È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Tempo propizio di verificare , provare, tentare,se stessi sul cammino di Dio




 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Colloqui Spirituali tra Gesù e Natuzza Quaresima 2008

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2015 17:45
23/02/2015 17:37

Colloqui Spirituali tra Gesù e Natuzza Quaresima 2008

Natuzza: Piangevo perché mi faceva male il piede destro e passeggiavo.
Padre Pio: Ancora non ti sei preparata alla Quaresima? Ti sei dimenticata che hai da combatte­re e da gridare? Non sei pronta?
Natuzza: Io sono sempre pronta.
Padre Pio: Non ti arrendi?
Natuzza: No.
Padre Pio: Sai lottare! Lotta, lotta.
Natuzza: Se mi aiutate, lotto.
Padre Pio: Quando mai ti abbiamo lasciata sola? Hai lottato insieme a noi! Se non ci fossimo noi, non sapresti lottare.
Natuzza: Non ce la faccio, non ce la faccio.
Madonna: Ce la fai! Vedi quante anime sono venu­te. Gente che non è mai venuta e si ristora l'anima. Perché vengono? Vengono per l'esempio che hai dato e per quanto gli vuoi bene. Invidiano la tua fede. Sono lo che l'invito e li chiamo. Perché invo­chi la morte?
Natuzza: Madonna mia, ma vi prendo in giro? Ma mi sento male o sono fissata?
Madonna: Si, ti senti male perché non hai un cen­timetro di carne che non soffre. Soffri e tu chiedi al Signore ed a Me: "Che cosa volete da me?". Tu cer­chi. Gesù è assetato di anime e d'amore, tu sei asse­tata di sofferenza e gli dici: "Che Volete di più?". Perché lo dici?
Natuzza: Perché voglio sapere da Lui una cosa pre­cisa che mi vale, non quella che faccio angosciosa­mente e con lamenti. Non mi voglio lamentare per­ché so che dispiaccio a Gesù.
Madonna: Anche Gesù sulla Croce s'è lamentato. Non sei tu, ma è il corpo che non resiste. Vedi tutta questa gente, te l'aspettavi?
Natuzza: No.
Madonna: E non sei contenta?
Natuzza: Certo che sono contenta.
Madonna: Se ne vanno felici e ristorati e così si ristora anche il cuore di Gesù ed il Mio cuore.
Gesù: Quante anime si convertono. Quante anime, figlia mia, la tua sofferenza mi ha portato. Tu soffri e mi dispiace, però quante anime! Non ti lamentare. Se non ci fossi tu, ci sarebbero state loro? No. Quelli che vengono se ne vanno ristorati. Tu devi contare che per ogni 10 ce n'è una magari che non prova la stessa sensazione, ma la maggior parte tro­vano sempre di più, la pace nel loro cuore. Se ne vanno felici e portano l'esperienza alla famiglia.
Natuzza: Ditemi che volete di più perché io non ce la faccio.
Gesù: Figlia mia, ti ho messa in mezzo ad un bran­co di lupi. Ci sono quelli che sono rimasti rapaci e quelli che sono cambiati. Anche la sofferenza fa maturare i lupi.
Natuzza: Signore, ti ringrazio perché io sono inna­morata. Vorrei che tutto il mondo s'innamorasse come sono io innamorata di Te!
Gesù: Anch'io sono sempre stato innamorato di te. Io sono innamorato di tutti, ma di te in un modo particolare perché ti ho cresciuta nel ventre di tua madre, prima che tu nascessi. T'ho fatto per Me e t'ho fatto per tutto il mondo. Ti ho fatto come voglio io e non come vuoi tu.
Natuzza: Signore, dimmi cosa vuoi.
Gesù: Mi sono preso tutto, non c'è niente che mi posso prendere più, mi sono preso anima e corpo.
Natuzza: Signore, quando finisce, questo corpo deprezzato, questo corpo marcio?
Gesù: Stabilisco io quando finisce, il giorno e l'ora, non lo puoi stabilire tu o qualcuno per te.
Gesù: Lo so che hai passato una vita travagliata.
Natuzza: Allora vi divertite?
Gesù: Non è che mi diverto, mi appoggio. La tua sofferenza Mi consola, ma a te porta dolore. Dopo un'ora, dopo due ore, dopo una giornata il dolore ti passa, ma un peccatore che và all'inferno, non esce più.
Natuzza: Mi avete promesso che non mandate nes­suno all'inferno, vi siete pentito?
Gesù: Con le lacrime. E se sapessi quante amarez­ze ho lo! Come un padre, una madre quando hanno un figlio perduto.
Natuzza: Quelle lacrime mi scendono dentro. Non me ne importa di quello che soffro, anche se dico "Ahi, ahi, ahi, ahi ". Signore, non prendere le paro­le "ahi ahi", prendi il mio cuore.
Gesù: Per te è umano, com'era umano per Me sulla Croce, anche Io ho fatto qualche lamento.
Natuzza: "Signore dimmi che cosa vuoi". Te lo ripeto sempre e poi mi pento di avertelo detto, per­ché tu lo pigli in parola.
Gesù: Non rimiscitare. Che vuoi impazzire alla vecchiaia? Non voglio niente, mi sono preso tutto, anima e corpo, non c'è niente che mi devo prendere. Offri questa sofferenza perché quattro persone sono pronte a fare una cosa, la più brutta che c'è, e mi dispiace per tutti.
Dopo alcuni giorni.
Gesù: Con le lacrime. Figlia mia, figlia mia. Mi ha abbracciata. Figlia mia, abbiamo risolto.
Gesù: Io sono assetato di anime e tu sei assetata di sofferenze.
Natuzza: Signore, ma oggi mi hai lasciata sola? Nessuna cosa ti ho potuto offrire. Ho fatto qualco­sa?
Gesù: Per un attimo solo t'ho lasciata, per vedere cosa sai fare da sola, senza di me. Quando tuo figlio non era in casa, che facevi? Entravi ed uscivi dalla porta per vedere quando arrivava. Eri impaziente! Ed lo metto alla prova la tua pazienza.
Natuzza: Ho forti dolori ai piedi...
Gesù: Figlia mia, il Cireneo mi ha aiutato una volta sola, mentre tu mi aiuti tutta la vita. Non te ne pen­tire perché abbiamo fatto grandi cose: la cosa più bella che mi sta a cuore come sta a te è conquistare le anime.
Natuzza: Datemi una sofferenza alla volta, perché non ne posso più.
Gesù: Ma che ti pare che sono crudo?
Natuzza: lo non capisco nemmeno quello che dite.
Gesù: Tu questo intendi? Se Io ho pietà dei vermi­ciattoli, come non posso avere carità e pietà di te?
Natuzza: Datemi una sofferenza per volta, per sop­portarla.
Gesù: Non le hai sopportate fino ad oggi, per tutta la vita? Ti è mancato qualcosa? Chi ti ha dato la forza? Io accanto a te. Anche la sofferenza serve.
Natuzza: Come volete.
Gesù: Questa risposta non mi piace.
Natuzza: E che devo dire?
Gesù: Quello che hai detto sempre: "Accetto tutto ciò che volete e fatemi soffrire la notte perché non voglio apparire il giorno".
Natuzza: Allora mi avete preso in giro?
Gesù: Non in giro, quello che mi serve mi piglio. Quando una offre, non si pente. Tu hai offerto e non ti sei pentita. Se tu ti fossi pentita, ti avrei lasciata. Quante volte te l'ho detto? Te lo dico pure oggi. Vuoi lasciata? Vuoi restare sola senza di Me? Non ti piace la Mia compagnia? Vuoi meglio la solitudi­ne? Vuoi meglio spettegolare? Spettegola con Me. Natuzza: No! Sono ammutolita e mi sono messa a piangere.
Gesù: Parla! Hai perso la parola? Quando viene gente la parola la tiri fuori e con Me no? Ti è venu­ta la soggezione adesso? Hai perso la confidenza?
Natuzza: Ho paura delle risposte. Vi rimprovero ogni minuto quando vi dico: "Ditemi cosa volete!", ma poi mi pento.
Gesù: Tu hai ragione di dire "Ditemi cosa volete", ma siccome Io mi sono preso tutto, non c'è niente più che mi posso prendere.
Natuzza: Signore mio, mi volete tagliare a pezzi? Tagliatemi. Mi corico qua, là, dove volete e taglia­temi.
GesùRidendo. Tu sei a pezzi! Non c'è bisogno che ti corichi, se voglio tagliarti basta un sospiro.
Natuzza: Eh, Signore mio, voi volete scherzare? Ma io non sono il tipo che scherza, anzi sono muso­na, perché se scherzavo forse li superavo meglio.
Gesù: Meglio di così nessuno li supera.
NatuzzaHa sorriso, mi ha accarezzata ed è scom­parso.
Gesù: La sofferenza serve. Potrei non soffrire. Io accetto la sofferenza e vorrei avere invece sette, otto, venti, trenta che mi danno una mano, a cui appoggiarmi. Le compatisco, perché non hanno la forza che hai tu. Non sono costanti. Figlia mia, si ritirano perché hanno paura della sofferenza. Quando hanno una sofferenza non sono più amico loro. Pensano che sono Io che mando le sofferenze. Invece me ne servo delle sofferenze, come ho detto sempre. Tante volte mi servo di un male per ricava­re mille volte un bene.
Natuzza: Davvero Signore ce ne sono pochi amici che sopportano in questa maniera. Sbattevo le mani sul letto per il dolore.
Gesù: Mi vuoi picchiare?
Natuzza: Non a Voi, Signore mio. Vi voglio abbracciare. Ogni tanto, quando mi fa male dapper­tutto faccio così.
Gesù: E che mi vuoi menare?
Natuzza: No, picchiatemi Voi, perché sbaglio sem­pre quando parlo. Lo capisco dopo.
Gesù: Come ti piace giocare col Padre. Tu hai detto sempre che non hai padre e mamma ed ora stai gio­cando.
Padre Pio: Ci vogliono anime generose e forti. Ma ci vuole pure la buona volontà per saper offrire e non lasciarsi tentare. Hai imparato da piccola la carità, l'amore e la benevolenza.
Natuzza: Non ne ho avuto mai carezze. Ed ora ne sento il bisogno.
 
