1986 Catechesi sul credo Maggio

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:36
La divina Provvidenza connessa con l'opera della creazione

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 7 maggio 1986

 

1. Continuiamo oggi la catechesi sulla Provvidenza divina.

Dio, creando, ha chiamato dal nulla all’esistenza tutto ciò che ha iniziato ad essere al di fuori di lui. Ma l’atto creativo di Dio non si esaurisce qui. Ciò che è sorto dal nulla ritornerebbe nel nulla, se fosse lasciato a se stesso e non fosse invece conservato nell’esistenza dal Creatore. In realtà Iddio, avendo creato il cosmo una volta, continua a crearlo, mantenendolo nell’esistenza. La conservazione è una creazione continua. (Conservatio est continua creatio).

2. Possiamo innanzitutto dire che la Provvidenza divina, intesa nel senso più generico, si esprime in questa “conservazione”: mantenendo cioè nell’esistenza tutto ciò che ha avuto l’essere dal nulla. In questo senso, la Provvidenza è quasi una costante e incessante conferma dell’opera della creazione in tutta la sua ricchezza e varietà. Essa significa la costante e ininterrotta presenza di Dio come creatore, in tutta la creazione: una presenza che continuamente crea e continuamente raggiunge le più profonde radici di tutto ciò che esiste, per operarvi come prima causa dell’essere e dell’agire.

In questa presenza di Dio si esprime continuamente la stessa eterna volontà di creare e di conservare ciò che è creato: una volontà sommamente e pienamente sovrana, mediante la quale Dio, secondo la natura stessa del bene che gli è propria in modo assoluto (bonum diffusivum sui), continua a pronunciarsi, così come nel primo atto della creazione, a favore dell’essere contro il nulla, a favore della vita contro la morte, a favore della “luce” contro la “tenebra” (cf. Gv 1, 4-5), in una parola: a favore della verità, del bene e della bellezza di tutto ciò che esiste. Nel mistero della Provvidenza si prolunga in modo ininterrotto e irreversibile il giudizio contenuto nel Libro della Genesi: “Dio vide che era cosa buona . . . che era cosa molto buona” (Gen 1, 24. 31): essa costituisce cioè la fondamentale e incrollabile affermazione dell’opera della creazione.

3. Questa affermazione essenziale non è intaccata da alcun male che derivi dal limite inerente a ogni cosa del cosmo, o che si produca, come è avvenuto, nella storia dell’uomo, in doloroso contrasto con quell’originale “Dio vide che era cosa buona . . . che era cosa molto buona”. Dire Provvidenza divina significa riconoscere che nell’eterno piano di Dio, nel suo disegno creativo, quel male che originariamente non ha posto, una volta commesso dall’uomo e permesso da Dio, in definitiva viene subordinato al bene: “tutto concorre al bene”, come si esprime l’Apostolo (cf. Rm 8, 28). Ma questo è un problema sul quale occorrerà ancora tornare.

4. La verità della Provvidenza divina è presente nell’intera rivelazione. Si può anzi dire che essa pervade tutta la rivelazione, così come la verità della creazione. Con questa costituisce il primo e fondamentale punto di riferimento in tutto ciò che Dio “molte volte e in diversi modi” volle dire agli uomini “per mezzo dei profeti, e ultimamente . . . per mezzo del Figlio” (Eb 1, 1). Occorre dunque rileggere questa verità sia nei testi della rivelazione dove se ne parla direttamente, sia là dove la Sacra Scrittura le rende testimonianza in modo indiretto.

5. Essa si trova sin dall’inizio, come fondamentale verità di fede, nel magistero ordinario della Chiesa, anche se solo il Concilio Vaticano I si è pronunciato su di essa nell’ambito della solenne costituzione dogmatica “De fide catholica”, a proposito della verità sulla creazione. Ecco le parole del Vaticano I: “Tutto ciò che ha creato, Dio lo conserva e lo dirige con la sua provvidenza «estendendosi da un confine all’altro con forza e governando con bontà ogni cosa» (cf. Sap 8, 1). «Tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi» (cf. Eb 4, 13), anche ciò che avrà luogo per libera iniziativa delle creature” (DS 3003).

6. Il testo conciliare, piuttosto conciso, come si vede, era dettato dalla particolare necessità dei tempi (secolo XIX). Il Concilio voleva prima di tutto confermare il costante insegnamento della Chiesa sulla Provvidenza, e dunque l’immutabile Tradizione dottrinale legata a tutto il messaggio biblico, come provano i passi dell’Antico e del Nuovo Testamento contenuti nel testo. Confermando questa costante dottrina della fede cristiana, il Concilio intendeva contrapporsi agli errori del materialismo e del deismo, di allora. Il materialismo, come si sa, nega l’esistenza di Dio, mentre il deismo, pur ammettendo l’esistenza di Dio e la creazione del mondo, sostiene che Dio non si occupa affatto del mondo che ha creato. Si potrebbe dunque dire che è proprio il deismo che con la sua dottrina attacca direttamente la verità sulla divina Provvidenza.

7. La separazione dell’opera della creazione dalla Provvidenza divina, tipica del deismo, e ancor più la totale negazione di Dio propria del materialismo, aprono la strada al determinismo materialista, al quale l’uomo e la sua storia vengono completamente subordinati. Il materialismo teorico si trasforma in materialismo storico. In questo contesto, la verità sull’esistenza di Dio, e in particolare sulla divina Provvidenza, costituisce la fondamentale e definitiva garanzia dell’uomo e della sua libertà nel cosmo. Lo lascia intendere la Sacra Scrittura già nell’Antico Testamento, quando vede Dio come forte e indistruttibile sostegno: “Ti amo, Signore, mia forza. Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore; mio Dio, mia rupe in cui trovo riparo, mio scudo e baluardo, mia potente salvezza” (Sal 17, 3). Dio è l’incrollabile fondamento sul quale l’uomo poggia con tutto il suo essere: “nelle tue mani è la mia vita” (Sal 15, 5).

Si può dire che la Provvidenza divina come sovrana affermazione, da parte di Dio, di tutta la creazione e, in particolare, della preminenza dell’uomo tra le creature, costituisce la garanzia fondamentale della sovranità dell’uomo stesso nei riguardi del mondo. Ciò non significa l’annullamento della determinazione immanente alle leggi della natura, ma l’esclusione di quel determinismo materialista che riduce tutta l’esistenza umana al “regno della necessità”, annientando praticamente il “regno della libertà”, che il Creatore ha invece destinato all’uomo. Dio con la sua Provvidenza non cessa di essere il sostegno ultimo del “regno della libertà”.

8. La fede nella Provvidenza divina rimane, come si vede, strettamente connessa con la concezione basilare dell’esistenza umana, col senso cioè della vita dell’uomo. L’uomo può affrontare la propria esistenza in modo essenzialmente diverso, quando ha la certezza di non essere in balia di un cieco destino (“fatum”), ma di dipendere da Qualcuno che gli è Creatore e Padre. Perciò la fede nella divina Provvidenza iscritta nelle prime parole del Simbolo apostolico: “Credo in Dio Padre onnipotente”, libera l’esistenza umana dalle diverse forme del pensiero fatalista.

9. Nel solco della costante tradizione dell’insegnamento della Chiesa e in particolare della dottrina del Concilio Vaticano I, anche il Concilio Vaticano II parla molte volte della divina Provvidenza. Dai testi delle sue Costituzioni risulta che Dio è colui che “ha cura paterna di tutti”, e in particolare “del genere umano”. Espressione di questa cura è anche la “legge divina, eterna, oggettiva e universale, per mezzo della quale Dio, nel suo disegno di sapienza e amore, ordina, dirige e governa tutto il mondo e le vie della società umana” (Dignitatis Humanae, 3). “L’uomo . . . non esiste, infatti, se non perché creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non riconosce liberamente quell’amore e se non si affida al suo Creatore” (Gaudium et Spes, 19).


Ai pellegrini francesi

J’accueille avec joie tous les pèlerins de langue française. J’ai noté la présence de plusieurs groupes importants de jeunes. Parmi eux, les élèves de cinquième du Collège Saint-Jean de Passy. Chers amis, votre pèlerinage au tombeau des Apôtres Pierre et Paul, aux lieux sanctifiés par tant de martyrs et de saints, votre rencontre avec le Successeur de Pierre chargé d’affermir la foi de ses frères, vous aident à mieux vivre la profession de foi que vous faites cette année; il vous faudra toujours continuer à approfondir cette foi, en Eglise, et à en témoigner courageusement, avec l’amour de Dieu que l’Esprit Saint a répandu dans vos coeurs.

* * *

Je le dis également aux élèves de troisième du Centre Madeleine Daniélou, et j’ajoute pour elles: dans cette période merveilleuse de l’adolescence, comptez sur l’amitié et la grâce du Christ qui vous accompagne sans cesse de son Esprit et vous invite au don de vous-mêmes qui donne tout son sens à votre vie de jeunes filles. Et vous serez fortes, en même temps, de votre amour de l’Eglise.

* * *

Je connais aussi le sens de la prière, les convictions et l’intention missionnaire du groupe Jeunesse-Lumière de Senez. Je salue par ailleurs les membres de l’Association culturelle des Amis de Saint-Nicolas des Lorrains, très attachés à leur patrie et à Rome.

* * *

Je salue tous les autres groupes et les familles. A la veille de l’Ascension, je leur souhaite la joie de célébrer le Christ Seigneur, élevé à la droite de Dieu, et de se préparer à accueillir, toujours davantage son Esprit. A tous, je donne ma Bénédiction Apostolique.

