1986 Catechesi sul credo Agosto

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MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:45
La partecipazione degli angeli nella storia della salvezza

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 6 agosto 1986

 

1. Nelle recenti catechesi abbiamo visto come la Chiesa, illuminata dalla luce proveniente dalla Sacra Scrittura, ha professato lungo i secoli la verità sull’esistenza degli angeli come esseri puramente spirituali, creati da Dio. Lo ha fatto fin dall’inizio con il simbolo niceno-costantinopolitano e lo ha confermato nel Concilio Lateranense IV (1215), la cui formulazione è ripresa dal Concilio Vaticano I nel contesto della dottrina sulla creazione: Dio “creò insieme dal nulla fin dall’inizio del tempo l’una e l’altra creatura, quella spirituale e quella corporea, cioè l’angelica e la terrena, e quindi creò la natura umana come ad entrambi comune, essendo costituita di spirito e di corpo” (DS 3002). Ossia: Dio creò fin dal principio entrambe le realtà: quella spirituale e quella corporale, il mondo terreno e quello angelico. Tutto ciò egli creò insieme (“simul”) in ordine alla creazione dell’uomo, costituito di spirito e di materia e posto secondo la narrazione biblica nel quadro di un mondo già stabilito secondo le sue leggi e già misurato dal tempo (“deinde”).

2. Assieme all’esistenza, la fede della Chiesa riconosce certi tratti distintivi della natura degli angeli. Il loro essere puramente spirituale implica prima di tutto la loro non materialità e la loro immortalità. Gli angeli non hanno “corpo” (anche se in determinate circostanze si manifestano sotto forme visibili in ragione della loro missione a favore degli uomini) e quindi non sono soggetti alla legge della corruttibilità che accomuna tutto il mondo materiale. Gesù stesso, riferendosi alla condizione angelica, dirà che nella vita futura i risorti “non possono più morire, perché sono uguali agli angeli” (Lc 20, 36).

3. In quanto creature di natura spirituale, gli angeli sono dotati di intelletto e di libera volontà, come l’uomo, ma in grado a lui superiore, anche se sempre finito, per il limite che è inerente a tutte le creature. Gli angeli sono quindi esseri personali e, in quanto tali, sono anch’essi a “immagine e somiglianza” di Dio. La Sacra Scrittura si riferisce agli angeli adoperando anche appellativi non solo personali (come i nomi propri di Raffaele, Gabriele, Michele), ma anche collettivi” (come le qualifiche di Serafini, Cherubini Troni, Potestà, Dominazioni, Principati), così come opera una distinzione tra angeli e arcangeli. Pur tenendo conto del linguaggio analogico e rappresentativo del testo sacro, possiamo dedurre che questi esseri-persone, quasi raggruppati in società, si suddividono in ordini e gradi, rispondenti alla misura della loro perfezione e ai compiti loro affidati. Gli autori antichi e la stessa liturgia parlano anche dei cori angelici (nove, secondo Dionigi l’Areopagita). La teologia, specialmente quella patristica e medievale, non ha rifiutato queste rappresentazioni cercando invece di darne una spiegazione dottrinale e mistica, ma senza attribuirvi un valore assoluto. San Tommaso ha preferito approfondire le ricerche sulla condizione ontologica, sull’attività conoscitiva e volitiva e sulla elevazione spirituale di queste creature puramente spirituali, sia per la loro dignità nella scala degli esseri, sia perché in loro poteva meglio approfondire le capacità e le attività proprie dello spirito allo stato puro, traendone non poca luce per illuminare i problemi di fondo che da sempre agitano e stimolano il pensiero umano: la conoscenza, l’amore, la libertà, la docilità a Dio, il raggiungimento del suo regno.

4. Il tema cui abbiamo accennato potrà sembrare “lontano” oppure “meno vitale alla mentalità dell’uomo moderno. Eppure la Chiesa, proponendo con franchezza la totalità della verità su Dio Creatore anche degli angeli, crede di recare un grande servizio all’uomo. L’uomo nutre la convinzione che in Cristo, Uomo Dio, è lui (e non gli angeli) a trovarsi al centro della divina rivelazione. Ebbene, l’incontro religioso con il mondo degli esseri puramente spirituali diventa preziosa rivelazione del suo essere non solo corpo ma anche spirito, e della sua appartenenza a un progetto di salvezza veramente grande ed efficace, entro una comunità di esseri personali che per l’uomo e con l’uomo servono il disegno provvidenziale di Dio.

5. Notiamo che la Sacra Scrittura e la Tradizione chiamano propriamente angeli quegli spiriti puri che nella fondamentale prova di libertà hanno scelto Dio, la sua gloria e il suo regno. Essi sono uniti a Dio mediante l’amore consumato che scaturisce dalla beatificante visione, faccia a faccia, della santissima Trinità. Lo dice Gesù stesso: “Gli angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Mt 18, 10). Quel “vedere sempre la faccia del Padre” è la manifestazione più alta dell’adorazione di Dio. Si può dire che essa costituisce quella “liturgia celeste”, compiuta a nome di tutto l’universo, alla quale incessantemente si associa la terrena liturgia della Chiesa, specialmente nei suoi momenti culminanti. Basti qui ricordare l’atto col quale la Chiesa, ogni giorno e ogni ora, nel mondo intero, prima di dare inizio alla preghiera eucaristica nel cuore della santa Messa, si richiama “agli angeli e agli arcangeli” per cantare la gloria di Dio tre volte Santo, unendosi così a quei primi adoratori di Dio, nel culto e nell’amorosa conoscenza dell’ineffabile mistero della sua santità.

6. Sempre secondo la rivelazione, gli angeli, che partecipano alla vita della Trinità nella luce della gloria, sono anche chiamati ad avere la loro parte nella storia nella salvezza degli uomini, nei momenti stabiliti dal disegno della divina Provvidenza. “Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero inviati per servire coloro che devono entrare in possesso della salvezza?”, domanda l’autore della Lettera agli Ebrei (Eb 1, 14). E questo crede e insegna la Chiesa, in base alla Sacra Scrittura dalla quale apprendiamo che compito degli angeli buoni è la protezione degli uomini e la sollecitudine per la loro salvezza. Troviamo queste espressioni in diversi passi della Sacra Scrittura, come ad esempio nel Salmo 90 già più volte citato: “Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede” (Sal 90, 11-12). Gesù stesso, parlando dei bambini e ammonendo di non dar loro scandalo, si richiama ai “loro angeli” (Mt 18, 10); attribuisce inoltre agli angeli la funzione di testimoni nel supremo giudizio divino sulla sorte di chi ha riconosciuto o ha rinnegato il Cristo: “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio” (Lc 12, 8-9). Queste parole sono significative perché se gli angeli prendono parte al giudizio di Dio, sono interessati alla vita dell’uomo. Interesse e partecipazione che sembrano ricevere una accentuazione nel discorso escatologico, nel quale Gesù fa intervenire gli angeli nella parusia, ossia nella definitiva venuta di Cristo alla fine della storia (cf. Mt 24, 31; 25, 31. 41).

