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Colloqui Spirituali tra Gesù e Natuzza Quaresima 2008

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2015 17:45
23/02/2015 17:44

Gesù: Non è una disperazione, è una pena per te. Con la disperazione una si danna, ma la pena la sof­fre nel cuore come la soffro Io, e ricava qualcosa per la sua anima. Vale per te e per gli altri. Ecco per­ché ti ho fatto mamma e non ti devi mai pentire: sei una mamma che conosce e capisce tutte le mamme. Se non eri mamma tante cose non le capivi.

Natuzza: E Signore mio, soffrivo di meno!

Gesù: La sofferenza poteva essere in un altro modo. Ogni tanto sei pure provata dai tuoi figli e così ti penetri nel cuore delle mamme.

Madonna: Ascolta le parole di Gesù e confortati. Quando parli con Gesù trovi conforto, quando parli con la gente provi amarezza. Perché vedi il male. Gioia e dolori. Non ci sono le rose senza le spine. Dove c'è la rosa c'è anche la spina e si deve accet­tare l'una e l'altra.

Natuzza: Signore, non ce la faccio per scendere a Messa.

Gesù: Tu scendi a Messa lo stesso. Non ti preoccu­pare, la forza te la do, perché è un tuo desiderio. Per lunghi anni non hai potuto. Non sei contenta?

Natuzza: Certo.

Gesù: Le anime che vengono, anche se non ti vedo­no, sono contente lo stesso. Quindi devi essere contenta come sono contento Io. Più della metà sono convertite. Mi facevano soffrire terribilmente. Il legno della croce ce l'avevo sempre addosso. Adesso quelle convertite mi sostengono un poco con la preghiera. C'è gente che mi conosce e prima si rifiutava di conoscermi. I giovani, sono corrotti dalla malvagità, ma sono buoni. Sono più santi dei grandi, però non hanno un indirizzo, una direzione nè dai genitori né dagli amici. Non frequentano amici buoni come loro. Gli amici cattivi corrompo­no i buoni e c'è un miscuglio di peccato. È un'a­marezza per me. Quindi che cosa ci vuole? La pre­ghiera, la penitenza, l'amore. Questa è la predica che devi fare: dare e distribuire l'amore, far capire che la Madonna e Gesù li vogliono bene. Non capi­scono loro, perché i genitori non gliene parlano mai. Parlano di soldi, di macchine, di cose grandio­se, ma meno della Madonna e di Gesù. Quindi che vuoi che imparino? Ascoltano i litigi tra marito e moglie.

Ti è capitato tante volte di dare una corona a un bambino di otto, dieci anni e lui non sa a che cosa serve? È colpa del bambino secondo te? È colpa dei genitori. Devono dire a che serve, perché devono amare. Creano odio. Se la mamma è nemica con un'amica fanno diventare nemici anche le creature. Che c'entra? Creano odio su odio. Come possono imparare se ci sono o se c'è la Madonna? Come imparano cos'è l'amore e la carità?

Non possono imparare. Non è colpa loro. Io me li abbraccio, li voglio bene, li salvo, io vado incontro a loro. I genitori meriterebbero il castigo.

Natuzza: Voi siete Padre di misericordia, anche i genitori condannate?

Gesù: Tutta la generazione è così, perché i genitori non hanno insegnato ai figli. È una catena di pecca­to. Quindi noi che cosa vogliamo? Creare una cate­na di amore e farla creare anche alla gioventù. Ci piacciono i raduni che fate voi perché gli infondete l'amore. Parlate dell'amore mio, che voglio bene a tutti.

Natuzza: A me ne volete bene?

Gesù: Sì, come no.

Natuzza: La gente mi dice che se mi volevate bene non mi avreste fatto soffrire.

Gesù: Ma la sofferenza è un progetto che si deve portare a termine.

Natuzza: A termine di cosa?

Gesù: Della salvezza. Io voglio la salvezza dell'a­nima.

Natuzza: Piangendo. Questa notte non la supero.

Madonna: Chi te l’ha detto? Gesù perché c'è? Io per­ché ci sono? Tu sei con noi e noi con te. Tu vuoi bene a noi e noi vogliamo bene a te. Perché dubiti ancora dopo tanti anni? Ti sosteniamo.

