1986 Catechesi sul credo Luglio

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MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:43
Creatore delle «cose visibili e invisibili»

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 9 luglio 1986

 

1. Le nostre catechesi su Dio, creatore del mondo, non possono concludersi senza dedicare adeguata attenzione a un preciso contenuto della rivelazione divina: la creazione degli esseri puramente spirituali, che la Sacra Scrittura chiama “angeli”. Tale creazione appare chiaramente nei Simboli della fede, particolarmente nel Simbolo niceno-costantinopolitano: “Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose (cioè enti o esseri) visibili e invisibili”. Sappiamo che l’uomo gode, all’interno della creazione, di una posizione singolare: grazie al suo corpo appartiene al mondo visibile, mentre per l’anima spirituale, che vivifica il corpo, egli si trova quasi al confine tra la creazione visibile e quella invisibile. A quest’ultima, secondo il Credo che la Chiesa professa alla luce della rivelazione, appartengono altri esseri, puramente spirituali, non dunque propri del mondo visibile, anche se in esso presenti e operanti. Essi costituiscono un mondo specifico.

2. Oggi, come nei tempi passati, si discute con maggiore o minore sapienza su questi esseri spirituali. Bisogna riconoscere che la confusione a volte è grande, con il conseguente rischio di far passare come fede della Chiesa sugli angeli ciò che alla fede non appartiene, o, viceversa, di tralasciare qualche aspetto importante della verità rivelata. L’esistenza degli esseri spirituali, che la Sacra Scrittura chiama di solito “angeli”, veniva già negata ai tempi di Cristo dai sadducei (cf. At 23, 8). La negano anche i materialisti e i razionalisti di tutti i tempi. Eppure, come acutamente osserva un teologo moderno, “se si volesse sbarazzarsi degli angeli, si dovrebbe rivedere radicalmente la Sacra Scrittura stessa, e con essa tutta la storia della salvezza” (A. Winklhofer, Die Welt der Engel, Ettal 1961, p. 144, nota 2; in Mysterium Salutis, II, 2, p. 726). Tutta la Tradizione è unanime su questa questione. Il Credo della Chiesa è in fondo un’eco di quanto Paolo scrive ai Colossesi: “poiché per mezzo di lui (Cristo) sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati, Potestà, tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1, 16). Ossia il Cristo che, come Figlio-Verbo eterno e consostanziale al Padre è “generato prima di ogni creatura” (Col 1, 15) è al centro dell’universo, come ragione e cardine di tutta quanta la creazione, come abbiamo già visto nelle catechesi precedenti e come vedremo ancora quando parleremo più direttamente di lui.

3. Il riferimento al “primato” di Cristo ci aiuta a comprendere che la verità circa l’esistenza e l’opera degli angeli (buoni e cattivi) non costituisce il contenuto centrale della parola di Dio. Nella rivelazione Dio parla prima di tutto “agli uomini . . . e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé”, come leggiamo nella costituzione Dei Verbum (Dei Verbum, 2) del Concilio Vaticano II. Così “la profonda verità . . . sia di Dio sia della salvezza degli uomini” è il contenuto centrale della rivelazione che “risplende” più pienamente nella persona di Cristo. La verità sugli angeli è in certo senso “collaterale”, eppure inseparabile dalla rivelazione centrale, che è l’esistenza, la maestà e la gloria del Creatore che rifulgono in tutta la creazione “visibile” e “invisibile” e nell’azione salvifica di Dio nella storia dell’uomo. Gli angeli non sono dunque creature di primo piano nella realtà della rivelazione, eppure vi appartengono pienamente, tanto che in alcuni momenti le vediamo adempiere compiti fondamentali a nome di Dio stesso.

4. Tutto ciò che appartiene alla creazione rientra, secondo la rivelazione, nel mistero della divina Provvidenza. Lo afferma in modo esemplarmente conciso il Vaticano I che abbiamo già più volte citato: “Tutto ciò che ha creato, Dio lo conserva e lo dirige con la sua provvidenza «estendendosi da un confine all’altro con forza e governando con bontà ogni cosa» (cf. Sap 8, 1). «Tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi» (cf. Eb 4, 13), «anche ciò che avrà luogo per libera iniziativa delle creature»” (DS 3003). La Provvidenza abbraccia dunque anche il mondo dei puri spiriti, che ancor più pienamente degli uomini sono esseri razionali e liberi. Nella Sacra Scrittura troviamo preziose indicazioni che li riguardano. Vi è pure la rivelazione di un dramma misterioso, eppure reale, che toccò queste creature angeliche, senza che nulla sfuggisse all’eterna Sapienza, la quale con forza (“fortiter”) e al tempo stesso con bontà (“suaviter”) tutto porta a compimento nel regno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

