascoltato il vangelo?» Cosa pensi che abbiamo proclamato nell'Eucaristia negli ultimi 2000 anni?”

-        Sì, mi rendo conto del posto privilegiato che Cristo ha nella Messa. So che ogni domenica viene letta la Scrittura. Conosco la magnificenza e la purezza del Credo Niceno nel suo costante invito a impegnarsi di nuovo. Non ho alcun interesse a diffamare un'istituzione verso la quale nutro immenso rispetto. Devo tuttavia

-        riferire quanto ascolto dalla bocca di ex cattolici quando descrivono il motivo principale per cui hanno abbandonato il cattolicesimo: “Come ho potuto restare per ben 22 anni nella Chiesa Cattolica”, si espresse con rabbia un amico, “senza aver mai ascoltato il Vangelo?” …

-        Ce ne siamo andati via perché abbiamo incontrato Gesù Cristo, ed Egli ha cambiato la nostra vita in un modo mai conosciuto nella Chiesa Cattolica.

-        Ho abbandonato la Chiesa perché qualcuno ha condiviso con me lo stesso Vangelo da cui furono avvinti San Pietro, gli apostoli, i martiri, e da allora migliaia di cattolici e protestanti.

-        Sono arrivato a capire chi è Gesù e perché è venuto sulla terra … per liberarci dall'ingombro del peccato, donandoci ciò che non potevamo procurarci da soli: la restaurazione del rapporto con Dio per l'eternità …

-        Per ragioni che proprio non riesco a capire, milioni di altri ex cattolici oltre me non sono riusciti ad ascoltare il Vangelo all'interno della Chiesa Cattolica.

Sollecito i leader cattolici di questo paese a chiedersi il motivo per cui i loro membri potenzialmente più ferventi se ne debbono andare altrove a cercare il loro cibo spirituale.[5]

 

Queste riflessioni concordano con quanto mi hanno detto centinaia di cattolici ed ex cattolici nel corso degli anni e nella posta che ricevo in risposta ai nostri programmi settimanali alla radio e alla televisione.[6]

Ø      Proprio mentre pensavo a questo tipo di problema nell'accingermi a scrivere questo capitolo, ricevetti due lettere, tipiche delle molte che ricevo, di cui esporrò alcuni passi qui di seguito:

 

Mi rendo conto che Lei deve ricevere una enorme quantità di posta, ma prego e spero che questa mia lettera arrivi personalmente nelle Sue mani … Mio marito ed io siamo cattolici … La nostra è l'unica Chiesa Cattolica della zona … Siamo sempre stati cattolici e siamo consapevoli dell'importanza dell'Eucaristia, che amiamo.

-        Siamo convinti che la Chiesa Cattolica sia la vera Chiesa; tuttavia crediamo che non sia necessario essere cattolici per andare in cielo.

-        Qui nella nostra parrocchia non stiamo imparando niente e non stiamo crescendo. In realtà stiamo morendo – stiamo affogando lentamente, e lo sappiamo. Siamo molto preoccupati per i nostri figli. In molte zone mancano i programmi di catechismo per le scuole.

-        Quando io stavo crescendo, sentivo dire che Dio ci ama, ma ci insegnavano anche cose molto precise su ciò che era bene e ciò che era male. Oggi è tutto annacquato. Noi vogliamo che i nostri figli crescano sicuri nel Signore e nella loro relazione con Lui.

-        Vogliamo che abbiano una Chiesa che li incoraggi e li sostenga quando sono dalla parte del giusto, e che sia lì presente per aiutarli quando cadono. Per tanto tempo siamo stati così frustrati! Il nostro bambino  entrerà presto all'asilo, e forse per questo siamo tanto preoccupati …

-        Nella nostra parrocchia i Cavalieri di Colombo sono un gruppo attivo, ma molti loro incontri si riducono a bevute di birra. Sono loro i responsabili che hanno dato inizio al bingo nella sala parrocchiale aperta al pubblico, con laute vincite in contanti. Di questo noi ci vergogniamo perché riteniamo sia gioco d'azzardo e che abbia una cattiva influenza sui nostri giovani

-        Abbiamo preso in considerazione il fatto di abbandonare questa Chiesa e di unirci alle Assemblee di Dio.

-        Qui vi è poca o nessuna amicizia tra cristiani … abbiamo provato con gli incontri di preghiera, eppure non è venuto nessuno. Il nostro pastore è frustrato e si è rovinato la salute a causa della mancanza di partecipazione … eppure

-        tanti partecipanti delle Assemblee di Dio hanno pregato molte volte per mio marito e per me e ci hanno sostenuto quando ne abbiamo avuto bisogno. Di quando in quando andiamo a trovarli presso la loro Chiesa.

-        Mio marito ed io ci sentiamo completamente distrutti da tutta questa situazioneAvvertiamo il bisogno di cercare il Signore dove può essere trovato, per il bene nostro e dei nostri figli.

 

Un'altra persona scrive:

 

Lavoro come consulente presso un ospedale cattolico, e sono felice di stare tutto il giorno presso il Santissimo Sacramento, sebbene questo complesso in molti modi subdoli sia quanto mai anticattolico. Ma sia qui che presso la mia parrocchia

-        non riesco ad incontrare cattolici entusiasti di Gesù e impegnati con Lui. Ci ho provato per dieci anni, ho insegnato ai corsi di catechismo, ho lavorato presso la Società S. Vincenzo De Paoli, ma la nostra parrocchia è talmente fredda e quasi nessuno mi conosce per nome, anche se ho insegnato lì per otto anni

-        Ho cominciato ad andare alle chiese protestanti perché mi sono venuti incontro e mi hanno aiutato nelle mie necessità quando ero incinta e quando ho avuto bisogno di aiuto subito dopo il parto; mi hanno aiutato a traslocare, mi hanno invitata ad uno studio biblico e hanno pregato per me

-        Ho cercato di restare lì in sospeso come cattolica e di accendere un cero, anziché maledire l'oscurità, ma ora non ho più la forza di continuare  provare … Prima d'ora non avevo mai scritto una lettera a qualcuno che non conoscevo, ma il mio cuore soffre per questa situazione.

 

Un articolo recente da un notiziario si esprime così:

 

Una delle chiese in più rapida crescita nell'Arcidiocesi  …. è la Southeast Christian Church, una chiesa protestante la cui congregazione è formata per il 60-65% da ex cattolici;

-        nella colletta domenicale raccoglie circa 126.000 dollari la settimana e sta costruendo un nuovo locale per l'adorazione della loro comunità in espansione del valore di 4 - 5 milioni di dollari.

-        I fedeli cattolici dell'arcidiocesi …. dicono di essere sempre più scoraggiati … Ora dicono con riluttanza che l'arcivescovo non riesce a  comprendere la gravità della crisi che affligge la chiesa locale, oppure la ignora, dato che

-        molti cattolici hanno cercato di metterlo in guardia di fronte ai problemi della diminuzione dei membri, della mancanza di zelo e della scarsa frequenza alla Messa, delle diffuse aberrazioni liturgiche, dell'allontanamento di molti cattolici dalla vita sacramentale e dell'alta percentuale di divorzi tra i cattolici

-        la maggioranza dei preti dell'arcidiocesi … hanno richiesto l'ordinazione delle donne e un allentamento della norma ecclesiastica del celibato clericale quali metodi per risolvere i problemi della Chiesa.[7]

         

Negli ultimi anni questa situazione non è sfuggita all'attenzione di importanti leader della Chiesa Cattolica. Gli atteggiamenti che prevalevano all'inizio di incolpare i protestanti di “far proseliti” tra i cattolici o, nell'America Latina, di teorie di cospirazione riguardanti la CIA[8]

Ø      hanno lasciato il posto a una seria riflessione che sta riconoscendo notevoli debolezze proprio nella situazione pastorale della Chiesa Cattolica contemporanea. Ed è esattamente il criterio considerato nella sua regione dal Cardinal Vidal, Arcivescovo di Cebu, nelle Filippine:

Ø      La presenza e l'attività dei fondamentalisti in mezzo a noi, lungi dallo scoraggiare i nostri sforzi, è stata per noi uno stimolo a lavorare su cinque fronti:

1.     leggere, studiare e pregare con in mano la Bibbia;

2.     una catechesi che porti ad un impegno personale maturo;

3.     un approccio pastorale che raggiunga tutti, in specie gli emarginati, e li faccia sentire di appartenere veramente alla Chiesa, sia attraverso le parrocchie che le piccole comunità;

4.     la liturgia deve diventare calda, fraterna, con omelie che si basano sulla Bibbia;

5.     reclutare e formare agenti pastorali laici che confermino nella fede i loro fratelli e sorelle.”[9]

 

In un discorso al Sinodo dei  Vescovi del 1994, il Cardinal Thiandoum del Senegal espresse la necessità di imparare dalle “sette”, e persino di porgere loro una mano amichevole.