Natuzza: Ho forti dolori e dico "Signore che vuoi da me". Ma poi mi pento, sono vigliacca.
Gesù: Mi sono preso tutto, figlia mia. Sii contenta. Tu sei con Me ed Io con te. Ti sei offerta tu stessa anima e corpo, non ti sei pentita. Ogni tanto dici questa frase, ma anche Io sulla Croce ho detto qual­cosa perché il corpo è debole. Non mi offendo, non ti dispiacere di questo.
Natuzza: Caro mio Signore, non offenderti.
Gesù: E tu sei offesa con Me?
Natuzza: No, io mai.
Gesù: E allora? È la stessa cosa. Io non mi offendo, dimmi qualunque cosa vuoi.
Natuzza: Ho il tormento a fianco.
demonio: Tu che l'adori, guarda come ti combina. Ti fa tutto per dispetto, ti martorizza, si è preso l'ani­ma e il corpo. Sei felice di questo? È una gioia per te?
Natuzza: Signore tu che fai? Nemmeno mi difendi?
Gesù: Stai tranquilla, sei difesa con una corazza di ferro.
Natuzza: E m'incoraggio... Ma sono più turbata quando se ne va perché poi faccio: "Ahi, ahi, ahi, ahi". Che cosa ho promesso a Gesù? Sono pure falsa col Signore.
Padre Pio: Non è vero.
demonio: È vero.
Natuzza: Sono combattuta.
Padre Pio: Non dare ascolto al demonio perché a me ne ha fatte di tutti i colori.
demonio: Non è vero, l'ho sempre aiutato. Quello che ha fatto, l'ha fatto per me, l'ho aiutato io. Tu non vuoi? Peggio per te.
Natuzza: Non ne voglio cose da te. Io voglio la gioia del Signore e della Madonna!
Gesù: Quando t'innamori e lo dici ad un uomo, prima o poi finisce, ma il mio non finisce mai. Se uno è generoso e si comporta bene, riceve dieci volte tanto di quello che dà.
Natuzza: Quando vedono che soffro, i santi mi confortano con qualche parola...
S. Filippo Neri: Mi critichi perché sono bruttino? Ma sono bello dentro. Uno dev'essere bello dentro per il Signore e per la Madonna. Non serve la bel­lezza esteriore, perché si infracidisce, finisce, men­tre la bellezza interiore non finisce mai e la gioia è in eterno.
Santo: Io ero buono nella mia vita, non aspettavo la gloria delle persone, che è una cosa esterna e pas­seggera.
Santo: Pazienza, pazienza, sopporta la Croce, accompagna il Signore.
Santo: Pazienza figlia mia, il Signore t'ha scelta per un giusto fine. Il suo progetto è questo, non sei nata a caso. Non ti preoccupare...
Santo: Non muori, non muori figlia mia, non ti preoccupare, non muori mai tu.
Padre Pio: Parlare di Dio è una medicina per lo spi­rito.
Natuzza: Dopo una notte di sofferenza. Signore mio, perché non mi date la forza?
Gesù: E ne vuoi ancora di più forza? Hai la forza di un cavallo. All'età tua chi ha questa forza che hai tu?
Natuzza: E perché ce l'ho questa forza? Perché volete Voi. E se Voi volete mi potete far superare le sofferenze con più calma, non agitata.
Gesù: Ma non sei agitata. Tu hai sofferenza e amore per me. Io mi voglio acquistare anime con la tua sofferenza, ma non te la provoco io. La sofferenza non viene da Me. Io accetto per amore, perché mi voglio conquistare la fiducia e l'affetto degli uomi­ni malvagi. Non riesco e voglio anime che mi sostengano, e mi sostengano con amore. Il sostegno fino ad oggi me l'hai dato tu. Non ti sei mai ribel­lata, per questo ti voglio bene. Ognuno dei miei figli ha sempre da dire contro di Me, per ogni mini­ma sofferenza, per ogni minima mortificazione. Accetto anche gli insulti per una sciocchezza, per una stupidaggine. Uno che vuole salire in alto, non è una sciocchezza? Sale per poco tempo ed allora non ci pensa, non riflette, ci prende gusto a perdere l'anima. Io voglio purificato lo spirito e loro mi fanno inghiottire grumoli amari di peccati, di padroneggio, di ammazzare senza scrupoli.
Guardano solo i loro interessi, la poltrona; non guardano il Signore. Ci dev'essere qualcuno che ripara. Io scelgo qualcuno in ogni famiglia, però non mi risponde, perché il sangue è quello, l'educa­zione è quella, l'esempio è quello. Te lo ripeto mille volte quasi tutti i giorni, lo vuoi capire? Ti vengo incontro ad aiutarti, tutti i giorni. Nemmeno i caval­li reggono così, e la forza chi te la dà? A quest'ora eri morta.
Natuzza: Signore, volevo meglio essere morta, per­ché così ero con Voi.
Gesù: Ma perché ti lamenti, sei sempre con Me. T'ho fatto qualche mancanza? Non ti ho amata abbastanza? Cosa volevi dire "volevo essere morta"? Morta in eterno, o in Paradiso in eterno?
Natuzza: In Paradiso per abbracciarvi.
Gesù: E perché, non mi abbracci sempre? Ti sei lamentata perché non hai padre e mamma. Non ti ho fatto sempre Io da mamma e da padre? Io sono mamma e padre. Tu sai che ti voglio bene come una bambina nella culla, non come una donna adulta, perché tu mi rispondi come una bambina senza capire quello che dici, però Io capisco a quale senso corrisponde la risposta. Io capisco tutte le anime, tutti i vostri cuori, se sono cattivi o buoni. Offri questa sofferenza per i giovani.
Natuzza: Io la offro, ma non più di tanto. Tante volte dico: "Ahi, ahi" e non vorrei. Chi è che sa quello che soffro io? Nessuno.
Gesù: Lo so Io quello che soffri e quello che offri. Sono dolori insopportabili, però ti do la forza, perché Io voglio anime, non voglio lupi che rapinano la pace degli altri. Voglio anime, ma anime buone e perciò ci vuole chi offre la sofferenza per gli altri. Ti potresti ribellare: "Devo soffrire io per gli altri?" Ma uno quando fa una scelta, non è a caso. Tu offri per amore.
Natuzza: Ma io non ho fatto la scelta, perché non capivo quello che mi aspettava.
Gesù: Tutto rientra nel disegno. Hai incominciato a soffrire e piano piano ti sei abituata alla sofferenza. Non ti potevo dire tutto in una volta. Piano piano hai capito che mi servi. E tu predichi che la soffe­renza è un dono di Dio
Natuzza: Perché non potevate scegliere un'altra?
Gesù: Non tutti sono disponibili, non tutti accetta­no, non tutti offrono la forza dell'anima e del corpo.
Natuzza: Signore mio, io non capivo, altrimenti può darsi che non accettavo.
Gesù: Tu accettavi perché era il mio piano e hai accettato apposta.
Natuzza: Allora a condizione ho accettato?
Gesù: Per guadagnarti il Paradiso e farlo guadagna­re agli altri.
Natuzza: È orgoglio se vi ho chiesto di soffrire la notte?
Gesù: No, lo hai chiesto per essere disponibile ad ascoltare la gente e consolarla quando ti porta il suo fardello.
Gesù: Quanto sono amareggiato! Mi rinnovano la Crocifissione tutti i giorni, prima le madri e i padri e poi i figli. La colpa è dei genitori. Adesso gli viene difficile fare i genitori perché è troppo tardi. Lo vogliono fare solo a comando e non insegnando la vera educazione.
Natuzza: Signore, qual è la vera educazione?
Gesù: A parole povere ora te lo spiego. La vera educazione è quando cominciano, a due anni, a tre anni a portarli in Chiesa, a insegnare loro il segno della Croce, a dirgli dov'è Dio, dov'è la Madonna. La vera educazione è questa: dire "buon giorno" e "buona sera" ai genitori, alla mamma, ai nonni. Hai capito o no? Questa è la vera educazione.
 
Gesù: Ho fiducia che i giovani si possano salvare, attraverso l'esempio degli altri. Non tutti si dedica­no per istruirli. Hanno il cattivo esempio dei geni­tori, che sono ladri, che vogliono andare al potere, che bestemmiano, che conducono una vita corrotta ed i figli lo sanno. Non hanno buoni esempi. Se i giovani si perdono, la causa è anche l'esempio dei genitori. I genitori, quando hanno un bambino, devo­no cominciare dai primi giorni a fare capire dov'è Dio, dov'è la Madonna, il male ed il bene. Invece vedono sempre cose oscene ed i bambini prendono esempio, crescono con questi pensieri e non hanno pace nella vita. Di chi è la colpa? Dei genitori.
- Figli, createvi un mondo nuovo, finché fate in tempo, altrimenti siete perduti. Non vi lasciate abbindolare dai grandi, perché fanno i grandi finché gli servite. Vi mettono sull'orlo del precipizio, nel peccato. Siete adesso sull'orlo del precipizio, domani cadrete nel burrone. Ma se voi volete e met­tete la buona volontà ce la potete fare da soli, pre­gando e frequentando gente che è migliore di voi, che amano Me. Io voglio essere amato, non come amo voi, ma la millesima parte.


23/02/2015 17:42

Figli miei, ve lo ripeto, non vi lasciate abbindolate dai grandi, perché vi usano, e voi ancora non l'ave­te capito perché siete ingenui. Nessuno vi ha istrui­to. Vi istruiscono al male, per i loro interessi. Non date retta! Date retta alle cose belle, alle cose sante, alle cose che fanno bene all'anima vostra. Quelle per il corpo durano poco e qualche giorno vi penti­rete e non potrete tornare indietro.

Date retta ad uno che vi pare un amico, ma vi usa per interesse. Non credeteci. Aprite gli occhi e apri­te le orecchie.

Non date ascolto alla malvagità degli uomini. Se voi volete, potete costruirvi un mondo nuovo, un mondo vostro, un mondo di pace e di serenità, e non di ricchezza, come vi fanno credere. Vi illudono e peccate; vi usano per i comodi loro e poi dicono "Arrivederci", e non li vedete più.

Diavolo: Sono chiacchiere, non gliene importa dei giovani. Dice a te così perché Gli piace martoriz­zarti.

Natuzza: Dicevano i preti che tu non c'eri.

Diavolo: Ci sono stato sempre e ci sarò, e finchè ci sei, se non mi ascolti, ti faccio crepare.

Natuzza: Signore, ma perché avete scelto me? Una stupida, una cretina che non capisce niente.

Gesù: Ti voglio così, che vuoi diventare dotta? Chiudi la bocca, queste cose non si dicono. Io ti capisco sempre. Hai visto qualche volta o hai senti­to parlare che qualche scienziato mi ha portato venti anime? Gente povera sì. Il Cireneo l'ho voluto per appoggiarmi un pochettino, per sollevarmi la Croce. Chi ti pare che fosse? Uno stupido. Se era una persona importante non veniva. Il Cireneo mi ha accompagnato una volta e tu è da una vita che mi accompagni.

