CAPITOLO 4 Cosa dice lo Spirito?

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MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 20:26

Chiesa e rinnovamento

CAPITOLO 4

Cosa dice lo Spirito?

 

 

 

Mentre la vita della Chiesa primitiva si andava sviluppando, lo Spirito promesso da Gesù agiva in tutti i campi promessi da Gesù,

Ø      incluso quello di attirare l'attenzione delle prime comunità cristiane sulle cose che mancavano o che essi stavano trascurando, e che invece non dovevano mancare né essere ignorate.

Ø      Sono convinto che lo Spirito ha continuato a svolgere quella funzione in tutta la storia della Chiesa, e che lo stia facendo ancor oggi. Talvolta lo Spirito è ascoltato, e allora alla Chiesa arrivano le Sue benedizioni; ma talvolta non lo è, ed ecco allora dispiegarsi difficoltà più grandi.

Ø      Come il Vaticano Secondo ci sollecita a fare, è necessario imparare a “discernere i segni dei tempi[1] e ad ascoltare attivamente quanto lo Spirito potrebbe dire alla Chiesa contemporanea.

 

Uno dei modi per poter “discernere i segni dei tempiconsiste nell'osservare da vicino cosa sta accadendo in relazione alla Chiesa, ed è proprio quanto abbiamo cercato di fare nei primi tre capitoli.

Ø      In questo capitolo vorrei condividere alcune riflessioni sul significato di ciò che abbiamo appena rilevato, per noi come Chiesa e come individui.

 

Alcuni dei fatti considerati possono essere stimolanti da accettare. Se possiamo giustamente discutere su questo o quel metodo di misura, su questa o quella indagine, quando tutte le misurazioni e le indagini indicano la stessa direzione, allora c'è un messaggio che esige la nostra attenzione.

Ø      E se possiamo dire con ragione che le statistiche non dicono tutta la storia e che stanno accadendo anche molte cose positive, vi è tuttavia un messaggio al quale dobbiamo prestare attenzione.

Ø      Quel messaggio, nella sua forma più semplice, forse si potrebbe esprimere così:

-        Quando Gesù viene proclamato con chiarezza e con fiducia nella potenza dello Spirito Santo,

-        molte più persone giungono alla fede e nella Chiesa avviene una crescita assai maggiore di quando non vi è questo tipo di proclamazione.

-        È un messaggio semplice, ma che ha implicazioni profonde, ed è un messaggio affatto facile da accettare, persino per molti all'interno della Chiesa. E perché no?

 

A molti resta difficile accettare che la nostra amata Chiesa Cattolica possa trovarsi in posizioni tanto critiche e difficili, come è chiaramente indicato da tutte le informazioni disponibili.

Ø      La dimensione stessa della Chiesa, la sua diffusione geografica e la sua antica Tradizione, la gloria di tanti santi e martiri nei secoli, la fedeltà della sua dottrina e del suo insegnamento morale, la sicurezza della sua continuità storica, l'eccellenza dei suoi sacramenti, talvolta possono esercitare una tale attrazione e dare un tale conforto che qualsiasi altra cosa che indichi l'esistenza di gravi problemi può non essere bene accolta.

Ø      A nessuno piace che sia turbata la propria sicurezza o comodità, ma se si devono realizzare gli scopi di Dio, talvolta è necessario che ciò avvenga.

In una rara intervista concessa verso la fine del 1993, Giovanni Paolo II rivolse un invito proprio per un tale esame di coscienza:

Ø      “Al termine di questo secondo millennio certo dovremmo fare un esame di coscienza: dove siamo, dove ci ha portato Cristo, in quali punti ci siamo allontanati dal Vangelo. É un argomento che indubbiamente richiederebbe un’analisi più approfondita.”[2]

 

Per le difficoltà della Chiesa vi è anche la tendenza ad incolpare fattori ad essa esterni, e a supporre che se vi fossero al potere partiti politici diversi, se certe leggi cambiassero o se vi fossero uomini politici più favorevoli, il declino che la Chiesa sta sperimentando subirebbe una inversione, che

Ø      la secolarizzazione e la scristianizzazione non sono altro che cose che accadono “qua e là” e di cui la Chiesa non ha alcuna responsabilità e di fronte alle quali è impotente.

In un importante discorso rivolto alla Conferenza Episcopale Spagnola il Cardinal Angel Suquia, Spagna, parla proprio di questa tentazione:

 

Indubbiamente nelle società moderne vi è qualcosa quasi di innato, una certa componente di intolleranza che tende a limitare la libertà della pubblica espressione della fede, e che a volte arriva persino a sopprimerla con violenza.

