Per la Chiesa in quanto tale è stato difficile ammettere la propria necessità di pentirsi o di riconoscere di aver mai fatto qualcosa di sbagliato e di aver quindi bisogno di perdono. Probabilmente
Ø per il timore che ammettendo l'ovvio, verrà a perdere credibilità riguardo alla propria infallibile autorità di magistero nei campi della fede e della morale (un orgoglio spesso mascherato da prudenza), è stata incredibilmente lenta nell'ammettere l’ovvio.
Sono convinto che, se al momento giusto riconoscessimo i nostri errori e le mancanze più gravi, la nostra credibilità aumenterebbe.
Padre Peter Hockey, teologo ecumenico inglese, ritiene che quel tipo di pentimento sia essenziale se vogliamo davvero diventare una Chiesa che evangelizza:
Il Vaticano II ha compreso intuitivamente questo legame essenziale tra rinnovamento della Chiesa ed ecumenismo: che ogni tradizione, inclusa quella cattolica romana, ha bisogno della testimonianza dello Spirito nelle altre tradizioni affinché si manifestino pienamente la propria vitalità e il proprio vigore.
Ø Il pentimento delle nostre mancanze passate e presenti è un elemento essenziale di questo rinnovamento.
Ø Come Chiesa, in questi tempi moderni abbiamo più successo se ripensiamo alla nostra teologia e riadattiamo le strutture, che se ammettiamo pubblicamente i nostri errori. Ma questo ha importanti ripercussioni spirituali.
Perché un rinnovamento autentico esige un cambiamento del cuore davanti a Dio; diventare una chiesa che evangelizza con efficacia può richiedere una umiliazione comunitaria davanti al Signore, assieme alla confessione delle nostre debolezze e mancanze in quest'area.[40]
Secondo quanto ha rilevato Padre Benedict Groeschel, C.F.R., direttore dello sviluppo spirituale dell'Arcidiocesi di New York, non solo al momento opportuno è necessario il pentimento individuale, ma anche il pentimento istituzionale:
Ø “Oltre all'individuo, anche le comunità nella Chiesa, le società che si considerano cristiane e la stessa intera Chiesa devono pentirsi di continuo e tornare a credere con rinnovato fervore alla Buona Novella della salvezza portata e proclamata dal nostro Signore Gesù Cristo.”[41]
Padre Groeschel prosegue parlando in modo specifico dell'umiliazione e del disagio che sta attraversando la Chiesa in seguito agli scandali per gli abusi sessuali da parte di alcuni ecclesiastici:
Ø “Più di ogni altra volta nei passati 200 anni la Chiesa Cattolica negli Stati Uniti è colma di dolore… Essendo profondamente convinto della misericordia di Dio, e sapendo che Egli punisce penosamente i Suoi figli al solo scopo di correggerli, ho il sospetto che
Ø questa presente umiliazione possa produrre qualche effetto benefico. Potrebbe portare ad una vera riforma della nostra pratica morale come Chiesa, e ad un esame completo del nostro insegnamento morale, a partire dall'asilo infantile fino agli studi universitari…
Potremmo fare un uso migliore di tutta questa sofferenza rimettendo in ordine la nostra casa.”[42]
È incoraggiante vedere Giovanni Paolo II, e la Chiesa nel suo insieme, assumersi la responsabilità di riconoscere le mancanze della Chiesa, senza intaccare la sua autorità infallibile riguardo al suo magistero,
Ø ma è tuttavia significativo, che si tratti degli errori commessi nel caso di Galileo, di contribuire a spezzare l'unità dei cristiani, delle “macchie ed ombre oscure” nell'evangelizzazione del Nuovo Mondo e del modo in cui furono trattati gli Indiani indigeni, o nel riconoscere il coinvolgimento dei cattolici nella schiavitù africana.
La chiesa è umana ma, a differenza del suo Capo, Cristo, non è senza peccato:
Ø “È all'interno di questa struttura storica e culturale, molto lontana dai nostri tempi, che i giudici di Galileo, incapaci di dissociare la fede da un'antica cosmologia, credettero – un errore madornale – che l'adozione della rivoluzione copernicana, di fatto non ancora dimostrata in modo certo, fosse tale da indebolire la tradizione cattolica, e che fosse loro dovere impedirne l'insegnamento.