 

Le Sette compaiono in molte delle risposte ai Lineamenta, spesso come causa di preoccupazione per la Chiesa. La parola tuttavia copre una varietà di fenomeni, persino nello stesso campo.

-        Le loro attività e il loro apparente successo spesso ci sfidano ad esaminare più da vicino i nostri metodi di evangelizzazione e di interesse e cura pastorale.

-        Non dovremmo forse riconoscere alcuni dei loro punti forti:

-         lo zelo per il Vangelo,

-         una convinzione profonda,

-        l'attenzione alle necessità dell'intero individuo, corpo e anima,

-         l'organizzazione efficace in piccoli gruppi e l'adorazione calorosa, piena di vita e di gioia?

-        Persino nei casi di opposizione fanatica alla fede cattolica, è sempre possibile da parte nostra una risposta positiva nello spirito del dialogo. La Chiesa, quale madre paziente e indulgente, deve avere un cuore aperto che inviti e accolga tutti quanti.[10]

 

In un'intervista in merito al Sinodo Africano dei Vescovi, il Cardinal Arinze, uno dei Presidenti del Sinodo, espresse opinioni simili:

Ø      “Dobbiamo accettare il fatto che in realtà le sette dicono alla Chiesa: 'Per favore, documentati; ti preghiamo, guarda dentro casa tua e chiediti:

Ø      perché noi attiriamo un numero così rilevante dei tuoi membri? Che cosa abbiamo che li attira, e che tu non hai?' … Per quale motivo queste Chiese Indipendenti hanno tanto successo? Cosa hanno che attira, di cui forse la Chiesa Cattolica ha bisogno e su cui deve riflettere di più?

Cosa possiamo fare noi per lavorare con loro e per convincerli di essere membri di una Chiesa universale?[11]

 

Nel 1986 quattro settori del Vaticano compilarono una relazione: “Sette, o Nuovi Movimenti Religiosi: Una sfida Pastorale”, che cercò di analizzare un vasto gruppo di movimenti religiosi, inclusi movimenti non cristiani.

Ø      Nel rilevare alcuni dei problemi caratteristici di questi raggruppamenti, la relazione parlò anche direttamente della necessità della Chiesa Cattolica di esaminare se stessa e di fare alcuni cambiamenti. La relazione riassunse in modo quanto mai sorprendente alcune sue conclusioni:

Ø      Spesso la Chiesa è considerata semplicemente un'istituzione, forse perché attribuisce troppa importanza alle strutture e non sufficiente importanza per attirare la gente a Dio in Cristo.”[12]

 

Quando al Vescovo Paul Cordes, vice presidente del Consiglio Pastorale per i Laici, chiesero perché lavorava per costruire l'unità tra i vari movimenti laici all'interno della Chiesa Cattolica, risposte:

Ø      Oggi i movimenti sono importanti nella Chiesa perché hanno una visione della fede ben centrata su Cristo. Tutti parlano di Cristo quale punto principale nella vita del cristiano.

Ø      Talvolta, nell'osservare gli obiettivi pastorali generali della Chiesa, trovo che manchi una cosa simile. Non trovo l'enfasi sulla venerazione di Dio. La missione dei movimenti consiste nel mantenere viva l'idea che la salvezza viene da Dio, e questo essi lo possono fare insieme.”[13]

Ciò faceva eco ad una dichiarazione diretta simile fatta dal Sinodo Mondiale dei Vescovi del 1985:

Ø      “A causa di una lettura solo parziale del Concilio, è stata fatta una presentazione unilaterale della Chiesa quale struttura puramente istituzionale, svuotata del suo mistero.

Ø      Probabilmente non siamo immuni da ogni responsabilità riguardo al fatto che i giovani in particolare considerino in modo critico la Chiesa come pura istituzione. Non abbiamo forse favorito questa loro opinione, parlando troppo del rinnovamento delle strutture eterne della Chiesa e troppo poco di Dio e di Cristo?”

Lo stesso Papa è arrivato gradualmente a riconoscere che addossare la colpa alle sette non è una spiegazione adeguata di quanto sta accadendo:

Ø      “Non possiamo tuttavia dimenticare che il loro successo è dovuto alla tiepidezza e all'indifferenza dei figli della Chiesa, figli che

Ø      non sono affatto all'altezza della loro missione di evangelizzazione per la debole testimonianza di una vita cristiana coerente, per la trascuratezza della liturgia e dell'espressione della pietà popolare e, tra le altre cause, anche della scarsità di sacerdoti e di ministri pastorali.

Gli effetti della catechesi e della formazione insufficienti lasciano molti fedeli in una situazione di deplorevole impotenza davanti all'opera di reclutamento da parte di agenti non cattolici.[14]

 

Papa Giovanni Paolo II nel 1991 convocò un incontro speciale di cardinali da tutto il mondo per discutere due argomenti che all'epoca considerava particolarmente urgenti: uno riguardava l'aborto ed altri problemi sulla vita; l'altro era la crescita dei “nuovi movimenti religiosi”. Il Cardinal Arinze, capo del Consiglio Pontificio per il Dialogo Interreligioso, e africano, presentò un'analisi globale dei “nuovi movimenti religiosi” e delle lancinanti domande che la Chiesa Cattolica deve porsi davanti al loro successo.

 

Il Cardinal Arinze rilevò che gran parte di questi nuovi movimenti religiosi mettono in luce i punti pastorali deboli della Chiesa Cattolica.

Ø      Loro forniscono molti leader ed evangelizzatori energici addestrati in un tempo relativamente breve, mentre i sacerdoti sono pochi e insufficienti.

-        Loro sono portatori di un dinamismo contagioso e di un impegno notevole mentre i cattolici sono tiepidi e indifferenti.

-        Loro concentrano la salvezza unicamente tramite Cristo e si avvantaggiano della generale confusione cattolica riguardo alle basi della salvezza.

-        Sviluppano piccole comunità in modo che gli individui si sentono amati, apprezzati, e viene loro affidato un ruolo concreto, mentre le parrocchie sono troppo grandi e impersonali.

-        Assegnano ruoli di leadership, mentre da noi i laici si sentono emarginati.

-        Celebrano servizi religiosi pieni di fervore, mentre la nostra sacra liturgia viene celebrata in un clima di fredda routine.

-        Incoraggiano l'impegno personale con Gesù Cristo e una stretta adesione alla Bibbia, mentre da noi le omelie sono di un livello intellettuale superiore a quello della gente.

Sottolineano la relazione personale con Dio, mentre la Chiesa pare che sia presentata troppo come una istituzione caratterizzata dalle strutture e dalla gerarchia.

 

Il Cardinale invita ad una riflessione su noi stessi:

-        Che cosa induce la gente ad unirsi ai nuovi movimenti religiosi?

-        Quali sono le necessità legittime delle persone, alle quali questi movimenti promettono di far fronte e che anche la Chiesa dovrebbe affrontare e soddisfare?

-        Vi sono forse altre cause per la crescita e la diffusione di questi movimenti?

-        Che cosa vuole Dio dalla Chiesa in questa situazione? …

Nella nostra presentazione del cristianesimo non dovremmo dimenticare la dimensione dell'esperienza religiosa.

