2 Cr i s t o

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
MARIOCAPALBO
00lunedì 26 marzo 2012 20:26

2

 

Cr i s t o

 

 

Forse la chiave dell'intero contro-fondamento dell'Umanesimo Secolare, rivestito di linguaggio e riti cristiani, sta nella comprensione di Gesù Cristo quale nostro Salvatore personale o, piuttosto, nella mancata comprensione, se non addirittura nell'ignoranza dell'opera salvifica, redentiva di Cristo. Capita piuttosto spesso di sentir parlare di Cristo come di una specie di modello - l'uomo per gli altri, il rivoluzionario, un grande maestro di morale, il maestro dell'amore - ma è assai meno frequente sentir parlare della sua azione passata, presente e futura in qualità di Salvatore.

 

    Gesù Modello è una cosa, Gesù come Colui che con la sua vita, morte e risurrezione manda in frantumi il potere di Satana, spazza via i nostri peccati, ci ristabilisce nell'unione con Dio e con i fratelli e ci battezza nello Spirito Santo per metterci in grado di vivere e di sperimentare la vita dei figli di Dio, è tutt'altra cosa. É assai comune, ad esempio, nell'istruzione religiosa, usare passi scelti dalla Scrittura abbinati a materiale moderno tratto da film, registrazioni e fotografie riprese dagli attuali mezzi di informazione, per cercare di comunicare agli studenti certi valori, e magari un sistema di valori, senza far riferimento alla necessità di appropriarsi, a livello personale, dell'opera di salvezza di Gesù Cristo, alla necessità di pentirsi del proprio peccato e di ricevere lo Spirito Santo, per essere messi in grado di poter fare tutto ciò.

 

    In fondo, si tratta del tentativo di promuovere alcune parti del cristianesimo (la parte relativa al sistema dei valori, sebbene talvolta i valori non siano neppure cristiani) senza presentare Cristo come Salvatore e battezzatore nello Spirito Santo, che solo può render tutto ciò possibile.

 

    Purtroppo, alcuni dei valori più importanti del cristianesimo si possono capire adeguatamente solo in esplicita relazione all'opera fondamentale di salvezza di Cristo. All'uomo resta difficile considerare importanti i valori come l'obbedienza, l'umiltà, la contrizione, il pentimento: perché ciò avvenga, è necessario che egli sia messo a confronto con la condizione in cui si trova, lì davanti a Gesù, con tutto il suo bisogno di salvezza.

 

         Cercare di comunicare ciò che viene definito il sistema di valori cristiani (sebbene in pratica i valori critici vengano spesso lasciati fuori) senza far riferimento alla persona di Gesù Cristo, al nostro bisogno di pentimento, di  perdono, di ricevere il Suo Spirito e di far parte del Suo corpo, è intraprendere una via malsana. Se lo facciamo, corriamo il notevolissimo rischio di trasmettere realmente alcuni valori cristiani, quali ad esempio la generosità o l'interessamento agli altri, (anche se la vera efficacia persino di questi è da chiarire), ma anche altri valori in diretta opposizione all'accettazione dell'intera struttura cristiana. Cercare ad esempio di comunicare il valore dell'apertura o dell'onestà, al di fuori del contesto dell'intero tessuto cristiano, può anche produrre come risultato un atteggiamento duro ed arrogante.

 

     Anche quando alcuni valori sono comunicati con successo - ad esempio l'amicizia o l'apertura alle varie opinioni, - spesso è fatto in maniera tale da erigere ulteriori barriere alla conversione vera e totale a Gesù Persona e alla dedizione al suo servizio. In questo modo vengono proposti anche orgoglio, falsa autosufficienza, egoismo e la concentrazione sulla propria realizzazione, tutte cose che rafforzano in noi la resistenza più profonda alla resa necessaria davanti al messaggio evangelico.

 

     Più radicalmente, Dio non ha mai pensato che il disordine del nostro cuore potesse essere superato col solo insegnamento dei valori, ma attraverso il perdono dei peccati, il battesimo dello Spirito Santo e la vita nella comunità cristiana. Comunicare i valori o la moralità cristiana senza comunicare anche la potenza cristiana - l'aiuto che permette di vivere quella moralità - significa semplicemente invitare la gente ad una vita di frustrazione che può solo risultare in un senso di colpa e di disperazione personale, o nel secco rifiuto della fattibilità del modo cristiano di vivere. La Legge non poteva essere vissuta con le sole forze umane: è servita solo a rivelare il bisogno della misericordia di Dio, di un Salvatore, del dono dello Spirito Santo, che possono rendere la Legge un qualcosa che sta scritto nel nostro cuore, un qualcosa che vogliamo fare, che diventa naturale per noi, quando viviamo nello Spirito.