Ai fedeli di espressione inglese

It is joy to welcome all the priests and religious who are present today. In a particular way I greet the Franciscan Missionaries of Mary and the Benedictine Missionaries of Tutzing. Be assured of my prayers for you and of my gratitude to God for your lives of consecrated service in the Church. May you find great joy in bearing witness to the Good News of our Saviour Jesus Christ.

* * *

I offer warm greetings to the participants in the Development Administration Programme. I hope that your studies will help you to contribute ever more effectively to the development of your commitment to the cause of peace in the world.

* * *

My cordial greetings go to the groups of visitors from Sweden, and in particular to the Taby Church Choir from Stockholm. I am also pleased to welcome the dancers from the Lanyang Catholic Youth Center of Taipei.

And upon all the English-speaking visitors from Denmark, Sweden, Sri Lanka, Taiwan, the Philippines, Australia and the United States I invoke grace and peace in our Risen Lord.

Ai pellegrini di lingua tedesca

Liebe Bruder und Schwestern!

Mit dieser kurzen Betrachtung grüße ich euch alle sehr herzlich: aus Deutschland, Österreich und der Schweiz. Unter den genannten Gruppen grüße ich namentlich die Teilnehmer der Rompilgerfahrt aus dem Landkreis Erding im Erzbistum München und Freising, die Mitglieder der Katholischen Österreichischen Studentenverbindung”Austria Wien“sowie die Eltern und Angehörigen der neuen Rekruten der Päpstlichen Schweizergarde. Indem ich euch und alle anwesenden Pilger deutscher Sprache Gottes Gute und Vorsehung anempfehle, erteile ich euch und euren Angehörigen in der Heimat von Herzen meinen besonderen Apostolischen Segen.

Al fedeli della Spagna e dell’America Latina

Deseo ahora dar mi cordial bienvenida a esta Audiencia a todas las personas, familias y grupos procedentes de los diversos Países de América Latina y de España.

En particular, saludo a las representantes de la asociación “Liga de Madres de Familia”. A vosotras y a todas las asociadas en Argentina, con sus respectivas familias, os aliento a hacer de vuestros hogares verdaderas iglesias domésticas en donde se vivan con intensidad las virtudes y los ideales cristianos.

* * *

Saludo igualmente a la peregrinación de la parroquia de Santa Julia de Vilatorta; al grupo de alumnas del Colegio de la Inmaculada de Oviedo y a los peregrinos de la Misión Católica Española en Solothurn.

A todos imparto con afecto mi Bendición Apostólica.

Ai pellegrini polacchi

Pozdrawiam pielgrzymów z Polski: księdza biskupa Edmunda Piszcza, administratora apostolskiego z Olsztyna; pielgrzymów z parafii Matki Bożej z Lourdes w Krakowie, księża misjonarze; również lekarzy z Krakowa; pielgrzymów z parafii św. Józefa z Warszawy - Ursus; pielgrzymówz diecezji płockiej; pielgrzymów z parafii św. Katarzyny w Brodnicy, diecezja chełminska; z parafii śviętych Piotra i Pawła z Ciechocinka, diecezja włocławska; z parafii św. Anny z Wrocławia; pielgrzymkę duszpasterstwa Polonii austriackiej z Wiednia oraz uczestników grup turystycznych PKS z Warszawy i Turysty z Opola.

Dzisieisza katecheza jest poświęcona Opatrzności . . . Jest to prawda ogromnie ważna z punktu widzenia naszej ludzkiej egzystencji, ponieważ w niej odnajdujemy odpowiedź na podstawowe pytanie, czy wszystko w naszym życiu jest poddane ślepemu fatum, jakieiś materialistycznej konieczności, choćby to byla konieczność dziejów ludzkich, czy też wszystko ostatecznie pozostaje w rękach Ojca, to znaczy, czy żyjemy w śviecie, którym rządzi konieczność iprzymus, czy też żyjemy w świecie wolności, bo ostatecznie Tym, kto gwarantuje wolność w śviecie stworzeń jest jedynie tylko i ostatecznie sam Bóg. To, co mówię w tej chwili w wielkim skrócie, przywodzi mi na pamięć uroczystość Matki Bożej Królowej Polski. W tym roku minęło dwadzieścia lat od Milenium, kiedy miałem szczęście w tym właśnie dniu, 3 maja 1966, celebrować, poniekąd w zastępstwie Papieża Pawła VI, który nie mógł przybyć na uroczystą milenijna, sumę na Jasnej Górze. I wtedy też ksiądz Prymas, kardynał Stefan Wyszyński, wypowiedział w imieniu Episkopatu ten doniosły akt zavierzenia Matce Bożej Królowej Polski, oddania w macierzyńską niewolę za wolność Kościoła w świecie i w Polsce. Biskupi polscy w tym roku nawiązuje do tej wudziestej rocznicy milenijnego aktu z roku 1966 i równocześnie w czasie swojej konferencji mówią o znaczeniu dla naszego życia społecznego “Instrukcji o chrześcijańskiej wolności i wyzwoleniu”, wydanej przez Stolicę Apostolską. “Instrukcja ta mówi - cytuję komunikat - o wolności w świecie współczesnym. Uczy o powołaniu człowieka do wolności, której przeciwstawia się przede wszystkim grzech. Wyjaśnia, na czym polega przede wszystkim wyzwolenie człowieka, ukazuje wyzwoleńczą misję Kościoła i podaje zasady katolickiej nauki społecznej. Jest to więc pozytywny wykład nauki Kościoła o wolności i wyzwoleniu człowieka, jako o palących zagadnieniach współczesnych”. Jak widzimy, to, co się stało przed dwudziestu laty, to, co potwierdzili biskupi swoim komunikatem, przede wszystkim swoją konferencją na Jasnej Górze w tym roku, pozostaie w bliskim związku z tą prawdą o Bożej Opatrzności, która człowieka uczyniła wolnym i chce, ażeby był wolny zarówno z racji swojej osobowej godności, jak też, żeby był wolny w swoim życiu społecznym i narodowym.

Ad alcuni pellegrinaggi italiani

Saluto ora il gruppo di missionari, sacerdoti e suore, appartenenti a diversi Istituti, che stanno frequentando un corso annuale di rinnovamento e perfezionamento teologico-pastorale presso l’Università Urbaniana. Auguro a tutti voi, cari fratelli e sorelle, che questo periodo di permanenza presso la Sede di Pietro sia per voi una valida occasione per confermarvi ulteriormente nella vostra vocazione, aprendovi nel contempo ad un approfondimento e ad un aggiornamento teologico-pastorale, così da rendere più efficace il vostro ministero e più ampio il vostro raggio d’azione. Vi accompagna la mia Benedizione.

* * *

Saluto poi il gruppo di studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, provenienti dalle quattro sedi di Milano, Brescia, Piacenza e Roma, e che s’incontreranno qui a Roma per un torneo di pallacanestro.

Vi esorto soprattutto a prepararvi al futuro con impegno e serietà.

Vi benedico di cuore.

* * *

Rivolgo una parola di saluto anche ai partecipanti del “Corso igienico sanitario per operatori sociali religiosi e laici nel terzo mondo - 1986”.

Mentre esprimo apprezzamento per il vostro impegno a testimoniare l’amore di Dio nell’attento servizio ai fratelli, domando al Signore di colmarvi di luce e di energie sempre nuove, perché siate nei paesi, dove esplicherete il vostro lavoro, costruttori di pace e di unità, nella giustizia e nella carità autentiche.

Vi sono spiritualmente vicino con l’Apostolica Benedizione.

* * *

Saluto poi il pellegrinaggio della parrocchia di Santa Maria di Loreto in Poggio Castelli, della diocesi di Rieti, il quale ha portato una statua della Madonna di Lourdes, chiedendo che il Papa la benedica.

Benvenuti! Apprezzo questo gesto di devozione alla Vergine Maria. Ben volentieri, pertanto, benedico questa sacra immagine, formulando voti che essa possa essere di aiuto, per molti fedeli, ad elevare gli occhi ed il cuore alla realtà stessa della Madre di Dio, così da attingere, in una viva comunione con Lei, sempre nuova forza per compiere bene il nostro cammino terreno! E la mia Benedizione raggiunga anche la vostra persona ed i vostri cari.

Ai giovani

Desidero ora rivolgere un saluto ai giovani.

Il nostro incontro, cari giovani, avviene in prossimità della festa dell’Ascensione del Signore. Ascendendo al cielo, Egli ha promesso di stare sempre con noi, ed ha comandato di predicare il Vangelo ad ogni creatura. Un invito ed un impegno ad espandere il messaggio evangelico senza remore e senza confini di sorta. Quanto il Signore ha predicato una volta deve essere annunziato e diffuso fino all’estremità della terra. L’evangelizzazione è quindi la vocazione, la grazia e l’identità più profonda che Cristo domanda di realizzare alla Chiesa ed a voi. Egli vi propone così la trasformazione dal di dentro dell’umanità e il suo rinnovamento. Accogliete questo invito: la società di oggi ha bisogno della vostra testimonianza. Vi benedico tutti, di cuore.

Agli ammalati

Saluto poi i malati presenti a questa Udienza e in particolare il gruppo degli ammalati ed accompagnatori appartenenti all’Associazione veneta per la lotta contro la Fibrosi Cistica.

Carissimi, invito anche voi a riflettere sul mistero dell’Ascensione. Sappiate che il Signore è vicino a voi e che potete comprenderlo quando di raccogliete nel pensiero di Dio. Chiedete a Gesù Cristo di farvi conoscere la Sua volontà, di darvi come una spiegazione soprannaturale del motivo della vostra sofferenza. Vi accorgerete allora che Egli vi è accanto, invisibile, ma vero, e vi aiuterà a vincere la paura e la solitudine, a superare, con il conforto della Sua amicizia, la sofferenza che vi affligge. A tutti, cordialmente, la mia Benedizione.