7. Tra i libri del Nuovo Testamento, sono specialmente gli Atti degli apostoli che ci fanno conoscere alcuni fatti che attestano la sollecitudine degli angeli per l’uomo e per la sua salvezza. Così, quando l’angelo di Dio libera gli apostoli dalla prigione (cf. At 5, 18-20)e prima di tutto Pietro, che era minacciato di morte dalla mano di Erode. (cf. At 12, 5-10) O quando guida l’attività di Pietro nei riguardi del centurione Cornelio, il primo pagano convertito (cf. At 10, 3-8; 11, 12-16), e analogamente l’attività del diacono Filippo lungo la via da Gerusalemme a Gaza. (cf. At 8, 26-29)

Da questi pochi fatti citati a titolo esemplificativo, si comprende come nella coscienza della Chiesa abbia potuto formarsi la persuasione sul ministero affidato agli Angeli in favore degli uomini. Perciò la Chiesa confessa la sua fede negli angeli custodi, venerandoli nella liturgia con una festa apposita, e raccomandando il ricorso alla loro protezione con una preghiera frequente, come nell’invocazione dell’“Angelo di Dio”. Questa preghiera sembra fare tesoro delle belle parole di san Basilio: “Ogni fedele ha accanto a sé un angelo come tutore e pastore, per portarlo alla vita” (Adversus Eunomium, III,1; si veda anche san Tommaso, Summa Theologiae, I, q. 11, a. 3).

8. È infine opportuno notare che la Chiesa onora con culto liturgico tre figure di angeli, che nella Sacra Scrittura sono chiamati per nome. Il primo è Michele arcangelo (cf. Dn 10, 13. 20; Ap 12, 7; Gd 9). Il suo nome esprime sinteticamente l’atteggiamento essenziale degli spiriti buoni. “Mica-El” significa infatti: “Chi come Dio?”. In questo nome si trova dunque espressa la scelta salvifica grazie alla quale gli angeli “vedono la faccia del Padre” che è nei cieli. Il secondo è Gabriele: figura legata soprattutto al mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio. (cf. Lc 1, 19-26) Il suo nome significa: “la mia potenza è Dio” oppure “potenza di Dio”, quasi a dire che, al culmine della creazione, l’incarnazione è il segno supremo del Padre onnipotente. Infine il terzo arcangelo si chiama Raffaele. “Rafa-El” significa: “Dio guarisce”. Egli ci è fatto conoscere dalla storia di Tobia nell’Antico Testamento (cf. Tb 12, 15 ss), così significativa circa l’affidamento agli angeli dei piccoli figli di Dio, sempre bisognosi di custodia, di cura e di protezione.

A ben riflettere si vede che ciascuna di queste tre figure - Mica-El, Gabri-El, Rafa-El - riflette in modo particolare la verità contenuta nella domanda sollevata dall’autore della Lettera agli Ebrei: “Non sono forse essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono entrare in possesso della salvezza?” (Eb 1, 14).


Ai fedeli di lingua francese

Je souhaite la bienvenue à tous les pèlerins de langue française, aux groupes paroissiaux, aux familles, aux jeunes. Je salue notamment les handicapés de l’Association des Paralysés de France, et leurs dévoués accompagnateurs qui les aident à participer le mieux possible à la vie du monde.

* * *

J’ai noté la présence d’étudiants grecs du Lycée léonin des Frères maristes d’Athènes: que le Seigneur favorise notre cheminement fraternel vers la pleine unité des chrétiens!

* * *

J’offre mes voux particuliers aux Soeurs Arméniennes de l’Immaculée Conception, qui tiennent à Rome leur Chapitre général: chères Soeurs, depuis près de cent cinquante ans, votre institut se dévoue à l’éducation des enfants et des jeunes, à l’assistance des orphelins, au soin des personnes âgées, en plusieurs pays du Moyen-Orient et de la diaspora. Continuez ce bel apostolat, en puisant dans la foi chrétienne, dans l’exemple et la disponibilité de Marie, le courage d’une charité toujours active et largement ouverte. Que le Seigneur vous bénisse ainsi que les communautés arméniennes, chères à notre cœur!

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Je salue de même le groupe des chrétiens libanais, “pèlerins de la paix”, venus de toutes les régions du Liban. Chers amis, malgré les actes de violence qui se perpétuent de façon inhumaine en votre chère patrie, vous avez entrepris ce pèlerinage à travers plusieurs pays; vous êtes allés prier saint François à Assise, et vous voilà près des tombeaux des Apôtres Pierre et Paul, surs que la paix sera le don de Dieu accordé à ceux qui cherchent sa volonté. Que le Seigneur vous soutienne! Ici nous prions tous pour vous, et pour ceux qui ont besoin de paix à travers le monde.

Et en ce jour anniversaire de la mort de mon vénéré prédécesseur, le Pape Paul VI, nous avons une pensée spéciale pour ce grand pèlerin de la paix et de la civilisation de l’amour. A tous les participants à cette audience, je donne de grand cœur ma Bénédiction Apostolique.

Ai gruppi di espressione inglese  

Dear Brothers and Sisters,

I wish to welcome all the English-speaking visitors and pilgrims present at today’s audience. In particular my greeting goes to the Chinese pilgrims from Hong Kong who have come to Rome after a visit to the Holy Land. It is my prayer that each of you will be renewed in faith as you seek to share with others your pilgrimage to the places made sacred by Christ and his disciples.

I am also very pleased to welcome a parish group from Sacred Heart Church in Bahrain who are accompanied by their pastor.

I welcome the pilgrimages from England, Nigeria, Indonesia and the United States.

Upon all of you I invoke God’s blessings of peace and joy.

Ai gruppi di espressione spagnola

Deseo presentar mi más cordial bienvenida a esta Audiencia a todas las personas, familias y grupos de lengua española.

En particular, saludo a los componentes de la Coral Elisard, del Centro Católico de l’Hospitalet de Llobregat (Barcelona); asimismo, al grupo de universitarios de Sevilla y a los jóvenes del Centro Juvenil Claretiano de Segovia.

A todos los peregrinos y visitantes procedentes de los diversos Países de América Latina y de España imparto con afecto mi Bendición Apostólica.

Ai fedeli di lingua portoghese

Ao exprimir cordiais boas-vindas a todos os presentes de língua portuguesa, saúdo em particular: um grupo de Estudantes Universitários de São Paulo-Brasil; e a numerosa representação da paróquia de Nossa Senhora de Fátima, de Viana do Castelo-Portugal. Desejando-vos felicidades, desejo também:

Que a vinda a Roma alente vossa fé e vida crista, com a protecção de Nossa Senhora, caminho seguro para Deus, pôr Cristo nosso Redentor e Salvador e Amigo dos Jovens. Dou-vos com afecto a Benção Apostólica, extensiva às vossas famílias e pessoas amigas de vossas terras.

