Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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MARZO 21/31

Ultimo Aggiornamento: 11/04/2013 22:05
11/04/2013 22:05

20/03

 

Preghiera

O mio Dio, correrò da un altro perché mi riformi, se è stato un altro a formarmi. Ma tu sei il mio tutto, poiché tu sei il mio Dio. Cercherò un padre per ottenere l'eredità? Tu sei il mio Dio: non solo quindi colui che mi dona l'eredità, ma colui che costituisce l'eredità stessa. (En. in Ps. 142, 17)

 

Lettura

Il Soccorritore nella lotta interiore

La carne ha desideri contrari allo spirito e lo spirito ha desideri contrari alla carne, per cui non fate le cose che vorreste (Gal 5, 17). Anche questa è una dura guerra e, per essere interiore, è più molesta. In questa guerra chi è vincitore sconfigge con ciò stesso i nemici invisibili. Difatti il diavolo e i suoi angeli non tentano se non approfittando del dominio che su te esercita ciò che è carnale; e noi come facciamo a vincere dei nemici che sono visibili solo in quanto interiormente avvertiamo in noi dei moti carnali? È con questi [nemici] che lottiamo; sono loro [i nemici] che battiamo.

Chiedi: Come vincerò? Eccotelo. L'Apostolo ti presenta una battaglia difficilissima, mostrandoti anche quanto sia faticoso o addirittura impossibile (se non comprendo male) riuscirne vincitori. Dice: La carne ha desideri contrari allo spirito e lo spirito ha desideri contrari alla carne, per cui non fate le cose che vorreste. Come mi comandi di vincere se lui può affermare: Voi non fate quel che vorreste?Michiedi come? Ricordati della grazia contenuta nel vaso pastorale, riponi nel recipiente del latte la pietra scelta nel letto del fiume. Sì! questo ti dico io, anzi te lo dice la stessa verità. È verissimo che tu non fai quel che vorresti per la lotta che la tua carne muove contro il tuo spirito. Se in tale battaglia presumessi di te, ti si dovrebbe avvisare, affinché non vadano in fumo le parole che hai ascoltate: Esultate in Dio nostro aiuto (Sal 80, 2). Difatti, se tu da solo fossi in grado di adempiere tutta [la legge], non avresti bisogno del soccorritore, come viceversa, se tu con la tua volontà non prestassi alcun contributo, chi ti dà la riuscita non dovrebbe chiamarsi Soccorritore, in quanto soccorritore è colui che aiuta chi già fa qualcosa. (En. in Ps. 143, 5-6)

 

Per la riflessione

Porti una natura inficiata dalla concupiscenza e innestata con la morte. Hai in te stesso di che combattere, hai in te il nemico da debellare. Ma hai anche chi invocare, hai chi ti aiuterà nel combattimento e ti coronerà dopo la vittoria. (En. in Ps. 143, 5)

 

Pensiero agostiniano

Il Signore Dio vostro vi mette alla prova, per sapere se lo amate (Dt 13, 3), se non nel senso: affinché voi, per suo mezzo, conosciate - ed a voi stessi si faccia manifesto - quanto avete progredito nell'amore di lui. (En. in Ps. 5, 4)

21/03

 

Preghiera

Procedi nella tua confessione, o mia fede. Di' al Signore Dio tuo: "Santo, santo, santo Signore Dio mio". (Conf. XIII, 12.13)

 