Agli sposi novelli

Saluto ora le giovani coppie di sposi novelli e formulo per loro l’augurio sincero di una vera felicità e pace nelle loro nuove famiglie.

Nell’ambito della casa siete voi i primi apostoli, gli annunciatori del mistero cristiano. La vostra fede acquista una singolare efficacia trainante a motivo dell’amore che sostiene tutte le relazioni familiari. Per questo il matrimonio è una missione. Vi accompagni la mia Benedizione.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:37
La divina Provvidenza: trascendente Sapienza che ama

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 14 maggio 1986

 

1. Alla ricorrente e talvolta dubbiosa domanda se e come Dio sia presente oggi nel mondo, la fide cristiana risponde con luminosa e solida certezza: “tutto ciò che ha creato, Dio con la sua Provvidenza lo custodisce e lo governa”. Con queste parole concise il Concilio Vaticano I ha formulato la dottrina rivelata sulla Provvidenza divina. Secondo la rivelazione, di cui troviamo una ricca espressione nell’Antico e nel Nuovo Testamento, nel concetto della divina Provvidenza sono presenti due elementi: l’elemento della cura (“custodisce”) e insieme quello dell’autorità (“governa”). Essi si compenetrano a vicenda. Dio come Creatore ha su tutta la creazione l’autorità suprema (il “dominium altum”), come si dice per analogia col potere sovrano dei prìncipi terreni. Infatti tutto ciò che è creato, per il fatto stesso di essere stato creato, appartiene a Dio suo Creatore e, di conseguenza, da lui dipende. In un certo senso ogni essere è più “di Dio” che “di se stesso”. È prima “di Dio” e poi “di sé”. Lo è in un modo radicale e totale che sorpassa infinitamente tutte le analogie del rapporto tra autorità e sudditi sulla terra.

2. L’autorità del Creatore (“governa”) si esprime come sollecitudine del Padre (“custodisce”). In quest’altra analogia è contenuto in un certo senso il nucleo stesso della verità sulla divina Provvidenza. La Sacra scrittura per esprimere la stessa verità si serve di un paragone: “Il Signore - essa afferma - è il mio pastore: non manco di nulla” (Sal 22, 1). Immagine stupenda! Se gli antichi simboli della fede e la tradizione cristiana dei primi secoli esprimevano la verità sulla Provvidenza col termine: “Omni-tenens”, corrispondente al greco “Panto-krator”, questo concetto non rende la densità e la bellezza del biblico “Pastore”, come ce lo comunica in senso tanto vivo la verità rivelata. La Provvidenza divina è infatti un’“autorità piena di sollecitudine” che esegue un piano eterno di sapienza e di amore nel governare il mondo creato e in particolare “le vie della società umana” (Dignitatis Humanae, 3). È un’“autorità premurosa”, piena di potenza e insieme di bontà. Secondo il testo del Libro della Sapienza riportato dal Concilio Vaticano I, essa “si estende da un confine all’altro con forza (“fortiter”), e governa con bontà (“suaviter”) ogni cosa” (Sap 8, 1) - cioè abbraccia, sostiene, custodisce e in certo senso nutre, secondo un’altra similitudine biblica, tutto il creato.

3. Il Libro di Giobbe così si esprime: “Dio è sublime nella sua potenza; / chi come lui è temibile? . . . / Egli attrae in alto le gocce dell’acqua / e scioglie in pioggia i suoi vapori, / che le nubi riversano / e grondano sull’uomo a dirotto . . . / In tal modo sostenta i popoli / e offre alimento in abbondanza” (Gb 36, 22. 27-28. 31). “Carica di umidità le nuvole / e le nubi ne diffondono le folgori . . . / perché eseguiscono quanto comanda loro / sul mondo intero” (Gb 37, 11-12).

Similmente il Libro del Siracide: “Con un comando invia la neve, / fa guizzare i fulmini del suo giudizio” (Sir 43, 13).

Il salmista, per parte sua, esalta la “stupenda potenza”, la “bontà immensa”, lo “splendore della gloria” di Dio, che “espande la sua tenerezza su tutte le creature”, e proclama: “Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa, / e tu provvedi loro il cibo a suo tempo. / Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente” (Sal 145 (144), 5-7. 15. 16). E ancora: “Fai crescere il fieno per gli armenti / e l’erba al servizio dell’uomo, / perché tragga l’alimento dalla terra, / il vino che allieta il cuore dell’uomo; / l’olio che fa brillare il suo volto / e il pane che sostiene il suo vigore” (Sal 103, 14-15).

4. La Sacra Scrittura in molti passi loda la Provvidenza divina come suprema autorità sul mondo, che, piena di sollecitudine per tutte le creature, e specialmente per l’uomo, si serve della potenza efficiente delle cause create. Proprio in questo si manifesta la sapienza creatrice della quale si può dire è sovranamente previdente, per analogia a una dote essenziale della prudenza umana. Dio, infatti, che infinitamente trascende tutto ciò che è creato, al tempo stesso fa sì che il mondo presenti quell’ordine meraviglioso, che si può constatare sia nel macrocosmo che nel microcosmo. È proprio la Provvidenza in quanto trascendente Sapienza del Creatore a far sì che il mondo non sia il “caos”, ma il “cosmo”. “Tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso” (Sap 11, 20).

5. Anche se il modo di esprimersi della Bibbia riferisce direttamente a Dio il governo delle cose, rimane tuttavia sufficientemente chiara la differenza tra l’azione di Dio Creatore come Prima Causa, e l’attività delle creature come cause seconde. Qui incontriamo una domanda che sta molto a cuore all’uomo moderno: quella relativa all’autonomia del creato, e quindi al ruolo di artefice del mondo che l’uomo intende assolvere. Ebbene, secondo la fede cattolica, è proprio della trascendente sapienza del Creatore far sì che Dio sia presente nel mondo come Provvidenza, e contemporaneamente che il mondo creato possieda quell’“autonomia”, di cui parla il Concilio Vaticano II. Da una parte, infatti, Dio, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono: “è dalla loro stessa condizione di creature che le cose ricevono la loro propria consistenza, verità, bontà, le loro leggi proprie e il loro ordine”. Dall’altra, proprio per il modo in cui Dio regge il mondo, questo viene a trovarsi in una situazione di vera autonomia, che è “conforme al volere del Creatore” (Gaudium et Spes, 36).

La Provvidenza divina si esprime proprio in siffatta “autonomia delle cose create”, nella quale si manifesta sia la potenza che la “dolcezza” proprie di Dio. In essa si conferma che la Provvidenza del Creatore, come trascendente e per noi sempre misteriosa sapienza, comprende tutto (“si estende da un confine all’altro”), si realizza in tutto con la sua potenza creatrice e la sua fermezza ordinatrice (“fortiter”), pur lasciando intatto il ruolo delle creature come cause seconde, immanenti, nel dinamismo della formazione e dello sviluppo del mondo, come si può vedere indicato in quel “suaviter” del Libro della Sapienza.

6. In ciò che riguarda l’immanente formazione del mondo, l’uomo possiede, dunque, fin dall’inizio e costitutivamente, in quanto creato a immagine e somiglianza di Dio, un posto del tutto particolare. Secondo il Libro della Genesi, egli viene creato per “dominare” (Gen 1, 28), per “soggiogare la terra”. Partecipando, come soggetto razionale e libero, ma pur sempre come creatura, al dominio del Creatore sul mondo, l’uomo diventa in un certo senso “provvidenza” per se stesso, secondo la bella espressione di san Tommaso. Per la stessa ragione, però, grava su di lui sin dall’inizio una particolare responsabilità sia davanti a Dio che davanti alle creature, e in particolare davanti agli altri uomini.

7. Queste nozioni sulla divina Provvidenza che ci vengono offerte dalla tradizione biblica dell’Antico Testamento, sono confermate e arricchite dal Nuovo. Tra tutte le parole di Gesù che esso registra su questo tema, particolarmente toccanti sono quelle riportate dagli evangelisti Matteo e Luca: “Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno; cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 31-33; cf. anche Lc 12, 29-31).

“Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!” (Mt 10, 29-31; cf. Lc 21, 18). “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? . . . E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?” (Mt 6, 26-30; cf. Lc 12, 24-28).

8. Con tali parole il Signore Gesù non solo conferma l’insegnamento sulla Provvidenza divina contenuto nell’Antico Testamento, ma porta più a fondo il discorso per ciò che riguarda l’uomo, ogni singolo uomo, trattato da Dio con la squisita delicatezza di un padre.

Senza dubbio erano magnifiche le strofe dei salmi che esaltavano l’Altissimo come rifugio, tutela e conforto dell’uomo: così, ad esempio, nel Salmo 90: “Tu che abiti al riparo dell’Altissimo e dimori all’ombra dell’Onnipotente, di’ al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido» . . . Poiché tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora . . . Lo salverò, perché a me si è affidato; lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e gli darò risposta; presso di lui sarò nella sventura” (Sal 90, 1-2. 9. 14-15)

9. Espressioni molto belle; ma le parole di Cristo raggiungono una pienezza di significato ancora maggiore. Le pronuncia infatti il Figlio che “scrutando” tutto ciò che è stato detto sul tema della Provvidenza, rende testimonianza perfetta al mistero, del Padre suo: mistero di Provvidenza e di cura paterna, che abbraccia ogni creatura, anche la più insignificante, come l’erba del campo o i passeri. Quanto più l’uomo, dunque! È questo che Cristo vuole mettere soprattutto in rilievo. Se la Provvidenza divina si mostra così generosa nei riguardi di creature tanto inferiori all’uomo, quanto più essa avrà cura di lui! In questa pagina evangelica sulla Provvidenza si ritrova la verità sulla gerarchia dei valori che è presente sin dall’inizio nel Libro della Genesi, nella descrizione della creazione: l’uomo ha il primato sulle cose. Lo ha nella sua natura e nel suo spirito, lo ha nelle attenzioni e cure della Provvidenza, lo ha nel cuore di Dio!