Ø      Non basta fornire la gente di informazioni intellettuali: il cristianesimo non è né un insieme di dottrine né un sistema etico. È vita in Cristo, ed è possibile viverla a livelli sempre più profondi”

Nel concludere il Cardinal Arinze rilevò: “Di fronte all'attività dinamica dei nuovi movimenti religiosi, i pastori della Chiesa non possono limitarsi a procedere “come al solito”.

Ø      Il fenomeno di questi nuovi movimenti religiosi è allo stesso tempo una sfida e un'opportunità.” Il Cardinale concluse la presentazione ripetendo l'invito di Papa Giovanni Paolo II per una “nuova evangelizzazione”.[15]

 
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 19:18

Ma non è solo il Cardinal Arinze a supplicarci di non continuare a fare le cose “come al solito”. Ascoltate la voce di un ex protestante evangelico, diventato cattolico:

 

Negli ultimi anni mi sono imbattuto in numerosi articoli sui periodici cattolici che si lamentavano dell’enorme numero di cattolici, in specie nell'America Latina, che si riversano nelle chiese evangeliche protestanti.

Le loro motivazioni pare si riducano sempre a varianti sul tema … l'impressione generale è che la Chiesa è come assillata da una inesplicabile forma emotivamente primitiva di manovra multiculturale.

-        Essendo nato e cresciuto come evangelico, che ha svolto un lavoro universitario con alcuni dei più famosi strateghi missionari evangelici, che ha conosciuto bene per anni i circoli missionari e che si è poi convertito al cattolicesimo,

-        sono profondamente consapevole che la marea evangelica che sta spazzando tutta l'America Latina e altre comunità cattoliche tradizionali non può essere accuratamente valutata in modo tanto superficiale

-        Nella mia esperienza, i missionari evangelici e i leader delle loro missioni, i maestri e gli strateghi, di solito sono una popolazione intellettualmente e culturalmente sofisticata, dotata di lauree e di specializzazioni …

-        Gli evangelici sono convinti che sia di estrema importanza che ciascun essere umano abbia l'opportunità di conoscere Gesù Cristo come Signore e Dio.

-        Questo argomento  riesce a sconcertare e anche a lasciare perplessi molti cattolici, portati a considerare l'evangelizzazione come un’apertura conveniente, quando non un completo fascismo spirituale. Ci siamo alquanto allontanati dallo spirito di Francesco Saverio e di Teresa di Lisieux.

-        Conosco molti evangelici laici che hanno trascorso anni per avere un’ istruzione superiore al fine di poter entrare, con una capacità secolare, in paesi ufficialmente chiusi all'opera missionaria, perché anche laggiù si potesse trovare qualche testimonianza vivente della Signoria di Gesù Cristo.

-        Gli evangelici hanno letto la nostra storia. È proprio in quello stesso spirito che i monaci missionari affrontarono le culture pagane dei loro tempi.

-        Riteniamo davvero che il cattolicesimo culturale del procedere “facendo tutto come al solito” sarà in grado di resistere a quel tipo di passione che è volontaria abnegazione? Invece di torcersi le mani per la disperazione, dovremmo imparare dai nostri fratelli separati e pregare che Dio riaccenda in noi il fuoco del Vangelo.[16]

 

E a questo punto, la voce dello stesso Francesco Saverio che ci giunge dal sedicesimo secolo, non è ancora degna di tutto rilievo?

 

Ora da queste parti c'è un vasto numero di persone che hanno un solo motivo per non diventare cristiane, e cioè che non vi è nessuno che le aiuti a diventarlo.

-        Spesso mi viene in mente di andare in giro per tutte le università d'Europa, e in particolare in quella di Parigi, e gridare dovunque come un pazzo, per dire a tutti quegli uomini sapienti il cui sapere è tanto più grande della loro carità: “Ah,quale enorme moltitudine di anime per colpa vostra resta esclusa dal cielo e cade nell'inferno!

-        Voglia Iddio che questi uomini che si danno tanto da fare per acquistare conoscenza possano dedicare lo stesso pensiero al conto che un giorno dovranno rendere a Dio per l'uso che hanno fatto del loro sapere e dei talenti loro affidati!

-        Sono certo che molti di loro sarebbero colpiti da tali considerazioni e che si eserciterebbero poi in meditazioni appropriate sulle verità Divine, al fine di poter ascoltare quanto Dio potrebbe dire loro e poi, rinunciando alle loro ambizioni e desideri e a tutte le cose del mondo, si modellerebbero in completo accordo con i desideri e le scelte di Dio per loro.

-        Esclamerebbero dal profondo del cuore: “Signore,eccomi; mandami con chiunque e dovunque Ti piaccia, persino in India!” Buon Dio! Quanto sarebbero più felici e sicuri! Con quanta più fiducia nella misericordia di Dio affronterebbero la loro ultima ora, la prova suprema di quel giudizio terribile cui nessun uomo potrò sfuggire!

-        Allora sarebbero in grado di usare con gioia le parole del servo fedele nel Vangelo: “Signore,Tu mi hai dato cinque talenti; ecco, io ne ho guadagnati altri cinque!”

-        Si danno da fare giorno e notte per acquistare conoscenza, e sono davvero diligenti nel comprendere a fondo gli argomenti che studiano; ma se impiegassero lo stesso tempo in ciò che è frutto di solido apprendimento, se fossero altrettanto diligenti nell'insegnare agli ignoranti le cose necessarie alla salvezza, sarebbero assai meglio preparati a render conto di se stessi al Signore quando dirà loro: “Rendimi conto del tuo servizio.”

-        Ho un gran timore che questi uomini, che passano tanti anni nelle Università a studiare le arti liberali, badino più ai vuoti onori e dignità della prelatura che non alle sante funzioni ed obblighi di cui quegli onori sono le trappole.[17]

 

Davanti a tutte queste difficoltà Giovanni Paolo II ha cominciato ad invitare con insistenza la Chiesa ad una “nuova evangelizzazione”. È quasi diventato l’argomento più rilevante del suo pontificato.

Ø      Ma in cosa consiste questa “nuova evangelizzazione” cui il Papa sta invitando la Chiesa Cattolica, mentre ci avviciniamo alla fine del secolo? Quale il suo significato in relazione ad alcuni “segni dei tempi” che abbiamo cercato di discernere e di interpretare?

 

La Nuova Evangelizzazione

 

Il primo invito di Papa Giovanni Paolo II ad una “nuova Evangelizzazione” fu fatto ad Haiti nel 1983: una nuova evangelizzazione che sarebbe stata “nuova nell'ardore, nei metodi e nell'espressione”.

Ø      Nel 1992, in occasione del quinto centenario della scoperta del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo, e della sua successiva evangelizzazione, si rivolse a tutti i vescovi dell'America Latina invitandoli di nuovo ad una nuova evangelizzazione:

Ø      La nuova evangelizzazione NON consiste in un nuovo 'vangelo'… né nel togliere dal Vangelo tutto quanto appaia difficile da accettare per la mentalità moderna. La cultura infatti non è la misura del Vangelo: ma Gesù Cristo è la misura di ogni cultura e di ogni azione umana

Ø      La nuova evangelizzazione ha come punto di partenza la certezza che in Cristo vi sono “ricchezze imperscrutabili” (Ef 3,8) che nessuna cultura e nessuna era sono in grado di esaurire, e che noi abbiamo sempre il dovere di portare alla gente, al fine di arricchirla … Queste ricchezze sono, innanzitutto, lo Stesso Cristo, la Sua Persona, perché Egli stesso è la nostra salvezza.”[18]

 

Nel parlare del fenomeno dell'abbandono della Chiesa da parte di tanti cattolici in seguito all'impegno di ciò che in America Latina sono chiamate le “sette”, il Papa invita la Chiesa a concentrarsi, nel suo impegno di evangelizzazione,

-        nell'aiutare la gente ad entrare in una relazione personale con Dio, e considera buona parte della nuova evangelizzazione come una ri-evangelizzazione di quelli che forse sono solo dei cattolici nominali:

-        “L’allarmante  fenomeno delle sette va affrontato con un’azione pastorale che pone al suo centro la persona intera, la sua dimensione comunitaria e il suo anelito per una relazione personale con Dio.”[19]

 

Parlando poi del pericolo delle ideologie politiche e sociali che indicano una falsa salvezza in termini puramente temporali, il Papa torna ad indicare la Persona di Cristo: “Che cosa potrà mai liberarci da questi segnali di morte?