Natuzza: Quello ce l'aveva la forza, perché era un uomo. Io non ne ho forza.

Gesù: Ti dico che ce l'hai mille volte più di lui.

Gesù: La bellezza non serve, se non avete carità, se non fate tutto per amore degli altri. Non dite mai "Io, io", perché potete avere un momento di debo­lezza che fa crollare questo "Io".

Gesù: Ti sei pentita che hai accettato?

Natuzza: No! Mi ristoro, altrimenti avrei perso l'a­more Vostro.

Gesù: L'amore Mio è per tutti, ma se uno accetta, cresce. L' amore di un uomo, che ami per tutta la vita, dopo la morte finisce. L'amore Mio non fini­sce mai.

Gesù: È un momento particolare, e tu devi accet­tarlo per com'è.

Natuzza: Forse mi ribello?

Gesù: Non è una ribellione la tua, è una sofferenza, ma Io ho bisogno di sostegno.

Natuzza: Signore mio, io ho bisogno di sostegno. Voi siete Gesù, il sostegno ce l'avete perché coman­date.

Gesù: Anche su di me comandano gli uomini. Sai come? Bestemmiando, facendo peccati. M'insultano. Non mi conoscono, o fanno finta di non conoscermi.

Natuzza: Perdonateci, sbagliamo tutti.

Gesù: A me piace quello che state facendo e poi voglio che accontentate la Madonna. Io gliel'ho permesso. Anche Lei ha l'amarezza per i peccati della gente, ma è contenta quando ci sono i raduni. L'uno per mille non ci crede e fa barzellette, ma gli altri hanno la gioia nel cuore. Questo dovete predicare: che tutti partecipino alla gioia e la portino a casa. Questa è la gioia della Madonna.

Natuzza: Dopo la Quaresima mi passa il prurito?

Gesù: Non te lo prometto, perché sono più grossi i peccati che il prurito. Non hai capito che per te è sempre Quaresima.

Natuzza: Signore, accetto volentieri non solo il prurito, ma anche le sofferenze, perché nelle soffe­renze, mi consolate.

Gesù: Anche le lacrime si possono offrire, sono più dolci delle sofferenze.

Gesù: Mi aspettavi o no? Ti viene la paura?

Natuzza: Perché temo che mi rimproverate per la domanda che vi faccio: "cosa volete?"

Gesù: No, aumenta l'amore giorno per giorno. Tu come ti giri mi vedi nella mente, negli occhi, nel cuore. È talmente grande l'amore che mi porti negli occhi.

Natuzza: Nella mente. Se perdo l'Amore impazzi­sco. Senza di Voi non so stare...

Gesù: Non lo puoi perdere perché è un amore diverso da quello dei figli. Se non si perde quello dei figli, non si può perdere il Mio.

Natuzza: Gesù, avete gli occhi pieni di lacrime, vi ho fatto qualcosa?

Gesù: Oh, figlia mia, tu? Il mondo, non qualcosa, ma tante cose. Tra di loro si ammazzano per la potenza, per il denaro, per il posto, per l'orgoglio, per la superbia. Non sanno che la vita di questo mondo la lasciano? Non ci pensano per niente. Continua a pregare per i giovani, che sono corrotti già dalla nascita.

Gesù: Vedi quanta gente?

Natuzza: Mi ha abbracciata e ho sentito un forte dolore.

Gesù: Ti tengo con la mano e non senti dolore. Ora sei diventata debole? Il cuore non è mai debo­le, il cuore è malato quando porta rancore. Quando fa male per gioia e per amore, non è malato perché trova sollievo ed è pieno di gioia. Sollevati un po' e non ti rammaricare.

Natuzza: Come mi ha toccato ho pensato: "Non mi può venire l'infarto?".

Gesù: Non è l'infarto questo. È un dolore d'amore. Vedi che ho cambiato per non farti impressionare. Offri in questo momento per i giovani. Vedi quante persone ci sono qua, non credere che sono tutti curiosi, hanno pure la parte di calore, glielo tra­smetto Io, e molti di loro sono premurosi d'incon­trarmi. Vanno alla ricerca. Questa ricerca è buona. Anche se vengono con un certo stato d'animo, poi se ne vanno ristorati, consolati, il loro cuore gioisce e la gioia la portano a casa. Dura poco perché non è coltivata, nemmeno in famiglia. I ragazzi, i giovani hanno l'entusiasmo della ricerca, ma non la ritrova­no neanche in casa. Solo uscendo fuori di casa ed incontrando gente come voi, trovano qualcosa che li entusiasma. Dobbiamo andare incontro con l'amore, con la sof­ferenza, con la carità, con tutto. Vedi figlia, Io sono afflitto perché li vedo perduti, ma non voglio che si perdano. Tu vuoi che si perda un figlio? Non vuoi che si perda un estraneo, maggiormente un figlio.

Natuzza: Una volta diventava allegro, una volta amareggiato. Ditemi che devo fare.

Gesù: Che devi fare tu? Ti sei offerta una vita, ancora non è finita. Mi devi sostenere perché soffro. Ogni giorno mi rinnovano la Crocifissione, ma non sono i giovani che me la rinnovano, sono i grandi perché sono malvagi.

Gesù: Se uno non ha la fede viva, la sofferenza lo porta alla disperazione, perché non ha la forza per superarla. Ma chi ha la fede viva, la supera e dice: "Signore sia fatta la tua volontà". Quando tu mi chiedi qual è la mia volontà, ti rispondo che la mia volontà è dura. C'è gente che dice: voglio fare la volontà di Dio. Ma pochi l'accettano, e chi l'accetta si pente di averla accettata perché è dura. Si ribel­la e fa peccato. Gli viene lo scrupolo perché ha fatto una promessa e non l'ha mantenuta, soffre di più. Invece di dire grazie a Dio e di chiedere la forza per sopportarla, dice lasciami perché non ce la faccio. La sofferenza che ti arriva accettala e offrila.

Natuzza: Qualche volta vi ho insultato?

Gesù: Tu pensi che m'insulti quando dici: "Che cosa vuoi da me?" Ma quella parola non è un insul­to, come pensi tu. Tu sei come una che ha sete e vuole una goccia d'acqua. Ma quella non è sete di acqua, ma dell'amore di Dio.

Natuzza: E certe volte dico un'altra parola che non dovrei dire.

Gesù: E non ti giustificare ogni volta.

Natuzza: Vi dico "Signore mi hai abbandonato", oppure, "io ti voglio bene e ti vorrei sempre vicino a me. Ma quando vieni, mi porti amarezze e gioia nel cuore".

Gesù: Ma le amarezze del mondo le puoi evitare? Ci sono, figlia mia, non si possono evitare. Ci vuole preghiera e amore. Distribuire l'amore è anche pre­ghiera. Non vi sparate, come a quelli col fucile, per una parola. Accettatela come una prova ed offritela perché quella è amore ed a Me consola il cuore. Non mi consola, quando tra di voi non vi sopporta­te per una sciocchezza. Ho insulti continuamente, giorno e notte, dalla malvagità dell'uomo. Accetto gli improperi di una persona che non capisce il pec­cato. Ma da una che capisce che cosa è peccato e chi è Dio, non l'accetto, mi viene l'amarezza nel cuore. Cosa non ho fatto per voi? Che cosa non fac­cio per voi? Rimproveratemi! Vi insegno tutto ciò che è bello per l'anima e per il corpo. Non vi accompagno sempre? Non vi perdono? Non vi voglio come figli? Perché quest'amarezza? Allora non capite i vostri genitori quando parlano? Se i genitori sbagliano, sbagliano per amore, non perché vogliono sbagliare. Un genitore si deve sempre rispettare, anche se dà un consiglio sbagliato. Non arriva, non ha avuto il dono dell'intelligenza. Perché lo condannate? Un genitore vuole il vostro bene. Questo gli devi insegnare.

Parla, parla con i giovani e diglielo, perché maltrat­tano i genitori. È vero che la colpa è pure loro, ma i figli sono ingrati. Improperi, dispetti, capricci, rubano ai genitori, fanno tutte queste idiozie.

Questo Io non l'accetto, perché come dispiace a me e addolora il mio cuore, così anche ai loro genitori. Diglielo mille volte.

Natuzza: Come posso predicare ai giovani, che non ho la forza?

Gesù: No, che le forze ce l'hai quando si tratta di salvare un'anima.

Madonna: Solo Dio vi può dare la pace vera, non come quella che vi danno gli altri. La vera è quella di Dio. Gesù va in cerca di anime generose, che offrono e lo sostengono. Lui non soffre come spiri­to, soffre come uomo. Un padre soffre per un figlio, immaginate quanto soffre Lui per miliardi di figli. Ci vuole qualcuno che l'aiuti.

Natuzza: Come Madonna mia?

Madonna: Con la preghiera, con l'offerta della sof­ferenza: "Gli offro un fiore a Gesù". E chi lo deve insegnare questo? La mamma e il papà, ma da quando sono piccoli. Quando sono grandi sono come un pezzo di ferro che non si piega e richia­mano i genitori "Tu perché non l'hai fatto?" Ricordatevi che Dio vuole l'esempio dei genitori, l'educazione, l'amore per il prossimo. Il Signore, non vuole grandi cose, ma che vi manteniate forti, coraggiosi, che non peccate e date buon esempio ai vostri figli.

Gesù: L'amore si distribuisce. Distribuite l'amore, parlando, con l'esempio, l'incoraggiamento, con una parola di conforto. Questo è l'amore, non solo la preghiera. Uno che prega e poi non sa distribui­re, non mi aiuta. Devi distribuire e pregare. Pregate poco, parlate molto di Me e parlate di cose belle. Occupatevi di tutto e di tutti: questo è stare con Me.

Natuzza: Signore, me ne volete bene?

Gesù: Ma perché ti poni sempre la stessa domanda? Allora non sei sicura? Lo sai che ti ho cresciuta nel ventre di tua madre. Dimmi cosa vuoi?

Natuzza: Ah Gesù, avete imparato la mia "tiritera". Io non posso dire quello che voglio.

Gesù: Tu vuoi quello che voglio Io: la conversione di tutto il mondo. Io voglio bene a tutti e tu mi segui e ti poni le stesse domande.

Natuzza: Signore, mi avete fatto cretina.

