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Colloqui Spirituali tra Gesù e Natuzza Quaresima 2008

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2015 17:45
23/02/2015 17:37

Colloqui Spirituali tra Gesù e Natuzza Quaresima 2008

Natuzza: Piangevo perché mi faceva male il piede destro e passeggiavo.
Padre Pio: Ancora non ti sei preparata alla Quaresima? Ti sei dimenticata che hai da combatte­re e da gridare? Non sei pronta?
Natuzza: Io sono sempre pronta.
Padre Pio: Non ti arrendi?
Natuzza: No.
Padre Pio: Sai lottare! Lotta, lotta.
Natuzza: Se mi aiutate, lotto.
Padre Pio: Quando mai ti abbiamo lasciata sola? Hai lottato insieme a noi! Se non ci fossimo noi, non sapresti lottare.
Natuzza: Non ce la faccio, non ce la faccio.
Madonna: Ce la fai! Vedi quante anime sono venu­te. Gente che non è mai venuta e si ristora l'anima. Perché vengono? Vengono per l'esempio che hai dato e per quanto gli vuoi bene. Invidiano la tua fede. Sono lo che l'invito e li chiamo. Perché invo­chi la morte?
Natuzza: Madonna mia, ma vi prendo in giro? Ma mi sento male o sono fissata?
Madonna: Si, ti senti male perché non hai un cen­timetro di carne che non soffre. Soffri e tu chiedi al Signore ed a Me: "Che cosa volete da me?". Tu cer­chi. Gesù è assetato di anime e d'amore, tu sei asse­tata di sofferenza e gli dici: "Che Volete di più?". Perché lo dici?
Natuzza: Perché voglio sapere da Lui una cosa pre­cisa che mi vale, non quella che faccio angosciosa­mente e con lamenti. Non mi voglio lamentare per­ché so che dispiaccio a Gesù.
Madonna: Anche Gesù sulla Croce s'è lamentato. Non sei tu, ma è il corpo che non resiste. Vedi tutta questa gente, te l'aspettavi?
Natuzza: No.
Madonna: E non sei contenta?
Natuzza: Certo che sono contenta.
Madonna: Se ne vanno felici e ristorati e così si ristora anche il cuore di Gesù ed il Mio cuore.
Gesù: Quante anime si convertono. Quante anime, figlia mia, la tua sofferenza mi ha portato. Tu soffri e mi dispiace, però quante anime! Non ti lamentare. Se non ci fossi tu, ci sarebbero state loro? No. Quelli che vengono se ne vanno ristorati. Tu devi contare che per ogni 10 ce n'è una magari che non prova la stessa sensazione, ma la maggior parte tro­vano sempre di più, la pace nel loro cuore. Se ne vanno felici e portano l'esperienza alla famiglia.
Natuzza: Ditemi che volete di più perché io non ce la faccio.
Gesù: Figlia mia, ti ho messa in mezzo ad un bran­co di lupi. Ci sono quelli che sono rimasti rapaci e quelli che sono cambiati. Anche la sofferenza fa maturare i lupi.
Natuzza: Signore, ti ringrazio perché io sono inna­morata. Vorrei che tutto il mondo s'innamorasse come sono io innamorata di Te!
Gesù: Anch'io sono sempre stato innamorato di te. Io sono innamorato di tutti, ma di te in un modo particolare perché ti ho cresciuta nel ventre di tua madre, prima che tu nascessi. T'ho fatto per Me e t'ho fatto per tutto il mondo. Ti ho fatto come voglio io e non come vuoi tu.
Natuzza: Signore, dimmi cosa vuoi.
Gesù: Mi sono preso tutto, non c'è niente che mi posso prendere più, mi sono preso anima e corpo.
Natuzza: Signore, quando finisce, questo corpo deprezzato, questo corpo marcio?
Gesù: Stabilisco io quando finisce, il giorno e l'ora, non lo puoi stabilire tu o qualcuno per te.
