CAPITOLO 9 Vivere nella fede

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MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 20:39

Chiesa e rinnovamento

CAPITOLO 9

Vivere nella fede

 

 

Si sono fatte molte ricerche per determinare il motivo per cui le principali chiese protestanti stanno sperimentando una tale diminuzione nel numero dei membri,

Ø      mentre le comunità cristiane bibliche conservatrici e non-denominazionali crescono tanto rapidamente, e questo non nella rurale Appalachia ma nei principali centri metropolitani. Tutti questi studi indicano una direzione simile. Ed ecco le conclusioni riassunte da uno studio recente:

Ø      “Nel nostro studio, il miglior indicatore della frequenza alla chiesa è risultato il credo o credenza la credenza cristiana ortodossa, e in particolare l’insegnamento che una persona può essere salvata solo attraverso Gesù Cristo.[1]

…Il problema di base delle principali chiese non può essere risolto solo con nuovi programmi per lo sviluppo della chiesa.

Ø      Quel problema consiste nell’indebolimento della convinzione spirituale richiesta per generare l’entusiasmo e l’energia necessari a sostenere una vigorosa vita comunitaria. Per qualche motivo, nel secolo scorso

Ø      queste chiese hanno perduto la volontà o la capacità di insegnare la fede cristiana e quanto essa esige ad una serie di moltitudini di giovani; non ha trovato il modo di suscitare la loro lealtà e fedeltà”[2]

Altri studi dimostrano che una fede vigorosa è correlata alla salute mentale:

Ø      I seguaci di «quella vecchia religione”, bersaglio preferito dei fumetti, possono ridere per ultimi: La loro fede dà loro un forte margine di salute mentale … E un nuovo studio indica che [essi] sono molto più ottimisti dei seguaci di religioni moderate o liberali.

“«Sappiamo che gli ottimisti sono meno vulnerabili alla depressione, e l’ottimismo è in relazione ad alti raggiungimenti», dice lo psicologo Sheena Sethi dell’Università di Stanford.”[3]

 

Oggi nella Chiesa Cattolica è stato sviluppato un lavoro enorme per “professionalizzare” chi lavora nella Chiesa.

Ø      Proliferano lauree e programmi con attestati, ed è sempre più difficile servire nella Chiesa senza tali qualifiche.

-         Ma se tali formazioni professionali possono essere molto utili, ciò che è assolutamente decisivo per il successo della vita e missione della Chiesa è la fede.

-         Di recente i membri del consiglio del Centro Nazionale per i Laici con Sede a Chicago ha vivacemente sottolineato di aver: “ …rilevato che indipendentemente da quante tecniche moderne la Chiesa adotti, applicate agli affari e in amministrazione, se non vi è fede, si realizzerà ben poco progresso.

Ø       

E citò la storia di una congregazione nera evangelica di Brooklyn, N.Y., che ha avuto un impatto notevole sulla sua comunità, in gran parte impoverita.

Ø      Pur avendo quella congregazione pochi professionisti tra i suoi membri, ciò che traspare con forza è che la congregazione ha fede.

E talvolta è proprio ciò che noi abbiamo perso…. Talvolta ce la caviamo con la religione, ma non siamo bravi nella fede, e talvolta questo fa scoprire la nostra lacuna. Non presentiamo la Persona di Gesù in maniera convincente.”[4]

Ø      Giovanni Paolo II ha rilevato con urgenza la necessità fondamentale, date le circostanze del mondo contemporaneo, di orientarsi verso Dio nella fede:

L’intera umanità, che vive tempi davvero difficili, ne ha un bisogno estremo. Come rimanere in silenzio, infatti, davanti al triste spettacolo di violenze carnali e di crudeltà indescrivibili che pare spinga individui e intere popolazioni sull’orlo dell’abisso?

Ø      Come può essere che, nel nostro secolo, un secolo di scienza e tecnologia capace di penetrare i misteri dello spazio celeste, ci troviamo ad essere

-        spettatori impotenti davanti alle orribili violazioni della dignità umana? …. È giunto il momento di ritornare a Dio! … Vi prego, permettetemi di gridarlo forte: “È il momento di ritornare a Dio!”

-        Alla persona che ancora non ha la gioia della fede è richiesto il coraggio di cercarla con fiducia, perseveranza e apertura.

A chiunque abbia la grazia di possederla chiediamo di valutarla come il bene più prezioso della sua vita, di viverla pienamente e renderle testimonianza con passione. Il nostro mondo ha fame di fede, di una fede autentica e profonda, perché solo Dio può soddisfare pienamente il desiderio del cuore umano.[5]

 

Il Cardinal König, arcivescovo di Vienna in pensione, parla della crescente burocrazia della Chiesa in sostituzione della conversione:

Ø      “Negli ultimi giorni un cardinale tedesco è venuto a farmi visita qui a Vienna, e mi ha detto: ‘Producono troppo materiale stampato, non ce la faccio a leggerlo tutto. Io lo peso per vedere se aumentano le spese postali …” Ma il vero pericolo è quello della burocrazia, una tendenza che si ripete nelle diocesi e nelle parrocchie. Per evitare la propria conversione si crea la burocrazia.”[6]

Il Vescovo Paul Cordes espone un’idea simile:

 

Tuttavia, va riconosciuto che la proclamazione del Vangelo incontra limitazioni non appena le forze istituzionali o professionali, ossia i puri e semplici “esperti”, prendono il sopravvento.

