. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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Scritti dei Santi sull'adorazione 1567-1903

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2015 14:33
30/01/2015 14:05

San Francesco di Sales

   
Dagli scritti 
…La vera e viva devozione, Filotea, esige l’amore di Dio, anzi non è altro che un vero amore di Dio; non un amore genericamente inteso. Infatti l’amore di Dio si chiama grazia in quanto abbellisce l’anima, perché ci rende accetti alla divina Maestà; si chiama carità, in quanto ci dà la forza di agire bene; quando poi è giunto ad un tale livello di perfezione, per cui, non soltanto ci dà la forza di agire bene, ma ci spinge ad operare con cura, spesso e con prontezza, allora si chiama devozione.
…Guarda la scala di Giacobbe, che è la vera immagine della vita devota: i due montanti, tra i quali si sale ed ai quali sono fissati gli scalini, rappresentano l’orazione, che chiede l’amore di Dio e i Sacramenti, che lo conferiscono; gli scalini sono i diversi livelli della carità, per i quali si sale, di virtù in virtù; o discendendo in aiuto e sostegno del prossimo, o salendo per la contemplazione all’unione d’amore con Dio. Ed ora dà uno sguardo a coloro che si trovano sulla scala: sono uomini con il cuore di Angeli, o Angeli con il corpo di uomini; non sono giovani, ma lo sembrano, perché sono pieni di forza e di agilità spirituale; hanno ali per volare e si lanciano in Dio con la santa orazione; ma hanno anche i piedi per camminare con gli uomini in una santa e piacevole conversazione; i loro volti sono belli e radiosi, per cui ricevono tutto con dolcezza e soavità; le gambe, le braccia e la testa sono scoperte, perché i loro pensieri, i loro affetti e le loro azioni hanno il solo scopo di piacere a Dio. Il resto del corpo è coperto da una tunica fine e leggera, perché sono realmente inseriti nel mondo e usano le cose di questo mondo, ma in modo pulito e limpido, prendendo esclusivamente il necessario: così agiscono le persone devote.
…Aristotele dice che l’ape ricava il miele dai fiori senza danneggiarli, e li lascia intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non porta danno alle vocazioni e alle occupazioni, ma al contrario, le arricchisce e le rende più belle. Qualunque genere di pietra preziosa, immersa nel miele diventa più splendente, ognuna secondo il proprio colore; lo stesso avviene per i cristiani: tutti diventano più cordiali e simpatici nella propria vocazione se le affiancano la devozione: la cura per la famiglia diventa serena, più sincero l’amore tra marito e moglie, più fedele il servizio del principe e tutte le occupazioni più dolci e piacevoli.
 …L’esercizio della purificazione dell’anima può e deve finire soltanto con la vita: perciò non agitiamoci per le nostre imperfezioni; quello che si chiede a noi è di combatterle; se non le vedessimo, non potremmo combatterle e non potremmo vincerle se non ci imbattessimo in esse. La nostra vittoria non consiste nel non sentirle, ma nel non acconsentirvi; e non è acconsentire esserne turbati. Anzi, ogni tanto, ci fa bene una ferita in questa battaglia spirituale, per fortificare la nostra umiltà; non saremo mai vinti finché non avremo perso la vita o il coraggio.
… come il vetro di uno specchio non potrebbe chiudere la nostra visuale se dietro non fosse ricoperto di stagno o di piombo, allo stesso modo, la divinità non potrebbe essere da noi contemplata in questo mondo, se non si fosse unita alla sacra umanità del Salvatore, la cui vita e morte costituisce il soggetto più adatto, piacevole, dolce e utile che ci sia dato per la meditazione ordinaria. Non per nulla il Salvatore si chiama il pane disceso dal cielo; come il pane può essere mangiato con ogni sorta di vivande, così il Salvatore può essere meditato, considerato e cercato in tutte le nostre orazioni e azioni.
…Durante il giorno mantieniti alla presenza di Dio: dà uno sguardo all’azione di Dio e alla tua. Scoprirai che Dio ha sempre gli occhi rivolti verso di te e ti guarda con infinito amore. Tu dirai allora: O Dio, perché anch’io non ti guardo senza stancarmi, come tu guardi me? Perché tu pensi tanto a me e io così poco a Te? Dove ci troviamo, anima mia? Il nostro posto è in Dio; ma dove ci troviamo? Allo stesso modo che gli uccelli hanno i nidi sugli alberi per potercisi rifugiare quando ne sentono il bisogno, e i cervi hanno i loro cespugli e i loro rifugi, dove si raccolgono e si mettono al riparo, godendosi il fresco e l’ombra in estate, così, o Filotea, il nostro cuore, ogni giorno, deve cercare e trovare un posto per potersi, all’occorrenza, raccogliere: o sul Calvario, o nelle piaghe di Nostro Signore, o in qualche luogo vicino. Potrà quivi sostare e ritemprarsi, pur tra le occupazioni esteriori, e difendersi, se necessario, come in una fortezza, dalle tentazioni.  
… E’ bello poter amare sulla tetra come si ama in cielo, e imparare a volersi bene in questo mondo come faremo eternamente nell'altro. Non parlo qui del semplice amore di carità, perché quello dobbiamo averlo per tutti gli uomini; parlo dell'amicizia spirituale, nell'ambito della quale, due, tre o più persone si scambiano la devozione, gli affetti spirituali e diventano realmente un solo spirito. A ragione quelle anime felici possono cantare: Com'è bello e piacevole per i fratelli abitare insieme. Ed è vero, perché il delizioso balsamo della devozione si effonde da un cuore all'altro con una comunicazione ininterrotta, di modo che si può veramente dire che Dio ha effuso la sua benedizione e la sua vita su simile amicizia per i secoli dei secoli.
…Lo Sposo divino invita l'anima e le dice: Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio. E’ proprio vero perché chi ha Gesù nel cuore lo ha ben presto anche in tutte le azioni esteriori. Ecco perché, cara Filotea, prima di tutto, voglio incidere e scrivere nel tuo cuore questo santissimo Motto: VIVA GESU’e sono sicuro che in seguito la tua vita, vero albero nato dal cuore, come il mandorlo dal nocciolo, produrrà tutte le azioni, ossia i suoi frutti, segnati dallo stesso motto della salvezza. Quel dolce Gesù, che sarà vivente nel tuo cuore, lo si vedrà nei tuoi occhi ' sulla tua bocca, nelle tue mani e persino dai tuoi capelli; e potrai dire sinceramente, sull'esempio di S. Paolo: Vivo sì, ma non più io; è Cristo che vive in me. A dirla in breve, chi conquista il cuore e dell'uomo conquista tutto l'uomo.
… il tuo cuore può trovare il suo riposo solo in Dio. Nessuna creatura può appagarlo. Pensa pure ai divertimenti preferiti e più forti che in altri tempi hanno occupato il tuo cuore, e dovrai sinceramente ammettere che erano carichi di ansia molesta, di pensieri pungenti, di preoccupazioni inopportune, in mezzo a cui il tuo povero cuore era veramente smarrito.