10. Gesù proclama altresì con insistenza che l’uomo, così privilegiato dal suo Creatore, ha il dovere di cooperare col dono ricevuto dalla Provvidenza. Egli non può quindi accontentarsi dei soli valori del senso, della materia e dell’utilità. Deve cercare soprattutto “il regno di Dio e la sua giustizia” perché “tutte queste cose (i beni terreni) vi saranno date in aggiunta” (cf. Mt 6, 33).

Le parole di Cristo rivolgono la nostra attenzione verso questa particolare dimensione della Provvidenza, al centro della quale si trova l’uomo, essere razionale e libero. Su questo argomento ritorneremo nelle prossime riflessioni.


Ai fedeli di lingua francese

Chers pèlerins de langue française présents à cette audience, continuez à scruter le mystère de la divine Providence, à y adhérer dans un esprit d’adoration et de gratitude, tout en mesurant la responsabilité que Dieu vous confie en ce monde. En ces jours préparatoires à la Pentecôte, priez l’Esprit Saint de vous conduire vers la vérité entière de Dieu et de son plan de salut. Priez-le avec Marie, Mère de l’Eglise.

* * *

J’ai remarqué entre autres, le pèlerinage des “Hospitaliers de Notre-Dame de Lourdes” de La Roche-sur-Yon, avec des handicapés, et un groupe de malades de la Fondation Bon-Sauveur d’Alby. Que l’Esprit Saint réconforte ceux qui sont souffrants, qu’il établisse leur coeur dans la paix et l’amour, ainsi que ceux qui les accompagnent! A eux, comme à tous les autres groupes et familles, de France, de Suisse, du Canada, de pays africains, je donne de grand coeur ma Bénédiction Apostolique.

Ai pellegrini di espressione inglese

I offer a special word of welcome to the members of the ACROSS pilgrimage from England. The sick and handicapped are always in my prayers: May the God of love and compassion strengthen each one of you in your daily lives.

My cordial greetings also go to the religious who are present at this audience. In particular I greet the Benedictine monks who are taking part in the Theology Renewal Program at the Monastery of Sant’Anselmo in Rome and the Christian Brothers participating in their International Renewal Program. I trust that this time of study and rest has refreshed you in soul, mind and body. I hope, too, that it has deepened your gratitude for your vocations as priests and religious. I pray that the Lord will grant you many more years of faithful and zealous service in the Church.

And in the love of Christ I greet all the English-speaking visitors and pilgrims, especially those from England, Ireland, Canada and the United States. As we draw near to the feast of Pentecost, I invite you to open your minds and hearts to the Holy Spirit. May he fill you with peace and joy.

Ai fedeli di lingua tedesca

Indem ich euch, liebe Brüder und Schwestern, dieser weisen und gütigen Fürsorge und Führung Gottes anempfehle, grüße ich euch alle sehr herzlich zur heutigen Audienz: alle genannten Gruppen, die anwesenden Priester und Ordensleute sowie alle Familien und Einzelpilger. Einen besonderen Willkommensgruß richte ich an die Teilnehmer der Romwallfahrt der Diözese Fulda mit ihrem Oberhirten Erbischof Johannes Dyba. Nehmt diese beglückende Glaubensgewißheit von Gottes besonderer Gegenwart in eurem Leben und Wirken mit in euren Alltag. Gottes Gute und Fürsorge wacht über uns und ruft uns zur entschlossenen Nachfolge Jesu Christi, unseres Herrn und Erlösers. Mit besten pfingstlichen Wünschen erteile ich dazu euch allen von Herzen meinen besonderen Apostolischen Segen.

Ai pellegrini giunti dalla Spagna e dall’America Latina

Saludo cordialmente a los peregrinos de España y de América Latina, presentes en esta Audiencia. De modo particular al grupo de Hermanos Maristas que realizan un Curso de Espiritualidad y a las Religiosas Josefinas de la Santísima Trinidad, que celebran el primer centenario de la fundación de su Instituto. A todos os aliento a hacer de vuestra vida consagrada un testimonio fecundo a través de la entrega generosa a Dios y al servicio de los hermanos más necesitados.

* * *

Saludo también al grupo de Ingenieros Industriales de España, que celebran el vigésimo quinto aniversario de su Promoción. Que en vuestra vida profesional colaboréis a la edificación de una sociedad más justa y más humana.

* * *

Saludo igualmente a la peregrinación de Venezuela, en honor del Venerable José Gregorio Hernández, y al grupo de padres y ex-alumnos de los Colegios Maristas de Buenos Aires. Que vuestra visita a la tumba de San Pedro os ayude a incrementar vuestra fe y vuestro amor a la Iglesia.

A todos los peregrinos de lengua española, sobre todo a los jóvenes, os imparto con especial afecto mi Bendición Apostólica.

Ai fedeli polacchi

Witam serdecznie pielgrzymów z Polski: obu Księży Kardynałów z Krakowa i Wrocłavia; z kolei pielgrzymów z parafii na Woli Justowskiej w Krakovie; z parafii Miłosierdzia Bożego ze Wzgórz Krzesławickich - Nova Huta; z parafii ojców cystersów z Mogiły - Nowa Huta; z parafii sw. Mikołaja oraz Klubu Inteligencji Katolickiej z Bielska-Białej; z diecezji warmirískiej; z diecezji tarnowskiej; służbę zdrovia ze szpitala wojevódzkiego we Wrocławiu - parafia św. Mikołaja (księża salezjanie); siostry służebniczki pleszewskie i dębickie; prócz tego pielgrzymów z polskiej parafii w Düsseldorfie; uczestników grup turystycznych “Turysty” z Kielc, Krakowa oraz “Orbisu”.  . . . Pozdrawiam serdecznie wszystkich obecnych, poczynając od Księży Kardynałów, cały Kosciół w Polsce. Pozdrówcie wszystkich moich rodaków w waszych parafiach) diecezzjach, środowiskach.

Ad alcuni gruppi italiani

Desidero ora porgere il mio saluto alla Federazione Europea Atleti Cristiani. Essa si rivolge ai campioni olimpici e sportivi con l’intenzione di promuovere i valori che stanno alla base di ogni impegno sportivo: la fratellanza, la solidarietà, il dialogo, il rispetto per l’uomo. Desidero incoraggiarla auspicando che sappia sempre favorire, insieme con i valori umani, anche la capacità contemplativa e religiosa dello sportivo, aiutandolo a capire il grande posto che deve avere nella vita il dialogo con Cristo e la preghiera riconoscente verso Dio Creatore.

* * *

Rivolgo un saluto particolare alle ostetriche delle province di Arezzo e di Siena.

La vostra presenza dice già di per sé che voi intendete ispirare la vostra professione ai principi della morale cristiana. Mentre vi ringrazio per questa visita, vi esorto ad avere sempre un alto concetto delle vostre funzioni e ad adempierle con la consapevolezza di portare un contributo prezioso allo sbocciare della vita, che è dono di Dio. Questa sensibilità professionale e religiosa guidi sempre il vostro lavoro e vi sostenga nell’opera sanitaria che quotidianamente prestate.

* * *

Saluto poi il gruppo dei sacerdoti del Pontificio Istituto per le Missioni Estere, rientrati dalla missione per partecipare ad un corso di aggiornamento sull’inculturazione del messaggio cristiano. Auspico loro ogni bene.

* * *

Saluto la parrocchia dei Santi Angeli Custodi, della diocesi di Roma, qui presente con il parroco, i bambini della Prima Comunione, gli operatori ed il consiglio pastorale, per restituire la visita che ho fatto loro nel mese di aprile.

* * *

Il mio pensiero va poi ai fedeli del numeroso pellegrinaggio della diocesi di Chiavari, qui presenti con il loro Vescovo. Li assicuro del mio ricordo e con essi saluto l’intera diocesi.

* * *

Rivolgo una parola di incoraggiamento al gruppo degli studenti medio-orientali, borsisti della Congregazione per le Chiese orientali, guidati dal presidente dell’Ufficio Centrale per gli Studenti Esteri in Italia, e al gruppo delle associate al club “Soroptimist” di Venezia.

A tutti il mio cordiale saluto e la mia Benedizione.

Ai giovani

Saluto ora i numerosi ragazzi e giovani presenti a questa Udienza.

Carissimi, in questa festa liturgica di San Mattia Apostolo, vorrei ricordarvi quanto sia esaltante il compito di essere propagatori del Vangelo, in un mondo dinamico per iniziative tese al progresso materiale dell’uomo, ma che sovente manca di un adeguato impegno per un conveniente arricchimento dello spirito.

Sappiate dunque inserirvi nella novità perenne della storia per testimoniare l’altrettanto perenne novità della speranza portata da Cristo risorto.

Io vi accompagno costantemente con la mia preghiera, e di cuore vi benedico.

Agli ammalati

Mi è sempre caro rivolgere uno speciale saluto agli ammalati ed agli infermi.

Carissimi, vi esorto a fare vostra la Parola della liturgia che in questi giorni ci ricorda il dovere di essere “testimoni della Risurrezione”.