 

     Ho parlato di recente col direttore di una grande casa di ritiri sulla East Coast, che mi ha raccontato come negli ultimi tre anni i loro ritiri si erano concentrati nel "martellare" la testa della gente e ribadire la necessità di agire come cristiani, arrivando ad amare la massa di abitanti neri della città, senza ottenere in pratica alcun risultato, se non una crescente ostilità e frustrazione. Poi proseguì ammettendo che gli operatori del ritiro avevano cominciato a rendersi conto di chiedere alla gente di agire da cristiani, mentre ancora non lo erano diventati nel senso pieno della parola. Molti dei frequentatori dei ritiri nella loro vita non si erano mai impegnati personalmente e totalmente con la persona di Gesù Cristo, non avevano sperimentato la potenza dello Spirito, e neppure il sostegno e il contatto con altri cristiani come tali, per fare un cammino di crescita con loro - mentre egli riteneva che tutto ciò fosse un fondamento indispensabile per poter vivere in maniera autentica la moralità cristiana in tutte le sue dimensioni, sia personale che sociale. Hanno cominciato a rivedere i loro ritiri in questo senso, riconoscendo che le fondamenta vanno poste prima di poter erigere la costruzione. Il cristianesimo non è solo un ideale, ma un contatto con una potenza personale, lo Spirito Santo, che ci mette in grado di vivere quell'ideale.

 

           Alla radice di gran parte di questa confusione troviamo un’accettazione acritica di quella "saggezza del mondo" e "filosofia del mondo" che Paolo ci avvertì avrebbe potuto di fatto oscurare completamente la verità e il piano di Dio. Solo quando diventeremo consapevoli della discontinuità talvolta radicale tra la "saggezza" del mondo e quella di Dio, cominceremo a comprendere il messaggio cristiano di base riguardante la via della salvezza e la persona di Gesù.

 

     Dio stesso, per mezzo dei suoi profeti ed apostoli, ci mette di continuo in guardia contro la follia di supporre che la nostra saggezza umana ed i nostri progetti (ciò che noi riteniamo valido, una buona idea, un modo ragionevole di fare qualcosa, ecc.) siano il proseguimento della Sua saggezza e dei Suoi piani.

 

"Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie le mie vie," dice il Signore. "Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre." e i miei pensieri sovrastano i vostri (Is 55, 8-9).

 

"Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo: ma senza parole 'sapienti'; per non svuotare del suo significato la croce di Cristo!

Il messaggio della croce è totale assurdità per coloro che vanno verso la perdizione, ma per noi che sperimentiamo la salvezza esso è potenza di Dio. La Scrittura dice: 'Distruggerò la sapienza dei sapienti, contrasterò l'intelligenza degli intelligenti.'

 

Dove si trova il sapiente? Dove lo studioso? Dove gli esperti in dibattiti culturali? Dio non ha forse ridotto a pazzia la saggezza di questo mondo? Poiché nella saggezza di Dio, il mondo non è arrivato a conoscerlo attraverso la "sapienza", Dio ha deciso di salvare coloro che credono attraverso l'assurdità della predicazione del vangelo. Gli ebrei infatti chiedono 'segni,' e i greci ricercano la 'saggezza', ma noi predichiamo Cristo crocifisso, pietra d'inciampo per gli ebrei e assurdità per i pagani; ma per coloro che Dio ha chiamato, siano essi ebrei o greci, Cristo è la potenza e la sapienza di Dio. Perché la pazzia di Dio è più sapiente degli uomini, e la sua debolezza è più potente degli uomini.

 

Fratelli, voi siete tra i chiamati. Considerate la vostra situazione. Non molti di voi sono saggi, secondo il criterio degli uomini; non molti sono influenti; e certo non molti sono nobili o importanti. Dio ha scelto quelli che il mondo considera ignoranti per coprire di vergogna i sapienti; ha scelto quelli che il mondo considera deboli per coprire di vergogna coloro che si ritengono forti. Ha scelto quelli che nel mondo non hanno alcuna importanza e che sono disprezzati, quelli che non sono nulla, per ridurre a nulla coloro che erano qualcosa; così gli uomini non potranno vantarsi di fronte a Dio. É Dio che vi ha dato la vita in Gesù Cristo. E lo ha fatto diventare la nostra sapienza, e anche la nostra giustizia, la nostra santificazione e redenzione. Si compie così quello che dice la Bibbia: "Chi vuol vantarsi si vanti solo per quello che ha fatto il Signore" (cf. 1 Cor 1,17-31).

