1 Correzione e Cambiamento

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
MARIOCAPALBO
00lunedì 30 gennaio 2012 17:22
L'IMPORTANZA DEL CAMBIAMENTO

Correzione e Cambiamento

 

L'IMPORTANZA DEL CAMBIAMENTO

 

 Bob Mumford

 

Dio è sempre in attività. Se vogliamo stare in pace con Lui, dobbiamo essere aperti a cambiare in ogni zona della vita.

 

Per i cristiani IL CAMBIAMENTO dovrebbe essere un modo di vita. A chi vuole essere suo seguace Gesù presenta la necessità inequivocabile di cambiare. Conversando con Nicodemo nel Vangelo di Giovanni Egli dice:

"Se non si rinasce di nuovo non si può vedere il regno di Dio."

E più oltre:

"Se non vi convertite e non diventate come bambini,

non entrerete nel regno dei cieli."

In un altro caso ancora:

"Se non vi pentirete, perirete tutti ugualmente."

 

            Rinascere, convertirsi, pentirsi: sono tutti cambiamenti. Gesù, infatti, da un ultimatum: "Cambiate, o altrimenti!" Ero solito pensare che un giorno nel cammino spirituale avrei raggiunto un punto in cui mi sarei sistemato per godere la sensazione di essere arrivato. Ma poi mi resi conto che Dio è sempre in movimento, e che se volevo stare in pace con Lui dovevo stare in uno stato di permanente cambiamento.

Se vogliamo conoscere e fare la volontà di Dio, dobbiamo aprirci al cambiamento continuo.

La Sua volontà ci viene rivelata a gradi: non la conosciamo subito tutta, vediamo e sappiamo solo fino a quel punto - ma muovendoci in ciò che Egli ci ha già rivelato, potremo ricevere ulteriori rivelazioni. I progressi cristiani avvengono passo passo. La maturità cristiana NON arriva un giorno tutta insieme. Gesù ci dice di prendere la croce ogni giorno e di seguirlo: ciò significa OGGI, anche se non sappiamo dove ci porterà domani.

 

            La capacità di cambiare è sempre stata la caratteristica di chi segue Dio. Al capitolo 11 di Ebrei troviamo un elenco di uomini e donne che sperimentano spostamenti fisici per il Signore. Sono descritti come "Pellegrini sulla terra", che significa vagabondi, viaggiatori, uomini di passaggio. La sola dimora permanente del pellegrino spirituale è con Dio. Ed essendo Lui in movimento, dobbiamo esserlo anche noi. Più saremo aperti ai cambiamenti e più progrediremo.

 

            L'essere capace di cambiare secondo i comandi di Dio non implica affatto uno stato di instabilità. Non ci getta alla mercé degli elementi ma al contrario, assicura stabilità. Come può il cambiamento renderci più stabili? Portandoci verso una mèta eterna e invariabile: la conformità a Cristo. La nostra destinazione ultima è essere trasformati nella Sua immagine e somiglianza. Geremia potrà aiutarci a comprendere la natura del cambiamento spirituale:

 

"Moab è rimasto tranquillo fin dalla sua giovinezza;

si riposava come vino sulla sua feccia;

non è stato travasato da tino a tino,

né è stato condotto in esilio.

Perciò ha conservato il suo sapore,

e il suo aroma non si è alterato" (Geremia 48,11).

 

Geremia fa l'analogia con la fabbricazione del vino, occupazione comune al suo tempo. Appena spremuti i grappoli, il vino nuovo veniva messo in una bottiglia, ancora opaco per i resti degli acini. Via via che i detriti cominciavano a depositarsi, il produttore versava il succo in una seconda bottiglia; i sedimenti indesiderati restavano indietro. Dopo un altro periodo di decantazione il vino veniva versato in una terza bottiglia, lasciando indietro altri detriti. Questo processo si ripeteva finché il vino non era chiaro, fragrante, profumato.

 

            Il Signore sottopone noi ad un procedimento simile. Talvolta, quando all'orizzonte vediamo una bottiglia nuova, facciamo il broncio: "Non voglio essere versato in una bottiglia quadrata, mi piace questa rotonda. Sono sempre stato rotondo e intendo restarci!" Ma il recipiente viene cambiato, ed eccoci là - rotondi in una bottiglia quadrata. Ci lamentiamo: "Non mi piace qui. Mi rifiuto di sottomettermi a questa situazione!" Ma a quel punto il Signore ci lascia, fin quando non ci riavviciniamo al Suo modo di vedere le cose. Alla fine diventiamo quadrati arrendendoci alla volontà di Dio nelle attuali condizioni. La sedimentazione allora comincia a separarsi. Dio sorride e dice: "Bene, sta lì per un po'." Ma non passa molto tempo che ritorni con una bottiglia ottagonale. Ci lamentiamo: "Ma questo è troppo! Non sarò mai ottagonale!" Lui risponde calmo: "Aspetterò!"