Ø      L'esperienza nel mondo contemporaneo sempre più ci dimostra che le ideologie non sono in grado di sconfiggere il male che tiene la gente in schiavitù.

Ø      Cristo è il solo a poterci liberare da questo male … Ciò rende ancora più urgente il compito che la Chiesa deve affrontare: riaccendere nel cuore di tutti i battezzati la grazia che hanno ricevuto. «Ti ricordo», scrisse S. Paolo a Timoteo, «di riaccendere il dono di Dio che hai ricevuto» (2 Tm 1,6).

 

Allo stesso modo in cui il popolo della Nuova Alleanza nel giorno di Pentecoste ricevette la vita attraverso lo Spirito Santo, solo questo tipo di accettazione farà sorgere un popolo in grado di generare uomini e donne rinnovati e liberi, consapevoli della propria dignità.”[20]

 

            Nelle parole di chiusura il Papa parla in maniera particolarmente ispirata e profetica:

 

Gesù Cristo, il Testimone fedele, il Pastore dei pastori, è in mezzo a noi perché siamo riuniti nel Suo nome (cf Mt 18,20). Con noi abbiamo lo Spirito del Signore che guida la Chiesa verso la pienezza della verità e la rinnova con la parola rivelata in una nuova Pentecoste …

Siate fedeli al vostro battesimo, e in questo centenario date nuova vita al grande dono che avete ricevuto, volgete il cuore e lo sguardo verso il centro e l'origine, a Lui che è la base di ogni felicità, la pienezza di ogni cosa! Siate aperti a Cristo, accogliete lo Spirito, affinché in ogni comunità possa avere luogo una nuova Pentecoste!

In mezzo a te sorgerà una nuova umanità, una umanità gioiosa; tornerai a sperimentare la potenza salvifica del Signore e si adempirà “ciò che il Signore ti ha detto”. Quello “che ti è stato detto”, America, è il Suo amore per te, il Suo amore per ciascuno, per tutte le vostre famiglie e persone …

Chiesa dell'America, oggi il Signore sta passando. Ti sta chiamando. In questo momento di grazia ti sta ancora chiamando per nome e sta rinnovando la Sua alleanza con te. Possa tu ascoltare la Sua voce per arrivare a conoscere la gioia vera, totale, ed entrare nella Sua pace (cf. Sal 94,7; 11).[21]

 

Nel 1994 Giovanni Paolo II definì lo “stile tipo della nuova evangelizzazione:

Ø      uno stile segnato da quanto è essenziale e radicale, immerso nel mistero del Cristo morto e risorto, e coraggiosamente aperto alle necessità dell'uomo moderno”.[22]

 

Significato teologico e storico

della “Nuova Evangelizzazione

 

Mentre riflettevo su questo invito a evangelizzare da parte di Papa Giovanni Paolo II, che proseguiva quello di Papa Paolo VI, e sull'improvviso aumento di tale evangelizzazione nel rinnovamento carismatico, come pure in altri movimenti e iniziative, mi è capitato sotto mano il testo di un discorso del famoso teologo americano Padre Avery Dulles, S.J., pubblicato il 1° febbraio, 1992 su un numero della rivista America, e in seguito stampato in forma di opuscolo dall'Università di Fordham.

Ø      Nel suo discorso padre Avery Dulles rileva l'importanza di questo invito ad evangelizzare, in luce della reale enfasi della Chiesa Cattolica negli ultimi secoli:

-        La maggior parte dei cattolici non ha una forte inclinazione verso l'evangelizzazione. Per loro il termine stesso ha un sapore protestante.

-        Nelle sue strutture la Chiesa Cattolica è altamente istituzionale, sacramentale e gerarchica. Le sue attività sono indirizzate in primo luogo all'istruzione e alla cura pastorale dei propri membri, le cui necessità ed esigenze assorbono l'istituzione ai limiti massimi.

Di conseguenza i cattolici contemporanei, totalmente assorbiti dai problemi interni della Chiesa e, di quando in quando, dai problemi della pace e della giustizia, avvertono una responsabilità piuttosto limitata riguardo alla diffusione della fede.”[23]

 

Padre Dulles rileva che nei paesi con predominanza non cristiana l'attività missionaria era considerata il lavoro specializzato di poche persone e che

Ø      nei paesi in cui il cristianesimo predomina, per i cattolici la “missione” consisteva nel portare i protestanti a vedere la verità delle rivendicazioni della Chiesa Cattolica: “Nei paesi di maggioranza cristiana i cattolici non dimostravano un disinteresse nel cercare di convertire, ma ancora non si trattava di una impeto evangelico; infatti, difficilmente vi era al centro il Vangelo.

Ø      Tale apostolato aveva l’obiettivo principale di dimostrare, in contrapposizione coi protestanti, che Cristo aveva fondato una Chiesa gerarchica, che doveva essere accettata quale organo della rivelazione divina.

Ø      Il punto chiave era più sull'autorità che sul contenuto. Ai cattolici si insegnava a credere a qualsiasi cosa la Chiesa insegnasse, appunto perché si trattava di un insegnamento della Chiesa.[24]

Ø      Nel portare la Chiesa Cattolica a concentrarsi sul Vangelo e sull'evangelizzazione, Padre Dulles cita il valore del Vaticano II:

-        Il Vaticano I usò una sola volta il termine 'Vangelo', mentre non ha mai citato i termini 'evangelizzare' o 'evangelizzazione'.

-        Il Vaticano II invece, ha menzionato ben 157 volte il 'vangelo', 18 volte 'evangelizzare' e 31 volte 'evangelizzazione'. Parlando di evangelizzare, pare che in genere il Vaticano II abbia inteso riferirsi a ciò con quel termine intendevano i teologi kerigmatici: la proclamazione del messaggio cristiano di base a coloro che ancora non credevano in Cristo.”[25]

 

Quindi Padre Dulles rintraccia lo sviluppo di questa concentrazione più evangelica negli scritti post conciliari dei Papi, e conclude con questo notevolissimo riassunto:

 

A mio avviso la svolta evangelica nella visione ecclesiale dei Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II costituisce uno degli sviluppi più sorprendenti ed importanti nella Chiesa Cattolica dal Vaticano II

Ø     Mentre entrambi i papi hanno notevolmente ampliato il concetto di evangelizzazione, hanno mantenuto l'enfasi maggiore del precedente concetto kerigmatico.

-        Per loro, come per i teologi kerigmatici, il nucleo e il cuore dell'evangelizzazione consiste nel proclamare l'amore salvifico di Dio come è manifestato in Gesù Cristo. Là dove non si pronunci il nome di Gesù, non può esservi evangelizzazione nel senso vero… Tutto questo costituisce uno spostamento notevole nella tradizione cattolica.

-        Da secoli l'evangelizzazione non era altro che una misera figliastra. E persino quando si impiegava la parola giusta, l'evangelizzazione era trattata come un argomento secondario, la vocazione speciale di pochi preti e religiosi. Ed anche quegli specialisti si preoccupavano più di conquistare nuovi aderenti per la Chiesa che di proclamare la buona novella di Gesù Cristo. Pare che

-        oggi noi stiamo assistendo alla nascita di un nuovo cattolicesimo che, senza perdere le proprie dimensioni istituzionale, sacramentale e sociale, è autenticamente evangelico  la spiritualità cattolica nella sua forma migliore ha sempre promosso una profonda relazione personale con Cristo.