Ø Questo errore soggettivo di giudizio, oggi a noi tanto chiaro, li portò ad una misura disciplinare per la quale Galileo “dovette molto soffrire”. Questi errori vanno apertamente riconosciuti, come Tu, Santo Padre, hai richiesto.”[43]
In questa sola ed unica Chiesa di Dio, sin dai primissimi inizi sono sorti degli screzi, che l'Apostolo ha severamente biasimato e condannato.
Ø Ma nei secoli successivi sono apparsi dissensi assai più gravi, e comunità enormi si sono separate dalla comunione piena con la Chiesa Cattolica – cosa della quale, assai spesso, erano da incolpare uomini di entrambe le parti …
Ø il loro [dei fedeli cattolici] principale dovere consiste nel fare una valutazione sincera e accurata di qualunque cosa sia da rinnovare e da fare all'interno dello stesso ambiente cattolico, affinché con la sua vita la Chiesa possa rendere una testimonianza più chiara e fedele agli insegnamenti e alle istituzioni che le sono stati consegnati da Cristo attraverso gli apostoli.
Infatti, se è vero che la Chiesa Cattolica è stata dotata di tutta la verità divinamente rivelata e di tutti i mezzi di grazia, i suoi membri tuttavia non vivono questa realtà soprannaturale con tutto il fervore che dovrebbero.
Ø Di conseguenza, la radiosità del volto della Chiesa brilla con minor splendore agli occhi dei nostri fratelli separati e del mondo nel suo insieme, e la crescita del Regno di Dio ne risulta ritardata … San Giovanni ha reso questa testimonianza:
“Se diciamo di non aver peccato, facciamo di Lui un bugiardo e la Sua Parola non è in noi” (1 Gv 1,19). Questo vale per i peccati contro l'unità. Così, nella preghiera umile chiediamo il perdono di Dio e dei nostri fratelli separati, proprio come anche noi perdoniamo quelli che ci offendono.[44]
Questi uomini, donne e bambini furono le vittime di un commercio vergognoso al quale hanno partecipato persone battezzate, che però non vivevano la loro fede.
Ø Come dimenticare le enormi sofferenze inflitte, la violazione dei più fondamentali diritti umani, di quelle persone deportate dal continente africano? Come dimenticare le vite umane distrutte dalla schiavitù?In tutta verità e umiltà
Ø questo peccato dell'uomo contro l'uomo, questo peccato dell'uomo contro Dio, deve essere confessato…
Da questo santuario africano di dolore nero, imploriamo il perdono divino. Preghiamo affinché in futuro i discepoli di Cristo siano pienamente fedeli all'osservanza del comandamento dell'amore fraterno lasciatoci dal Maestro.[45]
Nel giugno del 1994, al concistoro speciale dei cardinali, convocato in preparazione della celebrazione del duemillesimo anno della nascita di Cristo, Papa Giovanni Paolo II invitò tutti quei cardinali ad includere, come parte di quella preparazione, il pentimento dei peccati passati della Chiesa non ancora pubblicamente riconosciuti.
Ø “Di fronte a questo Grande Giubileo, la Chiesa ha bisogno di una 'metanoia', ossia il discernimento delle mancanze e negligenze storiche dei suoi figli rispetto alle esigenze del Vangelo.
Ø Solo il coraggioso riconoscimento dei nostri errori ed omissioni, di cui in qualche modo noi cristiani siamo stati responsabili, unito alla generosa intenzione di porvi rimedio con l'aiuto di Dio, potranno fornire un impulso efficace alla nuova evangelizzazione e rendere più facile il cammino verso l'unità.”[46]
Il documento preliminare del Concistoro, inviato con l'approvazione del Papa, invitava in modo specifico alla riflessione sugli “aspetti oscuri della storia della Chiesa, valutandoli alla luce dei principi dei vangeli…
Ø Come ignorare le molte forme di violenza perpetrate anche in nome della fede, come le guerre tra le religioni, i processi dell'Inquisizione e altre forme di violazione dei diritti delle persone?”[47]
Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica riconosce queste penose caratteristiche della nostra storia come Chiesa:
Nei tempi passati, era usanza comune di governi legittimi fare uso di pratiche crudeli allo scopo di mantenere la legge e l'ordine,
Ø spesso senza la protesta dei Pastori della Chiesa che, nei loro tribunali, adottavano essi stessi le consuetudini della legge romana sulla tortura. Per quanto disdicevoli siano questi fatti, la Chiesa ha sempre insegnato il dovere della clemenza e della misericordia. Proibiva agli ecclesiastici di spargere sangue.