Gesù: Ed io ti voglio così. Tu non mi vuoi come sono? Da quando hai capito qualcosa, ti poni tutte queste domande. Hai capito di più forse? Ti sei istruita? E rispondi, ma sei muta?

Natuzza: Ma Voi siete Principe, Re, il mio Amore. Ma voi lo sapete quello che ho nel cuore, c'è biso­gno che rispondo?

Gesù: Ma voglio anche la risposta, vediamo se è sempre la stessa.

Natuzza: Mi volete bene?

Gesù: Ed un'altra volta la stessa cosa! Dubiti del mio affetto, del mio amore. Io l'amore ce l'ho per tutto il mondo, ma per te che mi sostieni, mi allon­tano secondo te? Non mi posso allontanare, tu m'aiuti, mi dai una mano.

Natuzza: Signore, io vi do tutto il cuore.

Gesù: Si lo so. Sai perché? Perché, quand'eri bam­bina ti dissi: "Mi appoggio con un dito", e tu hai accettato. Se tu mi dai l'anima e il corpo, figurati se sono contento. Tu con un dito che potevi fare? Niente. Io con l'anima e il corpo, faccio mille cose, primo la conversione delle anime, perché assoluta­mente non voglio perdere nessuno.

Gesù: Prega per le persone: non voglio tutto l'amo­re che mi dai tu, ma la millesima parte. M'insultano, figlia mia, quando una cosa il diavolo gliela fa andare storta. Anche quando tu parli, la persona che non crede, esce con improperi contro di te: ogni mille ce n'è una. Ma a me m'insultano sem­pre, perché tutte le cose le vogliono perfette, senza soffrire. Io ho sofferto per tutti sulla Croce, ma non l'ammettono. Potevo fare a meno di soffrire, e inve­ce ho sofferto per voi tutti.

Natuzza: Signore, pure per me?

Gesù: No, eri piccola. Non mi potevo prendere di pena se tu m'insultavi. Non mi hai insultato, mi hai dato amore. Me l'hai dato e me lo hai distribuito.

Madonna: Figlia mia, non ce la fai. Ti aiuto io. Riposati un po'. Anche Gesù è triste per questo fatto. Stai soffrendo terribilmente, come quando colpiscono un animale a morte. Gesù si dispiace.

Natuzza: Madonna mia, io sono qua.

Madonna: Figlia, ti devi anche arrendere a non chiedere sofferenze a Gesù.

Natuzza: Ma come? Quando viene e lo vedo che soffre, con le lacrime agli occhi, come faccio a dire di no? Voglio aiutarlo e consolarlo!

Madonna: Lui si piglia la tua sofferenza per uno scopo ben preciso. Salvare tante anime. Lui è con­quistatore di anime. Soffre quando un figlio si perde. Allora fa come quelli che fanno a cambio.

Natuzza: E come, cambia me con un peccatore? Allora al posto di quello vado io all'inferno? Madonna: No, non è possibile questo. Quando uno offre è ricompensato o in un modo o nell'altro. Dio ricompensa sempre. Ricompensa senza avere il ritorno, immagina se ricompensa te che offri e dai con volontà.

Natuzza: E io non ne ho volontà, perché lo chiamo sempre, gli dico "che vuoi?" e non mi risponde. Quando mi risponde, mi dice: "Mi sono preso tutto". Che vuol dire tutto? Io sono viva, cammino. Che mi ha preso?

Madonna: Ti ha preso la cosa più bella e più importante: l'anima e il corpo. Anche il corpo appartiene a Dio. Lui ti cura il corpo per essere in forza e più pronta con lo spirito, perché il corpo serve per gli altri, lo spirito serve per te, per darti la forza. Io sto pure accanto a te, però so che tu hai preferito per tutta la vita Gesù. E allora qual è la tua consolazione? Gesù adesso lascia a me il posto? Non è possibile. Io non voglio che ti arrenda ades­so. Non ti sei arresa tutta la vita, ti arrendi oggi? Vuoi me o vuoi Gesù?

Natuzza: Voglio tutti e due.

Madonna: Però adesso hai perso il ritmo della con­fidenza. È la stanchezza o non vuoi bene più a Gesù?

Natuzza: Oh, a Gesù non voglio bene?! Mille volte più dei miei figli! Non voglio bene a Gesù?

Madonna: E allora! Vedi, Gesù ti sostiene. Se fosse stata un'altra persona, per quello che hai sofferto tu o era al Paradiso o era all'inferno, perché si arrendeva o si dannava. Invece tu offri con gioia. Adesso riposati un po'.

Natuzza: Madonna mia, siete contenta dei Cenacoli?

Madonna: Cresceteli e moltiplicateli!

Natuzza: Date la benedizione a questa casa, perché non sono contenta, sembra che i demoni ballano. Ha fatto un sorriso, mi ha messo la mano sulla testa e se ne è andata.

Gesù: Sei contenta?

Natuzza: Certo che sono contenta.

Gesù: Anch'io sono contento. Quante anime sono venute! Tu ti lamenti per la sofferenza? Non sei contenta per quante anime abbiamo portato alla sal­vezza? Sono contento di quello che fate (si riferisce ai lavori della chiesa). Tutto si porterà a termine, ma ci vuole del tempo. Così accontentate la Madonna.

Natuzza: Non disse: "Accontentate me ", ma "accontentate la Madonna", con un grande sorri­so. Nella mia mente: "Penso che il Signore non voleva, l'ha fatto per fare un favore alla Mamma".

Gesù: Se non volevo io, non si faceva. Le ho dato l'approvazione. Sono contento perché così accon­tentate la Madonna e la povera gente.

Natuzza: Datemi la forza!

Gesù: E perché, non te la do la forza? Te la sto dando. Anche io ho invocato il Padre per avere la forza, perché ho avuto momenti di scoraggiamento, non spirituale, ma per il corpo sofferente. Così sei tu. Arriva alla cima. Non vuoi arrivare? Io voglio anime. Ai miei tempi questa era la giornata più dolorosa.

Natuzza: Allora, Gesù, la fate passare a me?

Gesù: L'hai passata questa notte. Adesso affronta come gli altri giorni. Non ti scoraggiare. Ti sono mancato qualche volta? Mai. Come a me non è mancato mai il tuo conforto.

Io l'ho avuto e te lo do. Non che restituisco, sono carità e amore. Non si fanno le cose per restituire, per contraccambiare, ma tutto per amore. Come tu offri a me per amore e non dici basta. Perché mi vuoi bene. Ed io perché ti sto vicino? Perché ti sei offerta.

Natuzza: Ma se lo sapevo, forse non mi offrivo.

Gesù: E perché, ti è stata pesante la vita? E tu che sai, senza di me, che cosa facevi? Se tu hai uno che ti sostiene non ti viene pesante, come lo è stato per me. A me viene pesante perché tutto il giorno mi insultano. C'è qualcuno ché ti insulta?

Natuzza: Solo il diavolo.

Gesù: Ma hai affetto, carezze, amore, complimenti, e me che ti sto sempre vicino. Credo che non ti manchi nessuna cosa. A me sono mancate tante cose e mi mancano ogni giorno: mi manca l'amore dei miei figli. Quando tu senti lontano un figlio non soffri? Vedi, la metà del mondo è lontana per gusto, per piacere, per soldi, per superbia. Ecco perché cerco anime vittime, per accogliere tutti, non la metà sì e la metà no. Eppure tu devi reagire.

Natuzza: E non reagisco, che faccio? La mattina è come se sono sana.

Gesù: E chi ti fa così? C'è qualcuno che ti dà la forza? Io te la do. E sai perché? Perché fosti sempre generosa, fin da piccola. Ti ho scelta io, ma tu hai messo anche la buona volontà per scegliere, per migliorare e per amare. E mi ami sempre di più. Come ho amato te, amo tutto il mondo, però nessu­no mi corrisponde. Sono poche le anime generose e pure spesso gli viene la ribellione. Questo mi dispiace. Tu mi rimproveri, ma io ti accompagno, ti sostengo, ti amo, ti dimostro il mio affetto. A che manco?

Natuzza: Ma Signore, io non vi voglio bene abba­stanza?

Gesù: Troppo. Ecco perché cerco. Io cerco perché voglio salvare il mondo, ma particolarmente quel­le creature innocenti, che sono la metà del mondo corrotto.

Natuzza: Ditemi che cosa devo fare, io sono pron­ta sempre.

Gesù: Mi hai dato il corpo e mi hai dato il cuore. Mi hai dato l'anima. Non ti sei arresa?

Natuzza: Signore, se voi mi dite tutte le cose che vi fanno, come mi posso arrendere, anche se sono un verme di terra?

Gesù: Non sei un verme di terra, sei una figlia di Dio! Ce ne sono tanti vermi di terra, ma si arrendo­no facilmente. Ebbene finiamola qua e stai tranquilla.

Natuzza: Venite ogni giorno?

Gesù: Quando posso, vengo.

Natuzza: Ah, nemmeno voi ce l'avete il tempo?

Gesù: E quando cresci! Non ho il tempo? Il tempo ce l'ho sempre, però ogni tanto alle mie creature le devo lasciare perché si responsabilizzino e per vedere se sanno fare qualcosa di buono senza di me.

Natuzza: Se lasciate me, non so fare niente di buono.

Gesù: Sai sai, come non sai!

Natuzza: Ha alzato la mano per benedire ed è scomparso.

Gesù: Offri la sofferenza per le anime consacrate che mi fanno tanto soffrire. Il denaro è una cosa che fa gola. Non solo il denaro, anche i divertimenti, i piaceri, le cose belle, meno quelle dell'anima: L' anima per loro non è bella. Scrutano le anime per­ché cosa? Per curiosare o per confortarla? Fanno come quando si va a comprare un oggetto. Dicono: "Costa tanto, costa tanto" e poi lo lasciano. Così lasciano alla perdizione le anime. Che cosa non ho fatto per loro? Mi immolai sulla croce prima per loro e poi per tutti voi. E queste anime non le por­tano a me, le portano al diavolo. Fanno vedere che era elegante, che era bella. Al confessionale si parla dell'anima, non di sciocchezze, non di appuntamenti e non di gusti. Che l'avete fatto a fare il con­fessionale? Per dire delle idiozie, delle porcherie? Per insultarmi di più? Diglielo! E che sei diventata muta? Non parli più?

Natuzza: Gesù, voi predicate sempre, ma io non ho la forza di predicare più. Quando viene qualcuno a tu per tu una cosa gliela dico, ma se non mi doman­da che gli dico?