Natuzza: Veramente mi sento troppo male.

Madonna: È un malessere momentaneo per te, per un altro era la fine. Sei clinicamente morta e ti man­tieni con i macchinari. Come i macchinari tengono in piedi il corpo, a te tengono il corpo e lo spirito.

Natuzza: Ah, pure i macchinari ho io?

Madonna: I macchinari siamo noi: io e Gesù. Non temere, quando è l'ora è l'ora. Non c'è bisogno di dire: "Sto morendo. Questa notte muoio. Domani muoio".

Questo lo sa Gesù. Hai visto quante anime c'erano? E’ rimasta solo la quinta parte di quelli che non ave­vano la gioia. La gioia la provano tutti o in un modo o in un altro. È una gioia che dura poco, però piano piano, alimentandola, cresce.

Come hai fatto tu? Sei nata nel grembo di tua madre, però Gesù ti ha cresciuta.

Natuzza: Non lo so se sono cresciuta.

Madonna: La persona deve essere disponibile, volenterosa e non "picciusa" come te.

Natuzza: Condannatemi se sono "picciusa".

Madonna: Eh, bella mia! Gesù scherza ed io scher­zo pure. Eh, Gesù una parola ha detto: Servitemi in letizia. Anche noi vogliamo la vostra gioia. Qual è la vostra gioia se siete con noi? La gioia di conqui­stare più anime che è possibile. Non vorresti che tutti provassero la gioia come la provi tu in questo momento? Non saresti felice? Perché soffri tu? Per loro, perché li vuoi felici come te.

Natuzza: Ma con queste sofferenze sono felice?

Madonna: Nel cuore sì, nel corpo no perché è passeggero. Il cuore deve essere felice, ma non della felicità della terra che dura poco. Tu ti sei sposata: hai avuto gioie e dolori. Quanti anni è durato? Poco tempo. Invece stando con noi l'anima cresce e si purifica.

Natuzza: Pure l'anima cresce?

Madonna: Si! Se ha volontà e conserva nell'anima la gioia di Dio, che dura in eterno. L'anima cos'è? La gioia di Dio che dura in eterno.

Natuzza: Non ce l'ho questa gioia?

Madonna: Tu quando vedi Gesù ti trasformi e quel trasformare che cos'è? La gioia del cuore. Tu quan­do puoi la trasmetti agli altri. E non sei contenta?

Natuzza: Sì, sono contenta.

Madonna: Moltiplicate i Cenacoli. Con i Cenacoli tanta gente prega, e noi troviamo sollievo. Tu non puoi sapere le amarezze che ha Gesù per questi figli smarriti. Ha una grande sofferenza, perché non è solo padre, è pure mamma. Quando parlate voi, dite: "Il padre non soffre quanto soffre la madre". È vero! Il papà della terra va a spasso, ma non Gesù. Gesù cura le anime, perché le vuole con lui dove c'è il godimento eterno.

Figlia mia, la sofferenza è dura, ma la gioia è un ristoro.

Natuzza: Qualcuno mi dice: "Figlia, se Gesù ti voleva bene, ti mandava queste sofferenze?". E mi turbano la pace. Io gli rispondo: "Io sono felice! Gesù vuole bene a tutti, perché non mi deve volere bene? Pare che lui vuole che io soffra?".

Gesù: Figlia mia, pure questa sofferenza salva un'anima. Io voglio conquistare le anime e cerco di trovare un mezzo.

Natuzza: Signore, cosa sono io per voi? Una pessi­ma peccatrice?

Gesù: No, uno strumento cieco nelle mie mani. Ti uso quando ho bisogno. Non sono un padre puni­tore, ma un padre buono, misericordioso, pieno di amore, di tenerezze e voglio bene a tutti. Se un papà della terra soffre per un figlio, io soffro per miliardi!

Natuzza: Dopo che muoio, come posso vivere senza di voi?

Madonna: A Gesù domandi queste cose? Ha ragio­ne Gesù, ha ragione Padre Pio, che tu non cresci mai! Come!? Lo hai appoggiato una vita e poi ti lascia?

Gesù se li custodisce le anime come un padre superiore a quello della terra. Perdona sempre. Immagina, se il papà e la mamma perdonano i figli, Dio che perdona miliardi, non perdona te?