Ai connazionali polacchi  

Witam serdecznie pielgrzymów z parafii św. Mikołaja z Krakowa; z parafii katedralnej z Tarnova; z parafii Bł. Królowej Jadwigi z Długiego koło Sanoka; pielgrzymów dekanatu Bytom, diecezja opolska; pielgrzymkę międzyzakonną sióstr diecezji opolskiej z ich dobrodziejami; pielgrzymkę uczennic i nauczycieli Liceum ogólnokszłcącego sióstr Sacré-Coeur z Polskiej Wsi koło Poznania; również młodzież akademicką z parafii św. Stanisława Kostki z Gdańska; prócz tego uczestników grup turystycznych, w szczególności grupę nauczycieli Logos Tour z Dnvinowa i Tczewina; PKS z Lublina; Orbis ze Śląska, Sport-Tourist z Lublina; grupę Polaków przebywających w Capalbio; Orbis - grupa z parafii św. Piotra i Pawla w Tarnowskich Górach; załogę jachtu “Janina”; oraz wokalno-instrumentalny zespół “Oratorium” z Radomia . . . Wszystkim życzę błogosławieństwa Bożego i proszę, żebyście je przekazali naszym Rodakom i waszym najbliższym w Ojczyźnie.  

Ai gruppi italiani  

Nel salutare i vari gruppi di pellegrini di lingua italiana, desidero ricordare l’anniversario della morte del mio predecessore Paolo VI, invitando tutti ad una preghiera di suffragio nella memoria di questo amato Pastore della Chiesa.

Cordialmente porgo un saluto alle suore dell’Istituto Figlie di Maria Santissima dell’Orto, convenute a Roma da varie località d’Italia e d’America in occasione del loro 25° e 50° di professione religiosa. A tutte il mio augurio cordiale, insieme con l’invito a vivere sempre più intensamente una profonda unione d’amore con Cristo, vostro sposo.  

* * *  

Saluto, poi, le associate all’Istituto Secolare Figlie della Regina degli Apostoli, che svolgono il loro annuale corso di aggiornamento impegnandosi, quest’anno, ad approfondire lo studio dei documenti del Concilio Vaticano II.  

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Il mio pensiero va, poi, ai giovani ciclisti della parrocchia di Campofiorenzo di Casatenovo, in Diocesi di Milano, i quali vogliono recare da Roma una fiaccola votiva per la consacrazione della loro chiesa parrocchiale, dedicata alla Madonna di Czestochowa.

A tutti il mio cordiale saluto e la mia Benedizione.  

Ai giovani  

Desidero ora rivolgere un pensiero particolarmente affettuoso a tutti i ragazzi e giovani, che prendono parte a questa Udienza. Nella luce della Trasfigurazione del Signore sul monte Tabor, cui oggi ci richiama la Liturgia, vi esorto a non cessare mai di contemplare il volto del Cristo trasfigurato e di accogliere la voce che si fece sentire dal cielo: “Questi è il mio Figlio diletto . . . ascoltatelo”. Cercate il suo volto, lasciatevi prendere dalla sua bellezza e dal suo fascino, e camminate alla sua luce, quella che illumina ogni anima e rischiara ogni scelta e ogni fatica. In questo tempo di vacanze estive, in cui le scuole sono chiuse, mettetevi alla Scuola di Gesù ed egli illuminerà le vostre menti e istruirà i vostri cuori.

Vi accompagni sempre la mia Benedizione.  

Agli ammalati  

Anche a voi ammalati, presenti a questo incontro familiare, e a quanti soffrono negli ospedali, esprimo il mio pensiero cordiale. Vi dico altresì la mia riconoscenza per l’offerta, quanto mai preziosa, che voi fate del vostro dolore ad edificazione della Chiesa.

Mentre vi incoraggio a saper superare sempre con fortezza cristiana tutte le prove a cui vi assoggetta la malattia, vi assicuro la mia costante preghiera al Signore perché vi liberi dal male. A vostro sollievo spirituale vi benedico con affetto.  

Agli sposi novelli  

Saluto infine gli sposi novelli, esprimendo loro fervide felicitazioni per il traguardo conseguito, e sinceri auguri per una vita coniugale serena e ricca di frutti.

L’affetto che unisce i vostri cuori sia sempre sorgente di vera gioia cristiana e trovi il suo alimento quotidiano nei grandi ideali del Vangelo e nei Sacramenti della Chiesa.

Vi conforti la mia Benedizione.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:46
La caduta degli angeli ribelli

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 13 agosto 1986

 

1. Continuando l’argomento delle precedenti catechesi dedicate all’articolo della fede riguardante gli angeli, creature di Dio, ci addentriamo oggi ad esplorare il mistero della libertà che alcuni di essi hanno indirizzato contro Dio e il suo piano di salvezza nei confronti degli uomini.

Come testimonia l’evangelista Luca, nel momento in cui i discepoli tornavano dal Maestro pieni di gioia per i frutti raccolti nel loro tirocinio missionario, Gesù pronuncia una frase che fa pensare: “Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore” (Lc 10, 18). Con queste parole il Signore afferma che l’annuncio del regno di Dio è sempre una vittoria sul diavolo, ma nello stesso tempo rivela anche che l’edificazione del Regno è continuamente esposta alle insidie dello spirito del male. Interessarsene, come intendiamo fare con la catechesi di oggi, vuol dire prepararsi alla condizione di lotta che è propria della vita della Chiesa in questo tempo ultimo della storia della salvezza (così come afferma l’Apocalisse). (cf. Ap 12, 7) D’altra parte, ciò permette di chiarire la retta fede della Chiesa di fronte a chi la stravolge esagerando l’importanza del diavolo, o di chi ne nega o ne minimizza la potenza malefica.

Le precedenti catechesi sugli angeli ci hanno preparati a comprendere la verità che la Sacra Scrittura ha rivelato e che la Tradizione della Chiesa ha trasmesso su satana, cioè sull’angelo caduto, lo spirito maligno, detto anche diavolo o demonio.

2. Questa “caduta”, che presenta il carattere del rifiuto di Dio con il conseguente stato di “dannazione”, consiste nella libera scelta di quegli spiriti creati, che hanno radicalmente e irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo regno, usurpando i suoi diritti sovrani e tentando di sovvertire l’economia della salvezza e lo stesso ordinamento dell’intero creato. Un riflesso di questo atteggiamento lo si ritrova nelle parole del tentatore ai progenitori: “diventerete come Dio” o “come dèi” (cf. Gen 3, 5). Così lo spirito maligno tenta di trapiantare nell’uomo l’atteggiamento di rivalità, di insubordinazione e di opposizione a Dio, che è diventato quasi la motivazione di tutta la sua esistenza.

