1986 Catechesi sul credo marzo

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MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:28
Sap 11, 24-26

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 5 marzo 1986

 

1. La riflessione sulla verità della creazione, con cui Dio chiama all’esistenza il mondo dal nulla, spinge lo sguardo della nostra fede alla contemplazione di Dio Creatore, il quale rivela nella creazione la sua onnipotenza, la sua sapienza e il suo amore. L’onnipotenza del Creatore si mostra sia nel chiamare le creature dal nulla all’esistenza, sia nel mantenerle nell’esistenza. “Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l’avessi chiamata all’esistenza?”, chiede l’Autore del Libro della Sapienza (Sap 11, 25).

2. L’onnipotenza rivela anche l’amore di Dio che, creando, dona l’esistenza ad esseri diversi da lui e insieme differenti tra di loro. La realtà del suo dono permea tutto l’essere e l’esistere del creato. Creare significa donare (donare soprattutto l’esistenza). E colui che dona, ama. Lo afferma l’Autore del Libro della Sapienza, quando esclama: “Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato, se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata”; (Sap 11, 24) e aggiunge: “Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita” (Sap 11, 26).

3. L’amore di Dio è disinteressato: mira soltanto a che il bene venga all’esistenza, perduri e si sviluppi secondo la dinamica che gli è propria. Dio Creatore è Colui “che tutto opera efficacemente, conforme alla sua volontà” (Ef 1, 11). E tutta l’opera della creazione appartiene al piano della salvezza, il misterioso progetto “nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell’Universo” (Ef 3, 9). Mediante l’atto della creazione del mondo, e in particolare dell’uomo, il piano della salvezza inizia a realizzarsi. La creazione è opera della Sapienza che ama, come la Sacra Scrittura ricorda a più riprese. (cf. ex. Gr., Prov. 8, 22-36)

È chiaro quindi che la verità di fede sulla creazione si contrappone in modo radicale alle teorie della filosofia materialistica, che vedono il cosmo come risultato di una evoluzione della materia riconducibile a puro caso e necessità.

4. Sant’Agostino dice: “È necessario che noi, guardando il Creatore attraverso le opere da lui compiute, ci eleviamo alla contemplazione della Trinità, di cui la creazione in una certa e giusta proporzione porta la traccia” (S. Augustini De Trinitate, VI, 10, 12). È verità di fede che il mondo ha il suo inizio nel Creatore, il quale è Dio Uno e Trino. Benché l’opera della creazione venga attribuita soprattutto al Padre - così infatti professiamo nei simboli della fede (“Credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra”) - è anche verità di fede che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono l’unico e indivisibile “principio” della creazione.

5. La Sacra Scrittura conferma in diversi modi questa verità: prima di tutto per quanto riguarda il Figlio, il Verbo, la Parola consostanziale al Padre. Sono già presenti nell’Antico Testamento alcuni accenni significativi, come ad esempio questo eloquente versetto del Salmo: “Dalla parola del Signore furono fatti i cieli” (Sal 33 [32], 6). È una affermazione che trova la sua piena esplicitazione nel Nuovo Testamento, come ad esempio nel Prologo di Giovanni: “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio . . . Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste . . . e il mondo fu fatto per mezzo di lui” (Gv 1, 1-2. 10). Le Lettere di Paolo proclamano che ogni cosa è stata fatta “in Gesù Cristo”: vi si parla infatti di “un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui” (1 Cor 8, 6). Nella Lettera ai Colossesi leggiamo: “Egli (Cristo) è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché, per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili . . . Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui” (Col 1, 15-17).

L’Apostolo sottolinea la presenza operante di Cristo sia come causa della creazione (“per mezzo di lui”), sia come suo fine (“in vista di lui”). È un tema sul quale occorrerà tornare. Intanto notiamo che anche la Lettera agli Ebrei afferma che Dio per mezzo del Figlio “ha fatto anche il mondo” (Eb 1, 2) e che il “Figlio . . . sostiene tutto con la potenza della sua parola” (Eb 1, 3).