Gesù: Lo prendi per la gola e glielo dici lo stesso. Io voglio meglio nemici che traditori. Io ammetto la gioia e la letizia. Anch'io do' alle anime che mi appartengono, e pure a quelle che non mi apparten­gono, gioia, letizia, amore, pace nel cuore e carità, ma loro non sentono. Lo hanno preso come un diploma qualsiasi, non come una missione per le anime.

Natuzza: Ed io che posso fare?

Gesù: Tu puoi offrire, però devi pure parlare.

Natuzza: Madonna mia, perché siete triste?

Madonna: Tu quando hai un figlio che soffre non sei triste? Soffri pure per un estraneo, immagina per un figlio. Tutto quello che appartiene a Gesù appar­tiene a me. Sono figli di Gesù, ma pure miei. Che volete da questo Gesù? Che pretendete di più? Vi ama, vi ha dato la vita, vi ha dato l'amore e ve lo continua a dare. Pure voi peccatori, peccatrici non ve ne accorgete o non volete accorgervene? Accantonate le cose belle, e continuate a fare le brutte. Sapete che è peccato, ma non ve ne importa niente. "Ho il tempo, quando sono vecchio mi con­fesso". E chi te lo dà il tempo? Sei sicuro del tempo?

Gesù: Sono amareggiato per quelli che si sentono grandi, potenti. Sono pieni di ambizioni, vogliono avere uno più dell'altro. Non aspirano ad un lavoro onesto, rubano, s'ammazzano per il denaro e poi lasciano tutto, e c'è chi muore pure arrabbiato, dan­nato. A cosa serve guadagnare tutte queste cose se poi si perde l'anima? Non solo si perde l'anima, ma si vive male pure sulla terra, non si vive in pace, si lascia tutto.

Madonna: Dovresti vedere quando dividono il denaro! Più di uno muore e non sanno come toglier­selo di mezzo. Non è amareggiato il Signore per un figlio che uccidono per denaro? È pieno d'amarez­za. Gesù vuole sempre un sostegno. Pregate perché qualche anima generosa va all'incontro di Gesù e si possa innamorare. Mi dispiace vedere Gesù ama­reggiato per una sofferenza mai conosciuta dal mondo e mai capita, perché non conoscono Dio e non lo vogliono conoscere.

Gesù: Se mi conoscessero, direbbero: "Non dob­biamo far soffrire il Padre". Pensano: "Ho paura di mio padre se scopre che ho fatto una marachella". Di me non hanno paura. Io non metto paura, Io vado incontro a loro con amore. Sono loro che mi rifiutano.

Madonna: Perché non l'ascoltano? Sempre per questo maledetto denaro.

Piangete. Le anime vittime, che volete consolare Gesù, lo pensate come un figlio, come un marito che soffre, ma non come Dio, Puro, Vero e Santo. Pensate che soffre come uno della terra, per uno, per due, per dieci figli, ma il Signore soffre per tutto il mondo, per miliardi di figli. Immagina l'amarez­za ed il dolore di Gesù. Diglielo, predica.

Natuzza: E come predico se mi manca la forza?

Madonna: Dio te la dà. Io prego, ti sto accanto.

Natuzza: Ditemi quello che volete. Ma troppo tardi vi siete messa a cura, perché prima avevo la forza di parlare.

Madonna: Questo era il tempo giusto.

Natuzza: Ora sono vecchia e non servo più a niente. Posso solo pregare ed offrirvi la sofferenza.

Madonna: E dici niente? La sofferenza è un dono di Dio e tu veramente l'hai accettata come un dono, non come un castigo. Non dare retta a chi ti dice che è un castigo. Dio non castiga, Dio ama i suoi figli, li ama sempre. Perché dicono: "Dio mi ha castiga­to?". Un padre castiga i figli? Nemmeno quando gli danno le amarezze, perché più amarezze gli da e più l'accoglie il padre, per non perderlo. Così fa Gesù, si serve di ogni mezzo per recuperare i figli, quan­do il mezzo c'è, quando il mezzo funziona, quando il mezzo è disponibile. Allora il Signore... Natuzza: E Madonna mia, allora approfitta Gesù? Se una gli dà un dito, si piglia la mano? Madonna: Che cosa ha fatto con te Gesù? Prima ti ha dato un dito, poi la mano e poi la spalla e poi la parte del cuore.

Non ti lamentare perché Gesù è innamorato di te come tu sei innamorata di Lui. Ti ha fatto strumen­to cieco nelle sue mani. Quando gli servi, ti usa.

Natuzza: Madonna mia, voi con queste parole, mi consolate e non mi fate sentire tanto dolore. Quando sento dolore, vorrei superarlo, non pian­gendo, ma contenta, sorridente.

Madonna: Anche Gesù sulla Croce si è lamentato.

Non sei tu in quel momento, è il corpo che soffre e non è capace di difendersi. Come si difende il corpo? Pensando come fanno gli altri, idiozie di qua, idiozie di là? Ma se tu ti concentri e pensi che tuo padre è pieno di amarezze, pure tu ti riempi di amarezze, ed allora non ti viene il coraggio, ti viene l'angoscia.

Tu, figlia mia, l'angoscia gliela offri al Signore ed il Signore accetta questa sofferenza. È un appoggio. Tu, per esempio, c'è uno che ha un peso sulla testa, se glielo sollevi un po', lo sollevi.

Allora, quando parlano con te e tu sei piena di dolo­ri, in quel momento che fai? Il dolore lo metti da parte e dai retta alla persona. Così fa il Signore.

Natuzza: "Stamattina una buona tiritera", ho detto nella mia mente.

Madonna: No, figlia, non è come pensi tu, una "tiritera", una mamma vuole aiutare i figli. Io sono afflitta assieme a Lui, ho sempre sofferto in silen­zio, gli sono sempre stata accanto, l'ho incoraggia­to, ho preso parte al suo dolore e stavo quieta, ferma. Vedi che ti è rimasta la parola "Buono, buono, figlio"? Anch'io dicevo sempre questa paro­la a Gesù.

È un incoraggiamento. Se tu non ci avessi stampati nel cuore e nella mente, come intendi tu, non supe­ravi la sofferenza.

Natuzza: Signore, quando muoio come faccio senza di Te?

Gesù: E perché tu muori? Non muori, non muori mai. È lo stesso che sei qui con Me, meglio. Natuzza: Ho questo conforto, ma ho pure queste sofferenze.

Gesù: Chi non soffre, non gode.

Natuzza: Signore, ti amo, ti voglio bene, prego per chi non ti prega, ti amo per quelli che non ti amano. Signore, ti aspettavo.

Gesù: Mi aspettavi? Per i rimproveri, o per l'amo­re che provi?

Natuzza: Per l'uno e per l'altro. Se mi merito rim­proveri, correggetemi.

Diavolo: Intanto ti ha sistemata.

Gesù: Non dare retta, che sistemato è lui, povero disperato.

Gesù: Con gli occhi pieni di lacrime. Per me, come oggi, fu il giorno più doloroso, perché non volevo perdere i figli. Ero sicuro che era morte e risurre­zione. Ero sicuro di questo, ma avevo una sofferen­za atroce! Figlia mia, io ti do la forza per accettar­la, per offrirla, così tante si salvano. Tu mi dai un appoggio. Chi ti dà la sofferenza? Il diavolo, però io lo permetto. La sofferenza mi sostiene. Io voglio l'appoggio per superare. Anche io sulla croce ho avuto brutte tentazioni e c'è stato un momento in cui mi sono ribellato. Non ti fare, come la Madonna, come San Francesco, come tanti che hanno sofferto, non ti fare una croce, non rimiscita­re pensando che mi offendi. Non sei tu, non è lo spi­rito che si ribella, ma è il corpo perché non resiste. Dopo lunghi anni, se non ero vicino a te, chi ti dava la forza, chi ti consolava? Tu dici: "Non ho avuto né mamma e né padre che mi dessero un po di confor­to". Non te l'ho dato io? Non te l'ha dato la Madonna? Non te lo do anche adesso? Sopporta ed offri, tante anime le salviamo.

Che cosa cerco? Cerco anime per salvarle. Non sono come quelli che cercano il posto, la sedia, per orgoglio, per superbia, per accumulare tesori. Questi non sono felici. La felicità la diamo noi quando un'anima si salva.

Figlia, non ti dispiacere! Ti voglio bene e soffro con te, più di te. Io da te non aspetto grandi cose, perché le grandi cose le abbiamo passate insieme. Queste piccole cose le devi offrire, perché ci sono tante anime che si perdono. Anche prima si perdevano, ma adesso di più perché i genitori non si occupano dei figli e i figli stanno andando a dirotto alla per­dizione. A me addolora più per i figli e non per i genitori, perché i figli sono innocenti e non hanno colpa. Che cosa conta? Dare l'esempio ai propri figli. Se l'esempio non lo danno, la colpa è loro. Queste creature sono come le piante secche a cui non mettono mai l'acqua. Se voi non mettete l'ac­qua ad una pianta non cresce, secca, così seccano loro e questo mi addolora, perché io sono padre e madre. Ho bisogno del sostegno di preghiere, di sofferenze, di offerte fatte con tutto il cuore. La per­sona che si offre deve essere disponibile. Se la sof­ferenza l'accetta per forza non ha valore.

Natuzza: Signore, perdonatemi, perché mi è venu­ta la disperazione!


23/02/2015 17:44

Gesù: Non è una disperazione, è una pena per te. Con la disperazione una si danna, ma la pena la sof­fre nel cuore come la soffro Io, e ricava qualcosa per la sua anima. Vale per te e per gli altri. Ecco per­ché ti ho fatto mamma e non ti devi mai pentire: sei una mamma che conosce e capisce tutte le mamme. Se non eri mamma tante cose non le capivi.

Natuzza: E Signore mio, soffrivo di meno!

Gesù: La sofferenza poteva essere in un altro modo. Ogni tanto sei pure provata dai tuoi figli e così ti penetri nel cuore delle mamme.

Madonna: Ascolta le parole di Gesù e confortati. Quando parli con Gesù trovi conforto, quando parli con la gente provi amarezza. Perché vedi il male. Gioia e dolori. Non ci sono le rose senza le spine. Dove c'è la rosa c'è anche la spina e si deve accet­tare l'una e l'altra.

Natuzza: Signore, non ce la faccio per scendere a Messa.

Gesù: Tu scendi a Messa lo stesso. Non ti preoccu­pare, la forza te la do, perché è un tuo desiderio. Per lunghi anni non hai potuto. Non sei contenta?

Natuzza: Certo.