… No, non mi appartengo più; sia che viva, sia che muoia, appartengo al mio Salvatore; non sono più io e non ho più niente di mio: il mio io è Gesù, il mio possesso è essere sua; o mondo, tu sei sempre lo stesso; anch'io sono sempre stata la stessa; ma d'ora in poi non sarò più me stessa. No, non saremo più noi stessi. perché il nostro cuore sarà cambiato e il mondo che ci ha ingannato tante volte, rimarrà ingannato in noi questa volta, perché, accorgendosi solo poco a poco del mutamento avvenuto in noi, penserà che noi siamo sempre degli Esaù, mentre siamo dei Giacobbe.



30/01/2015 14:07

Santa Margherita Maria Alacoque

 
Dagli scritti
 
Prima rivelazione
 
Una volta, mentre ero davanti al Santo Sacramento con un po' di tempo a disposizione, (ché, di solito, i compiti affidatimi non me ne lasciavano molto) mi trovai tutta investita della sua divina presenza e con tanta forza da farmi dimenticare me stessa e il luogo in cui mi trovavo. Mi abbandonai al suo divino Spirito e, affidando il mio cuore alla potenza del suo amore, mi fece riposare a lungo sul suo divin petto e mi scoprì le meraviglie del suo Amore e i segreti inesplicabili del suo Sacro Cuore, che mi aveva tenuti nascosti fino a quel momento, nel quale me lo aprì per la prima volta. E lo fece in modo così reale e sensibile da non permettermi ombra di dubbio, dati gli effetti che questa grazia ha prodotto in me, anche se temo sempre di illudermi in tutto ciò che mi riguarda.
 
Ed ecco come, mi sembra, siano andate le cose.
 
Mi disse: 
«Il mio divin Cuore è tanto appassionato d'amore per gli uomini e per te in particolare, che, non potendo più contenere in sé stesso le fiamme del suo ardente Amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini per arricchirli dei preziosi tesori che ti scoprirò e che contengono le grazie santificanti e, in ordine alla salvezza, necessarie per ritrarli dal precipizio della perdizione. Per portare a compimento questo mio grande disegno ho scelto te, abisso d'indegnità e di ignoranza, affinché appaia chiaro che tutto si compie per mezzo mio».
 
Poi mi domandò il cuore e io Lo supplicai di prenderlo. Lo prese e lo mise nel suo Cuore adorabile, nel quale me lo fece vedere come un piccolo atomo, che si consumava in quella fornace ardente.
 
In un secondo tempo lo ritirò come fiamma incandescente in forma di cuore e lo rimise dove l'aveva preso, dicendomi: 
«Eccoti, mia diletta, un prezioso pegno del mio amore che racchiude nel tuo costato una piccola scintilla delle sue fiamme più vive, affinché ti serva da cuore e ti consumi fino all'ultimo istante della tua vita. Il suo ardore non si estinguerà mai e potrà trovare un po' di refrigerio soltanto in un salasso, che Io segnerò talmente col Sangue della mia Croce, da fartene riportare più umiliazione e sofferenza che sollievo. Per questo voglio che tu chieda con semplicità questo rimedio, sia per mettere in pratica ciò che ti viene ordinato, sia per darti la soddisfazione di versare il tuo sangue sulla croce delle umiliazioni».
 
«E in segno che la grande grazia che ti ho concessa, non è frutto di fantasia, ma il fondamento di tutte le altre grazie che ti farò, il dolore della ferita del tuo costato, benché lo l'abbia già richiusa, durerà per tutta la tua vita e se finora hai preso soltanto il nome di mia schiava, ora voglio regalarti quello di discepola prediletta del mio Sacro Cuore».
 
Dopo questo insigne favore che durò per molto tempo, durante il quale non sapevo se mi trovassi in cielo o in terra, stetti parecchi giorni come tutta infiammata e inebriata, talmente fuori di me da non potermi riavere, né poter pronunciar parola se non con grande sforzo; e dovevo farmi ancora più violenza per riuscire a mangiare e per partecipare alla ricreazione comune perché non avevo più forze per superare la mia sofferenza.
 
Mi sentivo profondamente umiliata; non riuscivo a dormire perché la ferita, il cui dolore mi è così prezioso, mi causa delle vampate così ardenti da consumarmi e bruciarmi viva.
 
Mi sentivo poi tanto piena di Dio, che non riuscivo a spiegarlo alla superiora, come avrei desiderato e fatto, anche se riferire queste grazie mi mette sempre in uno stato di confusione e di vergogna, a causa della mia indegnità; preferirei piuttosto rivelare al mondo intero i miei peccati.
 
Sarebbe stata per me una consolazione, se mi avessero permesso di fare, in refettorio, ad alta voce, la confessione generale, per mostrare l'abisso di corruzione che è in me e perché non si attribuissero a mio merito le grazie che ricevevo.
 
La seconda rivelazione
 
Il dolore del costato, al quale ho appena accennato, si rinnovava ogni primo venerdì del mese in questo modo: il Sacro Cuore mi si presentava come un sole sfolgorante di vivissima luce, i cui infocati raggi cadevano a piombo sul mio cuore, che subito si accendeva di fuoco tanto ardente che sembrava dovesse ridurmi in cenere. In quell'occasione il divino Maestro mi manifestava ciò che desiderava da me e mi svelava i segreti del suo dolce Cuore.
 
Una volta, in particolare, mentre era esposto il Santo Sacramento, sentendomi tutta assorta nell'intimo del mio essere per un raccoglimento straordinario di tutti i miei sensi e di tutte le mie facoltà, Gesù Cristo, il mio dolce Maestro, si presentò a me tutto splendente di gloria con le sue cinque piaghe sfolgoranti come cinque soli.
 
Da ogni parte di quella sacra Umanità si sprigionavano fiamme, ma soprattutto dal suo adorabile petto, che somigliava a una fornace ardente. Dopo averlo scoperto, mi mostrò il suo amante e amabilissimo Cuore, sorgente viva di quelle fiamme.
 
Fu allora che mi svelò le meraviglie inesplicabili del suo puro Amore e fino a quale eccesso questo lo avesse spinto ad amare gli uomini, dai quali poi non riceveva in cambio che ingratitudini e indifferenza. 
«Questo, mi disse, mi fa soffrire più di tutto ciò che ho patito nella mia 
 
Passione, mentre se, in cambio, mi rendessero almeno un po' di amore, stimerei poco ciò che ho fatto per loro e vorrei, se fosse possibile, fare ancora di più. Invece non ho dagli uomini che freddezze e ripulse alle infinite premure che mi prendo per far loro del bene».
 
«Ma almeno tu dammi la gioia di compensare, per quanto ti è possibile, la loro ingratitudine». Confessando io la mia incapacità, mi rispose: «Tieni, eccoti con che supplire alla tua pochezza». 
E in quel mentre il divin Cuore si aprì e ne uscì una fiamma così ardente, che temetti di esserne consumata, perché ne fui tutta penetrata, e non potendo più sostenerla, gli chiesi di aver compassione della mia debolezza. 
 
Ed Egli: 
«Sarò Io la tua forza, non temere; ma presta sempre attenzione alla mia voce e a ciò che ti chiedo, per portare a termine i miei disegni».
 
Primi venerdì e ora santa
 
«Prima di tutto mi riceverai nella Comunione tutte le volte che l'obbedienza te lo permetterà, anche se te ne verranno mortificazioni e umiliazioni, che tu accetterai come pegno del mio Amore. Inoltre ti comunicherai il primo venerdì di ogni mese e, infine, tutte le notti che vanno dal giovedì al venerdì, ti farò partecipe di quella mortale tristezza che ho provato nell'orto degli ulivi.
 