Ø      Ma quando i cristiani deducono che a questa intolleranza attribuiamo in primo luogo le difficoltà della fede nell’aprire agli uomini nuovi orizzonti, manifestiamo una notevole mancanza di consapevolezza storica e una vera ignoranza della nostra posizione nel mondo.

-        In primo luogo manifestiamo una tale sfiducia nella potenza redentiva di Cristo che forse, proprio per questo motivo, siamo noi il maggiore ostacolo alla nuova evangelizzazione.

-        Per di più con questo modo di pensare stiamo nascondendo a noi stessi i nostri veri mali. Questi mali non vengono dal di fuori della Chiesa, ma da noi stessi.

-        La cosa sorprendente non è che il mondo sia il mondo - cos'altro dovrebbe mai essere, senza aver conosciuto Cristo? – e neppure che il mondo … si opponga al Vangelo.

Ø      Ciò che sorprende è che se Cristo è davvero ciò che la Chiesa ritiene Egli sia, noi cristiani rendiamo a Lui e alla Sua redenzione una testimonianza quanto mai vergognosa. Ed è proprio qui che dobbiamo in primo luogo ricercare l'origine dei nostri mali: nella debolezza religiosa della nostra fede,

-        nella sua mancanza di convinzione profonda e di ardore;

-        nella sua dipendenza rispetto alle posizioni e ai sistemi ideologici e nella sua estraneità dalla vita reale dell'uomo; oppure

-        nella fragilità della nostra comunione ecclesiale.

Ø      La peggiore conseguenza di questo modo di pensare, che attribuisce la scristianizzazione principalmente a cause “politiche” al di fuori della vita della Chiesa, è che così facendo evitiamo la supplica, la conversione e la chiarezza della testimonianza di Cristo, vie indispensabili dell’evangelizzazione

Ø      Ricercare la sicurezza della fede, o la possibilità di uno scopo autenticamente missionario il cui sostegno non provenga dalla stessa fede, bensì da un'atmosfera culturale o sociale favorevole, o dall’appoggio alla Chiesa da parte dei poteri politici è, per lo meno, una confessione della debolezza della nostra fede e segno inequivocabile che la nuova evangelizzazione deve in primo luogo cominciare da noi stessi.

La scristianizzazione dell'Europa ha molte cause, ma non sarebbe sicuramente sopraggiunta senza una certa debolezza culturale dei cristiani, che si sono arresi davanti alla falsa alternativa presentata al cristianesimo dalla vita moderna.[3]

 

Come cattolici, è facile sviluppare una forma di orgoglio che può diventare un grave ostacolo alla nostra relazione con Dio e con gli altri ed un grave impedimento verso Dio per l'adempimento dei Suoi scopi attraverso la Chiesa.

Ø      S. Bernardo di Clairvaux e molti altri che hanno contribuito alla tradizione teologica e spirituale della Chiesa identificano nell'orgoglio il più grave dei peccati.[4]

Ø      Come risulta esplicitamente chiaro dalla Scrittura, l'orgoglioso deve essere  umiliato perché si possano adempiere i piani di Dio,[5] e ritengo che proprio questa sia una delle cose che Dio sta cercando di compiere in ciò che vediamo dischiudersi davanti ai nostri occhi.

È davvero imbarazzante e umiliante vedere la cattolica Italia votare con schiacciante maggioranza (il 68 percento contro il 32 percento)[6] a favore della legalizzazione del divorzio e dell'aborto. È imbarazzante ed umiliante quando il 64 percento dei cattolici americani votano per candidati favorevoli all'aborto.[7] Ed è ancora umiliante e imbarazzante quando i “panni sporchi” della Chiesa sono stesi fuori a bella vista di tutti i mass media.

 

Il caso di preti che si approfittano delle loro relazioni coi ragazzi per praticare sesso con loro sta inviando ondate di violenta emozione attraverso la Chiesa e la società.

Ø      I vescovi americani ne hanno riconosciuti pubblicamente oltre quattrocento casi, e sono stati già pagati centinaia di migliaia di dollari per risarcimenti, ma il problema è certamente più vasto di quanto in realtà è venuto alla luce.[8] Si prevede che per il 1995 il costo dello scandalo per le sentenze da cause legali avrà raggiunto un miliardo di dollari.[9] In seguito dell'alto numero di casi di abusi sessuali una diocesi americana ha avvertito di correre il rischio di dover dichiarare bancarotta:

 

Davanti alle dozzine di richieste di risarcimento contro i preti dovute a molestie sessuali, a New Messico l'arcidiocesi cattolica di Santa Fe ha comunicato ai parrocchiani che probabilmente dovrà presentare istanza di fallimento.