Ø Nei tempi recenti è risultato evidente che quelle pratiche crudeli non erano né necessarie all'ordine pubblico, né conformi ai diritti legittimi della persona umana. Tali pratiche al contrario portavano ad altre ancor più degradanti. È necessario impegnarsi per la loro abolizione. Dobbiamo pregare per le vittime e per i loro torturatori (2298).
Le prime parole pronunciate da Gesù nel Suo ministero pubblico e riferite dai vangeli sono:
Ø “pentitevi, perché il Regno di Dio è vicino.” Attraverso i secoli lo Spirito di Dio ha continuato a portare alla nostra attenzione quelle parole, che continuano ad esserci rivolte sia come individui che come Chiesa.
“Restringere” Dio
Un'altra tendenza della nostra natura umana sta nel restringere, ridurre la nostra concezione di Dio e del Suo piano, limitandolo al gruppo o istituzione cui apparteniamo,
Ø ed erigere muri là dove Dio intendeva vi fossero porte e finestre. Pur essendo un cattolico impegnato, non credo che Dio, nelle Sue azioni importanti, Si limiti alla Chiesa Cattolica, e sono convinto che in questa visuale ristretta vi sia un grave pericolo.
Dio è più grande delle istituzioni visibili da Lui fondate e dei leader ai quali dà l'unzione.
Ø Considerate la risposta di Mosè quando gente dalla visione ristretta gli sottopose le proprie preoccupazioni.
Dato che possedeva lo Spirito di Dio, Mosè era sommerso dalla pressione della gente che pretendeva che egli provvedesse alle loro necessità.
Ø Avvertendo su di sé il peso di quella leadership, Mosè chiese, e Dio rispose favorevolmente, concedendo anche ad altri lo Spirito per condividere la guida del popolo.
- Due dei leader scelti per ricevere lo Spirito non si trovavano dove avrebbero dovuto, ma ricevettero comunque lo Spirito e cominciarono a profetare. La risposta di Mosè è importante:
- “Un giovane venne di corsa e disse a Mosè, «Eldad e Medad stanno profetando nel campo.» E Giosuè, figlio di Nun, ministro di Mosè, uno dei suoi uomini scelti, disse: 'Mosè, signore mio, impediscilo!'. Ma Mosè disse loro:
Siete così gelosi per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il Suo Spirito!" (Nm 11, 27-29).
Poiché il cuore di Mosè era nella giusta relazione con Dio, egli non era possessivo o geloso che altri condividessero lo Spirito.
Ø In realtà il desiderio del suo cuore era che tutti potessero avere ciò che era stato dato a lui.
Considerate anche come Dio si servì di nazioni pagane per compiere la Sua volontà, arrivando persino al punto di usarle per purificare il Suo popolo eletto (2 Re, 24,1-4; Ger 22).
Ø Considerate inoltre cosa disse Gesù sugli “eletti”: se “i prescelti, dotati e chiamati” induriscono in modo perverso il loro cuore, altri verranno a prendere il loro posto al banchetto nuziale; altri verranno da oriente e da occidente a prendere il loro posto.
Se quelli che in senso stretto sono figli di Abramo non rispondono incondizionatamente al Signore, Egli farà sorgere nuovi figli persino dalle pietre.
Più e più volte abbiamo scoperto che quanto Dio ha affermato tramite il profeta Isaia risulta assolutamente vero:
Ø “I Miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le Mie vie” (Is 55,8).
Molti di quanti avevano passato tutta la vita “scrutando le Scritture” per ricevere sapienza riguardo alla venuta del Messia, non riuscirono a vederLo perché avevano messo troppi limiti ai loro orizzonti ed avevano “inscatolato Dio”.
Ø Noi tutti abbiamo un’ incredibile tendenza ad “inscatolare Dio” e a decidere come, quando e attraverso chi deve agire. Tutti siamo portati ad avere “il controllo” della nostra relazione con Dio, così da metterGli inevitabilmente dei limiti.
Ma Dio è sovrano, e fa ciò che vuole, quando vuole, attraverso chi vuole e in modi che spesso ci sorprendono.