Sarà un'amarezza che ti porterà, senza che tu possa comprenderlo, a una specie di agonia più dura della stessa morte. Per tenermi compagnia in quell'umile preghiera che allora, in mezzo alle mie angosce, presentai al Padre, ti alzerai fra le undici e mezzanotte per prostrarti con la faccia a terra, insieme a me, per un'ora.
 
E questo sia per placare la divina collera, col chiedere misericordia per i peccatori, sia per addolcire in qualche modo l'amarezza che provai per l'abbandono dei miei Apostoli, che mi obbligò a rimproverarli di non essere stati capaci di vegliare un'ora assieme a me.
 
Ascoltami bene, figlia mia, non credere tanto facilmente e non fidarti di qualsiasi spirito, perché Satana smania d'ingannarti. Per questo non devi far niente senza l'approvazione di coloro che ti guidano; perché, quando sei autorizzata dall'obbedienza, il demonio non ti può nuocere, non avendo nessun potere su quelli che obbediscono ».
 
La terza grande rivelazione
 
Una volta mentre ero davanti al SS.mo Sacramento, (era un giorno dell'ottava del «Corpus Domini») ricevetti dal mio Dio grazie straordinarie del suo Amore; mi sentii spinta dal desiderio di ricambiarlo e di rendergli amore per amore. Egli mi rivolse queste parole: «Tu non puoi mostrarmi amore più grande che facendo ciò che tante volte ti ho domandato».
Allora scoprendo il suo divin Cuore mi disse:
 
«Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo Amore.
In segno di riconoscenza, però, non ricevo dalla maggior parte di essi che ingratitudini per le loro tante irriverenze, i loro sacrilegi e per le freddezze e i disprezzi che essi mi usano in questo Sacramento d'Amore.
Ma ciò che più mi amareggia è che ci siano anche dei cuori a me consacrati che mi trattano così ».
«Per questo ti chiedo che il primo venerdì dopo l'ottava del "Corpus Domini", sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, ricevendo in quel giorno la santa comunione e facendo un'ammenda d'onore per riparare tutti gli oltraggi ricevuti durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari.
Io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere con abbondanza le ricchezze del suo divino Amore su coloro che gli renderanno questo onore e procureranno che gli sia reso da altri».


30/01/2015 14:08

Santa Veronica Giuliani

 
Dal Diario  
 
O Dio mio, se io fossi qualche cosa, o potessi essere qualche cosa, non godrei nè parteciperei di Te; ma, perché sono nulla, ho questo tesoro, in me, cioè Te stesso. Tu sei ogni mio bene, Tu la mia speranza, Tu la mia fortezza, il Dio del mio cuore, il Dio dell’anima mia. Sì sì, mio Sommo Bene; ti ringrazio che mi hai tolto dal nulla.
Questo nulla è restato in me; non ho altro che il niente. Ho caro che Tu solo sei il sommo bene infinito, incomprensibile ed immenso. Di questo godo, di questo mi compiaccio ed altro non voglio, che Te, mio Dio; e, per possedere Te, rinunzio a tutto ciò che mai potesse essermi di soddisfazione. Non dico di  queste cose terrene delle quali non voglio sapere più niente; ma mi sproprio di qualsisia gusto spirituale. Tutti li rimetto in Te; non voglio altro gusto, che il tuo; altro volere, che il tuo; in Te mi fermo. Laus Deo.  
 
…Per noi è venuto, con noi vuole stare e restare sino alla fine del mondo. Sapete che stravaganza d’amore ha trovato? É impazzito per noi e noi dobbiamo impazzire per lui; siccome ha trovato il modo per restare con noi, che è il divinissimo Sacramento, così troviamo anche noi un modo di non allontanarci mai da lui.  
 
…Ogni qualvolta lo riceviamo nel Santissimo Sacramento, di nuovo, Dio rinasce nelle anime giuste che di cuore lo servono e lo ricevono con purezza. Tutto questo mi apportò ansia maggiore di ricevere spesso un tanto bene, se non posso sacramentalmente, almeno spiritualmente.  
 
…Questa gioia è il Divinissimo Sacramento, in esso si scorge, come in un trono, Dio Trino ed Uno: il Padre con la sua onnipotenza, il Figlio con la sua sapienza, lo Spirito Santo con il suo amore. Ogni volta che noi ci comunichiamo, l’anima nostra ed il nostro cuore divengono tempio della SS.ma Trinità; e, venendo Iddio in noi, viene tutto il Paradiso. Io vedevo in questa gioia come sta Dio racchiuso nell’Ostia Sacrosanta, e questa fu, per me, una grazia superiore a tutte le grazie che ho avuto nel tempo della mia vita.    
 
…Dio, essendo amore infinito, si comunica alle anime sue care; ma in modo che non v’è modo di poterlo raccontare. Questo si può ammirare in me, che sono una creatura così ingrata e infedele. Qui sì che vi sono le pazzie d’amore; l’amore stesso va cercando dappertutto chi lo vuole amare, si dà a tutti in tutto, a chiunque lo voglia. Io gli dico: Dio mio sei impazzito? Sai chi sono? Non porre in me tante grazie, che sono una miserabile creatura, piena di colpe e di difetti: tu lo sai, Tu mi vedi. Dicendo così ho una tale consapevolezza di me stessa che mi sento annientare, umiliare in un modo che non so che cosa sia.
Quando Dio mi dà queste luci, mi sembra che in un tratto Egli piova sopra di me con diluvi di grazie e nell’intimo del mio cuore mi dice:  
Vedi mia diletta? Io sono lo stesso Amore; benefico anche gli ingrati, come sei tu, e questo lo faccio per far vedere le mie magnificenze, le opere della mia infinita bontà, immensa carità, infinita misericordia. Tutto quello che opero in te, per me, è tutto effetto del mio infinito amore. 
Chiunque vuole amore, venga a me; ma amandomi torna tutto in me. L’amore opera in noi e lo stesso amore riporta tutto in sé; do a tutti in tutto, secondo la disposizione che trovo; e chi non l’ha, non vuole e non viene a me. Io quello che faccio, lo faccio, lo farei a tutti e a tutte le creature e, facendolo a te, chiunque saprà chi sei tu, ingrata, infedele, tutti ammireranno l’infinito mio amore, tutti s’animeranno ad amarmi.  
 
…Dio fa con l’anima nostra come fanno tra loro le tre divine Persone: esse si comunicano l’una con l’altra il loro amore, ma è un unico amore; sono, anche per la loro unione amorosa, in tre persone ma una sola natura; e, quantunque siano distinte l’una dall’altra, pure sono una cosa sola. 
 
…Consideravo con quanta umiltà e sottomissione dovrebbero stare le anime spose di Gesù. Lui è tanto innamorato di noi e fa in noi il suo trono dove viene a riposare e si può dire di un’anima amante: Ave templum totius Trinitatis! Questa è tempio della SS. Trinità. Qui sì che il Signore mi diede un intimo sentimento e mi fece conoscere al vivo la mia impotenza e la sua onnipotenza, la mia bassezza e la sua grandezza, il mio niente ed Esso tutto infinito, onnipotente, incomprensibile e tutto. 
 
