Gesù, Capo della Chiesa Cattolica
Talvolta i cattolici parlano del Papa come se fosse lui il capo della Chiesa Cattolica, e in maniera temporanea, limitata e rappresentativa lo è realmente.
Ø Ma il vero Capo della Chiesa Cattolica è Gesù.
Come dichiara il Vaticano II, pur essendo stato attribuito al Papa un ruolo importante nella vita della Chiesa al servizio della sua unità, tuttavia lo stesso Gesù Cristo rimane per sempre "il capo, la pietra angolare e il pastore delle nostre anime":[1]
Ø "La Chiesa è … un gregge, del quale Dio ha predetto che sarebbe stato Egli Stesso il pastore (cf. Is 40,11; Es 34,11s.), e le cui pecore, pur essendo sorvegliate da pastori umani, tuttavia sono allo stesso tempo guidate e condotte al pascolo dallo Stesso Cristo, il Buon Pastore e il principe dei pastori (cf. Gv. 10,11; 1 Pt 5,4), che ha dato la vita per le Sue pecore (cf. Gv 10, 11-16)…
Il capo di questo corpo è Cristo."[2]
Lo Spirito Santo è Egli Stesso il principio fondamentale di unità della Chiesa e anche, a dire il vero, il suo governatore:
Ø "È lo Spirito Santo che vive in quelli che credono, e che pervade e governa l'intera Chiesa, a produrre quella meravigliosa comunione dei fedeli e a riunirli tra loro in modo così intimo in Cristo, da essere Lui il principio dell'unità della Chiesa.
Ø Distribuendo varie specie di doni spirituali e ministeri, Egli arricchisce la Chiesa di Gesù Cristo con diverse funzioni "per rendere idonei i fratelli a compiere il servizio, al fine di edificare il corpo di Cristo" (Ef 4,12)[3]
Come si è espresso il Cardinal Ratzinger: "Ancora non abbiamo sfiorato il punto decisivo:
Ø la Chiesa, quale organismo vivente, secondo le parole di Paolo è sia testa che corpo.
- Un corpo senza testa non è più un corpo: è un cadavere.
- Il capo, la testa della Chiesa è Cristo.
Questo è l'elemento più profondo e l'essenza intima della Chiesa quale Corpo di Cristo, e va rappresentato malgrado qualunque sondaggio d'opinione pubblica. Senza di esso, la Chiesa e l'umanità sarebbero il cadavere."[4]
Ma Gesù è assai più che solo il Capo della Chiesa Cattolica; è il Capo di tutti quelli che compongono il Suo Corpo, molto oltre i limiti visibili, istituzionali della Chiesa Cattolica; in realtà Egli è il Capo di tutta la creazione, dell'intero universo:
è "Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché in Lui sono state create tutte le cose, quelle dei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili; Troni, Dominazioni, Principati e Autorità. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e per Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui.
è Egli è anche il capo del corpo, la Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in Lui ogni pienezza e per mezzo di Lui conciliare a Sé tutte le cose, quelle che stanno sulla terra e quelle nei cieli rappacificando con il sangue della Sua croce" (Col 1, 15-20).
Gesù Cristo non è "un'aggiunta" al mondo, all'universo, alla chiesa, all'umanità: Egli è la sorgente e il sostegno del mondo, dell'universo, della Chiesa, dell'umanità.
Ø Tutto ciò che esiste, inclusi tutti noi, è stato creato per mezzo di Lui e per Lui. Noi proveniamo da Lui e siamo stati creati per trovare solo in Lui il nostro significato e il nostro scopo.
Ø Al di fuori di Lui non può esservi alcuna realizzazione per l'universo, la creazione, per alcuna creatura e per nessuno di noi. Separatamente da Lui non vi è alcun modo per nessuna organizzazione o istituzione di raggiungere il proprio destino, di conseguire il proprio scopo.
Quanto alla Chiesa, disgiunta da Gesù essa non ha alcun significato né scopo. È Lui il fondatore della Chiesa, il suo ispiratore e il suo sostegno, la sua guida.