Vi domanderete forse come una vita, martoriata dalla malattia, possa offrire simile testimonianza.

La logica degli uomini non saprebbe certo fornire un valido riscontro, ma la dinamica della fede ci assicura che Cristo offre ad ogni uomo le armi vittoriose della croce, strumento di supplizio divenuto, per il cristiano, segno della potenza vincitrice di ogni debolezza.

In questo mese mariano restiamo uniti nella preghiera attraverso la recita quotidiana del Rosario, e sempre vi accompagni la mia Benedizione.

Agli sposi novelli

Un saluto ed un augurio infine per gli sposi novelli presenti in questa piazza.

Carissimi, avete da poco vissuto un avvenimento tanto atteso, carico di gioia intima e profonda, pur se non disgiunta da qualche trepidazione per il vostro avvenire.

Abbiate fiducia: il Signore che vi ha donato l’abbondanza della sua grazia mediante il Sacramento, affidando al vostro impegno il compito di essere testimoni di un amore fecondo, che vi fa suoi collaboratori nella continuazione del disegno mirabile della creazione, vi accompagna nel vostro cammino.

Di cuore vi benedico.

* * *

Desidero ricordare la visita pastorale che ebbi la gioia di compiere in Olanda, Belgio e Lussemburgo l’anno scorso, proprio in questi giorni di maggio, dall’11 al 21.

Ad un anno di distanza sono ancora vivi nella mia mente e nel mio cuore gli incontri avuti.

Ai cari Fratelli dell’Episcopato dei tre Paesi del Benelux, a quei Sacerdoti, Religiosi e Religiose, a tutta la popolazione vada il mio cordiale saluto e l’assicurazione della mia spirituale vicinanza nella preghiera.

Auspico che i fedeli di quelle dilette Nazioni sappiano perseverare con coerenza e coraggio nella testimonianza di vita cristiana, e di carità fraterna, con l’entusiasmo che mostrarono in quei giorni di grazia.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:37
La divina Provvidenza e la libertà dell'uomo

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 21 maggio 1986

 

1. Nel nostro cammino di approfondimento del mistero di Dio come Provvidenza, ci imbattiamo sovente in questa domanda: se Dio è presente e operante in tutto, come è possibile all’uomo essere libero? E soprattutto: che significato e quale compito ha la sua libertà? E quel frutto amaro del peccato che proviene da una libertà sbagliata, come va compreso alla luce della divina Provvidenza?

Riprendiamo la solenne affermazione del Vaticano I: “Tutto ciò che ha creato, Dio lo conserva e lo dirige con la sua provvidenza «estendendosi da un confine all’altro con forza e governando con bontà ogni cosa» (cf. Sap 8, 1). “Tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi (cf. Eb 4, 13) anche ciò che avrà luogo per libera iniziativa delle creature” (DS 3003).

Il mistero della divina Provvidenza è profondamente iscritto in tutta l’opera della creazione. Come espressione dell’eterna sapienza di Dio, il piano della Provvidenza precede l’opera della creazione; come espressione della sua eterna potenza, vi presiede, la realizza e, in certo senso, si può dire che essa stessa si realizza in essa. È una provvidenza trascendente, ma al tempo stesso immanente alle cose, a tutte le cose. Ciò vale, secondo il testo del Concilio che abbiamo riletto, soprattutto in ordine alle creature dotate di intelligenza e di libera volontà.

2. Pur comprendendo “fortiter et suaviter” tutto il creato, la Provvidenza abbraccia in modo particolare le creature fatte a immagine e somiglianza di Dio, le quali godono, a motivo della libertà loro concessa dal Creatore, “dell’autonomia degli esseri creati”, nel senso inteso dal Concilio Vaticano II. (cf. Gaudium et Spes, 36) Nell’ambito di queste creature devono annoverarsi gli esseri creati in una natura puramente spirituale, dei quali parleremo più avanti. Essi costituiscono il mondo invisibile. Nel mondo visibile, oggetto delle particolari attenzioni della divina Provvidenza è l’uomo, “il quale - come insegna il Concilio Vaticano II - in terra è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa” (cf. Gaudium et Spes, 24), e che proprio per questo “non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé” (cf. Gaudium et Spes, 24).

3. Il fatto che il mondo visibile sia coronato dalla creazione dell’uomo, dischiude a noi prospettive completamente nuove sul mistero della divina Provvidenza. Lo rileva l’affermazione dogmatica del Concilio Vaticano I quando, sottolinea che agli occhi della sapienza e della scienza di Dio tutto rimane “scoperto”, in un certo senso “nudo” anche ciò che la creatura razionale compie in forza della sua libertà: ciò che sarà il risultato di una scelta consapevole e di una libera decisione dell’uomo. Anche in rapporto a questa sfera, la Provvidenza divina conserva la sua superiore causalità creatrice e ordinatrice. È la trascendente superiorità della Sapienza che ama, e per amore agisce con potenza e soavità, ed è quindi Provvidenza che premurosamente e paternamente guida, sostiene, conduce al suo fine la propria creatura, così riccamente dotata, rispettandone la libertà.

4. In questo punto di incontro dell’eterno piano creativo di Dio con la libertà dell’uomo, si delinea senza dubbio un mistero tanto imperscrutabile quanto adorabile. Il mistero consiste nel rapporto intimo, ontologico prima che psicologico, tra l’azione divina e l’autodecisione umana. Noi sappiamo che questa libertà di decisione appartiene al dinamismo naturale della creatura razionale. Conosciamo pure per esperienza il fatto della libertà umana, autentica anche se ferita e debole. Quanto al suo rapporto con la causalità divina, è opportuno ricordare l’accento posto da san Tommaso d’Aquino sulla concezione della Provvidenza come espressione della divina Sapienza che ordina tutte le cose al fine in esse iscritto: “ratio ordinis rerum in finem”, “l’ordinamento razionale delle cose verso il loro fine” (cf. S. Thomae Summa Theologiae, I, 22, 1). Tutto ciò che Dio crea, riceve questa finalità - e diviene quindi oggetto della divina Provvidenza. (cf. S. Thomae Summa Theologiae, I, 22, 2) Nell’uomo - creato a immagine di Dio - tutta la creazione visibile deve avvicinarsi a Dio, ritrovando la via del suo definitivo compimento. A questo pensiero già espresso, tra gli altri, da sant’Ireneo (Adversus haereses 4,38: PG 1105-1109), fa eco l’insegnamento del Concilio Vaticano II sullo sviluppo del mondo per opera dell’uomo. (cf. Gaudium et Spes, 7) Il vero sviluppo - cioè il progresso - che l’uomo è chiamato a operare nel mondo, non deve avere solamente carattere “tecnico”, ma soprattutto “etico”, per portare a compimento nel mondo creato il regno di Dio (cf. Gaudium et Spes, 35. 43. 57. 62).

5. L’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, è l’unica creatura visibile che il Creatore ha “voluto per se stessa”. (Ivi, 24) Nel mondo, sottomesso alla trascendente sapienza e potenza di Dio, l’uomo, pur finalizzato a Dio, è però anche un essere che è fine per se stesso: possiede come persona una finalità propria (auto-teleologia), in forza della quale tende ad auto-realizzarsi. Arricchito di un dono che è anche un compito, l’uomo è avvolto nel mistero della divina Provvidenza. Leggiamo nel Libro del Siracide: “Il Signore creò l’uomo dalla terra . . . / diede loro il dominio di quanto è sulla terra . . . / Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore / diede loro perché ragionassero. / Li riempi di dottrina e d’intelligenza / e indicò loro anche il bene e il male. / Pose lo sguardo nei loro cuori / per mostrar loro la grandezza delle sue opere . . . Inoltre pose davanti a loro la scienza / e diede loro in eredità la legge della vita . . .” (Sir 17, 1-2, 5-7. 9).

6. Dotato di un tale equipaggiamento “esistenziale”, l’uomo parte per il suo viaggio nel mondo. Comincia a scrivere la propria storia. La Provvidenza divina lo accompagna per tutto il cammino. Leggiamo ancora nel Libro del Siracide: “Le loro vie sono sempre davanti a lui, / non restano nascoste ai suoi occhi . . . / Tutte le loro opere sono davanti a lui come il sole, / i suoi occhi osservano sempre la loro condotta” (Sir 17, 13. 15).

Il salmista dà a questa medesima verità un’espressione toccante: “Se prendo le ali dell’aurora / per abitare all’estremità del mare, / anche là mi guida la tua mano / e mi afferra la tua destra . . . / Tu mi conosci fino in fondo. / Non ti erano nascoste le mie ossa . . .” (Sal 139 (138), 9-10. 14 c-15 a).

7. La Provvidenza divina si fa dunque presente nella storia dell’uomo, nella storia del suo pensiero e della sua libertà, nella storia dei cuori e delle coscienze. Nell’uomo e con l’uomo l’azione della Provvidenza acquista una dimensione “storica”, nel senso che segue il ritmo e si adatta alle leggi di sviluppo della natura umana, pur permanendo immutata e immutabile nella sovrana trascendenza del suo essere indipendente. La Provvidenza è un’eterna Presenza nella storia dell’uomo: dei singoli e delle comunità. La storia delle nazioni e dell’intero genere umano si svolge sotto l’“occhio” di Dio e sotto la sua azione onnipotente. Se tutto ciò che è stato creato è “custodito” e governato dalla Provvidenza, l’autorità di Dio, piena di sollecitudine paterna, comporta, nei riguardi degli esseri razionali e liberi, il pieno rispetto della libertà, che è nel mondo creato espressione dell’immagine e della somiglianza con lo stesso Essere divino, con la stessa Libertà divina.