Ø      Inoltre ha chiesto ai parrocchiani di aiutarla a sostenere le spese di milioni di dollari per liquidare i costi e le spese legali, onde risparmiarle la vergogna di essere la prima arcidiocesi americana a dover presentare istanza per la protezione dal fallimento secondo il capitolo II.

In una lettera letta dai pulpiti o spedita su tabelloni a 91 parrocchie e missioni in tutto il New Mexico per la lettura domenicale, l'Arcivescovo Michael J. Sheehan ha rilevato che con le vittime di cattivi comportamenti sessuali che esigevano fino a 50 milioni di dollari per danni e con gli assicuratori della chiesa che si tiravano indietro, il fallimento era incombente.

Ø      Riconoscendo il passo “drastico” che stava facendo, pregò  ogni parrocchia di contribuire con qualsiasi somma in contanti e con le proprietà che poteva cedere, piuttosto che vedersele pignorate dai tribunali…

Le autorità ecclesiastiche del luogo valutano che su un periodo di 30 anni ben 200 persone hanno subito abusi da parte di 45/50 sacerdoti. Al momento l'arcidiocesi si sta difendendo in 41 cause legali separate. Altre 20 persone hanno affermato di avere richieste di risarcimento da fare, ma di non aver ancora conferito il mandato a un legale. Sono già state liquidate diciannove cause, per un importo da 10.000 a 600.000 dollari. Gli indennizzi variavano a seconda della durata e della gravità dell'abuso, che va da semplici baci indesiderati a otto anni di sesso orale e sodomia.[10]

 

Negli Stati Uniti il 48 percento delle persone interpellate ritengono che l'abuso sessuale da parte di preti sia cosa comune, il

-        53 percento crede che la Chiesa gestisca male il problema dell'abuso e il

-        64 percento pensa che la Chiesa si preoccupi più della propria immagine che di risolvere il problema dell'abuso sessuale.[11] Il

-        37 percento dei cattolici in Canada ha dichiarato che la loro fede è rimasta scossa dall’aperta rivelazione di una simile corruzione sessuale tra il clero canadese.[12]

Ma io temo che questa sia solo la punta dell'iceberg. Da anni cattolici comuni mi scrivevano per parlarmi delle loro esperienze personali di situazioni simili a quelle appena esposte, e anche di altre.

Ø      Preti che frequentano bar omosessuali, preti che in parrocchia hanno relazioni con donne sposate, preti che fanno i giudici in tribunali per il divorzio e che concedono annullamenti senza ascoltare la testimonianza dell'altro coniuge, e talvolta persino un prete che abbandona il sacerdozio per sposarsi con la donna il cui matrimonio è appena stato dichiarato nullo.

 

Anche il problema degli annullamenti turba profondamente molti comuni cattolici rimasti fedeli al proprio matrimonio nonostante le grandi difficoltà incontrate.

Ø      Quasi tutti conoscono qualcuno che è stato sposato per molti anni, con quattro, cinque o più figli, che dopo 25 anni di matrimonio ottiene il divorzio e quindi l'annullamento e si risposa in Chiesa.

Ø      Ma se gli annullamenti sono una funzione giuridica legittima dell'autorità ecclesiastica, attraverso i quali essa dichiara che al momento del matrimonio vi erano difetti talmente gravi nelle intenzioni o nelle capacità di uno o di entrambi i coniugi, che poi i due non sono stati in grado o non hanno voluto impegnarsi per la vita in un matrimonio cristiano, il Papa e gli alti funzionari del Vaticano hanno espresso grave preoccupazione per la frequenza con cui tali annullamenti sono concessi negli Stati Uniti:

 

I tribunali ecclesiastici degli Stati Uniti stanno forse diventando la Reno o la Las Vegas della Chiesa universale?

Ø      Secondo un funzionario del Vaticano i tribunali ecclesiastici americani concedono troppi annullamenti e sono colpevoli di erodere il rispetto verso il matrimonio…

Ø      Di questa opinione si è sentito parlare spesso in precedenza. Ma di recente, ad un convegno sui diritti delle famiglie promosso dal Vaticano, l'Arcivescovo Vincenzo Fagiolo, presidente del Consiglio Pontificio per l'interpretazione dei Testi Legislativi, ha esposto questo argomento in maniera particolarmente cruda e provocatoria.

