CAPITOLO 6 Gesù, Capo della Chiesa Cattolica

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MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 20:32

Chiesa e rinnovamento

CAPITOLO 6

Gesù, Capo della Chiesa Cattolica

 

 

 

Talvolta i cattolici parlano del Papa come se fosse lui il capo della Chiesa Cattolica, e in maniera temporanea, limitata e rappresentativa lo è realmente.

Ø      Ma il vero Capo della Chiesa Cattolica è Gesù.

Come dichiara il Vaticano II, pur essendo stato attribuito al Papa un ruolo importante nella vita della Chiesa al servizio della sua unità, tuttavia lo stesso Gesù Cristo rimane per sempre "il capo, la pietra angolare e il pastore delle nostre anime":[1]

Ø      "La Chiesa è … un gregge, del quale Dio ha predetto che sarebbe stato Egli Stesso il pastore (cf. Is 40,11; Es 34,11s.), e le cui pecore, pur essendo sorvegliate da pastori umani, tuttavia sono allo stesso tempo guidate e condotte al pascolo dallo Stesso Cristo, il Buon Pastore e il principe dei pastori (cf. Gv. 10,11; 1 Pt 5,4), che ha dato la vita per le Sue pecore (cf. Gv 10, 11-16)…

Il capo di questo corpo è Cristo."[2]

 

Lo Spirito Santo è Egli Stesso il principio fondamentale di unità della Chiesa e anche, a dire il vero, il suo governatore:

Ø      "È lo Spirito Santo che vive in quelli che credono, e che pervade e governa l'intera Chiesa, a produrre quella meravigliosa comunione dei fedeli e a riunirli tra loro in modo così intimo in Cristo, da essere Lui il principio dell'unità della Chiesa.

Ø    Distribuendo varie specie di doni spirituali e ministeri, Egli arricchisce la Chiesa di Gesù Cristo con diverse funzioni "per rendere idonei i fratelli a compiere il servizio, al fine di edificare il corpo di Cristo" (Ef 4,12)[3]

 

Come si è espresso il Cardinal Ratzinger: "Ancora non abbiamo sfiorato il punto decisivo:

Ø     la Chiesa, quale organismo vivente, secondo le parole di Paolo è sia testa che corpo.

-        Un corpo senza testa non è più un corpo: è un cadavere.

-        Il capo, la testa della Chiesa è Cristo.

Questo è l'elemento più profondo e l'essenza intima della Chiesa quale Corpo di Cristo, e va rappresentato malgrado qualunque sondaggio d'opinione pubblica. Senza di esso, la Chiesa e l'umanità sarebbero il cadavere."[4]

 

Ma Gesù è assai più che solo il Capo della Chiesa Cattolica; è il Capo di tutti quelli che compongono il Suo Corpo, molto oltre i limiti visibili, istituzionali della Chiesa Cattolica; in realtà Egli è il Capo di tutta la creazione, dell'intero universo:

è     "Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché in Lui sono state create tutte le cose, quelle dei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili; Troni, Dominazioni, Principati e Autorità. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e per Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui.

è     Egli è anche il capo del corpo, la Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in Lui ogni pienezza e per mezzo di Lui conciliare a Sé tutte le cose, quelle che stanno sulla terra e quelle nei cieli rappacificando con il sangue della Sua croce" (Col 1, 15-20).

 

Gesù Cristo non è "un'aggiunta" al mondo, all'universo, alla chiesa, all'umanità: Egli è la sorgente e il sostegno del mondo, dell'universo, della Chiesa, dell'umanità.

Ø    Tutto ciò che esiste, inclusi tutti noi, è stato creato per mezzo di Lui e per Lui. Noi proveniamo da Lui e siamo stati creati per trovare solo in Lui il nostro significato e il nostro scopo.

Ø      Al di fuori di Lui non può esservi alcuna realizzazione per l'universo, la creazione, per alcuna creatura e per nessuno di noi. Separatamente da Lui non vi è alcun modo per nessuna organizzazione o istituzione di raggiungere il proprio destino, di conseguire il proprio scopo.

 

Quanto alla Chiesa, disgiunta da Gesù essa non ha alcun significato né scopo. È Lui il fondatore della Chiesa, il suo ispiratore e il suo sostegno, la sua guida.

Ø      E più ancora, nella sua identità più profonda la Chiesa è il Suo Corpo; Egli è il Capo, la testa del Corpo.

Ø      Nella Chiesa ogni cosa, tutto ciò che essa fa ha un unico fine supremo: glorificare Dio Padre, in e per mezzo di Gesù Cristo, nella potenza dello Spirito Santo.

 

Questo talvolta non è chiaro né alla mente né all'esperienza di molti cattolici, e neppure nella testimonianza resa dalla Chiesa Cattolica ai non cattolici.

Ø      Per i membri della Chiesa Cattolica e per quelli che non lo sono, è importante capire quanto essa sia profondamente centrata su Cristo.

Ø      Fornire una completa catechesi o apologetica delle varie caratteristiche della vita cattolica va oltre lo scopo di questo libro, ma vorrei distinguere tre elementil'Eucaristia, Maria e la gerarchia – tre degli elementi più difficili da comprendere in maniera adeguata, sia per i cattolici, sia per i non cattolici, e cercherò di illuminare la loro intrinseca centralità su Cristo.

 

 

L'Eucaristia

 

In essenza l'Eucaristia o la Messa è adorazione di Dio Padre, in unione a Gesù, nella potenza dello Spirito Santo. È altresì, nei gesti e nelle parole, una potente proclamazione del Vangelo.

Ø      L'Eucaristia, che significa semplicemente rendimento di grazie, è una risposta di obbedienza a Gesù, è fare quanto ci ha chiesto.

"Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: 'Questo è il Mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di Me’. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: 'Questo calice è la nuova alleanza nel Mio sangue, che viene versato per voi’”. (Lc 22, 19-20).

Ø      Alla realtà dell'incontro col Signore nell'Eucaristia resero chiara testimonianza la Chiesa primitiva e gli scritti dei Padri:

 

"Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese il pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il Mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di Me".

Ø      Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la Nuova Alleanza nel Mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di Me".

Ø      Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché Egli venga.

Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo di profanare il corpo e il sangue del Signore

Ø      perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.

É per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti" (1 Cor 11, 23-30).

 

Il "ricordo" (anamnesis) nell'Eucaristia non è certo soltanto un esercizio intellettuale, un ricordo nostalgico o un vuoto ricordo rituale; è un ricordo che rende presente ciò che ricorda, perché Gesù lo ha promesso, e che ci permette di partecipare più profondamente al grande sacrificio che Gesù offerto per noi una volta per tutte sulla Croce, di ringraziare Dio per lo stesso e di esserne nutriti e sostenuti.

Ø      L'Eucaristia non "sacrifica nuovamente Gesù", ma Lo rende presente e permette a tutti noi di partecipare al sacrificio compiuto una volta per tutte, che rimane fecondo e potente in eterno e che Gesù vuole sia accessibile ad ogni generazione. E uno dei modi più straordinari in cui ce lo ha reso presente è nell’Eucaristia.

La centralità attribuita all'Eucaristia dalla Chiesa cattolica è un suo modo di adempiere l’ingiunzione della Scrittura di "non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso" (1 Cor 2,2).[5]

 

            Come disse Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica:

 

La Chiesa non cessa mai di rivivere la Sua morte in croce e la Sua Risurrezione, che formano il contenuto della vita quotidiana della Chiesa. In realtà, è proprio in osservanza al comando di Cristo Stesso, il suo Maestro, che la Chiesa celebra di continuo l'Eucaristia trovando in essa la "sorgente di vita e di santità", il segno efficace di grazia e di riconciliazione con Dio e la garanzia della vita eterna.

Ø      La Chiesa vive il suo mistero, ad esso attinge incessantemente ed è alla continua ricerca di come portare questo mistero del suo Maestro e Signore all'umanità – ai popoli, alle nazioni, alle generazioni future e ad ogni singolo essere umano – come se stesse sempre a ripetere, come l'Apostolo: "Infatti ho deciso di non conoscere altro tra voi se non Gesù Cristo e Lui crocifisso."

La Chiesa rimane all'interno del mistero della Redenzione, diventato il principio fondamentale della sua vita e missione.[6]

 

Il fatto che quando Gesù parlò della necessità di mangiare il Suo Corpo e di bere il Suo Sangue molti discepoli si ritirarono e non Lo seguirono più (Gv  6), e che Lui non fece nulla per "re-interpretare" quanto appena detto, ma invece li lasciò andare,

Ø      è uno dei motivi per cui la Chiesa Cattolica ha sempre creduto che Gesù intendeva davvero essere presente in modo speciale nell'Eucaristia, sotto l'apparenza del pane e del vino.

Ø      Inoltre, riguardo alle chiese fondate personalmente dagli apostoli, alle quali essi avevano insegnato e che avevano contribuito a diffondere in base all’insegnamento apostolico, era chiaro che tali Chiese avevano capito la stessa cosa.

Ø      La Chiesa Cattolica crede, a mio avviso con ottime ragioni, che sin dall’inizio la sua interpretazione dell'Eucaristia è saldamente radicata nella Scrittura, nelle parole di Gesù, nell'insegnamento degli apostoli, nella pratica e nell’insegnamento delle chiese apostoliche.

Non che Dio non possa agire in modo meraviglioso al di fuori della liturgia, e questo sia nella vita dei cattolici che in quella di cristiani appartenenti ad altre comunità cristiane, ma la liturgia è una via speciale stabilita da Dio per agire.

 

            Come dichiara Dietrich von Hildebrand nella sua importante opera Liturgy and Personaliy:

 

È proprio nella Liturgia che ci vengono presentati, nella forma più profonda ed organica, i frutti della vita divina ricevuta nel battesimo, e che l'uomo interamente formato dallo spirito della Liturgia è più simile a Cristo. Non che tale formazione si possa raggiungere attraverso la sola Liturgia!

-        Dio è in grado di far sorgere figli di Abramo anche dalle pietre. Può riversare il Suo Spirito su un uomo che non ha che una scarsa familiarità con la Liturgia e che prega poco secondo le sue formule.

-        Ma in ogni santo in cui torna a risplendere l'immagine di Cristo, vive lo spirito della Liturgia. Magari non sempre lo si troverà nel suo insegnamento o nelle forme di devozione da lui introdotte, ma è presente nella sua santità, nel fatto di essere un santo. Resta pur vero che

-        la Liturgia, nella sua relazione organica alla preghiera interiore e all'ascetismo, è il sentiero donatoci da Dio per crescere in Cristo. Nei confronti di coloro ai quali questo fatto resta ancora nascosto, il nostro cuore deve sempre riecheggiare le parole già citate: "Se tu solo conoscessi il dono di Dio!"[7]

 

La parte centrale della Messa è il ricordo divino (anamnesis) del grande sacrificio offerto da  Gesù per noi sulla Croce quando donò il proprio corpo e sangue per la remissione dei peccati e la salvezza del mondo, e la partecipazione alla potenza e alla grazia rese disponibili da quel sacrificio.