8. Il rispetto della libertà creata è tanto essenziale che Dio permette nella sua Provvidenza anche il peccato dell’uomo (e dell’angelo). La creatura razionale, eccelsa fra tutte ma pur sempre limitata e imperfetta, può far cattivo uso della propria libertà, la può usare contro Dio, suo Creatore. È un tema tormentoso per la mente umana, sul quale il Libro del Siracide già riflette con parole molto profonde: “Egli [Dio] da principio creò l’uomo e lo lasciò in balia del suo proprio volere. / Se vuoi, osserverai i comandamenti; / l’essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere. / Egli ti ha posto davanti il fuoco e l’acqua; / là dove vuoi stenderai la tua mano. / Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; / a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. / Grande infatti è la sapienza del Signore, / egli è onnipotente e vede tutto. / I suoi occhi su coloro che lo temono, / egli conosce ogni azione degli uomini. / Egli non ha comandato a nessuno di essere empio / e non ha dato a nessuno il permesso di peccare” (Sir 15, 14-20).

9. “Il peccato, chi lo potrà mai spiegare?” si domanda il salmista (cf. Sal 18, 13). Eppure anche su questo inaudito rifiuto dell’uomo la Provvidenza di Dio porta la sua luce, perché impariamo a non commetterlo.

Nel mondo in cui l’uomo è stato creato come essere razionale e libero, il peccato non solo era possibile, ma si è dimostrato anche un fatto reale “sin dall’inizio”. Il peccato è opposizione radicale a Dio, è ciò che Dio decisamente e assolutamente non vuole. Egli lo ha tuttavia permesso creando gli esseri liberi, creando l’uomo. Ha permesso il peccato che è conseguenza del cattivo uso della libertà creata. Da questo fatto, conosciuto dalla rivelazione e sperimentato nelle sue conseguenze, noi possiamo dedurre che, agli occhi della trascendente sapienza di Dio, nella prospettiva della finalità di tutta la creazione - era più importante che nel mondo creato vi fosse la libertà, anche col rischio di un suo cattivo impiego, piuttosto che privarne il mondo per escludere in radice la possibilità del peccato.

Dio provvidente, tuttavia, se ha da una parte permesso il peccato, dall’altra, con amorevole sollecitudine di Padre, ha previsto da sempre la via della riparazione, della redenzione, della giustificazione e della salvezza mediante l’Amore. La libertà infatti è ordinata all’amore: senza libertà non vi può essere amore. E nella lotta tra il bene e il male, tra il peccato e la redenzione, l’ultima parola spetterà all’amore.


Ai fedeli di lingua francese

Chers Frères et Soeurs,

Chers pèlerins de langue française, nous venons de fêter la Pentecôte: que l’Esprit de vérité, l’Amour même de Dieu, vous accompagne sur votre route et vous garde fidèles à un usage juste de votre liberté dans la foi et dans la vie fraternelle!

Je voudrais d’abord saluer chaleureusement la présence de l’ensemble du Séminaire pontifical français de Rome. Vous vous préparez, chers amis, au ministère diocésain par la prière, l’étude et la vie fraternelle; je souhaite que vos années de séminaire à Rome soient le moyen providentiel de mûrir votre vocation et vous permette d’apporter à l’Eglise particulière qui est la votre le service sacerdotal indispensable qu’elle attend, en communion avec l’Eglise universelle.

* * *

J’adresse également mes voeux aux Frères maristes du Centre de Spiritualité Champagnat: que vos taches d’éducation soient vivifiées par l’approfondissement spirituel que vous recherchez à Rome.

* * *

Et je souhaite aussi un avenir de service généreux aux Officiers de l’Ecole navale que je remercie de leur visite.

* * *

J’ai remarqué encore la présence de pèlerins du Doyenné d’Ospern, au Grand-Duché de Luxembourg qui me rappelle les souvenirs heureux de ma visite dans leur pays, ainsi que les membres de l’Association italo-luxembourgeoise “Bettenbourg”. A vous, comme à tous les autres pèlerins de langue française, venant notamment de France, de Suisse, du Canada, que le Seigneur accorde ses dons et sa Bénédiction!

Ai pellegrini di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I am pleased to welcome a group of English-speaking Capuchin Friars who are finishing several months of theological updating. You have had the opportunity of deepening your knowledge of your specific charism in the Church. I pray that it has stirred up in your hearts an even deeper gratitude for your religious vocation.

* * *

I also wish to welcome the group of handicapped residents of Saint Joseph’s Hospital in Rosewell, Scotland, together with the parents and staff who have accompanied them to Rome. I still remember with joy my visit to your hospital a few years ago, and I assure you that you are all very dear to my heart. May the Lord comfort you and all very dear to my heart. May the Lord comfort you and fill you with hope.

* * *

And I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present here today, especially those from Sweden, India and the United States. May God bless you and your families with his peace.

Ai pellegrini di lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Mit dieser kurzen Betrachtung über das Glaubensgeheimnis der göttlichen Vorsehung grüße ich sehr herzlich alle Einzelbesucher und Gruppen deutscher Sprache. Besonders erwähnen mochte ich heute die Romwallfahrt der Diözese Regensburg mit Beteiligung einiger Kirchenchöre: vielen Dank für euren musikalischen Gruß an diese Audienzgemeinschaft! Hervorheben möchte ich auch die aus Katholiken und Protestanten zusammengesetzte Gruppe vom ökumenischen Zentrum “Uno” der Fokolare-Bewegung hier in Rom. Euch allen erbitte ich die reichen Gaben des Heiligen Geistes für ein echtes christliches Lebenszeugnis. Der Herr sei mit euch und erleuchte euer Denken, Wollen und Handeln! Gelobt sei Jesus Christus!

Ai numerosi gruppi di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Me complazco en saludar ahora a los peregrinos de lengua española, procedentes de España y de América Latina, y que participan en esta Audiencia. En primer lugar al grupo de Religiosas - pertenecientes a 14 Países - que han seguido un Curso de formación teológica permanente en el Instituto Pontificio “Regina Mundi”. Que este período de estudio y reflexión os ayude a estar más disponibles al servicio de los demás cuando regreséis a los respectivos lugares de trabajo y apostolado.

* * *

Saludo también al grupo de Religiosos Franciscanos que siguen un Curso de renovación en tierras de San Francisco. Que vuestra “Experiencia Asís” os haga llegar al corazón de muchas personas, siendo siempre dispensadores de Paz y Bien.

* * *

Dirijo un afectuoso saludo a la peregrinación de Guatemala que acompaña la imagen del Señor de Esquipulas, tan venerada en vuestro País. A E1 encomiendo a todos y cada uno de los queridos hijos guatemaltecos.

* * *

Saludo finalmente a la peregrinación de la Real Cofradía de Nuestra Señora de la Cabeza, de Andújar (España). Que la devoción inmemorial a la Virgen María, que reúne a tantos miles de peregrinos en su Santuario de Sierra Morena, sea siempre un testimonio vivo de vuestra fe, que se traduzca en verdadero ejemplo de vida cristiana en medio de la sociedad española.

A todos vosotros, peregrinos de lengua española, imparto de corazón mi Bendición Apostólica.

Ai pellegrini polacchi

Pozdrawiam księdya Biskupa Ordynariusza sandomierskiego i radomskiego; pozdrawiam również pielgrzymkę kombatantów, duszpasterzy i żołnierzy z biskupem Tadeuszem Zawistowskim; pielgrzymów z parafii św. Szczepana z Krakowa; z parafii Tróicy Przenajświętszej - Bobrek, archidiecezja krakowska; pielgrzymów z diecezji tarnowskiej; pielgrzymów z Gdańska: z parafii św. Mikołaja - ojcowie dominikanie; z parafii Zmartwychwstania Pańskiego - księża zmartwychwstańcy; z parafii Opatrzności Bożej z GdańskaZaspa; prócz tego grupę kolejarzy z Warszawy; pielgrzymów z parafii Matki Bożej Ostrobramskiej i z Bristol (Anglia); polonijną pielgrzymkę z Landshut (Niemcy Zachodnie); uczestników grup turystycznych PKS z Warszawy, Turysta z Katowic . . . Pozdrawiam serdecznie wszystkich rodaków zarówno obecnych, jak i wszystkich rodaków w Polsce. Zwłaszcza serdecznie pozdrawiam Ślązaków, którzy w najbliższą niedzielę pielgrzymują do Matki Boskiej Piekarskiej.

A due gruppi di pellegrini italiani

Desidero ora porgere il mio saluto al gruppo dei pellegrini sardi, guidati dall’Arcivescovo di Sassari, dal Sindaco di quella città e da altre personalità della provincia. Si tratta di una rappresentanza delle tradizionali corporazioni artigiane, risalenti, come istituzione, al secolo decimoquinto. Il loro nome è “i Gremi”.

Siate i benvenuti. Il simbolico dono del candeliere votivo che voi ogni anno, a compimento di un solenne voto, offrite alla Madonna Assunta, è attestazione della vostra fede e della vostra devozione alla Madre di Dio.

Vi incoraggio e vi benedico.

* * *

Saluto poi il gruppo del Rotary Club di San Severo, con il suo Presidente. So che il vostro motto, “Servire”, ispira molte iniziative benefiche del Club nella vostra città. Lo spirito del servizio vi avvicina a Cristo ed al Suo messaggio.

Vi esprimo il mio apprezzamento e vi imparto la mia Benedizione.