6. Così il Nuovo Testamento, e in particolare gli scritti di san Paolo e di san Giovanni, approfondiscono e arricchiscono il richiamo alla Sapienza e alla Parola creatrice già presente nell’Antico Testamento . . . “Dalla parola del Signore furono fatti i cieli” (Sal 33 [32], 6). Precisano che quel Verbo creatore non soltanto era “presso Dio”, ma “era Dio”, e anche proprio in quanto Figlio consostanziale al Padre, il Verbo ha creato il mondo in unione con il Padre: “e il mondo fu fatto per mezzo di lui” (Gv 1, 10).

Non solo: il mondo è stato anche creato in riferimento alla persona (ipostasi) del Verbo. “Immagine del Dio invisibile” (Col 1, 15), il Verbo, che è l’Eterno Figlio, “irradiazione della gloria del Padre e impronta della sua sostanza” (cf. Eb 1, 3) è anche Colui che è stato “generato prima di ogni creatura” (Col 1, 15), nel senso che tutte le cose sono state create nel Verbo-Figlio, per diventare, nel tempo, il mondo delle creature, chiamato dal nulla all’esistenza “al di fuori di Dio”. In questo senso “tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di ciò che esiste” (Gv 1, 3).

7. Si può dunque affermare che la rivelazione presenta, dell’universo, una struttura “logica” (da “Logos”: Verbo) e una struttura “iconica” (da “eikon”: immagine, immagine del Padre). Fin dai tempi dei Padri della Chiesa si è consolidato infatti l’insegnamento, secondo cui il creato porta in sé “le vestigia della Trinità” (“vestigia Trinitatis”). Esso è opera del Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Nella creazione si rivela la Sapienza di Dio: in essa l’accennata duplice struttura “logico-iconica” delle creature è intimamente unita alla struttura del dono, come dicono alcuni teologi moderni.

Le singole creature non sono soltanto “parole” del Verbo, con cui il Creatore si manifesta alla nostra intelligenza, ma sono anche “doni” del Dono: esse portano in sé l’impronta dello Spinto Santo, Spirito creatore.

Non è forse detto già nei primi versetti della Genesi: “In principio Dio creò il cielo e la terra (l’universo) . . . e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Gen 1, 1-2)? L’accenno, suggestivo anche se vago, all’azione dello Spirito in quel primo “principio” dell’universo, appare molto significativo per noi che lo leggiamo alla luce della piena rivelazione neotestamentaria.

8. La creazione è opera di Dio Uno e Trino. Il mondo “creato” nel Verbo-Figlio viene “restituito” insieme con il Figlio al Padre, mediante quel Dono Increato consostanziale ad entrambi, che è lo Spirito Santo. In tal modo il mondo viene “creato” in quell’Amore che è lo Spirito del Padre e del Figlio. Questo universo abbracciato dall’eterno Amore, incomincia a esistere nell’istante scelto dalla Trinità come inizio del tempo.

In tal modo la creazione del mondo è opera dell’Amore; l’universo, dono creato, scaturisce dal Dono Increato, dall’Amore reciproco del Padre e del Figlio, dalla santissima Trinità.


Ai gruppi di espressione linguistica francese  

Chers pèlerins de langue française, c’était là une des étages de la catéchèse sur le Credo que je poursuis le mercredi. Que cette vision de foi sur la création vous aide a mieux adorer et aimer le Seigneur! Et puisiez-vous bien profiter du Carême pour vous approcher de Lui avec un coeur purifié! Je suis heureux de vous donner ma Bénédiction.

Al Priore di Taizé Fratel Roger Schutz, e ad alcuni giovani della Comunità  

Je salue particulièrement les représentants de la communauté de Taizé auxquels je rendrai leur visite en octobre prochain.

Al gruppi di lingua inglese  

Dear Brothers and Sisters,

My greetings go to all the English-speaking visitors at this audience, especially to the Sisters and to the various groups from the United States. I wish to welcome the pilgrims from Korea; and from Sweden, I am happy to greet the students from the Latin School and the University of Gothenburg.

To all I offer my cordial good wishes and the assurance of my prayers in the peace and love of our Lord Jesus Christ.

Ai pellegrini spagnoli

Queridos hermanos y hermanas,

Presento mi mas cordial saludo de bienvenida a todos los peregrinos de lengua española.