Ø      Come dichiarò il Concilio di Trento: "Nel sacrificio della Messa si rende presente il sacrificio di Cristo sulla Croce, se ne celebra la memoria e se ne applica la potenza salvifica, … poiché nel Sacrificio della Croce, il dono sacrificale (Cristo) e il principale sacerdote sacrificante (Cristo) sono la stessa cosa; diverse sono solo la natura e il modo in cui è offerto."[8]

La Messa include anche il ricordo dell'intera creazione e di tutta la famiglia di Dio.

Ø      Mantiene, rispetta e trasmette il rischio dell'Incarnazione che Dio Stesso Si è assunto nel creare l'universo e il genere umano.

-        Rende onore a chi e a cosa Dio onora, senza il timore di distogliere l'onore da Dio. Infatti, essa rende onore a Dio e Lo glorifica rendendo onore a ciò che Egli onora.

-        Ricorda brevemente, ma in modo significativo, Maria e alcuni grandi santi, prega per i vivi e per i morti, ma in primo luogo cerca di produrre in tutti i partecipanti l'apertura a un più profondo apprezzamento e consapevolezza di quanto Gesù ha fatto per noi e rende gloria al Padre in, con e per mezzo di Gesù, nella potenza dello Spirito Santo.

 

Talvolta, poiché abbiamo bisogno semplicemente di parole per riferirci in modo sintetico a realtà più complesse, può restare oscurato il vero senso profondo della Messa.

Ø      Parole come Messa ed Eucaristia, di origine latina e greca, non sono comprese da molti e in realtà alla persona comune oggi non indicano quanto in realtà sta accadendo.

Ø      Talvolta può sembrare che si parli della Messa e degli altri sacramenti come se si trattasse solo di cose, cerimonie o obblighi, anziché in primo luogo di incontri col Dio vivente centrati su Cristo, nella potenza dello Spirito Santo.

 

Ma mentre il Concilio Vaticano Secondo ha parlato dell'Eucaristia come del "culmine" dell'adorazione, con la sua specialissima concentrazione sulla Persona-chiave  e sull’azione fondamentale di tutta la storia, non si suppone che per  il cattolico la centralità di Gesù debba limitarsi all'Eucaristia.

Ø      Lo scopo della centralità speciale portata dall'Eucaristia consiste nel permettere ai partecipanti di vivere più pienamente alla presenza di Cristo e di far sì che Egli sia maggiormente al centro della loro vita per ventiquattro ore al giorno, affidando più pienamente a Dio l'intera loro vita.

Come dice il Vaticano II: "La vita spirituale… non si limita alla sola partecipazione alla liturgia. Il cristiano in realtà è chiamato a pregare con gli altri, ma deve anche entrare nella sua camera a pregare il Padre suo nel segreto (Mt 6,6); inoltre, secondo gli insegnamenti dell'apostolo, deve pregare incessantemente (1 Ts 5,17). Dallo stesso apostolo apprendiamo inoltre che dobbiamo sempre portare con noi, nel nostro corpo, la morte di Gesù, affinché anche la vita di Gesù possa manifestarsi nella nostra carne mortale. Per questo motivo nel sacrificio della Messa preghiamo il Signore affinché "ricevendo l'offerta della Vittima Spirituale," Egli possa modellarci per Se Stesso 'quale dono eterno'."[9]

Ø      Questo concetto è espresso con chiarezza nelle ultime parole dell'Eucaristia: "La Messa è finita; andate in pace per amare e servire il Signore."

Paolo ha parlato della grande santità dell'Eucaristia e della sua potenza quale luogo privilegiato di preghiera e di incontro con Gesù: ha anche parlato spesso della necessità di pregare sempre, di rendere continuamente grazie, di rallegrarci sempre e di benedire sempre.

 

Il fine dell'Eucaristia è di aprirci a un mondo nuovo di preghiera, di lode e di rendimento di grazie. Non ha davvero lo scopo di restringere o di esaurire la nostra relazione con Dio al tempo trascorso in Chiesa alla Messa.

Ø      Può darsi che talvolta i cattolici parlino ed agiscano come se l'unico posto in cui avviene la preghiera vera e propria, o in cui si possa realmente incontrare e vivere con Gesù, sia la Messa. Ma questa è una grave distorsione del significato e del posto che la  Messa deve avere nella vita del cattolico.

Gesù è presente sempre e dovunque, ci vuole consapevoli della Sua presenza e desidera che abbiamo sempre e dovunque comunione con Lui. Vuole che viviamo di continuo con Lui.

Ø      Talvolta tuttavia, a causa dell'insicurezza, o di un regresso della nostra vita con Dio, ci si può concentrare o fissare sulla forma della Messa, quasi fosse il sostituto di una più ampia e continua relazione personale con Dio.

Gli studiosi contemporanei della liturgia sempre più riconoscono che, essendo in sostanza la liturgia un incontro profondo, personale e comunitario con Cristo, ciò che avviene al di fuori di essa nella vita dei singoli cristiani e della comunità cristiana è cruciale per una vera fioritura della stessa Eucaristia.[10]

 

 

Maria

 

La Chiesa Cattolica ha una devozione speciale per Maria, la Madre di Gesù.

Ø      Lo fa ritenendo di obbedire alla Scrittura e alla guida dello Spirito Santo. Dio scelse Maria, ella si arrese all'offerta dell'angelo, lo Spirito Santo la coprì con la Sua ombra e il Figlio di Dio divenne uomo nel suo grembo.

Maria ha avuto l'inesprimibile privilegio di portare dentro di sé per nove mesi la Parola divenuta carne.

Ø      Assieme a Giuseppe accudì e educò Gesù. Simeone profetizzò il suo ruolo nella partecipazione alle sofferenze di Gesù. Il primo miracolo compiuto da Gesù fu in risposta a una sua richiesta.

Ø      Maria era presente presso la Croce, e Gesù rivolse a lei alcune delle Sue ultime parole quando la raccomandò a Giovanni, e Giovanni a lei,

-         in un gesto cui la chiesa primitiva attribuì un significato più vasto che per le due sole persone coinvolte, ma che intendeva la condivisione di Sua Madre con tutti i Suoi discepoli.

-         Maria era presente il giorno di Pentecoste.

L'angelo disse a Maria: "Ave, o piena di grazia, il Signore è con te!" (Lc 1,28). E Maria rispose, ispirata dallo Spirito Santo:

 

            "L'anima mia magnifica il Signore

            e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore,

            perché ha guardato all'umiltà della Sua serva.

            D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

            Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente

            e santo è il Suo nome" (Lc 1, 46-49).

 

Nel progetto di Dio Maria va onorata; si ritiene che tutte le generazioni la chiamino beata.

Ø      Dio in Maria ha compiuto qualcosa che vuole che sia visto, capito e onorato. Egli riceve onore quando noi veneriamo quelli che Egli onora. In Maria Egli ha scelto una donna da benedire in modo speciale, e che avrebbe usato in modo speciale per promuovere la salvezza dell'uomo. Con la Sua voce sta dicendo qualcosa che vuole sia notato e onorato.

Ø      Da tanto tempo mi sono accorto che le donne in generale sembrano più sensibili al Signore e più in generale sanno essere più amabili, fedeli e capaci di sacrificarsi di più. Sono più sante, se volete. E quasi dovunque in chiesa sono le più numerose.

 

Pur scartando le varie ragioni sociologiche e criticando un eccessivo accostamento femminile alla chiesa, pare rimanga sempre un qualcosa di intrinsecamente più santo riguardo alle donne.

Ø      Non ero mai riuscito a determinare se vi fosse qualcosa in questa osservazione,

-         finché di recente qualcuno mi ha dato un libro del fondatore di un nuovo ordine religioso francese, Padre Marie-Dominique Philippe, O.P., della Congregazione di San

Nel libro egli esponeva una esegesi delle narrative della creazione nella Genesi che per me aveva un senso in relazione a quanto avevo osservato.

 

Ø      Guidato da un principio di S. Tommaso d'Aquino che ciò che viene per primo nell'ordine dell'intenzione è ultimo nell'ordine dell'esecuzione, Padre Philippe vede nella creazione della donna, ultimo atto della creazione di Dio, il capolavoro di Dio:

Ø      "Secondo le intenzioni di Dio la donna è chiaramente il capolavoro della creazione: è l'ultima; è il massimo … il mistero finale di Dio è contenuto nell'uomo e nella donna – non li posiamo separare troppo – eppure la donna viene per ultima … è lei il capolavoro. … Pensando a Maria in particolare, Sant'Agostino ha espresso in maniera splendida questo concetto.

Il capolavoro della creazione è la donna, e la Donna per eccellenza è Maria."[11]

 

Padre Philippe prosegue dicendo: "Dio creò la donna perché fosse la mediatrice dell'amore. È lei a portare il segreto dell'amore e deve aiutare l'uomo ad amare, a elevarsi al di sopra del proprio lavoro, dei propri attrezzi, del proprio desiderio di dominare. È lei a dovergli insegnare ad amare."[12]

 

MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 20:33
Ø      Questo tema è riflesso anche nell'insegnamento di Giovanni Paolo II quando afferma che la donna ha una certa "precedenza sull'uomo".[13]

 

Ai misteri e ai segreti di Dio ci si deve accostare con venerazione. Ma c'è di più, c'è sempre di più. E questo "di più" si concede non a domande impazienti o a intelletti arroganti, ma solo alla riflessione umile fatta con cuore aperto e sincero.

Ø      Nel corso nei secoli questa riflessione devota  ha dischiuso alla Chiesa alcuni dei segreti di Dio, segreti nascosti nella Scrittura e nel Suo cuore: "Ci sono molte cose nascoste più grandi di queste; noi contempliamo solo poche delle Sue opere" (Sir 43,32).

è      "Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere" (Gv 21,25).

Maria è uno dei grandi Segreti di Dio. Ella non è certo un muro tra noi e Cristo, ma una finestra che ci apre alle incredibili profondità dell'amore del Padre e del Suo piano per l'uomo e, in modo particolare, per la donna.

Ø      Molti dei principali riformatori protestanti ebbero un grande rispetto per Maria ed una forte devozione verso di lei, incluso Lutero: "Penso che non vi sia nessuno tra noi che non lascerebbe sua madre per diventare figlio di Maria. E potete farlo, tanto più che vi è stato offerto come scelta, ed è una gioia molto più grande che se abbracciaste vostra madre con forti abbracci. Maria è la madre di Gesù e di tutti noi. Se Cristo ci appartiene, dobbiamo essere dov'è Lui, e dov'è Lui, dobbiamo essere anche noi, e tutto ciò che Egli ha deve essere nostro, e allora anche Su madre è nostra madre."[14]

Ø      È vero, talvolta i cattolici parlano di Maria e si riferiscono a lei in modo tale da dare l'impressione che per loro abbia una posizione più centrale della relazione con Cristo.

Ma non è questo il piano o l'intenzione di Dio, né l'insegnamento della Chiesa cattolica, ed è qualcosa di cui sono consapevoli e contro cui mettono in guardia anche i cattolici più devoti a Maria.