 

"Quanto a me, fratelli, quando sono venuto tra voi per proclamare la testimonianza di Dio, non sono venuto facendo sfoggio di parole eloquenti o di alcuna "saggezza" particolare. Avevo deciso infatti che mentre sarei stato tra voi non avrei parlato di altro che di Cristo, e di lui crocifisso. Mi presentai a voi debole e pieno di timore e di trepidazione. Il mio messaggio e la mia predicazione non avevano nulla della forza persuasiva delle discussioni "sapienti", ma la potenza di convinzione dello Spirito. Così la vostra fede non si basa sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

 

A dire il vero, c'è un tipo di sapienza particolare che esprimiamo tra coloro che sono spiritualmente maturi. Ma non si tratta di una sapienza di questo mondo, né di quella dei potenti che lo governano, che sono destinati alla distruzione. No. Parliamo della misteriosa sapienza di Dio, di una sapienza celata. Dio l'aveva progettata sin da prima della creazione del mondo per la nostra gloria. Nessuno dei governatori di questo mondo ha conosciuto questo mistero: se lo avessero conosciuto, non avrebbero mai crocifisso il Signore della gloria. Di quella sapienza è scritto: 'Quel che nessuno ha mai visto né udito, quel che nessuno ha mai immaginato, Dio lo ha preparato per coloro che lo amano.'"

 

Eppure, Dio ci ha rivelato questa sapienza per mezzo del Suo Spirito. Lo Spirito infatti scruta tutto, e perfino i più profondi pensieri di Dio" (cf. 1 Cor 2, 1-10).

 

    Molti di noi non saranno capaci di ascoltare la parola di Dio in tutta la sua forza, la sua potenza, in tutta la sua apparente follia, fin quando non considereranno seriamente la severità e la durezza con cui Dio parla quando si riferisce alle vie del mondo e alle Sue vie.

 

    Dobbiamo arrivare a riconoscere non solo l'esistenza, ma anche la capacità di penetrazione di ciò che la Scrittura definisce "saggezza umana e del mondo," e fino a che punto noi, la chiesa, ne siamo permeati. C'è, ad esempio, tutto un modo di vedere, tutto un sistema di valori, un ordine di priorità, di direttive per azioni ritenute valide, di modi di parlare e di agire, che sono completamente "del mondo" e che troviamo ad esempio in chi frequenta l'università. Ovviamente, non si tratta di un blocco unico; ci sono tensioni, destre, sinistre e centri, sviluppi passati e futuri, feroci dibattiti su argomenti particolari o direttive generali; ma è comunque qualcosa che in generale possiamo interamente definire "del mondo." Tutto ciò infatti, non si è sviluppato attraverso un'attenta ricerca sulla Parola di Dio in relazione a tali argomenti, anche se alcune parti di questa mentalità mondana portano ancora simboli e riferimenti cristiani. Al momento attuale credo che la vera Chiesa sia stata ampiamente influenzata da questa mentalità terrena, in particolare da quella proveniente dagli ambienti universitari e culturali, tanto che in molti aspetti della sua vita e della sua opera essa è sollecitata più dalla saggezza del mondo che non da quella di Dio che, come ci ricorda la Scrittura, è spesso radicalmente diversa da quella degli uomini.

 

    Nonostante la notevole differenza tra le tendenze di destra e di sinistra in questa predominante "saggezza del mondo," è possibile cogliervi un numero indefinito di casi del livello di pensiero da cui è caratterizzata. Il modo in cui la "saggezza del mondo" offre una diagnosi sulla condizione dell'uomo e propone soluzioni, può essere rappresentato da quanto segue:

 

    I problemi radicali della razza umana sono:

q       ignoranza, malattia, avidità, malgoverno, cattiva distribuzione delle risorse e delle ricchezze nel mondo, la disgregazione della struttura familiare, malattia mentale, guerre, ostilità tra le nazioni e tra i popoli, mancanza di integrazione psichica della maggior parte della gente, ecc.

