. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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Ultimo Aggiornamento: 05/06/2017 20:48
05/06/2017 20:48

ALL'INIZIO DEL MESE 


Gesù mio, accetta gli ossequi di questo Mese, in compenso di tante iniquità degli uomini; e mentre il nemico del bene cerca di allontanare il ricordo del tuo amore dal­la mente dei tuoi figli, la devozione al Di­vin Sangue avvicini le anime al tuo Cuore. (S. Gaspare)


1 luglio – SOLENNITA’ DEL PREZ.MO SANGUELE SETTE EFFUSIONI Venite, adoriamo Cristo, Figlio di Dio, che ci ha redenti con il suo Sangue. Per redimerci Gesù ha versato ben sette volte il suo Sangue! Il motivo di sì copiose e dolorose effusioni non va ricercato nella necessità di salvare il mondo, perché a sal­varlo ne sarebbe bastata una sola goccia, ma soltanto nel suo amore per noi. Agli albori della storia umana avviene un grave fatto di sangue: il fratricidio di Caino; Gesù, agli albori della sua vita ter­rena, vuole iniziare la redenzione con la prima effusione di Sangue, quello della Circoncisione, versato sulle stesse braccia della Madre, come primo altare del Nuo­vo Testamento. Sale allora a Dio la prima degna offerta dalla terra e, da allora in poi, Egli guarderà l'umanità non più con lo sguardo della giustizia, ma della mise­ricordia. Passano anni da questa prima effusione - anni di umile nascondimento, di priva­zioni e lavoro, di preghiera, di umiliazio­ni e persecuzioni - e Gesù dà inizio nell'orto degli ulivi alla sua Passione re­dentrice, versando sudore di sangue. Non sono le pene fisiche che gli fan sudare Sangue, ma la visione dei peccati della in­tera umanità, che egli innocente si è ad­dossato, e la nera ingratitudine di coloro che avrebbero calpestato il suo Sangue e rifiutato il suo amore. Gesù versa di nuovo Sangue nella fla­gellazione per purificare particolarmente i peccati della carne, perché «per una piaga così putrida, non poteva esservi una me­dicina più salutare» (S. Cipriano). Ancora Sangue nella coronazione di spine. È il Cristo, re d'amore, che al posto di quella d'oro ha scelto la corona di spi­ne, dolorosa e sanguinosa, affinché l'or­goglio umano si pieghi davanti alla Mae­stà di Dio. Altro Sangue lungo la via dolorosa, sot­to il pesante legno della croce, fra gli insulti, le bestemmie e le percosse, lo stra­zio d'una Madre e il pianto delle pie don­ne. «Chi vuol venire dietro di me - egli di­ce - rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». Non c'è dunque altra via per raggiungere il monte della salute, che quella bagnata dal Sangue di Cristo. Gesù è sul calvario e versa nuovamente Sangue dalle mani e dai piedi confitti alla croce. Dall'alto di quel monte - il vero teatro dell'amore divino - quelle mani sanguinanti si protendono per un largo abbraccio di pietà e di misericordia: «Ve­nite a me tutti!». La croce è il trono e la cattedra del prezioso Sangue, l'emblema che porterà salute e nuova civiltà ai secoli, il segno del trionfo di Cristo sulla morte. Non poteva mancare il Sangue più ge­neroso, quello del Cuore, proprio le ulti­me gocce rimaste nel Corpo del Salvatore, e ce lo dona attraverso la ferita, che il col­po di lancia apre nel suo fianco. Gesù svela così i segreti del proprio Cuore all'umanità, affinché vi legga il suo immenso amore. Ecco come Gesù ha voluto spremere da ogni vena tutto il Sangue e darlo genero­samente agli uomini. Ma cosa hanno fatto gli uomini dal giorno della morte di Cristo ad oggi per ricambiare tanto amore? Gli uomini han continuato ad essere increduli, a bestem­miare, ad odiarsi ed uccidersi, ad essere disonesti. Gli uomini hanno calpestato il Sangue di Cristo! Almeno noi, per riparare a tante ingra­titudini e ricambiare così grande amore, offriamolo a Dio e invochiamolo non solo per noi, ma anche per tutti i fratelli pec­catori                                           .                                                                               ♦ESEMPIO: Nel 1848 Pio IX, a causa dell'occupa­zione di Roma, fu costretto a rifugiarsi a Gaeta. Quivi si recò il servo di Dio D. Giovanni Merlini e predisse al S. Padre che, se avesse fatto voto di estendere la festa del Prez.mo Sangue a tutta la Chiesa, presto sarebbe tornato a Roma. Il Pontefice, dopo aver riflettuto e pregato, il 30 giugno 1849 gli fece rispondere che lo avrebbe fatto non per voto, ma spon­taneamente, se la predizione si fosse av­verata. Fedele alla promessa, il 10 agosto dello stesso anno, firmava il decreto per l'estensione della festa del Prez.mo San­gue a tutta la Chiesa nella prima domeni­ca di luglio. S. Pio X. nel 1914, la fissò al primo di luglio e Pio XI nel 1934, a ricordo del XIX Centenario della Redenzione, la ele­vò a rito doppio di prima classe. Nel 1970  Paolo VI, in seguito alla riforma del calendario, l'ha unita alla Solennità del Corpus Domini, col nuovo titolo di So­lennità del Corpo e del Sangue di Cristo. Il Signore si servì della profezia di un santo missionario per l'estensione di questa festa a tutta la Chiesa e volle così dimostrare quanto gli fosse caro il culto al suo Prezioso Sangue                 .          