Gesù: Le anime che vengono, anche se non ti vedo­no, sono contente lo stesso. Quindi devi essere contenta come sono contento Io. Più della metà sono convertite. Mi facevano soffrire terribilmente. Il legno della croce ce l'avevo sempre addosso. Adesso quelle convertite mi sostengono un poco con la preghiera. C'è gente che mi conosce e prima si rifiutava di conoscermi. I giovani, sono corrotti dalla malvagità, ma sono buoni. Sono più santi dei grandi, però non hanno un indirizzo, una direzione nè dai genitori né dagli amici. Non frequentano amici buoni come loro. Gli amici cattivi corrompo­no i buoni e c'è un miscuglio di peccato. È un'a­marezza per me. Quindi che cosa ci vuole? La pre­ghiera, la penitenza, l'amore. Questa è la predica che devi fare: dare e distribuire l'amore, far capire che la Madonna e Gesù li vogliono bene. Non capi­scono loro, perché i genitori non gliene parlano mai. Parlano di soldi, di macchine, di cose grandio­se, ma meno della Madonna e di Gesù. Quindi che vuoi che imparino? Ascoltano i litigi tra marito e moglie.

Ti è capitato tante volte di dare una corona a un bambino di otto, dieci anni e lui non sa a che cosa serve? È colpa del bambino secondo te? È colpa dei genitori. Devono dire a che serve, perché devono amare. Creano odio. Se la mamma è nemica con un'amica fanno diventare nemici anche le creature. Che c'entra? Creano odio su odio. Come possono imparare se ci sono o se c'è la Madonna? Come imparano cos'è l'amore e la carità?

Non possono imparare. Non è colpa loro. Io me li abbraccio, li voglio bene, li salvo, io vado incontro a loro. I genitori meriterebbero il castigo.

Natuzza: Voi siete Padre di misericordia, anche i genitori condannate?

Gesù: Tutta la generazione è così, perché i genitori non hanno insegnato ai figli. È una catena di pecca­to. Quindi noi che cosa vogliamo? Creare una cate­na di amore e farla creare anche alla gioventù. Ci piacciono i raduni che fate voi perché gli infondete l'amore. Parlate dell'amore mio, che voglio bene a tutti.

Natuzza: A me ne volete bene?

Gesù: Sì, come no.

Natuzza: La gente mi dice che se mi volevate bene non mi avreste fatto soffrire.

Gesù: Ma la sofferenza è un progetto che si deve portare a termine.

Natuzza: A termine di cosa?

Gesù: Della salvezza. Io voglio la salvezza dell'a­nima.

Natuzza: Piangendo. Questa notte non la supero.

Madonna: Chi te l’ha detto? Gesù perché c'è? Io per­ché ci sono? Tu sei con noi e noi con te. Tu vuoi bene a noi e noi vogliamo bene a te. Perché dubiti ancora dopo tanti anni? Ti sosteniamo.

Natuzza: Veramente mi sento troppo male.

Madonna: È un malessere momentaneo per te, per un altro era la fine. Sei clinicamente morta e ti man­tieni con i macchinari. Come i macchinari tengono in piedi il corpo, a te tengono il corpo e lo spirito.

Natuzza: Ah, pure i macchinari ho io?

Madonna: I macchinari siamo noi: io e Gesù. Non temere, quando è l'ora è l'ora. Non c'è bisogno di dire: "Sto morendo. Questa notte muoio. Domani muoio".

Questo lo sa Gesù. Hai visto quante anime c'erano? E’ rimasta solo la quinta parte di quelli che non ave­vano la gioia. La gioia la provano tutti o in un modo o in un altro. È una gioia che dura poco, però piano piano, alimentandola, cresce.

Come hai fatto tu? Sei nata nel grembo di tua madre, però Gesù ti ha cresciuta.

Natuzza: Non lo so se sono cresciuta.

Madonna: La persona deve essere disponibile, volenterosa e non "picciusa" come te.

Natuzza: Condannatemi se sono "picciusa".

Madonna: Eh, bella mia! Gesù scherza ed io scher­zo pure. Eh, Gesù una parola ha detto: Servitemi in letizia. Anche noi vogliamo la vostra gioia. Qual è la vostra gioia se siete con noi? La gioia di conqui­stare più anime che è possibile. Non vorresti che tutti provassero la gioia come la provi tu in questo momento? Non saresti felice? Perché soffri tu? Per loro, perché li vuoi felici come te.

Natuzza: Ma con queste sofferenze sono felice?

Madonna: Nel cuore sì, nel corpo no perché è passeggero. Il cuore deve essere felice, ma non della felicità della terra che dura poco. Tu ti sei sposata: hai avuto gioie e dolori. Quanti anni è durato? Poco tempo. Invece stando con noi l'anima cresce e si purifica.

Natuzza: Pure l'anima cresce?

Madonna: Si! Se ha volontà e conserva nell'anima la gioia di Dio, che dura in eterno. L'anima cos'è? La gioia di Dio che dura in eterno.

Natuzza: Non ce l'ho questa gioia?

Madonna: Tu quando vedi Gesù ti trasformi e quel trasformare che cos'è? La gioia del cuore. Tu quan­do puoi la trasmetti agli altri. E non sei contenta?

Natuzza: Sì, sono contenta.

Madonna: Moltiplicate i Cenacoli. Con i Cenacoli tanta gente prega, e noi troviamo sollievo. Tu non puoi sapere le amarezze che ha Gesù per questi figli smarriti. Ha una grande sofferenza, perché non è solo padre, è pure mamma. Quando parlate voi, dite: "Il padre non soffre quanto soffre la madre". È vero! Il papà della terra va a spasso, ma non Gesù. Gesù cura le anime, perché le vuole con lui dove c'è il godimento eterno.

Figlia mia, la sofferenza è dura, ma la gioia è un ristoro.

Natuzza: Qualcuno mi dice: "Figlia, se Gesù ti voleva bene, ti mandava queste sofferenze?". E mi turbano la pace. Io gli rispondo: "Io sono felice! Gesù vuole bene a tutti, perché non mi deve volere bene? Pare che lui vuole che io soffra?".

Gesù: Figlia mia, pure questa sofferenza salva un'anima. Io voglio conquistare le anime e cerco di trovare un mezzo.

Natuzza: Signore, cosa sono io per voi? Una pessi­ma peccatrice?

Gesù: No, uno strumento cieco nelle mie mani. Ti uso quando ho bisogno. Non sono un padre puni­tore, ma un padre buono, misericordioso, pieno di amore, di tenerezze e voglio bene a tutti. Se un papà della terra soffre per un figlio, io soffro per miliardi!

Natuzza: Dopo che muoio, come posso vivere senza di voi?

Madonna: A Gesù domandi queste cose? Ha ragio­ne Gesù, ha ragione Padre Pio, che tu non cresci mai! Come!? Lo hai appoggiato una vita e poi ti lascia?

Gesù se li custodisce le anime come un padre superiore a quello della terra. Perdona sempre. Immagina, se il papà e la mamma perdonano i figli, Dio che perdona miliardi, non perdona te?

Gesù: Tu che chiedi di perdonare, vieni qua.

Natuzza: E mi fece affacciare in un vuoto, come da una finestra.

Gesù: Affacciati, guarda.

Natuzza: C'era un letto pieno di bambini morti.

Gesù: Ce l'hai il coraggio di chiedere il perdono, per quelli che li hanno uccisi per piacere?

Natuzza: Signore, io sbaglio, a me 10 anni, quelli che hanno sbagliato più di me 20, a quegli altri 100, sino alla fine del mondo e poi li portate in Paradiso.

Gesù: Mi vuoi comandare? La sai buona la scuola. Ma non è come dici tu. Quelle sono anime inno­centi. Sono sicuro che le porto, in braccio, con me, in Paradiso, ma a quelli la punizione che meritano.

Natuzza: Punizione sì, ma l'inferno no. Allora come le conquistiamo queste anime?

Gesù: A quanto pare volevi leggere e scrivere, ma tu sai pure parlare e giudicare? Chi ti ha dato que­sta sapienza?

Natuzza: No, io non giudico e non parlo, mi faccio i conti. A me dieci anni, a quella 20, a quella 30, a secondo dei peccati che facciamo, come la condan­na del carcere. No?

Gesù: E tu mi detti leggi? Sei brava per fare i conti?

Natuzza: Mi dispiace di tutti. Voi non dite lo stesso? Se un figlio sbaglia, per un giorno lo lascio senza mangiare, per punizione. Il giorno dopo no: se non voglio darlo io, per confidenza, mando una sorella.

Gesù: Non hai mantenuto la promessa.

Natuzza: Di cosa? Ditemi di cosa, che mi riprendo.

Gesù: Di parlare forte con la gente.

Natuzza: Più forte di così non so. Mi manca il coraggio!

Gesù: Lo vedi che non capisci mai. Parlare forte è far entrare le cose mie nel cuore.

Natuzza: È un rimprovero, Signore mio, questo?

Gesù: Proprio, un rimprovero.

Gesù: La pianta si secca e non cresce, muore, se non metti l'acqua.

Natuzza: Oh Gesù, se ti amassero tutti allo stesso modo, saremmo salvi.

Gesù: La giornata della sofferenza non è finita. Che ti pare che unisce qua? No!

Se non finisce il peccato, non finisce la sofferenza. Ma Io ti faccio un po' riposare.

Natuzza: Non basta che ce l'ho io la sofferenza, ve la devo dare a Voi, vi devo trasmettere la mia? Non ve la prendete. Soffro e offro per chi volete Voi.

Gesù: Sei generosa. Mi piace la generosità con cui lo fai.

Benedico tutti, aspetto che si convertano queste creature innocenti, non vedo l'ora come non la vedi tu. Figlia mia, i genitori non fanno niente, promet­tono, ma non fanno niente. Sono i genitori che li viziano, che li accontentano in tutto quello che vogliono. E i giovani approfittano perché sanno che possono avere. E poi l'esempio lo danno i genitori: sperperano il denaro, il mangiare. Quante creature muoiono di fame e loro buttano il mangiare miglio­re nella spazzatura. Non è buono oggi per domani e dal mezzogiorno per la sera. Mi addolora il peccato che fanno i genitori quando non danno un buon esempio ai loro figli. Come possono crescere? Crescono secondo l'esempio dei genitori.

Natuzza: Signore ma vi ho offeso? Vi ho fatto qual­cosa?

Gesù: No, figlia mia, tu mi hai dato pure il cuore, non mi hai fatto niente.

Natuzza: E vi vedo con le lacrime, vi vedo turbato. Avete qualcosa?