Ø      Il professionalismo sviluppa una tecnica che fornisce uno scudo conveniente contro gli impulsi che animano la persona. Il carrierismo, l’arrivismo, sia nel pensiero sia nell’azione, viene a sostituire motivazioni più autentiche. E così è bloccata la capacità di portare testimonianza

 

Non è sicuramente un caso che nella Chiesa primitiva lo sviluppo dei ministri ordinati si compiva solo lentamente, e che le relative tracce nel Nuovo Testamento sono state scoperte solo dopo molti sforzi.

Ø      L’importanza del sacramento degli Ordini Sacri, persino più chiaramente visibile sotto il soffio dello Spirito Santo, portò indubbiamente anche il rischio che i membri della Chiesa fossero esonerati ingiustificatamente e con pregiudizio dalla loro responsabilità verso la missione della Chiesa – fatto che non diminuisce in alcun modo la legittimità biblica e dogmatica del ministro …

La proclamazione del Vangelo attraverso l’imitazione di Cristo rende assurdo contare esclusivamente sulla formulazione di programmi e concetti, sulla fondazione di istituti e la compilazione di curricula per perseguire l’evangelizzazione

Ø      l’evangelizzazione non è un processo sociale, da prepararsi e da attuare secondo modelli burocratici; deve sgorgare dal cuore della gente.[7]

 

Cos’è, allora, la fede?

Ø      La fede è un modo di conoscere e vedere realtà al momento invisibili, ma che sono persino più importanti delle realtà che possiamo vedere con gli occhi biologici.

Se avessimo quella inclinazione, si potrebbe esporre un’ottima tesi che forse il tema centrale della Bibbia è la fede:

è      La fede è la certezza delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Per mezzo di questa fede gli uomini del Vecchio Testamento ricevettero l’approvazione divina. Per fede noi sappiamo che il mondo fu creato dalla parola di Dio, sì che da cose non visibili è stato fatto quello che si vede” (Eb 11, 1-3).

 

E come viene la fede?

Ø      È un dono di Dio che Egli offre a tutti. Di solito la fede viene dall’ascolto della predicazione della verità del Vangelo, dal vedere o sentir parlare dei segni e delle prove che confermano la sua verità, e dall’opera diretta dello Spirito Santo nell’anima (Rm 10, 8-15; 2 Cor 3, 16-18; Gv 14, 10-11; 1 Ts 5,9 ecc). La Scrittura usa il concetto di fede con più significati diversi.

Un significato di quanto insegna la Scrittura sulla fede è: la fede come nel “deposito della fede” (2 Tm 1, 13-14; 2,2; Giuda 3), cioè, quell’insieme di verità rivelate da Dio.

1.    Un significato principale di fede in questo senso è fede come conoscenza della verità. È questo è il significato di fede che innanzi tutto intendiamo quando parliamo di trasmettere “la Fede” o di insegnare “la Fede”. Ovviamente, per quanto essenziale possa essere la fede “propositiva”, questa non basta. “Anche i demoni credono” (Giacomo 2,19) ma a loro manca l’obbedienza e la fiducia o affidamento.

2.     Un altro significato della fede che troviamo nella Scrittura è fede come nell’ “obbedienza della fede” (Rm 1,5; 16,26). In questo senso la fede è quella conoscenza della verità che contiene in sé, implicito o esplicito, un invito all’obbedienza. Un’altra notissima formulazione di questo aspetto sarebbe:

è      La fede di per sé, se non ha le opere, è morta” (Giacomo 2,17). Oppure, come disse Gesù:

è      Se rimanete fedeli alla Mia parola, siete davvero Miei discepoli; conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi" (Gv 8, 31-32). Nell’insegnamento della Scrittura vi è una chiara implicazione che in realtà è l’obbedienza alla verità rivelata ad aprire e a dispiegare una conoscenza più profonda di quella stessa verità.

3.     Un terzo uso, e forse il più comune, della parola fede nella Scrittura è fede come fiducia: “E beata colei che ha creduto che si sarebbero adempiute le parole che il Signore le aveva rivolto” (Lc 1, 45).

L’essenza fondamentale di tutto il messaggio di Gesù è confidare in Lui e nel Padre:

è      Se dunque Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, quanto più vestirà voi, gente di poca fede? Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l'animo in ansia. Tutte le nazioni del mondo, infatti, cercano queste cose: e il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e anche queste cose saranno vostre” (Lc 12, 28-31).