 

    Le soluzioni proposte dagli uomini sarebbero:

q     una rivoluzione, un colpo di stato, più soldi per la tecnologia medica, un'istruzione migliore per tutti, più psicologi e psichiatri, un governo mondiale, tecnologia agricola, ricerche sul sesso, ricerca oceanica, un modo nuovo di corteggiare e di sposarsi, un attacco nucleare preventivo sulla Cina, il disarmo unilaterale, ecc.

 

       Se osiamo ascoltarla, la Parola di Dio ci  parla in maniera davvero scioccante sui problemi e sulle soluzioni proposte alla condizione dell'uomo.

q       Innanzitutto, considera che tutti i problemi elencabili non sono altro che le manifestazioni di un disordine alla radice: i sintomi, se volete, di una malattia sottostante.

 

q       Essa inoltre considera le soluzioni solitamente proposte come azioni talvolta meritorie, sì, ma che trattano solo i sintomi, il che corrisponde al curare il cancro con l'aspirina.

 

      Ciò che dice la Parola sulla nostra condizione è che:

 

q       si tratta di ribellione, di indipendenza, di peccato. La Parola di Dio afferma che la causa di tutti i nostri problemi è la nostra indipendenza da Lui, la nostra ribellione, conscia o inconscia che sia, e la nostra ostilità nei Suoi confronti. E' questa la malattia che sta alla base e all'origine di tutti i guai: il peccato.

 

q       Se permetteremo a questa Parola di penetrarci, se crederemo alla Parola di Dio riguardo alla nostra condizione, vedremo cambiare la nostra vita.

 

 

   Il problema è che, per mezzo della sola saggezza umana, non riusciamo neppure a conoscere noi stessi o ciò che vi è in noi di sbagliato: è un compito che non possiamo affidare alla nostra mente e ai nostri sensi confusi: è qualcosa che potremo conoscere con chiarezza solo se Dio ce lo dice. E ce lo dirà, se saremo pronti ad ascoltare.

 

     La "saggezza" che rimane semplicemente sul piano politico, economico, medico, dell'istruzione, scientifico, e psicologico, finisce per trascurare il punto essenziale: ossia che la fonte di tutti i problemi dell'uomo è spirituale nella sua essenza, e che quindi non la si può risolvere che in modo spirituale; e non certo con un metodo spirituale elaborato dall'uomo, ma nella via  scelta da Dio. In altre parole, se risolviamo il problema della fame in India senza risolvere quello del peccato che sta alla sua radice, probabilmente l'India diventerà arrogante e ricca quanto basta per costruire armi nucleari e distruggere altri paesi come la Cina o il Pakistan. Se risolviamo solo una manifestazione esteriore del problema di fondo, il male spunterà da qualche altra parte. E non importa ciò che facciamo, perché tutti dobbiamo morire e tutti siamo soggetti alla corruzione. E' la morte ad avere l'ultima parola e a prendersi gioco di tutti i nostri sforzi. La Parola di Dio riguardo alla soluzione parla di guarigione totale, di restaurazione completa, sia personale che sociale, e persino della fine della morte, attraverso il sacrificio che Gesù ha fatto per noi.

 

"Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio Unigenito,

perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna.

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo,

ma perché il mondo potesse salvarsi per mezzo di Lui.

Chi crede in Lui evita la condanna; ma chi non crede è già stato condannato,

perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio di condanna è questo: La luce è venuta nel mondo,

ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

Chiunque infatti fa il male odia la luce, e non si avvicina alla luce

per il timore che siano esposte le sue opere. Ma chi agisce nella verità

viene alla luce, perché appaia chiaramente

che le sue opere sono state fatte da Dio."  (cf. Gv 3, 16-21)

 

"In principio era la Parola; la Parola era alla presenza di Dio e la Parola era Dio.

Egli era in principio presso Dio.

Tutto era stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente può esistere.

Ciò che è stato fatto per mezzo di Lui ha trovato la vita, la vita per la luce degli uomini.

La luce risplende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno vinta.

 

Venne un uomo mandato da Dio, e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva solo rendere testimonianza alla luce. La vera luce che dà luce ad ogni uomo stava per venire nel mondo.

 

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, eppure il mondo non lo riconobbe.

Venne tra la Sua gente, ma i Suoi non lo accolsero.

A quanti però lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio.