-        Nell'evangelizzare ci viene richiesto di alzare gli occhi verso di Lui e di trascendere ogni ecclesioentrismo (il centrarsi sulla ecclesiologia). Pur essendo di una importanza cruciale, la Chiesa non è racchiusa in se stessa. È un mezzo per attirare il mondo intero nell’unione con Dio attraverso Gesù Cristo…

-        Pare invece che troppi cattolici moderni non abbiamo mai incontrato Cristo. Dagli insegnamenti della Chiesa conoscono una certa quantità di cose su di Lui, e tuttavia manca loro quella familiarità personale diretta di cui hanno estremo bisogno…

-        Per la Chiesa la prima e più alta priorità consiste nel proclamare la buona novella che riguarda Gesù Cristo quale messaggio di gioia rivolto a tutto il mondo. Solo se è fedele alla sua missione evangelica, la Chiesa può sperare di dare il proprio speciale contributo alle sfere sociale, politica e culturale della società.”[26]

 

Ciò che Avery Dulles definisceecclesiocentrismo”, Padre James Doyle, un prete della Chiesa Ortodossa in America, lo definisce “il male storico dell'ortodossia”: “Tuttavia gli oratori Ortodossi concordano che, in pratica, le chiese ortodosse, con la loro enfasi sulle forme tradizionali, spesso offuscano le parti fondamentali del messaggio evangelico.”

Ø      Per noi la Chiesa è tutto”, ha detto, “È stata questa, per secoli, la malattia storica degli ortodossi.”[27]

Il Papa collega l'invito ad una “nuova evangelizzazionealla necessità di una “nuova Pentecoste”.[28] Passiamo ora a considerare brevemente alcuni aspetti di questa “nuova Pentecoste”.

 

 

Una “Nuova Pentecoste”

 

Dal punto di vista teologico risulta chiaro il motivo per cui il Papa collega questo invito ad una nuova evangelizzazione alla necessità di una nuova Pentecoste.

Ø      Lo Stesso Gesù disse ai Suoi discepoli: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha stabilito con la Sua autorità [CEI = scelta], ma

-        riceverete potenza quanto lo [forza dallo] Spirito Santo scenderà su di voi e Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”(Atti 1, 7-8).

Ø      Resta difficile, se non impossibile, essere testimoni del Signore risorto se non abbiamo avuto prima un incontro personale con Lui, reso possibile unicamente attraverso lo Spirito Santo. Quella relazione viva, personale con Gesù che ci rende possibile essere Suoi testimoni dipende unicamente dall'azione dello Spirito Santo.

 

Recentemente ho frequentato alcuni corsi universitari di teologia presso il vicino Seminario Maggiore a Detroit. Durante un corso di ecclesiologia ho avuto l'occasione di rileggere molti documenti del Vaticano II. Li avevo letti tutti e più di una volta diversi anni fa, ma non li avevo riletti di recente.

Ø      Nel farlo, sono rimasto profondamente impressionato dalle forti fondamenta bibliche, dalla centralità su Cristo e dalla sensibilità allo Spirito Santo manifestata in quei documenti. In verità sono documenti scritti con una grande profondità biblica, teologica e spirituale. Una delle loro caratteristiche più rilevanti è il grande rilievo dato allo Spirito Santo nel piano della salvezza e della vita e missione della Chiesa.

Ø      Se prima del Secondo Concilio Vaticano si poteva dire, come in realtà avveniva, da parte di stimati autori spirituali cattolici che lo Spirito Santo era la Persona trascurata della Trinità, adesso chiaramente non è proprio più il caso.

           

Un altro fattore che ha grandemente accresciuto la sensibilità della Chiesa contemporanea al ruolo dello Spirito Santo è stata l'inattesa esplosione di un importante movimento di rinnovamento carismatico all'interno della Chiesa.

Ø      Il Cardinal Suenens, uno dei quattro moderatori del Vaticano II e uno dei suoi più eloquenti portavoce riguardo alla necessità di dare allo Spirito Santo una posizione rilevante nei documenti conciliari, vide nella successiva esplosione del rinnovamento carismatico una delle realizzazioni della promessa del Concilio.

Ø      Nella Chiesa Cattolica il rinnovamento carismatico è presente quasi in ogni paese, e alcune valutazioni indicano che oltre settantadue milioni di cattolici sono stati toccati in maniera davvero significativa da questo rinnovamento. [Nel 2000 il numero era salito a circa 120 milioni di cattolici]

Ø      Ma con la sua influenza nei campi della musica, dello stile di adorazione, e con l’interesse vivo sulla “testimonianza”, sulla “esperienza” e sull’evangelizzazione, è stato in grado di portare un contributo che va molto oltre i presenti confini del movimento.

Ø      In numerose parrocchie dei paesi sviluppati buona parte delle persone attivamente coinvolte nel servizio parrocchiale, nei programmi di catechismo, nei programmi di preparazione al matrimonio e così via, sono diventate dei cristiani attivi proprio attraverso il contatto con il rinnovamento carismatico.

 

Ovviamente il rinnovamento carismatico non ha un “angolo” sullo Spirito Santo, e indubbiamente lo Spirito sta agendo in una grande varietà di modi e in molti movimenti diversi, ma ha avuto un impatto notevole proprio in quei campi messi a fuoco dal Papa, la nuova evangelizzazione e la nuova Pentecoste.

Ø      E mentre il rinnovamento carismatico, come movimento con le sue forme, stili e strutture particolari, comprensibilmente non è per tutti, nella sua essenza sta raggiungendo qualcosa di molto fondamentale ed estremamente necessario alla Chiesa contemporanea: la comprensione profonda e l'esperienza della possibilità di un incontro vivo col Signore risorto, nella potenza dello Spirito Santo, una comprensione ed esperienza che ovviamente non appartengono a nessun movimento in esclusiva, ma che sono la vera essenza della vita cristiana.

 

Negli anni recenti un importante studioso cattolico della Scrittura, Padre George Montague. S.M., ex capo dell'Associazione Biblica Cattolica, e un eminente teologo cattolico ecumenico, Padre Kilian McDonnell, O.S.B., hanno pubblicato un importante studio che analizza gli aspetti teologici e scritturistici della “esperienza carismatica”.

Ø      Le loro scoperte sono quanto mai significative.

Ø      In breve, essi concludono che l'esperienza carismatica del “battesimo nello Spirito Santo” è in sostanza ciò che nei primi otto secoli di vita della Chiesa sia la Scrittura, sia i Padri della Chiesa descrivono come parte integrale dell'esperienza dei sacramenti di iniziazione cristiana.

Nel descrivere la preponderanza dell'esperienza patristica i due studiosi concludono:

Ø      Così da Cartagine nel Nord Africa, da Poitiers nel Gaul, da Gerusalemme in Palestina, da Cesarea in Cappadocia, da Costantinopoli e da Antiochia, Apamea, Mabbug e Cirrus in Siria, abbiamo la testimonianza che la gente riceveva i carismi nel contesto del rito di iniziazione….

Ø      Ancora una volta, il fatto di accettare il battesimo nello Spirito non riguarda l'adesione a un movimento, a nessun movimento. Si tratta piuttosto di aderire pienamente alla iniziazione cristiana, che appartiene alla Chiesa.”[29]
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 19:19

Ciò di cui stiamo parlando qui è un argomento fondamentale quanto la conversione, quanto ciò che il Nuovo Testamento descrive come vita cristiana normale, come una partenza a “tuttoponte”. 

Ø      Per concludere, tutti siamo chiamati a soffiare per far accendere la fiamma del dono dello Spirito Santo ricevuto nei sacramenti di iniziazione.

Ø      Dio dona gratuitamente questa grazia, ma essa richiede una risposta personale di conversione continua alla Signoria di Gesù Cristo e l'apertura alla presenza trasformante e alla potenza dello Spirito Santo.

Solo nello Spirito Santo la Chiesa sarà in grado di soddisfare le proprie necessità pastorali e quelle del mondo. La sfida sta proprio qui davanti a noi, e sono chiare le conseguenze:

 

Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano

Cristo rimane nel passato,

Il Vangelo è lettera morta,

la Chiesa non è altro che una organizzazione,

l'autorità è questione di dominio,

la missione un fatto di propaganda,

la liturgia non è altro che evocazione,

la vita cristiana la morale di uno schiavo.