Molti non erano pronti ad accettare un Messia che veniva nella forma di un servo sofferente; non colsero il momento della visita divina e le conseguenze furono indicibili, catastrofiche, sia per loro personalmente che per il loro paese.
Ø Sleale? No. Gesù ripeté chiaramente più e più volte che le parole che pronunziava e gli atti che compiva, mai compiuti da nessun uomo in precedenza, erano dimostrazioni più che sufficienti per chi aveva il cuore sinceramente aperto a Dio e alla verità.
L'Apostolo Pietro e la Chiesa Primitiva dovettero affrontare una lotta terribile per arrivare ad aprirsi al fatto che Dio voleva estendere la Sua salvezza tramite Gesù anche ai Pagani, senza esigere che diventassero prima ebrei.
Ø Per convincere Pietro e gli altri ebrei cristiani ad aprire il cuore e ad accogliere i cristiani pagani come veri fratelli e sorelle in Cristo, il Signore dovette impiegare mezzi drammatici..
Padre Raniero Cantalamessa, in conformità con la Scrittura (Rm 11), rileva che quando Dio, in preparazione del ritorno di Cristo, tornerà ad occuparsi degli ebrei come popolo e, come promesso nelle Scritture, ci saranno conversioni collettive a Cristo,
Ø la Chiesa cattolica tornerà ad affrontare la sfida di dover allargare la propria idea su ciò che Dio fa e come lo fa, e di dover allargare anche il cuore:
Possiamo forse escludere, noi cristiani, che quanto accade ai nostri giorni – ossia il ritorno di Israele alla terra dei loro padri – non sia collegato in qualche modo, per noi ancora misterioso, a quest'ordine provvidenziale che riguarda il popolo eletto e che è portato a compimento nonostante l'errore e l'eccesso umano, come avviene nella stessa Chiesa? …
Ø Questa responsabilità di fede richiede alla Chiesa di amare gli ebrei, di aspettarli, di chiedere, come già sta facendo, il loro perdono per aver loro nascosto in certi periodi il vero Gesù, quel Gesù che li ama e che è la loro “gloria”; …
Se il ritardo è stato così lungo e penoso, indubbiamente lo è stato anche per colpa dei cristiani … la riunione di Israele alla Chiesa comporterà sicuramente un riadattamento nella Chiesa; significherà una ,conversione da entrambe le parti.[48]
La tendenza a diventare possessivi verso il sistema religioso di cui siamo parte e di cominciare a servire il sistema come se fosse una proiezione nel nostro ego e della nostra sicurezza, anziché servire il Dio vivente che “soffia dove vuole”, è davvero forte in tutti noi.
Ø L'amara storia dello scisma e dell'eresia è pure istruttiva. Nel corso dei secoli i cattolici, desiderando giustamente salvaguardare l'unità e l'integrità dell'unica Chiesa fondata da Cristo, hanno sempre affrontato con severità lo scisma e l'eresia. Si sono dette e fatte cose terribili.
Purtroppo, è possibilissimo avere ragione dal punto di vista teologico e torto da quello attitudinale o spirituale, combinando le realissime divisioni teologiche con divisioni personali e di relazioni persino maggiori.
Ø Fortunatamente, in seguito al Vaticano II, per risolvere le divisioni teologiche i cattolici non si limitano a pregare e fare, ma si stanno anche assumendo la responsabilità del proprio ruolo nelle dolorose divisioni personali e di relazione.
Ripensandoci, anche se lo scisma e l'eresia hanno enormemente ferito e indebolito l'intero Corpo di Cristo, inclusa la Chiesa cattolica,
Ø è chiaro che Dio non ha abbandonato il Suo popolo diviso, neppure quando una parte aveva “teologicamente” torto.
Ø Senza avallare quanto nello scisma o nell'eresia era sbagliato, Dio ha continuato ad approvare ciò che era giusto, in particolare quando la parte giusta riguardava la devozione a Suo Figlio, Gesù.
L'amore di Dio è sempre più profondo, più vasto e sapiente del nostro amore, e non finiremo mai di imparare da quell'amore, e di pentirci quando lo incontriamo.
Mentre la Chiesa e i suoi sacramenti sono mezzi ordinari di salvezza e di santificazione, Dio non Si limita neppure a quanto Egli Stesso ha stabilito in modo speciale.