Ø      Qualcuno potrebbe chiedere: Cosa dite dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione? Sono nella Bibbia?

Non direttamente. Ma questi concetti non contraddicono il contenuto della Bibbia, e significano molto se ne considerate il vero senso alla luce di quanto dice la Bibbia.

 

Se Giovanni Battista fu riempito di Spirito Santo mentre era ancora nel grembo di Elisabetta quando ella incontrò Maria, che portava in grembo Gesù,

Ø      perché lo Spirito Santo non avrebbe potuto essere con lei dal momento del suo concepimento, in previsione di ciò che Gesù avrebbe fatto sulla Croce (che è poi il significato dell'Immacolata Concezione)?

Non sarebbe stato appropriato da parte di Dio preservare Maria dal peccato originale, non per i suoi meriti ma per scelta di Dio, in vista del sacrificio di Cristo e del ruolo di Maria nel portare in sé e accudire il prediletto Figlio Unigenito di Dio?

 

Ecco come si esprime il Vaticano II: "Il Padre delle misericordie volle che l'Incarnazione fosse preceduta dal consenso della madre predestinata, affinché, proprio come una donna ebbe parte nel causare la morte, allo stesso modo una donna doveva contribuire alla vita.

Ø      Ciò vale principalmente per la Madre di Gesù, che dette al mondo la Vita che rinnova ogni cosa e che fu dotata da Dio dei doni appropriati al suo ruolo. Non fa quindi meraviglia che il Padre sia solito riferirsi alla Madre di Dio come tutta santa e libera da qualsiasi macchia di peccato, come se fosse stata modellata dallo Spirito Santo e formata come creatura nuova."[15]

 

E l'Assunzione. Se Dio sollevò Enoch ed Elia dalla terra fino al cielo, senza che i loro corpi conoscessero la corruzione, non sarebbe persino più adeguato che il vaso che ha portato in sé il Figlio di Dio sia elevato al cielo senza vedere la corruzione?

Ø      Nei Suoi santi Dio è glorificato. Ciò che Egli ha compiuto in Maria Gli rende gloria. Venerare Maria per quanto Dio ha compiuto in lei e per mezzo suo non distoglie da Dio alcun onore. Venerare Maria fa parte della vita cristiana normale presentata nel Nuovo Testamento, vissuta dalla Chiesa primitiva e guidata dallo Spirito Santo in tutti i secoli.

 

Esagerare il ruolo di Maria, o permettere che nelle nostre espressioni devote sia adombrato Cristo, non è venerare Maria o Dio. Ciò sarebbe, come si lamentava Paolo con gli Ebrei, mettere in discredito le cose di Dio, ostacolare la percezione della vera posizione di Maria nel piano di Dio.

Ø      Il Padre le ha affidato un ruolo permettendo che fosse lei a generare Gesù, e attraverso la sua intercessione e santità, il Padre le ha anche affidato un ruolo nel generare figli e figlie di Dio:

Secondo le parole dell'apostolo non vi è che un solo mediatore: " Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato Se Stesso in riscatto per tutti" (1 Tm 2, 5-6).

-        Ma la funzione di Maria quale madre degli uomini non oscura né sminuisce in alcun modo questa mediazione unica di Cristo, bensì ne manifesta la potenza…

-        Non impedisce in alcun modo l'unione immediata del fedele con Cristo, ma al contrario la promuove…

-        Infatti, una volta assunta in cielo, ella non ha abbandonato il proprio ruolo salvifico, ma con i suoi multiformi atti di intercessione continua a conquistare per noi doni di salvezza eterna. Con la sua carità materna, Maria continua a prendersi cura dei fratelli di suo Figlio che ancora soggiornano sulla terra, circondati da pericoli e difficoltà, fin quando saranno introdotti nella loro patria celeste.

Per questo la Beata Vergine è invocata dalla Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Aiuto e Mediatrice. Questi titoli tuttavia, è inteso che non tolgono né aggiungono niente alla dignità e all'efficacia di Cristo, l'unico Mediatore.[16]

 

Nella ricchezza del piano divino, in un senso Dio fa tutto Lui. Ma in un altro senso Egli rende  ampiamente partecipi dell'opera di salvezza quelli che sono uniti a Lui.

Ø     Tra Dio e l'uomo vi è un solo mediatore, Gesù Cristo; ma ora Gesù Cristo affida una parte della Sua opera di mediazione a Maria.

-        Ha affidato parte della Sua opera di mediazione agli apostoli e a tutti quelli che diventano discepoli di Gesù Cristo: diventiamo mediatori della grazia di Dio per gli altri.

Ø     Fa parte del principio dell’incarnazione del piano di Dio che la Chiesa cattolica ha mantenuto chiaro in tutti questi anni. Dio non è privato di onore e gloria  per l'onore e la gloria che Egli dà alle creature; Egli è glorificato nelle Sue creature.

Come dice il Concilio: "Nessuna creatura potrebbe mai essere considerata assieme alla Parola Incarnata e Redentore;  ma allo stesso modo in cui il sacerdozio di Cristo è condiviso in vari modi sia dai ministri che dai fedeli, e come l'unica bontà di Dio è irradiata in svariati modi tra tutte le Sue creature, così anche la mediazione unica del Redentore non esclude, ma anzi fa sorgere una molteplice collaborazione che altro non è che una compartecipazione a questa unica sorgente.

Ø     "La Chiesa non esita a professare questo ruolo subordinato di Maria, che essa sperimenta di continuo e che raccomanda alla sincera attenzione dei fedeli affinché, incoraggiati da questo aiuto materno, possano aderire più intimamente al Mediatore e Redentore."[17]

 

Che dire poi delle apparizioni Mariane? Se Dio ha permesso a Mosè e ad Elia di apparire ad un certo punto per compiere i Suoi scopi, perché non dovrebbe permettere a Maria di apparire per il compimento dei Suoi scopi?

Ø     Egli è il Dio dei viventi, non dei morti. Diamo un'occhiata ad alcune apparizioni Mariane per vedere se vi possiamo percepire gli obiettivi di Dio.

Pare che in questi ultimi secoli Dio abbia inviato con sempre maggior frequenza Maria in veste di messaggera profetica/evangelizzatrice per sottolineare l'urgenza dei tempi e la necessità di convertirsi al Signore e credere al Vangelo.

 

 

Maria a Guadalupe

 

Nel 1531 Maria apparve ad un povero indiano messicano, Giovanni  Diego.

Ø     Dio stava usando un mezzo straordinario per preannunziare un intervento straordinario che stava per compiere.

All'epoca in America era stata fondata una sola Diocesi, a Messico City. Era la testa di sbarco del Vangelo di Gesù Cristo nell'intero Nuovo Mondo, ma i missionari non facevano molti progressi.

 

Dio allora mandò Maria in missione di evangelizzazione. Ella si manifestò a Giovanni  Diego con poche, semplici parole. Si rivolse a lui con dei diminutivi come "mio piccolo Giovanni" e "mio caro, piccolo Giovanni  Diego".

Ø     Gli manifestò tenerezza materna e gli lasciò una propria immagine impressa sul mantello.

Ø     La composizione di quell'immagine ha sfidato l'analisi scientifica e anche il tempo, poiché ancor oggi ha la stessa luminosità di quando fu donata. È alla portata di tutti, e la si può vedere nella Basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Messico City.

Ø     Quell'immagine riuscì a comunicare a milioni di indiani l'amore che Dio aveva per loro – l’amore  che Lo aveva spinto a mandare la Madre del Salvatore.

In sette anni furono battezzati otto milioni di indiani; dalla missione e intercessione di Maria risultò una straordinaria fertilità di evangelizzazione.

 

Mia moglie Anne ed io abbiamo in camera un quadro di nostra Signora di Guadalupe.

Ø     Spesso, prima di andare a letto, lo guardo per un istante. Sono convinto che come ho cominciato a riflettere su quell'icona, Dio mi ha manifestato che la fecondità dell'intercessione di Maria è in relazione diretta alla sua santità.

Ella è un segno dell'enorme potenza che Dio libera nel mondo attraverso la santità.

 

Maria a Lourdes

 

Nel 1858 Maria apparve a Lourdes, Francia, a una ragazzina francese, Bernardette. Ella disse:

Ø     "Io sono l'Immacolata Concezione.” Quattro anni prima la Chiesa aveva dato una definizione formale all'insegnamento sulla concezione di Maria senza alcuna macchia di peccato.

Alcuni anni fa lessi il libro su Lourdes di Padre René Laurentin, e continuavo a chiedermi: "Dov’è il messaggio?"

-        Maria non aveva detto gran che. Ciò che davvero emerge è: "Io sono l'Immacolata Concezione."

-        La mia opinione personale è che il messaggio centrale di Lourdes fosse la stessa Maria. Dio stava dicendo: "Guarda qualcuno che si è dato a Me senza riserve, con perfetta purezza di cuore. Guarda il mio capolavoro!"

Il messaggio di Lourdes è guardare alla grazia e alla santità di Cristo in Maria, arrendersi alla conversione ed essere guariti. È un invito ad entrare pienamente nel frutto della Sua redenzione.

 

Un'altra parte del messaggio di Lourdes è Bernardette – la semplice Bernardette. Non era istruita; non riusciva a spiegare molto bene i fatti. Fu disprezzata dal mondo, ma aveva purezza di cuore. Una purezza di cuore che le venne dal fissare lo sguardo sulla Vergine Madre di Dio. Quella purezza di cuore la aprì a ricevere la grazia dello Spirito Santo e a sperimentare i frutti della redenzione in Gesù Cristo, e così divenne santa.

Ø     A chi appare Maria? Ci sta forse dicendo qualcosa, attraverso le persone a cui appare? Nell'ultimo secolo da Lourdes sono sgorgate guarigioni e conversioni incredibili. Molte di queste sono state documentate da medici esperti.

E grazie al semplice messaggio: "Io sono l'Immacolata Concezione", e alla risposta di Bernardette che in tutta semplicità di cuore disse: "Io so cosa ho visto", milioni di persone si sono convertite più profondamente a Gesù.

 

In realtà, mentre si conclude il ventesimo secolo, le folle che si recano a Lourdes e agli altri santuari Mariani sono in aumento.

Ø     Nel 1992 si sono recati a Lourdes oltre 5,5 milioni di pellegrini, 1,5 milioni in più del 1983: "In un periodo in cui in tutta Europa c’è stato un forte declino della frequenza alla Chiesa, folle sempre crescenti di persone si accalcano in altri santuari del continente

Ø     Alcuni santuari, o luoghi di devozione speciale, comunicano di aver avuto il doppio delle visite di dieci anni fa… “Non abbiamo risposte sicure, ma ne stiamo tutti parlando”, ha affermato Padre de Roton, il cui ufficio guarda sulla affaccendata esplanade di Lourdes. “Forse la gente trova troppo monotona la vita religiosa e vuole qualcosa di più intenso, di più festoso ed emozionante.