Gesù: Tu che chiedi di perdonare, vieni qua.

Natuzza: E mi fece affacciare in un vuoto, come da una finestra.

Gesù: Affacciati, guarda.

Natuzza: C'era un letto pieno di bambini morti.

Gesù: Ce l'hai il coraggio di chiedere il perdono, per quelli che li hanno uccisi per piacere?

Natuzza: Signore, io sbaglio, a me 10 anni, quelli che hanno sbagliato più di me 20, a quegli altri 100, sino alla fine del mondo e poi li portate in Paradiso.

Gesù: Mi vuoi comandare? La sai buona la scuola. Ma non è come dici tu. Quelle sono anime inno­centi. Sono sicuro che le porto, in braccio, con me, in Paradiso, ma a quelli la punizione che meritano.

Natuzza: Punizione sì, ma l'inferno no. Allora come le conquistiamo queste anime?

Gesù: A quanto pare volevi leggere e scrivere, ma tu sai pure parlare e giudicare? Chi ti ha dato que­sta sapienza?

Natuzza: No, io non giudico e non parlo, mi faccio i conti. A me dieci anni, a quella 20, a quella 30, a secondo dei peccati che facciamo, come la condan­na del carcere. No?

Gesù: E tu mi detti leggi? Sei brava per fare i conti?

Natuzza: Mi dispiace di tutti. Voi non dite lo stesso? Se un figlio sbaglia, per un giorno lo lascio senza mangiare, per punizione. Il giorno dopo no: se non voglio darlo io, per confidenza, mando una sorella.

Gesù: Non hai mantenuto la promessa.

Natuzza: Di cosa? Ditemi di cosa, che mi riprendo.

Gesù: Di parlare forte con la gente.

Natuzza: Più forte di così non so. Mi manca il coraggio!

Gesù: Lo vedi che non capisci mai. Parlare forte è far entrare le cose mie nel cuore.

Natuzza: È un rimprovero, Signore mio, questo?

Gesù: Proprio, un rimprovero.

Gesù: La pianta si secca e non cresce, muore, se non metti l'acqua.

Natuzza: Oh Gesù, se ti amassero tutti allo stesso modo, saremmo salvi.

Gesù: La giornata della sofferenza non è finita. Che ti pare che unisce qua? No!

Se non finisce il peccato, non finisce la sofferenza. Ma Io ti faccio un po' riposare.

Natuzza: Non basta che ce l'ho io la sofferenza, ve la devo dare a Voi, vi devo trasmettere la mia? Non ve la prendete. Soffro e offro per chi volete Voi.

Gesù: Sei generosa. Mi piace la generosità con cui lo fai.

Benedico tutti, aspetto che si convertano queste creature innocenti, non vedo l'ora come non la vedi tu. Figlia mia, i genitori non fanno niente, promet­tono, ma non fanno niente. Sono i genitori che li viziano, che li accontentano in tutto quello che vogliono. E i giovani approfittano perché sanno che possono avere. E poi l'esempio lo danno i genitori: sperperano il denaro, il mangiare. Quante creature muoiono di fame e loro buttano il mangiare miglio­re nella spazzatura. Non è buono oggi per domani e dal mezzogiorno per la sera. Mi addolora il peccato che fanno i genitori quando non danno un buon esempio ai loro figli. Come possono crescere? Crescono secondo l'esempio dei genitori.

Natuzza: Signore ma vi ho offeso? Vi ho fatto qual­cosa?

Gesù: No, figlia mia, tu mi hai dato pure il cuore, non mi hai fatto niente.

Natuzza: E vi vedo con le lacrime, vi vedo turbato. Avete qualcosa?

Gesù: I peccati del mondo mi fanno tanto soffrire.

NatuzzaGli scendono due lacrime.

Gesù: Offri, offri, offri per i sacerdoti. Offri, offri per gli uomini politici che si stanno scannando, non solo il corpo, ma stanno straziando l'anima ed il mio cuore, per i soldi, per la poltrona, per il potere, per l'orgoglio, per la superbia.

Gesù: I giovani sono sull'orlo del precipizio, non perché lo vogliono loro, ma glielo impongono.

Natuzza: O Signore, me ne sto facendo una malat­tia con questo discorso. Una mamma con i figli grida, parla e poi basta.