PROPOSITO: Praticherò questo mese, in unione col Prezioso Sangue, pregando specialmente per la conversione dei pec­catori                            .                          
GIACULATORIA: Sangue di Gesù, prezzo del nostro riscatto, sii benedetto in eterno!

2 luglio - LA DEVOZIONE AL PREZIOSO SANGUELa tradizione tramanda che la Vergine SS.ma, dopo la sepoltura di Gesù, abbia raccolto il Sangue sparso lungo la Via Do­lorosa e sul Calvario per onorarlo, essendo la reliquia più santa lasciata sulla terra dal suo Divin Figliolo. Da quel giorno le reli­quie del Sangue di Cristo furono oggetto della più tenera devozione. Possiamo dire dunque che la devozione al Prez.mo Sangue sia sorta sul Calvario e sia rimasta poi sempre viva nella Chiesa. Né poteva essere altrimenti, perché il Sangue di Gesù è Sangue Divino, è il prezzo del nostro riscatto, il pegno del­l'amore di Dio per le anime; ci ha di­schiuso le porte del cielo, scorre perennemente su migliaia di altari e nutrisce milioni di anime. Degno è perciò l'Agnello di ricevere onore, gloria e benedizione, perché è stato ucciso e ci ha redento! Nutriamo anche noi viva devozione al Prezioso Sangue, perché sarà una sorgen­te perenne di grazie. Guardiamo nel Cri­sto insanguinato il modello perfetto di tutte le virtù, adoriamolo e amiamolo, ed uniti a Lui nella sofferenza, imploriamo il perdono dei nostri peccati                                      
ESEMPIO: S. Gaspare del Bufalo un giorno, più che mai amareggiato per le lotte che doveva superare nel diffondere la devo­zione al Prez.mo Sangue, si rasserenò e predisse che sarebbe salito sulla Cattedra di S. Pietro un Pontefice che ne avrebbe favorito e inculcato il culto. Questo papa, possiamo dirlo senza pericolo di sbagliare, è stato Giovanni XXIII. Fin dall'inizio del suo pontificato ven­ne pubblicamente esortando i fedeli a coltivare questa devozione; rivelando che egli stesso recitava nel mese di luglio tutti i giorni le litanie del Preziosissimo San­gue, come aveva appreso da fanciullo nella casa paterna. Anziché affidarla ad un cardinale volle riservare a sé la Protet­toria della Congregazione dei Missionari del Prez.mo Sangue e, parlando nella Ba­silica di S. Pietro, ai cardinali, vescovi, prelati e a migliaia di fedeli, il 31 gennaio 1960 per la chiusura del Sinodo Romano, esaltò S. Gaspare come «Il vero e più grande apostolo della devozione al Prez.mo Sangue nel mondo». Il 24 gennaio dello stesso anno approvò per la Chiesa Universale le Litanie del Prez.mo Sangue e nel successivo 12 otto­bre volle che alle invocazioni del «Dio sia benedetto» fosse aggiunto, per tutta la Chiesa, anche «Benedetto il suo Prez.mo Sangue». Ma l'atto ufficiale più solenne è senza dubbio la Lettera Apostolica «Inde a primis» del 30 giugno 1960, con la quale rivolgendosi al mondo cattolico, appro­vava, esaltava ed inculcava il culto verso il Prez.mo Sangue, additando in esso uni­tamente a quello per il S. Nome di Gesù e per il S. Cuore, una fonte di copiosi frutti spirituali ed il rimedio contro i mali che opprimono l'umanità. Possiamo chiamare perciò Giovanni XXIII «IL PAPA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE» predetto da S. Gaspare.                                                                                                                   
PROPOSITO: Nutrirò sempre la più tenera devozione al Sangue Divino di Gesù.  