… O Dio! Si andrebbe per tutto il mondo, chiamando gente e cercando anime, perché tutti e tutte amassero il Sommo Bene, e perché tutti godessero e partecipassero di questo Dio, Trino ed Uno, tutto amore, infinito, immenso, incomprensibile, nascosto a tutti e che nessuno ama come si deve. Un poco di amore, quanto gran bene va scoprendo alle anime! Questo Bene Infinito che è Dio sta per noi ed è in noi; ma noi viviamo ciechi. Apriamo un poco gli occhi, diamo un’occhiata a Dio e poi vedremo chi Egli è. Fa impazzire. Io lo sento, lo provo ma non ho modo di dichiararmi, per manifestare le sue opere. Se fa tanto con me che sono così ingrata, che farà con le anime sue care, con le anime pure che piacciono tanto agli occhi suoi? O Dio! mi perdo in Te, e nel volere parlare di Te, fai impazzire.  
 
…Trovandomi in questo mare d’infinito amore, capisco molte cose che con le sole parole non posso dir niente. Dio ama per me ed io in Lui, compio l’ufficio di amare, di lodare, di magnificare, di glorificare ed amplificare le grandezze e le dignità di tutti i suoi divini attributi; perché Dio stesso compie per me, tutte queste opere.
Io poi capisco che quello che fa Dio, è per tutti coloro che vogliono parteciparne; conosco l’amore che Dio mi porta; e, mentre conosco ciò, il Divino Amore, mi nasconde in Sè, e mi tiene tutta più nascosta in Sè.  
 
… Aveva ragione S. Pietro di dire, sul monte Tabor: Facciamo qui tre tabernacoli; perché, come l’anima è assorbita dal Divino Amore, e sente in sè l’amore divino, questo la unisce talmente con Dio, che fa con Lui una sola cosa.
Così, ella non si avvede di essere quaggiù in terra, ma gli pare di godere lo stesso Paradiso e tutto ciò che godono i Beati. Ella non desidera nient’altro; ma tornata, in un subito, ai propri sentimenti, e vedendosi in questa valle di lacrime, le pare nuova ogni cosa, ma niente “gustevole”, e si sente così sazia di tutto, che tutto le dà nausea. 
 
…Il Signore mi ha fatto conoscere e provare gli effetti sviscerati del suo amore ardente. Egli è tanto innamorato di me che mi sento abbracciare dal braccio della misericordia di Dio. Qui ho fortezza e fermezza e mi stabilisco, sempre e per sempre, legata, regolata, uniforme al volere di Dio. Tutto ciò che capisco e di cui non posso parlare, mi stringe qui, mi ferma qui, cioè, sempre e per sempre, nel volere divino.  
 
…Io, come io, non posso niente. Una formica mi getterebbe a terra; ma, stando ferma in Dio, con fede e speranza in Lui, Lui sarà il vincitore per me. Così ho compreso che devo sempre esercitare ogni sorta di virtù; perché queste sono le armi per combattere contro tutto l’inferno; e con fede viva replicare, più volte: Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?  
 
…Gesù mi ha fatto comprendere che sarà la presente vita come un paradiso anticipato in terra; perché io devo vivere in Lui e per Lui e, tutta unita a Lui, d’altro non godrei, altro non possederei che Dio solo.
 
… Mi è restato un distacco da tutte le cose terrene e un certo lume intimo intorno a che cosa sono tutte le cose di questa vita. Tutto passa; non è permanente cosa alcuna. Pare che sia impressa nella mia mente la vita eterna.


30/01/2015 14:23

Sant’Alfonso Maria de Liguori

Dagli scritti
...Mio Signore Gesù Cristo, ami tanto gli uomini che rimani notte e giorno pieno di tenerezza e d'amore nel Sacramento Eucaristico aspettando, chiamando ed accogliendo tutti coloro che vengono a visitarti. Io credo che sei presente nell'Eucaristia. Ti adoro dall'abisso del mio niente e Ti ringrazio delle grazie che mi hai elargito, specialmente di essere venuto in me, di avermi dato come avvocata la tua Santissima Madre Maria e di avermi chiamato in questa chiesa. Oggi voglio venerare il tuo Cuore tanto innamorato delle creature per ringraziarti del grande dono eucaristico, per consolarti di tutte le ingiurie che hai ricevuto in questo Sacramento dai tuoi nemici e, come ultimo motivo del mio saluto, con questa visita intendo adorarti in tutti i luoghi della terra dove Tu, nelle sembianze del Pane Santo, sei meno adorato e più solo. 
...Gesù mio, Ti amo con tutto il cuore e mi pento di aver offeso tante volte, in passato, la tua bontà infinita. Propongo con la tua Grazia di non offenderti più e per ora, miserabile come sono, mi consacro totalmente a Te: rinuncio e Ti dono tutta la mia volontà, gli affetti, i desideri e quanto possiedo. Da oggi in poi fa' di me e delle mie cose tutto quello che Ti piace; Ti chiedo soltanto di concedermi il tuo santo amore, la perseveranza finale e l'obbedienza perfetta alla tua volontà. Ti raccomando le anime del Purgatorio, specialmente le più devote al Santissimo Sacramento e a Maria Santissima. Ti raccomando i poveri peccatori e infine, mio caro Salvatore unisco tutti i miei desideri a quelli del tuo amorevolissimo Cuore e così uniti li offro all'Eterno Padre e Lo prego in tuo nome affinché, per tuo amore, li accetti e li esaudisca.  
...Mio Dio, perché l’avete rivelato voi che siete verità infallibile, io credo tutto quello che la santa Chiesa m’insegna a credere.
Credo che voi siete il Creatore e Signore del cielo e della terra, il quale in eterno premiate i giusti nel paradiso e castigate i peccatori nell’inferno. Credo che siete tre persone, Padre, Figliuolo e Spirito santo, ma un solo Dio nell’essenza. Credo, o gran Figlio di Dio, che vi siete incarnato e fatto uomo nell’utero di Maria e siete morto crocifisso per nostra salute, ed ora ve ne state nel Santissimo sacramento per alimentarci colle vostre carni nella santa comunione e per esaudire le nostre suppliche dagli altari quando noi veniamo a visitarvi. Prostrato dunque a’ vostri piedi io misero peccatore, indegno di comparirvi avanti e degno solamente di star nell’inferno.
 
...O Gesù mio amabilissimo, dolcissimo, dilettissimo, vita, speranza, tesoro, unico amore dell’anima mia, oh quanto mai vi è costato il rimanervi con noi in questo Sacramento! Voi avete dovuto morire per potervi poi restare sacramentato sui nostri altari. E quante ingiurie poi avete avuto a soffrire in questo Sacramento per assisterci colla vostra presenza! Tutto ha vinto il vostro amore e desiderio che avete d’essere amato da noi. Venite adunque, Signore, venite e mettetevi dentro del mio cuore; serratene la porta per sempre acciò non v’entri più creatura alcuna a prendersi parte di quell’amore che deesi ed io voglio dare tutto a voi; voi solo, Redentore mio caro, dominatemi, voi solo possedetemi tutto; e se qualche volta non vi ubbidisco perfettamente, castigatemi con rigore, accioch’io stia in avvenire avvertito a compiacervi come voi volete. Fate ch’io non desideri più né cerchi altro gusto che di dar gusto a voi, di visitarvi spesso negli altari, di trattenermi con voi, di ricevervi nella santa comunione. Cerchi pure chi vuole altri beni, io non amo, non desidero altro che il tesoro del vostro amore. Questo solo voglio cercare ai piedi dell’altare. Fate ch’io mi scordi di me, acciocché mi ricordi solo della vostra bontà. Serafini beati, io non v’invidio per la gloria, ma per l’amore che portate al vostro e mio Dio: insegnatemi voi che ho da fare per amarlo e dargli gusto.
 