4. Riconosciamo anzitutto che la Provvidenza, come amorevole Sapienza di Dio, si è manifestata proprio nel creare esseri puramente spirituali, per cui meglio si esprimesse la somiglianza di Dio in loro che di tanto superano tutto ciò che è creato nel mondo visibile insieme con l’uomo, anch’esso incancellabile immagine di Dio. Dio, che è Spirito assolutamente perfetto, si rispecchia soprattutto negli esseri spirituali che per natura, cioè a motivo della loro spiritualità, gli sono molto più vicini delle creature materiali, e che costituiscono quasi l’“ambiente” più vicino al Creatore. La Sacra Scrittura offre una testimonianza abbastanza esplicita di questa massima vicinanza a Dio degli angeli, dei quali parla, con linguaggio figurato, come del “trono” di Dio, delle sue “schiere”, del suo “cielo”. Essa ha ispirato la poesia e l’arte dei secoli cristiani che ci presentano gli angeli come la “corte di Dio”.  

* * *  

Rivolgo ora una parola di affettuoso saluto ai ragazzi del Centro di Riabilitazione Spastici “A. Cesarano” di Manfredonia. Carissimi, mentre vi assicuro della mia spirituale vicinanza, abbraccio con l’Apostolica Benedizione voi, i vostri familiari e quanti con amore e dedizione vi assistono.  

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Un saluto particolare va ora ai numerosi pellegrini, che, in rappresentanza degli emigrati abruzzesi e molisani, sono voluti essere presenti a questa Udienza per prepararsi spiritualmente alla Giornata loro dedicata dalla Comunità Ecclesiale di Vasto.

Mentre mi è gradito manifestarvi la mia sollecitudine pastorale per voi, intendo esortarvi a custodire e ad alimentare con fedeltà quei principi di fede e di moralità, che la terra nativa vi ha affidato come suo prezioso patrimonio.

Con benevolenza imparto a voi tutti ed ai vostri cari la mia Benedizione.  

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Il mio saluto va pure ai professori ed agli studenti del XVI Corso Estivo dell’Istituto Superiore di Santa Sofia. Nell’augurarvi di crescere sempre più nell’amore e nella conoscenza di Cristo, invoco dallo Spirito Santo per voi la pienezza di quei doni, che sostengono sul cammino di un’autentica vita umana.  

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Il mio benvenuto va ora ai partecipanti all’iniziativa realizzata dall’Ente Provinciale per il Turismo di Latina, in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di quella Città. Essi fanno parte di gruppi che vengono dalla Francia, da Israele, dalla Corea del Sud, dalla Turchia, dall’Ungheria e dal Venezuela. Nel mostrare apprezzamento per questa manifestazione, che favorisce l’incontro tra i popoli, intendo far giungere a tutti il mio benedicente pensiero.  

Ai giovani  

Desidero ora rivolgere un saluto cordiale ai giovani presenti a questa Udienza. Siate i benvenuti! Il tempo delle vacanze moltiplica le occasioni di incontro e favorisce nuove esperienze. Vi auguro di saper vivere in maniera sana e intelligente questo periodo, valorizzando le possibilità di essere testimoni del Cristo nelle diverse località in cui vi recate e dando vita anche a validi momenti di riflessione religiosa. Fate dono a chi vi incontra del vostro entusiasmo giovanile e cristiano.

Vi benedico di cuore.  

Agli ammalati  

A tutti voi, carissimi infermi, rivolgo un pensiero affettuoso e commosso. Vi ringrazio per la vostra presenza, che è sempre motivo di edificazione per tutti noi. Vi chiedo di guardare con fede al Cristo crocifisso, per attingere da Lui forza e conforto: sappiate che la vostra accettazione della prova è un continuo, grande atto di virtù, che diventa sorgente di grazia per voi stessi e salvezza del mondo intero.

Vi sono vicino con la preghiera e vi accompagno con la mia Benedizione.  

Agi sposi novelli  

Un augurio intenso e sincero agli sposi novelli. Carissimi, nell’iniziare la vostra nuova vita sotto il segno del sacramento del Matrimonio, avete inteso compiere una scelta di fede e impegnarvi in una testimonianza coerente. Vi chiedo di vivere in pienezza tali ideali, affinché, mentre si rende più intenso l’amore vicendevole, cresca in voi anche l’impegno cristiano, e la vostra vita possa essere felice e ricca di buone opere. Il Signore non mancherà di colmarvi della sua protezione.

Vi sia di incoraggiamento la mia Benedizione Apostolica.

 

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MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:43
Creatore degli angeli, esseri liberi

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 23 luglio 1986

 

1. Proseguiamo oggi la nostra catechesi sugli angeli la cui esistenza, voluta da un atto dell’amore eterno di Dio, professiamo con le parole del simbolo niceno-costantinopolitano: “Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili”.