 

Ma nello Spirito Santo:

 

Il cosmo è risuscitato e geme per

Le doglie della nascita del regno,

il Cristo risorto è presente,

il Vangelo è la potenza della vita,

la Chiesa manifesta la vita della Trinità,

l'autorità è un servizio liberante,

la missione è una Pentecoste,

la liturgia è sia memoriale che anticipazione,

l'azione umana è deificata.

 

Lo Spirito invita ciascuno di noi e la Chiesa nel suo insieme, secondo il modello di Maria e degli Apostoli nel Cenacolo,

Ø      ad accettare e a ricevere il battesimo nello Spirito Santo quale potenza per la trasformazione sia personale sia comunitaria, assieme a tutte le grazie ed i carismi necessari per la costruzione della chiesa e per la nostra missione nel mondo.

Ø      Questa missione ha le sue origini nel Padre che si fa presente attraverso il Figlio nello Spirito, per raggiungere e trasformare la chiesa e il mondo e per ricondurli nello Spirito, attraverso Cristo, al Padre.[30]

E mentre le caratteristiche più insolite del rinnovamento carismatico, almeno per i nostri tempi – quali il parlare in lingue, la profezia e la guarigionepossono attirare la maggiore attenzione, la caratteristica più rilevante è quella definita come battesimo nello Spirito Santo, ossia

Ø      l'incontro fondamentale con Cristo e l'essere riempiti di Spirito Santo, esperienza che il Nuovo Testamento presenta come normativa per l’iniziazione cristiana.

Ø      Si può anche discutere sulla terminologia, e le espressioni esteriori possono anche variare, ma la realtà e l'esperienza di fondo pare sia qualcosa per l’intera Chiesa. E a dire il vero nella Chiesa sono molti i movimenti che testimoniano i diversi aspetti di questa stessa realtà.

È proprio questa la tesi mantenuta sin dall'inizio dal Cardinal Suenens: cioè che quanto sta avvenendo nel rinnovamento carismatico è inteso come una grazia per l'intera Chiesa, oppure è  il recupero di una grazia per tutta la Chiesa,

Ø      e l'opera del movimento consiste nell’immergersi nella Chiesa più vasta. E già si possono vedere gli inizi di quest'opera.

 

Secondo quanto ha affermato a Pittsburgh il Vescovo Paul Cordes, vice presidente del Consiglio Pontificio per i Laici, in occasione della celebrazione del venticinquesimo anniversario del rinnovamento carismatico nella Chiesa Cattolica:

Ø      Il rinnovamento carismatico ha da portare un grande contributo negli anni a venire per il raggiungimento di una adeguata comprensione e rinnovamento dei sacramenti di iniziazione cristiana, affinché

Ø      tutto il popolo di Dio al completo possa un giorno sperimentare una maggior pienezza di vita in Cristo attraverso l'essere – come dite voi – «Battezzati nello Spirito».”[31]

 

Oppure, come si è espresso uno dei principali teologi ortodossi:

Ø      Gli Apostoli e i padri della nostra fede ebbero il vantaggio di essere istruiti su ogni dottrina, e inoltre furono istruiti dallo Stesso Salvatore; furono spettatori di tutte le grazie che Egli riversò sulla natura umana e di tutto quanto Egli patì per l'umanità. Furono testimoni della Sua morte, risurrezione ed ascensione in cielo; tuttavia, pur avendo assistito a tutti questi fatti,

Ø      non manifestarono niente di nuovo o di nobile o di spirituale che fosse migliore del vecchio stato in cui si trovavano, fino quando  a Pentecoste non furono battezzati nello Spirito.”[32]

 

Come dice Padre Cantalamessa:

Ø      Lo Spirito di Cristo che caratterizza la nuova alleanza non è in primo luogo una manifestazione esteriore di potenza taumaturgica e carismatica, ma è il principio di una vita nuova.

-        Ma perché sia davvero così, deve verificarsi una nuova Pentecoste a questa profondità; deve rinnovare il cuore della Sposa, e non solo i suoi indumenti…

-        Per ciascuno di noi l'ingresso in questa nuova Pentecoste che sta verificandosi nella Chiesa è un rinnovamento del nostro Battesimo. Il fuoco dello Spirito ci fu dato nel Battesimo. Dobbiamo togliere le ceneri che lo soffocano, affinché possa tornare a divampare e a renderci capaci di amare.”[33]

 

E tuttavia, mentre la “potenza carismatica” e i “doni carismaticinon sono certo gli aspetti più importanti della prima Pentecoste o del rinnovamento della Pentecoste ai nostri tempi, ci vengono elargiti da Dio per uno scopo importante e, secondo quanto il Concilio ci ammonisce, si dovrebbero “ricevere con gratitudine e consolazione poiché sono adatti e utili per le necessità della Chiesa”.[34]

Ø      Nella sua significativa enciclica Lo splendore della verità, Giovanni Paolo II torna ad affermare che, per la riuscita della nuova evangelizzazione è necessario che lo Spirito Santo possa agire liberamente:

 

Al centro della nuova evangelizzazione e della nuova vita morale che essa propone e risveglia coi suoi frutti di santità e con lo zelo missionario, c'è lo Spirito di Cristo, il principio e la forza della Santa Madre Chiesa. Come ci ha ricordato Papa Paolo VI:

-        L'evangelizzazione non sarà mai possibile senza l'azione dello Spirito Santo.” … Come rilevò una volta Novatian – esprimendo qui la fede autentica della Chiesa –

-        fu lo Spirito Santo “a confermare il cuore e la mente dei discepoli, a rivelare i misteri del Vangelo, a riversare su di loro la luce delle cose divine. Rafforzati dal Suo dono, essi non temettero la prigione e le catene per il nome del Signore; in realtà, armati e rafforzati da Lui, calpestarono persino i poteri e i tormenti del mondo, avendo in se stessi i doni che questo stesso Spirito elargisce e dirige come gioielli alla Chiesa, la Sposa di Cristo.

-        Infatti, è proprio Lui a far sorgere i profeti nella Chiesa, a istruire i maestri, a guidare le lingue, a operare meraviglie e guarigioni, a compiere miracoli, a concedere il discernimento degli spiriti, ad assegnare i compiti di governare, a ispirare e consigliare, a distribuire e ad armonizzare ogni altro dono carismatico. In questo modo Egli completa e perfeziona in ogni luogo e in tutte le cose la Chiesa del Signore.[35]

 

Ricordo il tempo in cui nella Chiesa Cattolica, era il 1967, cominciarono ad esplodere le prime manifestazioni contemporanee del rinnovamento carismatico.

Ø      All'epoca alcuni teologi opinarono che nel ventesimo secolo i doni carismatici dello Spirito in realtà non erano necessari, poiché erano stati dati alla Chiesa primitiva per il fatto che viveva nell'ambiente ostile di una società pagana, e necessitava di quelle manifestazioni dello Spirito Santo per confermare la predicazione del Vangelo.

-        Spero che da quanto è stato esposto nei capitoli precedenti, e dalla testimonianza della nostra esperienza personale, risulti chiaro che ormai

-        non stiamo più vivendo in una società cristiana, e che quindi abbiamo bisogno di tutta la “potenza dall'alto” che ci è possibile ottenere.

Con quale rapidità la cristianità si sta dissolvendo davanti ai nostri occhi! Con quale rapidità sta terminando un'epoca della storia della Chiesa, e ne sta iniziando un'altra!

Ø      Quante cose sono cambiate negli ultimi trenta o quarant'anni! Con che velocità stiamo tornando alla situazione in cui si trovava la Chiesa primitiva, che viveva e predicava il vangelo nel bel mezzo di una società pagana. Quale disperato bisogno abbiamo di una nuova Pentecoste!

 

Il famoso esperto mariano francese, Padre René Laurentin, nel commentare il significato del rinnovamento carismatico per la Chiesa Cattolica ebbe questo da dire:

 

I gruppi pieni di fervore (carismatici o altri) hanno un ruolo importantissimo nella Chiesa contemporanea. Perché

-        oggi la Chiesa, e persino le Chiese (protestanti) si ritrovano nella stretta della propaganda che viene dalle sette e che le divora o, più esattamente, le chiese si trovano sul sentiero della decadenza. Avviene così che

-        il continente cattolico, l'America Latina, in questi anni passati è stato divorato dalle sette. Hanno conquistato oltre il 20% dei cattolici, e ancor di più in alcuni paesi.