Gesù: Lo so che hai passato una vita travagliata.
Natuzza: Allora vi divertite?
Gesù: Non è che mi diverto, mi appoggio. La tua sofferenza Mi consola, ma a te porta dolore. Dopo un'ora, dopo due ore, dopo una giornata il dolore ti passa, ma un peccatore che và all'inferno, non esce più.
Natuzza: Mi avete promesso che non mandate nes­suno all'inferno, vi siete pentito?
Gesù: Con le lacrime. E se sapessi quante amarez­ze ho lo! Come un padre, una madre quando hanno un figlio perduto.
Natuzza: Quelle lacrime mi scendono dentro. Non me ne importa di quello che soffro, anche se dico "Ahi, ahi, ahi, ahi ". Signore, non prendere le paro­le "ahi ahi", prendi il mio cuore.
Gesù: Per te è umano, com'era umano per Me sulla Croce, anche Io ho fatto qualche lamento.
Natuzza: "Signore dimmi che cosa vuoi". Te lo ripeto sempre e poi mi pento di avertelo detto, per­ché tu lo pigli in parola.
Gesù: Non rimiscitare. Che vuoi impazzire alla vecchiaia? Non voglio niente, mi sono preso tutto, anima e corpo, non c'è niente che mi devo prendere. Offri questa sofferenza perché quattro persone sono pronte a fare una cosa, la più brutta che c'è, e mi dispiace per tutti.
Dopo alcuni giorni.
Gesù: Con le lacrime. Figlia mia, figlia mia. Mi ha abbracciata. Figlia mia, abbiamo risolto.
Gesù: Io sono assetato di anime e tu sei assetata di sofferenze.
Natuzza: Signore, ma oggi mi hai lasciata sola? Nessuna cosa ti ho potuto offrire. Ho fatto qualco­sa?
Gesù: Per un attimo solo t'ho lasciata, per vedere cosa sai fare da sola, senza di me. Quando tuo figlio non era in casa, che facevi? Entravi ed uscivi dalla porta per vedere quando arrivava. Eri impaziente! Ed lo metto alla prova la tua pazienza.
Natuzza: Ho forti dolori ai piedi...
Gesù: Figlia mia, il Cireneo mi ha aiutato una volta sola, mentre tu mi aiuti tutta la vita. Non te ne pen­tire perché abbiamo fatto grandi cose: la cosa più bella che mi sta a cuore come sta a te è conquistare le anime.
Natuzza: Datemi una sofferenza alla volta, perché non ne posso più.
Gesù: Ma che ti pare che sono crudo?
Natuzza: lo non capisco nemmeno quello che dite.
Gesù: Tu questo intendi? Se Io ho pietà dei vermi­ciattoli, come non posso avere carità e pietà di te?
Natuzza: Datemi una sofferenza per volta, per sop­portarla.
Gesù: Non le hai sopportate fino ad oggi, per tutta la vita? Ti è mancato qualcosa? Chi ti ha dato la forza? Io accanto a te. Anche la sofferenza serve.
Natuzza: Come volete.
Gesù: Questa risposta non mi piace.
Natuzza: E che devo dire?
Gesù: Quello che hai detto sempre: "Accetto tutto ciò che volete e fatemi soffrire la notte perché non voglio apparire il giorno".
Natuzza: Allora mi avete preso in giro?
Gesù: Non in giro, quello che mi serve mi piglio. Quando una offre, non si pente. Tu hai offerto e non ti sei pentita. Se tu ti fossi pentita, ti avrei lasciata. Quante volte te l'ho detto? Te lo dico pure oggi. Vuoi lasciata? Vuoi restare sola senza di Me? Non ti piace la Mia compagnia? Vuoi meglio la solitudi­ne? Vuoi meglio spettegolare? Spettegola con Me. Natuzza: No! Sono ammutolita e mi sono messa a piangere.
Gesù: Parla! Hai perso la parola? Quando viene gente la parola la tiri fuori e con Me no? Ti è venu­ta la soggezione adesso? Hai perso la confidenza?