Ø E più ancora, nella sua identità più profonda la Chiesa è il Suo Corpo; Egli è il Capo, la testa del Corpo.
Ø Nella Chiesa ogni cosa, tutto ciò che essa fa ha un unico fine supremo: glorificare Dio Padre, in e per mezzo di Gesù Cristo, nella potenza dello Spirito Santo.
Questo talvolta non è chiaro né alla mente né all'esperienza di molti cattolici, e neppure nella testimonianza resa dalla Chiesa Cattolica ai non cattolici.
Ø Per i membri della Chiesa Cattolica e per quelli che non lo sono, è importante capire quanto essa sia profondamente centrata su Cristo.
Ø Fornire una completa catechesi o apologetica delle varie caratteristiche della vita cattolica va oltre lo scopo di questo libro, ma vorrei distinguere tre elementi – l'Eucaristia, Maria e la gerarchia – tre degli elementi più difficili da comprendere in maniera adeguata, sia per i cattolici, sia per i non cattolici, e cercherò di illuminare la loro intrinseca centralità su Cristo.
L'Eucaristia
In essenza l'Eucaristia o la Messa è adorazione di Dio Padre, in unione a Gesù, nella potenza dello Spirito Santo. È altresì, nei gesti e nelle parole, una potente proclamazione del Vangelo.
Ø L'Eucaristia, che significa semplicemente rendimento di grazie, è una risposta di obbedienza a Gesù, è fare quanto ci ha chiesto.
"Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: 'Questo è il Mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di Me’. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: 'Questo calice è la nuova alleanza nel Mio sangue, che viene versato per voi’”. (Lc 22, 19-20).
Ø Alla realtà dell'incontro col Signore nell'Eucaristia resero chiara testimonianza la Chiesa primitiva e gli scritti dei Padri:
"Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese il pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il Mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di Me".
Ø Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la Nuova Alleanza nel Mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di Me".
Ø Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché Egli venga.
Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo di profanare il corpo e il sangue del Signore…
Ø perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
É per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti" (1 Cor 11, 23-30).
Il "ricordo" (anamnesis) nell'Eucaristia non è certo soltanto un esercizio intellettuale, un ricordo nostalgico o un vuoto ricordo rituale; è un ricordo che rende presente ciò che ricorda, perché Gesù lo ha promesso, e che ci permette di partecipare più profondamente al grande sacrificio che Gesù offerto per noi una volta per tutte sulla Croce, di ringraziare Dio per lo stesso e di esserne nutriti e sostenuti.
Ø L'Eucaristia non "sacrifica nuovamente Gesù", ma Lo rende presente e permette a tutti noi di partecipare al sacrificio compiuto una volta per tutte, che rimane fecondo e potente in eterno e che Gesù vuole sia accessibile ad ogni generazione. E uno dei modi più straordinari in cui ce lo ha reso presente è nell’Eucaristia.
La centralità attribuita all'Eucaristia dalla Chiesa cattolica è un suo modo di adempiere l’ingiunzione della Scrittura di "non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso" (1 Cor 2,2).[5]
Come disse Giovanni Paolo II nella sua prima enciclica:
La Chiesa non cessa mai di rivivere la Sua morte in croce e la Sua Risurrezione, che formano il contenuto della vita quotidiana della Chiesa. In realtà, è proprio in osservanza al comando di Cristo Stesso, il suo Maestro, che la Chiesa celebra di continuo l'Eucaristia trovando in essa la "sorgente di vita e di santità", il segno efficace di grazia e di riconciliazione con Dio e la garanzia della vita eterna.
Ø La Chiesa vive il suo mistero, ad esso attinge incessantemente ed è alla continua ricerca di come portare questo mistero del suo Maestro e Signore all'umanità – ai popoli, alle nazioni, alle generazioni future e ad ogni singolo essere umano – come se stesse sempre a ripetere, come l'Apostolo: "Infatti ho deciso di non conoscere altro tra voi se non Gesù Cristo e Lui crocifisso."