Ø Tutta la terra ci parla della Sua gloria. Nella creazione, nel prodigio e nella gloria dell'universo, Dio Si rivela a tutti gli uomini.
- Egli Si rivela a tutti gli uomini nell'istinto che ha posto in loro per riconoscere il bene e il male; Egli è realmente la vera luce, che illumina ogni uomo che nasce nel mondo.
- Nelle Sue mani sta il sorgere e il tramontare delle nazioni;
- nelle Sue mani sono il giudizio, la purificazione e la benedizione delle chiese;
- nelle Sue mani è la creazione e la redenzione dell'intera razza umana.
E mentre Dio Si serve degli individui e delle istituzioni che Egli Stesso ha scelto e consacrato, non Si limita certo a queste; il Suo Regno è più grande di tutti noi.
Cosa potrebbe dire, allora, lo Spirito alla Chiesa Cattolica?
è Un messaggio vecchio e sempre nuovo come il giorno di Pentecoste: pentitevi, credete, e anche voi riceverete il dono dello Spirito Santo (Atti 2,38).
Pentiamoci di ogni modo in cui possiamo aver messo restrizioni a Dio, o avergli posto dei limiti nel pensiero, parole o azioni.
Ø Pentiamo di qualunque modo in cui possiamo aver oscurato la centralità di Gesù, ponendo cose secondarie al suo posto.
Ø Pentiamoci della nostra “eccessiva centralità e concentrazione sulla Chiesa” che la colloca al posto di Cristo.
Pentiamoci di ogni modo in cui possiamo aver addolorato lo Spirito Santo e, col nostro orgoglio o con la nostra paura, aver opposto resistenza alle Sue opere.
[1] Constitution of the Church Lumen Gentium, 9.
[2] Cardinal Joseph Ratzinger, “What Does the Church Believe?” Catholic World Report, Marzo 1993, p. 58.
[3] Costituzione della Chiesa Lumen Gentium, 8.
[6] Decreto sull'Ecumenismo Unitatis Redintegratio, 3.
[8] Costituzione della Chiesa Lumen Gentium, 8.
[9] Decreto sull'Ecumenismo Unitatis Redintegratio, 5.
[10] Padre Raniero Cantalamessa, La Vita nella Signoria di Cristo (Ed. Ancora, Milano), p. 89
[11] Padre Charles Dilke, C.O., “Canterbury Tales”, 30 Days (febbraio, 1991): 82; caratteri italici miei.
[12] Decreto sull'Ecumenismo Unitatis Redintegratio, 10.
[14] Cardinal Hans Hermann Groër, “From Values ro Reality”, 30 Days, n. 5 (1993): 62.
[15] Padre Thomas Hopko, “Continuous Conversion”, Faith and Renewal, Aprile - maggio, 1992, p.4.
[16] Dr. Larry Crabb, Inside Out (Colorado Springs: NAVPRESS, 1988); Dr. John White, Changing on the Inside (Ann Arbor, Mich., U.S.A.: Servant Publications, 1991).
[17] Cantalamessa, La vita nella Signoria di Cristo, pp. 37-38.
[18] Vedi anche l'orientamento biblico dato dal Decreto sul Ministero e sulla Vita dei Sacerdoti, del Vaticano II, Presbyterorum ordinis sul ruolo dei sacerdoti in relazione ai laici, quali “fratelli tra i fratelli”, particolarmente il n. 9.
[19] Cardinal Joseph Ratzinger, The Meaning of Christian Brotherhood (San Francisco: Ignatius Press, 1993), pp. 59-60.
[20] Il Dr. Joyce Little, professore di teologia presso l'Università di S. Thomas a Houston, Texas, alla conferenza che ha avuto luogo ad Omaha, nel Nebrasca, nel luglio del 1993,per celebrare il 25° anniversario della Humnae Vitae, fece una presentazione eccellente della distinzione tra autorità e potere. È disponibile su audiocasetta presso l'Istituto Paolo VI, 6901 Mercy Road, Omaha, NB 68106, U.S.A. Anche il Cardinal Ratzinger,ha sviluppato alcune distinzioni tra autorità e potere nel suo saggio “Against the Power of Intellectuals”, pubblicato su 30 Days, (Marzo 1991): 68-71).
[21] Padre Marie-Dominique Philippe, O.P., Follow the Lamb … (Laredo, Tex.: Congregation of Saint John, 1991), pp. 102, 177-92.