...Mio Gesù, poiché voi ve ne state chiuso in questa custodia per sentire le suppliche de’ miserabili che vengono a cercarvi udienza, oggi sentite la supplica che vi dà il peccatore più ingrato che vive tra tutti gli uomini. Io vengo pentito a’ vostri piedi, avendo conosciuto il male che ho fatto in disgustarvi. Prima dunque voglio che mi perdoniate quanto vi ho offeso. Ah mio Dio, non vi avessi mai disgustato! E poi sapete che voglio ? Io avendo conosciuta la vostra somma amabilità, mi sono innamorato di voi e mi sento un gran desiderio di amarvi e di compiacervi: ma non ho forza di farlo se voi non m’aiutate. Fate, o, gran Signore, conoscere a tutto il paradiso la vostra gran potenza e la vostra immensa bontà; fatemi diventare da gran ribelle che sono stato a voi, un grande amante di voi; voi lo potete fare; voi lo volete fare. Supplite a  tutto quello che in me manca, acciocché io arrivi ad amarvi assai, almeno ad amarvi tanto quanto vi ho offeso. V’amo, Gesù mio, sopra ogni cosa: v’amo più della vita mia, mio Dio, mio amore, mio tutto.Deus meus et omnia.
 
...Eccomi, mio Signore e  Dio, avanti a quest’altare, dove voi vi trattenete giorno e notte per me; voi siete la fonte di ogni bene, Voi il medico d’ogni male, Voi il tesoro d’ogni povero; ecco a’ piedi vostri oggi un peccatore fra tutti il più povero, il più infermo che vi cerca pietà; abbiate compassione di me. Io non voglio no che mi disamini la mia miseria, vedendovi in questo Sacramento sceso dal Cielo in terra solo per farmi bene. Io vi lodo, io vi ringrazio, io v’amo; e se volete che vi cerchi qualche limosina, questa cerco, sentitemi: io non vi voglio più offendere, e voglio che mi diate luce e grazia d’amarvi con tutte le mie forze. Signore, io v’amo con tutta l’anima mia, v’amo con tutti gli affetti miei. Fate voi che lo dica davvero, e lo dica sempre in questa vita e per tutta l’eternità. Maria Santissima, santi miei avvocati, angeli, beati tutti del paradiso, aiutatemi ad amar il mio amabilissimo Dio.
 
...O Agnello immacolato e sacrificato per noi sopra la croce, ricordatevi che io sono una di quelle anime che voi avete redente con tanti dolori e con la vostra morte. Fate che voi siate mio e non vi perda mai, giacché a me vi siete donato e vi donate ogni giorno, sacrificandovi per amor mio sugli altari; e fate ch’io sia tutto vostro. Io mi dono tutto a voi, acciocché  facciate di me quello che volete. Io vi dono la mia volontà, incatenatela voi coi dolci ligami del vostro amore, acciocché ella sia schiava eterna della vostra santissima volontà. Io non voglio vivere più per soddisfare i miei desideri, ma solo per contentare la vostra bontà. Distruggete in me tutto ciò che non vi piace; datemi la grazia di non avere altro pensiero che di piacere a voi, non altro desidero se non di quello che desiderate voi. V’amo, o caro mio Salvatore, con tutto il mio cuore; v’amo perché desiderate d’essere amato da me; v’amo perché ne siete degno. Ho pena di non amarvi quanto meritate. Vorrei morire per amor vostro. Signore, accettate il mio desiderio e datemi il vostro amore. Amen. Così sia.
 
...O beneplacito del mio Dio, io mi sacrifico tutto a voi. O maestà infinita e bontà infinita, voi tanto amate gli uomini: voi avete fatto tanto per essere amato dagli uomini: e come va poi che fra gli uomini sono tanto pochi quelli che v’amano? Io non voglio essere più come sono stato fra il numero infelice di quest’ingrati: io sono risoluto d’amarvi quanto posso e di non amar altro che voi; voi lo meritate, voi me lo comandate con tanta premura, voglio contentarvi. Fate voi, Dio dell’anima mia, ch’io vi contenti appieno. Io ve lo priego per gli meriti della vostra Passione, e lo spero. I beni della terra dateli a chi li desidera: io solo desidero e ricerco il gran tesoro del vostro amore. V’amo, Gesù mio, v’amo bontà infinita. Voi siete tutta la mia ricchezza, tutto il contento, tutto l’amore mio.Gesù mio, voi vi siete dato tutto a me, io mi sono tutto a voi.
 
...Deh mio Salvatore sacramentato, o amante divino, e quanto sono amabili le tenere invenzioni del vostro amore per farvi amar dalle anime! O Verbo Eterno, voi fatt’uomo non siete stato contento di morire per noi; ci avete dato ancora questo Sacramento per compagnia, per alimento e per caparra del paradiso. Voi vi fate a comparir tra noi or da bambino dentro una stalla: or da povero dentro una bottega: or da reo sopra di un legno: or da pane sopra un altare. Ditemi, ci è più che inventare per farvi amare? O amabile infinito, e quando io comincerò davvero a corrispondere a tante finezze d’amore? Signore, io non voglio vivere se non per amare voi solo. E che mi serve la vita, se non la spendo tutta in amare, in piacere a voi, mio Redentore amato, che avete speso tutta la vita per me? E che cosa ho da amare io, se non voi che siete tutto bello, tutto cortese, tutto buono, tutto amoroso, tutto amabile? Viva l’anima mia solo per amarvi; si liquefaccia d’amore al solo ricordarsi del vostro amore; ed al solo sentir nominare presepe, croce, sacramento, si accenda tutta di desiderio di fare gran cose per voi, o Gesù mio, che avete fatto e patito troppo gran cose per me. Fate, Signore mio, che prima ch’io muoia faccia qualche cosa per voi.
 
...Amabilissimo mio Salvatore, io vi sto oggi visitando in quest’altare; ma voi mi rendete la visita con altro amore quando venite nell’anima mia nella santa comunione. Allora non vi fate solo a me presente, ma vi fate cibo mio, tutto vi unite e tutto vi donate a me; sicché io posso dire allora con verità: Gesù mio, ora siete tutto mio. Giacché dunque voi vi donate tutto a me, è ragione ch’io mi doni tutto a voi. Io sono un verme e voi siete Dio. O Dio d’amore! O amore dell’anima mia, e quando sarà che mi vedrò tutto vostro in fatti e non in parole? Voi lo potete fare, accrescete in me la confidenza per gli meriti del vostro sangue, acciocché io ottenga senz’altro questa grazia da voi di vedermi prima di morire tutto vostro e niente più mio. 
Voi sentite, Signore, le preghiere di tutti, sentite oggi la preghiera d’un’anima che vi vuole amare da vero. Io vi voglio amare con tutte le mie forze, vi voglio ubbidire in tutto quello che volete, senza interesse, senza consolazioni, senza premio. Vi voglio servire per amore, solo per darvi gusto, solo per compiacere il vostro Cuore tanto innamorato appassionatamente di me. Il premio sarà l’amarvi. O Figlio diletto dell’eterno Padre, pigliatevi la mia libertà, la mia volontà, tutte le cose mie, tutto me stesso e datemi voi. Io vi amo, vi cerco, vi sospiro, vi voglio, vi voglio, vi voglio.
Gesù mio, fatemi tutto vostro.
 