La Chiesa rimane all'interno del mistero della Redenzione, diventato il principio fondamentale della sua vita e missione.[6]
Il fatto che quando Gesù parlò della necessità di mangiare il Suo Corpo e di bere il Suo Sangue molti discepoli si ritirarono e non Lo seguirono più (Gv 6), e che Lui non fece nulla per "re-interpretare" quanto appena detto, ma invece li lasciò andare,
Ø è uno dei motivi per cui la Chiesa Cattolica ha sempre creduto che Gesù intendeva davvero essere presente in modo speciale nell'Eucaristia, sotto l'apparenza del pane e del vino.
Ø Inoltre, riguardo alle chiese fondate personalmente dagli apostoli, alle quali essi avevano insegnato e che avevano contribuito a diffondere in base all’insegnamento apostolico, era chiaro che tali Chiese avevano capito la stessa cosa.
Ø La Chiesa Cattolica crede, a mio avviso con ottime ragioni, che sin dall’inizio la sua interpretazione dell'Eucaristia è saldamente radicata nella Scrittura, nelle parole di Gesù, nell'insegnamento degli apostoli, nella pratica e nell’insegnamento delle chiese apostoliche.
Non che Dio non possa agire in modo meraviglioso al di fuori della liturgia, e questo sia nella vita dei cattolici che in quella di cristiani appartenenti ad altre comunità cristiane, ma la liturgia è una via speciale stabilita da Dio per agire.
Come dichiara Dietrich von Hildebrand nella sua importante opera Liturgy and Personaliy:
È proprio nella Liturgia che ci vengono presentati, nella forma più profonda ed organica, i frutti della vita divina ricevuta nel battesimo, e che l'uomo interamente formato dallo spirito della Liturgia è più simile a Cristo. Non che tale formazione si possa raggiungere attraverso la sola Liturgia!
- Dio è in grado di far sorgere figli di Abramo anche dalle pietre. Può riversare il Suo Spirito su un uomo che non ha che una scarsa familiarità con la Liturgia e che prega poco secondo le sue formule.
- Ma in ogni santo in cui torna a risplendere l'immagine di Cristo, vive lo spirito della Liturgia. Magari non sempre lo si troverà nel suo insegnamento o nelle forme di devozione da lui introdotte, ma è presente nella sua santità, nel fatto di essere un santo. Resta pur vero che
- la Liturgia, nella sua relazione organica alla preghiera interiore e all'ascetismo, è il sentiero donatoci da Dio per crescere in Cristo. Nei confronti di coloro ai quali questo fatto resta ancora nascosto, il nostro cuore deve sempre riecheggiare le parole già citate: "Se tu solo conoscessi il dono di Dio!"[7]
La parte centrale della Messa è il ricordo divino (anamnesis) del grande sacrificio offerto da Gesù per noi sulla Croce quando donò il proprio corpo e sangue per la remissione dei peccati e la salvezza del mondo, e la partecipazione alla potenza e alla grazia rese disponibili da quel sacrificio.
Ø Come dichiarò il Concilio di Trento: "Nel sacrificio della Messa si rende presente il sacrificio di Cristo sulla Croce, se ne celebra la memoria e se ne applica la potenza salvifica, … poiché nel Sacrificio della Croce, il dono sacrificale (Cristo) e il principale sacerdote sacrificante (Cristo) sono la stessa cosa; diverse sono solo la natura e il modo in cui è offerto."[8]
La Messa include anche il ricordo dell'intera creazione e di tutta la famiglia di Dio.
Ø Mantiene, rispetta e trasmette il rischio dell'Incarnazione che Dio Stesso Si è assunto nel creare l'universo e il genere umano.
- Rende onore a chi e a cosa Dio onora, senza il timore di distogliere l'onore da Dio. Infatti, essa rende onore a Dio e Lo glorifica rendendo onore a ciò che Egli onora.