3. Nell’Antico Testamento la narrazione della caduta dell’uomo, riportata nel libro della Genesi, contiene un riferimento all’atteggiamento di antagonismo che satana vuole comunicare all’uomo per portarlo alla trasgressione. (cf. Gen 3, 5) Anche nel libro di Giobbe (cf. Gb 1, 11; 2, 5. 7) leggiamo che satana cerca di far nascere la ribellione nell’uomo che soffre. Nel libro della Sapienza (cf. Sap 2, 24) satana è presentato come l’artefice della morte, che è entrata nella storia dell’uomo assieme al peccato.

4. La Chiesa, nel Concilio Lateranense IV (1215), insegna che il diavolo (o satana) e gli altri demoni “sono stati creati buoni da Dio ma sono diventati cattivi per loro propria volontà”. Infatti leggiamo nella Lettera di san Giuda: “. . . gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la loro dimora, il Signore li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno” (Gd 6). Similmente nella seconda Lettera di san Pietro si parla di “angeli che avevano peccato” e che Dio “non risparmiò, ma . . . precipitò negli abissi tenebrosi dell’inferno, serbandoli per il giudizio” (2 Pt 2, 4). È chiaro che se Dio “non perdona” il peccato degli angeli lo fa perché essi rimangono nel loro peccato, perché sono eternamente “nelle catene” di quella scelta che hanno operato all’inizio, respingendo Dio, contro la verità del Bene supremo e definitivo che è Dio stesso. In questo senso scrive san Giovanni che “il diavolo è peccatore fin dal principio . . .” (1 Gv 3, 8). E “sin dal principio” egli è stato omicida e “non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui” (Gv 8, 4)

5. Questi testi ci aiutano a capire la natura e la dimensione del peccato di satana, consistente nel rifiuto della verità su Dio, conosciuto alla luce dell’intelligenza e della rivelazione come Bene infinito, Amore e Santità sussistente. Il peccato è stato tanto maggiore quanto maggiore era la perfezione spirituale e la perspicacia conoscitiva dell’intelletto angelico, quanto maggiore la sua libertà e la sua vicinanza a Dio. Respingendo la verità conosciuta su Dio con un atto della propria libera volontà, satana diventa “menzognero” cosmico e “padre della menzogna” (Gv 8, 4). Per questo egli vive nella radicale e irreversibile negazione di Dio e cerca di imporre alla creazione, agli altri esseri creati a immagine di Dio, e in particolare agli uomini, la sua tragica “menzogna sul Bene” che è Dio. Nel Libro della Genesi troviamo una descrizione precisa di tale menzogna e falsificazione della verità su Dio, che satana (sotto forma di serpente) tenta di trasmettere ai primi rappresentanti del genere umano: Dio sarebbe geloso delle sue prerogative e imporrebbe perciò delle limitazioni all’uomo (cf. Gen 3, 5). Satana invita l’uomo a liberarsi dell’imposizione di questo giogo, rendendosi “come Dio”.

6. In questa condizione di menzogna esistenziale satana diventa - secondo san Giovanni - anche “omicida”, cioè distruttore della vita soprannaturale che Dio sin dall’inizio aveva innestato in lui e nelle creature, fatte a “immagine di Dio”: gli altri puri spiriti e gli uomini; satana vuol distruggere la vita secondo la verità, la vita nella pienezza del bene, la soprannaturale vita di grazia e di amore. L’autore del Libro della Sapienza scrive: “. . . la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono” (Sap 2, 24). E nel Vangelo Gesù Cristo ammonisce: “Temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10, 28).

7. Come effetto del peccato dei progenitori questo angelo caduto ha conquistato in certa misura il dominio sull’uomo. Questa è la dottrina costantemente confessata e annunziata dalla Chiesa, e che il Concilio di Trento ha confermato nel trattato sul peccato originale (cf. DS 1511): essa trova drammatica espressione nella liturgia del Battesimo, quando al catecumeno viene richiesto di rinunziare al demonio e alle sue seduzioni.

Di questo influsso sull’uomo e sulle disposizioni del suo spirito (e del corpo), troviamo varie indicazioni nella Sacra Scrittura, nella quale satana è chiamato “il principe di questo mondo” (cf. Gv 12, 31; 14, 30; 16, 11), e persino il Dio “di questo mondo” (2 Cor 4, 4). Troviamo molti altri nomi che descrivono i suoi nefasti rapporti con l’uomo: “Beelzebul” o “Belial”, “spirito immondo”, “tentatore”, “maligno” e infine “anticristo” (1 Gv 4, 3). Viene paragonato a un “leone” (1 Pt 5, 8), a un “drago” (nell’Apocalisse) e a un “serpente” (Gen 3). Molto frequentemente per designarlo viene usato il nome “diavolo” dal greco “diaballein” (da cui “diabolos”), che vuol dire: causare la distruzione, dividere, calunniare, ingannare. E a dire il vero tutto questo avviene fin dall’inizio per opera dello spirito maligno che è presentato dalla Sacra Scrittura come una persona pur asserendo che non è solo: “siamo in molti”, gridano i diavoli a Gesù nella regione dei Geraseni (Mc 5, 9); “il diavolo e i suoi angeli”, dice Gesù nella descrizione del futuro giudizio (cf. Mt 25, 41).

8. Secondo la Sacra Scrittura, e specialmente il Nuovo Testamento, il dominio e l’influsso di satana e degli altri spiriti maligni abbraccia tutto il mondo. Pensiamo alla parabola di Cristo sul campo (che è il mondo), sul buon seme e su quello non buono che il diavolo semina in mezzo al grano cercando di strappare dai cuori quel bene che in essi è stato “seminato” (cf. Mt 13, 38-39). Pensiamo alle numerose esortazioni alla vigilanza (cf. Mt 26, 41; 1 Pt 5, 8), alla preghiera e al digiuno (cf. Mt 17, 21). Pensiamo a quella forte affermazione del Signore: “Questa specie di demoni in nessun altro modo si può scacciare se non con la preghiera” (Mc 9, 29). L’azione di satana consiste prima di tutto nel tentare gli uomini al male, influendo sulla loro immaginazione e sulle loro facoltà superiori per volgerle in direzione contraria alla legge di Dio. Satana mette alla prova persino Gesù (cf. Lc 4, 3-13), nel tentativo estremo di contrastare le esigenze dell’economia della salvezza così come Dio l’ha preordinata.

Non è escluso che in certi casi lo spirito maligno si spinga anche ad esercitare il suo influsso non solo sulle cose materiali, ma anche sul corpo dell’uomo, per cui si parla di “possessioni diaboliche” (cf. Mc 5, 2-9). Non è sempre facile discernere ciò che di preternaturale avviene in questi casi, né la Chiesa accondiscende o asseconda facilmente la tendenza ad attribuire molti fatti a interventi diretti del demonio; ma in linea di principio non si può negare che nella sua volontà di nuocere e di condurre al male, satana possa giungere a questa estrema manifestazione della sua superiorità.