 

Ha detto che negli Stati Uniti il numero di annullamenti è causa di “grave scandalo”, e che i tribunali ecclesiastici americani sono troppo teneri nel permettere che sulla base di motivi psicologici si conceda lo scioglimento dei matrimoni.

Ø      Fagiolo ha rilevato che il 70 percento di tutti i casi di annullamento in sospeso provengono dagli Stati Uniti e che il 98 percento dei casi ascoltati finiscono in annullamenti.

Fu una schiacciante denuncia del sistema di un tribunale che concede ogni anno circa 43.000 annullamenti e che costa ai cattolici americani, attraverso i sussidi delle diocesi e le tariffe pagate dai richiedenti, ben 22,5 milioni di dollari.[13]
MARIOCAPALBO
00martedì 7 febbraio 2012 20:27

I funzionari americani rispondono che queste statistiche, se pur accurate, non fanno che riflettere la maggiore efficienza dei tribunali americani.

Ø      Alcuni canonisti asseriscono che la concessione di una percentuale tanto elevata di annullamenti è dovuta al fatto che i casi più deboli sono esclusi per vaglio sin dall'inizio. La risposta non è del tutto convincente né per i comuni cattolici né per Roma. Sarebbe molto meglio ammettere che vi sono stati abusi, e che ci si sta impegnando per correggere la situazione, anziché fingere che tutto sia sempre andato bene.

Quando dei comuni cattolici mi hanno scritto turbati da argomenti di questo tipo, in genere li ho consigliati di esporre quelle preoccupazioni al loro vescovo.

Ø      Spesso tuttavia il vescovo si è rifiutato di riceverli o di rispondere alle lettere o, più comunemente, si limita a trasferire il prete in questione in un'altra parrocchia, dove spesso si ripete il problema.

Fin quando non sono state presentate centinaia di azioni legali, con una pubblicità imponente e sentenze per danni contro la Chiesa che ammontavano a centinaia di milioni di dollari, non si sono presi provvedimenti impegnativi che avrebbero potuto essere davvero efficaci nel risolvere il grave problema della pedofilia dei preti.

Ø      Resta da vedere se i problemi ancor più diffusi e che non sono certo meno gravi, saranno pure affrontati con efficacia. Quando il singolo individuo o la Chiesa nel suo insieme non hanno autodisciplina, spesso Dio permetterà che sia il mondo a compiere l'opera necessaria al caso.

 

Il Cardinal O'Connor, Arcivescovo di New York, ha espresso la propria opinione spirituale su quanto sta avvenendo nell’esposizione di questa corruzione morale nella Chiesa:

Ø      La Chiesa sta attraversando un periodo di prova attraverso il fuoco, e quando il fuoco non distrugge, purifica.”[14]

Ø      É importante che questa prova attraverso il fuoco non distrugga la nostra fede personale o la fede nella presenza di Cristo nella Chiesa e nei suoi molti sacerdoti devoti.

 

In una delle sue lettere S. Agostino dette alcuni buoni consigli che si possono applicare bene anche alla situazione in cui ci troviamo oggi. Scriveva a proposito di un possibile scandalo omosessuale tra un prete ed un aspirante al sacerdozio.

 

Per quanti godono di questi nostri dolori … abbiamo imparato a pregare per loro, e ad augurare loro ogni bene. Per quale altro scopo se ne stanno lì seduti, e a cos'altro mirano, se non a dichiarare e a sostenere senza prova alcuna, quando qualche vescovo, ecclesiastico, monaco o suora sono caduti, che sono tutti come questi!

Ø      Eppure, quando è stato dimostrato che qualche donna sposata è adultera, non cacciano via le loro mogli né accusano le loro madri.

Ø      Ma quando si arriva a quelli che hanno professato una vocazione sacra, se è corsa la voce di una falsa accusa o ne è stata resa pubblica una vera, questa viene ripresa, abbellita e diffusa tutt'intorno, per farla credere a tutti e dovunque…

 

Non ci dovremmo scoraggiare né essere paventati al vedere che la carità si raffredda davanti ad una crescente immoralità, né dovremmo deprimerci di fronte ad eventi inattesi ed improvvisi. Ricordando le cose predette prima della fine, non dovremmo forse perseverare fedelmente fino alla fine, perché dopo la fine del tempo saremo risuscitati  a quella vita senza più ansia alcuna, che non avrà mai fine?[15]

 

Questa prova attraverso il fuoco è una realtà in molti luoghi, ed avviene in molti modi.