Natuzza: Ho paura delle risposte. Vi rimprovero ogni minuto quando vi dico: "Ditemi cosa volete!", ma poi mi pento.
Gesù: Tu hai ragione di dire "Ditemi cosa volete", ma siccome Io mi sono preso tutto, non c'è niente più che mi posso prendere.
Natuzza: Signore mio, mi volete tagliare a pezzi? Tagliatemi. Mi corico qua, là, dove volete e taglia­temi.
GesùRidendo. Tu sei a pezzi! Non c'è bisogno che ti corichi, se voglio tagliarti basta un sospiro.
Natuzza: Eh, Signore mio, voi volete scherzare? Ma io non sono il tipo che scherza, anzi sono muso­na, perché se scherzavo forse li superavo meglio.
Gesù: Meglio di così nessuno li supera.
NatuzzaHa sorriso, mi ha accarezzata ed è scom­parso.
Gesù: La sofferenza serve. Potrei non soffrire. Io accetto la sofferenza e vorrei avere invece sette, otto, venti, trenta che mi danno una mano, a cui appoggiarmi. Le compatisco, perché non hanno la forza che hai tu. Non sono costanti. Figlia mia, si ritirano perché hanno paura della sofferenza. Quando hanno una sofferenza non sono più amico loro. Pensano che sono Io che mando le sofferenze. Invece me ne servo delle sofferenze, come ho detto sempre. Tante volte mi servo di un male per ricava­re mille volte un bene.
Natuzza: Davvero Signore ce ne sono pochi amici che sopportano in questa maniera. Sbattevo le mani sul letto per il dolore.
Gesù: Mi vuoi picchiare?
Natuzza: Non a Voi, Signore mio. Vi voglio abbracciare. Ogni tanto, quando mi fa male dapper­tutto faccio così.
Gesù: E che mi vuoi menare?
Natuzza: No, picchiatemi Voi, perché sbaglio sem­pre quando parlo. Lo capisco dopo.
Gesù: Come ti piace giocare col Padre. Tu hai detto sempre che non hai padre e mamma ed ora stai gio­cando.
Padre Pio: Ci vogliono anime generose e forti. Ma ci vuole pure la buona volontà per saper offrire e non lasciarsi tentare. Hai imparato da piccola la carità, l'amore e la benevolenza.
Natuzza: Non ne ho avuto mai carezze. Ed ora ne sento il bisogno.
 
Natuzza: Ho forti dolori e dico "Signore che vuoi da me". Ma poi mi pento, sono vigliacca.
Gesù: Mi sono preso tutto, figlia mia. Sii contenta. Tu sei con Me ed Io con te. Ti sei offerta tu stessa anima e corpo, non ti sei pentita. Ogni tanto dici questa frase, ma anche Io sulla Croce ho detto qual­cosa perché il corpo è debole. Non mi offendo, non ti dispiacere di questo.
Natuzza: Caro mio Signore, non offenderti.
Gesù: E tu sei offesa con Me?
Natuzza: No, io mai.
Gesù: E allora? È la stessa cosa. Io non mi offendo, dimmi qualunque cosa vuoi.
Natuzza: Ho il tormento a fianco.
demonio: Tu che l'adori, guarda come ti combina. Ti fa tutto per dispetto, ti martorizza, si è preso l'ani­ma e il corpo. Sei felice di questo? È una gioia per te?
Natuzza: Signore tu che fai? Nemmeno mi difendi?
Gesù: Stai tranquilla, sei difesa con una corazza di ferro.
Natuzza: E m'incoraggio... Ma sono più turbata quando se ne va perché poi faccio: "Ahi, ahi, ahi, ahi". Che cosa ho promesso a Gesù? Sono pure falsa col Signore.
Padre Pio: Non è vero.
demonio: È vero.
Natuzza: Sono combattuta.