9. Dobbiamo infine aggiungere che le impressionanti parole dell’apostolo Giovanni: “Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1 Gv 5, 19), alludono anche alla presenza di satana nella storia dell’umanità, una presenza che si acuisce man mano che l’uomo e la società si allontanano da Dio. L’influsso dello spirito maligno può “celarsi” in modo più profondo ed efficace: farsi ignorare corrisponde ai suoi “interessi”. L’abilità di satana nel mondo è quella di indurre gli uomini a negare la sua esistenza in nome del razionalismo e di ogni altro sistema di pensiero che cerca tutte le scappatoie pur di non ammetterne l’opera. Ciò non significa però l’eliminazione della libera volontà e della responsabilità dell’uomo e nemmeno la frustrazione dell’azione salvifica di Cristo. Si tratta piuttosto di un conflitto tra le forze oscure del male e quelle della redenzione. Sono eloquenti, a questo proposito, le parole che Gesù rivolse a Pietro all’inizio della passione: “. . . Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te perché non venga meno la tua fede” (Lc 22, 31).

Per questo comprendiamo come Gesù nella preghiera che ci ha insegnato, il “Padre nostro”, che è la preghiera del regno di Dio, termina quasi bruscamente, a differenza di tante altre preghiere del suo tempo, richiamandoci alla nostra condizione di esposti alle insidie del Male-Maligno. Il cristiano, appellandosi al Padre con lo spirito di Gesù e invocando il suo regno, grida con la forza della fede: fa’ che non soccombiamo alla tentazione, liberaci dal Male, dal Maligno. Fa’, o Signore, che non cadiamo nell’infedeltà a cui ci seduce colui che è stato infedele fin dall’inizio.


Ai pellegrini francesi

Je confie ces paroles graves à tous les pèlerins de langue française que je suis heureux d’accueillir ici. J’ai noté la présence d’un groupe de Soeurs de Saint-Paul de Chartres en session de reprise spirituelle; parmi elles, plusieurs célèbrent leurs vingt-cinq ans de profession religieuse, je les félicite. Je vois aussi des responsables de l’Action Catholique étudiante de Belgique, avec Mgr Eugène Laridon: je les encourage dans leur apostolat. Je salue tous les autres groupes de jeunes, de paroisses, venus de France. Je leur souhaite des vacances agréables et fructueuses en Italie. J’invite aussi les chrétiens à bien célébrer, après-demain, la fête de l’Assomption de Marie, élevée au ciel corps et âme: elle n’avait jamais connu le péché et elle intercède pour nous, pauvres pécheurs. Je la prierai à toutes vos intentions. Priez aussi pour moi. Et je vous bénis de grand cœur.

Ai gruppi di espressione inglese

A warm welcome to the pilgrimages from the Archdiocese of Westminster and the Diocese of Clifton in England.

I am particularly happy to greet the groups of young people present at this audience: from the Dioceses of Lancaster and Salford in England, and from Saint Andrew’s Parish, Ordrup, in the Diocese of Copenhagen, Denmark. I take this opportunity, my dear young people, to remind you of how much Christ loves you. I challenge you to place your hope in him as the Lord of your lives. Christ is the answer to life’s meaning and he will enable you to bear your responsibilities for shaping a better world - one free of violence, discrimination and injustice. God bless you all.

And upon all the English-speaking pilgrims and visitors I invoke the blessings of peace and joy in Christ Jesus our Lord.

Ai visitatori tedeschi

Liebe Brüder und Schwestern!

Mit diesen kurzen Hinweisen zu einem besonderen Bereich unseres Glaubens grüße ich alle Besucher deutscher Sprache hier bei dieser Audienz. Herzlich willkommen heiße ich heute vor allem eine Gruppe evangelischer Pfarrer aus dem Rheinland. Beten wir zusammen um die Gnade der Einheit unserer Kirchen und Altäre, wenn wir gleich sprechen:”Dein Reich komme“! Gottes Segen sei mit Ihnen und Ihrem Wirken! Gelobt sei Jesus Christus!

Ad alcuni gruppi di pellegrini di lingua spagnola  

Deseo ahora dar mi más cordial bienvenida a esta audiencia a todas las personas, familias y grupos de lengua española.

Saludo en particular a la numerosa peregrinación de la Parroquia de los Dolores, de Sevilla, devotos de Nuestra Señora del Rocio, la Blanca Paloma, como a vosotros os gusta invocarla.

* * *

A simismo saludo al grupo apostólico “Hogar de la Madre de la Juventud”, de Toledo, y a los profesores y alumnos de la Facultad de Ciencias Económicas de la Universidad de Uruguay.

Vaya a todos los peregrinos y visitantes procedentes de los diversos Países de América Latina y de España mi Bendición Apostólica.

Ad alcuni pellegrini polacchi

Serdecznie witam wszystkich obecnych, w szczególności naukowców, uczestników seminarium “Nauka, religia, dzieje” z Krakowa, Warszawy i Wrocławia, dziękując za spotkanie; witam pielgraymów z parafii Zmartwychwstania Pańskiego z Bydgoszczy, księża misjonarze; pielgrzymkę duszpasterstwa rodzin z Torunia; pielgrzymów z parafii św. Jadwigi w Rybniku; z parafii św. Anny z Białej Podlaskiej i Dokudowa; z parafii Matki Bożej Częstochowskiej z Poznania; następnie z parafii św. Jana Chrzciciela - Leszno Wielkopolskie; z parafii Matki Bożej Częstochowskiej z Chodzieży, archidiecezja poznańska; z dekanatu Krapkowice, diecezja opolska; chór z parafii św. Anny w Babicach, diecezja opolska; młodzież żeńską oazową z parafii Wniebowzięcia, Gdańsk-Wrzeszcz; oraz z parafii Matki Bożej Nieustającej Pomocy, Gdańsk-Wrzeszcz, siostry nazaretanki; z parafii św. Andrzeja Boboli - Szczecin, oicowie jezuici; z parafii greko-katolickiej w Krynicy i w Gorlicach; młodzież z parafii Wniebowzięcia Matki Bożej z Kraśnika; prócz tego uczestników grup turystycznych: grupę nauczycieli Logos-Tour z Krakova, również z Wrocławia i Poznania, z Brvinowa i Pszczelina; grupę z Pomorskiej Akademii Medycznej w Szczecinie; PKS z Warszawy; grupę turystów indywidualnych z kampingu Capitol, PTTK; grupe przebywającą w Capalbio; grupę turystyczną Orbisu; Alma-Travel z całej Polski, wreszcie grupę studentów z Częstochowy.  