Forse la forma che ha assunto oggi la nostra religione non risponde più alle esigenze della gente”.[18]

 

L'apparizione di Maria e la risposta di Bernardette illustrano cosa significhi amare Dio con tutto il cuore, la mente, l'anima e le forze e amare il prossimo come se stessi.

Ø     È un'espressione visibile della purezza del cuore che ci porta a rispondere a Gesù nell'unico modo appropriato, che è: "Si faccia di me completamente e interamente secondo la Tua Parola. Compi pienamente nella mia vita ciò che Tu vuoi."

 

Maria a Fatima

 

Nel 1917 Maria apparve a Fatima, Portogallo, a tre bambini. Questa volta il messaggio c'era – ed era importante.

Ø     Maria permise che i tre fanciulli vedessero l'inferno, ed essi rimasero tramortiti al vedere la gente che vi scendeva dentro.

Ø     Maria disse: "Avete visto l'inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, Dio vuole che nel mondo sia stabilita la devozione al mio Cuore Immacolato. La devozione al Cuore Immacolato di Maria è devozione alla purezza del cuore, alla santità, ad una risposta totale e sincera all'opera e alla Persona di Cristo.

Anche ai bambini Maria disse: "Se la gente farà quello che vi dirò, si salveranno molte anime e ci sarà la pace."

Ø     La santità non riguarda solo la devozione personale: riguarda anche la storia del mondo. La santità ha a che fare col destino delle nazioni; ha a che fare con la guerra e con la pace.

 

Maria inoltre parlò ai bambini di alcuni eventi futuri:

Ø     "La guerra [la 1ª Guerra Mondiale] sta per finire, ma se la gente non smette di offendere Dio, nel regno di Pio XII avrà inizio un’altra guerra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che quello è il grande segno che Dio vi dà per dirvi che sta per punire il mondo per i suoi delitti servendosi della guerra, della carestia, e della persecuzione verso la Chiesa e verso il Santo Padre."

Nell'ultimo anno del pontificato di Pio XI scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Poco prima che scoppiasse, nell'Europa Settentrionale, in Canada e negli Stati Uniti apparvero delle strane luci . Di quello strano spettacolo di luci si parlò nei giornali, e alcuni si chiesero: "Che significa tutto ciò?" Il segno predetto da Maria si era avverato.

 

"Per impedire ciò" aveva detto Maria, "verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, e comunioni di riparazione nei primi sabati del mese.

Ø     Se ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà la pace.

Ø     Altrimenti, essa diffonderà i suoi errori in tutto il mondo e promuoverà le guerre e la persecuzione della Chiesa. I buoni subiranno il martirio, il Santo Padre dovrà molto soffrire e diverse nazioni saranno annientate."

Quanto dovette essere difficile alla gente del 1917 credere che la Russia avrebbe mai potuto diffondere i propri errori in tutto il  mondo,

Ø     perché allora in Russia era in atto la guerra civile e i comunisti non avevano ancora consolidato la presa sul popolo Russo.

Ø     Nel 1917 la cosa straordinaria non fu la promessa della conversione della Russia; il fatto straordinario fu la predizione della diffusione del Marxismo.

Maria proseguì dicendo: "Alla fine, il mio Cuore,Immacolato trionferà. Il Santo Padre consacrerà a me la Russia, essa si convertirà e al mondo sarà concesso un certo periodo di grazia."

 

Diversi anni fa mi trovavo a Roma per una conferenza internazionale di leader del rinnovamento carismatico cattolico. In quella occasione riuscii a vedere il Papa.

Ø     Mentre in aereo tornavo negli Stati Uniti, qualcuno sparò a Papa Giovanni Paolo II. Era la festa di nostra Signora di Fatima che, egli ritenne, fu lo strumento di intercessione che gli salvò la vita.

-        Quando si recò a Fatima, a nome di tutti i vescovi fece una consacrazione indiretta della Russia al Cuore Immacolato di Maria. A Lucia, ultima sopravvissuta dei tre fanciulli che a Fatima videro le apparizioni, chiesero se ciò avesse importanza.

-        Ella rispose: "Ne ha avuta, ma è tardi. Dovrà esserci ancora tanta sofferenza." Alcuni anni dopo, nel 1984, Papa Giovanni Paolo II, assieme alla maggior parte dei vescovi del mondo nelle loro diocesi, tornò a consacrare il mondo a Maria, e in special modo i paesi in particolari condizioni di necessità.

Nel 1985 salì al potere Gorbachev, e iniziò lo smantellamento del comunismo.

 

Pochi giorni aver dato quel messaggio ai bambini, Maria apparve di nuovo e disse:

Ø     Molte anime stanno andando all'inferno perché nessuno prega e si sacrifica per loro." Penso che uno dei motivi delle apparizioni di Maria a Fatima sia di ricordarci che il cristianesimo è una cosa reale. Con delle conseguenze. È in corso una guerra spirituale, ed è in gioco il destino eterno di ogni abitante della faccia della terra.

Nel piano di Dio la nostra azione, la nostra preghiera, la santità della nostra vita hanno ricevuto un posto preciso.

Ø     Dio ci ha affidato qualcosa, e qualcosa dipende proprio da ciò. Il modo in cui viviamo, cosa diciamo e cosa facciamo fa davvero una differenza, e quella differenza è cielo o inferno.

Fatima è il messaggio che il cristianesimo non è un gioco, che il Vangelo è vero e che sono in palio la vita eterna e la punizione eterna.

Ø     Ma persino gli studiosi più convinti di Fatima riconoscono il pericolo delle esagerazioni e delle enfasi squilibrate.

Innanzitutto vi è la tendenza, in specie tra quanti non sono stati ben istruiti nella fede, a lasciarsi troppo assorbire dal fenomeno esteriore delle apparizioni di Fatima – lasciarsi assorbire, ad esempio, dai dettagli delle apparizioni.

Ø     Le visioni di Nostra Signora, il suo Cuore Immacolato circondato di spine, la sconvolgente veduta dell'inferno, il miracolo del sole, dovrebbero avvicinarci e non distoglierci dall'essenza e dal cuore del messaggio: il richiamo di Gesù alla fede e alla conversione.

Connesso a ciò è il rischio di isolare la Beata Vergine da Gesù e dalla totalità dei Suoi insegnamenti salvifici.

Ø     Certo è possibile parlare di Maria in modo tale che i non credenti possono pensare che sia lei l'oggetto della nostra culto e l'unica a dirigere gli eventi del mondo.[19]

 

Nella sua prima visita a Fatima nel 1982, Papa Giovanni Paolo II espresse in modo molto diretto questa sua preoccupazione:

Ø     "Se la Chiesa ha accettato il messaggio di Fatima, è soprattutto perché esso contiene una verità e un invito il cui contenuto di base è la verità e l'invito del Vangelo stesso: “Pentitevi e credete al Vangelo!” (Mc 1,15). Sono le prime parole che il Messia rivolse all'umanità. Nel suo nucleo di base il messaggio di Fatima è un invito alla conversione e al pentimento, proprio come il Vangelo."[20]

Ø     In un altro messaggio, in occasione di un raduno a Fatima nel 1992, Papa Giovanni Paolo II espresse in tutta chiarezza come l'amore verso Maria e l'esperienza del suo amore materno portino a Gesù: "Fatima è rivelata come un'oasi di Dio, dove un Cuore Materno indica e conduce gli uomini alle sorgenti della Vita eterna! E in realtà, quanti cuori di uomini e donne, conquistati dalle effusioni Materne, trovano lì la grazia che vince il loro rispetto umano, rinnova la loro vita spirituale e li trasforma in veri apostoli.

"Quindi, tutto mi porta ad affidare ai vostri cuori pellegrini un pressante appello: tornando ai vostri paesi e alla vostra vita di ogni giorno, testimoniate ciò che avete visto e udito qui. Il cielo e la terra hanno bisogno di nuovi e coraggiosi testimoni di Gesù Cristo!"[21]
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 20:33

I commenti di una dei veggenti di una delle più importanti apparizioni oggi riferite, quelle di Medjugorije, ha pure confermato questo punto: "Con la Beata Madre noi abbiamo scoperto una vita nuova.

Ø     Ad esempio, agli inizi permise che ci innamorassimo di lei. E poi attraverso i messaggi permise che vivessimo sempre più profondamente secondo quanto è scritto nelle Sacre Scritture. La Beata Madre disse:

Ø     Tutti questi messaggi che vi do non sono niente di nuovo”. Per questo ci ha invitati a porre la Bibbia in un posto visibile in casa nostra. Ci ha invitati a camminare per la giusta via.

Quando eravamo del tutto innamorati della Beata Madre, ella mise su di sé come un velo e disse: 'Io non sono importante. La Persona importante è Gesù."[22]

 

Messaggi recenti da Medjugorije proseguono sullo stesso tema: "Figli cari! Voglio che capiate che io sono vostra Madre, che voglio aiutarvi e invitarvi alla preghiera. Solo attraverso la preghiera potrete capire e accettare i miei messaggi e metterli in pratica nella vostra vita.

Ø     Leggete la Sacra Scrittura, mettetela in pratica e pregate per capire i segni del tempo. Questo è un tempo speciale. Per questo sono con voi, per attirarvi presso il mio cuore e al cuore di mio Figlio, Gesù. Cari, piccoli figli miei, voglio che voi siate figli della luce e non delle tenebre. Vivete quindi quanto vi dico. Grazie per aver risposto al mio invito."[23]

Ø     "Figli cari, oggi il mio cuore si rallegra nel vedervi tutti qui presenti. Vi benedico e invito tutti voi a decidere di vivere i messaggi che qui vi do. Piccoli figli, io desidero condurvi tutti a Gesù perché è Lui la vostra salvezza. Perciò piccoli cari, più pregherete e più apparterrete a me e al mio Figlio Gesù. Vi benedico tutti con la mia benedizione materna, e vi ringrazio tutti per aver risposto al mio invito."[24]

 

Lo stesso Concilio Vaticano II ha parlato della necessità di correggere gli abusi sviluppatisi in relazione alla devozione a Maria e ai santi:

 

[Questo concilio] … sollecita con forza i teologi e i predicatori della Parola di Dio a cercare di evitare sia tutte le false esagerazioni, sia gli atteggiamenti troppo superficiali nel considerare la dignità speciale della Madre di Dio.

Ø      Seguendo lo studio della Sacra Scrittura, i Padri, i dottori e la liturgia della Chiesa, e sotto la guida del magistero della Chiesa, lasciamo che siano illustrati nel modo giusto i doveri e i privilegi della Beata Vergine, che sempre si riferiscono a Cristo, sorgente di ogni verità, santità e devozione.

-        Che  prudentemente evitino qualunque parola o azione che possa indurre i fratelli separati o chiunque altro nell'errore circa la vera dottrina della ChiesaQuesto Concilio sollecita tutte le persone interessate a eliminare o correggere qualsiasi abuso, eccesso o difetto che si possa essere insinuato qua o là, e a restaurare ogni cosa affinché Cristo e Dio siano più completamente lodati.