 Il tipo di fede a cui Gesù ci chiama è la fede nella bontà di Dio, nella Sua potenza, nella Sua veridicità, e più di ogni altra cosa nell’amore personale di Dio verso ciascuno di noi in ogni aspetto della nostra vita e necessità.

Ø      Egli ci chiama a quel tipo di resa e di abbandono (conversione) possibile solo quando sappiamo e conosciamo chi è Dio.

Ø      È il tipo di fede di Giobbe quando riuscì a dire che avrebbe confidato in Dio anche se “Mi ucciderà” (Gb 13,15).[8]

Talvolta quando la Scrittura si riferisce alla fede sono impliciti tutti e tre i significati: “Questa infatti è la volontà del Padre Mio, che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna" Gv 6,40).

 

4.     Una quarta dimensione della fede di cui parla la Scrittura è quella che potremmo chiamare la “fede carismatica”: la fede che opera meraviglie, che smuove le montagne, che libera la potenza di Dio nei segni e nei prodigi.

 

 In ogni caso, la fede nella Scrittura è chiaramente presentata come la nostra ancora di salvezza verso Dio. La fede è ciò che inaugura, sostiene e approfondisce la nostra relazione con Dio.

Ø      Quanto è vitale il cavo dell’ossigeno per il sommozzatore in alto mare, tanto lo è la fede nella nostra vita con Dio.

Ø      E poiché essa è così importante, in questo capitolo lascerò che spesso siano proprio le parole della Scrittura a esprimersi.

La forza, la frequenza e la chiarezza di quanto dice la Scrittura sulla fede è davvero straordinaria. Forse qualcuno di voi potrebbe trovare utile, nei momenti di preghiera e di studio, riflettere sui brani della Scrittura esposti in questo capitolo e nei prossimi due.

 

è      Senza la fede però è impossibile esserGli graditi; chi infatti s'accosta a Dio deve credere che Egli esiste e che ricompensa coloro che Lo cercano” (Eb 11,6).

è      Il mio giusto vivrà mediante la fede; ma se indietreggia, la Mia anima non si compiace in lui. Noi però non siamo di quelli che indietreggiano e sono distrutti, bensì uomini di fede che custodiscono la loro anima” (Eb 10, 38-39).

è      E chi furono coloro che Lo provocarono per quarant'anni?' Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto? E a chi giurò che ‘non sarebbero mai entrati nel Suo riposo,' se non a quelli che furono disobbedienti? In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede” (Eb 3,17-19).

 

Come, migliaia di anni fa la mancanza di fede impedì al popolo di Israele di entrare nella terra promessa, così

Ø      anche oggi la mancanza di fede fa sì che Gesù, la pietra angolare di una creazione nuova, sia per alcuni una pietra d’inciampo che li fa cadere:

è      “Che diremo dunque? Che i pagani, che non ricercavano la rettitudine, l’ hanno raggiunta; cioè la rettitudine che deriva dalla fede; mentre Israele, che ricercava la rettitudine basata sulla legge, non è riuscito a osservare quella legge.

E perché mai? Perché non la ricercava attraverso la fede, ma come se derivasse dalle opere. Hanno urtato così contro la 'pietra d'inciampo,' come sta scritto: Ecco che Io pongo in Sion una pietra di inciampo e un sasso che li farà cadere; ma chi crede in Lui non sarà svergognato” (Rm 9,30-33).

 

La fede ci apre alla gloria della vita con Dio, ci sostiene lungo il cammino e ci porta alla gloriosa conclusione che ci attende quando Gesù Cristo tornerà:

è      “Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella Sua grande misericordia Egli ci ha dato una nuova nascita per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, e per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per una salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi.

Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere per un po' di tempo afflitti da varie prove, perché la genuinità della vostra fede, molto più preziosa dell'oro che, pur destinato a perire, si prova col fuoco, possa ridondare di lode e gloria e onore alla rivelazione di Gesù Cristo. Voi Lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederLo credete in Lui ed esultate di gioia indicibile e gloriosa. Quale risultato della vostra fede, ottenete la salvezza delle vostre anime” (1 Pt 1,3-9).

 

La fede è la via attraverso la quale è liberata la potenza nella nostra vita e nel mondo. Più e più volte nel Vangelo troviamo Gesù che commenta come fu la fede della gente in Lui e in Suo Padre a permetterGli di operare miracoli per loro: “Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Coraggio, figliolo, ti sono perdonati i tuoi peccati" (Mt 9,2).

è      “Gesù, voltatosi, la vide e disse: "Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita". E in quell'istante la donna guarì” (Mt 9,22).

è      “Allora toccò loro gli occhi e disse: "Sia fatto a voi secondo la vostra fede" (Mt 9, 29).

è      “Gesù gli disse: "Se Tu puoi! Tutto è possibile per chi crede" (Mc 9,23).