Ø      È umiliante constatare come l'evangelizzazione e la catechesi di tanti cattolici ed ortodossi è stata talmente vuota da permettere che tornino a scoppiare feroci guerre fratricide, e che si ripetano alcune delle stesse atrocità commesse dai “cristiani” contro i musulmani al tempo delle Crociate.

Ø      Ed è imbarazzante vedere che i “cristiani” e i loro leader continuano a tacere davanti alle atrocità commesse dalla loro gente. L'Arcivescovo cattolico di Belgrado, Jugoslavia, ha parlato della tragedia di tutto ciò:

Ø      L'odio, il crimine e ogni tipo di atrocità, risultate dalla guerra in quella che era la Jugoslavia, rivelano con quale superficialità era stata evangelizzata la gente.

Ø      L'indottrinamento ateo comunista ha rovinato il nucleo del codice morale. Così si è prodotta  un'atmosfera infernale, in cui si commettono ogni tipo di gravi delitti. Una tale situazione apocalittica costituisce una grande sfida per la Chiesa.”[16]

 

È umiliante e causa di profonda preoccupazione vedere milioni dei nostri giovani in Occidente trascinati nella schiavitù spirituale e morale

Ø      dalla cultura pagana contemporanea che agisce attraverso i media, mentre la Chiesa è rimasta per lo più in silenzio. Alcuni vescovi coraggiosi cominciano a riconoscere la verità:

 

Se dovessimo accusare una forza singola che è stata causa di un simile cambiamento, col risultato dell'attuale mancanza di moralità e di valori, questa è proprio

Ø      la televisione ed il silenzio della Chiesa che non si è opposta ai media… sono entrati in ogni casa in America e stanno accesi per ore – spesso in opposizione ai valori familiarisenza che i genitori, la chiesa o il governo facciano niente per opporsi

Purtroppo il silenzio della Chiesa cattolica è stato assordantee riflettendo sull'impatto della Chiesa sulla televisione paragonato all'impatto della televisione sulla Chiesa e sulle sue congregazioni, col passare degli anni non possiamo che notare che …

Ø      la televisione si è fatta carico molto volentieri di una Chiesa vecchia di 2000 anni e taciturna, per portarla al punto di crisi.

Ø      Siamo diventati troppo compiacenti, troppo silenziosi, contando solo su un’omelia domenicale di 20 minuti e di quando in quando su una lettera del vescovo locale che parla della situazione, che in realtà “è diventata sempre più spaventosa”. Alcuni considerano la Chiesa come un commercio; se è così, stiamo davvero facendo un brutto affare: perdiamo i nostri clienti!”[17]

 

Ovviamente nessuno di noi è senza peccato, e “tutti facciamo molti sbagli” (Giacomo 3,2a), ma presto o tardi, se non affrontiamo volontariamente il problema del nostro peccato e non lo esponiamo alla luce per ricevere il perdono divino e la grazia per cambiare, sarà Dio a metterlo in luce per noi, oppure ci ritroveremo progressivamente tagliati fuori e isolati dalle iniziative che Dio Stesso sta intraprendendo, utilizzando volontari: (Eccomi, manda me!).

 

So che questo è accaduto a me, e che in modi quanto mai simili pare accada su più ampia scala nella Chiesa.

Ø      Mi sono impegnato nel lavoro a tempo pieno per la Chiesa e con la Chiesa sin da quando lasciai l'università a Princeton 28 anni fa. Mi sono impegnato in posizione di leadership nei movimenti di rinnovamento che hanno avuto un impatto notevole sulla Chiesa in generale.

Ø      Dapprima col Movimento dei Cursillo e quindi col movimento di rinnovamento carismatico, ho visto che Dio ha toccato la vita di milioni dei miei fratelli cattolici portandoli ad una relazione più profonda con Se Stesso e a coinvolgerli nella Sua missione.

Ø      Ho anche lavorato attivamente in un aspetto particolare del rinnovamento carismatico riguardante la formazione di comunità del rinnovamento, e nel nostro caso di comunità di alleanza.

In maniera per me impercettibile, col passare degli anni nel nostro cuore e nella nostra opera si sono infiltrati atteggiamenti di orgoglio, di arroganza, di elitismo.

Ø      Pensavamo di aver risolto alcuni problemi che la Chiesa in generale non aveva risolto, e di avere alcune risposte di cui oggi la Chiesa ha bisogno.

Ø      Se in quello che vedevamo vi era sicuramente una buona misura di verità, e se ciò che avevamo sperimentato poteva davvero trovare un più vasto impiego, poco a poco abbiamo sopravvalutato il nostro lavoro, propensi a sottovalutare il lavoro degli altri e a costruire barriere tra noi e gli altri, mentre ciò che Dio voleva erano porte e ponti.