Nella perfezione della loro natura spirituale gli angeli sono chiamati fin dall’inizio, in virtù della loro intelligenza, a conoscere la verità e ad amare il bene che conoscono nella verità in modo molto più pieno e perfetto di quanto non sia possibile all’uomo. Questo amore è l’atto di una volontà libera, per cui anche per gli angeli la libertà significa possibilità di operare una scelta a favore o contro il Bene che essi conoscono, cioè Dio stesso. Bisogna qui ripetere ciò che già abbiamo ricordato a suo tempo a proposito dell’uomo: creando gli esseri liberi, Dio volle che nel mondo si realizzasse quell’amore vero che è possibile solamente sulla base della libertà. Egli volle dunque che la creatura, costituita a immagine e somiglianza del suo Creatore, potesse nel modo più pieno possibile rendersi simile a lui, Dio, che “è amore” (1 Gv 4, 16). Creando gli spiriti puri come esseri liberi, Dio nella sua Provvidenza non poteva non prevedere anche la possibilità del peccato degli angeli. Ma proprio perché la Provvidenza è eterna sapienza che ama, Dio avrebbe saputo trarre dalla storia di questo peccato, incomparabilmente più radicale in quanto peccato di uno spirito puro, il definitivo bene di tutto il cosmo creato.

2. Di fatto, come dice chiaramente la rivelazione, il mondo degli spiriti puri appare diviso in buoni e cattivi. Ebbene, questa divisione non si è operata per creazione di Dio, ma in base alla libertà propria della natura spirituale di ciascuno di essi. Si è operata mediante la scelta che per gli esseri puramente spirituali possiede un carattere incomparabilmente più radicale di quella dell’uomo ed è irreversibile dato il grado di intuitività e di penetrazione del bene di cui è dotata la loro intelligenza. A questo riguardo si deve dire anche che gli spiriti puri sono stati sottoposti a una prova di carattere morale. Fu una scelta decisiva riguardante prima di tutto Dio stesso, un Dio conosciuto in modo più essenziale e diretto di quanto è possibile all’uomo, un Dio che a questi esseri spirituali aveva fatto dono, prima che all’uomo, di partecipare alla sua natura divina.

3. Nel caso dei puri spiriti la scelta decisiva riguardava prima di tutto Dio stesso, primo e supremo Bene, accettato o respinto in modo più essenziale e diretto di quanto possa avvenire nel raggio d’azione della libera volontà dell’uomo. Gli spiriti puri hanno una conoscenza di Dio incomparabilmente più perfetta dell’uomo, perché con la potenza del loro intelletto, non condizionato né limitato dalla mediazione della conoscenza sensibile, vedono fino in fondo la grandezza dell’Essere infinito, della prima Verità, del sommo Bene. A questa sublime capacità di conoscenza degli spiriti puri Dio offrì il mistero della sua divinità, rendendoli così partecipi, mediante la grazia, della sua infinita gloria. Proprio perché esseri di natura spirituale, vi era nel loro intelletto la capacità, il desiderio di questa elevazione soprannaturale a cui Dio li aveva chiamati, per fare di essi, ben prima dell’uomo, dei “consorti della natura divina” (cf. 2 Pt 1, 4), partecipi della vita intima di Colui che è Padre, Figlio e Spirito Santo, di Colui che nella comunione delle tre divine Persone “è Amore” (1 Gv 4, 16). Dio aveva ammesso tutti gli spiriti puri, prima e più dell’uomo, all’eterna comunione dell’amore.

4. La scelta operata sulla base della verità su Dio, conosciuta in forma superiore in base alla lucidità delle loro intelligenze, ha diviso anche il mondo dei puri spiriti in buoni e cattivi. I buoni hanno scelto Dio come Bene supremo e definitivo, conosciuto alla luce dell’intelletto illuminato dalla rivelazione. Avere scelto Dio significa che si sono rivolti a lui con tutta la forza interiore della loro libertà, forza che è amore. Dio è divenuto il totale e definitivo scopo della loro esistenza spirituale. Gli altri invece hanno voltato le spalle a Dio contro la verità della conoscenza che indicava in lui il bene totale e definitivo. Hanno scelto contro la rivelazione del mistero di Dio, contro la sua grazia che li rendeva partecipi della Trinità e dell’eterna amicizia con Dio nella comunione con lui mediante l’amore.

In base alla loro libertà creata hanno operato una scelta radicale e irreversibile al pari di quella degli angeli buoni, ma diametralmente opposta: invece di un’accettazione di Dio piena di amore, gli hanno opposto un rifiuto ispirato da un falso senso di autosufficienza, di avversione e persino di odio che si è tramutato in ribellione.