Gesù: I peccati del mondo mi fanno tanto soffrire.

NatuzzaGli scendono due lacrime.

Gesù: Offri, offri, offri per i sacerdoti. Offri, offri per gli uomini politici che si stanno scannando, non solo il corpo, ma stanno straziando l'anima ed il mio cuore, per i soldi, per la poltrona, per il potere, per l'orgoglio, per la superbia.

Gesù: I giovani sono sull'orlo del precipizio, non perché lo vogliono loro, ma glielo impongono.

Natuzza: O Signore, me ne sto facendo una malat­tia con questo discorso. Una mamma con i figli grida, parla e poi basta.

Gesù: La mamma della terra si fa una malattia per i figli. Il Padre che è in cielo non si fa una malattia, li vuole salvi con Lui. Io voglio un ristoro non solo per me, ma anche per loro. Non credere che loro non soffrano della loro situazione. Sbagliano per­ché li fa sbagliare l'uomo, sotto l'insidia del demo­nio. E, i ragazzi, che fanno una cosa brutta, soffro­no ed io per loro, perché voglio la gioia che ho io. E qual è? La salvezza della loro anima.

Natuzza: Mamma mia, non ce la faccio più.

Gesù: Mi dispiace, pare che io voglio che tu soffra, però mi dispiace di più del peccatore che perde l'a­nima. Perché una che soffre ed offre, se vuole, si guadagna il Paradiso.

Gesù: Giorno per giorno, i peccati aumentano, nonostante le preghiere che ci sono, che non sono sufficienti. Per la riparazione ci vogliono non solo le preghiere, ma anche le azioni. Queste a me inte­ressano.

Natuzza: Che sono le azioni?

Gesù: Chi fa qualcosa di bello, lo fa non per amore, ma per vantarsi. Io voglio l'amore, non a furia di labbra, ma con tutto il cuore. Mi stanno a cuore questi innocenti, perché, giorno per giorno, sono sull'orlo del precipizio. Mamme e padri state atten­ti perché siete responsabili dei vostri figli, di quello che fanno. Dovete dare conto a Dio.

Li lasciate giocare. Date tutto quello che vogliono. Non vi importa quello che fanno. Sorvegliateli nella maniera giusta, non con le minacce ma con la dol­cezza. Vi date al divertimento, al lavoro, e trascura­te i figli. Non sapete a che mani vanno. Perché non li custodite voi? Mettete una donna in casa, che non sapete se vive nel peccato e che cosa insegna ai vostri figli. Quello che cercate di guadagnare, il denaro, lo perdete sulla moralità dei vostri figli.

Non vi lamentate, perché di tutto quello che fanno, la colpa è vostra. Non gli avete insegnato niente, né dove è Dio e se ci sia, né dove è la Madonna, né la moralità. Per questo i figli non hanno rispetto dei genitori. Pensate a vestirvi belli, ad andare in uffi­cio, magari a fare conferenze, ed abbandonate i vostri figli. Vi vantate: "mio figlio è bello, mio figlio è bravo, mio figlio...". Siete responsabili. Figlia mia, tu stai soffrendo. Offri per le mamme e per i figli. Tu puoi pensare: "Pago io per gli altri".

No, non voglio questo, voglio un appoggio e nient'altro. La preghiera e l'offerta.

Natuzza: Soffrivo terribilmente.

Madonna: Figlia mia, tu soffri, ed offri, però hai la consolazione di Gesù. Quante anime si offrono, ma per una volta, per due volte, non per una vita.

Natuzza: Ma perché?

Madonna: Ti ha fatto strumento cieco.

Natuzza: Ma non capisco mai che vuol dire "cieco".

Madonna: Tu gioisci quando pensi Gesù contento, e se lo pensi sofferente, ti viene la tristezza.

Natuzza: Io voglio meglio pensarlo gioioso e non afflitto, perché poi mi affliggo, pensandolo.

Natuzza: Signore, dicono tutti che avete sofferto una sola volta e basta.

Gesù: Io soffro tutti i momenti in cui il peccatore pecca e mi insulta. Soffro sempre, mi prendo le amarezze di ogni giorno, come tu ti prendi le ama­rezze dei figli e dei nipoti. Tu puoi pensare che pre­gando ed essendo vicino, li puoi recuperare, ma Io ho figli perduti e li devo salvare. L'amarezza e la tristezza mia è questa, che li voglio salvare per forza.

Natuzza: Voi siete Dio, li potete salvare. Io cosa posso fare, particolarmente per i miei parenti ed amici?

Gesù: Tu puoi parlare con la bocca e pregare con il cuore. È sempre un aiuto, è sempre un pensiero, è sempre un'invocazione. Se tutti lo facessero, non ci sarebbe il male, ci sarebbe il bene. Ma c'è il male perché loro lo desiderano, lo fanno, lo vogliono.

Natuzza: Gesù aveva gli occhi pieni di lacrime. Signore, avete l'amarezza per i peccati?

Gesù: Anche per i tuoi.

Natuzza: Ditemi che cosa ho fatto, così mi correg­go. Signore, gli scienziati dicono che voi non pote­te piangere perché il corpo è morto.

Gesù: Loro non hanno il dono della virtù, della carità e dell'amore. Non arrivano a capire che sono vivo in cielo e in terra per proteggervi. E poi io sono Dio e uomo e posso apparire con le lacrime e senza, perché sono il Signore, che comanda il cielo e la terra. Non comando come un uomo politico o come un uomo della terra, ma con la carità e l'amore e quindi posso trasformare il mondo e anche l'uomo.

Gesù: La sofferenza è un mio dono, però figlia mia mi serve. Te la faccio sopportare e te la faccio gode­re. Sopportare perché è dolorosa. Godere perché mi vedi, ti faccio una carezza, ti do una parola di conforto e ti consolo. Ti assicuro e ti partecipo ogni volta che tante anime si sono convertite. Però ti devo anche partecipare di quelli che fanno del male, per saperlo offrire. E allora ti faccio assaporare la sofferenza. Ma non sono io che ti mando la sofferenza, è la malvagità dell'uomo perché è tanto corrotto e fa dalla mattina alla sera del male, non solo ai giovani ma anche alle persone deboli.

Gesù: Tu non sopporti i dolori, io non sopporto i peccati e, come dici tu, non voglio dare la pena eterna.

Natuzza: Signore mio, ma io prego ed offro per questo.

Gesù: Sì, lo so che offri per questo. Ma non sono io che ti faccio soffrire. È inutile che dici ogni volta: "Dimmi che cosa vuoi". Ma io non pretendo di più, perché è troppo quello che mi hai dato. Ho preso tutto. Adesso basta, perché tu stessa dici: "Signore, non ce la faccio più". Ce la fai finché ti sostengo come tu sostieni me per conquistare le anime. A me questo interessa, perché ho sete. Quando uno vuole un bicchiere d'acqua, perché si sente secco dentro, lo cerca a chi è disponibile ad offrirlo.

Così io chiedo le anime. Non voglio che nessuno si perda. Mi sono immolato sulla croce per tutti, non per una persona singola.

Una mamma e un padre vogliono bene a tutti i figli e non vogliono che si perda nessuno. Tu dici che io potrei distruggere il mondo e crearne uno nuovo. Il mondo nuovo non può essere peggiore di questo o migliore? Non lo sappiamo. La volontà è libera!

La vecchia generazione è già impastata di fango, non di fuoco d'amore. Tu mi aiuti, ma come te ce ne vorrebbero tanti, per aiutare tutto il mondo. C'è chi prega e si ripara in qualche modo. C'è chi sof­fre e offre e si ripara ancora. Però ci sono quelli che fanno peccati grossi che superano la preghiera e superano le opere buone. E perciò, voglio anime vittime che siano unite a pregare, ad offrire, ad amare.

Gesù: I giovani possono fare qualcosa, se hanno un buon indirizzo, una buona educazione. Se c'è chi li istruisce, veramente si possono creare un mondo tutto per loro, ma ci vuole l'aiuto, perché sono buoni. La colpa è dei genitori. Li incolpo. C'è a chi viene lo scrupolo e piglia atto. C'è chi non ha scru­polo e non gliene importa niente. Creano nella casa stessa invece della pace, la guerra. I figli crescono in quell'ambiente, sotto quell'indirizzo, sotto quel­l'esempio.

I genitori si giustificano. Però quelli che sono intel­ligenti devono capire che se piantono una pianta e non gli mettono l'acqua secca, non cresce.

E l'intelligenza? La mettono da parte, la fanno morire. Non fanno altro che rovinare i figli.

Natuzza: La Madonna viene di passaggio.

Madonna: Perché mi chiami "l'amica di passag­gio"? (Ridendo).

Natuzza: Madonna mia, perché ho più confidenza con Gesù e non con voi.

Madonna: Non importa. Lui ti istruisce meglio. Ha istruito me che sono la mamma, figurati se istruisce te. Una mamma è felice quando vogliono bene al figlio.


23/02/2015 17:45

Padre Pio: Le sofferenze sono grandi, ma più gran­de è la gioia. Tu sei la cocciuta di Dio! La gente quando ti dice: "Poveraccia, avete sofferto una vita! Questo Signore se vi voleva bene vi risparmiava". E tu te la prendi? Non te la prendere. Ne hanno detto a me! Io non me la prendevo. Non me ne importava niente. Li cacciavo fuori quando veniva­no indecenti a messa. Sai perché? Perché mi dispia­ceva di quel Gesù. Invece di pensare a Lui, pensa­vano al vestiario, a farsi belli, a truccarsi... Quando entravano in chiesa, io li vedevo nell'anima.

Certo che parlavo forte! Tu sei `muscia' cara mia!

Natuzza: Io sono `muscia'. Padre, mi avete insulta­ta al confessionale, pure dopo morto mi insultate. Padre Pio: E perché, sono morto? Io non sono morto. Infatti l'ho promesso a tutti, che faccio più rumore di qua che di là. Lo vedi? Sono morto? Un morto non dice queste cose.

Gesù: Quando parli con ragazzi oppure con giova­ni che sono all'età di 10 anni, 12 anni, la prima cosa che devi dire: "Andate in cerca della luce di Dio. Se voi camminate nella luce non vi succede niente".

Questi figlioli vedono il male, si terrorizzano, cadono, perché non hanno la guida, hanno paura di raccontare a mamma o a papà.

A tutti regalo un dono, però non apprendete per­ché non volete. Io il dono ve lo do da piccoli. Voi non lo mettete in pratica, perché non parlate con i genitori. Non bisogna parlare molto con i figli per inasprirli, ma dare l'esempio. Lasciateli fuori dal­l'odio.