-        Oggi l'antidoto più efficace è il rinnovamento carismatico; e si debbono anche aggiungere altri bei gruppi come i Focolari, i Neo - Catecumenali, i Cursillos, come pure i messaggi profetici provenienti dalle apparizioni di Maria in tutto il mondo. Danno alla gente dei nostri tempi l'invito e la Presenza di cui ha bisogno

-        Si può essere grati del fatto che il Rinnovamento è stato un rimedio specifico al formalismo della Chiesa pre-conciliare americana e alle ideologie pastorali della Chiesa europea

-        Si può essere riconoscenti perché il Rinnovamento ha scavalcato l'ambiente razionalistico e sterile nel ricreare un contatto non irrazionale, ma sopra-razionale – al di sopra della razionalità – con Dio, la sorgente della vita: “affinché possano avere la vita, e averla con più abbondanza” (Gv 10,10).[36]

 

Va ricordato che forse il 75 percento delle “sette” protestanti sono Pentecostali. Ciò sta ad indicare l'importanza della “nuova Pentecosteche deve accompagnare la “nuova evangelizzazione”.

Ø      Proprio mentre stavo scrivendo su queste cose mi capitò sulla scrivania la lettera di un prete missionario che svolgeva il ministero a Papua, Nuova Guinea, che illustrava proprio il punto in discussione.

-        Il sacerdote mi comunicava la scarsissima frequenza degli adulti alla Messa e la mancanza di vitalità spirituale nella zona a lui affidata. Colpito dalla vitalità di una vicina chiesa dell'Assemblea di Dio (Pentecostale)

si chiedeva come mai lo Spirito fosse “tanto attivo in quella chiesa, e non nella Chiesa Cattolica? Fu a questo punto che arrivai a conoscere il rinnovamento carismatico cattolico; e la mia necessità personale di pregare per ricevere lo Spirito Santo nella mia vita.”

 

Ad un ritiro organizzato da due sacerdoti australiani: “Il Signore mi ha veramente toccato con lo Spirito. Ho cominciato a capire il significato del battesimo nello Spirito e come lo Spirito Santo cambi davvero la vita e rivitalizzi la chiesa

Ø      Dopo quel ritiro nelle città si formarono molti gruppi di preghiera e il movimento si diffuse e raggiunse perfino le parrocchie più disperse.

Ø      Ho avvertito spesso che lo Spirito Santo per agire non stava ad aspettare i preti, i frati o le suore, ma che procedeva da solo incendiando il cuore della gente che richiede con insistenza la Sua attenzione.”

 

Perché questo rinnovamento è stato così efficace nel portare vitalità alle stagnanti parrocchie nella Nuova Guinea?

Ø      Hanno una sete profonda di Gesù e della Bibbia. Non vogliono che noi preti veniamo a predicare su nessuna delle vecchie cose. Vogliono proprio ascoltare la storia di Gesù. Ad esempio, ricordo di essermi recato in uno dei più piccoli villaggi in riva al fiume, dove una piccola signora anziana mi afferrò la mano, ringraziandomi per essere venuto. “Siamo talmente assetati di Gesù. Devi tornare a darci di più.” Ora, quella fu una cosa elettrizzante, perché in quel paese le donne di solito non aprono neppure bocca…

-        Quando sentivo parlare dei cattolici che si recavano presso altre sette per trovare Gesù, di solito mi risentivo, ma ora capisco meglio le loro necessità.

Penso che dobbiamo riconoscere che il rinnovamento comincia qui nel cuore di ciascuno di noi, e fino a quando non conosciamo Gesù in maniera intima, non siamo in grado di uscire per dare Gesù agli altri.”[37]

 

Indubbiamente vi sono molte opere potenti dello Spirito Santo senza “il disturbo” delle manifestazioni esteriori, e tuttavia talvolta,

Ø      quando vi è un forte movimento dello Spirito Santo, non è un fatto insolito che le cose siano un po' “confuse” o che vi sia un po' di disordine.

Ø      È quanto avvenne nella Chiesa primitiva, nei periodi successivi di rinnovamento spirituale, e oggi è la stessa cosa. Talvolta è il prezzo che va pagato per permettere allo Spirito di soffiare dove vuole Lui.

Persino negli atti del processo di canonizzazione di Ignazio di Lodola, fondatore dei Gesuiti, si narrano fenomeni oggetto di turbamento, simili a quelli che talvolta si riscontrano oggi quando si comincia a sperimentare con fervore la “nuova Pentecoste”:

Ø      Durante gli esercizi (ma anche nel corso di incontri devoti) si produssero fenomeni stranissimi in circa una decina delle sue discepole. Queste furono coperte da una sudorazione di paura e persero i sensi, o, avendo perso  il controllo degli arti, caddero al suolo e, parzialmente o totalmente prive di conoscenza, si rotolarono in spasmi al suolo per circa un'ora.”[38] Forse i primi “santi rotolanti” furono dei Gesuiti che partecipavano a un ritiro?

 

Ovviamente simili manifestazioni esteriori, o persino delle esperienze interiori dello Spirito, non vanno in alcun modo messi sullo stesso piano della santità.

Ø      Nella sua dettagliata analisi di tali manifestazioni Teresa di Avila fa l'interessante rilievo che queste possono esserci date a motivo della nostra debolezza:

Ø      “E nessuno si immagini che, per il fatto che una sorella ha tali esperienze, sia in alcun modo migliore delle altre; il Signore guida ciascuna di noi a seconda delle nostre necessità. Tali esperienze, se usate nel modo giusto, ci preparano ad essere serve migliori di Dio, ma talvolta sono le più deboli che Dio conduce per questa strada; e allora qui non vi è motivo né di approvazione né di condanna. I giudizi vanno fondati sulle virtù. La più santa è colei che serve il nostro Signore con la più grande mortificazione, umiltà e purezza di coscienza.”[39]

 

È interessante notare che Papa Leone XIII aprì il ventesimo secolo con un invito a tutta la Chiesa a pregare per lo Spirito Santo; che Papa Giovanni XXIII chiese a tutti i cattolici del mondo di fare una preghiera per una “nuova Pentecoste in preparazione dell'apertura del Vaticano II, e che un teologo e osservatore privilegiato della Chiesa mondiale della levatura del Cardinal Ratzinger ha definito il tempo che oggi stiamo vivendo: “un'ora Pentecostale”:

 

Ciò che risuona pieno di speranza in tutta la Chiesa universale – e persino in mezzo alla crisi che sta attraversando la Chiesa nel mondo Occidentale – è il sorgere di nuovi movimenti che nessuno ha progettato e nessuno ha chiamato all'esistenza, ma che emergono semplicemente da soli dalla vitalità interiore della fede. Ciò che in essi sta diventando apparente – se pure in modo molto vago – è qualcosa che

-        somiglia moltissimo a un'ora pentecostale nella Chiesa. Penso ad esempio al movimento del Rinnovamento Carismatico, ai Neocatecumenali, al movimento dei Cursillo, ai Focolarini, a Comunione e Liberazione, eccetera.

-        Tutti questi movimenti fanno indubbiamente sorgere molti problemi, ma proprio questo è invariabilmente il caso di tutto ciò che è veramente vivo … Ciò che qui emerge è una generazione nuova della Chiesa che io sto osservando con grande speranza. Trovo sia meraviglioso che

-        lo Spirito è ancora una volta più forte dei nostri programmi e che Si mette in gioco in maniera totalmente diversa da quella immaginata da noi…  Cresce nel silenzio. Il nostro compito – quello di chi ha incarichi nella Chiesa e dei teologi – è quello di tenere la porta aperta verso di loro, di preparare spazio per loro

 

È difficile pensare che il periodo che ha seguito il Concilio sia stato vissuto al livello delle speranze di Giovanni XXIII, che ricercava una “nuova Pentecoste”. Ma la sua preghiera non è stata inesaudita.