5. Come comprendere una tale opposizione e ribellione a Dio in esseri dotati di così viva intelligenza e arricchiti di tanta luce? Quale può essere il motivo di tale radicale e irreversibile scelta contro Dio? Di un odio tanto profondo da poter apparire unicamente frutto di follia? I Padri della Chiesa e i teologi non esitano a parlare di “accecamento” prodotto dalla sopravvalutazione della perfezione del proprio essere, spinta fino al punto di velare la supremazia di Dio, che esigeva invece un atto di docile e obbediente sottomissione. Tutto ciò sembra espresso in modo conciso nelle parole: “Non ti servirò!” (Ger 2, 20), che manifestano il radicale e irreversibile rifiuto di prendere parte all’edificazione del regno di Dio nel mondo creato. “Satana” lo spirito ribelle, vuole il proprio regno, non quello di Dio, e si erge a primo “avversario” del Creatore, a oppositore della Provvidenza, ad antagonista della sapienza amorevole di Dio. Dalla ribellione e dal peccato di Satana, come anche da quello dell’uomo, dobbiamo concludere accogliendo la saggia esperienza della Scrittura che afferma: “L’orgoglio è causa di rovina” (Tb 4, 13).


Ai pellegrini francesi

Je suis heureux d’accueillir les pèlerins des divers pays de langue française. Je salue en particulier les jeunes Assomptionnistes venus des cinq continents, en souhaitant que leur séjour à Rome, où ils approfondissent l’esprit de la vie religieuse, les aide à confirmer leur amour pour l’Eglise universelle.

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Je souhaite la bienvenue au groupe du Patriarcat latin de Jérusalem qui vient se recueillir sur les tombeaux des Apôtres Pierre et Paul après être allé prier la Vierge Marie à Lourdes. Je félicite les courageux pèlerins des diocèses d’Anvers et de Gand qui sont venus à bicyclette depuis la Belgique, faisant preuve de courage et de persévérance. J’ai noté aussi la présence de Frères des Ecoles chrétiennes, avec des professeurs et des parents d’élèves du Sacré-Cœur de Saint-Brieuc.

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Enfin, je salue cordialement le groupe venant du Cameroun. Chers amis, j’ai pu constater, en allant chez vous, la vitalité de votre Eglise. Que votre pèlegrinage au centre de la chrétienté enrichisse votre foi et stimule votre ferveur religieuse!

A tous ici présents, je donne de grand cœur ma Bénédiction Apostolique.

Ai visitatori di espressione inglese

I extend a cordial welcome to the Lutheran group from Växjö in Sweden. Today is the anniversary of the death of Saint Birgitta here in Rome in the year thirteen seventy-three. May the memory of this great Swedish saint remind us of the many Christian traditions which unite us in the faith of our Lord Jesus Christ.

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I also greet the ecumenical group from Greece. Your visit is a practical manifestation of the ecumenical path to which we are committed as Christ’s disciples. May God’s blessings be always with you.

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A welcome likewise to the Eilat Dance Company from Israel, and to the members of the Jewish community here today. I take this occasion to renew the sentiments of friendship and goodwill which inspired my visit in April to the Jewish community of Rome. In the light of our common heritage, may we continue to meet one another as beloved brothers and sisters, and may we seek ever greater understanding between us.

Upon all the English-speaking pilgrims and visitors from the j various countries represented here I invoke Almighty God’s abundant blessing.

Ai gruppi tedeschi

Mit dieser kurzen wöchentlichen Glaubenskatechese grüße ich alle anwesenden Besucher und Pilger deutscher Sprache. Ich freue mich über eure Teilnahme an dieser Audienz und erbitte euch aus diesem Erlebnis weltweiter kirchlicher Gemeinschaft Festigung eures Glaubens und eurer Liebe zur Kirche Jesu Christi. Die jetzige Ferienzeit schenke euch nicht nur körperliche, sondern auch geistige Erholung, wobei ihr euch auch eure Verantwortung vor Gott wieder neu bewußt werdet. Mögen die Engel des Herrn euch mit ihrem besonderen Schutz begleiten. Von Herzen erteile ich euch und allen, die euch verbunden sind, den Apostolischen Segen.

Ad alcuni gruppi di pellegrini di lingua spagnola  

Deseo ahora presentar mi cordial saludo a todas las personas, familias y grupos procedentes de los diversos Países t de América Latina y de España.

En particular, a las Religiosas Josefinas de la Santísima Trinidad, junto con las antiguas alumnas y acompañantes, que celebran el primer Centenario de la fundación del Instituto. Me uno a vuestra acción de gracias a Dios por los abundantes beneficios recibidos y os aliento a un renovado entusiasmo y entrega en vuestra vida apostólica.

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Igualmente saludo a las Hermanas de la Sagrada Familia de Urgel, acompañadas de la Madre General, que están realizando un curso de espiritualidad en Roma.