Non gli infondete odio dicendo: "Quando crescete vendicatevi". Dite invece: "Perdonate da oggi"; così crescono con il perdono nel cuore.

La prima cosa che dicono i genitori: "Non andate con quello, non andate con quell'altro, perché siete superiori".

Infondono la superbia.

Invece di parlare della carità, parlano sempre di superbia, di potere e che la famiglia è migliore. Cosa infondono a queste creature? Ecco perché parlo sempre contro i genitori.

Il medico di chi va in cerca? Dei sani o dei malati? Dei malati. Insegnate la carità e l'amore.

Gesù: Perché non parli? Ti manca, il coraggio? Sei cresciuta con me una vita, non hai confidenza? Mi sopporti per forza?

Natuzza: No! I dolori non sopporto, a Voi vi abbraccio.

Gesù: Lo so che sono forti, ma più forte che cos'è? Rispondimi. L'amore. L'amore è più forte della sof­ferenza. E quando c'è l'amore non c'è sofferenza, perché l'amore supera la sofferenza.

Natuzza: Alla gente dico: "Ho sofferto una vita"? No! Ho avuto una vita di gioia, una vita di Paradiso e la sofferenza bene o male Ve l'ho offerta.

Gesù: Hai usato un mezzo che mi piace.

Natuzza: Qual è?

Gesù: "Accettami come sono". Sempre ti ho accet­tato (ridendo). Non ti accetto adesso?

Gesù: Figlia mia, cosa vuoi? Ho un'amarezza nel cuore! Proprio in questi tempi c'è un gran numero di peccati e di sofferenze nelle famiglie! Le fami­glie che sono con me soffrono veramente, ma quel­le che non sono con me prendono le cose come un passatempo e questo mi amareggia. Continua a pre­gare. Soffri ed offa. per tutte le famiglie. Amami ancora per quelli che non mi amano, prega per quel­li che non pregano. Non considero solo la preghie­ra, ma l'offerta, perché l'offerta fa per mille volte più di una preghiera. C'è chi prega a fior di labbra e pensa le amarezze che passa il giorno e la notte. Mamme che piangono sulla porta, aspettando tutta la notte un figlio, mamme che dormono a letto paci­fiche e tranquille. Ed io per queste ho un'amarezza. Come non pensano ai loro figli, che sono sulla via della perdizione? Io li penso, perché li voglio salvi. Non vogliono comprendere perché pensano alle cose della terra che durano poco, che sono momen­tanee. Non pensano che la vita eterna è la cosa più bella e più speciale e non verrà mai meno.

Loro dicono che la cosa più importante è la ric­chezza, per costruire palazzi, per comprare macchi­ne belle ai loro figli. Le cose della terra sono per un giorno, non sono eterne. Parla con le mamme che sono trascurate, che non pensano ai loro figli. Pensano al denaro, se sono ben vestite, se hanno cose diverse dagli altri. Sono piene di superbia. E poi, quando viene la fine, che cosa fanno? Se le por­tano appresso? Saranno felici? Devono anche dare conto per loro e per i figli.

 

Natuzza: Dopo questi giorni finisce la sofferenza?

Gesù: È finita qualche volta la sofferenza? Hai passato qualche giorno senza? Per te è stata sempre quaresima? Io sono stato sempre lo stesso accanto a te. Ti ho dato forza e conforto. Un cavallo non superava.

Madonna: Figlia mia, offri perché Gesù è assetato. Dovunque l'accompagni con la sofferenza e con l'amore. L' amore di Dio non può morire. Aumenta sempre di più per chi lo cerca!

Natuzza: Signore mio, mi hanno lasciato sola.

Gesù: Anche a me, come oggi, mi hanno lasciato solo, perché gli apostoli si sono addormentati, ma io non mi sono scoraggiato, li ho svegliati.

Tutta la vita hai avuto la forza e il coraggio e ora alla fine ti è venuta tutta questa confusione. Ti arrendi?

Natuzza: Io cercavo di rispondere, però non avevo la forza.

Gesù: No, non ti preoccupare, non sei tu. È il corpo che non resiste, perché è tutto frantumato.

Tu lo vedi, ogni volta che vengo ti viene il sorriso, ti viene la gioia. Viene pure il momento, come dici tu, che vuoi morire... Anche per te ci sarà un gior­no, ma non la morte eterna, ma un passaggio bellis­simo. Non solo che ti abbracci con me, ma finisco­no tutte le sofferenze, tutti i dolori, tutte le pene del­l'anima e del corpo.

Figlia mia, il corpo soffre veramente per gli uomini cattivi. L'anima me la sono presa io, ma il corpo il diavolo per frantumarlo. Ma io permetto.

Ogni sofferenza toglie un peccato, ne toglie due, salviamo un'anima. Che cosa vuoi tu? Vuoi qualco­sa di più? Tu vuoi tutto quello che voglio io. Non te l'ho imposto. Io ti ho presa nel ventre di tua madre e ti ho fatto strumento cieco. Tu partecipi con la gioia e con la sofferenza.

Mi sono immolato sulla croce per quelli che si sen­tono potenti ma non lo sono, e per i preti, che mi fanno tanto soffrire. Hanno cambiato totalmente rispetto a 100 anni fa. Adesso è tutto cambiato, per­ché il demonio si diverte. Lo stesso che lo invoca­no e li fa peccare notte e giorno per il denaro, per il potere, per la sedia, per tante cose. E a me danno una frecciata al cuore.

Natuzza: Signore, dice che avete sofferto una volta, ma non soffrite più.

Gesù: Io soffro ogni momento, tutti i giorni. Tu non soffri per un figlio? Ed io soffro per tutti voi e tu soffri con me. Mi appoggiai a te per avere qualche sollievo. Dividiamo le sofferenze e anche le gioie. Quando ho una gioia tu ne devi avere due. Tu ti appoggi a me ed io mi appoggio a te.

Natuzza: Mi ha abbracciato e se ne è andato.

Gesù: Figlia, non vorrei metterti la mia corona di spine, perché spine ne hai tante. Ma a me serve que­sta sofferenza per la riparazione delle anime pecca­trici che si stanno perdendo. Mi addolorano i gio­vani.

Natuzza: Allora si è tolto la corona di spine e me l'ha appoggiata sopra la testa. Ho gridato per il forte dolore.

Gesù: Figlia lo so, che non sopporti più. Lo dici con la bocca, ma non con il cuore, perché mi vuoi aiu­tare. Io sono assetato di anime e tu sei assetata di sofferenze.

La malvagità degli uomini mi fa soffrire continua­mente. Non c'è un minuto che non soffro e non c'è un peccatore che non mi insulta e mi ingiuria conti­nuamente. Fanno finta che non mi conoscono, ma sanno che ci sono, e dove sono. Non lo ammettono per la superbia che hanno e per la paura. Si vantano che non credono a Dio, sanno che ci sono ma hanno paura. Perché sono un Gesù punitore? Parla!

Natuzza: No. Voi volete bene a tutti.

Gesù: Le strade sono bagnate di sangue. Mi dispia­ce di queste povere creature, me le abbraccio, le porto con me in paradiso, ma le mamme addolorate restano con il loro dolore.

Natuzza: Perché mi lasci qua? Dimmi che vuoi!

Gesù: Ti ho preso anima e corpo, non c'è che devo prendere più. Soffri con me ed io soffro con te. I preti mi fanno soffrire continuamente, perché fanno continuamente sacrilegi. Dicono: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue". Lo dicono meccani­camente, a fior di labbra. Non vedono l'ora di scap­pare per un raduno, per un divertimento, per una cosa che fa loro piacere. Poi fanno cattive azioni, peccati impuri continuamente, rubano uno con l'al­tro, si odiano amico con amico, si portano donne a letto. Se uno cade si deve rialzare, deve promettere che non lo fa. Fa come un carcerato, che si vede afflitto e dice: "Non lo faccio più", ma poi quando esce fa lo stesso. Promette ma poi cade come le foglie dell'albero. È il vizio del peccato. Si fanno preti non per missione ma per professione.

Natuzza: Mi faceva vedere gente dannata, nelle fiamme.

Usate misericordia, Signore! Date quello che meri­tano, però la speranza della misericordia per il Paradiso. Se uno pecca ed ha per es. dieci anni di purgatorio, ed un altro pecca di più... Perché non fate, Signore, due misure?

Gesù: Io ne faccio cento misure, non due misure, perché la mia carità è infinita. Non si può misurare nè l'umiltà nè la carità nè la bontà. Sono cose che non si misurano, bella mia.

Natuzza: Signore, mi volete bene?

Gesù: Ma io ti amo pazzamente, quanto mi ami tu e pure di più.

Natuzza: Rivolgendomi alla Madonna. Parla tu a Gesù! Un figlio ascolta la mamma. Diglielo tu che deve perdonare. Parlagli!

Madonna: Lui ascolta.

Gesù: Ha sorriso. Tu, Maria, mantieni le tue pro­messe. Anch'io mantengo le mie.

Gesù: Contento. Figlia mia, la nostra sofferenza ha convertito tante persone. Non sei contenta? Attraverso la sofferenza di uno si salvano otto, dieci, venti persone. In ogni famiglia scelgo una persona.

Natuzza: Come espiazione?

Gesù: No, una che soffre e che sa offrire è una ripa­razione prima per i peccatori della famiglia, e poi per gli altri. Vedi quanta gente si è convertita? Figurati com'è contenta la Madonna, più di me!

Madonna: Crescete e moltiplicate i Cenacoli, per­ché sono una riparazione dei peccati.

 

A Gesù Crocifisso

O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della Croce: anch'io l'ho costruita con i miei peccati! La Tua bontà, che non si difende e si lascia crocifiggere, è un mistero che mi supera e mi commuove profondamente. Signore, Tu sei venuto nel mondo per me, per cercarmi, per portarmi l'abbraccio del Padre. Tu sei il Volto della bontà e della misericordia: per questo vuoi salvarmi! Dentro di me ci sono le tenebre: vieni con la Tua limpida luce. Dentro di me c'è tanto egoismo: vieni con la Tua sconfinata carità. Dentro di me c'è rancore e malignità: vieni con la Tua mitezza e la Tua umiltà. Signore, il peccatore da salvare sono io: il` figlio prodigo che deve ritornare, sono io! Signore, concedimi il clono delle lacrime per ritrovare la libertà e la vita, sia, pace con Te e la gioia in Te. Amen.


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:08. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com