E questi sono coloro che credono nel Suo nome: che sono stati generati non dal sangue, né dal desiderio carnale, e neppure dalla volontà degli uomini, ma da Dio" (cf. Gv 1,1-13).

 

    É la Parola di Dio a rendere diverso il nostro modo di capire e di agire nella vita. Non è possibile capire il significato del cristianesimo con la saggezza del mondo, sia che provenga da famosi teologi, dal Padre Tal dei Tali o dal nostro insegnante laico di religione. Dobbiamo metterci il cuore in pace e riconoscere che Lui è Dio; e ascoltare la forza della Sua Parola rivolta all'uomo.

 

        Se non arriviamo a capire la Parola che Dio ci rivolge riguardo alla nostra schiavitù al peccato, al nostro essere soggetti al padrone di questo sistema mondiale, alla sua logica, ai suoi sistemi, alla futilità dell'idea di poterci liberare con i nostri sforzi - anche attraverso il massimo impegno della forza di volontà, intelligenza, tecnologia e religione umana - non potremo cominciare a capire Gesù. Egli continuerà a restare per noi una grande figura enigmatica, un modello, e l'intero piano progettato da Dio per la salvezza totale dell'uomo, - il perdono del peccato e il battesimo nello Spirito per coloro che si pentono e credono nel Signore - ci resterà nascosto. Se ignoreremo la Parola che Dio ci ha rivolto riguardo al nostro problema (il peccato) e alla sua soluzione (Gesù), ci rivolgeremo verso un tipo di sforzi che in realtà non hanno alcun rapporto né alcuna influenza sulla vera battaglia che si sta combattendo per conto degli uomini, che è di natura essenzialmente spirituale e alla quale quindi si può partecipare con successo solo se la comprendiamo a livello spirituale e se usiamo in essa armi spirituali. Se ignoriamo la Parola di Dio, la nostra vita diventa triviale e tragica allo stesso tempo.

 

    Ovviamente, avere punti di cecità e di confusione proprio sul messaggio centrale del cristianesimo, sul nucleo della proclamazione della salvezza che proviene dalla morte riparatrice di Gesù e dal successivo dono dello Spirito per la salvezza degli uomini, produrrà conseguenze che si rifletteranno sull'intera struttura cristiana, intaccandone ogni singolo elemento. Più avanti in questo libro tornerò ad esaminare come, le distorsioni su questi punti, intaccano la nostra relazione di base con Cristo, e quindi continuano a contaminare i campi della comunità e della missione cristiana.
MARIOCAPALBO
00lunedì 26 marzo 2012 20:26

"Cristo negli altri"

 

       Oggi accade spesso di sentire la gente che dice di vedere Cristo negli altri, o di incontrare Cristo negli altri. Molti, anzi, dicono che questo è il solo modo in cui possono avere relazione con Lui, poiché non trovano più significato nella preghiera privata e non ritengono sia importante parlare personalmente con Lui o stare ad ascoltarlo, al di fuori delle conversazioni con gli altri. Dopo un periodo, nella storia della Chiesa, in cui si parlava più degli svantaggi che dei vantaggi dell'amicizia personale, può non essere affatto strano che per un certo tempo ci si concentri tanto sulle relazioni. Purtroppo tuttavia per molti, e in particolare per il clero e i religiosi, la scoperta di relazioni personali significative ha avuto come conseguenza una crescente perdita di contatto con l'individuo unico dal un punto di vista storico: Gesù, che è risorto dai morti e che ora è presente, e siede alla destra del Padre; lo stesso Gesù che tornerà nella gloria a giudicare i vivi e i morti e che ci introdurrà nella pienezza del regno. Per molti il culto delle relazioni interpersonali ha assunto proporzioni tali da poter essere senz'altro chiamato idolatria.

 

    Come accade per la maggior parte delle distorsioni, anche questa si basa su una verità. Sviluppata, tuttavia, al di fuori del suo contesto e isolata da altre verità importanti, essa è diventata qualcosa di mostruoso, che ha creato confusione sulle modalità della presenza di Dio nel mondo. Possiamo dire che sia la Scrittura, sia la nostra esperienza, ci dicono che l'intero universo creato ci rivela qualcosa di Dio: Dio è nelle Sue opere. Egli ha poi creato il genere umano a Sua immagine, e per quanto distorta o adombrata essa sia, diciamo il vero se affermiamo che ogni uomo può in qualche modo rivelare qualcosa di Dio. E in qualche modo, la luce di Cristo risplende su ogni uomo che viene al mondo. Inoltre, ha anche fatto una promessa straordinaria a quelli che vogliono diventare Suoi discepoli: ha promesso di abitare in loro, di vivere in loro in maniera tutta speciale, e in realtà persino di identificarsi con quelli che vivono in stretta comunione con Lui al punto che, riguardo ai Suoi discepoli, chi ascolta loro ascolta LUI, chi dà loro un bicchier d'acqua lo dà a LUI, chi dà loro cibo e abiti, nutre e riveste LUI. 1