-        Insegniamo quindi ai fedeli che il culto autentico dei santi non consiste tanto in una molteplicità di gesti esteriori, quanto in una pratica più intensa del nostro amore, mediante il quale, per il nostro maggior bene e per quello della Chiesa, noi ricerchiamo nell'¨«esempio dei santi e nel modo in cui hanno vissuto,  l’amicizia nella comunione con loro e l’aiuto della loro intercessione». D'altra parte, ai  fedeli si deve anche insegnare che la nostra comunione con questi in cielo, purché intesa alla piena luce della fede, non sminuisce in alcun modo il culto di adorazione reso a Dio Padre, tramite Cristo, nello Spirito; al contrario, lo arricchisce enormemente.[25]

 

Il messaggio è non solo in ciò che Maria dice, ma anche in coloro a cui appare. Quel messaggio si trova nelle parole di Gesù:

Ø     "In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io Ti rendo grazie Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a Te è piaciuto" (Lc 10 21-22).

 

Quanti di noi hanno un'istruzione, una professione o autorità e influenza, corrono un enorme pericolo.

Ø     Se restiamo ingarbugliati in una falsa complessità e perdiamo il sentiero che conduce alla vita, corriamo il rischio che ci restino o ci vengano nascoste le cose di Dio.

Ø     Stretta e angusta è la via che porta alla vita, e sono pochi quelli che la seguono – e la via consiste nel timore del Signore, nell'umiltà e purezza di cuore. Ampia e spaziosa è la via che porta alla distruzione e sono in molti quelli che la seguono – e la via è piena di false sofisticazioni, di complessità artificiale e di paura servile.

Per sottolineare questa verità Dio ha scelto Maria. Ce l' ha data quale immagine di santità e di purezza di cuore che conduce alla vita eterna. E in verità, quanto è appropriato unirsi nell'adempimento del messaggio profetico che tutte le generazioni la chiameranno beata. Lei è benedetta tra tutte le donne, e ancor più benedetto è il frutto del suo grembo, Gesù!

 

E mentre il ventesimo secolo è trascorso e si avvicina alla fine, è cresciuto rapidamente il numero di apparizioni dichiarate di Maria in paesi sparsi in tutto il mondo.

Ø     Negli ultimi anni vi è tata una vera e propria esplosione di relazioni sugli interventi profetici di Maria, che si tratti di apparizioni, di visioni o di locuzioni. Da un conto recente, in 32 paesi diversi ci sono state ben 232 relazioni di simili eventi.[26]

I messaggi si somigliano in modo impressionante:

-        al mondo sta per giungere un periodo di punizione;

-        Dio sta manifestando la Sua misericordia inviandoci Sua Madre e offrendoci il tempo di pentirci e convertirci;

-        preghiera, santità e amore sono le chiavi affinché la misericordia di Dio si possa estendere a tutto il mondo.

E se indubbiamente non tutte queste riferite apparizioni hanno lo stesso livello di importanza di quelle di Guadalupe, di Lourdes o di Fatima, sta senz'altro accadendo qualcosa di straordinario che è una forma di avvertimento divino. In tanti modi diversi Maria continua a indicarci Gesù e a dirci: Fate tutto quello che Egli vi dice. Il Padre continua a dire al mondo, in molti modi diversi, inclusa la Sua serva Maria: Questo è il Mio Figlio prediletto, nel quale Mi sono compiaciuto, ascoltateLo. Lo Spirito Santo continua a parlare attraverso i Suoi servi, i profeti, inclusa Maria, la Regina dei profeti.

 

Alcuni credono che come Dio Si servì in modo speciale di Maria per preparare la prima venuta di Suo Figlio, Si stia ancor oggi servendo di lei per preparare la Seconda Venuta di Gesù.

Ø     Agli inizi del diciottesimo secolo S. Luigi di Montfort fece questa profezia: "La salvezza del mondo è iniziata attraverso Maria, e attraverso Maria dovrà essere completata."[27]

Le lacrime di Maria, testimoniate in tanti racconti contemporanei, non potrebbero essere una partecipazione alle lacrime versate da Gesù quando pianse sulla città di Gerusalemme, in previsione della sua imminente distruzione? Oggi Gesù sta forse piangendo sulle città del nostro mondo? Corriamo il rischio di perdere, di non riconoscere l'ora della nostra visita divina?

 

La gerarchia

 

Esiste uno stereotipo della gerarchia dei leader della Chiesavescovi, sacerdoti e diaconidiffusa nei film e in altri media, come pure in alcune pubblicazioni anticattoliche, che va così:

Ø     i preti e i vescovi in particolare sono uomini relativamente vecchi, estranei alle realtà della vita, che eseguono strane cerimonie, fanno processioni senza senso e bloccano l’accesso diretto a Dio della popolazione, pretendendo di essere i diretti mediatori tra Dio e l'uomo.

Ø     C'è della verità in un simile stereotipo? Certamente sì. In vari momenti e luoghi, diversi leader ecclesiastici non hanno sicuramente svolto la funzione in maniera tale da rendere onore a Cristo, o da essere centrati su Cristo. Vi è forse in queste cariche di leadership qualcosa di intrinseco che esige quel tipo di atteggiamento? No. E ci sono state moltitudini di santi vescovi, preti e diaconi che nel loro ministero di leadership hanno servito con nobiltà e coraggio la causa di Cristo, e che anche oggi lo stanno facendo.

 

Fu Cristo Stesso a fondare le cariche di autorità e di leadership tra il Suo popolo. Fu Lui a chiamare e a incaricare gli apostoli.

Ø     A Pietro dette un ruolo primario di guida tra gli apostoli. Gli stessi apostoli poi, tra le prime comunità cristiane nominarono i diaconi (servi), i presbiteri (anziani), e i vescovi (supervisori).

Ø     E mentre tra gli esperti si discute molto su quale ruolo e funzioni abbiano avuto queste diverse cariche, sulle differenze nelle svariate chiese e sul modo esatto in cui questi ruoli si erano evoluti e si stanno ancora evolvendo, è indubbio che Cristo abbia stabilito nella Sua Chiesa una leadership autoritaria e che si aspettasse che tale leadership fosse presente in ogni generazione di cristiani.

 

Cristo tuttavia disse con estrema chiarezza che la leadership nella Chiesa doveva funzionare in modo molto diverso dalla leadership nel mondo.

Ø     Nel grande capitolo di addestramento della gerarchia – il capitolo 23 del Vangelo di Marco – Gesù stabilisce con molta chiarezza il modo in cui la leadership NON va esercitata all'interno della Chiesa. E Si fa speciale premura di indicare che

-        le guide non devono in alcun modo intralciare la relazione diretta di Gesù e di Suo Padre con il Suo popolo.

-        Nello stesso capitolo, e anche altrove, Gesù spiega lo spirito di umile servizio che deve caratterizzare la leadership nella Chiesa.

Lo stesso spirito deve caratterizzare il ruolo del Papa (padre) nella sua relazione con la rimanente leadership della Chiesa e con la gente.

Ø     Il Papa non deve spadroneggiare né sugli altri vescovi  né sulla gente. Come Pietro, deve incoraggiare e rafforzare i fratelli e indirizzarli verso Gesù.

-        La sua autorità e le sue responsabilità sono reali, ma vanno esercitate entro i limiti che faranno sì che Cristo possa aumentare in mezzo alla Chiesa, in modo che aumentino anche santità, amore, preghiera e zelo per il Vangelo, e affinché la Chiesa intera possa essere meglio equipaggiata per vivere una vita di santità e di servizio.

-        È una dura responsabilità ed ogni Papa, proprio come tutti noi, riesce solo in parte a compiere i doveri della sua funzione.

 

Nel breve periodo del papato di Giovanni Paolo I, egli confidò ad un cardinale: "Il Papa è un uomo … Dall'inizio di ottobre tu dovrai subentrare per svolgere la maggior parte di tutte queste 'pratiche' …Sulla mia scrivania non voglio più vedere porta-documenti. Non sono stato eletto papa per essere uno scribacchino.

Ø     Non è così che Cristo ha immaginato la Sua Chiesa. La riforma della Curia è urgente, così com'è urgente la riforma della Legge Canonica. …

Ø     Il Papa è infallibile in ciò che riguarda le condizioni sanzionate dal dogma, ma non è onnisciente, non è il più saggio di tutti, non è corazzato contro l'imprudenza né immune ad essa. È un uomo. Ti dirò con la massima sincerità che innanzi tutto e in primo luogo io sono un sacerdote. Ora sono anche il Papa, ma voglio essere un Pastore, non un qualche funzionario burocratico o altro

Innanzitutto sono il Vescovo di Roma, poi il Papa."[28]

 

Nel commentare l'autoritaria riaffermazione di Papa Giovanni Paolo II sull'ordinazione sacerdotale dei soli uomini, la Ordinatio Sacerdotalis, il Cardinal Ratzinger rileva i limiti dell'autorità del Papa e della Chiesa:

Ø     "Col nuovo documento il Papa non desidera imporre la propria opinione, ma in realtà verificare il fatto che la Chiesa non può fare tutto ciò che vuole e che neanche lui, proprio lui, può farlo.

Ø     Qui non è una questione di gerarchia opposta a democrazia, ma di obbedienza opposta ad autocrazia.

In materia di fede e di sacramenti, la Chiesa non può fare ciò che vuole … al contrario, può solo trasmettere con rispettosa fedeltà ciò che ha ricevuto.[29]

 

Mentre nell'inverno del 1994 partecipavo ad una sessione privata di studi per i vescovi, durante una conversazione col Vescovo di Little Rock, Arkansas, U.S.A.,  ebbi modo di ascoltare una storia che si riferisce all'argomento di cui stiamo parlando.

Ø     Nella sua recente visita ad limina a Roma, il Vescovo di Little Rock, incontrandosi col Papa, gli disse: "Santo Padre, io sono la roccia piccola e Lei è la roccia grande." In risposta il Papa gli disse: "Gesù è la roccia grande."

 

Vi è forse sembrato che qualche volta il Papa e i vescovi l’abbiano fatta da padroni sulla Chiesa, come è accaduto in realtà? Sì, sono certo che è accaduto e che stia tuttora accadendo,

Ø     proprio come sono certo che, a causa della tendenza di tutti noi all'egoismo, all'auto-glorificazione, all'indolenza, alla tiepidezza e all'infedeltà, in pratica si continuerà ad abusare di qualsiasi modello di leadership.

Ø     Non esiste un sistema magico di governo in grado di eliminare il peccato umano o di garantire che i detentori delle sue cariche saranno insieme santi ed efficienti.

-        In alcuni periodi della storia della Chiesa cattolica è stato spesso accentuato l'aspetto "imperiale" del papato e dell'episcopato.

-        Quando crollò l'Impero Romano e la Chiesa rimase forse l'unica istituzione stabile di transizione, i leader della Chiesa Cattolica con sede a Roma ritennero di doversi assumere gran parte delle bardature del defunto impero, assieme a molte delle sue responsabilità materiali e temporali:

-        "La celebrazione (dell'Eucaristia) diventò sempre più vasta, avendo adottato i metodi e le espressioni presi dalle abitudini della società secolare, persino quando i vescovi divennero funzionari dello stato di Costantino e, come i preti dell'antico paganesimo, ricevettero gli stessi onori dei magistrati."[30]

 

Fin verso la metà del diciannovesimo secolo il Papa era ancora il sovrano temporale di un vasto territorio chiamato gli stati papali.