Lettura

Cristo dona la sua vita per l'uomo

Ascoltatemi, grani santi, poiché non metto in dubbio che qui ci siano, se infatti ne dubito, neppur io sarò un grano: ascoltatemi, vi dico, anzi ascoltate per mio mezzo il primo chicco di grano. Non dovete amare in questo mondo la vostra vita: se veramente amate, non amatela; così che non amando potete salvarla: proprio non amando avete un più grande amore. Chi in questo mondo ama la sua vita la perde (Gv 12, 25). È il grano a parlare, egli parla, il grano caduto sul terreno e fatto morire perché si moltiplicasse: si ascolti, non sta a mentire. Egli stesso ha messo in pratica quello di cui rende avvertiti: istruì con l'insegnamento, precedette con l'esempio. Cristo non amò in questo mondo la sua vita, egli venne quaggiù proprio a perderla, a darla per noi e riprenderla di sua volontà. Ma in quanto egli era tale uomo da essere anche Dio: Cristo infatti è il Verbo e anima e corpo, vero Dio e vero uomo; uomo senza peccato, però, per togliere il peccato del mondo: era certamente di superiore potenza, da poter dire con tutta la verità: Ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo: nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso e di nuovo la riprendo (Gv 10, 17-18). Avendo allora così grande potere, come giunse a dire: Ora la mia anima è turbata? (Gv 12, 27) Come si turba il Dio uomo di somma potenza, se non perché in lui si ripete la nostra debolezza? (Sermo 305, 2)

 

Per la riflessione

Ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Quando da Cristo è questo che ascolti, allora egli è nella sua Persona divina; ripeto: quando da Cristo è questo che ascolti, allora egli si riferisce a sé; quando, per la morte imminente, si turba, egli è in te. In realtà, la Chiesa non sarebbe suo corpo se egli stesso non fosse in noi. (Sermo 305, 2)

 

Pensiero agostiniano

Dio [si mostra] benigno, quando, se amiamo il male, ci nega ciò che amiamo; [si mostra] invece adirato, quando concede a chi ama ciò che ama malamente. (En. in Ps. 26, II, 7)

22/03

 

Preghiera

Signore, chi è simile a Te? Anche gli stessi Angeli, Tu hai creato. Nulla sono gli Angeli se non ti vedono. È meglio possederti insieme con loro, piuttosto che, adorando loro, precipitare da Te. (En. in Ps. 34, d. 1, 13)

 

Lettura

A Dio bisogna dare se stessi

A questo punto mi dirai: "Che cosa farò? [Ecco, Signore, ho ascoltato i tuoi ammonimenti, ho ubbidito al tuo precetto, non ho disprezzato il tuo comando], il capitale che avevo l'ho dato ai poveri e di quello che ho ora ne faccio partecipi i bisognosi. Che cosa posso fare di più?". Ma tu hai ancora qualcosa in più; hai te stesso. Hai te in più. Sei una delle tue cose. Devi aggiungere anche te stesso. [Hai fatto tuo il consiglio del Signore? Sì, rispondi. Perché menti? Non l'hai del tutto messo in pratica: da una parte sì, dall'altra non ti ha nient'affatto toccato.] Ascolta il consiglio del tuo Signore al ricco: Va', vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri. A questo punto poi non congedò il suo interlocutore. E perché non credesse di perdere la ricchezza che amava, anzitutto lo rassicurò che non perdeva, ma riponeva, dicendogli: E avrai un tesoro in cielo. Ma non basta. Aggiunse: Vieni e seguimi (Mt 19, 21). Ami? Vuoi seguire Colui che ami? Colui che tu vuoi seguire, corse, volò. Per quale via? ["Non lo so". O cristiano, non conosci la via percorsa dal tuo Signore? Vuoi che ti riveli per quale via devi seguirlo?] Per tribolazioni, obbrobri, false accuse, sputi sul viso, schiaffi e battiture, corona di spine, croce, morte. Perché resti inerte? Eccoti rivelata la via. "Ma chi potrebbe - mi obietti - seguirlo per una via così impervia?". Vergògnati, uomo con la barba, arrossisci. [Tu sei detto uomo (vir) proprio per la tua virtù]. (Cf. Sermo 345, 6)

 

Per la riflessione

Il Redentore della nostra vita, precedendoci nella via stretta e difficile, l'ha resa larga, regale, sicura e ben protetta. (Sermo 345, 6)

 

Pensiero agostiniano

Sii buono dentro; chi è cattivo tolleralo sia fuori che dentro. (Sermo 15, 6)