 

    Questi passi o promesse che parlano dell'identificazione di Cristo con i Suoi discepoli sono stati applicati, a livello popolare, come se si riferissero al nostro incontro con tutti gli uomini. Questa è una grave confusione, che applica erroneamente le promesse relative all'unica modalità della presenza di Cristo nel mondo, (una delle più privilegiate ed intense, e strettamente collegata al proseguimento della Sua opera), quella della sua presenza nei suoi discepoli, alla sua presenza in tutti gli uomini. Il fatto di annullare l'importante distinzione fatta dalla Scrittura tra i veri discepoli e tutto il resto degli uomini ha gravi implicazioni:

 

Ø      oscura completamente l'intero scopo della venuta di Cristo, il cambiamento che si può verificare nella vita di una persona se questa orienta la propria vita verso Cristo e ne diventa discepolo.

 

        La verità qui, come in tutte le verità cristiane fondamentali, non è solo questione di interpretare con esattezza il concetto, ma ha implicazioni incredibili per tutta la vita, per ciò che sperimenteremo o non sperimenteremo. L'ortodossia non è solo questione di avere chiare alcune cose perché sono tradizionali o si riferiscono al passato, ma perché sono vere e perché la verità porta nella vita una differenza impensabile.

 

    L'interesse che oggi si ha per l'ortodossia, come d'altra parte in passato, è interesse per la verità, che a sua volta risponde al bisogno che l'uomo trovi la vera libertà ed abbia la vita che gli è stata promessa, ed una vita abbondante. Dio ci ha indicato la via per raggiungere la pace vera, la vita, la gioia e l'amore vero sia in questa vita, sia in quella futura; se tale via viene oscurata dicendo che tutti gli uomini sono già fratelli in Cristo, automaticamente, che sono già discepoli - il che è un'enorme bugia, - saranno in meno a sapere che esiste una vita vera in cui poter entrare.

 

    Le promesse che Cristo fa ai Suoi discepoli NON diventano vere per tutti gli uomini attraverso abili giochi di parole o di concetti, ma attraverso il pentimento, la fede, il battesimo, il dono dello Spirito Santo e la

 

      Gran parte di questo "vedere Cristo negli altri" non solo è degradante per una fede cristiana autentica, ma comunità cristiana. Avere ben presente il fatto che tutte le promesse fatte qui sono per aiutare i discepoli di Cristo, e non tutti gli uomini, è un passo importante.

 

    L'impiego esagerato, e spesso sbagliato, della scena del Giudizio esposta in Matteo 25, e che di conseguenza porta a trascurare altre scene del Giudizio o qualunque tentativo di presentare un quadro equilibrato delle modalità della presenza di Dio nel mondo, hanno avuto un gran peso nel distruggere la solidità della vita di tanti cristiani. Se da una parte oggi la gente dimostra maggiore sensibilità verso i poveri, dall'altra spesso deride pesantemente la preghiera privata ed è terribilmente inconsapevole dell'erotismo adolescenziale di buona parte dei loro "incontri interpersonali" con "Cristo". In mancanza di un minimo discernimento spirituale, diventa impossibile riconoscere o capire se, ciò che incontriamo in una persona particolare è un potenziale Hitler, una tendenza erotica e possessiva della nostra natura, o se invece è l'amore puro e santo e la saggezza che provengono da una vita vissuta in Cristo.anche per le relazioni umane autentiche, che non hanno bisogno di rivestirsi di linguaggio religioso per avere un significato profondo. Le letture dei documenti conciliari relativi a questo punto, come ad altri, è notoriamente selettiva o, peggio ancora, un sentito dire, come nelle Scritture. Se il Concilio ci ha incoraggiati ad essere più consapevoli della modalità della presenza di Cristo nel Suo popolo, ha anche avuto la saggezza di rilevare che noi non sappiamo chi o cosa incontriamo, se non siamo noi stessi in contatto con Cristo attraverso la Scrittura e la preghiera privata.