Ø      E fino al 1879, la fine del regno di Pio IX, il Papa aveva ancora il ministero della guerra.[31] Questa duplice responsabilità temporale e spirituale, può aver talvolta segnali forieri di confusione e di conflitto, assieme ad una testimonianza pura del Vangelo? Certamente.

 

Camminando per Roma, si rimane colpiti dalla presenza tuttora imponente dell'antico Impero Romano e di come alcuni elementi di questa eredità imperiale siano stati portati avanti nello stile del papato romano.

Ø      Uno dei titoli tradizionali del Papa era di Pontefice Massimo, titolo sacerdotale e regale che alla lettera significa più o meno "il più grande costruttore di ponti", titolo che l'Imperatore Romano era solito attribuirsi nella sua funzione di capo dello stato e capo della religione imperiale.

Ø      Questo titolo è cesellato e intarsiato nelle proprietà ecclesiastiche dell'intera città. Per molti secoli i papi furono i governatori degli stati papali, che includevano la città di Roma; e  anche i leader della Chiesa, e chiaramente in simili condizioni la semplicità, la radicalità e la purezza de Vangelo erano spesso oscurate.

Queste difficoltà sono intrinseche alla funzione del Papa? No. E molti papi nel corso dei secoli, anche molti di quelli che hanno guidato nel bel mezzo della pompa imperiale, hanno condotto vite di santità e fornito una guida splendida alla causa di Cristo.

 

Nel nostro secolo abbiamo assistito ad una notevole purificazione del papato e della carica episcopale.

Ø      Sono state ripudiate molte delle bardature temporali ed imperiali per aderire più chiaramente ad un modello evangelico di leadership.

Ø      Il Vaticano II ha detto chiaramente che nella Chiesa i vescovi devono agire nella funzione di servi degli scopi del Signore e "svolgere il ministero sotto la guida del Signore".[32]

Papa Paolo VI fu l'ultimo ad indossare la tiara papale, e lo stile di leadership dei papi recenti ha manifestato più chiaramente uno stile evangelico. È anche venuto alla ribalta un altro titolo tradizionale del papa: servo dei servi dell'Altissimo.

 

Durante il mio lavoro ho avuto occasione di trovarmi molte volte a Roma, talvolta per avvenimenti di significato profondo come i funerali di Paolo VI, il conclave che elesse Giovanni Paolo I, come pure il conclave che elesse Papa Giovanni Paolo II.

Ø      Mentre in Belgio lavoravo con il Cardinal Suenens, generosamente egli mi invitò a molti eventi di rilievo e mi presentò a importanti leader della Chiesa, permettendomi così di acquisire una "veduta dall'interno" che non molti hanno occasione di avere, inclusi contatti significativi sia con Paolo VI che con Giovanni Paolo II.

-        Ho anche avuto l’opportunità di conoscere personalmente molti vescovi di tutto il mondo, e di lavorare gomito a gomito con alcuni di loro. Devo ammettere che sia a Roma che "sul campo", sono rimasto molto impressionato dalla dedizione personale, umiltà e santità di molti vescovi incontrati, e dal loro impegno a seguire e a servire sinceramente Cristo e la loro gente.

-        Si può dire la stessa cosa di molti sacerdoti incontrati in tutto il mondo. E mentre, assieme ad altri, mi sono rattristato e irritato davanti all'infedeltà e codardia di alcuni che rimangono in silenzio o si fanno complici nel logorare la fede e la morale di molti, sono davvero riconoscente per gli eroici sacrifici che in tanti stanno facendo nei "santi ordini" attraverso la donazione di se stessi a Cristo e alla Chiesa nel celibato e nel servizio, affinché il Corpo possa essere nutrito e crescere e Cristo sia glorificato.

Sui vescovi e sui preti ho avvertito la mano di Cristo, il "segno" del sacramento dei sacri ordini, e ho ringraziato Dio per la Sua presenza tra noi nella leadership che ha ordinato per la Sua Chiesa.

Ø      Ho sperimentato, come molti credo, che spesso è lo Stesso Cristo ad agire attraverso i vescovi che guidano la Chiesa e proclamano il Vangelo.

 

Come afferma il Vaticano II: "Scelti per pascere il gregge di Dio, questi pastori sono servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio (cf. 1 Cor 4,1), ai quali è affidato il compito di annunziare il Vangelo della grazia di Dio (cf. Rm 15,16; Atti 20,24), di diffondere gloriosamente lo Spirito e di proclamare la giustificazione (cf. 2 Cor 3, 8-9)".[33]

Oppure, secondo quanto è dichiarato in un recente documento papale:

Ø      "Pur possedendo la Chiesa una struttura "gerarchica", tale struttura è tuttavia totalmente ordinata in base alla santità dei membri di Cristo. E la santità si misura secondo il "grande mistero" nel quale la Sposa risponde col dono d'amore al dono dello Sposo. Fa questo "nello Spirito Santo", poiché 'l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5,5)."[34]

-        Ma lo scopo di tutto ciò è che Cristo sia innalzato e così, secondo la profezia, possa attirare a Sé tutti gli uomini.

-        La liturgia, Maria, il Papa, la gerarchia e gli altri elementi della Chiesa Cattolica che qui non sono stati considerati, nel piano di Dio hanno tutti lo scopo di essere finestre e sentieri verso il divino, verso lo Stesso Cristo, verso il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Quando in una casa le finestre sono sporche e ostacolano la visuale, la soluzione non sta nel romperle, ma nel pulirle.

 

Come mi disse di recente un vescovo: "Dopo la fine del Concilio Vaticano II, con tutta l’enfasi sulla Chiesa e sulle sue faccende interne, talvolta mi è parso che Gesù si sia nuovamente perduto nel tempio."

Ø      La necessità di una tale pulizia e purificazione è riconosciuta dai livelli più alti della leadership ecclesiastica. Come ha dichiarato Giovanni Paolo II, nella Chiesa il ruolo della funzione profetica occupa una posizione di speciale importanza:

 

Tra i vari doni S. Paolo tiene in così alta stima quello della profezia che raccomanda: "Cercate con diligenza i doni spirituali, e sopra tutto quello della profezia" (1 Cor 14,1). Dalla storia della Chiesa, e in particolare dalla vita dei santi, risulta che lo Spirito Santo ispira spesso parole profetiche intese a promuovere lo sviluppo o la riforma della vita della comunità cristiana.

Ø      Queste parole sono talvolta indirizzate in special modo a quanti stanno in autorità, come nel caso di S. Caterina da Siena, che intervenne presso il Papa affinché tornasse da Avignone a Roma.

Ø      Ci sono stati molti fedeli e, soprattutto, molti santi che hanno dato al Papa e ad altri Pastori della Chiesa la luce e la forza necessaria per compiere la loro missione, in specie nei momenti difficili per la Chiesa.[35]

 

Una migliore comprensione di come il ministero profetico e gli altri "doni e ministeri" descritti nel Nuovo Testamento (Ef 4,1; 1 Cor.12; Rm 12; ecc.) possano essere incoraggiati e funzionare nel modo appropriato nella Chiesa odierna, è compito che sta ancora in attesa dei teologi e delle guide pastorali cattoliche,

Ø      sebbene le basi per una tale opera siano state chiaramente poste dal Concilio Vaticano Secondo e si possano riscontrare nell'esperienza dei movimenti di rinnovamento, poiché: "Guidando la Chiesa sulla via della verità tutta intera (cf. Gv 16,13) e unificandola nella comunione e nelle opere del ministero, Egli riversa su di essa vari doni gerarchici e carismatici, e in questo modo la dirige; e la adorna coi Suoi frutti (cf. Ef 4,11-12; 1 Cor 12,4; Gal 5,22). Grazie alla potenza del Vangelo Egli permette alla Chiesa di mantenere la freschezza della gioventù. La rinnova di continuo e la conduce all'unione perfetta col suo Sposo. Poiché lo Spirito e la Sposa dicono entrambi a Gesù, il Signore: 'Vieni!' (cf. Ap 22,17)."[36]

Come ha rilevato di recente Papa Giovanni Paolo II: "Fratelli cari, la nuova evangelizzazione sta aspettando i suoi profeti ed apostoli."[37]

Ø      Forse questi profeti ed apostoli saranno quelli profetizzati nel diciottesimo secolo da S. Luigi di Montfort, che compariranno durante un'epoca Mariana e epoca dello Spirito Santo:

Ø      "Saranno i veri apostoli degli ultimi tempi, ai quali il Signore degli Eserciti darà le parole e il potere di compiere meraviglie e di portar via gloriosamente le spoglie dei Suoi nemici … Saranno come nuvole tonanti che vagheggiano per l'aria al minimo soffio dello Spirito Santo; che, distaccandosi da ogni cosa e non preoccupandosi di niente, riverseranno con abbondanza la pioggia della Parola di Dio e della vita eterna … a tutti quelli ai quali saranno inviati da parte dell'Altissimo."[38]
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 20:34

Oltre alla funzione profetica propriamente detta, può anche esservi un elemento profetico nella critica costruttiva, pure utile alla Chiesa.

Giovanni Paolo II prosegue per dire:

 

Questo fatto dimostra la possibilità e l'utilità della libertà di parola nella Chiesa: una libertà che si può anche manifestare in forma di critica costruttiva.

Ø      La cosa importante è che quanto viene detto esprima davvero un'ispirazione profetica proveniente dallo Spirito. Come afferma S. Paolo: "dov'è lo Spirito del Signore, là vi è libertà" (2 Cor 3,17).

Lo Spirito Santo promuove nel fedele un modo di agire caratterizzato dalla sincerità e dalla fiducia reciproca (cf. Ef 4,25) e li mette in grado "di ammonirsi vicendevolmente" (Rm 15,14; cf. Col 1,16).

Ø      La critica è utile nella comunità, che deve sempre riformarsi e cercare di correggere le proprie imperfezioni. In molti casi aiuta la comunità a fare un nuovo passo in avanti.

Ma se proviene dallo Spirito Santo, la critica deve essere animata dal desiderio di progredire nella verità nell'amore.[39]

 

Nell'ottavo secolo alcuni cristiani “zelanticompresero come i segni esteriori, anziché dispiegare le realtà divine, erano per lo più considerati fini a stessi.

Ø      Essi pretesero che le icone, le immagini di realtà sacre dipinte dagli artisti nelle Chiese, fossero distrutte e messe fuori legge, ritenendole una violazione del Comandamento che proibiva immagini scolpite e, forse ancor più, a livello pastorale erano atterriti da quello che sembrava l'uso superstizioso, idolatrico delle icone.