En particular a los participantes en el XII Congreso de la Asociación Dominicana de Agentes de Viajes, a quienes aliento a hacer de su actividad profesional un medio que favorezca la unidad y fraternidad entre los hombres y que les abra a los valores del espíritu y a Dios.

* * *

Saludo igualmente a 1a peregrinación de los “Amigos de Don Orione” y de las Asociaciones de profesores Católicos di la Arquidiócesis de Santiago de Chile, así como al grupo de alumnas del Colegio “Virgen de Europa” de Madrid.

A todo imparto con afecto mi Bendición Apostólica.

Ai gruppi di lingua polacca

Witam wszystkicei pielgrzymów z Polski, w szczególności księdza Kardynała Metropolitę Krakowskiego, Arcybiskupa Sekretarza Episcopatu, pielgrzymów archidiecezji w Białymstoku z księdzem biskupem Edwardem Kisielem oraz uczestników grup turystycznych Orbisu, Pekaesu, Turysty, jako też grupę mistrzyń Polski we florecie z Gdańska. . . . Niech Bóg błogosławi wszystkim pielgrzymom z Polski, zwłaszcza tyrn, który przybyli tutaj z archidiecezji św. Kazimierza, która ma a patrona św. Kazimierza. Wczoraj wspólnie obchodziliśmy święto tego naszego patrona: naszego oraz naszych braci Litwinów.

Ai giovani  

Ed ora do il mio affettuoso benvenuto a tutti i gruppi di giovani, presenti a questa Udienza, ed esprimo la mia gratitudine a quanti li guidano a maturità umana e cristiana. Saluto specialmente gli studenti delle varie scuole e in particolare gli alunni del Centro Studi “Antonio Manieri”, che sono accompagnati dai rispettivi Presidi e Insegnanti e intendono in questa occasione fare un gesto di fraternità verso il popolo indiano, offrendo un contributo per l’erigendo edificio della “Dominic Savio Boy’s Home” di Tamil Nadù, Tirupattur.

Giovani carissimi, già sapete quanta consolazione mi procura il vostro entusiasmo, in cui si riflettono la vostra leale adesione al Vangelo di Gesù, l’impegno di praticarne gli insegnamenti e la vostra aspirazione a concorrere alla formazione di una società aliena da ogni forma di violenza e quindi più giusta e fraterna. Nell’incoraggiarvi in questi propositi vi accompagno con la mia Benedizione Apostolica.

Agli ammalati  

Cordiale come sempre, è il mio saluto a voi, carissimi infermi, a cui desidero manifestare ammirazione e gratitudine per la generosità con cui avete accettato la sofferenza per amore di Dio, mettendola a sua disposizione per il bene della Chiesa e delle anime.

Vi sia di sostegno nel vostro dolore il sapere che siete autentici benefattori del mondo, che ha bisogno della vostra preziosa e sofferta testimonianza. Il Signore si serve di voi per effondere la sua misericordia. Nella vostra generosa dedizione vi seguo con la mia preghiera e con tutto l’affetto vi benedico.

Agli sposi novelli  

Ringrazio di cuore gli sposi desiderosi di ricevere con la Benedizione Apostolica una parola d’incoraggiamento e di augurio. Voi siete per la Comunità dei fedeli i testimoni della grandezza e della santità del vincolo matrimoniale, in un momento in cui tante insidie minacciano la stabilità della famiglia umana. Vi esprimo fervido augurio che il vostro esempio costituisca, specialmente per i giovani sposi, un salutare richiamo agli insegnamenti del Vangelo, che sono stati per voi luce e conforto nell’instaurare il vostro focolare domestico. Imparto a voi ed alle rispettive famiglie la desiderata Benedizione Apostolica.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:29
La creazione è rivelazione della gloria di Dio

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 12 marzo 1986

 

1. La verità di fede circa la creazione dal nulla (“ex nihilo”), sulla quale ci siamo soffermati nelle catechesi precedenti, ci introduce nelle profondità del mistero di Dio, Creatore “del cielo e della terra”. Secondo l’espressione del Simbolo apostolico: “Credo in Dio Padre onnipotente, creatore . . .”, la creazione è attribuita principalmente al Padre. In realtà essa è opera delle tre persone della Trinità secondo l’insegnamento già presente in qualche modo nell’Antico Testamento e rivelato pienamente nel Nuovo, particolarmente nei testi di Paolo e di Giovanni.