è      “Gesù vista la loro fede, disse al paralitico: "Figliolo, ti sono perdonati i tuoi peccati" (Mc 2,5).

           

Talvolta Gesù disse chiaramente che proprio la mancanza di fede Gli impediva di operare miracoli in un luogo particolare o per alcune persone:

è      “E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità. (Mt 13,58).

Allo stesso tempo spiegò chiaramente che una fede relativamente piccola era in grado di liberare una potenza davvero notevole;

è      “In verità vi dico: Se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile” (Mt 17,20).

 

A Gesù non interessava che le persone cambiassero la geografia della Palestina: lo avrebbe fatto Egli Stesso quando sarebbe ritornato nella gloria!

-        Gli interessava invece far sapere ai Suoi discepoli che una quantità relativamente piccola di fede – il seme di senapa è piccolissimo – se impiegato con amore nella preghiera e nell’azione può produrre risultati notevoli.

Uno dei capitoli più commoventi della Scrittura è Ebrei 11: consiste in un inno ai molti uomini e donne del Vecchio Testamento che hanno vissuto per la fede e che per questo

è      mediante la fede conquistarono regni, rafforzarono la giustizia, ricevettero promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trassero forza dalla loro debolezza, divennero potenti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri. Alcune donne riebbero per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per poter risorgere ad una vita migliore” (Eb 11, 33-35).

L’apostolo Giovanni si è espresso in questo modo:

è      Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede” (1 Gv 5,4).

La fede è la chiave per la realizzazione delle promesse di Dio: “E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,45).

è      “Noi, infatti, mediante lo Spirito, attendiamo dalla fede la speranza della rettitudine. Poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta, ma la fede che opera per mezzo dell’amore” (Gal 5, 5-6).

è      Questa infatti è la volontà del Padre Mio, che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna; Io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (Gv 6,40).

La fede è anche un antidoto alla paura e all’ansietà: “Non sia turbato il vostro cuore. Credete in Dio; credete anche in Me” (Gv 14,1).

è      “Ma Gesù che aveva udito rispose: "Non temere, soltanto abbi fede e sarà guarita" (Lc 8,50).

è      “Poi disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?" (Mc 4,40).

 

La Scrittura inoltre afferma con chiarezza che una simile fede e fiducia fondamentale è importante non solo all’inizio o nei momenti di rinnovamento della vita cristiana, ma che

-        ha lo scopo di essere impiegata su base quotidiana in modo tale da rendere diversa la vita del cristiano, persino in mezzo alle difficoltà.

 

Uno dei miei brani preferiti della Scrittura esprime benissimo questo concetto:

è      Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che ora vivo nella carne io la vivo mediante la fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato Se Stesso per me. Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione venisse dalla legge, Cristo sarebbe morto invano” (Gal 2, 20-21).

Noi siamo stati crocifissi con Cristo. Nel battesimo, del quale ci appropriamo per fede, ha avuto luogo una transazione profonda.

-        Abbiamo condiviso la crocifissione di Cristo e così sin da ora possiamo cominciare a condividere la Sua risurrezione. Ora lo Stesso Cristo abita in noi!

-        Parlatemi di una risposta ai problemi di auto-stima, del valore attribuito alla vita dell’individuo e della dignità umana! Quale incredibile dignità ci è stata conferita: Cristo Stesso, il Figlio di Dio, vive in noi!

Partecipiamo ancora pienamente alla condizione umana; non siamo allontanati da questo mondo caduto, peccaminoso, ingiusto. Continuiamo a condividere le sofferenze, le delusioni e le tragedie della vita, ma con una enorme differenza: ora possiamo vivere ogni giorno una vita di fede nel Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato Se Stesso per me.

 

Quale incredibile sorgente di forza è mai questa! Non so dirvi quanto io sia grato di potermi alzare al mattino avendo fede nel Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato per me la Sua vita.

Ø      Non so dirvi quanto io sia riconoscente che come marito e padre di sei figli, esposto a tutte le pressioni e tentazioni come tutti, posso contare su Cristo che mi ha amato e ha dato Se Stesso per me, per mia moglie, per i miei figli e per ciascuno di noi. Da Lui continuo a ricevere forza, energia, speranza e il coraggio di procedere, mediante la fede, su base quotidiana.

-        La fede quotidiana nel Figlio di Dio, nel ricordo del Suo amore, del Suo sacrificio e dell’impegno di alleanza verso di noi, è la norma di vita del cristiano.

Quale differenza vivere in questo mondo e procedere ogni giorno nella vita con la fede nel Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato Se Stesso per me!
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 20:40

Ovviamente è nell’Eucaristia, alle parole: “fate questo in memoria di Me”, che ricordiamo in modo speciale Colui che mi ha amato e ha dato Se Stesso per me, e proprio lì, in modo particolare, riceviamo la forza, il nutrimento spirituale e il cibo per il viaggio.