Ai giovani  

Rivolgo ora una parola di affettuoso saluto a voi, giovani. Nell’imminenza della Solennità dell’Assunzione mi è caro esortarvi a contemplare la profonda partecipazione della Madre di Cristo al Mistero del Figlio.

Rivolgete con costanza la vostra preghiera alla Vergine Maria, seguendone l’esempio nell’accogliere pienamente la vocazione alla “familiarità” con Dio ed alla sollecitudine verso ogni uomo.

Mentre auspico che la Madonna ottenga dal Padre per voi il dono dello Spirito, che solo può riempire il vostro cuore, conducendolo a realizzarsi nell’amore e nella verità, prego con insistenza perché Ella diriga i vostri passi sulle vie del bene, vi ispiri propositi di grande generosità e possiate così progredire nell’integrità e nella purezza di fede e di vita.

Vi accompagno con la mia Benedizione Apostolica.  

Agli ammalati  

Desidero poi ricordare e salutare di verso cuore voi, ammalati, che meritate sempre una particolare, fraterna attenzione, la quale efficacemente vi sostenga nel portare le vostre sofferenze per amore di Cristo.

Carissimi, confidate in Maria. Ella, che accanto alla Croce iniziò ad amarci come figli, ora, accanto al Figlio nella gloria è materna mediatrice di consolazioni e di grazie, che guidano e rischiarano il cammino, donando a voi, e attraverso voi al mondo intero, una sicura speranza ricca di immortalità.

Vi conforti sempre la mia Apostolica Benedizione.  

Agli sposi novelli  

Il mio saluto va, infine, a voi sposi, che di recente avete celebrato il sacramento nuziale, per edificare una comunità di vita e di amore, il quale tanto più è santo, tanto più è forte.

Di tutto cuore vi auguro una vita familiare ricadi grazie e di felicità. Il futuro è sereno per coloro i quali sanno che l’amore vero sgorga da Dio, a Lui si connette, in Lui si alimenta, per Lui è fecondo. Al Signore, dunque, affido la vostra nuova esistenza in comune, perché possiate vivere il sacramento del matrimonio nella fede e nella carità del dono reciproco.

La Vergine Maria illumini quotidianamente la vostra esistenza e vi custodisca nella concordia.

Con la mia Benedizione Apostolica.  

La Comunità cattolica di Berlino ricorda oggi il XXV anniversario della costruzione del “Muro” con una cerimonia religiosa nella Chiesa di “Maria Regina Martyrum”, che prevede una liturgia penitenziale, seguita dalla concelebrazione della Santa Messa e da un’ora di adorazione. Il Santo Padre, informato dell’iniziativa di preghiera, vi dà la Sua adesione nel corso dell’Udienza generale di questa mattina.  

Die Katholische Gemeinde von Berlin hat uns unterrichtet, daß sie heute einen Sühnegottesdienst halten wird zum 25. Jahrestag der Errichtung der ”Mauer“, um dabei aller Opfer seit dieser Errichtung zu gedenken.

In Antwort darauf wollen wir mit unseren Brüdern und Schwestern beten vor allem für diese Opfer wie auch für alle Personen und Familien, die dabei direkt Schaden erlitten haben.

Bei derselben Gelegenheit erbitten wir von unserem Vater im Himmel die Gaben der Versöhnung und des Friedens in Gerechtigkeit und Freiheit, im Bewußtsein, daß sich auf diese Werte die stärkste und berechtigste Sehnsucht aller Völker in Europa und in der Welt richtet.

Ecco le parole del Papa in una nostra traduzione italiana. 

La Comunità cattolica di Berlino ci ha informato che celebrerà oggi una Liturgia di Riparazione in occasione del venticinquesimo anniversario della costruzione del “Muro”, per ricordare tutte le vittime che si sono avute da allora.

Preghiamo dunque insieme con quei nostri Fratelli e Sorelle, innanzitutto per tali vittime, come anche per tutte le persone e famiglie, che direttamente ne hanno sofferto.

Nella stessa occasione, imploriamo dal Padre celeste i doni della riconciliazione e della pace nella giustizia e nella libertà, consci che verso questi calori si rivolgono le più forti e legittime aspirazioni di tutti i popoli dell’Europa e del mondo.

 

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MARIOCAPALBO
00giovedì 4 aprile 2013 10:47
La vittoria di Cristo sullo spirito del male

GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 20 agosto 1986

 

1. Le nostre catechesi su Dio, Creatore delle cose “invisibili”, ci hanno portato a illuminare e ritemprare la nostra fede per quanto riguarda la verità sul maligno o satana, non certamente voluto da Dio, sommo amore e santità, la cui Provvidenza sapiente e forte sa condurre la nostra esistenza alla vittoria sul principe delle tenebre. La fede della Chiesa infatti ci insegna che la potenza di satana non è infinita. Egli è solo una creatura, potente in quanto spirito puro, ma pur sempre una creatura, con i limiti della creatura, subordinata al volere e al dominio di Dio. Se satana opera nel mondo per il suo odio contro Dio e il suo regno, ciò è permesso dalla divina Provvidenza che con potenza e bontà (“fortiter et suaviter”) dirige la storia dell’uomo e del mondo. Se l’azione di satana certamente causa molti danni - di natura spirituale e indirettamente di natura anche fisica - ai singoli e alla società, egli non è tuttavia in grado di annullare la definitiva finalità cui tendono l’uomo e tutta la creazione, il Bene. Egli non può ostacolare l’edificazione del regno di Dio, nel quale si avrà, alla fine, la piena attuazione della giustizia e dell’amore del Padre verso le creature eternamente “predestinate” nel Figlio-Verbo, Gesù Cristo. Possiamo anzi dire con san Paolo che l’opera del maligno concorre al bene (cf. Rm 8, 28) e che serve a edificare la gloria degli “eletti” - (cf. 2 Tm 2, 10).

2. Così tutta la storia dell’umanità si può considerare in funzione della salvezza totale, nella quale è iscritta la vittoria di Cristo sul “principe di questo mondo” (Gv 12, 31; 14, 30; 16, 11).

“Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai” (Lc 4, 8), dice perentoriamente Cristo a satana. In un momento drammatico del suo ministero, a chi lo accusava in modo sfacciato di scacciare i demoni perché alleato di Beelzebul, capo dei demoni, Gesù risponde con quelle parole severe e confortanti insieme: “Ogni regno discorde cade in rovina, e nessuna città o famiglia discorde può reggersi. Ora, se satana scaccia satana, egli è discorde con se stesso. Come potrà dunque reggersi il suo regno? . . . E se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio” (Mt 12, 25-26. 28). “Quando un uomo forte, bene armato fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino” (Lc 11, 21-22). Le parole pronunciate da Cristo a proposito del tentatore trovano il loro compimento storico nella croce e nella risurrezione del Redentore. Come leggiamo nella Lettera agli Ebrei, Cristo si è fatto partecipe dell’umanità fino alla croce “per ridurre all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo . . . e liberare così quelli che . . . erano tenuti in schiavitù” (Eb 2, 14-15). Questa è la grande certezza della fede cristiana: “il principe di questo mondo è stato giudicato” (Gv 16,11); “il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” (1 Gv 3, 8), come ci attesta san Giovanni. Dunque il Cristo crocifisso e risorto si è rivelato come quel “più forte” che ha vinto “l’uomo forte”, il diavolo, e lo ha spodestato.