Ai giovani

Desidero salutare i giovani che, durante questo periodo di primavera, sono venuti a Roma, per venerare le Tombe dei Beati Apostoli Pietro e Paolo. Un saluto particolare poi ai ragazzi e alle ragazze che hanno ricevuto recentemente la Prima Comunione oppure la Cresima.

Carissimi, lo Spirito Santo che abbiamo ricevuto in dono del tutto particolare nella recente Festività della Pentecoste, abiti sempre nei vostri cuori, e vi aiuti ad essere forti nella Fede, generosi nella Carità, perseveranti nella Speranza, affinché il mondo vedendo in voi degli autentici apostoli del Vangelo, si orienti sempre più verso gli ideali della Vita Cristiana.

Agli ammalati

Rivolgo un saluto del tutto speciale agli ammalati qui presenti.

Carissimi con l’aiuto dello Spirito Santo sappiate andare sempre alla scoperta del valore salvifico insito nella vostra sofferenza quando è affrontata con spirito di fede e in unione con Cristo e, guidati da tale certezza, sappiate testimoniare a tutti la possibilità di vivere con cristiana serenità anche le prove più dolorose della vita.

Agli sposi novelli

Mi è caro, infine, rivolgere un pensiero affettuoso a voi, novelli sposi, venuti a Roma subito dopo aver ricevuto la Grazia Sacramentale nel Rito del Matrimonio.

Lo Spirito Santo, che è Spirito di forza e di amore per la crescita dei singoli credenti e della Chiesa, rimanga sempre nei vostri cuori e animi la vostra vita, affinché voi rimaniate forti nella fede e uniti nell’amore, ed in tal modo la vostra nascente famiglia sia fermento di crescita per tutta la Chiesa e stimolo al bene per l’ambiente in cui sarete chiamati a vivere.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:38
La Provvidenza divina e il destino dell'uomo: il mistero della predestinazione in Cristo

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 28 maggio 1986

 

1. La domanda sul proprio destino è molto viva nel cuore dell’uomo. È una domanda grande, difficile, eppure decisiva: “Che sarà di me domani?”. C’è il rischio che cattive risposte conducano a forme di fatalismo, di disperazione, o anche di orgogliosa e cieca sicurezza. “Stolto, questa notte morrai”, ammonisce Dio (Lc 12, 20). Ma proprio qui si manifesta l’inesauribile grazia della Provvidenza divina. È Gesù che apporta una luce essenziale. Egli infatti, parlando della Provvidenza divina nel Discorso della Montagna, termina con la seguente esortazione: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 33). Nell’ultima catechesi abbiamo riflettuto sul profondo rapporto che esiste tra la Provvidenza di Dio e la libertà dell’uomo. È proprio all’uomo, prima di tutto all’uomo, creato a immagine di Dio, che sono indirizzate le parole sul regno di Dio e sulla necessità di cercarlo prima di ogni cosa.

Questo legame tra la Provvidenza e il mistero del regno di Dio, che deve realizzarsi nel mondo creato, orienta il nostro pensiero sulla verità del destino dell’uomo: la sua predestinazione in Cristo. La predestinazione dell’uomo e del mondo in Cristo, Figlio eterno del Padre, conferisce a tutta la dottrina sulla Provvidenza divina una decisa caratteristica soteriologica ed escatologica. Lo stesso divin Maestro lo indica nel suo colloquio con Nicodemo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16).

2. Queste parole di Gesù costituiscono il nucleo della dottrina sulla predestinazione, che troviamo nell’insegnamento degli apostoli e specialmente nelle lettere di san Paolo. Leggiamo nella Lettera agli Efesini: “Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo . . . in lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia” (Ef 1, 3-6).

Queste luminose affermazioni spiegano, in modo autentico e autorevole, in che cosa consiste ciò che in linguaggio cristiano chiamiamo “Predestinazione” (latino: “praedestinatio”). È infatti importante liberare questo termine dai significati erronei o anche impropri e non essenziali, entrati nell’uso comune: predestinazione come sinonimo del “cieco fato” (“fatum”) o dell’“ira” capricciosa di qualche divinità invidiosa. Nella rivelazione divina la parola “predestinazione”, significa l’eterna scelta di Dio, una scelta paterna, intelligente e positiva, una scelta d’amore.

3. Questa scelta, con la decisione in cui si traduce, cioè il piano creativo e redentivo, appartiene alla vita intima della santissima Trinità: è operata eternamente dal Padre insieme col Figlio nello Spirito Santo. È un’elezione che, secondo san Paolo, precede la creazione del mondo (Ef 1, 4) (“prima della creazione del mondo”); e dell’uomo nel mondo. L’uomo, ancor prima di essere creato, viene “scelto” da Dio. Questa scelta avviene nel Figlio eterno (“in lui”) (Ef 1, 4), cioè nel Verbo dell’eterna Mente. L’uomo viene dunque eletto nel Figlio alla partecipazione della sua stessa figliolanza per divina adozione. In questo consiste l’essenza stessa del mistero della predestinazione, che manifesta l’eterno amore del Padre (“nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo”). (Ef 1, 4-5)Nella predestinazione è contenuta dunque l’eterna vocazione dell’uomo alla partecipazione alla natura stessa di Dio. È vocazione alla santità, mediante la grazia dell’adozione a figli (“per essere santi e immacolati al suo cospetto”) (Ef 1, 4).

4. In questo senso la predestinazione precede “la fondazione del mondo”, cioè la creazione, giacché questa si realizza nella prospettiva della predestinazione dell’uomo. Applicando alla vita divina le analogie temporali del linguaggio umano, possiamo dire che Dio vuole “prima” comunicarsi nella sua divinità all’uomo chiamato ad essere nel mondo creato sua immagine e somiglianza; “prima” lo elegge, nel Figlio eterno e consostanziale, a partecipare alla sua figliolanza (mediante la grazia), e solo “dopo” (“a sua volta”) vuole la creazione, vuole il mondo, al quale l’uomo appartiene. In questo modo il mistero della predestinazione entra in un certo senso “organicamente” in tutto il piano della divina Provvidenza. La rivelazione di questo disegno dischiude davanti a noi la prospettiva del regno di Dio e ci conduce al cuore stesso di questo regno, dove scopriamo la finalità ultima della creazione.

5. Leggiamo infatti nella Lettera ai Colossesi: “Ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati” (Col 1, 12-14). Il regno di Dio è, nel piano eterno di Dio Uno e Trino, il regno del “Figlio diletto”, in particolare perché per opera sua si è compiuta “la redenzione” e “la remissione dei peccati”. Le parole dell’apostolo alludono anche al “peccato” dell’uomo. La predestinazione, cioè l’adozione a figli dell’eterno Figlio, si opera quindi non solo in relazione alla creazione del mondo e dell’uomo nel mondo, ma in relazione alla redenzione, compiuta dal Figlio, Gesù Cristo. La redenzione diventa l’espressione della Provvidenza, cioè del governo premuroso che Dio Padre esercita in particolare nei riguardi delle creature, dotate di libertà.

6. Nella Lettera ai Colossesi troviamo che la verità della “predestinazione” in Cristo è strettamente congiunta con la verità della “creazione in Cristo”. “Egli - scrive l’apostolo - è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose . . .” (Col 1, 15-16). Così dunque il mondo, creato in Cristo, eterno Figlio, fin dall’inizio porta in sé, come primo dono della Provvidenza, la chiamata, anzi il pegno della predestinazione in Cristo, a cui si unisce, quale compimento della salvezza escatologica definitiva, e prima di tutto dell’uomo, finalità del mondo. “Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza” (Col 1, 19). Il compimento della finalità del mondo, e in particolare dell’uomo, avviene proprio ad opera di questa pienezza che è in Cristo. Cristo è la pienezza. In lui si compie in un certo senso quella finalità del mondo, secondo la quale la Provvidenza divina custodisce e governa le cose del mondo e in particolare l’uomo nel mondo, la sua vita, la sua storia.

7. Comprendiamo così un altro aspetto fondamentale della divina Provvidenza: la sua finalità salvifica. Dio infatti “vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1 Tm 2, 4). In questa prospettiva è doveroso allargare una certa concezione naturalistica di Provvidenza, limitata al buon governo della natura fisica o anche del comportamento morale naturale. In realtà, la Provvidenza divina si esprime nel conseguimento delle finalità che corrispondono al piano eterno della salvezza. In questo processo, grazie alla “pienezza” di Cristo, in lui e per mezzo di lui viene anche vinto il peccato, che si oppone essenzialmente alla finalità salvifica del mondo, al compimento definitivo che il mondo e l’uomo trovano in Dio. Parlando della pienezza, che ha preso dimora in Cristo, l’apostolo proclama: “Piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli” (Col 1, 19-20).

8. Sullo sfondo di queste riflessioni, attinte dalle lettere di san Paolo, diventa meglio comprensibile l’esortazione di Cristo a proposito della Provvidenza del Padre celeste che abbraccia ogni cosa (cf. Mt 6, 23-34 e anche Lc 12, 22-31), quando dice: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 33). Con quel “prima” Gesù intende indicare ciò che Dio stesso vuole “prima”: ciò che è la sua prima intenzione nella creazione del mondo, e insieme il fine ultimo del mondo stesso: “il regno di Dio e la sua giustizia” (la giustizia di Dio). Il mondo intero è stato creato in vista di questo regno, affinché si realizzi nell’uomo e nella sua storia. Affinché per mezzo di questo “regno” e di questa “giustizia” si adempia quell’eterna predestinazione che il mondo e l’uomo hanno in Cristo.