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Sean también bienvenidos a esta audiencia: el grupo “Antorcha” de la Parroquia de San Bernardo de Sevilla, la peregrinación diocesana de San Cristóbal de la Laguna (Tenerife) alumnas del Instituto “María Inmaculada” de Córdoba.

A todos los peregrinos de lengua castellana imparto con mi Bendición Apostólica.

Ai pellegrini polacchi

Witam serdecznie księdza biskupa Dąbrowskiego z Warszawy i wszystkich pielgrzymów: z parafii Narodzenia Matki Bożej z Myślenic; z parafii Przemienienia Pańskiego z Jabłonki, archidiecezia krakowska; pielgrzymkę katedralną z Tarnowa; pielgrzymów z parafii Chrystusa Króla z Gdyni; pielgrzymów z duszpasterstwa aliademickiego we Wrocławiu od ojców franciszkanów, parafia św. Karola Boromeusza; również z Wrocławia duszpasterstwo akademickie z parafii św. Antoniego, także ojcowie franciszkanie; z archidiecezji wrocławskie; z parafii Wniebowzięcia Matki Bożej w Lwówku Śląskim; z diecezji opolskiej pielgrzymów z dekanatu Zabrze; z diecezji szczecińsko-kamieńskiej pielgrzymów z parafii św. Krzyża w Szczecinie; witam profesorów Niższego Seminarium ojców franciszlzanów z Wieliczki oraz siostry zakonne; wreszcie uczestników grup turystycznych PKS z Warszawy, Almatur, Towarzystwo Polsko-Włoskie, załogę jachtu “Silesia” z Górniczego Klubu Turystycznego z Zabrza, PTTK z Krakowa, “Orbis”, Turystę, Gromadę z Wrocławia, Polaków na wypoczynku wakacyjnym w Capalbia, członków PZMot (Polski Związek Motorowy) Słupsk, Zielona Góra; grupę z Bydgoszczy; Zespół Tańca Ludowego “Gorzowiacy” . . . Prośmy Boga o to, żeby w nas zwyciężało zawsze dobro. Tego zyczę wszystkim tu zgromadzonym rodakom i wszystkim moim rodakoa w OJczvźnie i na emigracji.

Ad alcuni gruppi italiani  

Rivolgo ora un saluto cordiale a tutti i pellegrini di lingua italiana.

Un pensiero particolare va anzitutto ai due gruppi di emigrati italiani in Argentina e in Gran Bretagna, che prendono parte a questa Udienza. Vi ringrazio per la vostra presenza e vi auguro che questi giorni che trascorrerete nella madre patria siano per voi come un ritorno alle sorgenti e vi servano per attingere alle tradizioni di fede, di storia e di arte, di cui è ricca l’Italia, nuova lena e nuovo vigore spirituale.

Vi accompagni la mia Benedizione.  

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Saluto pure i giovani militari, qui venuti insieme con i loro Ufficiali e Cappellani, in rappresentanza delle Caserme romane “Caso Pretorio” e “Romagnoli”.

Vi accolgo volentieri, carissimi giovani, e vi esprimo l’augurio che il tempo del servizio militare vi sia utile per completare la formazione della vostra personalità e per prepararvi alle vostre future responsabilità nella vita sociale e in seno alle famiglie che vi formerete.

Il Signore vi benedica e vi assista sempre.

Ai giovani  

Ora il mio saluto ai giovani venuti a questa Udienza.

Carissimi, in questi giorni in cui le vacanze vi offrono più tempo libero, desidero esortarvi a dedicare conveniente spazio alla preghiera. Tutto ciò che nel corso dei mesi precedenti vi ha tenuto impegnati, quanto di nuovo andate scoprendo a contatto con realtà e modi di vita diversi, intuizioni, domande e progetti che affiorano al vostro spirito: tutto vogliate valutare di fronte al Signore, con una preghiera calma e attenta. La luce della sua verità si farà strada in voi e vi sentirete più pronti e generosi a seguirlo in quanto vi chiederà.

Vi accompagni la mia Benedizione Apostolica.

Agli ammalati  

Agli ammalati presenti, il mio speciale saluto.

Carissimi, in ciascuno di voi vedo riflesso il volto sofferente del Figlio di Dio. Vi sia di conforto questa verità che vi rende immagine della passione di Cristo e richiamo di solidarietà per i fratelli. Con la sopportazione delle pene fisiche e morali, nel nome e per amore del Signore, voi diventate una eloquente lezione di vita che, se fa constatare la debolezza della condizione umana, rivela anche che il Signore è l’unico amico e sostegno, donando le grazie necessarie nelle situazioni più delicate. Siete i più vicini al mio cuore ed una mirabile forza per la santità della Chiesa.