 

Non che gli altri non avessero notato in noi lo sviluppo di alcuni di questi atteggiamenti, e che non abbiano cercato di attirare su di essi la nostra attenzione.

Ø      Ma noi non eravamo affatto ben disposti ad ascoltare o a capire. Eravamo troppo intenti a difendere e a costruire l'opera per prestare un vero e proprio ascolto ai “piccoli” che cercavano di dirci che qualcosa non aveva funzionato bene e che li feriva.

Ø      Eravamo diventati i proprietari o possessori della nostra opera, anziché amministratori dell'opera di Dio e servi della Sua volontà:

 

Padre Marie-Dominique Philippe, O.P., espone bene come un simile atteggiamento di appropriazione possa diventare un grave ostacolo nel fare la volontà di Dio:

 

San Francesco di Sales dice che nella vita c'è sempre un momento in cui Dio ci chiede se preferiamo la Sua Volontà alle grazie e benedizioni che abbiamo ricevuto da Lui…

Ø      Siamo davvero poveri, riguardo alle benedizioni di Dio? Se lo siamo, allora riusciremo a restituirle a Dio e ad accettare la Sua volontà oltre e al di sopra delle Sue grazie e benedizioni.

-        Se, d'altra parte, cerchiamo di afferrare le grazie di Dio, queste possono diventare un ostacolo e renderci incapaci di accettare la Sua Volontà. Ed è terribile constatare con quale rapidità diventiamo “proprietari”!

-        Allora riuscirete a vedere quant'è difficile essere poveri perché i diritti di proprietà continuano a “crescere”… e sarà necessario potare in primavera, in estate, in autunno e in invero… e in ogni periodo della vita… perché quei “diritti” fanno presto a “crescere” …!

Ø      Non appena Dio ci concede una grazia, ci aggrappiamo immediatamente ad essa con le migliori intenzioni, “a maggior gloria di Dio”. Sì, sì … a nostra maggior gloria … e non per la gloria di Dio…

-        È sorprendente vedere come la povertà riesca a dare uno sguardo penetrante. La maggior parte delle volte la nostra fede non è contemplativa e la speranza non va oltre le apparenze perché siamo troppo “proprietari”.

I proprietari in realtà hanno una prospettiva a breve termine perché in primo luogo considerano i loro possedimenti anziché la Volontà di Dio. Chi ama va sempre oltre ciò che possiede. Sono legati ad una Persona – sono legati a Dio e al prossimo.[18]

 

Alla fine abbiamo ascoltato, ma era tardi e ci sono stati tanto più dolore, confusione, delusione ed esposizione di “panni sporchi” di quanto non ci sarebbe stato se avessimo ascoltato prima, anziché poi, ciò che lo Spirito stava cercando di dirci.[19]

Ø      Ed è anche motivo di imbarazzo e di umiliazione sentire milioni di ex cattolici che dicono di non aver mai ascoltato la predicazione del Vangelo nella Chiesa cattolica!

Ø      O assistere alla rapida crescita e diffusione in tutto il mondo di chiese e movimenti la cui teologia, il metodo di addestramento e le strutture delle chiese, paiono inadeguate agli occhi dei cattolici.

Come ha rilevato di recente Papa Giovanni Paolo II, il fatto di riconoscere la crescita delle “sette” come uno degli eloquenti “segni dei tempi” è una parte necessaria della riflessione oggi indispensabile per la Chiesa, se davvero la sua missione deve essere efficace.

Ø      E prosegue dicendo che “dobbiamo riconoscere umilmente” che “per un qualche motivo”, i cattolici battezzati talvolta non riescono a soddisfare la loro sete spirituale all'interno della Chiesa Cattolica.[20]

-        Si è tentati giusto a liquidare quella testimonianza e ad ignorare le chiese “arroganti” di cui fanno parte. Ma con l'aiuto dello Spirito Santo pare che lentamente la Chiesa stia resistendo a questa tentazione e che cominci a considerare i fatti che esigono la sua attenzione.

-        Si è tentati a far rilevare tutte le debolezze e deficienze di tali chiese e movimenti, in realtà numerose. In buona parte di questa crescita fenomenale c'è tanta debolezza e squilibrio, e non tutto porterà un frutto duraturo.

Ø      Un addestramento inadeguato dei leader, la sindrome della “porta girevole”, lo squilibro nella teologia, una errata interpretazione delle Scritture, il relativismo morale, l'orgoglio settario, la soluzione scismatica dei problemi, la mancanza di controlli e di salvaguardie nel governo della chiesa e nella dimensione profetica e carismatica, l'enfasi eccessiva sull'esperienza soggettiva e, certo, l'arroganza, l'orgoglio e l'elitarismo non mancano neppure qui.