...Quale gioia deve essere la mia, o Verbo Eterno fatto uomo e sacramentato per me, sapendo che sto innanzi a voi che siete il mio Dio, siete una maestà infinita, una bontà infinita che tanto affetto avete per l’anima mia? Anime che amate Dio, da dove vi trovate, in cielo o in terra, amatelo ancora pe me. Maria madre mia, aiutatemi ad amarlo. E voi, amatissimo Signore, fatevi l’oggetto di tutti gli amori miei. Impadronitevi di tutta la mia volontà. Possedetemi tutto. Io vi consacro tutta la mia mente, acciocché pensi sempre alla vostra bontà; vi consacro anche il mio corpo, acciocché mi aiuti a darvi gusto; vi consacro l’anima mia, acciocché sia tutta vostra. Vorrei, o diletto dell’anima mia, che tutti gli Uomini conoscessero la tenerezza dell’amore che loro portate, acciocché vivessero tutti solo per onorarvi e darvi gusto, come voi desiderate e meritate. Viva almeno io sempre innamorato della vostra bellezza infinita. Io voglio fare quanto posso da oggi avanti per gradirvi. Propongo di non tralasciare qualsivoglia cosa che intenda essere di vostro gusto, mi costasse ogni pena, il perdere ogni cosa, anche la vita. Beato me, se perdo tutto per fare acquisto di voi, mio Dio, mio tesoro, mio amore, mio tutto Gesù, amor mio, prendetemi tutto, possedetemi tutto.
 
...O dilettissimo Unigenito dell’Eterno Padre, conosco che voi siete l’oggetto più degno d’essere amato. Io desidero amarvi quanto voi meritate; almeno quanto mai un’anima può desiderare d’amarvi. Ben intendo ch’io traditore e tanto ribelle del vostro amore non merito d’amarvi, non merito di stare a voi vicino, come vi sto in questa chiesa; ma sento che voi pure cercate il mio amore; vi sento dirmi : Fili
mi, praebe cor tuum mihi. (Figlio mio dammi il tuo cuore). Diliges Dominun Deum tuum ex toto corde tuo (Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore). Intendo che per questo mi avete conservato in vita e non mi avete mandato all’inferno, acciocch’io mi convertissi tutto ad amarvi. 
Giacché dunque voi volete essere amato ancora da me, sì eccomi, Dio mio, a voi mi rendo, a voi mi dono: io vi amo, o Dio tutta bontà, tutto amore. Io vi eleggo per unico re e signore del mio povero cuore; voi lo volete, io ve lo voglio dare: è freddo; ma se voi l’accettate, voi lo muterete. Mutatemi, Signor mio, mutatemi; non mi fido di vivere come per lo passato, così ingrato e così poco amante verso la vostra bontà infinita che tanto mi ama e merita un infinito amore. Fate ch’io supplisca da ogg’innanzi a tutto l’amore che ho mancato di portarvi per lo passato.Dio mio, Dio mio, io vi voglio amare, vi voglio amare, vi voglio amare!
 
...O Sacramento d’amore, o che vi doniate nella comunione o che ve ne stiate sugli altari, sapete colle amorose attrattive del vostro amore tirarvi tanti cuori, che innamorati di voi, attoniti a tanta bontà ardono felici e pensano sempre a voi: tiratevi ancora il miserabile cuor mio, che ancora desidera d’amarvi e vivere servo del vostro amore. Io per me deposito da oggi avanti tutti gl’interessi miei, tutte le mie speranze e gli affetti miei, l’anima mia, il corpo mio, tutto in mano della vostra bontà. Accettatemi, Signore, e disponete di me come vi piace. Non voglio no più lamentarmi, o amor mio, delle vostra sante disposizioni: so che tutte uscendo dal vostro Cuore amoroso, tutte saranno amorose e per mio bene. Mi basta che le vogliate voi, le voglio anch’io tutte e nel tempo e nell’eternità. 
Fate tutto quel che volete in me e di me; io mi unisco tutto alla vostra volontà ch’è tutta santa, tutta buona, tutta bella, tutta perfetta, tutta amabile. O volontà del mio Dio, quanto mi sei cara! Voglio sempre vivere e morire unito e stretto con te. Il gusto tuo è il gusto mio: i desideri tuoi voglio che siano i desideri miei. Dio mio, Dio mio, aiutatemi, fate che da oggi avanti io viva solo per voi, solo per volere quello che volete voi, solo per amare la vostra amabile volontà. Muoia io per amor vostro, giacché voi siete morto per me, fatto cibo per me. Maledico quei giorni in cui ho fatto la mia volontà con tanto vostro disgusto. Io v’amo, o volontà di Dio, quanto amo Dio, giacché voi siete lo stesso che Dio. V’amo dunque con tutto il cuor mio, a voi tutto mi dono. O volontà di Dio, voi siete l’amor mio.
 
...Dunque, mio Signore e mio Dio, se voi avete detto nell’Evangelio che chi v’ama sarà amato da voi, e voi verrete ad abitare in esso per non partirvene più, io v’amo più d’ogni bene: amatemi dunque voi ancora, mentre io stimo l’essere amato da voi più di tutti i regni del mondo: e venite e fermate la vostra abitazione nella povera casa dell’anima mia, talmente che non vi abbiate più a partire da me, o per meglio dire, ch’io non v’abbia più a cacciare da me. Voi non vi partite se non siete cacciato. Io come vi ho cacciato per lo passato così posso cacciarci di nuovo. Ah non permettete che succeda nel mondo questa nuova scelleraggine e quest’orrenda ingratitudine, ch’io favorito così parzialmente da voi dopo tante grazie vi abbia di nuovo a licenziare dall’anima mia| Ma può succedere; e per questo, Signor mio, desidero la morte, se vi piace, acciocch’io morendo unito con voi, unito con voi abbia poi da vivere per sempre. Sì, Gesù mio, così spero. Io v’abbraccio, vi stringo al mio povero cuore: fate ch’io sempre v’ami e sempre sia amato da voi. Sì, mio Redentore amabilissimo, io sempre vi amerò, voi sempre mi amerete. Spero che sempre ci ameremo, o Dio dell’anima mia per tutta l’eternità. Amen. Così sia. Gesù mio, io voglio sempre amarvi ed essere amato da voi.
 
...O Dio sacramentato, o pane degli angioli, o cibo divino, io vi amo; ma né io né voi siete contento del mio amore. V’amo, ma v’amo troppo poco. Fate voi, Gesù mio, ch’io conosca la beltà, la bontà immensa che amo. Fate che il mio cuore cacci tutti gli affetti terreni e dia tutto il luogo al vostro divino amore. Voi per innamorarmi tutto di voi e per unirvi tutto a me scendete ogni giorno dal cielo sugli altari; è ragione ch’io non pensi ad altro che ad amarvi, ad adorarvi, e a darvi gusto. V’amo con tutta L’anima mia, v’amo con tutti gli affetti miei. Se mi volete pagar quest’amore, datemi più amore, più fiamme, che mi facciano sempre più amarvi e più desiderare di darvi gusto.
Gesù amore, datemi amore.
 
