25 ottobre

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MARIOCAPALBO
00sabato 25 ottobre 2014 20:36
La volontà è misura di tutte le azioni


Preghiera

Ho camminato nella mia innocenza, e sperando nel Signore non sarò smosso. Perché, se avessi sperato nell’uomo, forse avrei visto una qualche volta quest’uomo vivere male e non seguire quelle buone vie che ha imparato o insegna nella Chiesa, ma seguire quelle che il diavolo indica; e poiché la mia speranza era riposta nell’uomo, vacillando l’uomo, vacillerebbe la mia speranza, e cadendo l’uomo cadrebbe la mia speranza; ma siccome spero nel Signore, non sarò smosso. (En. in Ps. 25, II, 6)

Lettura

La volontà è misura di tutte le azioni

L’uomo misura le sue buone azioni in rapporto alla sua volontà, la quale perciò sarà pure misura della sua felicità. Allo stesso modo il malvagio misura le sue azioni cattive in rapporto alla propria volontà, che sarà quindi la misura della sua infelicità; poiché per la stessa facoltà per cui uno è buono quando vuole il bene, è cattivo quando vuole il male. Per questo stesso motivo ognuno diviene felice o infelice a seconda della disposizione della propria volontà, ch’è la misura di tutte le azioni e di ciò che uno merita. Poiché tanto le azioni buone quanto i peccati li misuriamo in rapporto alla diversa natura della volontà dei singoli e non alla durata del tempo in cui si commettono. Altrimenti sarebbe più grave il peccato di abbattere una pianta che quello di uccidere una persona, in quanto la prima azione richiede un lasso di tempo piuttosto lungo e molti colpi, mentre l’altra si compie con un sol colpo e in brevissimo tempo. Però, anche se il colpevole d’omicidio fosse punito con la deportazione a vita per un delitto sì grave compiuto in brevissimo tempo, si potrebbe dire che la sua condanna sarebbe più mite di quella che meriterebbe, quantunque la lunga durata della pena non sia affatto paragonabile alla breve durata di tempo, in cui fu compiuto il delitto. Dove sarà dunque la contraddizione se le pene saranno ugualmente lunghe od ugualmente eterne, ma alcune più miti per alcuni, altre più atroci per altri? Verrebbe ad essere uguale la durata, ma non il rigore delle pene e ciò in proporzione pure dei peccati, consistente non già nella durata del tempo impiegato a commetterli ma nella volontà dei peccatori. (Ep. 102, 26)

Per la riflessione

Vengono inflitti castighi eterni alle cattive azioni, quantunque non eterne, in quanto il peccatore che avrebbe voluto (per quanto stava in lui) provare un godimento eterno nella colpa, avrà un castigo eterno nel rigore della pena. (Ep. 102, 27)

Pensiero agostiniano

Tutto quello che non vi piacerebbe fosse fatto a voi, non fatelo agli altri, né agli uomini né a Dio. (Sermo 260, 1)


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