9. A questa visione paolina della predestinazione corrisponde quanto scrive san Pietro: “Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non ci corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi” (1 Pt 1, 3-5). Veramente “sia benedetto Dio”, che ci rivela come la sua Provvidenza sia il suo instancabile, premuroso intervento per la nostra salvezza. Essa è infaticabilmente all’opera fino a quando giungeranno “gli ultimi tempi”, quando “la predestinazione in Cristo” degli inizi si realizzerà definitivamente “mediante la risurrezione in Gesù Cristo”, che è “l’alfa e l’omega” del nostro umano destino (Ap 1, 8).


Ai pellegrini francesi

Je salue cordialement tous les pèlerins de langue française.

J’ai noté, entre autres, le groupe des professeurs et étudiants de la Faculté de Droit canonique de l’Institut Catholique de Paris. Chers amis, je vous encourage à approfondir, selon le nouveau Code, le sens et les exigences précises des lois ecclésiales, qui sont indispensables pour la justice et aussi pour une pastorale respectueuse à la fois des personnes, de l’authenticité des sacrements et de toute la doctrine de l’Eglise. Puisiez-vous aider vos confrères et le peuple de Dieu à le comprendre! Je vous félicite de prendre contact avec les Dicastères qui, ici, aident le Pape dans le service de l’Eglise universelle.

Je salue tous les autres groupes d’adultes et de jeunes, notamment de la France et du Canada. Et je vous bénis tous de grand coeur.

Ai pellegrini di espressione inglese

Dear Brothers and Sisters,

I greet most cordially all the English-speaking visitors at today’s audience. In a special way, I welcome the Association of the Friends of the English College. I wish to thank you for the help you give for the training of priests who will work in England and Wales. Also from England, I offer warm greetings to the Cathedral Choir from the Archdiocese of Southwork.

* * *

I am pleased to welcome the International Council of the National Academy of Television Arts and Sciences, perhaps more popularly known for the annual presentation of the International Emmy Awards. I hope that your visit will serve to assure you of my interest in your work and also of the Church’s concern for the ever increasing importance of television in the life of individuals and society.

Your is a highly qualified group, with great influence and undoubtedly with great sensitivity to the power of your medium in the formation of public opinion and in the very making of the civilization which we shall pass on to the coming generations. I encourage you therefore to continue to work for excellence and for an increasing sense of responsibility in the service of the human family on the part of those engaged in television broadcasting. May Almighty God bless you, and may he grant peace and happiness to your families.

And to all the pilgrims and visitors, especially those from England and the United States, I willingly impart my Apostolic Blessing in the joy and peace of our Lord Jesus Christ.

Ai fedeli spagnoli

Saludo con afecto a los peregrinos llegados de España y de a diversas naciones de América Latina, especialmente a la peregrinación de Lloret del Mar. Os exhorto, con las palabras del Apóstol, a manteneros “firmes, inconmovibles, progresando siempre en la obra del Señor, conscientes de que vuestro trabajo no es vano en el Señor” .

* * *

Mi más cordial saludo también a los alumnos del Colegio de la “Santísima Trinidad”, de Córdoba, así como a los de los Padres Esculapios, de Getafe (Madrid). La Iglesia os necesita y tiene necesidad de vosotros para seguir anunciando la Buena Nueva en un campo tan importante como es el de la enseñanza. ¡Sed siempre de Cristo!

* * *

A los componentes del Quinteto Mozart, de la ciudad de Logroño, doy asimismo mi más cordial bienvenida a esta Audiencia, acompañada de mi invitación a que en su meritoria actividad artística ayuden a descubrir a sus oyentes la importancia de los valores espirituales y cristianos, tan necesarios al hombre y a la sociedad de hoy.

Finalmente, a los sacerdotes, religiosos y religiosas, presentes en este Encuentro, saludo de corazón y les exhorto a seguir haciendo de sus vidas una plena y generosa entrega a Dios y a la Iglesia.

A todos os imparto mi Bendición Apostólica.

Ai pellegrini polacchi

Serdecznie witam pielgrzymów z Polski: księdza bpa Bronisława Dąbrowskiego, sekretarza Episkopatu, księdza bpa Ryszarda Karpińskiego z Lublina; pielgrzymów z parafii Ofiarowania Najświętszej Maryi Panny oraz z parafii św. Piotra Apostoła z Wadowic; z parafii błogosławione; Królowej Jadwigi z Krowodrzy - Kraków; uczestników grupy młodzieżowej Ojca Pio z Krakowa od ojców kapucynów; nauczycieli z Poznania; pracowników umysłowych z Wrocłavia; marynarzy z polskiego statku; koleiarzy z Katowic, Warszawy i Częstochowy; prócz tego uczestników grup turystycznych “Sport Tourist”, Orbis, Turysta i PKS.

Pragnę przede wszystkim uswiadomic sobie wspólnie z wami, moi drodzy bracia i siostry, że dzisiaj wypada piąta rocznica śmierci wielkiego Prymasa Polski, kardynała Stefana Wyszyńskiego. Wszyscy dobrze pamiętamy tę postać. Kiedy dzisiaj wypada mi tutaj, wobec pielgrzymów z całego świata, w różnych językach rozważać problem naszego przeznaczenia w Jezusie Chrystusie, to trudno mi ten problem odłączyć od jego postaci, od jego posłannictwa, od jego działalności . . . Nasza przyszłość jest związana z przeznaczeniem człowieka w Chrystusie. Kardynał Stefan Wyszyński, którego piątą rocznicę śmierci dziś wspominamy, o tym właśnie był najgłębiej przekonany jako prawdziwy syn Kościoła i jako prawdziwy apostoł Jezusa Chrystusa. I o tym przekonywał nas, swoich współczesnych, swoich rodaków, o tym przekonywał cały naród polski w momencie wielkim i wzniosłym, bo w momencie, kiedy przybliżaliśmy się do tysiąclecia Chrztu i kiedyśmy to tysiąclecie osiągnęli, ażeby rozpocząć pod opieką Pani Jasnogórskiej drugie tysiąclecie chrześcijaństwa w Polsce. O tym przekonywał nas i o tym uczył wszystkich swoich rodaków: o tym wielkim powołaniu człowieka, a więc i każdego Polaka w Jezusie Chrystusie. Dzisiaj wspominając to wielkie dzieło Prymasa Tysiąclecia pragnę wraz ze wszystkimi tu obecnymi i wraz z całą Ojczyzną, z wszystkimi rodakami w Polsce i na emigracii wyrazić wdzięczność Bożej Opatrzności za to opatrznościowe dzieło księdza kardynała Stefana Wyszyńskiego.

Ad alcuni pellegrini italiani

Saluto ora i sacerdoti, i religiosi e le religiose, partecipanti al primo Corso di Formazione Permanente dei Formatori, promosso dalla Pontificia Università Salesiana.

Mentre esprimo il mio apprezzamento per questa iniziativa, che favorisce una qualificata azione vocazionale, vi esorto ad attingere con costanza all’inesauribile ricchezza di Cristo. Partecipando a tale pienezza, voi sarete, nei seminari e negli istituti religiosi dei vari Paesi da cui provenite, educatori che aiutano a stimare la volontà di Dio, a discernere il suo appello ed a rendere sicura e salda la risposta dei giovani e delle giovani a voi affidati.

Con l’incoraggiamento per il vostro servizio ecclesiale, vi benedico di cuore.

* * *

È presente questa mattina anche la delegazione dei Pescatori di Portorecanati. Sono lieto di salutare voi e tutti coloro che voi rappresentate. Conosco le vostre difficoltà e le vostre aspirazioni. Vi sono vicino ed auspico ogni bene per voi e per le vostre famiglie.

Di cuore vi benedico.

Ai giovani

Rivolgo ora il mio saluto a voi, cari giovani. Saluto in particolare i giovani studenti del gruppo Mariano di Frattamaggiore, in diocesi di Napoli; saluto il gruppo di giovani impegnati presso il centro studi Aldo Moro; e saluto coloro che hanno ricevuto la prima Comunione o la Cresima in questi giorni.

Carissimi, in questi giorni la Chiesa ha celebrato la memoria di un Santo che era molto amico dei giovani: San Filippo Neri, il quale ha svolto il suo ministero sacerdotale a Roma, di cui è compatrono, e si occupava in modo particolare ad aiutare i giovani a conoscere e a vivere il messaggio cristiano.

La protezione di San Filippo Neri vi accompagni, insieme con la mia Benedizione.

Agli ammalati

Carissimi fratelli ammalati, grazie per essere venuti a questa Udienza. Vi saluto tutti, rivolgendo un particolare pensiero agli appartenenti al gruppo dell’Associazione Fisioterapica Assistenza Handicappati di Angri, in diocesi di Salerno.

Vi sarò vicino e sono lieto per l’amorosa attenzione che vi è rivolta da quanti vivono con voi e si prendono cura di voi. Siate riconoscenti per quest’amore e date testimonianza di fede, offrendo al Signore le vostre sofferenze. La Madonna, in questo mese a Lei dedicato, vi sia di conforto e di sostegno. Vi ricordo nelle mie preghiere e vi benedico di cuore.

Agli sposi novelli

Infine il mio saluto a voi, cari sposi novelli!

La Chiesa prega per le famiglie cristiane, in particolar modo per quelle nuove: la vostra famiglia possa diventare “piccola Chiesa domestica”.

La preghiera fatta in famiglia vi assicura l’aiuto di Dio per realizzare la missine di amore e di vita a cui sono chiamati gli sposi cristiani. Vi siete sposati in questo mese di maggio che è dedicato alla Madonna, siate suoi devoti e affidatevi alla Sua materna protezione. Vi auguro, cari sposi novelli, un cammino di serenità e di gioia, vi accompagni la mia Benedizione.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 19:31.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com