Ø      Poiché la fede è tanto decisiva per tutto ciò che Dio desidera che avvenga per noi, è comprensibile che i nostri “nemici” – il mondo, la carne e il diavolo – cospireranno insieme con particolare impegno per distruggere la nostra fede, la fede degli altri e della Chiesa.

Poiché a causa della nostra natura umana di peccato, anche dopo esser stati redenti siamo ancora portati con forza all’auto-giustificazione e a contare su noi stessi, dobbiamo ricordare regolarmente le severe parole che Paolo rivolse ai Galati:

è      O stolti Galati, chi vi ha mai ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso? Questo solo io vorrei sapere da voi: è per le opere della legge che avete ricevuto lo Spirito, o per aver ascoltato con fede? Siete così sciocchi? Dopo aver cominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne? Tante esperienze le avete fatte invano? Se almeno fosse invano! Colui che dunque vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della legge o all’ascolto con fede? … Di conseguenza, quelli che hanno la fede sono benedetti insieme ad Abramo che ebbe fede. Quelli invece che fanno affidamento sulle opere della legge, stanno sotto la maledizione” (Gal 3, 1-10).

Questo brano ha un’importanza straordinaria per noi e per tutta la Chiesa.

Ø      Lo Spirito è riversato su quelli che hanno fede nella Croce di Cristo.

-        Lo Spirito opera portenti in mezzo a coloro che hanno fede nell’opera salvifica di Cristo.

-        In noi e nella Chiesa vi è la tendenza profondamente radicata a cominciare nella fede, nello Spirito, e poi poco a poco,

-        nel tempo, a lasciarci trascinare di nuovo nelle forme esteriori, nei sistemi e programmi progettati, nel fare affidamento sulla nostra forza personale, intelligenza e duro lavoro.

-        È facilissimo cadere nell’errore di contare su qualcuno diverso dallo Stesso Gesù Cristo. Dobbiamo aiutarci l’un l’altro a non farlo, perché

-        quanti dipendono da qualcos’altro, diverso dalla Persona di Gesùsono sotto la maledizione”.

Se sperimentiamo la mancanza di potenza dello Spirito Santo nella nostra vita o nel nostro cantuccio di Chiesa può darsi sia perché, come i Galati, ci siamo allontanati dalla fede semplice in Gesù Cristo e da tutto ciò che Egli ha fatto per noi e per il mondo attraverso il Suo straordinario sacrificio sulla Croce. O magari alcuni di noi non si sono mai arresi a Gesù in una fede semplice e completa.

 

Ecco come Padre Cantalamessa esprime questo concetto:

È anche possibile ricadere impercettibilmente sotto la legge persino dopo aver sperimentato la libertà e la grazia dello Spirito.

-        Nella sua vita apostolica San Paolo dovette combattere due grandi battaglie, quella di

-        sollecitare il Giudaismo a passare dalla legge alla grazia, dalla vecchia alla nuova alleanza, e quella di

-        impedire a intere comunità che avevano fatto quel passaggio di tornare indietro e lasciarsi di nuovo inghiottite dalla legge e dalle opere … Egli ci dimostra che

-        possiamo distaccarci dalla grazia anche in altri modi oltre che col peccato … (Gal 5,4).

-        Conosciamo un solo modo per separarci dalla grazia, ed è esattamente per mezzo del peccato mortale perché abbiamo impoverito il significato della parola “grazia” riducendola a una “cosa”.

-        Ma possiamo separarci dalla grazia anche attraverso il legalismo, ricercando la nostra giustizia personale, e con la paura. Per questo San Paolo avverte i Romani dicendo loro: “E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura” (Rm 8,15).

Il pericolo di “finire con la carne” e di ricadere con la mente e col cuore nel Vecchio Testamento non è terminato con la morte di Paolo; è sempre esistito e sempre esisterà e

-        noi dobbiamo lottare contro di esso ed evitarlo proprio come fece Paolo ai suoi tempi. Vivere nella nuova alleanza è come nuotare contro corrente.

-        Origene scrisse: “Non pensate che il rinnovamento della vita verificatosi una volta per tutte all’inizio sia sufficiente; è necessario rinnovare di continuo la novità, ogni giorno.[9] 

 

Possiamo cadere nel peccato di incredulità indurendo il cuore davanti alle parole e alle opere di Gesù:

è      “Per questo come dice lo Spirito Santo: Oggi, se udite la Sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, nel giorno della prova nel deserto, dove i vostri padri Mi misero alla prova, e videro per quarant'anni le Mie opere. Perciò fui provocato da quella generazione … Così ho giurato sulla Mia ira: Non entreranno nel Mio riposo.

Guardate perciò, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che vi porti ad allontanarvi dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura quest'oggi, perché nessuno di voi s'indurisca sedotto dal peccatoIn realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede (Eb 3, 7-13; 19).

È scandalosamente possibile aver fatto l’esperienza del Signore e delle Sue opere, e ciò nonostante indurire il cuore. Signore, abbi misericordia di noi!