...O Dio, o amore incomprensibile, giacché voi vi degnate d’essere così cortese con noi, che per istarvene a noi vicino vi degnate di scendere sui nostri altari, io propongo di visitarvi spesso; voglio godere quanto più posso della vostra dolcissima presenza che rende beati i santi in paradiso. Oh potessi starvi sempre innanzi per adorarvi e farvi atti d’amore! Svegliate, vi priego, l’anima mia, quando per tiepidezze o per affari di mondo trascura di visitarvi. Accendete in me un gran desiderio di starvi sempre vicino in questo Sacramento. Ah mio amoroso Gesù, vi avessi sempre amato!. Vi avessi dato sempre gusto! Mi consolo che ancora mi resta tempo di farlo, non solo nell’altra vita, ma ancora in questa. Io lo voglio fare, vi voglio amare davvero, mio sommo bene, mio amore, mio tesoro, mio tutto. Voglio amarvi con tutte le forze.
Dio mio, aiutatemi ad amarvi.
 
...Oh amore infinito del mio Dio, degno d’infinito amore! Oh come avete potuto, Gesù mio, arrivare ad abbassarvi tanto che per trattenervi cogli uomini e per unirvi ai loro cuori vi siete umiliato fino a nascondervi sotto le specie del pane? Oh Verbo Incarnato, voi siete stato sommo nell’umiliarvi, perch siete sommo nell’amare. Come posso io non amarvi con tutto me stesso, sapendo quanto avete fatto per accattivarvi il mio amore? Io v’amo assai, e perciò antepongo il vostro compiacimento ad ogni mio interesse, ad ogni mia soddisfazione. Il gusto mio è di dar gusto a voi, mio Gesù, mio Dio, mio amore, mio tutto. 
Accendete in me una gran fame di star continuamente alla presenza di voi sacramentato, e di ricevervi e tenervi compagnia. Sarei un ingrato se non accettassi così dolce e cortese invito. Ah Signore, distruggete in me tutto l’affetto alle cose create. Voi volete che solo voi, mio Creatore, siate il segno di tutti i miei sospiri, di tutti gli amori miei. V’amo, bontà amabilissima del mio Dio. Non cerco da voi altro che voi. Non voglio i contenti miei, voglio e mi basta il contento vostro. Accettate, Gesù,  mio, questo buon desiderio di un peccatore che vi vuol amare. Aiutatemi colla vostra grazia: fate ch’io misero schiavo dell’inferno sia da ogg’innanzi schiavo felice del vostro amore.
V’amo Gesù mio bene sopra ogni bene.
 
...O serafini, voi che state dolcemente ardendo d’amore intorno al vostro e mio Signore; non già per amor vostro, ma per amor mio questo Re del cielo s’ha voluto porre in questo Sacramento. Lasciate dunque, o angioli amanti, ardere me, e voi accendetemi con il vostro ardore, acciocché insieme con voi arda anch’io. Oh Gesù mio, fatemi conoscere le grandezze dell’amore che portate agli uomini, acciocché a vista di tanto amore cresca sempre più in me il desiderio d’amarvi e darvi gusto. V’amo, Signore amabilissimo, e voglio sempre amarvi, solo per piacere a voi.Gesù mio, in voi credo, in voi spero, voi amo, a voi mi dono.
 
...Eterno Padre, io vi offro oggi tutte le virtù, gli atti, gli affetti del Cuore del vostro caro Gesù. Accettateli per me e pe i suoi meriti; concedetemi quelle grazie che Gesù vi domanda per me. Con questi meriti io vi ringrazio di tante misericordie usatemi. Con questi soddisfo quello che vi debbo per i miei peccati. Per questi spero ogni grazia da voi, il perdono, la perseveranza, il paradiso, e sopra tutto il sommo dono del vostro puro amore. Vedo già che sono io che a tutto pongo impedimento, ma a ciò ancora voi rimediate. Io vi prego per amore di Gesù Cristo il quale ha promesso: Si quid petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis. Dunque non me lo potete negare. Signore, io non voglio che amarvi, che donarmi a voi intieramente, e non vedermi più ingrato come sono stato sinora. Guardatemi ed esauditemi; fate che oggi sia il giorno ch’io tutto mi converta a voi, per non lasciare  mai più d’amarvi. V’amo, mio Dio, v’amo, bontà infinita; v’amo, mio amore, mio paradiso, mio bene, mia vita, mio tutto. Gesù mio, tutto mio; voi mi volete, io vi voglio.


30/01/2015 14:25

Giovanni Maria Vianney

il Santo Curato d’Ars

 
Dagli scritti
...La terra e quanto contiene non possono appagare un’anima immortale più di quanto un pizzico di farina, in bocca ad un affamato, possa saziarlo».
...“Venite alla comunione, venite a Gesù, venite a vivere di Lui, al fine di vivere per Lui.
Tutti gli esseri della creazione hanno bisogno di nutrirsi per vivere; per questo il buon Dio ha fatto crescere gli alberi e le piante; è una bella tavola ben servita dove tutti gli animali vengono a prendere ognuno il cibo che gli conviene. Ma anche l'anima deve nutrirsi... Quando Dio volle dare un nutrimento alla nostra anima, per sostenerla nel pellegrinaggio della vita, Egli pose il suo sguardo sulla creazione e non trovò nulla che fosse degna di lei. Allora si ripiegò su se stesso e decise di dare se stesso... O anima mia, quanto sei grande, dal momento che soltanto Dio può appagarti!
«Tutto quello che chiederete al Padre nel nome mio, Egli ve lo concederà ». Mai avremmo pensato di chiedere a Dio il suo proprio Figlio. Ma ciò che l'uomo non può dire o concepire, e che non avrebbe mai osato desiderare, Dio, nel suo amore, l'ha detto, l'ha concepito e l'ha adempiuto. Avremmo mai osato dire a Dio di far morire il Figlio suo per noi, di darci da mangiare la sua carne, da bere il suo sangue? Se tutto questo non fosse vero, l'uomo avrebbe quindi potuto immaginarsi cose che Dio non può fare; sarebbe andato più avanti di Dio nelle invenzioni del suo amore. Il che non è possibile.
Quando Nostro Signore viene ad abitare in un'anima, è contento e riempie l'anima di gioia e di felicità, e le comunica quell'amore generoso di fare tutto e di soffrire tutto per piacergli.
Non dite che non ne siete degni. E' vero: non ne siete degni, ma ne avete bisogno.
Se Nostro Signore avesse avuto in mente il nostro esser degni, non avrebbe mai istituito il suo sacramento d'amore, perché nessuno al mondo ne è degno, ma Egli pensava ai nostri bisogni e ne abbiamo tutti bisogno.
Non dite che avete troppe miserie... Preferirei piuttosto sentirvi dire che siete troppo ammalati e che, perciò, non volete il rimedio...
La grande disgrazia è che si trascura di ricorrere a questo divino cibo per attraversare il deserto della vita. Al pari di una persona che muore di fame accanto ad una tavola ben servita”.  
Atto di Amore  
Ti amo, mio Dio, e il mio desiderio
é di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita.
Ti amo, o Dio infinitamente amabile,
e preferisco morire amandoti,
piuttosto che vivere un solo istante senza amarti.
Ti amo, Signore, e l’unica grazia che ti chiedo
è di amarti eternamente.
Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo,
soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente.
Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante: ti amo,
voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro.
Ti amo, mio divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me,
e mi tieni quaggiù crocifisso con te.
Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti
e sapendo che ti amo.   