23/03

 

Preghiera

Non mi abbandonare e non respingermi, Dio, mia salvezza. Non disprezzare il fatto che un mortale osi ricercare l'eterno: perché tu, Dio, risani la ferita del mio peccato. (En. in Ps. 26, I, 9)

 

Lettura

Come anteporre la debole volontà umana alla sicura volontà divina

Ora l'anima mia è turbata. Egli prosegue: E che dirò? Padre, salvami da quest'ora! Ma è per questo che sono giunto a quest'ora. Padre, glorifica il tuo nome (Gv 12, 27-28). Ti insegna cosa devi pensare, cosa devi dire, chi devi invocare, in chi sperare, e come devi anteporre la volontà divina, che è sicura, alla tua debole volontà umana. Non ti sembri perciò che egli cada dall'alto per il fatto che vuole sollevare te dal basso. Infatti si è lasciato anche tentare dal diavolo, dal quale certamente non si sarebbe fatto tentare se non avesse voluto, così come non avrebbe patito se non avesse voluto; e al diavolo rispose ciò che anche tu devi rispondere al tentatore. Egli certamente fu tentato, ma senza pericolo alcuno, per insegnarti a rispondere al tentatore nel pericolo delle tentazioni, a non seguire il tentatore e a sfuggire il pericolo. Egli dice qui: Ora l'anima mia è turbata, così come altrove dirà: La mia anima è triste fino a morirne (Mt 26, 38); e ancora: Padre, se è possibile, passi da me questo calice (Mt 26, 39). Egli ha preso su di sé la debolezza umana, per aiutare chiunque sia come lui colto dalla tristezza e dall'angoscia, a ripetere le parole che egli soggiunge: Tuttavia si faccia non quello che voglio io, ma quello che vuoi tu, Padre. E così, anteponendo la volontà divina alla volontà umana, l'uomo si eleva dall'umano al divino. (In Io. Ev. 52, 3)

 

Per la riflessione

Vuoi essere migliore? Ebbene, cerca ciò che è migliore di te, per divenire migliore di quanto sei. (En. in Ps. 32, II, d. 2, 15)

 

Pensiero agostiniano

Anteponi la volontà di Dio alla tua volontà. (In Io. Ev. 52, 3)

24/03

 

Preghiera

Confesserò a te, Signore, con tutto il mio cuore. Pongo sull'altare della tua confessione tutto il mio cuore, lo offro a te in olocausto di lode. (En. in Ps. 137, 2)

 

Lettura

In attesa della santa Città di Dio

Secondo la sacra Scrittura e la sana dottrina i cittadini della santa città di Dio, che vivono secondo lui nel pellegrinaggio di questa vita, temono e desiderano, si dolgono e godono, e poiché il loro amore è retto, hanno retti tutti questi sentimenti. Temono la pena eterna, desiderano la vita eterna, si dolgono della loro condizione perché gemono in se stessi aspettando l'adozione e il riscatto del proprio corpo, godono nella speranza perché si avvererà la parola della Scrittura: La morte è stata inghiottita per la vittoria (1Cor 15, 54). Egualmente temono di peccare, desiderano di perseverare, si dolgono nei peccati, godono nelle opere buone. Affinché temano di peccare ascoltano: Poiché dilagherà l'ingiustizia, perderà vigore la carità di molti (Mt 24, 12). Affinché desiderino di perseverare ascoltano: Chi avrà perseverato sino alla fine, costui sarà salvo (Mt 10, 22). Per dolersi dei peccati ascoltano: Se diciamo che non abbiamo il peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi (1Gv 1, 8).Per godere nelle opere buone ascoltano: Dio ama chi dona con gioia (2Cor 9, 7). Egualmente secondo come si rapporteranno la loro volubilità e fermezza, temono e desiderano esser tentati, si dolgono e godono nelle tentazioni. (De civ. Dei XIV, 9.1)

 