 

            Cominciamo a capire lo scopo di Dio nel versarci da un recipiente all'altro, via via che il residuo si deposita e il vino della nostra vita spirituale si fa più chiaro. Ciò non garantisce che lo accoglieremo a braccia aperte quando apparirà con un'altra bottiglia! Eppure dovremmo fargli festa, perché sappiamo che Dio desidera produrre in noi il vino chiaro e spumeggiante dello Spirito. Vuole che la nostra vita abbia il fragrante aroma delle Sue opere, che aggiunga fragranza alla situazione in cui ci mette. Dovremmo permettere a Dio di produrre in noi quell'adattabilità che ci permette di seguirlo.

 

La vera spiritualità è segnata da tre caratteristiche di "cambiamento":

 

1.      ... É aperta all'ascolto di cose nuove. Dobbiamo tenere gli orecchi all'unisono con la voce del Signore. Non ci ha detto tutto, o almeno non abbiamo ascoltato tutto. Supponete che

ci siano altre cose che ancora non abbiamo imparato? A dire il vero non sono "verità" nuove: sono nuove solo per noi. In prima elementare si comincia a studiare matematica imparando che due più due fa quattro. Le espressioni algebriche appariranno in seguito sul libro di testo, ma in prima non le capiremmo. Quando poi ci sarà una solida formazione matematica, quelle equazioni balzeranno fuori delle pagine. Lo stesso vale per noi: dobbiamo essere aperti all'ascolto di cose nuove da parte di Dio.

 

2.      ... Dio la rimette al posto che le spetta: tutto il resto va lasciato indietro. Se necessario ciò significa cambiare o liberarsi di qualunque cosa che non contribuisca allo scopo di Dio.

Non possiamo replicare di non aver mai fatto in quel modo prima. Se ci incateniamo alle aride abitudini umane rendiamo quasi impossibile il processo di cambiamento. Vi sono cose che ancora non abbiamo sperimentato, e dobbiamo esser pronti ad abbracciarle quando ci vengono rivelate.

 

       3.... Significa avventura con Dio. Abramo uscì non sapendo dove andava. Il Signore gli aveva chiesto solo di seguirlo. Gli dette un contratto in bianco e gli chiese di firmare - i dettagli li

avrebbe messi cammin facendo. Avendo accettato di incamminarsi verso l'ignoto, Abramo si è guadagnato il diritto di essere chiamato: "Padre dei credenti."

 

            Per avventura con Dio non intendo dimettersi dal lavoro abbandonando le nostre responsabilità per poi uscire e sederci sul marciapiede in attesa che il Signore intervenga. Intendo voler rispondere alla chiamata di Dio anche se può rivelare sorprese o sentieri mai percorsi.

 

            Il cambiamento può riguardare le attitudini, il modo di vivere, le persone, le circostanze, il luogo. Non sempre i cambiamenti in questi campi sono facili. Ma se non avviene ciò che Dio vuole, non passerà molto tempo prima che l'odore e il sapore della nostra vita tradiscano la nostra incapacità di avventurarci nei cambiamenti che Egli ci comanda.

 

            Talvolta facciamo dei cambiamenti esteriori, mentre interiormente restiamo gli stessi. Non è ciò che Dio desidera. Dobbiamo permettere che, col cambiamento esteriore, anche i desideri e gli atteggiamenti interiori siano sottoposti a cambiamento.

 

La necessità di cambiare

 

            Come si fa a sapere quando è necessario cambiare? Spesso è difficile scoprire questa necessità nella nostra vita: ci abituiamo ad essere come siamo. Tuttavia, in noi stessi possiamo scoprire diversi sintomi, segni soggettivi che indicano la necessità di cambiare:

-        Il senso di insoddisfazione o di irrequietezza;

-        La sensazione che ci venga fatta resistenza. Tutto quello che cerchiamo di fare riesce male;

-        Il senso di frustrazione nelle situazioni, con le persone, nelle responsabilità;

-        Pare che ci manchi qualcosa, che ci sia qualcosa di più;

-        Ci sentiamo inutili, la sindrome della ruota di scorta; tutti gli altri ci sembrano proficuamente impegnati, ma non noi;

-        Il sentirci arretrati: Dio non si è mosso e ci ha lasciati indietro;

-        Il senso di letargo spirituale. Scritture e vita di preghiera hanno perso l'attrattiva. Che fare?

 

Ecco sette passi per aprirci al cambiamento:

 

1.       Aprire la vita interiore a Dio ed agli amici che Egli porta con sé: Una cosa è aprire il proprio intimo a Cristo, tutt'altra è accogliere gli ospiti che Egli porta con Sé. Ma rientra nella

decisione di invitarLo ad essere il Signore della nostra vita. Se desideriamo cambiare dobbiamo voler aprire la nostra vita interiore agli altri. Ciò non significa solo aprire la casa e la tavola, ma anche i quartieri interni dove risiede la persona reale. Non solo dobbiamo imparare ad aprire in profondità la nostra vita, ma anche a far amicizia con altri al di fuori della nostra piccola cerchia di amici. Dobbiamo permettere l'ingresso a persone di diversa istruzione e strati sociali, persuasioni denominazionali e gruppi razziali.