- Ricorda brevemente, ma in modo significativo, Maria e alcuni grandi santi, prega per i vivi e per i morti, ma in primo luogo cerca di produrre in tutti i partecipanti l'apertura a un più profondo apprezzamento e consapevolezza di quanto Gesù ha fatto per noi e rende gloria al Padre in, con e per mezzo di Gesù, nella potenza dello Spirito Santo.
Talvolta, poiché abbiamo bisogno semplicemente di parole per riferirci in modo sintetico a realtà più complesse, può restare oscurato il vero senso profondo della Messa.
Ø Parole come Messa ed Eucaristia, di origine latina e greca, non sono comprese da molti e in realtà alla persona comune oggi non indicano quanto in realtà sta accadendo.
Ø Talvolta può sembrare che si parli della Messa e degli altri sacramenti come se si trattasse solo di cose, cerimonie o obblighi, anziché in primo luogo di incontri col Dio vivente centrati su Cristo, nella potenza dello Spirito Santo.
Ma mentre il Concilio Vaticano Secondo ha parlato dell'Eucaristia come del "culmine" dell'adorazione, con la sua specialissima concentrazione sulla Persona-chiave e sull’azione fondamentale di tutta la storia, non si suppone che per il cattolico la centralità di Gesù debba limitarsi all'Eucaristia.
Ø Lo scopo della centralità speciale portata dall'Eucaristia consiste nel permettere ai partecipanti di vivere più pienamente alla presenza di Cristo e di far sì che Egli sia maggiormente al centro della loro vita per ventiquattro ore al giorno, affidando più pienamente a Dio l'intera loro vita.
Come dice il Vaticano II: "La vita spirituale… non si limita alla sola partecipazione alla liturgia. Il cristiano in realtà è chiamato a pregare con gli altri, ma deve anche entrare nella sua camera a pregare il Padre suo nel segreto (Mt 6,6); inoltre, secondo gli insegnamenti dell'apostolo, deve pregare incessantemente (1 Ts 5,17). Dallo stesso apostolo apprendiamo inoltre che dobbiamo sempre portare con noi, nel nostro corpo, la morte di Gesù, affinché anche la vita di Gesù possa manifestarsi nella nostra carne mortale. Per questo motivo nel sacrificio della Messa preghiamo il Signore affinché "ricevendo l'offerta della Vittima Spirituale," Egli possa modellarci per Se Stesso 'quale dono eterno'."[9]
Ø Questo concetto è espresso con chiarezza nelle ultime parole dell'Eucaristia: "La Messa è finita; andate in pace per amare e servire il Signore."
Paolo ha parlato della grande santità dell'Eucaristia e della sua potenza quale luogo privilegiato di preghiera e di incontro con Gesù: ha anche parlato spesso della necessità di pregare sempre, di rendere continuamente grazie, di rallegrarci sempre e di benedire sempre.
Il fine dell'Eucaristia è di aprirci a un mondo nuovo di preghiera, di lode e di rendimento di grazie. Non ha davvero lo scopo di restringere o di esaurire la nostra relazione con Dio al tempo trascorso in Chiesa alla Messa.
Ø Può darsi che talvolta i cattolici parlino ed agiscano come se l'unico posto in cui avviene la preghiera vera e propria, o in cui si possa realmente incontrare e vivere con Gesù, sia la Messa. Ma questa è una grave distorsione del significato e del posto che la Messa deve avere nella vita del cattolico.
Gesù è presente sempre e dovunque, ci vuole consapevoli della Sua presenza e desidera che abbiamo sempre e dovunque comunione con Lui. Vuole che viviamo di continuo con Lui.
Ø Talvolta tuttavia, a causa dell'insicurezza, o di un regresso della nostra vita con Dio, ci si può concentrare o fissare sulla forma della Messa, quasi fosse il sostituto di una più ampia e continua relazione personale con Dio.
Gli studiosi contemporanei della liturgia sempre più riconoscono che, essendo in sostanza la liturgia un incontro profondo, personale e comunitario con Cristo, ciò che avviene al di fuori di essa nella vita dei singoli cristiani e della comunità cristiana è cruciale per una vera fioritura della stessa Eucaristia.[10]
Maria
La Chiesa Cattolica ha una devozione speciale per Maria, la Madre di Gesù.