GIACULATORIA: Sia sempre bene­detto e ringraziato Gesù, che col suo Sangue ci ha salvato.

3 luglio - COME DOBBIAMO PRATICARE LA DEVOZIONE AL PREZ.MO SANGUE La devozione al Prez.mo Sangue non deve essere sterile, ma feconda di vita per le nostre anime. E maggiori saranno i frutti spirituali se seguiremo il metodo in­segnatoci dai santi, che in ciò furono mae­stri. S. Gaspare Del Bufalo, il Serafino del Prez.mo Sangue, ci consiglia di fissare lo sguardo nel Cristo insanguinato e di ri­chiamare alla mente questi pensieri: Chi è Colui che ha dato il Sangue per me? Il Figlio di Dio. Se l'avesse versato un amico come gli sarei riconoscente! Per Ge­sù invece la più nera ingratitudine! Anch'io forse sono giunto perfino a bestemmiarlo e ad offenderlo con gravi pec­cati. Che cosa mi ha dato il Figlio di Dio? Il Suo Sangue. Voi sapete, esclama S. Pietro, che non con l'oro e l'argento siete stati liberati, ma col Sangue Prezioso di Cristo. E quali meriti avevo io? Nessuno. Si sa che una madre dà il sangue per i suoi figlioli e chi ama lo versa per la persona amata. Ma io, per il peccato, ero nemico di Dio. Eppure egli non ha guardato alle mie colpe, ma solo al suo amore. Come me l'ha dato? Tutto, fino all'ul­tima stilla fra gli insulti, le bestemmie e i tormenti più atroci. Perciò Gesù vuole da noi in cambio di tanto dolore e di tanto amore, il nostro cuore, vuole che noi fuggiamo il peccato, vuole che noi l'amiamo con tutte le nostre forze. Si, amiamolo questo Dio confitto alla croce, amiamolo intensamente e le sue sofferenze non saranno state inutili e il suo Sangue non sarà stato sparso invano per noi                                            
ESEMPIO: Il più grande apostolo della devozione al Prez.mo Sangue fu senza dubbio S. Gaspare del Bufalo romano, nato il 6 gennaio 1786 e morto il 28 dicembre 1837. Suor Agnese del Verbo Incarnato, morta poi in gran concetto di santità, molti anni prima ne predisse l'Opera grandiosa affermando che sarebbe stato «La tromba del divin Sangue», a voler si­gnificare con quanto ardore ne avrebbe propagato la devozione e cantato le glorie. Dovette subire indicibili sofferenze e calunnie, ma alla fine ebbe la gioia di poter fondare la Congregazione dei Mis­sionari del Prez.mo Sangue, oggi sparsa in molte parti del mondo. Il Signore per confortarlo nelle sue tri­bolazioni, un giorno, mentre celebrava la santa Messa, subito dopo la consacrazio­ne gli fece vedere il cielo dal quale scen­deva una catena d'oro, che passando nel calice, legava la sua anima per condurla alla gloria. Da quel giorno egli dovette soffrire ancora di più, ma fu sempre più intenso il suo zelo per portare alle anime i benefici del Sangue di Gesù. Fu beatificato da S. Pio X il 18 dicem­bre 1904 e canonizzato da Pio XII il 12 giugno 1954. Il suo corpo riposa nella chiesa di S. Maria in Trivio a Roma e in parte anche in Albano Laziale, presso Roma, chiuso in ricca urna. Dal cielo continua a largire grazie e miracoli specialmente ai devoti del Sangue Prezioso                                                
PROPOSITO: Penserò spesso, soprat­tutto nel momento della tentazione, alle sofferenze patite da Gesù per me  
GIACULATORIA: Ti adoro, o San­gue Prezioso di Gesù, versato per mio amore.