Gesù: La mamma della terra si fa una malattia per i figli. Il Padre che è in cielo non si fa una malattia, li vuole salvi con Lui. Io voglio un ristoro non solo per me, ma anche per loro. Non credere che loro non soffrano della loro situazione. Sbagliano per­ché li fa sbagliare l'uomo, sotto l'insidia del demo­nio. E, i ragazzi, che fanno una cosa brutta, soffro­no ed io per loro, perché voglio la gioia che ho io. E qual è? La salvezza della loro anima.

Natuzza: Mamma mia, non ce la faccio più.

Gesù: Mi dispiace, pare che io voglio che tu soffra, però mi dispiace di più del peccatore che perde l'a­nima. Perché una che soffre ed offre, se vuole, si guadagna il Paradiso.

Gesù: Giorno per giorno, i peccati aumentano, nonostante le preghiere che ci sono, che non sono sufficienti. Per la riparazione ci vogliono non solo le preghiere, ma anche le azioni. Queste a me inte­ressano.

Natuzza: Che sono le azioni?

Gesù: Chi fa qualcosa di bello, lo fa non per amore, ma per vantarsi. Io voglio l'amore, non a furia di labbra, ma con tutto il cuore. Mi stanno a cuore questi innocenti, perché, giorno per giorno, sono sull'orlo del precipizio. Mamme e padri state atten­ti perché siete responsabili dei vostri figli, di quello che fanno. Dovete dare conto a Dio.

Li lasciate giocare. Date tutto quello che vogliono. Non vi importa quello che fanno. Sorvegliateli nella maniera giusta, non con le minacce ma con la dol­cezza. Vi date al divertimento, al lavoro, e trascura­te i figli. Non sapete a che mani vanno. Perché non li custodite voi? Mettete una donna in casa, che non sapete se vive nel peccato e che cosa insegna ai vostri figli. Quello che cercate di guadagnare, il denaro, lo perdete sulla moralità dei vostri figli.

Non vi lamentate, perché di tutto quello che fanno, la colpa è vostra. Non gli avete insegnato niente, né dove è Dio e se ci sia, né dove è la Madonna, né la moralità. Per questo i figli non hanno rispetto dei genitori. Pensate a vestirvi belli, ad andare in uffi­cio, magari a fare conferenze, ed abbandonate i vostri figli. Vi vantate: "mio figlio è bello, mio figlio è bravo, mio figlio...". Siete responsabili. Figlia mia, tu stai soffrendo. Offri per le mamme e per i figli. Tu puoi pensare: "Pago io per gli altri".

No, non voglio questo, voglio un appoggio e nient'altro. La preghiera e l'offerta.

Natuzza: Soffrivo terribilmente.

Madonna: Figlia mia, tu soffri, ed offri, però hai la consolazione di Gesù. Quante anime si offrono, ma per una volta, per due volte, non per una vita.

Natuzza: Ma perché?

Madonna: Ti ha fatto strumento cieco.

Natuzza: Ma non capisco mai che vuol dire "cieco".

Madonna: Tu gioisci quando pensi Gesù contento, e se lo pensi sofferente, ti viene la tristezza.

Natuzza: Io voglio meglio pensarlo gioioso e non afflitto, perché poi mi affliggo, pensandolo.

Natuzza: Signore, dicono tutti che avete sofferto una sola volta e basta.

Gesù: Io soffro tutti i momenti in cui il peccatore pecca e mi insulta. Soffro sempre, mi prendo le amarezze di ogni giorno, come tu ti prendi le ama­rezze dei figli e dei nipoti. Tu puoi pensare che pre­gando ed essendo vicino, li puoi recuperare, ma Io ho figli perduti e li devo salvare. L'amarezza e la tristezza mia è questa, che li voglio salvare per forza.

Natuzza: Voi siete Dio, li potete salvare. Io cosa posso fare, particolarmente per i miei parenti ed amici?

Gesù: Tu puoi parlare con la bocca e pregare con il cuore. È sempre un aiuto, è sempre un pensiero, è sempre un'invocazione. Se tutti lo facessero, non ci sarebbe il male, ci sarebbe il bene. Ma c'è il male perché loro lo desiderano, lo fanno, lo vogliono.