Fortunatamente gli stessi leader evangelici e pentecostali stanno cominciando a prestare attenzione ad alcune di queste debolezze.[21]

 

Ma nonostante tutti i problemi e le debolezze, ritengo che qui vi sia un messaggio dello Spirito Santo che dobbiamo ascoltare. Potremmo esprimerlo così:

Ø      Il Padre è talmente felice quando Suo Figlio è onorato e proclamato, tanto felice quando la gente ripone in Lui la propria  fede e fiducia, che desidera riversare in abbondanza il Suo Spirito Santo anche se la teologia e le strutture della Chiesa di quelle situazioni non sono proprio tutto ciò che Egli desidera.

Ø      Il Padre sta mettendo le cose più importanti al primo posto, e forse ciò che sta dicendo lo Spirito in tutto questo è che anche noi dovremmo fare la stessa cosa.

 

In tantissimi modi diversi, e attraverso tante voci differenti, risulta sempre più chiaro che proprio questa è una delle cose più importanti che lo Spirito Santo sta oggi dicendo alla Chiesa Cattolica.

Ø      I problemi concreti della Chiesa in tante parti del mondo,

Ø      contrapposti alla rapida crescita delle chiese evangelica e pentecostale,

Ø      sono mezzi di cui lo Spirito Santo si sta servendo per attirare la nostra attenzione, affinché anche noi possiamo tornare ad ascoltare il Padre che ci dice:

Questo è il Mio Figlio Prediletto, ascoltateLo! E tornate ad orientarvi verso di Lui nel pentimento e nella fede!”

 

Uno dei modi principali in cui lo Spirito Santo sta agendo per rinnovare la Chiesa è attraverso l'opera del Secondo Concilio Vaticano, e uno dei principali modi in cui lo Spirito sta parlando alla Chiesa è proprio attraverso questo Concilio.

Ø      È stato un Concilio di riforma, il Concilio del ritorno.

Ø      Il ritorno alle sorgenti, alla Scrittura, alla Tradizione autentica, alle giuste priorità, alla vera vita spirituale – ma più di tutto, il ritorno a orientarsi, a volgersi verso la Persona di Cristo. Pochi mesi dopo la sua elezione a Pontefice, Papa Paolo VI aprì la seconda sessione del Concilio con queste importanti parole:

 

Di cosa, fratelli cari, faremo il nostro punto di partenza? Quale sentiero dobbiamo percorrere se dobbiamo essere guidati dalla legge di Dio anziché da una qualsiasi ragione sinora esposta? Quale meta ci proponiamo? …

Ø      Queste tre domande hanno un'unica e medesima risposta – Cristo. Noi, che siamo qui riuniti in questa occasione solenne, dobbiamo ricordare queste cose e proclamarle al mondo intero. Cristo è il nostro punto di partenza, Cristo la nostra guida e la nostra via, Cristo nostra speranza e nostra mèta.

Che questo Concilio Ecumenico possa arrivare alla chiara consapevolezza di quale vincolo ci leghi a Gesù Cristo… Lega noi, la santa chiesa vivente, a Cristo dal quale veniamo, per mezzo del quale viviamo e verso il quale siamo protesi. Che questa nostra assemblea non risplenda di altra luce che non sia Cristo, la luce del mondo.

Ø      Che la nostra mente non ricerchi altra verità se non quella proclamata dalle parole del Signore, il nostro unico Maestro.

-        Sia nostra sola ambizione quella di obbedire incondizionatamente e in tutta lealtà ai Suoi comandi.

-        Che nessun'altra fiducia sia il nostro sostegno oltre quella che rafforza la nostra povera fragilità – fare affidamento sulle Sue parole: “Ecco, Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.” …

Ø      Il nostro Signore Gesù Cristo … la Parola incarnata, Figlio di Dio e Figlio dell'Uomo, il redentore del mondo.

-        È Lui la vera speranza della razza umana, il suo unico e sommo pastore e maestro,

-        il nostro pane di vita,

-        il nostro Sommo Sacerdote e

-        la nostra Vittima,

-        unico mediatore tra Dio e gli uomini,

-        il Salvatore di questo mondo e re del mondo eterno a venire…

Cristo è, in modo invisibile eppure reale, il nostro fondatore e nostro capo. Tutto ciò che abbiamo lo riceviamo da Lui e con Lui formiamo, come ha detto S. Agostino, il Christus totus, il Cristo completo, totale.