2. Alla luce di questi testi apostolici, possiamo affermare che la creazione del mondo trova il suo modello nell’eterna generazione del Verbo, del Figlio, della stessa sostanza del Padre, e la sua sorgente nell’Amore che è lo Spirito Santo. È questo Amore-Persona, consostanziale al Padre e al Figlio, insieme col Padre e col Figlio, sorgente della creazione del mondo dal nulla, cioè del dono dell’esistenza a ogni essere. Di tale dono gratuito partecipa tutta la molteplicità degli esseri “visibili e invisibili” così varia da apparire quasi illimitata, e tutto ciò che il linguaggio della cosmologia indica come “macrocosmo” e “microcosmo”.

3. La verità di fede circa la creazione del mondo, facendoci penetrare nelle profondità del mistero trinitario, ci svela ciò che la Bibbia chiama “Gloria di Dio” (“Kabod Jahvè”, “doxa tou Theou”), La Gloria di Dio è prima di tutto in lui stesso: è la gloria “interiore”, che, per così dire, riempie la stessa profondità illimitata e l’infinita perfezione dell’unica Divinità nella Trinità delle Persone. Questa perfezione infinita, in quanto pienezza assoluta di Essere e di Santità, è pure pienezza di Verità e di Amore nel contemplarsi e nel donarsi reciproco (e quindi nella comunione) del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Mediante l’opera della creazione la gloria interiore di Dio, che sgorga dal mistero stesso della Divinità, viene in un certo senso trasferita “al di fuori”: nelle creature del mondo visibile e di quello invisibile, in proporzione al loro grado di perfezione.

4. Con la creazione del mondo (visibile e invisibile) incomincia come una nuova dimensione della gloria di Dio, detta “esteriore” per distinguerla da quella precedente. La Sacra Scrittura ne parla in molti passi e in modi diversi. Bastino alcuni esempi.

Il Salmo 18 (Sal 18, 1. 2. 4) proclama: “I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento . . . Non è linguaggio e non sono parole di cui non si oda il suono. Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola”. Il Libro del Siracide (Sir 42, 16) afferma a sua volta: “Il sole con il suo splendore illumina tutto, della gloria del Signore è piena la sua opera”. Il Libro di Baruc (Bar 3, 34) ha un’espressione molto singolare e suggestiva: “Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: «Eccoci!» e brillano di gioia per colui che le ha create”.

5. Altrove il testo biblico suona come un appello rivolto alle creature affinché proclamino la gloria di Dio Creatore. Così per esempio il Libro di Daniele (Dn 3, 57): “Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli”. Oppure il Salmo 65, 1-4: “Acclamate a Dio da tutta la terra, cantate alla gloria del suo nome, date a lui splendida lode. Dite a Dio: «Stupende sono le tue opere! A te si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome»”.

La Sacra Scrittura è colma di simili espressioni: “Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena delle tue creature” (Sal 104 (103), 24). Tutto l’universo creato è un multiforme, potente e incessante appello a proclamare la gloria del Creatore: “per la mia vita, com’è vero che tutta la terra sarà piena della gloria del Signore” (Nm 14, 21); poiché “da te provengono ricchezza e gloria” (1 Cr 29, 12).

6. Questo inno di gloria, iscritto nel creato, attende un essere capace di dargli un’adeguata espressione concettuale e verbale, un essere che lodi il santo nome di Dio e narri la grandezza delle sue opere (cf. Sir 17, 8). Quest’essere nel mondo visibile è l’uomo. A lui è rivolto l’appello che sale dall’universo; è l’uomo il portavoce delle creature e il loro interprete davanti a Dio.

7. Ritorniamo ancora per un istante alle parole, con le quali il Concilio Vaticano I formula la verità circa la creazione e circa il Creatore del mondo. “Questo unico vero Dio, nella sua bontà e «onnipotente virtù», non per aumentare la sua beatitudine, né per acquistare, ma per manifestare la sua perfezione mediante i beni che distribuisce alle creature, con decisione sommamente libera, «simultaneamente fin dall’inizio del tempo trasse dal nulla l’una e l’altra creatura . . .»” (DS 3002).