 

Solo mediante la luce della fede e la meditazione della Parola di Dio è possibile sempre e dovunque riconoscere Dio, nel quale "viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" (Atti 17,20), cercare la sua volontà in ogni avvenimento, vedere Cristo in tutti gli uomini, che ci siano vicini o che siano per noi degli estranei, e dare giudizi esatti sul vero significato e valore delle cose temporali, sia per se stesse che nella loro relazione allo scopo ultimo dell'uomo. (DLA, 4)

 

 

"Gesù non lo farebbe mai..."

 

         Se è raro trovare chi conosca a fondo i documenti Conciliari, è ugualmente raro trovare chi conosca davvero bene il ritratto di Gesù presentato nelle Scritture. Non di rado molte persone, che oggi occupano posizioni di responsabilità nella Chiesa, vanno avanti solo con alcune nozioni, peraltro incomplete, di quanto dice il Concilio e di quanto dice la Scrittura. Molti hanno una nozione vaga di Gesù - un bravo ragazzo che aiutava i poveri e che diceva alla gente di amarsi l'un l'altro - e vanno avanti con l'idea confusa, quasi simbolica, di un Gesù "emblema" di un'idea utopistica della bontà.

 

     Le espressioni che seguono rivelano i pregiudizi della gente comune su Gesù, che impediscono a molti di ascoltare davvero le Sue parole e di comprendere il Suo comportamento nelle varie situazioni:

 

Ø      "Gesù non ferirebbe mai i sentimenti di nessuno", si dice spesso per evitare di dover chiedere a qualcuno di pentirsi, di mettersi al servizio di Cristo come priorità rispetto alle altre relazioni ed attività.

Ø      "Come ha detto Gesù, cento lire risparmiate sono cento lire guadagnate". Spesso la saggezza di Gesù viene confusa con quella di un personaggio storico: Beniamino Franklin, o altri.

Ø      "Tutto quello che Gesù ha detto è di amarsi." In realtà ha detto molto di più, e per ottime ragioni.

 

       Vengono così completamente trascurate tutte le parole energiche di Gesù rivolte a quella gente brava sì, ma che ancora non vedeva la necessità di accettare Lui (Gv 8, 39-59), il contenuto della Sua predicazione (Mc 1, 14-15), il tipo di azioni da Lui compiute (esorcismi, guarigioni, perdono dei peccati), l'esatto contenuto del Suo insegnamento sull'amore (Gv 13, 34-35) e cosa significano per noi la Sua morte e risurrezione, e il fatto della Pentecoste (Atti 2, 14-42).

 

 

"Il ritorno alla preghiera"

 

           Un numero sempre crescente di persone, gruppi e movimenti, sta ricominciando ad accentuare la necessità della preghiera nella nostra vita. Ma, a causa della confusione esistente nel mondo su basi persino più fondamentali della vita cristiana - e cioè su Gesù Salvatore e Signore - incoraggiare la gente a pregare è un'impresa assai ambigua.[1]

 

           La preghiera in generale e la preghiera cristiana sono cose ben diverse. La preghiera cristiana sgorga da una certa relazione col Padre attraverso la sottomissione a Gesù e dalla presenza reale e constatabile dello Spirito Santo che vive in noi e che le dà forma, ispirazione e potenza. Oggi la sola preghiera non basta a suscitare un vero rinnovamento cristiano solido ed efficace.

 

      Quando parlate di "preghiera" la gente intende cose assai diverse.

Ø      La preghiera non è solo "riflessione intimistica", come vorrebbero alcuni, per cui uno si mette a pensare ai propri problemi e alle proprie scelte per ricevere "intuizioni".

Ø      E non è neppure solo una tecnica psicologica di "crescita" o di "interiorizzazione", né il dispiegamento della nostra personalità.

Ø      Se deve trattarsi di preghiera cristiana, è qualcosa che ha a che fare con la comunione e l'amicizia col Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, amicizia in cui si entra attraverso una via molto specifica: la via stretta dello Stesso Gesù. É qualcosa che proviene dall'essere battezzati nel Suo Spirito attraverso il pentimento e la fede.

 

     Per quanto importante sia la preghiera, considerarla il centro principale del rinnovamento cristiano è puntare su qualcosa di diverso dal vero fondamento. E in realtà, inoltrarsi nella preghiera quando non sono state poste fondamenta solide, non può che provocare ancor più problemi e ritardare il vero rinnovamento.