4 luglio - IL SANGUE DIVINO DI GESU' Ogni buon cristiano dovrebbe fissare spesso lo sguardo al Sangue che gronda dalle piaghe di Gesù Crocifisso e, durante la S. Messa, contemplare con devozione il calice consacrato, che il sacerdote leva in alto. Ma nel far ciò non dovrebbe fermarsi a considerare unicamente le sofferenze del Redentore, ma riflettere che quel San­gue, sgorgato dalle vene di Gesù, è San­gue Divino, cioè il Sangue di Dio. Ebbene la ragione fondamentale del culto al P. Sangue è tutta qui: il Sangue Prezioso è il Sangue del Dio Incarnato e perciò noi lo adoriamo. Infatti è di fede che nella Persona di Gesù Cristo si sono uni­te due nature: quella divina e quella umana, perciò il Sangue ch'egli ha versa­to è Sangue divino ed umano, perché Sangue di Gesù vero Dio e vero Uomo. Grande mistero incomprensibile ad ogni mente creata! Se non possiamo com­prendere questo mistero, una cosa possia­mo e dobbiamo capire, e cioè che Dio ha voluto prendere la nostra umanità e versa­re il suo Sangue per salvarci: «Per la nostra salvezza discese dal cielo e si fece uomo». Egli è degno perciò di ricevere gloria e benedizioni dalle anime nostre, è degno di tutto il nostro amore. Adoriamo dunque profondamente que­sto mistero di sapienza e di amore ed in­nalziamo al Sangue Prezioso di Gesù l'in­no della nostra riconoscenza, per aver così operato la salvezza delle nostre anime.                
ESEMPIO: Un'anima veramente prediletta dal Sangue di Gesù fu la B. Maria De Mattias nata a Vallecorsa (FR) il 4 febbraio 1805 e morta a Roma il 20 agosto 1886. Ascoltando le parole di S. Gaspare del Bufalo, decise di farsi suora, ma quando andò a chiedere consiglio al santo missio­nario, questi, per divina ispirazione, le disse che il Signore la chiamava ad altra missione e l'affidò alla direzione spiritua­le del Venerabile D. Giovanni Merlini, anch'egli missionario. Lasciò la famiglia e si recò ad Acuto nel Lazio, dove, dopo molte difficoltà, aprì la prima casa e scuo­la delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. Fra privazioni, lotte e sofferenze fondò nuove case e nuove scuole per l'educazione e l'istruzione cristiana della gioventù femminile. Non solo fu devotis­sima del Prez.mo Sangue, ma spese tutta la sua vita a diffonderne il culto nel popo­lo. Alle suore ripeteva spesso: «Non si al­lontani mai il vostro cuore da quella fonte perenne che scaturisce dalla piaga amoro­sa del costato di Gesù Crocifisso, nostro sposo; qui avremo raddolcite le nostre fa­tiche fatte per amore di Dio».  Fu beatificata da Pio XII nell'Anno Santo 1950 ed il suo corpo riposa nella Chiesa del Prez.mo Sangue, che sorge a Roma, nel quartiere Latino Via Beata Ma­ria De Mattias, 10. Dal suo altare si spri­giona un raggio perenne di grazie e be­nedizioni per chi ricorre alla sua interces­sione.    
PROPOSITO: Bacerò il Crocifisso e di­rò: Sangue Divino del Redentore, io ti adoro e ti amo    
GIACULATORIA: Sangue Divino di Gesù dona fede e forza all'anima mia.