Ø      In quell'epoca la Chiesa prese in seria considerazione queste apprensioni, e dopo molta preghiera e discussione, sotto la guida dello Spirito Santo, decise che il solo fatto che si potesse fare abuso di qualcosa non significava certo che dovesse essere abolito (Secondo Concilio di Nicea, 787). La tendenza all'idolatria l'abbiamo nel cuore, e non possiamo proteggerci eliminando le cose create o le immagini sacre che si possono usare legittimamente per assisterci nella preghiera e nel contatto con Cristo, anziché come fini a stesse o oggetti di venerazione superstiziosa.

 

La Chiesa cattolica è una Chiesa sacramentale, ed essere un sacramento significa essere un segno che indica un mistero che va oltre il segno, una realtà nascosta ed invisibile.

Ø      Se per un lungo periodo ha predominato la dimensione istituzionale dell'esistenza della Chiesa, gli anni recenti hanno assistito ad una sempre maggiore attenzione prestata alla realtà della Chiesa come comunione, una comunione o comunità di Dio e dei redenti:

-        "I primi documenti operativi preparati prima del Concilio [Vaticano Secondo] hanno affrontato la questione della Chiesa in primo luogo come società visibile, definendola in termini giuridici.

-        Un tale approccio ha una storia venerabile in Occidente, ma i vescovi hanno ritenuto che prima di elaborare la struttura della Chiesa, era importante descrivere la sua dinamica spirituale interiore. All'epoca uno dei vescovi dette questa spiegazione: «Prima la Chiesa era definita innanzitutto come istituzione; oggi è più chiaramente considerata una comunione». Questo concetto di ‘comunione’ è al centro del modo in cui la Chiesa interpreta pienamente se stessa."[40]

Questa concentrazione sulla Chiesa come società visibile e come istituzione, una "società perfetta", per così dire, ebbe pure la sua influenza sul modo di affrontare l'obbedienza e la mancanza di apertura agli interventi odierni di Dio nella vita della Chiesa:

 

Scorrendo il Nuovo Testamento per cercare di scoprire in cosa consiste il dovere dell'obbedienza,

Ø      è sorprendente scoprire che l'obbedienza è quasi sempre obbedienza a Dio. Certo si parla anche di tutte le altre forme di obbedienza: obbedienza ai genitori, ai padroni, ai superiori, alle autorità del governo, "a ogni istituzione umana" (1 Pt 2,13), ma tanto di meno e con tanta minore solennità.

Ø      Il termine "obbedienza" (hypakoe) – il termine più forte nel Greco del Nuovo Testamento – viene usato sempre e soltanto per indicare obbedienza a Dio o, al massimo, a situazioni collegate con Dio, ad eccezione di un passo nell'Epistola a Filemone, nel quale indica l'obbedienza all'Apostolo.

-        S. Paolo parla dell'obbedienza alla fede (Rm 1,5; 16,26),

-        dell'obbedienza all'insegnamento, (Rm 6,17),

-        dell'obbedienza al Vangelo (Rm 10,16; 2 Ts. 1,8),

-        dell'obbedienza alla verità (Gal 5,7),

-        dell'obbedienza a Cristo (2 Cor 10,5) …

 Ma è ancora possibile ed ha ancora un significato parlare di obbedienza a Dio, dopo che la volontà viva di Dio, manifestata in Cristo, è stata completamente espressa e  oggettivata in una serie di leggi e gerarchie?

-        È ammissibile pensare che, dopo tutto questo, vi siano ancora nuove manifestazioni "libere" della volontà di Dio da accettare ed eseguire?

-        Se la volontà viva di Dio potesse essere catturata ed espressa in maniera completa e definitiva in una serie di leggi, norme e istituzioni, ovvero in un "ordine" istituito e definito una volta per tutte, la Chiesa finirebbe per restare paralizzata.

-         La ricoperta dell'importanza di obbedire a Dio è una conseguenza naturale della riscoperta, iniziata dal Concilio Vaticano II, della dimensione carismatica e spirituale, assieme alla dimensione gerarchica, della Chiesae della supremazia della Parola di Dio nella Chiesa. …

 

Quando si pensava alla Chiesa soprattutto in termini di istituzione, di una "società perfetta", fornita sin dall'inizio di tutti i mezzi, i poteri e le strutture necessarie per portare gli uomini alla salvezza, senza il bisogno di nessun altro intervento specifico e tempestivo di Dio,

-        l'obbedienza a Dio Stesso e al Vangelo era stata necessariamente messa un po' in ombra.

-        Ma dal momento in cui si è tornati a considerare la Chiesa chiaramente come "mistero e istituzione" insieme, l'obbedienza è tornata ad essere, come lo fu per S. Paolo, non solo obbedienza all'istituzione ma anche allo Spirito, non solo agli uomini ma anche, e soprattutto a Dio.[41]

 

Basandosi sull'opera di Henri de Lubac e Hans Urs von Balthasar, il Cardinal Ratzinger e Papa Giovanni Paolo II hanno attirato spesso la nostra attenzione sul tema della Chiesa come comunione.

Ø      Ciò ha anche avuto un ruolo nel dialogo ecumenico che la Chiesa cattolica sta portando avanti con le altre chiese.[42] Penso che questo sviluppo sia guidato dallo Spirito Santo, che mette in luce proprio quell'aspetto della realtà della Chiesa più necessario nella nostra epoca.

Non è più possibile presupporre le fondamenta; dobbiamo ricominciare dall'incontro con Dio.

Ø      Fu proprio questo pensiero a indurre Papa Giovanni Paolo II a rivolgersi ai vescovi e sacerdoti presenti alla Giornata Mondiale della Gioventù del 1993:

-        "In questo avanzamento interiore della grazia, noi vescovi e sacerdoti abbiamo una grande responsabilità.

-        Siamo sempre pronti ad aiutare i giovani a scoprire gli elementi trascendenti della vita cristiana?

Dalle nostre parole ed azioni arrivano a concludere che davvero la Chiesa è un mistero di comunione con la Santissima Trinità, e non solo un’istituzione umana con obiettivi temporali?"[43]

 

In questo senso la stessa Chiesa è un sacramento, e il mistero che essa indica è lo Stesso Cristo.

Ø      Il mistero della Chiesa cattolica è Cristo Stesso, che vive in lei, la governa e la guida, la corregge, la punisce, la perdona, la incoraggia e la protegge.

-        E mentre per molti secoli può aver predominato il modello istituzionale della Chiesa, il nostro secolo ha assistito ad una fioritura di studi biblici e di teologia che ha enormemente arricchito le possibilità dei cattolici contemporanei di scoprire la ricchezza e il mistero della Chiesa.

-        La Chiesa non è formata solo da strutture e regole; è un popolo, conquistato da Cristo per Dio; è un tempio in cui abita Dio Stesso; e, forse più profondamente di tutto, è lo stesso Corpo di Cristo.

Cristo è il Capo, la Testa. E la Chiesa è il Suo Corpo. L'unione tra Cristo e la Sua Chiesa è talmente grande che l'unione tra un uomo e sua moglie nel matrimonio non è che un segno terreno della realtà più grande dell'unione di Cristo e della Chiesa.

Ø      Alcuni in un primo tempo scoprono il Corpo di Cristo, la Chiesa, e dalla sua storia, teologia o struttura si convincono essa è davvero il Corpo di Cristo;

Ø      ma quelle persone devono andare avanti fino a scoprire il Capo del Corpo che hanno incontrato, la sorgente della sua vita, storia, strutture e teologia, di cui il tutti non sono altro che Suoi servi, servi di Cristo Stesso.

 

Come ha detto Hans Urs von Balthasar:

è "Non è attraverso la comunione con gli altri membri della Chiesa che il cristiano entra in comunione con Cristo, ma viceversa:

è è nella professione personale di fede e nella relazione personale con Cristo che egli entra nella comunione del Suo corpo mistico."[44]

 

Altri scoprono la Persona di Cristo e sono conquistati dalla Sua gloria, dalla Sua verità, potenza e radiosità.

Ø      Questa gente deve proseguire fino a scoprire il Corpo di Cristo, la Chiesa e imparare ad amarla e a vivere in lei come Cristo la ama e vive in lei.

Cristo Si è identificato col Suo Corpo in una maniera straordinaria: "Ed egli cadde al suolo e udì una voce che gli diceva: 'Saulo, Saulo, perché Mi perseguiti? …' (Atti 9, 4-5).

 

Ø      "In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi Miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a Me …. ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi Miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a Me" (Mt 25,40; 45).

Ma forse la finestra più speciale di tutte verso questa realtà celata, questo mistero, è il mistero della sposa e dello sposo. La relazione umana più speciale, più intima e tenera di tutte ci viene offerta dallo Spirito Santo quale immagine che ci rivela, forse nel modo più speciale, l’essenza della relazione tra Cristo e la Chiesa. Noi, la Chiesa, siamo la Sposa; Cristo è lo Sposo.

Ø      Nella sua veste di istituzione storica la Chiesa non è altro che un mezzo, ma nella sua identità di Sposa essa è un fine. Henri de Lubac esprime il concetto con chiarezza:

 

Da un punto di vista ancora diverso, essa è un'istituzione storica, oppure è la stessa città di Dio.

-        Nel primo caso, come società fondata da Cristo per la salvezza degli uomini, si impegna per portare gli uomini alla salvezza; allora è un mezzo, e possiamo dire con Pio XI: "Gli uomini non sono stati fatti per la Chiesa, ma è la Chiesa che è stata fatta per gli uomini: propter nos homines et propter nostram salutem " [per noi uomini e per la nostra salvezza]. Un mezzo necessario, divino, ma provvisorio come lo sono sempre i mezzi.

-        Mentre nel secondo caso, poiché la Sposa da quel momento è una cosa sola con lo Sposo, essa è quella struttura misteriosa che diventerà realtà completa solo alla fine del tempo: non è più un mezzo per unire l'umanità in Dio, ma è essa stessa il fine, ovvero, quella unione nel suo coronamento. Cristus propter ecclesiam venit [Cristo è venuto per conto della Chiesa].[45]

 

Come ha affermato lo studioso della Scrittura Padre Francis Martin:

Ø      "La Chiesa è una sposa, e dimostra al mondo che il suo Sposo è vivo vivendo nella Sua potenza e ricevendo vita da Lui.

-        Oggi vi è il pericolo che la Chiesa somigli più a una vedova, sola e senza risorse, oltre quelle possedute da ogni altra organizzazione umana.

Se ci pieghiamo a ciò che il Signore ha riversato su di noi – il Suo Spirito – il mondo saprà che davvero la chiesa è la sposa di un Dio vivente."[46]

           

Vi è qualcosa di bizzarro, di quasi brutto, sulla sposa che va in giro a vantarsi della propria bellezza e particolarità, indicando la propria unicità o relazione speciale con lo sposo.

Ø      In realtà dovrebbe essere lo sposo a parlare della sua diletta, la Chiesa, ed Egli lo fa e lo farà.

Ø      La Chiesa, la Sposa, dovrebbe parlare del suo Prediletto, lo Sposo: di quanto è meraviglioso, di come essa Gli deve tutto, di quanto è buono, fedele e sincero, potente e glorioso.