Con la mia Apostolica Benedizione.

Agli sposi novelli  

Un benvenuto e l’augurio cordiale agli sposi novelli.

Carissimi, avete voluto consacrare il vostro amore davanti al ministro della Chiesa, come prova che voi riconoscete nel Signore il vero vincolo della vostra unione. Vi invito a restare fedeli a questo patto: scoprirete a quale grande compito Egli vi ha destinati facendo di voi un segno del suo amore per l’umanità, e sperimenterete quanti frutti di bene matureranno nella vostra famiglia. Siate sempre felici come in questi giorni, e con tale auspicio vi accompagni la mia Apostolica Benedizione.

 

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MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:44
Creatore delle «cose invisibili», gli angeli, come messaggeri di Dio

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 30 luglio 1986

 

1. Nella precedente catechesi ci siamo soffermati sull’articolo del Credo col quale proclamiamo e confessiamo Dio creatore non solo di tutto il mondo creato, ma anche delle “cose invisibili”, e ci siamo intrattenuti sull’argomento dell’esistenza degli angeli chiamati a dichiararsi per Dio o contro Dio con un atto radicale e irreversibile di adesione o di rifiuto della sua volontà di salvezza.

Stando sempre alla Sacra Scrittura, gli angeli, in quanto creature puramente spirituali, si presentano alla riflessione della nostra mente come una speciale realizzazione dell’“immagine di Dio”, Spirito perfettissimo, come Gesù stesso ricorda alla donna samaritana con le parole: “Dio è spirito” (Gv 4, 24). Gli angeli sono, da questo punto di vista, le creature più vicine all’esemplare divino. Il nome che la Sacra Scrittura loro attribuisce indica che ciò che più conta nella rivelazione è la verità sui compiti degli angeli nei riguardi degli uomini: angelo (angelus) vuole infatti dire “messaggero”. L’ebraico “malak”, usato nell’Antico Testamento, significa più propriamente “delegato” o “ambasciatore”. Gli angeli, creature spirituali, hanno funzione di mediazione e di ministero nei rapporti che intercorrono tra Dio e gli uomini. Sotto questo aspetto la Lettera agli Ebrei dirà che al Cristo è stato affidato un “nome”, e quindi un ministero di mediazione, ben superiore a quello degli angeli (cf. Eb 1, 4).

2. L’Antico Testamento sottolinea soprattutto la speciale partecipazione degli angeli alla celebrazione della gloria che il Creatore riceve come tributo di lode da parte del mondo creato. Sono in modo speciale i salmi che si fanno interpreti di tale voce, quando, ad esempio, proclamano: “Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti, suoi angeli . . .” (Sal 148, 1-2). Similmente il Salmo 102: “Benedite il Signore, voi tutti, suoi angeli, potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola”. Quest’ultimo versetto del Salmo 102 indica che gli angeli prendono parte, in modo a loro proprio, al governo di Dio sulla creazione, come “potenti esecutori dei suoi comandi” secondo il piano stabilito dalla divina Provvidenza. In particolare agli angeli è affidata una speciale cura e sollecitudine per gli uomini, per i quali presentano a Dio le loro domande e preghiere, come ci ricorda, ad esempio, il Libro di Tobia (cf. specialmente Tb 3, 17 e 12, 12) mentre il Salmo 90 proclama: “Egli ha dato ordine ai suoi angeli . . . di portarti sulle loro mani perché non inciampi nella pietra il tuo piede”. Seguendo il Libro di Daniele si può affermare che i compiti degli angeli come ambasciatori del Dio vivo si estendono non solo ai singoli uomini e a coloro che hanno speciali compiti, ma anche a intere nazioni (cf. Dn 10, 13-21).

3. Il Nuovo Testamento mette in rilievo i compiti degli angeli in rapporto alla missione di Cristo come Messia, e prima di tutto al mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, come constatiamo nel racconto dell’annunciazione della nascita di Giovanni Battista, di Cristo stesso, nelle spiegazioni e disposizioni date a Maria e Giuseppe, nelle indicazioni date ai pastori nella notte della nascita del Signore, nella protezione del neonato davanti al pericolo della persecuzione di Erode (cf. Lc 1, 11. 26. 30 ss; 2, 9 ss; Mt 1, 20-21; 2, 13).

Più avanti i Vangeli parlano della presenza degli angeli durante il digiuno di 40 giorni di Gesù nel deserto (cf. Mt 4, 11) e durante la preghiera nel Getsemani (Lc 22, 43). Dopo la risurrezione di Cristo sarà ancora un angelo, apparso sotto forma di un giovane, che dirà alle donne accorse al sepolcro e sorprese dal fatto di trovarlo vuoto: “Non abbiate paura. Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui . . . Andate, dite ai suoi discepoli . . .” (Mc 16, 5-7), Due angeli sono visti anche da Maria Maddalena, che è privilegiata d’una apparizione personale di Gesù (Gv 20, 12-17). Gli angeli “si presentano” agli apostoli dopo la scomparsa di Cristo, per dire loro: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto in cielo tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo” (At 1, 10-11).