5 luglio - IL SANGUE CHE PURIFICA Gesù ci ha amati e ci ha purificati dalla colpa nel suo Sangue. L'umanità giaceva sotto il pesante far­dello del peccato e sentiva l'incoercibile necessità dell'espiazione. In tutti i tempi vittime, ritenute inno­centi e meritevoli presso Dio, venivano sacrificate; alcuni popoli giunsero ad im­molare perfino vittime umane. Ma né questi sacrifici, né tutte le sofferenze umane unite insieme, sarebbero mai ba­state a purificare l'uomo dal peccato. L'abisso fra l'uomo e Dio era infinito perché l'offeso era il Creatore e l'offenso­re una creatura. Era dunque necessaria una vittima innocente e capace di meriti infiniti come Dio, ma allo stesso tempo ricoperta delle colpe umane. Questa vitti­ma non poteva essere una creatura, ma Dio stesso. Si manifestò allora tutta la carità di Dio verso l'uomo perché egli mandò il suo Fi­glio Unigenito ad immolarsi per la nostra salvezza. Gesù volle scegliere la via del sangue per purificarci dalla colpa, perché è il sangue che ribolle nelle vene, è il sangue che stimola all'ira e alla vendetta, è il sangue il fomite della concupiscenza, è il sangue che spinge al peccato, perciò solo il Sangue di Gesù poteva purificarci da ogni iniquità. È dunque necessario ricorrere al Sangue di Gesù, unica medicina delle anime, se vogliamo avere il perdono dei nostri pec­cati e mantenerci nella grazia di Dio                      ♦ESEMPIO: Il servo di Dio Mons. Francesco Alber­tini, per meglio promuovere la devozione al Prezzo della nostra redenzione, fondò la Confraternita del Prez.mo Sangue. Mentre ne scriveva gli Statuti, nel conven­to delle Paolotte in Roma, si udirono urla e strepiti in tutto il monastero. Alle consorelle spaventate, suor Maria Agnese del Verbo Incarnato disse: «Non temete: è il demonio che si arrabbia, perché il no­stro confessore sta facendo cosa che gli di­spiace assai». L'uomo di Dio stava scrivendo la «Co­roncina del Prez. Sangue». Il maligno su­scitò in lui tanti scrupoli che stava per di­struggerla quando la stessa santa suora, ispirata da Dio, vedendolo esclamò: «Oh! che bel regalo ci portate, padre!». «Qua­le?» disse meravigliato l'Albertini, che a nessuno aveva confidato di aver scritto quelle preghiere. «La Coroncina del Prez.mo Sangue», rispose la suora. «Non la distruggete, perché sarà diffusa in tutto il mondo e farà molto bene alle anime». E fu così. Anche i più ostinati peccatori non resistevano quando durante le sante Missioni, si svolgeva la commoventissima funzione delle «Sette Effusioni». L'Albertini fu eletto Vescovo di Terra­cina, dove morì santamente                                  .
 ♦PROPOSITO: Pensiamo quanto San­gue è costata a Gesù la salvezza del­l'anima nostra e non la macchiamo col peccato
 ♦GIACULATORIA: Salve, o Sangue Prezioso, che scaturisci dalle piaghe di nostro Signor Gesù Crocifisso e lavi i pec­cati di tutto il mondo.

6 luglio - IL SANGUE CHE PACIFICA CON DIO Dopo il diluvio universale Noé offrì a Dio un sacrificio di lode e di grazie ed ec­co che l'arcobaleno appare all'orizzonte, come per avvolgere in un solo amplesso il cielo e la terra. Dio, placato, giurò che mai avrebbe distrutto i viventi sulla terra. Il sacrificio offerto da Noé era soltanto la figura dell'immolazione di Cristo, che, col sacrificio del proprio Sangue, avrebbe pacificato l'umanità con Dio. Cos'è il peccato se non un atto di guer­ra dell'uomo contro il suo Creatore? L'at­to di guerra genera inimicizia. È l'uomo che, ribellandosi a Dio, diventa suo nemi­co, ne provoca l'ira ed i castighi. Il San­gue di Gesù è stato versato per cancellare questo stato di guerra. I quattro angeli dell'Apocalisse che Dio manda per punire il mondo, odono una voce: «Non versate il calice della vendetta, perché prima si devono segnare coloro che ne dovranno essere preservati». «E chi sono costoro?» domandano gli angeli. La voce risponde: «Coloro che lavarono le proprie anime nel Sangue dell'Agnello». Quanta bontà del Signore verso di noi! Non solo ci ha purificati col suo Sangue, ma ha voluto anche dimenticare tutte le nostre colpe e ci ha proclamati suoi figli prediletti. Rispondiamo anche noi con l'amore a tanto amore. Quale nera ingra­titudine sarebbe la nostra se osassimo of­fenderlo e tradirlo col peccato, proprio mentre egli, con paterno amplesso ci stringe al suo Cuore                  .   