Questo testo esplicita con un linguaggio suo proprio la stessa verità circa la creazione e circa la sua finalità, che troviamo presente nei testi biblici. Il Creatore non cerca nell’opera della creazione nessun “complemento” di se stesso. Un tal modo di ragionare sarebbe in aperta antitesi con ciò che Dio è in se stesso. Egli è infatti l’Essere totalmente e infinitamente perfetto. Non ha quindi alcun bisogno del mondo. Le creature, quelle visibili e quelle invisibili, non possono “aggiungere” nulla alla Divinità di Dio Uno e Trino.

8. Eppure, Dio crea! Le creature, chiamate da Dio all’esistenza con una decisione pienamente libera e sovrana, partecipano in modo reale, anche se limitato e parziale, alla perfezione dell’assoluta pienezza di Dio. Esse si differenziano tra loro per il grado di perfezione che hanno ricevuto, a partire dagli esseri inanimati, su, su a quelli animati, fino all’uomo; anzi più su ancora, fino alle creature di natura puramente spirituale. L’insieme delle creature costituisce l’universo: il cosmo visibile e invisibile, nel cui complesso e nelle cui parti si riflette l’eterna Sapienza e si esprime l’inesauribile Amore del Creatore.

9. Nella rivelazione della Sapienza e dell’Amore di Dio, è il fine primo e principale della creazione e in essa si attua il mistero della gloria di Dio, secondo la parola della Scrittura: “Benedite, opere tutte del Signore, il Signore” (Dn 3, 57). Nel mistero della gloria tutte le creature acquistano il loro significato trascendentale: “oltrepassano” se stesse per aprirsi a Colui, nel quale hanno il loro inizio . . . e la loro meta.

Ammiriamo quindi con fede l’opera del Creatore e lodiamo la sua grandezza: “Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! / Tutto hai fatto con saggezza, / la terra è piena delle tue creature. / La gloria del Signore sia per sempre; / gioisca il Signore delle sue opere. / Voglio cantare al Signore finché ho vita, / cantare al mio Dio finché esisto” (Sal 104 (103), 24. 31. 33-34).


Alle Francescane Missionarie di Maria

Je salue tous les pèlerins de langue française, adultes et jeunes, et particulièrement le groupe des Franciscaines Missionnaires de Marie en session de renouveau spirituel auprès de Rome: envoyées dans vos différents pays, vous serez, mes chères Soeurs, les témoins de cet Amour du Seigneur qui nous est sans cesse manifesté par sa Parole et dans son Eucharistie, comme aux disciples d’Emmaüs. A tous, je donne de grand coeur ma Bénédiction Apostolique.

Ai fedeli di espressione inglese

Dear Brothers and Sisters,

I wish to offer special greetings to the group of Swedish Lutheran pilgrims resident in France and to the students from Turku, Finland. I also greet most cordially the visitors from Korea. And to all the English-speaking visitors from England, Canada and the United States I extend a very warm welcome. May the Lord bless you all.

Ai pellegrini di lingua tedesca  

Liebe Brüder und Schwestern!

Werden wir uns, liebe Brüder und Schwestern, dieser unseren hohen menschlichen und christlichen Berufung wieder neu bewußt. Das erbitte ich euch als besondere Gnade für diese Audienz, 2U der ich euch alle sehr herzlich begrüße. Einen eigenen Willkommensgruß richte ich an die Diakone und den Herrn Regens des Priesterseminars in Paderborn sowie an die Gruppe von Religionslehrern aus Menden. Es ist geradezu eure Berufsaufgabe, die Menschen im Auftrag der Kirche auf den tieferen Sinn ihres Lebens und ihre ewige Bestimmung hinzuweisen und darin zu unterrichten. Weist ihnen vor allem durch euer persönliches christliches Lebenszeugnis den Weg zu einem erfüllten Leben aus dem Glauben. Die Diakone begleite ich mit meinem Gebet bei ihrer weitern Vorbereitung auf das Priestertum. Zugleich erteile ich euch und allen hier anwesenden Pilgern deutscher Sprache von Herzen meinen besonderen Apostolischen Segen.

Ai numerosi fedeli di lingua spagnola  

Vaya mi más cordial saludo a todas las personas, familias y grupos de lengua española.

