12 ottobre

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MARIOCAPALBO
00domenica 5 ottobre 2014 11:01
Le necessità della vita presente


Preghiera

Signore, hai salvato dalle angustie del timore la mia anima, onde possa servirti in libera carità. (En. in Ps. 30, I, 8)

 

Lettura

Le necessità della vita presente

Quali sono le angustie dalle quali vogliamo sia salvata la nostra anima? Chi potrà enumerarle? Chi saprà convenientemente riunirle? Chi ci raccomanderà sufficientemente di evitarle e di fuggirle? Innanzitutto nel genere umano è una dura realtà il non conoscere il cuore altrui, il pensare male il più delle volte dell’amico fedele, e altrettanto sovente pensare bene dell’amico infedele. O dura legge! E che puoi fare per penetrare nei cuori? Quale occhio presenterai, o debole mortalità degna di pianto? Che farai per vedere oggi il cuore del tuo fratello? Non hai di che fare. C’è un’altra indigenza ancora più grande: non vedi neanche quale sarà il tuo cuore domani. Che dire poi delle necessità proprie della stessa condizione mortale? Morire è necessario, e nessuno lo vuole. Nessuno vuole ciò che è necessario. Nessuno vuole ciò che avverrà, voglia o non voglia. Dura necessità, non volere ciò che non si può evitare. Infatti, se fosse possibile, certamente non vorremmo morire; e vorremmo diventare come gli angeli, ma con una qualche mutazione, non con la morte, come dice l’Apostolo:abbiamo un’abitazione da Dio, non manufatta ed eterna nei cieli. E perciò quaggiù gemiamo, bramando di essere rivestiti della nostra abitazione celeste; se pur saremo trovati vestiti e non nudi. Poiché noi che siamo in questa tenda, sospiriamo aggravati, perché non vogliamo essere spogliati, ma sopravvestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita (2Cor 5, 1-4)Vogliamo giungere al regno di Dio, ma non vogliamo arrivarci attraverso la morte; e tuttavia la necessità ti dice: tramite questa verrai. Temi tu, o uomo, di passare attraverso la morte, quando attraverso di essa è venuto a te Dio? E ancora, quali sono le schiavitù delle antiche cupidigie e delle vecchie abitudini malvagie che dobbiamo vincere? Vincere l’abitudine è una dura battaglia, lo sai. Vedi quanto male agisci, in qual maniera esecrabile e infelice: e tuttavia lo fai; lo hai fatto ieri, lo farai oggi. Se così ti dispiace quando lo espongo, come ti dovrebbe dispiacere quando lo pensi? E tuttavia lo farai. Da che cosa sei afferrato? Chi ti trascina prigioniero? Forse quella legge nelle tue membra che si oppone alla legge della tua mente? Ebbene, grida: infelice uomo che io sono, chi mi libererà da questo corpo di morte? La grazia di Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore (Rom 7, 23); e si compirà in te ciò che abbiamo detto ora: io invece nel Signore ho sperato; esulterò, gioirò nella tua misericordia; perché hai guardato la mia umiliazione, hai salvato dalle angustie la mia anima. In che modo infatti la tua anima è stata salvata dalle angustie, se non perché è stata vista la tua umiltà? (En. in Ps. 30, II, d.1, 13)

 

Per la riflessione

Se prima non ti fossi umiliato, non ti esaudirebbe Colui che ti libera dalle angustie. Si è umiliato chi dice:infelice uomo che io sono, chi mi libererà da questo corpo di morte? (En. in Ps. 30, II, d.1, 13)

 


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