è      All'udirli il Signore ne fu adirato; un fuoco divampò contro Giacobbe e la Sua ira esplose contro Israele, perché non ebbero fede in Dio né confidarono nella Sua potenza salvifica … Mangiarono e furono ben sazi, poiché Dio dette loro ciò che agognavano. La loro avidità non era ancora saziata, avevano ancora il cibo in bocca, quando l'ira di Dio si alzò contro di essi, facendo strage dei più vigorosi e  abbattendo i migliori d'Israele. Con tutto questo continuarono a peccare e non credettero nonostante i Suoi prodigi” (Sal 77 [78], 21-22; 29-32).

è      Vi ho detto che sareste morti per i vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati" (Gv 8,24).

Mentre abbiamo un forte impulso a discostarci dalla fede, sollecitati da un ambiente mondano che ridicolizza la fede e agisce quasi esclusivamente sulla base di ciò che può vedere con gli occhi biologici,

Ø      lo stesso tentatore, Satana, è quanto mai interessato a indebolire e, possibilmente, a distruggere la nostra fede in Cristo. Questa è stata sin dagli inizi la sua strategia.

Ø      Nell’Eden iniziò la sua trama diabolica di distruggere il genere umano e di schernire Dio cercando di insinuare nei nostri progenitori il dubbio su quanto conoscevano della Parola di Dio e sulle intenzioni del cuore di Dio nei loro confronti:

è      É vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?". Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete".

Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto!". Anzi, Dio sa che, quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male" (Gn 3, 1-5).

 

Gesù e gli apostoli si rendono ben conto che “Il vostro avversario, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando qualcuno da divorare” (1 Pt 5,8).

Ø      Gesù aveva avvertito Pietro in modo specifico dell’imminente attacco satanico:

è      “Simone, Simone, ecco Satana ha chiesto di vagliarti come il grano; ma Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, rafforza i tuoi fratelli" (Lc 22, 31-32).

Gesù era talmente preoccupato dell’imponente assalto alla fede che stava per sopraggiungere, da fare questa ponderata dichiarazione:

è      “Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18,8).

Anche Paolo esprime la sua grande apprensione:

è      “Per questo, non potendo più resistere, mandai a prendere notizie sulla vostra fede, per timore che il tentatore vi avesse in qualche modo tentati e così diventasse vana la nostra fatica” (1 Ts 3,5).

Talvolta il diavolo può servirsi di sottigliezze e di irriverenti complessità per sedurci e allontanarci dalla fiducia piena in Cristo, chiave di una vita cristiana proficua:

è      Temo però che, come il serpente ingannò Eva  con la sua malizia, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro devozione sincera e pura a Cristo” (2 Cor 11,3).

Ma Gesù e gli apostoli non solo mettono in evidenza il problema dell’attacco alla fede, ma ci danno anche consigli precisi su come contrapporsi allo stesso:

è      Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Gc 4,7).

è      Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi” (1 Pt 5,9).

è      “… Soprattutto, tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno” (Ef 6,16).

 

Quando nei vari luoghi parlo di questi argomenti, talvolta chiedo per alzata di mano quanti sperimentino un attacco alla loro fede.

Ø      Molto spesso la maggioranza dei presenti – e talvolta si tratta di auditori di molte migliaia di personeindicano di avvertire che la loro fede è sotto attacco. Penso che ciò valga anche per molti di voi che ora leggete questo libro.

Se è così, vi suggerisco di interrompere la lettura e di pregare prima di procedere, e di fare proprio ciò che gli apostoli ci hanno appena consigliato.

Ø      Preghiamo adesso, aggrappandoci alla nostra fede, sottomettendoci a Dio, resistendo al diavolo e

-        affidandoci nelle mani di Dio, per chiederGli l’aiuto necessario a resistere e vincere questo attacco.

-        Rinunciamo ancora una volta a Satana e a tutte le sue opere e pompe, come abbiamo fatto nel battesimo e nel rinnovo annuale delle promesse battesimali, e riaffermiamo la nostra fede in Cristo e nella Sua sufficienza.

Se ci sottomettiamo a Dio e resistiamo al diavolo, questi se ne fuggirà via.

 

Signore Gesù, torno a sottomettermi a Te e al Padre.

Voglio stare sotto le Tue regole e sotto la Tua protezione.

Credo in Te. Ho fiducia in Te. Tu sei la mia sola speranza.

 Io non accetto le menzogne del diavolo. Non voglio cedere alle sue tentazioni.

 Aiutami con la Tua grande potenza .

Dammi la grazia di resistergli e di rimanere saldo nella fede.

 Rinuncio a Satana, a tutte le sue opere e alle sue menzogne tentatrici. Io appartengo a Gesù e sono sotto la Sua protezione.