Per la riflessione

Ma fintantoché abbiamo indosso la debolezza di questa vita, se non avessimo affatto queste emozioni, allora piuttosto non vivremmo secondo onestà. L'Apostolo rimproverava e biasimava alcuni anche perché, diceva, erano senza sentimento. (De civ. Dei XIV, 9.4)

 

Pensiero agostiniano

Riguardo all'animo umano succede in modo strano che si gonfi più per falsa umiltà che per superbia, la quale si manifesta apertamente. (Ep. 149, 2.28)

25/03

 

Preghiera

O Vergine nel concepimento, o Vergine nel parto, o Vergine fino alla morte, prega per noi il Signore. (Cf. De cat. rudibus 22, 40)

 

Lettura

Maria: madre di Cristo, vergine di Cristo

Maria è stata l'unica donna ad essere insieme madre e vergine, tanto nello spirito come nel corpo. Spiritualmente però non fu madre del nostro capo, cioè del nostro Salvatore, dal quale piuttosto ebbe la vita, come l'hanno tutti coloro che credono in lui (anche lei è una di questi!), ai quali si applica giustamente il nome di figli dello sposo. È invece senza alcun dubbio madre delle sue membra, che siamo noi, nel senso che ha cooperato mediante l'amore a generare alla Chiesa dei fedeli, che formano le membra di quel capo. Per quanto invece concerne il suo corpo, essa è la madre proprio del capo. Era infatti necessario che il nostro capo, con un insigne miracolo, prendesse la carne da una vergine, per significare che nell'ordine soprannaturale le sue membra sarebbero dovute nascere da una vergine, cioè dalla Chiesa. Dunque, soltanto Maria fu madre e vergine nello spirito e nel corpo: madre di Cristo, vergine di Cristo. (De s. virginitate 6.6)

 

Per la riflessione

Se Maria fu beata per aver concepito il corpo di Cristo, lo fu maggiormente per aver accettato la fede nel Cristo. (De s. virginitate 3.3)

 

Pensiero agostiniano

Soltanto Maria fu madre e vergine nello spirito e nel corpo: madre di Cristo, vergine di Cristo. (De s. virginitate 6.6)

26/03

 

Preghiera

La mia fermezza sei tu, perché io possa in questo mondo essere forte contro tutte le tentazioni. Anche se sono molte e mi turbano, tu sarai il mio rifugio. (En. in Ps. 70, d. 1, 5)

 

Lettura

Restiamo uniti al legno della croce

Come vorrei, o miei fratelli, incidervi nel cuore questa verità! Se volete vivere un cristianesimo autentico, aderite profondamente al Cristo in ciò che egli si è fatto per noi, onde poter giungere a lui in ciò che è e che è sempre stato. E' per questo che ci ha raggiunti, per farsi uomo per noi fino alla croce. Si è fatto uomo per noi, per poter così portare i deboli attraverso il mare di questo secolo e farli giungere in patria, dove non ci sarà più bisogno di nave, perché non ci sarà più alcun mare da attraversare. E' meglio, quindi, non vedere con la mente ciò che egli è e restare uniti alla croce di Cristo, piuttosto che vedere la divinità del Verbo e disprezzare la croce di Cristo. Meglio però di ogni cosa è riuscire, se possibile, a vedere dove si deve andare e tenersi stretti a colui che porta chi avanza. A questo giunsero le grandi menti di coloro che noi abbiamo chiamato monti, sui quali massimamente risplende la luce di giustizia: giunsero a capire e videro ciò che è. Il veggente Giovanni diceva: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Quelli videro, ma per raggiungere ciò che da lontano vedevano, non abbandonarono mai la croce di Cristo né disprezzarono la sua umiltà. Le anime infantili che non arrivano a capire ciò che gli altri capiscono, ma che non si allontanano dalla croce e passione e resurrezione di Cristo, sono condotte anch'esse e arrivano a ciò che non vedono, in quel medesimo legno insieme a quelli che vedono. (In Io. Ev. 2, 3)