Natuzza: Gesù aveva gli occhi pieni di lacrime. Signore, avete l'amarezza per i peccati?

Gesù: Anche per i tuoi.

Natuzza: Ditemi che cosa ho fatto, così mi correg­go. Signore, gli scienziati dicono che voi non pote­te piangere perché il corpo è morto.

Gesù: Loro non hanno il dono della virtù, della carità e dell'amore. Non arrivano a capire che sono vivo in cielo e in terra per proteggervi. E poi io sono Dio e uomo e posso apparire con le lacrime e senza, perché sono il Signore, che comanda il cielo e la terra. Non comando come un uomo politico o come un uomo della terra, ma con la carità e l'amore e quindi posso trasformare il mondo e anche l'uomo.

Gesù: La sofferenza è un mio dono, però figlia mia mi serve. Te la faccio sopportare e te la faccio gode­re. Sopportare perché è dolorosa. Godere perché mi vedi, ti faccio una carezza, ti do una parola di conforto e ti consolo. Ti assicuro e ti partecipo ogni volta che tante anime si sono convertite. Però ti devo anche partecipare di quelli che fanno del male, per saperlo offrire. E allora ti faccio assaporare la sofferenza. Ma non sono io che ti mando la sofferenza, è la malvagità dell'uomo perché è tanto corrotto e fa dalla mattina alla sera del male, non solo ai giovani ma anche alle persone deboli.

Gesù: Tu non sopporti i dolori, io non sopporto i peccati e, come dici tu, non voglio dare la pena eterna.

Natuzza: Signore mio, ma io prego ed offro per questo.

Gesù: Sì, lo so che offri per questo. Ma non sono io che ti faccio soffrire. È inutile che dici ogni volta: "Dimmi che cosa vuoi". Ma io non pretendo di più, perché è troppo quello che mi hai dato. Ho preso tutto. Adesso basta, perché tu stessa dici: "Signore, non ce la faccio più". Ce la fai finché ti sostengo come tu sostieni me per conquistare le anime. A me questo interessa, perché ho sete. Quando uno vuole un bicchiere d'acqua, perché si sente secco dentro, lo cerca a chi è disponibile ad offrirlo.

Così io chiedo le anime. Non voglio che nessuno si perda. Mi sono immolato sulla croce per tutti, non per una persona singola.

Una mamma e un padre vogliono bene a tutti i figli e non vogliono che si perda nessuno. Tu dici che io potrei distruggere il mondo e crearne uno nuovo. Il mondo nuovo non può essere peggiore di questo o migliore? Non lo sappiamo. La volontà è libera!

La vecchia generazione è già impastata di fango, non di fuoco d'amore. Tu mi aiuti, ma come te ce ne vorrebbero tanti, per aiutare tutto il mondo. C'è chi prega e si ripara in qualche modo. C'è chi sof­fre e offre e si ripara ancora. Però ci sono quelli che fanno peccati grossi che superano la preghiera e superano le opere buone. E perciò, voglio anime vittime che siano unite a pregare, ad offrire, ad amare.

Gesù: I giovani possono fare qualcosa, se hanno un buon indirizzo, una buona educazione. Se c'è chi li istruisce, veramente si possono creare un mondo tutto per loro, ma ci vuole l'aiuto, perché sono buoni. La colpa è dei genitori. Li incolpo. C'è a chi viene lo scrupolo e piglia atto. C'è chi non ha scru­polo e non gliene importa niente. Creano nella casa stessa invece della pace, la guerra. I figli crescono in quell'ambiente, sotto quell'indirizzo, sotto quel­l'esempio.

I genitori si giustificano. Però quelli che sono intel­ligenti devono capire che se piantono una pianta e non gli mettono l'acqua secca, non cresce.

E l'intelligenza? La mettono da parte, la fanno morire. Non fanno altro che rovinare i figli.

Natuzza: La Madonna viene di passaggio.

Madonna: Perché mi chiami "l'amica di passag­gio"? (Ridendo).

Natuzza: Madonna mia, perché ho più confidenza con Gesù e non con voi.

Madonna: Non importa. Lui ti istruisce meglio. Ha istruito me che sono la mamma, figurati se istruisce te. Una mamma è felice quando vogliono bene al figlio.


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