Padre Pio: Non dare ascolto al demonio perché a me ne ha fatte di tutti i colori.
demonio: Non è vero, l'ho sempre aiutato. Quello che ha fatto, l'ha fatto per me, l'ho aiutato io. Tu non vuoi? Peggio per te.
Natuzza: Non ne voglio cose da te. Io voglio la gioia del Signore e della Madonna!
Gesù: Quando t'innamori e lo dici ad un uomo, prima o poi finisce, ma il mio non finisce mai. Se uno è generoso e si comporta bene, riceve dieci volte tanto di quello che dà.
Natuzza: Quando vedono che soffro, i santi mi confortano con qualche parola...
S. Filippo Neri: Mi critichi perché sono bruttino? Ma sono bello dentro. Uno dev'essere bello dentro per il Signore e per la Madonna. Non serve la bel­lezza esteriore, perché si infracidisce, finisce, men­tre la bellezza interiore non finisce mai e la gioia è in eterno.
Santo: Io ero buono nella mia vita, non aspettavo la gloria delle persone, che è una cosa esterna e pas­seggera.
Santo: Pazienza, pazienza, sopporta la Croce, accompagna il Signore.
Santo: Pazienza figlia mia, il Signore t'ha scelta per un giusto fine. Il suo progetto è questo, non sei nata a caso. Non ti preoccupare...
Santo: Non muori, non muori figlia mia, non ti preoccupare, non muori mai tu.
Padre Pio: Parlare di Dio è una medicina per lo spi­rito.
Natuzza: Dopo una notte di sofferenza. Signore mio, perché non mi date la forza?
Gesù: E ne vuoi ancora di più forza? Hai la forza di un cavallo. All'età tua chi ha questa forza che hai tu?
Natuzza: E perché ce l'ho questa forza? Perché volete Voi. E se Voi volete mi potete far superare le sofferenze con più calma, non agitata.
Gesù: Ma non sei agitata. Tu hai sofferenza e amore per me. Io mi voglio acquistare anime con la tua sofferenza, ma non te la provoco io. La sofferenza non viene da Me. Io accetto per amore, perché mi voglio conquistare la fiducia e l'affetto degli uomi­ni malvagi. Non riesco e voglio anime che mi sostengano, e mi sostengano con amore. Il sostegno fino ad oggi me l'hai dato tu. Non ti sei mai ribel­lata, per questo ti voglio bene. Ognuno dei miei figli ha sempre da dire contro di Me, per ogni mini­ma sofferenza, per ogni minima mortificazione. Accetto anche gli insulti per una sciocchezza, per una stupidaggine. Uno che vuole salire in alto, non è una sciocchezza? Sale per poco tempo ed allora non ci pensa, non riflette, ci prende gusto a perdere l'anima. Io voglio purificato lo spirito e loro mi fanno inghiottire grumoli amari di peccati, di padroneggio, di ammazzare senza scrupoli.
Guardano solo i loro interessi, la poltrona; non guardano il Signore. Ci dev'essere qualcuno che ripara. Io scelgo qualcuno in ogni famiglia, però non mi risponde, perché il sangue è quello, l'educa­zione è quella, l'esempio è quello. Te lo ripeto mille volte quasi tutti i giorni, lo vuoi capire? Ti vengo incontro ad aiutarti, tutti i giorni. Nemmeno i caval­li reggono così, e la forza chi te la dà? A quest'ora eri morta.
Natuzza: Signore, volevo meglio essere morta, per­ché così ero con Voi.
Gesù: Ma perché ti lamenti, sei sempre con Me. T'ho fatto qualche mancanza? Non ti ho amata abbastanza? Cosa volevi dire "volevo essere morta"? Morta in eterno, o in Paradiso in eterno?
Natuzza: In Paradiso per abbracciarvi.