 

Per la riflessione

E' meglio non vedere con la mente ciò che egli è e restare uniti alla croce di Cristo, piuttosto che vedere la divinità del Verbo e disprezzare la croce di Cristo. (In Io. Ev. 2, 3)

 

Pensiero agostiniano

Che cosa dal Signore Iddio, mosso dalla sua misericordia, non viene largito agli uomini, dal momento che perfino la tribolazione è un beneficio? (Ep. 210, 1)

27/03

 

Preghiera

O Signore Dio nostro, noi speriamo nella copertura delle tue ali e tu proteggici, sorreggici. Tu ci sorreggerai anche da piccoli e ancora canutici sorreggerai. La nostra fermezza, quando è in te, allora è fermezza. (Conf. IV, 16.31)

 

Lettura

Il cristiano deve pendere dalla croce della mortificazione

Quelli che sono di Gesù Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e concupiscenze (Gal 5, 24). Il cristiano dovrebbe pendere di continuo da questa croce, per l'intero arco di questa vita terrena, che si passa in mezzo a tentazioni. Non è in questa vita il tempo di svellere i chiodi di cui parla il Salmo: Con il tuo timore trafiggi di chiodi le mie carni (Sal 118, 120). Le carni sono le concupiscenze della carne, i chiodi sono i comandamenti della giustizia; con questi chiodi il timore di Dio trafigge le concupiscenze, quel timore che ci crocifigge rendendoci ostia a lui gradita. Per questo dice l'Apostolo: Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi quale ostia viva, santa, gradita a Dio (Rm 12, 1). Questa croce, della quale il servo di Dio non solo non si vergogna ma addirittura si vanta dicendo: Quanto a me, non sia mai che mi glori d'altro che della croce del Signore nostro Gesù Cristo, grazie alla quale il mondo è crocifisso per me e io lo sono per il mondo (Gal 6, 14); questa croce, dunque, non riguarda soltanto quaranta giorni, ma riguarda tutta la vita terrena che è simbolicamente rappresentata da questi quaranta giorni. (Sermo 205, 1)

 

Per la riflessione

Cristiano, vivi sempre così in questa vita; se non vuoi impantanarti nel terreno limaccioso, non scendere da questa croce. (Sermo 205, 1)

 

Pensiero agostiniano

E' inevitabile che in questo secolo tu soffra, è necessario che tu subisca tentazioni e inclinazioni malvagie. Ma alla fine Dio purificherà tutte le cose, ti libererà da ogni tribolazione: tu dunque cercalo. (En. in Ps. 33, d. 2, 8)

28/03

 

Preghiera

Esulteremo nella tua salvezza: e la confessione del tuo nome non solo non ci perderà, ma anzi ci esalterà. (En. in Ps. 19, 6)

 

Lettura

Le dimensioni della croce

Bisogna ammettere che nella croce vengono raffigurate le dimensioni di cui parla l'Apostolo: larghezza, lunghezza, altezza, profondità (Ef 3, 18). E' larga nella trave orizzontale su cui si estendono le braccia del crocefisso, e significa le opere buone compiute nella larghezza della carità; è lunga nella trave verticale che discende fino a terra, sulla quale sono fissati i piedi e il dorso, e significa la perseveranza attraverso la lunghezza del tempo sino alla fine; è alta nella sommità che si eleva al di sopra della trave orizzontale, e significa il fine soprannaturale al quale sono ordinate tutte le opere, poiché tutto quanto noi facciamo in larghezza e lunghezza, cioè con amore e perseveranza, deve tendere all'altezza del premio divino. E' profonda, infine, in quella parte della trave verticale che viene conficcata in terra; essa è nascosta e sottratta agli sguardi umani, ma tuttavia da essa sorge e si eleva verso il cielo la parte visibile della croce: significa che tutte le nostre buone azioni e tutti i beni scaturiscono dalla profondità della grazia di Dio, che sfugge alla nostra comprensione e al nostro giudizio. Ma anche se la croce di Cristo non significasse altro che quello che l'Apostolo dice: Coloro che appartengono a Cristo, hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri (Gal 5, 24), questo sarebbe già un bene immenso. [...] E infine qual è il segno di Cristo, che tutti conoscono, se non la croce di Cristo? Senza questo segno, che si pone sulla fronte dei credenti, che si traccia sull'acqua in cui vengono rigenerati o sull'olio della cresima con cui vengono unti o sul pane del sacrificio con cui vengono nutriti, nessuno di questi riti è valido. (In Io. Ev. 118, 5)