Sono gli angeli della vita, della passione e della gloria di Cristo. Gli angeli di colui che, come scrive san Pietro, “è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e avere ottenuto la sovranità sugli angeli, i principati e le potenze” (1 Pt 3, 22),

4. Se passiamo alla nuova venuta di Cristo, cioè alla “parusia”, troviamo che tutti i sinottici annotano che “il Figlio dell’uomo . . . verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi”. Si può dunque dire che gli angeli, come puri spiriti, non solo partecipano nel modo che è loro proprio alla santità di Dio stesso, ma nei momenti-chiave circondano il Cristo e lo accompagnano nell’adempimento della sua missione salvifica nei riguardi degli uomini. Allo stesso modo anche tutta la Tradizione e il magistero ordinario della Chiesa ha attribuito nei secoli agli angeli questo particolare carattere e questa funzione di ministero messianico.


Ai fedeli di lingua francese

Parmi les pèlerins de langue française, je suis heureux de saluer les membres de l’Institut séculier de la Sainte Famille de Bordeaux. Je souhaite que leur pèlerinage soit une heureuse étape pour leur vie personnelle et leurs services d’Eglise.

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J’adresse un salut particulier aux Soeurs marianistes qui sont venues ici approfondir la spiritualité de leurs fondateurs. Certaines d’entre vous vont renouveler leurs engagements: que Notre-Dame vous accompagne dans votre vie consacrée et dans votre apostolat!

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J’exprime aussi mes voeux fervents aux Soeurs de la Divine Providence de Saint-Jean de Bassel qui célèbrent le vingt-cinquième anniversaire de leur profession religieuse: je partage leur action de grâce et leur espérance.

A vous tous, je donne ma Bénédiction au nom du Seigneur.

Ai gruppi di espressione inglese

I wish to extend a very special welcome to the group of sick people and their assistant from Malta, who are on their way to Lourdes. I would ask you to continue to keep present in your prayers and sufferings the needs of the Church and the world. May Mary, the Mother of Jesus, sustain you always in strong faith and love.

Also from Malta, I greet the members of the Cana Movement from Gozo, and the group from Guardamangia. May God bless you all.

From England, I welcome the youth pilgrimage from Southwark, a group from the Archdiocese of Liverpool and pilgrims from the Diocese of Shrewsbury.

Special greetings also to the visitors from Nigeria, both those of you from Lagos, and the military personnel under the leadership of their Chaplain.

I greet the group of pilgrims from Malaysia and Singapore, and the Methodist group from Fiji. May your visit to Rome offer you the occasion to appreciate more fully the cultural and religious traditions of our Christian life.

Upon all the English-speaking pilgrims and visitors I invoke Almighty God’s abundant blessings.

Ai gruppi di espressione spagnola

Reciban mi más cordial saludo de bienvenida a esta audiencia todas las personas, familias y grupos de lengua española.

En primer lugar, saludo a los grupos de Religiosas Misioneras Claretianas, Carmelitas de la Caridad y del Amor de Dios; os aliento vivamente a profundizar en el carisma propio de vuestros Institutos durante este período de reflexión y estudio que lleváis a cabo en la Ciudad Eterna.

* * *

Saludo igualmente a los miembros del Coro Polifónico de Panamá, que celebran el XX Aniversario de su fundación; así como al grupo numeroso de jóvenes mexicanas que han querido señalar con su visita al Papa su compromiso de entrega al Señor de la juventud que ahora inician.

A todos los peregrinos procedentes de los diversos Países de América Latina y de España imparto con afecto mi Bendición Apostólica.

Ai connazionali polacchi

Dozdrawiam pielgrzym ów z Polski: ks. biskupa Tadeusza Szwagrzyka z diecezji częstochowskij; pielgrzymów z parafii św. Jana z Kęt, z archidiecezji krakowskiej; z parafii św. Stanisława Biskupa i Męczennika z Łańcuta, z diecezji przemyskiej; z parafii Najświętszej Maryi Panny z Nowe; Sarzyny, z diecezji przemyskiej; z parafii św. Antoniego oo. franciszkanów z Jasła; z parafii św. Ludwika z Włodawy, z diecezji siedleckiej; z diecezji opolskiej: pielgrzymi z dekanatu Zagwizdzie oraz z dekanatu Bytom; prócz tego są obecni uczestnicy grup turystycznych; z Towarzystwa Przyjaźni Polsko-Włoskie; z Poznania; studenci Politechniki Warszawskiej; z Przedsiębiorstwa Górniczo-Geologicznego Geobud, Kraków-Warszawa; nauczyciele z Warszawy; PKS z Warszawy; Orbis z Bielska-Białej; PTTK; prócz tego grupa Polakórv na wypoczynku wakacyjnym w Capalbio oraz uczestnicy grupy turystycznej Turysta. . . . Wszystkich obecnych tutaj pozdrawiam, będzie zresztą sposobność jeszcze pozdroxvienia i wspólnej modlitwy w dniu jutrzejszym.