 

Per quanto negativi e tormentati possano essere questi assalti alla fede, Dio permette che abbiano un ruolo positivo nella maturazione e nella purificazione della nostra fede:

è      Considerate perfetta gioia, fratelli miei, quando incontrate ogni sorta di prove e difficoltà, sapendo che la prova della vostra fede produce la fermezza. E la fermezza completi l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, senza mancare di nulla” (Gc 1, 2-4).

è      Ora per un po' di tempo potete dover subire varie prove, perché la genuinità della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire si prova col fuoco, possa contribuire alla lode, gloria e onore nella rivelazione di Gesù Cristo” (1 Pt 1, 6-7).

Quando attraversiamo le molte “prove”, è di grande aiuto ricordare che Dio tiene le mani su di noi e che permette quelle prove, e Si serve proprio della forza delle prove per attirarci più vicini a Sé e approfondire in noi quella purezza del cuore senza la quale non possiamo vedere Dio.

Ø      In quei periodi, come sempre, è particolarmente utile tenere gli occhi fissi su Gesù:

è      “Anche noi dunque, circondati da un così gran numero di testimoni, deponiamo tutto ciò che è di peso e il peccato che ci intralcia, corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli, in cambio della gioia che Gli era posta dinanzi, Si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia, ed è seduto alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a Colui che ha sopportato contro di Sé una così grande ostilità da parte dei peccatori, per non stancarvi né perdervi d'animo” (Eb 12, 1-3).

 

Gesù ispira la nostra fede; Gesù sostiene la nostra fede; Gesù perfeziona la nostra fede.

Ø      Il solo fatto di essere con Gesù, di conoscere bene le Sue parole, di ricordare chi Egli è e cosa ha fatto per noi, di essere uniti a Lui nella preghiera, nella comunità cristiana (dove due o tre sono riuniti nel Suo nome, Egli è presente!) e in special modo nell’Eucaristia; tutte queste cose aiutano, e la nostra fede in Lui, la nostra relazione con Lui, crescono e si sviluppano.

Paolo spiega chiaramente, in modo specifico e con molta logica, come ci giunge la fede e distingue in particolare il ruolo che ha l’“ascolto” della Parola di Dio in questo processo.

Ø      Ciò che vale riguardo al modo in cui viene la fede, vale anche per come essa può crescere:

è      Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore” (cioè la parola della fede che noi predichiamo). Poiché se confesserai con la bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio Lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti l’uomo crede, per essere giustificato, e con la bocca confessa per avere la salvezza.

“Dice infatti la Scrittura: Nessuno di quanti credono in Lui sarà svergognato.” Poiché non c'è distinzione tra Giudeo e Greco, dato che Lui Stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che Lo invocano. Infatti: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.” Ora,

è come potranno gli uomini invocarLo senza aver prima creduto in Lui?

è E come potranno credere in Lui, senza averne sentito parlare?

è E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?

è E come potranno gli uomini annunziarLo, senza essere stati inviati?

Come sta scritto: 'Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!” (Rm 10, 8-15).

 

Quanto è importante ascoltare e leggere la Parola di Dio! Quanto è importante nutrirci della Sua Parola, così come del Suo Corpo e del Suo Sangue!

Ø      La Sua Parola è vita vera per la nostra anima, salute per il corpo, forza e speranza per lo spirito.

Ø      E quanto è importante cercare le opportunità per aiutare anche gli altri ad ascoltare la Sua Parola.

Quale chiarezza di pensiero: tutti coloro che invocano il nome di Gesù saranno salvati. Ma come potranno invocare Colui nel quale non hanno creduto? E come potranno credere in Colui di cui non hanno sentito parlare?

 

Se non avete mai aperto il cuore a Gesù prima d’ora, fatelo adesso.

Ø      Egli vuole annientare la vostra disperazione e darvi una speranza vera e concreta che non sarà delusa.

Se non vi siete mai arresi a Lui cedendoGli la vostra vita, fatelo adesso. Vuole ricevere indietro come un dono la vostra vita, e prenderSi teneramente cura di voi.

-        Se non Gli  avete mai affidato le vostre ferite, il vostro dolore e delusione, la vostra rabbia, l’amarezza e i risentimenti, fatelo ora. Vuole portarvi la libertà che deriva dalla potenza del perdono. Vi darà quel potere, e voi conquisterete quella libertà.

-        Se non Gli avete mai ceduto le vostre maggiori preoccupazioni, le paure più grandi, e le ansie più profonde, fatelo ora. Vuole darvi la pace e la certezza che Egli è con voi e per voi e che anche in questo momento sta agendo, affinché ogni cosa si volga in bene per coloro che confidano in Lui.

Forse questa  preghiera esprimerà qualcosa di ciò che avete in cuore:

 

Signore Gesù, vengo a Te stanco e appesantito, colpevole e pieno di paure, persino disperato.

Mi arrendo. Ti restituisco la mia vita.

 Ripongo in Te la mia fiducia, in Te che sei il vero e unico Salvatore del mondo e mio Salvatore.