Alla vittoria di Cristo sul diavolo partecipa la Chiesa: Cristo, infatti, ha dato ai suoi discepoli il potere di cacciare i demoni (cf. Mt 10, 1 e par. Mc 16, 17). La Chiesa esercita tale potere vittorioso mediante la fede in Cristo e la preghiera (cf. Mc 9, 29; Mt 17, 19-20), che in casi specifici può assumere la forma dell’esorcismo.

3. In questa fase storica della vittoria di Cristo si inscrive l’annuncio e l’inizio della vittoria finale, la parusia, la seconda e definitiva venuta di Cristo alla conclusione della storia, verso la quale è proiettata la vita del cristiano. Anche se è vero che la storia terrena continua a svolgersi sotto l’influsso di “quello spirito che - come dice san Paolo - ora opera negli uomini ribelli” (Ef 2, 2), i credenti sanno di essere chiamati a lottare per il definitivo trionfo del Bene: “la nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Ef 6, 12).

4. La lotta, man mano che se ne avvicina il termine, diventa in certo senso sempre più violenta, come mette in rilievo specialmente l’Apocalisse, l’ultimo libro del Nuovo Testamento (cf. Ap 12, 7-9). Ma proprio questo libro accentua la certezza che ci è data da tutta la rivelazione divina: che cioè la lotta si concluderà con la definitiva vittoria del bene. In quella vittoria, precontenuta nel mistero pasquale di Cristo, si adempirà definitivamente il primo annuncio del Libro della Genesi, che con termine significativo è detto protoevangelo, quando Dio ammonisce il serpente: “Io porrò inimicizia tra te e la donna” (Gen 3, 15). In quella fase definitiva Dio, completando il mistero della sua paterna Provvidenza, “libererà dal potere delle tenebre” coloro che ha eternamente “predestinati in Cristo” e li “trasferirà nel regno del suo Figlio diletto” (cf. Col 1, 13-14). Allora il Figlio sottometterà al Padre anche l’intero universo, affinché “Dio sia tutto in tutti” (1 Cor 15, 28).

5. Qui si concludono le catechesi su Dio Creatore delle “cose visibili e invisibili”, unite nella nostra impostazione con la verità sulla divina Provvidenza. Appare evidente agli occhi del credente che il mistero dell’inizio del mondo e della storia si ricollega indissolubilmente col mistero del termine, nel quale la finalità di tutto il creato raggiunge il suo compimento. Il Credo, che unisce così organicamente tante verità, è veramente la cattedrale armoniosa della fede.

In maniera progressiva e organica abbiamo potuto ammirare stupefatti il grande mistero dell’intelligenza e dell’amore di Dio, nella sua azione creatrice, verso il cosmo, verso l’uomo, verso il mondo degli spiriti puri. Di tale azione abbiamo considerato la matrice trinitaria, la sapiente finalizzazione alla vita dell’uomo, vera “immagine di Dio”, a sua volta chiamato a ritrovare pienamente la sua dignità nella contemplazione della gloria di Dio. Abbiamo ricevuto luce su uno dei massimi problemi che inquietano l’uomo e pervadono la sua ricerca di verità: il problema della sofferenza e del male. Alla radice non sta una decisione errata o cattiva di Dio, ma la sua scelta, e in certo modo il suo rischio, di crearci liberi per averci amici. Dalla libertà è nato anche il male. Ma Dio non si arrende, e con la sua saggezza trascendente, predestinandoci ad essere suoi figli in Cristo, tutto dirige con fortezza e soavità, perché il bene non sia vinto dal male.

Dobbiamo ora lasciarci guidare dalla divina rivelazione nella esplorazione di altri misteri della nostra salvezza. Intanto abbiamo accolto una verità che deve stare a cuore di ogni cristiano: come esistano degli spiriti puri, creature di Dio, inizialmente tutte buone, e poi per una scelta di peccato, separatesi irriducibilmente in angeli di luce e in angeli di tenebre. E mentre l’esistenza degli angeli cattivi chiede a noi il senso della vigilanza per non cedere alle loro lusinghe, siamo certi che la vittoriosa potenza del Cristo Redentore circonda la nostra vita perché ne siamo noi stessi vincitori. In ciò siamo validamente aiutati dagli angeli buoni, messaggeri dell’amore di Dio, ai quali, ammaestrati dalla tradizione della Chiesa, rivolgiamo la nostra preghiera: “Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen”.


Ai pellegrini di lingua francese

Chers Frères et Soeurs,

Je voudrais saluer maintenant tous les pèlerins et visiteurs de langue française. Parmi eux je salue très cordialement un groupe d’étudiants venus d’Abidjan où j’ai eu la joie de consacrer la cathédrale il y a un an. J’adresse aussi mes voeux fervents aux jeunes du Groupement d’Activités Catholiques Internationales: qu’ils soient des bâtisseurs généreux de l’édifice ecclésial! Que les Apôtres Pierre et Paul les fortifient dans leur foi et les remplissent d’assurance et de joie pour aller de l’avant!

* * *

Je suis heureux d’accueillir le pèlerinage de prêtres et de laïcs du diocèse de Bruges: ils répondent à ma visite de l’an dernier en Belgique, à Ypres en particulier. Qu’ils sachent que le souvenir de leur pays est très vivant pour moi dans la mémoire du cœur. Je les encourage dans toutes leurs taches et leur témoignage évangélique.

Je demande à Dieu de vous bénir tous et de vous combler de ses dons.

Ai pellegrini di lingua tedesca  

Liebe Brüder und Schwestern!

Mit dieser kurzen Betrachtung grüße ich herzlich alle heutigen Audienzteilnehmer deutscher Sprache, die genannten Gruppen und auch die ungenannten Einzelpilger. Ich empfehle euch in eurem Kampf gegen das Böse in euch und um euch dem besonderen Schutz jener guten Geister, der Engel, die Gott eigens zu unseren Weggefährten bestimmt hat. Mögen sie euch auch wieder wohlbehalten in eure Heimat zurückbegleiten!

Einen besonderen Willkommensgruß richte ich an die Gruppe der Schwestern, die in La Storta an einem religiösen Erneuerungskurs teilnehmen und erbitte ihnen in ihren geistlichen Übungen Gottes Licht und Beitsand.

* * *

Schließlich grüße ich noch mit Freude die Jugendlichen aus Vietnam, die in der Bundesrepublik Deutschland eine neue Heimat gefunden haben. Ich versichere euch und euer ganzes Volk meiner besonderen Nahe und meines Gebetes. Von Herzen erteile ich euch und allen anwesenden Pilgern deutscher Sprache meinen besonderen Apostolischen Segen.