Questa consapevolezza sta alla base di tutto l'insegnamento cristiano riguardante la Chiesa.[22]

 

È inoltre importante rilevare che nella sua prima enciclica del 4 marzo, 1979, Papa Giovanni Paolo II pose domande simili (Come? In che modo dovremmo procedere? Cosa dobbiamo fare?) giungendo alla stessa, identica soluzione:

Ø      “A questo punto si presenta una risposta fondamentale, essenziale, ed è questa: per noi il solo orientamento dello spirito, la sola guida dell'intelletto, della volontà e del cuore è questaverso Cristo, il Redentore dell'uomo, verso Cristo, il Redentore del mondo.

Ø      Guarderemo a Lui perché solo in Lui, il Figlio di Dio, vi è salvezza, e torneremo a dichiarare con Pietro: Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna.”[23]

 

            Cosa sta dicendo lo Spirito? Gesù.



[1] Decreto sull'Ecumenismo Unitatis Redintegratio, 4.

[2] Giovanni Paolo II, “Il Vangelo non cessa mai di essere segno di contraddizione”, L'Osservatore Romano (ed. inglese), 17 novembre, 1993, p. 7.

[3] Cardinal Angel Suquia, “The New Evangelization: Some Tasks and Risks of the Present”, Communio, Inverno 1992, pp. 515-40.

[4] Bernard di Clairvaux, On Loving God (Londra: Hodder and Stoughton, 1985), cap. 2, p. 87.

[5] Giacomo 4, 6-10.

[6] Gianni Valente, “Un realismo intollerabile”, 30 Days,  n. 5 (1993): 43.

[7] Ralph Martin, “The Election: Hard Years Ahead”, New Covenant, gennaio 1993, pp. 26-31.

[8] “Stresses Pope's Concern for Victims of Pedophile Priests”, Wanderer, 1 luglio, 1992, p. 1.

[9] Gianni Cardinale, “The Price of Scandal”, 3o Days, n.i 7/8 (1993): 26.

[10] David Margolick, “Facing Costly Sex Abuse Cases, Archdiocese Turns to Parishioners”, New York Times,  22 dicembre, 1993, pp. AI, AII.

[11] “How U.S. Catholics View Their Church”, USA Today, 10 agosto, 1993, p. 6A.

[12] “A Church at Odds with its Adherents”, Maclean's, 12 aprile, 1993, p. 49.

[13] Peter Feuerherd, “Take a Closer Look”, National Catholic Register, 27 giugno, 1993, p.1

[14] Peter Steinfield, “Pope Vows to Help Bishops Remove Priests Who Molest”, New York Times, 22 giugno, 1993, pp. 1, A6.

[15] S. Agostino, Lettera 78.

[16] Arcivescovo Franc Perko, “The Edge of Hell”, Catholic World Report, dicembre 1992, p. 25.

[17] Vescovo Robert J. Carlson, Vescovo Ausiliario, S. Paul - Minneapolis, e Robert K. Heldman, “A Crossroad in Time”, Wanderer, 8 aprile, 1993, p.2.

[18] Padre Marie-Dominique Philippe, O.P., Follow the Lamb… (Laredo, Tex.: Congregation of St. John, 1991), pp. 196, 197, 200.

[19] Ralph Martin, “Community: A Work in Progress”, Faith and Renewal, Gennaio-Febbraio, 1993, pp. 3-8.

[20] Papa Giovanni Paolo II, “Church Confidently Awaits the Dawn of a New Missionary Era”, L'Osservatore Romano (Ed. Inglese), 3 marzo, 1993, p.3.

[21] John Maust, “Evangelical Gathering Stresses Reconciliation”, Christianity Today, 26 ottobre, 1992, p. 72. Samuel Escobar, “Protestantism Explodes”, Christian History, n. 35, p. 45. “When Latin Americans Evangelize…”, Christianity Today, 5 aprile, 1993, p. 73. David M. Howard, “Great Things to Come”, Christianity Today, 6 aprile, 1992, p. 39. National and International Religion Report, 12 luglio, 1993, p.4.

[22] Papa Paolo VI, “Opening of the Second Session of the Ecumenical Council”, 29 settembre, 1963, ne: Pope Speaks, vol. 9 (1963), p. 125-41. Sono obbligato verso Padre Avery Dulles, S.J., per aver attirato la mia attenzione su questo discorso.

[23] Papa Giovanni Paolo II, Enciclica Redemptor Hominis (Il Redentore dell'uomo), 7.

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