 

Per la riflessione

Se volete vivere un cristianesimo autentico, aderite profondamente al Cristo in ciò che egli si è fatto per noi, onde poter giungere a lui in ciò che è e che è sempre stato. (In Io. Ev. 2, 3)

 

Pensiero agostiniano

Se speri nel Signore, spera in lui al cospetto degli uomini, perché per caso tu non nasconda la tua stessa speranza nel tuo cuore e tema di confessarla, quando ti si rinfaccia come un delitto il tuo essere cristiano. (En. in Ps. 30, II, d. 3, 7)

29/03

 

Preghiera

Tu, Signore, deliziato dal profumo del tuo santo tempio, abbi misericordia di me secondo la grandezza della tua misericordia (Sal 50, 3), in grazia del tuo nome. Tu, che non abbandoni mai le tue imprese a metà, completa ciò che è imperfetto in me. (Conf. X, 4.5)

 

Lettura

La croce mostra il sacrificio di Cristo

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio ed era Dio il Verbo (Gv 1, 1). Ecco il cibo eterno: ma lo mangiano gli angeli, lo mangiano le sublimi virtù, lo mangiano gli spiriti celesti, e mangiandolo si saziano, e intatto resta ciò che li sazia e li allieta. Ma quale uomo può giungere a tal cibo? Dov'è un cuore adeguato a questo nutrimento? Era dunque necessario che quella vivanda si facesse latte, per poter pervenire ai piccoli. E come può diventare latte un cibo? Come si trasforma in latte, se non passando attraverso la carne? Così infatti fa la madre. Ciò che mangia la madre mangia anche il piccolo; ma poiché il bimbo è incapace di nutrirsi di pane, la madre incarna quel pane, e con l'umiltà delle mammelle ed il succo del latte nutre, con quel pane stesso, il bambino. In quale maniera con tale pane ci ha nutrito la Sapienza di Dio? Poiché il Verbo si è fatto carne ed ha abitato fra noi (Gv 1, 14). Osservate l'umiltà, dato che l'uomo, come sta scritto, ha mangiato il pane degli angeli: dette loro il pane del cielo, l'uomo mangiò il pane degli angeli (Sal 77, 24), cioè: il Verbo sempiterno di cui si nutrono gli angeli, e che è uguale al Padre, l'uomo lo ha mangiato; perché essendo nella natura di Dio, non considerò una rapina l'essere uguale a Dio. Si nutrono di lui gli angeli, ma egli annientò se stesso affinché l'uomo mangiasse il pane degli angeli, assumendo la forma di servo, fattosi simile agli uomini, e nell'atteggiamento riconosciuto come un uomo; si umiliò facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce (Fil 2, 6-8), in modo che ormai dalla croce stessa venisse mostrato a noi il nuovo sacrificio: la carne e il sangue del Signore. (En. in Ps. 33, d. 1, 6)

 

Per la riflessione

Affinché l'uomo non disdegnasse più di imitare l'uomo umile, Dio si è fatto umile, in modo che la superbia del genere umano non sdegnasse di seguire le orme di Dio. (En. in Ps. 33, d. 1, 4)

 

Pensiero agostiniano

Sii umile, se vuoi benedire il Signore in ogni tempo. (En. in Ps. 33, d. 2, 4)

30/03

 