 

2.       Essere severi verso atteggiamenti, azioni ed abitudini non cristiane: Non ci saranno più scuse del tipo: "Mia madre mi ha respinto", "Il professore mi faceva sentire inferiore agli

altri," "Sono così e non posso farci niente." dobbiamo guardare a noi stessi con severità. Se arriviamo sempre in ritardo, è un problema che va affrontato. Se siamo dei disonesti cronici, serve la correzione. Se pigri, dobbiamo ammetterlo e provvedere in merito. Dobbiamo vederci come siamo, ed essere spietati nel correggere ciò che vediamo se ci è causa di cadute nella vita cristiana. Se poi abbiamo bisogno di aiuto e consigli per risolvere il problema, li dobbiamo cercare.

 

3.       Siate aperti a ricevere la correzione di Dio. Dio vuole che i credenti si ammoniscano, si incoraggino e si rafforzino a vicenda. Questa è una delle benedizioni delle relazioni cristiane.

Ricordate il proverbio: "Chi rimprovera un uomo troverà poi più benevolenza di chi adula con la lingua" (Proverbi 28,23). Cos'è meglio, essere rimproverati e poi trovarci cambiati in meglio, o essere falsamente adulati e persistere inconsapevolmente in atteggiamenti e comportamenti sbagliati? Se cambiamento dovrà esserci nella vita, è meglio che a lungo andare questo avvenga all'aperto.

 

            Dio può scegliere strumenti inattesi per indicarci le nostre zone perturbate. Dovremmo inghiottire l'orgoglio che ci porta a respingere il consiglio o la correzione degli altri, inclusi quanti riteniamo spiritualmente meno maturi e istruiti di noi.

 

4.       Impariamo ad ascoltare. Molti, quando vengono avvicinati da qualcosa che ritengono sia un'usurpazione della loro "proprietà privata," sollevano automaticamente le difese. Alla sola

domanda: "Bob, potrei parlare con te?"" ci sentiamo minacciati. Spesso il motivo per cui non comprendiamo quanto gli altri stanno cercando di dirci è che non vogliamo ascoltare. L'ascolto proficuo esige che si sia onesti e spietati con se stessi.

 

5.       Accettate la correzione per fede. Supponiamo che qualcuno ci faccia notare la zona di un problema che noi non avevamo riconosciuto. Faremo i sordi? O saremo aperti alla possibilità

che qualcuno fiuti qualcosa in noi che non abbiamo mai ritenuto necessario, o voluto cambiare? Respingiamo la correzione sui due piedi perché sul momento non vediamo il problema. Invece prendiamola, accettiamola per fede e chiediamo a Dio di confermarla. Onorerà il nostro desiderio di ascoltare.

 

6.       Siate pazienti. A questo punto vi sarete resi conto di quanto sia difficile cambiare, e anche solo riconoscere la necessità di un cambiamento! Spesso il cambiamento avviene lentamente

e dolorosamente: "Come fanno a dire che sono orgoglioso? Sto solo cercando di fare del mio meglio!" "Certo nessuno mi accuserà di non sottomettermi a mio marito: apparecchio sempre all'ora giusta e ..." Ma al Suo momento, Dio rivelerà la vera situazione: "Ora vedo! Come ho fatto ad essere così cieca?"

            Dovremmo concederci il tempo per riconoscere la necessità di un cambiamento, affinché l'opera di Dio diventi efficace secondo i Suoi tempi.

 

7.       Dopo essere cambiati, gioite nel signore, riposatevi per un po' - e preparatevi al prossimo cambiamento!

Immaginiamo di aver raggiunto un punto da cui poter dire: "Grazie Signore, per avermi mostrato che non proprio tutto andava bene nella mia vita. É una gioia essere liberi da quella cattiva abitudine, da quel peccato." Possiamo poi concludere: "Ora sono pronto per il cielo."? No! Tuttavia potremo gioire e rilassarci nella nuova libertà conquistata. Ma possiamo anche star certi che Dio sta aspettando, ben nascosto, pronto a metterSi all'opera per i prossimi nove o dieci cambiamenti che ha segnati in agenda per noi.

            Di recipiente in recipiente, con sempre meno sedimenti di noi stessi e un sempre più dolce sapore dell'aroma del Signore Gesù Cristo: sono queste le opere di Dio. Egli desidera che impariamo a cambiare, che Gli permettiamo di condurci verso la Sua destinazione: la conformità e la somiglianza all'immagine di Cristo.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:30.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com