Gesù: E perché, non mi abbracci sempre? Ti sei lamentata perché non hai padre e mamma. Non ti ho fatto sempre Io da mamma e da padre? Io sono mamma e padre. Tu sai che ti voglio bene come una bambina nella culla, non come una donna adulta, perché tu mi rispondi come una bambina senza capire quello che dici, però Io capisco a quale senso corrisponde la risposta. Io capisco tutte le anime, tutti i vostri cuori, se sono cattivi o buoni. Offri questa sofferenza per i giovani.
Natuzza: Io la offro, ma non più di tanto. Tante volte dico: "Ahi, ahi" e non vorrei. Chi è che sa quello che soffro io? Nessuno.
Gesù: Lo so Io quello che soffri e quello che offri. Sono dolori insopportabili, però ti do la forza, perché Io voglio anime, non voglio lupi che rapinano la pace degli altri. Voglio anime, ma anime buone e perciò ci vuole chi offre la sofferenza per gli altri. Ti potresti ribellare: "Devo soffrire io per gli altri?" Ma uno quando fa una scelta, non è a caso. Tu offri per amore.
Natuzza: Ma io non ho fatto la scelta, perché non capivo quello che mi aspettava.
Gesù: Tutto rientra nel disegno. Hai incominciato a soffrire e piano piano ti sei abituata alla sofferenza. Non ti potevo dire tutto in una volta. Piano piano hai capito che mi servi. E tu predichi che la soffe­renza è un dono di Dio
Natuzza: Perché non potevate scegliere un'altra?
Gesù: Non tutti sono disponibili, non tutti accetta­no, non tutti offrono la forza dell'anima e del corpo.
Natuzza: Signore mio, io non capivo, altrimenti può darsi che non accettavo.
Gesù: Tu accettavi perché era il mio piano e hai accettato apposta.
Natuzza: Allora a condizione ho accettato?
Gesù: Per guadagnarti il Paradiso e farlo guadagna­re agli altri.
Natuzza: È orgoglio se vi ho chiesto di soffrire la notte?
Gesù: No, lo hai chiesto per essere disponibile ad ascoltare la gente e consolarla quando ti porta il suo fardello.
Gesù: Quanto sono amareggiato! Mi rinnovano la Crocifissione tutti i giorni, prima le madri e i padri e poi i figli. La colpa è dei genitori. Adesso gli viene difficile fare i genitori perché è troppo tardi. Lo vogliono fare solo a comando e non insegnando la vera educazione.
Natuzza: Signore, qual è la vera educazione?
Gesù: A parole povere ora te lo spiego. La vera educazione è quando cominciano, a due anni, a tre anni a portarli in Chiesa, a insegnare loro il segno della Croce, a dirgli dov'è Dio, dov'è la Madonna. La vera educazione è questa: dire "buon giorno" e "buona sera" ai genitori, alla mamma, ai nonni. Hai capito o no? Questa è la vera educazione.
 
Gesù: Ho fiducia che i giovani si possano salvare, attraverso l'esempio degli altri. Non tutti si dedica­no per istruirli. Hanno il cattivo esempio dei geni­tori, che sono ladri, che vogliono andare al potere, che bestemmiano, che conducono una vita corrotta ed i figli lo sanno. Non hanno buoni esempi. Se i giovani si perdono, la causa è anche l'esempio dei genitori. I genitori, quando hanno un bambino, devo­no cominciare dai primi giorni a fare capire dov'è Dio, dov'è la Madonna, il male ed il bene. Invece vedono sempre cose oscene ed i bambini prendono esempio, crescono con questi pensieri e non hanno pace nella vita. Di chi è la colpa? Dei genitori.
- Figli, createvi un mondo nuovo, finché fate in tempo, altrimenti siete perduti. Non vi lasciate abbindolare dai grandi, perché fanno i grandi finché gli servite. Vi mettono sull'orlo del precipizio, nel peccato. Siete adesso sull'orlo del precipizio, domani cadrete nel burrone. Ma se voi volete e met­tete la buona volontà ce la potete fare da soli, pre­gando e frequentando gente che è migliore di voi, che amano Me. Io voglio essere amato, non come amo voi, ma la millesima parte.


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