Preghiera

O Signore Gesù, è per noi il tuo patire, non per te; non avendo colpa ti sei sottomesso alla pena per liberare e dalla colpa e dalla pena. (Sermo 136, 6)

 

Lettura

Dio ci guarisce, ma vuole che noi ci lasciamo curare

Si sa che il corpo, essendo soggetto a corruzione, appesantisce l'anima. È dunque in un corpo corruttibile che l'anima ha la sua vita. E qual è questa vita? Essa sopporta dei carichi e sostiene dei pesi. Anche per elevarsi al pensiero di Dio, nel modo in cui l'uomo deve pensare a Dio, quanti impedimenti si presentano a lei come altrettanti ostacoli derivanti dalla realtà ineluttabile della corruzione umana? Quante cose la richiamano indietro, e quante la distolgono dal suo nobile intento, e quante le fanno da ostacolo? Quale folla di fantasmi e quale moltitudine di suggestioni le si presentano? Tutto questo affiora nel cuore umano come un brulichio di vermi, frutto della corruzione presente. Ma se abbiamo amplificato la malattia, dobbiamo anche esaltare il suo medico. Non ti guarirà dunque colui che ti fece in maniera tale che non saresti caduto ammalato, sol che avessi voluto rispettare la legge di integrità ricevuta? Egli forse non stabilì e non prescrisse a te quel che potevi e non potevi toccare per conservare la tua salute? E se non hai voluto ascoltare per conservarla, devi ora ascoltare per recuperarla. Proprio con la tua infermità hai sperimentato la vera portata di ciò che Dio ti aveva comandato. Ed è pur necessario che, dopo tale esperienza, l'uomo finalmente ascolti quel che non volle rispettare dopo esserne stato avvisato. Non sarebbe un segno di grande insensibilità rifiutare la lezione dell'esperienza? Non ti guarirà dunque colui che ti aveva fatto tale che non saresti mai caduto ammalato, sol che avessi voluto rispettare i suoi comandamenti? Non ti guarirà colui che ha fatto gli Angeli e che intende eguagliarti agli Angeli, quando ti avrà restaurato? Non ti guarirà, se sei fatto a sua immagine, colui che ha fatto il cielo e la terra? Ti guarirà certamente, ma è pur necessario che tu voglia essere guarito. Dio guarisce senz'altro qualsiasi infermo, ma non chi rifiuta la guarigione. Chi può allora considerarsi più fortunato di te, che hai proprio a portata di mano la tua guarigione, perché dipende dalla tua volontà? Supponiamo che tu volessi raggiungere un alto grado di onore su questa terra ed aspirassi, per esempio, ad un comando militare, ad un proconsolato, ad una prefettura: forse lo potresti avere immediatamente così come lo vuoi? Seguirebbe forse a tale volontà l'effettiva possibilità? Molti vorrebbero arrivare a questi alti gradi, ma non possono; ed anche se ci arrivassero, che gioverebbe l'onore a persone ammalate? Chi infatti non è ammalato in questa vita? Chi non si trascina dietro una cronica infermità? Già il fatto di nascer quaggiù con un corpo mortale significa cominciare a star male! (En. in Ps. 102, 6)

 

Per la riflessione

Forse non avrà cura delle membra, se ne ha già elevato il capo nel cielo? Egli dunque riscatterà la tua vita dalla corruzione. (En. in Ps. 102, 6)

 

Pensiero agostiniano

Come la vita del corpo è l'anima, così la vita dell'anima è Dio. Come spira il corpo quando manda fuori l'anima, così spira l'anima quando manda lontano da sé Dio. La perdita di Dio è la morte dell'anima, l'emissione dell'anima è la morte del corpo. La morte del corpo è ineluttabile, la morte dell'anima è volontaria. (Sermo 62, 1.2)

31/03

 