Ai fedeli di lingua spagnola

Amados hermanos y hermanas,

Reciban mi más cordial saludo de bienvenida todos los peregrinos de lengua española.

En particular, saludo a los representantes de los 1.500 Propagandistas de la Obra de Ejercicios de Navarra, a quienes aliento a una generosa entrega apostólica y misionera, inspirados en la espiritualidad ignaciana.

* * *

Igualmente, deseo saludar a los componentes del Orfeón Universitario “Simón Bolívar” de Caracas.

A todas las personas, familias y grupos procedentes de los diversos Países de América Latina y de España imparto con afecto la Bendición Apostólica.

Ai fedeli di lingua portoghese

Quero dirigir a todos os irmãos e irmãs de língua portuguesa uma cordial saudação, com votos de bem, graça e paz. E dou as boas-vindas, em particular, ao simpático grupo de Jovens do Corpo Nacional de Escutas de Portugal, da paróquia de São Mamede, em Lisboa: “Alerta, para servir”, caros amigos, como Cristo serviu, enquadrando os vossos projectos de vida na sua mensagem e seguindo sempre as “pistas” do amor e da fraternidade, na edificação de um mundo novo, pela novidade de Jesus Cristo! Com a minha Benção Apostólica.

Ai pellegrini provenienti dalla Polonia

Pozdrawiam serdecznie wszystkich pielgrzymów wspólnoty akademickiej jezuitów z Krakowa; z parafii Trójcy Przenajświęstszej ze Starachowic; ze Skarżyska-Kamiennej; z parafii Wniebowzięcia SIatki Boskiej w Kraśniku; z parafii Wniebowzięcia Matki Bożej z Rzeszowa, ojcowie bernardyni; animatorów oazowych z Torunia, duszpasterstwo ojców redemptorystów; z dekanatu skoraszewskiego w diecezji opolskiej; z dekanatu Bystrzyca Kłodzka, archidiecezja wrocławska; z parafii św. Karola Boromeusza we Wrocławiu; z parafii św. Jana Chrzciciela z Leśnej, archidiecezja wrocławska; młodzież akademicką z parafii św. Kazimierza i Maksymiliana Kolbe ze Szczecina; pielgrzymke. mlodziezowa Wieczernika, ksieza pallotyni; pielgrzymke mlodziezowego zespolu wokalno-muzycznego z Sopotu, z parafii Gwiazda Morza; pielgrżymkę Klubu Inteligencji Katolickiej z Przemyśla; zespół pieśni i tańca “Kortowo” z Olsztyna; zespół regionalny “Dolina Dunajca” z Nowego Sącza; prócz tego uczestników grup turystycznych, studentów z Rzeszowa, PKS z Warszawy, PTTK z Warszawy, Logos Tour z Kielc, turystów indywidualnych z campingu “Capitol”, Polaków z campingu “Capaldio”, Orbis (nauczyciele), Turysta i Alma Tour z Lublina. Wszystkich serdecznie witam i pozdrawiam.  

Ai fedeli di lingua italiana

Desidero ora rivolgere il mio saluto alle suore capitolari dell’Istituto Suore dell’Immacolata di Genova, riunite presso la Casa Generalizia di Roma per il loro capitolo elettivo, per la revisione dello statuto secondo le disposizioni del nuovo Codice di Diritto Canonico e per approfondire la conoscenza del carisma dell’Istituto. Mi compiaccio con voi e benedico il vostro impegno, con la raccomandazione di ravvivare sempre in voi la fiamma della carità che ha caratterizzato la vita del vostro fondatore.  

* * *

Saluto poi le suore Ancelle del Sacro Cuore, anch’esse presenti in Roma per il Capitolo Generale. Ad esse va il mio augurio per un confortante esito della loro riunione, insieme con l’invito a diffondere in tutti i campi dell’apostolato la devozione al Cuore di Cristo.  

* * *  

Il mio pensiero va, infine, al numeroso gruppo delle suore Canossiane, Figlie della Carità, convenute un po’ da tutto il mondo, dalle loro case di Missione dell’Asia, dell’Africa e dell’America, per partecipare ad un seminario di formazione permanente.

Mi compiaccio con voi, ed a tutte imparto la mia Benedizione Apostolica.  

Ai giovani  

Un saluto cordiale ed affettuoso ai giovani presenti a questa Udienza. Desidero rivolgervi oggi un invito a cercare di sviluppare sempre in voi stessi un’autentica coscienza di pace. Abbiate la sincera consapevolezza che la pace è un bene prezioso e grande e che occorre un forte e costante impegno per realizzarla, seguendo con onestà e verità le vie che la costruiscono e la confermano nella società. Sappiate, perciò, trasfondere il vostro impegno per la pace nel tessuto sociale ed umano che vi riguarda, senza lasciarvi scoraggiare se lo trovate talvolta refrattario agli autentici valori della pace. Faccio voti che l’impegno per la pace sia sempre in voi sollecito, ricco di speranza, ma anche coraggioso e generoso.  

Agli ammalati

Desidero salutare, altresì, i cari malati e li invito a conservare anche nei momenti della prova, fortezza d’animo e fiducia. Ricordate le parole dell’Apostolo Paolo: “Dio non permetterà che siamo tribolati oltre le nostre possibilità”. Abbiate, pertanto, fiducia nella provvida azione di grazia del Signore, che vi è vicino, vi assiste, vigila sulle vostre vicende, vi sta accanto per sostenere, con il dolore della sua Croce, la sofferenza di ogni uomo. Siate forti nello spirito, consapevoli come siete che tanti doni di grazia dipendono dalla vostra capacità di rendervi, presso Dio, interpreti, nella preghiera e nella sofferenza, delle necessità dei fratelli.

Vi conforti e vi sostenga la mia Benedizione.  

Agli sposi novelli

Saluto anche le giovani coppie di sposi novelli, ai quali rivolgo il mio più fervido augurio per un felice avvenire delle loro famiglie, iniziate con la benedizione di Dio nel Sacramento del matrimonio.

Sia la carità di Cristo la regola fondamentale della vita in famiglia, lo spunto costante del vostro amore più autentico. La vostra carità si ispiri, nella fede, al modello di Gesù Cristo. Essa sia aperta, premurosa e generosa in tutte le situazioni difficili, che rendono l’uomo bisognoso di attenzione, di affetto e di delicata premura. Sia la carità cristiana la virtù che voi insegnerete ai figli con attenta e peculiare pedagogia, facendo loro comprendere che essa è il vertice di ogni altra virtù. Fate in modo che la famiglia sia una scuola costante, valida, efficace della virtù soprannaturale dell’amore.

Su tutti voi la mia cordiale Benedizione.

 

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