[22] Dudley Hall, Out of the Comfort Zone: The Church in Transition (Pineville, N.C., Morning Star Publications, 1991), p. 44.
[23] Joseph E. Davis, “The Protestant Challenge in Latin America”, America, 19 gennaio, 1991, p. 38.
[24] Padre Thomas Weinandy, “Why Catholics Find It So Hard to Evangelize”. New Covenant, Ottobre, 1993, p. 19.
[25] Attendo con ansia la pubblicazione di un nuovo libro di Neil Lozano che si dedica all'analisi delle dinamiche del “fratello maggiore” che si trovano dentro tutti noi. L' ho letto in forma di bozza e ritengo sia un contributo originale e sensibile alla letteratura della crescita e santità spirituale, che sarà utile a molti. Ancora non è stato definito il titolo né l'editore, ma non appena pubblicato lo metteremo a disposizione attraverso il nostro notiziario: Renewal Ministries, Box 7712, Ann Arbor, MI, 48107, U.S.A.
[26] Vescovi di El Salvador, “Offsetting the Proselytism of Sects”, L’Osservatore Romano (Ed. inglese), 27 agosto, 1990, p. 9.
[27] Serge Schmemann, “Russian Pass Meaure to Restrict Foreign Religious Groups”, New York Times, 16 luglio, 1993, p. A6.
[28] Alan Cooperman, “Pope Heads for Baltics as Religions Compete”, Ann Arbor News, 2 settembre, 1993, p. A7.
[29] Padre Thomas Dubay, S.M., Fire Within (San Francisco: Ignatius Press, 1989), pp. 196-97.
[30] Lucio Brunelli e Alfred Lbhart, “Ratzinger and the Son of Luther”, 30 Days, n. 3 (1993): 9.
[31] St. Ignazio Brianchaninoff, come è citato in Hopko, “Continuous Conversion”, p. 8.
[32] Papa Giovanni Paolo II, “Bible Experts Must Be Guided by Spirit”, L'Osservatore Romano (Ed. Inglese), 28 aprile, 1993, pp. 3-4.
[33] Cardinal Angel Suquia, “The New Evangelization: Some Tasks and Risks of the Present”, Communio, Inverno 1992, pp. 515-40.
[34] Cantalamessa, La Vita nella Signoria di Cristo p. ix.
[35] Padre Avery Dulles, S.J., “From Symbol to System: A Proposal for Theological Method”, Pro Ecclesia I, n. 1, p. 43.
[36] Ratzinger, “Against the Power of Intellectuals”, pp. 68-69.
[37] Philippe, Follow the Lamb…, p. 31.
[38] Cardinal Joseph Ratzinger con Vittorio Messori, The Ratzinger Report (San Francisco: Ignatius Press, 1991), p. 76.
[39] Peter Steinfels, “Inquiries Pledged on Abusive Priests”, New York Times, 2 luglio, 1993, pp. A1, A7.
[40] Padre Peter Hockey, Ecumenical Issues in Evangelization (non pubblicato ms.).
[41] Padre Benedict J. Groeschel, C.F.R., The Reform of Renewal (San Francisco: Ignatius Press, 1990), p. 28.
[42] Padre Benedict J. Groeschel, C.F.R., “Making Sense of the Scandal”, Catholic World Report, Novembre 1993, pp. 43, 46.
[43] Cardinal Paul Poupard, “'Galileo Case' Is Resolved”, L'Osservatore Romano, (Ed. Inglese), 4 novembre, 1992, p. 8.
[44] Decreto sull'Ecumenismo Unitatis Redintegratio, 3, 4, 7.
[45] Papa Giovanni Paolo II, “From This African Shrine of Sorrow Let Us Implore Heaven's Forgiveness”, L'Osservatore Romano, (Ed. Inglese), 4 marzo, 1992, p. 2.
[46] Papa Giovanni Paolo II, “Address to Extraordinary Consistory of Cardinals”, L'Osservatore Romano, (Ed. Inglese), 22 giugno, 1994, p. 8.
[47] Lisa Palmieri-Billing, “Ecumenism”, Inside the Vatican, Maggio, 1994, p. 20.
[48] Padre Raniero Cantalamessa, The Mystery of Christmas (Middlegreen, Slough, U.K.: St. Paul Publications, 1988), pp. 94-102.