-        Al centro di un mondo inaridito da uno scetticismo razionalistico è giunta un’esperienza nuova dello Spirito Santo, che si è manifestata in un movimento di rinnovamento mondiale. Quanto descrive il Nuovo Testamento in riferimento ai carismi – quali segni visibili della venuta dello Spirito Santo – non è più solo un qualcosa che appartiene alla storia antica, al passato: è una storia che oggi sta diventando una bruciante realtà.[40]

 

É chiaro che ci troviamo in mezzo a un importante intervento di Dio che produce un rinnovamento nella Chiesa Cattolica, e forse anche un “nuovo cattolicesimo”, secondo la descrizione di Avery Dulles.

Ø      Talvolta può apparire lento e subire contrattempi, ma lo Spirito di Dio è all'opera con grande potenza. Dalle parole dei Papi, e dagli impulsi dello Spirito nella gente comune, tra milioni di persone ordinarie, giunge con chiarezza un grido: “Questo è il Mio Figlio diletto; ascoltateLo!”

 E allora, ascoltiamoLo davvero!



[1] Cifre presentate in forma di grafico su Time, 5 aprile, 1993, pp. 46-47.

[2] Vinson Synan, The Spirit Said “Grow” (Monrovia, Calif.: MARC, 1992), p. 5.

[3] Ibid., pp. 9-11.

[4] Ibid., p. ii.

[5] Mark Christensen, “Coming to Grips with Losses: The Migration of Catholics into Conservative Protestantism”, America, 26 gennaio, 1991.

[6] Da oltre dieci anni sono il conduttore di un programma settimanale alla radio e alla televisione: “Le scelte giuste” (The Choices we Face).  Oltre ad essere inoltrato negli Stati Uniti  sulla rete EWTN, e sulla rete VISION in Canada, viene trasmesso regolarmente anche in molte altre città da parte di emittenti locali. Quanti volessero ricevere l'elenco degli orari e delle stazioni in cui è disponibile il programma, possono ottenere l'informazione scrivendo a The Choices We Face, Box 7712, Ann Arbor, MI 48107, U.S.A.

[7] Paul Likoudis, “Louisville Priests Tell Archbishop It's Time to Ordain Women Priests”, Wanderer, 19 novembre, 1992, p.1

[8] Joseph E. Davis, “The Protestant Challenge in Latin America”, America, 19 gennaio, 1991, pp. 38 - 39. Peter Steinfield, “Shepherds, or Wolves? Whatever, Flocks Grow”, New York Times, 27 ottobre, 1992, p. A4.

[9] Peter Hebblethwaite, “Cardinals Study Sects, Digressing To Aim at Other Targets”, National Catholic Reporter, 19 aprile, 1991, p.6

[10] Cardinal Hyacinthe Thiandoum, “The Gospel, Inculturation and Dialogue”, L'Osservatore Romano (Ed. Inglese), 20 aprile, 1994, p.11.

[11] Gerard O'Connell, “Arinze on African Synod”, Inside the Vatican, aprile 1994, pp. 41 - 43.

[12] “Sects or New Religious Movements: Pastoral Challenge”, L'Osservatore Romano (Ed. Inglese), 19 maggio, 1986, p. 5, sez. 5, par. 2.

[13] Vescovo Paul Cordes, “Voices: Bishop Paul Cordes on the Role of Lay Movements”, National Catholic Register, 24 giugno, 1990, p.6

[14] Papa Giovanni Paolo II, citato in “The Protestant Challenge in Latin America”, di Davis, p. 44.

[15] Cardinal Francis Arinze, “A Pastoral Approach to the Challenge Posed by the New Religious Movements”, L'Osservatore Romano, Ed. Inglese), 15 aprile, 1991, pp. 5 seg.

[16] Sherry Weddell, “Evangelicals in Brazil”, Catholic World Report, marzo 1992 ,pp. 6-7.

[17] Lettera di Francis Xavier da Cochin, 31 dicembre, 1543. Henry James Coleridge, The Life and Letters of St. Francis Xavier, 3a ed., Vol. I (Londra: Burns and Oates, 1902), pp. 155-56.

[18] Papa Giovanni Paolo II, “Address to Bishops of Latin America”, L'Osservatore Romano (ed. inglese), 21 ottobre, 1992, p. 7. sez. 6.

[19] Ibid., p. 7, sez. 12. I vescovi americani hanno redatto recentemente anche una importante lettera pastorale sulla evangelizzazione, “Andate e fate discepoli”, che promuove persino ulteriormente l'eccellente lavoro svolto su questo argomento. Da un punto di vista teologico è chiaro, fonte di ispirazione ed anche pratico.

[20] Ibid., p. 8, sez. 19.

[21] Ibid., p. 10, sez. 30.

[22] Giovanni Paolo II, “Your 'Way' Builds up Parishes”, L'Osservatore Romano (ed. Inglese), 9 febbraio, 1994, p. 7.

[23] Avery Dulles, S.J., Giovanni Paolo II e la Nuova Evangelizzazione (New York: Fordham University, 1992), p. 3

[24] Ibid., pp. 3-4.

[25] Ibid., p. 4.

[26] Ibid., pp. 13, 16-17.

[27] Joe Loconte, “Peering over the Orthodox-Evangelical Crevasse”, Christianity Today, 9 novembre, 1992, p. 63.

[28] Papa Giovanni Paolo II, “May  Mary's Prayers Guide Latin Americans to a New Pentecost”, L'Osservatore Romano (ed. inglese), Riflessioni domenicali sull'Angelus, 23 settembre, 1992, p. 8.

[29] Kilian McDonnell e Gorge T. Montague, Fanning the Flame: What Does Baptism in the Holy Spirit Have to Do with Christian Initiation? (Collegeville, Minn., U.S.A: Liturgical Press, 1991), pp. 20-21. L'opera più lunga da parte degli stessi autori, su cui si basa Fanning the Flame, è Christian Initiation and Baptism in the Holy Spirit (Collegeville, Minn., U.S.A., Liturgical Press, 1991),

[30] Ibid., pp. 26-27. La peana poetica allo Spirito Santo è attribuita al Metropolita Ignatios of Latakia, “Main Theme Address”, The Uppsala Report 1968 (Geneva: WCC, 1969), p. 298.

[31] Vescovo Paul Cordes, “The Call to the Catholic Charismatic Renewal of the Church Universal”, dato a Pittsburgh, Pennsylvania, U.S.A., nel giugno  1992. Testo disponibile presso l'ufficio stampa dell'Università Francescana di Steubenville, Ohio.

[32] N. Cabasilas, citato da Padre Raniero Cantalamessa, La Vita nella Signoria di Cristo (Kansas City, Mo.: Sheed and Ward, 1990), p. 143 – (Edizione Italiana: Editrice Ancora, Milano, Via G.B. Piccolini, 8 – CAP 20154)

[33] Ibid., p. 134.

[34] Costituzione sulla Chiesa, Lumen Gentium, 12.

[35] Giovanni Paolo II, Enciclica Veritatis Splendor (Lo splendore della verità), sez. 108.

[36] René Laurentin, “25 ans déjà…”, Il est vivant! gennaio - febbraio 1992, pp. 8-9. Traduzione di Ralph Martin.

[37] “Una testimonianza: Padre Edward Bauer, S.V.D., a Papua, Nuova Guinea”, Notiziario ICCRO, settembre - ottobre 1993, p.3.

[38] Citato in Charisms and the New Evangelization del Vescovo Paul Joseph Cordes (Middlegreen, Slough, U.K.: St. Paul Publications, 1992), pp. 32-33. Questo libro è disponibile nell'America del Nord presso la Franciscan University Press, Steubenville, Ohio.

[39] Teresa di Avila, Il Castello interiore (New York: Doubleday, Image Books, 1989), p. 184, 6ª mansione, cap. 8.

[40] Cardinal Joseph Ratzinger con Vittorio Messori, The Ratzinger Report (San Francisco: Ignatius Press, 1985), pp. 43-44, 151.

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