Quando la Chiesa sarà più conforme alla propria natura di Sposa, indicherà lo Sposo e attirerà su di Lui l'attenzione, non su se stessa; sarà poi lo Sposo, al momento opportuno e nel Suo modo inimitabile, a indicare la Sua amata, la Chiesa. Noi, la Chiesa, possiamo lasciare senz’altro questo aspetto nelle Sue mani.

Ø      Quanto vale a livello individuale vale anche a livello collettivo. Chi si esalta sarà umiliato; chi si umilia sarà esaltato: "Dio resiste all'orgoglioso, ma dà grazia all'umile … Umiliati davanti al Signore ed Egli ti esalterà" (Gc 4, 6; 10).

 

La stessa verità fu espressa in una sessione straordinaria del Sinodo mondiale dei Vescovi:

Ø      "La chiesa si rende più credibile se parla meno di se stessa e predica sempre più Cristo crocifisso (cf. 1 Cor 2,2) e rende testimonianza con la propria vita. In questo modo la Chiesa è sacramento, ossia segno e strumento di comunione con Dio ed anche comunione e riconciliazione degli uomini tra loro. Il messaggio della chiesa, secondo quanto descritto nel Concilio Vaticano Secondo, è Trinitario e Cristocentrico."[47]

 

Giovanni Paolo II ha affermato che in ogni epoca, ma particolarmente nella nostra, la funzione fondamentale della Chiesa è dirigere lo sguardo dell'uomo, orientare la consapevolezza e l'esperienza dell'intera umanità verso il mistero di Cristo."[48]

Ø      Come dice l'Apostolo, tutti dobbiamo fissare gli occhi su Gesù (cf. Eb 12, 1-2).

 

Questo è un invito rivolto non solo alla Chiesa nel suo complesso, ma ad ognuno e a ciascuno di noi.

Ø      La risposta personale che daremo a Gesù, a quanto sta dicendo lo Spirito, è della massima importanza.

-        Possiamo non essere nella posizione di avere la benché minima influenza diretta sulla difficile situazione che la Chiesa sta attraversando a livello sia nazionale che internazionale.

-        Può anche darsi che non siamo nella posizione di influenzare concretamente la situazione della nostra parrocchia o diocesi.

Ma se tutti quelli di noi che "hanno occhi per vedere e orecchie per sentire" si dessero sempre più pienamente a Dio e facessero ciò che Egli ispira sul modo di pregare e agire nelle circostanze della vita, accadrebbero cose grandiose.

 

L'impegno da parte nostra ad allontanarci dal peccato e a donarci più completamente a Cristo;

-        a perseverare nella preghiera;

-        a intercedere per la famiglia, gli amici, i parenti ed altri;

-        a compiere opere di misericordia e di benevolenza;

-        a condividere il Vangelo nelle conversazioni informali, nel servizio in parrocchia, nell'insegnamento del catechismo o a collaborare nei programmi di preparazione al matrimonio;

-        a vivere una vita di fedeltà, di perdono e di misericordia nelle relazioni più immediate,

tutto ciò produrrà nel tempo una differenza enorme.

E Gesù continua a dirci: "Se credi, vedrai la gloria di Dio."

 

Nei restanti capitoli di questo libro vorrei considerare in quale modo possiamo radicarci e fondarci più profondamente in Dio mediante la fede, la speranza e l’amore, e produrre così il frutto che rimarrà, quello che farà la differenza.

è Non fornirò un piano di azione per la situazione da affrontare, poiché esistono ottimi programmi e piani, organizzazioni e movimenti in luoghi in cui potremmo partecipare, oltre al piano di azione di Maria, il piano d’azione del Vangelo:

 

"Fate tutto quello che Egli vi dirà."

 

 

 



[1] Decreto sull'Ecumenismo Unitatis Redintegratio, 2.

[2] Costituzione della Chiesa Lumen Gentium, 6, 7.

[3] Decreto sull'Ecumenismo Unitatis Redintegratio, 2.

[4] Cardinal Joseph Ratzinger, "Against the Power of Intellectuals", 30 Days (marzo, 1991): 70.

[5] Tutti i sacramenti della Chiesa Cattolica sono profondamente radicati nelle Scritture. Un libro importante che spiega l'interconnessione profonda tra Scrittura e liturgia è The Bible and the Liturgy  di Jean Daniélou, (Ann Arbor, Mich. U.S.A.: Servant Books, 1979).

[6] Giovanni Paolo II, Enciclica Redemptor Hominis (Redentore degli uomini), 7.

[7] Dietrich von Hildebrand, Liturgy and Personality (Manchester, N.H., Sophia Institute Press, 1986), pp. 9-10.

[8] Denzinger, 938, 940.

[9] Costituzione della Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium, 12.

[10] Paul Bernier, S.S.S., Eucharist: Celebrating Its Rhythms in Our Lives (Notre Dame, Ind.: Ave Maria Press, 1993); Robert Taft, "What Does Liturgy Do?" Worship 66, n. 3 (maggio, 1992); Jerome Murphy-O'Connor, "Eucharist and Community in First Corinthians", Living Bread, Saving Cup, ed. R. Kewin Seasoltz, O.S.B. (Collegeville, Minn.: Liturgical Press, 1982), pp. 1-29; Christopher Kiesling, "The Formative Influence of Liturgy", Studies in Formative Spirituality 3, n. 3 (novembre 1982); 377-86; Regis A. Duffy, "Formative Experience and International Liturgy", Studies in Formative Spirituality 3, n. 3 (Novembre 1982): 351-62; Jeniffer Glen, C.C.V.I., "Twenty Years Later: A Reflection on the Liturgical Act", Assembly: Notre Dame Center for Pastoral Liturgy 12, n. 4 (aprile 1986): 325-28.

[11] Padre Marie-Dominique Philippe, O.P., "Follow the Lamb …" (Laredo, Tex.: Congregation of St. John, 1991), p. 68.

[12] Ibid., p. 69.

[13] Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Mulieris Dignitatem (Sulla dignità e vocazione della donna), 19.

[14] Martin Lutero, Omelie diNatale del 1523 e 1529, citate in P. Mateo, "CRI's attack on Mary", This Rock, ottobre 1992, p. 15.

[15] Costituzione della Chiesa Lumen Gentium, 56.

[16] Ibid., 60, 62. Caratteri italici miei.

[17] Ibid., 62.

[18] Marlise Simons, "Pilgrims Crowding Europe's Catholic Shrines", New York Times, 12 ottobre, 1993, pp. A1, A6.

[19] Padre Frederick L. Miller, "The Mystery of Fatima", Fatima Family Messenger, gennaio-marzo, 1993, p. 28.

[20] Ibid., p. 25.

[21] Papa Giovanni Paolo II, "Fatima - Un'Oasi di Dio", Fatima Family Messenger, gennaio/marzo, 1993, p. 43.

[22] Un messaggio da Marija Pavlovic", Marian Update: The World Report, Pittsburg Center for Peace, 1992. Vedi anche Medjugorije Star, febbraio 1992, p. 2.

[23] Messaggio del 25 agosto, 1993. Pubblicato su The Blue Letter, agosto 1993, p. 1.

[24] Messaggio del 25 giugno, 1994. Pubblicato in The Blue Letter, Giugno 1994, p. 1.

[25] Costituzione della Chiesa Lumen Gentium, 67, 51.

[26] Padre Michael Scanlan, "The Marian Movement", New Covenant, marzo, 1993, p. 23.

[27] S. Luigi di Montfort, True Devotion to Mary (Rockford, III.: Tan Publishers, 1985), p. 28, II, 3, 49.

[28] Andrea Tornielli, "A Curate on Peter's Throne",  30 Days, n. 9 (1993): 48.

[29] Cardinal Joseph Ratzinger, "The Limits of Church Authority", L'Osservatore Romano (Ed. Inglese), 29 giugno, 1994, p. 6.

[30] Robert Cabie, The Eucharist, vol. 2, The Church at Prayer, ed. A.G. Martimort (Collegeville, Minn.: Liturgical Press, 1986), p. 43.

[31] Charles R. Morris, "The Three Ages of the Catholic Church", Harpers, giugno 1991, p. 110.

[32] Costituzione sulla Chiesa Lumen Gentium, 19.

[33] Ibid., 21.

[34] Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Mulieris Dignitatem (Sulla dignità e vocazione delle donne), 27.

[35] Giovanni Paolo II, "Charisms Have Role in Church's Life", L'Osservatore Romano (Ed. inglese), 1 luglio, 1992, p. 11.

[36] Costituzione sulla Chiesa Lumen Gentium, 4.

[37] Papa Giovanni Paolo II, "Luci ed ombre segnano la vita della Chiesa in Portogallo", L'Osservatore Romano, (Ed. inglese), 9 dicembre, 1992, p. 3.

[38] De Montfort, True Devotion to Mary, pp. 28-35.

[39] Papa Giovanni Paolo II, "Ombre e luci segnano la vita della Chiesa in Portogallo", p. 3.

[40] Padre Milton T. Walsh, "Shepherds in Christ's Church: Vatican II on the Bishops", novembre, 1992, p. 2.

[41] Cantalamessa, La vita nella Signoria di Cristo, pp. 227-29. Vedi anche P. Raniero Cantalamessa, Obbedienza (Middlegreen, Slough, U.K.: St. Paul Publications, 1989).

[42] Cardinal Joseph Ratzinger, "Letter to the Bishops of the Catholic Church on Some Aspects of the Church Understood as Communion", L'Osservatore Romano (Ed. Inglese), 17 giugno, 1992, pp. 8-9. Papa Giovanni Paolo II, "The Church is a 'Communio' of Love", L'Osservatore Romano (Ed. Inglese), 22 gennaio, 1992, p. 11. Papa Giovanni Paolo II, "The Church: A 'Communio' of Prayer", L'Osservatore Romano (Ed. Inglese), 5 febbraio, 1992, p. 11. Papa Giovanni Paolo II, Church Lives in Mystery of 'Communio'", L'Osservatore Romano (Ed. Inglese), 12 febbraio, 1992, p. 11. "Anglican-Roman Catholic International Commission (ARCIS II): The Church as Communion", Documentation Supplement, Secretariat for Christian Unity.

[43] Papa Giovanni Paolo II, "Siate pronti ad aiutare i giovani a scoprire gli elementi trascendenti della vita cristiana", L'Osservatore Romano, (Ed. inglese), 25 agosto, 1993, p. 5.

[44] Hans Urs von Balthasar, Theodramatik, II, 2 (Einsiedeln, 1978), p. 414, citato in Charisms and New Evangelization del Vescovo Paul Cordes,  (Middlegreen, Slough, U.K.: St. Paul Publications, 1992), p. 101.

[45] Henri de Lubac, Catholicism: Christ and the Common Destiny of Man (San Francisco: Ignatius Press, 1988), p. 70.

[46] Padre Francis Martin, "The Grace of this Century", Faith and Renewal, gennaio - febbraio, 1994, p. 11.

[47] Sinodo dei Vescovi, "Relazione finale", Origins, 19 dicembre, 1985, p. 446, II.A.I.2.

[48] Giovanni Paolo II, Enciclica Redemptor Hominis (Redentore dell'uomo), 10.

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