Ø Lo fa ritenendo di obbedire alla Scrittura e alla guida dello Spirito Santo. Dio scelse Maria, ella si arrese all'offerta dell'angelo, lo Spirito Santo la coprì con la Sua ombra e il Figlio di Dio divenne uomo nel suo grembo.
Maria ha avuto l'inesprimibile privilegio di portare dentro di sé per nove mesi la Parola divenuta carne.
Ø Assieme a Giuseppe accudì e educò Gesù. Simeone profetizzò il suo ruolo nella partecipazione alle sofferenze di Gesù. Il primo miracolo compiuto da Gesù fu in risposta a una sua richiesta.
Ø Maria era presente presso la Croce, e Gesù rivolse a lei alcune delle Sue ultime parole quando la raccomandò a Giovanni, e Giovanni a lei,
- in un gesto cui la chiesa primitiva attribuì un significato più vasto che per le due sole persone coinvolte, ma che intendeva la condivisione di Sua Madre con tutti i Suoi discepoli.
- Maria era presente il giorno di Pentecoste.
L'angelo disse a Maria: "Ave, o piena di grazia, il Signore è con te!" (Lc 1,28). E Maria rispose, ispirata dallo Spirito Santo:
"L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore,
perché ha guardato all'umiltà della Sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e santo è il Suo nome" (Lc 1, 46-49).
Nel progetto di Dio Maria va onorata; si ritiene che tutte le generazioni la chiamino beata.
Ø Dio in Maria ha compiuto qualcosa che vuole che sia visto, capito e onorato. Egli riceve onore quando noi veneriamo quelli che Egli onora. In Maria Egli ha scelto una donna da benedire in modo speciale, e che avrebbe usato in modo speciale per promuovere la salvezza dell'uomo. Con la Sua voce sta dicendo qualcosa che vuole sia notato e onorato.
Ø Da tanto tempo mi sono accorto che le donne in generale sembrano più sensibili al Signore e più in generale sanno essere più amabili, fedeli e capaci di sacrificarsi di più. Sono più sante, se volete. E quasi dovunque in chiesa sono le più numerose.
Pur scartando le varie ragioni sociologiche e criticando un eccessivo accostamento femminile alla chiesa, pare rimanga sempre un qualcosa di intrinsecamente più santo riguardo alle donne.
Ø Non ero mai riuscito a determinare se vi fosse qualcosa in questa osservazione,
- finché di recente qualcuno mi ha dato un libro del fondatore di un nuovo ordine religioso francese, Padre Marie-Dominique Philippe, O.P., della Congregazione di San
Nel libro egli esponeva una esegesi delle narrative della creazione nella Genesi che per me aveva un senso in relazione a quanto avevo osservato.
Ø Guidato da un principio di S. Tommaso d'Aquino che ciò che viene per primo nell'ordine dell'intenzione è ultimo nell'ordine dell'esecuzione, Padre Philippe vede nella creazione della donna, ultimo atto della creazione di Dio, il capolavoro di Dio:
Ø "Secondo le intenzioni di Dio la donna è chiaramente il capolavoro della creazione: è l'ultima; è il massimo … il mistero finale di Dio è contenuto nell'uomo e nella donna – non li posiamo separare troppo – eppure la donna viene per ultima … è lei il capolavoro. … Pensando a Maria in particolare, Sant'Agostino ha espresso in maniera splendida questo concetto.
Il capolavoro della creazione è la donna, e la Donna per eccellenza è Maria."[11]
Padre Philippe prosegue dicendo: "Dio creò la donna perché fosse la mediatrice dell'amore. È lei a portare il segreto dell'amore e deve aiutare l'uomo ad amare, a elevarsi al di sopra del proprio lavoro, dei propri attrezzi, del proprio desiderio di dominare. È lei a dovergli insegnare ad amare."[12]