ESEMPIO: I santi, che più degli altri conoscono il valore di un'anima, si sono adoperati in tutti i modi per salvare non solo la pro­pria, ma anche quelle del prossimo. Un apostolo instancabile fu S. Francesco Saverio, della Compagnia di Gesù, da S. Gaspare scelto a protettore dei Missionari e delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. Egli abbandonò gli onori e le co­modità del suo nobile casato, entrò nella Compagnia di Gesù e solcò gli oceani per portare la fede di Cristo nelle Indie e in Giappone. Il Crocifisso era la sua spada conquistatrice. Un giorno, viaggiando sul mare in burrasca, gli fu strappato dalla furia delle onde, ma lo riebbe inaspetta­tamente da un grosso granchio il giorno dopo, mentre era in preghiera sulla spiag­gia. Dopo l'India e il Giappone, assetato ancora di anime, tentò di penetrare in Ci­na, ma non poté coronare il suo sogno, perché Dio volle chiamarlo al premio di tante fatiche. Morì nell'Isola di Sanciano, di fronte a Canton, il 3 dicembre 1552. Quel brac­cio, che battezzò migliaia di infedeli, è esposto nella chiesa del Gesù in Roma                                                              .                                                           
 ♦PROPOSITO: Se per disgrazia cadrò in peccato, penserò alla grande dolcezza che si prova quando si è in pace con Dio, gli chiederò subito perdono e mi confesserò al più presto                              
GIACULATORIA: Agnello di Dio, che col tuo Sangue togli i peccati del mondo, abbi pietà di me

7 luglio - IL SANGUE CHE REDIMEIl peccato non solo privò l'uomo della grazia e lo inimicò con Dio, ma lo rese anche schiavo di Satana; la Redenzione perciò doveva operare questo triplice ef­fetto nelle anime: restituire la grazia san­tificante, purificandole dalla colpa, paci­ficarle con Dio e infine riscattarle dalla schiavitù del demonio. Infatti il peccatore, per scrollare dalle sue spalle il giogo soave e dolce della legge divina, incappa nella tirannia del­l'inferno. «Chi pecca, dice S. Giovanni, appartiene al demonio». Quale fu il prezzo pagato da Gesù per strappare dai suoi artigli questa preziosa preda? Il suo Sangue. Ecco dunque il valore di un'anima! Quanto vali tu? Risponde S. Agostino: guarda quanto sei stato pagato». Dio ti aveva perduto e ti ha ricomprato sborsan­do tutto il suo Sangue. E tu che conto fai di te stesso? Chi sa quante volte, cedendo alla violenza della tentazione, fuggi da Dio e ti vendi nuovamente a Satana! Sii forte, abbi fede nella virtù del Sangue Divino, invocalo e non soccomberai nella lotta. Te lo assicura S. Paolo «Per la fede in quel Sangue, anche noi vinceremo il demonio».                                   . 
ESEMPIO: Nei Processi di Beatificazione di S. Ga­spare Del Bufalo si narra che nel 1821, mentre predicava la Missione a Segni, nel Lazio gli si presentò un uomo che per venti scudi al giorno aveva venduto l'ani­ma al demonio. Il patto era stato da lui sottoscritto e consegnato a Satana, che gli era compar­so. L'infelice riceveva in modo misterioso e puntualmente i venti scudi giornalieri, ma non aveva pace. A quei tempi era quella una buona somma, eppure si ritro­vava sempre pieno di debiti a causa dei suoi stravizi. Era sull'orlo della disperazione, quan­do sentì parlare del santo missionario. Andò a cercarlo, si gettò ai suoi piedi ed ebbe la fortuna di ascoltare dalla sua boc­ca queste consolanti parole: «Abbi fede, figliolo, il Sangue di Gesù ricomprerà la tua anima». Il Servo di Dio non cessò di pregare, di­giunare e macerarsi le carni con la disci­plina per salvare quell'anima. Alla fine il Sangue di Gesù trionfò e il demonio fu costretto a restituire il foglio firmato da quel povero peccatore. Cosa dire di coloro che, per un vile pia­cere, vendono la propria anima a Satana? Se pensassero quanti tormenti è costata a Gesù!
PROPOSITO: Per evitare il peccato mortificherò la mia volontà e i miei sensi, specialmente gli occhi                                                   ♦GIACULATORIA: Sangue Prezioso di Gesù, prezzo infinito del nostro riscatto, sii sempre amato da tutti gli uomini!



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