Preghiera

O Signore, dopo la verga, con la quale io, piccolo ancora e animale, ero condotto ai pascoli con il gregge, dopo quella verga, quando ho cominciato ad essere sotto il bastone, hai preparato la mensa al mio cospetto, affinché non sia più nutrito come un bambino con il latte, ma prenda come un adulto il cibo, reso saldo in faccia a coloro che mi affliggono. (En. in Ps. 22, 5)

 

Lettura

Cristo è pegno di salvezza per le sue membra

Noi ricorriamo quotidianamente alle medicine per puntellare le nostre indigenze: tali medicine quotidiane costituiscono un mezzo per riparare a tutte le indigenze. Non ti ucciderebbe forse la fame, se non applicassi ad essa la medicina opportuna? E non ti farebbe morire la sete, se bevendo non riuscissi, non dico ad estinguerla completamente, ma almeno a differirla? La sete infatti ritorna dopo che è stata per un po' mitigata. Noi dunque con tali rimedi cerchiamo di mitigare le miserie della nostra infermità. A forza di stare in piedi ti eri stancato, allora ti metti seduto e così ti riposi: l'atto di sedere fa da medicina alla stanchezza, pur trattandosi di medicina che ti farà di nuovo stancare, perché non potrai stare a lungo seduto. Insomma tutto ciò che serve ad attenuare l'affaticamento coincide con l'inizio di un nuovo affaticamento. Perché dunque aspiri a quegli onori, se sei infermo? Pensa prima alla tua salute! Qualche volta l'uomo giace ammalato nella sua casa, nel suo letto per una malattia manifesta, ma è manifesta anche quest'altra malattia, pur se gli uomini si ostinano a non riconoscerla. Ad ogni modo, quando c'è una malattia, per la quale si chiamano i medici, e uno giace ammalato nella sua casa e, divorato dalla febbre, respira affannosamente nel suo letto, se per caso comincia a pensare alle faccende familiari, a impartire ordini per la casa o per il podere, a dare qualche disposizione, si leva subito la voce dei congiunti che, sgridando e mormorando, lo distolgono da tali preoccupazioni e gli dicono: "Lascia stare queste cose; prima pensa alla tua salute!". Proprio questo viene a te ripetuto: "Oh uomo, chiunque tu sia, se non sei ammalato, pensa ad altre cose; se poi è la tua stessa debolezza a convincerti della tua malattia, pensa prima alla tua salute!". E poiché la tua salute è Cristo, è a Cristo che devi pensare, Prendi il calice di salute di colui che guarisce tutte le tue infermità: se questa salute davvero la vuoi, l'otterrai. Quando ricerchi gli onori e le ricchezze, non è detto che le avrai subito non appena le vuoi. Quella invece è cosa più preziosa e segue subito alla tua volontà. Egli guarisce tutte le tue infermità, egli riscatterà la tua vita dalla corruzione. Ogni tua infermità sarà appunto guarita, quando questo tuo corpo corruttibile rivestirà l'incorruzione. La tua vita è stata infatti riscattata dalla corruzione e quindi devi essere tranquillo: per te è stato stipulato un contratto di buona fede e non c'è alcuno che possa ingannare o raggirare o forzare l'autore del tuo riscatto. L'acquisto egli l'ha fatto quaggiù, già ne ha pagato il prezzo, ha versato il suo sangue. Sì, dico, l'unigenito Figlio di Dio, ha versato il suo sangue per noi. (En. in Ps. 102, 6)

 

Per la riflessione

Riprendi dunque coraggio, o anima, se hai tanto valore! Egli riscatterà la tua vita dalla corruzione: ha dimostrato col suo esempio quel che ci ha promesso come premio. Egli è morto per i nostri peccati ed è risorto per la nostra giustificazione. (En. in Ps. 102, 6)

 

Pensiero agostiniano

La vita nostra, in quanto nostra, in quanto cioè dipende dalla nostra propria volontà, non può essere che cattiva, peccaminosa e iniqua; la vita degna, invece, è in noi ma proviene da Dio, non da noi. E' da Dio che deriva questo dono, non da noi. (In Io. Ev. 22, 9)


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