 

    La preghiera presuppone una correttezza di base nella nostra relazione con Dio. Se nella nostra vita vi sono peccati non confessati, risentimenti, ostilità che continuiamo a coltivare, relazioni inappropriate al nostro stato di vita, una infedeltà radicale o un’ambiguità nel nostro impegno con Gesù, può darsi che la preghiera non sia il miglior punto di partenza su cui concentrarci. In realtà, potrebbe servire da scappatoia, o da paraocchi.

 

     Le realtà fondamentali del pentimento, della confessione del peccato, della dedizione a Gesù, del battesimo dello Spirito, sono le prime da affrontare direttamente e da risolvere in moltissime situazioni, prima che la preghiera possa diventare ciò che dovrebbe essere nella nostra vita. In alcuni casi la preghiera può davvero portarci ad una maggiore sensibilità verso il bisogno di indagare sulle nostre fondamenta: oggi tuttavia, essa sembra più un sostituto al vero rinnovamento radicale, un passo nella giusta direzione forse, ma un passo insufficiente, che non ci fa allontanare di troppo dalla posizione in cui siamo. Le "Case di Preghiera" ad esempio, possono essere, ma anche non essere case di "preghiera cristiana", e possono produrre o non produrre il rinnovamento cristiano. La preghiera non è una risposta alla situazione attuale. La risposta è GESÚ.

 

 

Seguire lo Spirito

 

     Se il nostro modo di intendere Gesù e il nostro impegno personale con Lui sono distorti, lo sarà anche il modo di intendere e sperimentare lo Spirito Santo. Dopo il Concilio Vaticano II lo Spirito Santo è diventato molto popolare nelle Chiese, ma troppo spesso capita che la comprensione e l'esperienza autentica della Sua opera siano piuttosto scarse.

 

    Da una parte ci sono quelli che, attraverso il contatto con la teologia biblica, sono stati costretti a riferirsi più spesso allo Spirito Santo, ma di fatto non si aspettavano niente da Lui, nessun intervento che potesse produrre una differenza o che potesse esser notato. Quando, nella seconda lettera a Timoteo (3,5) Paolo parla di quelli che si attengono alle forme esteriori della religiosità, ma ne negano la potenza, egli descrive una situazione oggi esistente ed assai comune.

 

    Dall'altra parte vi sono quelli che si abbandonano a grandi effusioni quando lodano lo Spirito, convinti che Egli operi di continuo nella loro vita, ma che in realtà si stanno sbagliando in maniera spaventosa riguardo a quale spirito li sta guidando. Attribuire indiscriminatamente allo Spirito di Dio gli effetti di svariate situazioni e interazioni che possono verificarsi nei gruppi, o la propria ultimissima sensazione, impulso, sentimento, idea o sollecitazione romantica, significa rivelare una enorme ignoranza sul Suo modo autentico di operare.

 

        Lo Spirito Santo non è uno spiritello vago, volubile, ma presenta caratteristiche ben definite. Ha un Suo modo preciso per prendere dimora e vivere in una persona, svolge funzioni ben definite e Lo si riconosce nelle Sue opere autentiche attraverso regole concrete di discernimento spirituale. Il discernimento degli spiriti, la capacità cioè di stabilire se un certo impulso, una serie di azioni o una certa idea provengano e siano formate dallo Spirito di Dio, dalle nostre inclinazioni naturali o dalla potenza del male, è essenziale se davvero vogliamo seguire lo Spirito.

 

    Un eccellente articolo sullo stato in cui si trova oggi la Chiesa riguardo allo Spirito Santo, che contiene anche un’analisi della Sua attività presente nell'ambito del rinnovamento carismatico, è stato scritto da Padre Edward O'Connor, CSC, e pubblicato nei "Proceedings of the Catholic Theological Society of America", Giugno 1969, vol. 24. Questo articolo è anche incluso in un capitolo di un suo libro: "The Pentecostal Movement in the Catholic Church," pubblicato dall' "Ave Maria Press."

 



1 Per l'interpretazione del significato di questi brani, assai diversa dal solito, vedi: "Un Apostolo di Cristo: il

principio di Paolo," di J.A. Grassi (M.M. Bible Today, aprile 1966, p. 1578 e segg.).

 
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:13.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com