Ai gruppi italiani  

Un cordiale saluto desidero rivolgere a tutti i pellegrini, singoli o in gruppi, di lingua italiana, e in particolare ai Missionari della “Società del Verbo Divino” e ai Padri Agostiniani Recolletti con i loro familiari. 

* * *  

Intendo anche ricordare le Figlie di Maria Ausiliatrice, provenienti dal Giappone; le Iuniores e le Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, che celebrano quest’anno il 25° e il 50° di professione religiosa; come pure le Suore, appartenenti a dodici Congregazioni, che in questi giorni stanno frequentando “un mese di formazione” nella Comunità di preghiera “Mater Ecclesiae” della Suore Dorotee da Cemmo.  

* * *  

Un affettuoso saluto indirizzo alle 24 Coppie di Sposi, della diocesi di Mileto, che si trovano a Roma per un periodo di formazione religiosa.

A tutti voi, carissimi Fratelli e Sorelle, rivolgo l’invito ad essere sempre docili alla Parola del Signore, che chiama ad una sempre più profonda vita di unione con Lui.

La mia Benedizione Apostolica vi accompagna sempre.  

Ai giovani  

Il mio saluto è ora rivolto a voi, carissimi giovani. La vostra presenza è motivo di gioia, perché è manifestazione del vostro desiderio di vivere intensamente la vita cristiana, di dare testimonianza a Cristo.

Siate fieri della vostra fede e sempre lieti, nella consapevolezza che, soprattutto mediante l’amore ai fratelli, potete essere strumento di pace nel mondo. Vi benedico con affetto, affidandovi l’incarico di recare ai vostri cari il mio benedicente pensiero.  

Agli ammalati  

A voi, dilettissimi infermi, esprimo la mia costante spirituale vicinanza nella sopportazione della malattia e della conseguente afflizione.

Siate infatti per la Chiesa dimostrazione vivente di fede generosa, di forte accettazione del dolore che vi conferma a Cristo sofferente e vi pone nella possibilità di contribuire all’attuazione del suo piano di salvezza. Nel benedirvi con particolare sollecitudine, manifesto la mia riconoscenza anche ai vostri familiari ed a quanti hanno merito nell’assistervi.

Gli sposi novelli  

Il mio cordiale benvenuto, infine, è per voi sposi novelli, insieme con l’augurio che nel cammino da voi iniziato con tante speranze siate sempre protetti dalla divina Provvidenza; siano sempre inoltre con voi l’ardimento della giovinezza, l’unione degli animi, dei desideri, la tranquillità dello spirito e soprattutto la fiducia di essere, con la vostra fede operosa, testimoni di Cristo. Vi segue la mia preghiera e la mia benedizione estensibile ai vostri rispettivi familiari ed a tutte le persone care.  

Nuovi scontri armati insanguinavano anche oggi il Libano senza pace. I combattenti tra filo-israeliani e un gruppo di resistenti libanesi hanno luogo lungo il confine della cosiddetta “zona di sicurezza”. Proseguono intanto le affannose operazioni di soccorso dei feriti nei settori cristiano e musulmano duramente provati dagli orrendi massacri dei giorni scorsi. Il Santo Padre, che già ieri aveva invocato la pace sul tormentato Paese con un telegramma al Patriarca Maronita, rinnova oggi, durante l’Udienza generale, l’esortazione alla concordia e la sua partecipazione al dolore dei familiari delle vittime innocenti. Ecco le parole di Giovanni Paolo II.  

Un altro orrendo massacro è avvenuto ieri a Beirut nel quartiere ovest, provocando nuove vittime, dopo solo 24 ore dalla strage compiuta nel settore est della capitale, in cui erano state uccise numerose persone.

Ho inviato ieri un messaggio al Patriarca Maronita, per esprimergli la mia costernazione e la mia solidarietà in questo momento di grande prova.

Vorrei rinnovare l’invito a pregare perché il Signore conceda alle vittime il riposo eterno, ai familiari in lacrime il conforto e a quella Nazione di poter conoscere finalmente la pace, che la cieca violenza continua a spezzare, e perché faccia venire presto il giorno in cui tutta la Nazione Libanese vivrà nella concordia e nella serenità tanto desiderate.

 

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