Saludo en particular a los sacerdotes, religiosos y religiosas aquí presentes, a quienes aliento a una generosa entrega al Señor en este tiempo de Cuaresma, preparación a la Pascua.

Igualmente saludo al grupo de jóvenes de la Institución Teresiana así como a los alumnos, profesores y religiosas del Colegio de la Inmaculada Concepción de Barcelona.

A todos los peregrinos procedentes de los diversos Países de América Latina y de Espanta imparto con afecto la Bendición Apostólica.

Ai connazionali polacchi

Serdecznie pozdrawiam pielgrzymów z Polski, w szczególności z Krakowa z parafii Najświętszego Salwatora z księdzem proboszczem; pielgrzymkę Klubu Inteligencji Katolickiej z Krakowa; grupę diecezjalną z Tarnowa; nauczycieli z Poznania; pielgrzymkę Krucjaty Eucharystycznej dzieci i młodzieży z Kanady z siostrami Urszulankami Szarymi oraz uczestników grup turystycznych Orbisu, PTTK i Turysty.

Ai diversi gruppi di lingua italiana raccolti nell’Aula “Paolo VI”  

Voglio ora salutare tutti i gruppi di lingua italiana, qui convenuti da diverse regioni della penisola.

Rivolgo un affettuoso pensiero ai Sacerdoti del Movimento dei Focolari, che partecipano alla scuola “Il Vivaio” di Loppiano; ai Cappellani Ospedalieri Cappuccini, riuniti a Roma per un corso sul tema “Come servire meglio il malato”; ai Missionari Comboniani, che partecipano a Roma ad un incontro di rinnovamento spirituale; e alle Suore della Congregazione “Pie Madri della Nigrizia”, le quali frequentano un Corso di aggiornamento, promosso dal loro Istituto.

Carissimi, vi esprimo plauso ed incoraggiamento per il vostro impegno di rinnovamento interiore, che mostrate partecipando ai menzionati convegni. Vi auguro che da questi incontri possiate ricavare uno stimolo per rinvigorire gli ideali religiosi da voi abbracciati e per esprimere in modo sempre più generoso la vostra dedizione verso i fratelli.

* * *

Saluto pure il folto gruppo dei fedeli della Parrocchia romana di San Giuseppe all’Aurelio, che ricordano il 25° anniversario della erezione della loro chiesa. Questa circostanza vi faccia sentire sempre più la necessità di considerare la vostra Parrocchia un vero focolare spirituale che vi trovi uniti nella preghiera e nella solidarietà verso i bisogni altrui, e vi faccia diventare veri discepoli del Maestro divino. Interceda per voi San Giuseppe, a cui è affidata la vostra Comunità parrocchiale.

* * *

Vada ora il mio cordiale saluto agli Allievi della Scuola della Motorizzazione, del Comando Scuola Trasporti e Materiali e del Centro Informazioni e Difesa Elettronica, partecipanti a questa Udienza insieme con i loro Superiori. Vi ringrazio per la vostra presenza e vi auguro successo nei vostri rispettivi settori di impiego, come pure nella vostra vita civile, familiare e spirituale.

Agli ammalati  

Carissimi ammalati, saluto voi che siete raccolti attorno al Vicario di Cristo e al Successore dell’Apostolo Pietro.

La vostra esistenza porta i segni della sofferenza, della malattia e della croce. Sappiate testimoniare a tutti che tali segni sono per voi una occasione continua e privilegiata dell’incontro con Cristo, il quale, con la sua Croce portata in obbedienza al Padre e per amore nostro, ci ha resi eredi della Vita.

Agli sposi novelli  

Carissimi sposi novelli, mi è particolarmente gradito rivolgervi il mio augurio, a metà del cammino Quaresimale.

Il Signore che avete incontrato da poco, nel rito sacramentale, ha dato a tutti noi l’esempio massimo di un amore che ha saputo giungere fino al sacrificio più grande. Vi auguro, carissimi sposi, di essere capaci, con l’aiuto del Signore, di amarvi nel dono totale, reciproco di voi stessi, e di essere disponibili ad accogliere con amore i figli che il Dio della vita vorrà donarvi.

 

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