 Perdona i miei peccati. Rendimi ancora puro, affinché nel mio cuore possa sorgere la speranza di vita eterna.

Mandami il Tuo Spirito, riversa il Tuo amore nel mio cuore, affinché io possa ricominciare a credere, a sperare e ad amare, ogni giorno, fino a quando saremo riuniti per sempre in Cielo.

 

Forse alcuni di voi che leggete questo libro già credete e vi siete impegnati con Cristo nella vita, ma poi vi siete lasciati trasportare e la vostra relazione con Lui è diventata debole, lontana – magari in seguito a pressioni, delusioni, difficoltà  o disinganni, o forse per pura pigrizia.

Ø      Gesù vuole che torniate a Lui. Vi vuole avere vicino. È morto per permettervi di starGli vicino per sempre.

 

La preghiera qui sotto potrebbe esprime in parte quanto avete in cuore:

 

Caro Gesù, voglio tornare a Te. Voglio di nuovo camminare strettamente unito a te.

Ti prego di perdonare i miei peccati.

 Io credo; aiuta la mia poca fede.

 Il mio spirito vuole, ma la mia carne è debole. Dammi la grazia, affinché io possa esserTi fedele ogni giorno e camminare sempre con Te. Voglio mettere ancora tutto nelle Tue mani.

Ti affido ogni mia preoccupazione e pongo di nuovo in Te ogni mia fiducia.

 

Per noi cattolici c’è la grande opportunità di esprimere il nostro pentimento nel sacramento della riconciliazione o confessione e di ricevere da Cristo la grazia del perdono, della pace e della guarigione, nella persona del sacerdote.

Ø      Per i cattolici, se torniamo a Gesù dopo un peccato grave, dobbiamo avvalerci di questa opportunità per essere poi completamente riconciliati con Cristo nel Suo corpo, la Chiesa.

Nel riporre la nostra fede in Cristo, nei nostri cuori è nato qualcosa di veramente meraviglioso e potente: la speranza.

Ø      Il grande dono della speranza cristiana autentica oggi è vitale per noi, sia come individui sia come Chiesa.

Esaminiamo ora cosa ha da dire la Scrittura riguardo alla speranza.

 



[1] La posizione della Chiesa Cattolica sulla necessità di Gesù per la salvezza è esposta chiaramente nella Costituzione sulla  Chiesa del Concilio Vaticano II Lumen Gentium, 16. In sintesi, la Chiesa crede che la salvezza separatamente da Gesù sia impossibile; ma che coloro che “senza colpa alcuna da parte loro” non hanno mai ascoltato la buona novella saranno giudicati sulla base della luce che Dio ha dato loro nella creazione e nella coscienza (Rom 1-2). Mette in chiaro che, nonostante ciò e malgrado questa possibilità, non dovremmo essere negligenti nel predicare il Vangelo, poiché “molto spesso, ingannati dal Maligno, gli uomini hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e hanno scambiato la verità di Dio con una menzogna e hanno servito il mondo anziché il Creatore (cf. Rom 1, 21; 25). Oppure, vivendo e morendo in questo mondo senza Dio, sono esposti alla disperazione finale. Perciò, per procurare la gloria di Dio e la salvezza di tutti questi, la Chiesa, attenta al comando del Signore: “predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,16) si preoccupa con zelo di promuovere le missioni” (Costituzione della Chiesa Lumen Gentium, 16).

[2] Benton Johnson, Dean R. Hoge,  e Donald A. Luidens, “Mainline Churches: The Real Reason for Decline”, First Things, marzo 1993, pp. 13-18.

[3] “Strict Religious Faith Lifts Mind as Well as Spirit,” USA Today, 2 agosto, 1993, p. DI.

[4] Peter Feuerherd, “A Loss of Church Heart?” National Catholic Register, 28 marzo, 1993, p. 6.

[5] Giovanni Paolo II, “It Is Time to Return to God!” L’Osservatore Romano (ed inglese), 10 marzo, 1993, p. 1.

[6] Cardinal König e Andrea Tornielli, “Openness to the World Was Not Enough …” 30 Days, n. 10 (1992): 17.

[7] Vescovo Paul Joseph Cordes, Charisms and New Evangelization (Middlegreen Slough, U.K.: St. Paul Publications, 1992), pp. 106-7.

[8] “Negli anni cinquanta e sessanta, riflessioni storiche e sistematiche sui fondamenti della teologia hanno aiutato i teologi a riconsiderare l’intera Tradizione ecclesiale e teologica in modi nuovi e a riscoprire il potere distinto e normativo della Sacra Scrittura.” Siegfried Widenhofer, “The Main Forms of Contemporary Theology of Original Sin”, Communio, Inverno 1991, p. 515.

[9] P. Raniero Cantalamessa, La Vita nella Signoria di Cristo (Ed. Ancora, Milano, 1994), p.151.

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