30/01/2015 14:26

San Pietro Giuliano Eymard

Dagli scritti
 
…Nostro Signore dimora nel SS. Sacramento per ricevere dagli uomini gli stessi omaggi che ricevette da coloro che ebbero la ventura di essergli vicini durante la sua vita mortale. Egli è là affinché tutti possano rendere personalmente i loro omaggi alla sua Santa Umanità. Anche quando questa fosse la sola ragione dell'esistenza dell'Eucaristia, noi dovremmo essere beati di poter rendere a Nostro Signore in persona i nostri omaggi di cristiani.
Per questa Presenza il culto pubblico ha la sua ragione di essere, ha una vita. Togliete la reale Presenza, e allora come renderete alla Santissima Umanità di Nostro Signore la venerazione, gli onori che le sono dovuti?
Nostro Signore come uomo non è che in Cielo e nel SS. Sacramento. Soltanto per mezzo dell'Eucaristia noi possiamo quaggiù avvicinarci al Divin Redentore, proprio a Lui, in persona, vederlo, parlargli; senza di essa il culto diviene astratto.
Per essa noi andiamo a Dio direttamente, ci avviciniamo a Lui come durante la sua vita mortale. Come saremmo infelici se dovessimo, per onorare l'Umanità di Gesù Cristo, riferirci soltanto a ricordi di diciannove secoli fa! Questo può bastare nella cerchia del pensiero; ma come mai rendere un omaggio esterno ad un passato così lontano? Noi ci contenteremmo di ringraziare senza prender parte ai misteri che onoriamo. Ma non è così; io posso recarmi ad adorare come i pastori, prostrarmi come i Magi. No, noi non abbiamo a rammaricarci di non essere stati a Betlemme o al Calvario.
 
…Quando sarò elevato da terra, attirerò ogni cosa a me. Dapprima fu dall'alto della croce che Nostro Signore attirò a sé tutte le anime, riscattandole. Ma è pure certo che Gesù, pronunziando queste parole, accennava al suo trono eucaristico, appiè del quale vuole attirare tutte le anime per legarle con le catene dei suo amore. Vuole mettere in noi un amore appassionato verso di lui.
Un'idea, una virtù, che non diventano amore appassionato, non produrranno nulla di grande. L'affezione di un fanciullo non è amore secondo tutta la forza della parola: esso ama per istinto e perché si sente amato, ama se stesso in coloro che gli fanno del bene.
Un domestico può dedicarsi tutto al suo servizio, ma non amerà davvero, se non si dedica ai suoi padroni per affetto e senza alcuna mira d'interesse personale.
L'amore trionfa allora, solo che è una passione della nostra vita. Si possono produrre atti isolati d'amore più o meno frequenti, ma la nostra vita non è impegnata, non è donata. Ora, finché non avremo per Gesù in Sacramento un amore appassionato, non avremo fatto nulla. Nostro Signore certo ci ama appassionatamente, ciecamente, senza punto pensare a se stesso, sacrificandosi tutto per noi: bisogna dunque ricambiarlo!
 
…Che se non giungiamo tutti fin là, tutti possiamo amare appassionatamente Gesù e lasciarci dominare da questo amore.
Non amate voi qualche persona? O madri, non avete voi un amore appassionato per i vostri figli? Spose, forse che non amate appassionatamente i vostri sposi? E voi, figli, non sentite tutta la dolcezza dell'affetto verso i vostri genitori? Or bene, applicate questo vostro amore a Gesù. Non vi sono due amori, ma uno solo. Egli non vi domanda di avere due cuori, uno per Lui e l'altro per quelli che amate su questa terra.
O madri, amate dunque il Santissimo Sacramento col vostro cuore di madre, amatelo come un figlio! Spose, amatelo come vostro sposo! Figli, amatelo come vostro padre!
Abbiamo una sola potenza di amare, ma capace di abbracciare oggetti diversi, con motivi diversi. Certuni amano alla follia i parenti, gli amici, e non sanno amare il Signore. Ma quel che facciamo per la creatura è quello stesso che dobbiamo fare per Dio: con questa differenza soltanto, che Iddio va amato senza misura e sempre più.
 
…Il Verbo Eterno che voleva ricondurci al Padre, non potendo come Dio praticare le virtù proprie di noi uomini, le quali implicano tutte il combattimento e il Sacrificio, si è fatto uomo; ha preso gli strumenti nostri ed ha lavorato sotto i nostri occhi. E come in Cielo, ove è ritornato glorioso, non potrebbe più esercitare la pazienza, la povertà, la umiltà, si è fatto Sacramento per continuare ad essere il nostro modello.
Queste virtù non procedono più dalla sua libera volontà per modo da produrre gli atti mentori: né ha fatto il suo stato permanente e ne è come rivestito. Prima ne praticava gli atti: ora ne ha rivestito esteriormente lo stato. Nella sua vita mortale fu umile ed umiliato; ora regna glorioso, ma in una condizione esterna di umiltà nel Santissimo Sacramento. Ha unito a se inseparabilmente lo stato abituale delle virtù: contemplandolo, noi vediamo le sue virtù e sappiamo in qual modo farne gli atti. Togliete la sua umiliazione e cessa lo stato sacramentale. Togliete la sua povertà, supponete che Egli sia seguito da uno splendido corteo; noi saremo come annientati al cospetto della sua maestà, ma non vi sarà più l'attrattiva dell'amore, perché questo non si dimostra che discendendo. Gesù in Sacramento esercita la potenza, perdona le ingiurie anche più che sul Calvario. Là i suoi carnefici non lo conoscevano, qui è conosciuto e insultato. Egli prega per tante città deicide, dalle quali è proscritto. Senza questo grido di perdono non vi sarebbe più il Sacramento d'amore, che la giustizia circonderebbe e difenderebbe il trono di Gesù insultato.
 
…Nostro Signore nel Santissimo Sacramento è il nostro modello; vediamo in qual modo Egli c'insegna le virtù che fanno i santi. A tal fine osserviamo qual è lo stato in cui si trova: la forma della sua vita sarà la forma delle nostre virtù. Studiare come Egli è, intenderemo quel che vuole, poiché l'esterno indica l'interno. Dalle parole, dalle maniere si argomenta quel che sta nell'anima. Quando si vedeva Nostro Signore povero e conversare con i poveri, si capiva ch'Egli era venuto a salvarci per mezzo della povertà. Quando Egli moriva per noi, c'insegnava quel che dobbiamo fare per andar in Cielo. Ora lo stato di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, il carattere che vi domina e ci colpisce, è l'annichilamento.
Pertanto questo stato ci deve far conoscere di che si occupi e quali siano le sue virtù, che tutte, ciascuna secondo la sua natura, prenderanno questa forma, questa impronta di umiltà e di annichilamento. Studiatelo questo annientamento e saprete quel che dovete fare per rassomigliare al vostro modello, e per essere nella grazia della santità eucaristica. Ricordatevi che questo è il carattere dominante di Gesù in Sacramento e che deve essere anche il vostro se volete vivere della grazia che emana dall'Eucaristia
 
…Meditare Nostro Signore annichilato nell'adorabile Sacramento è il vero cammino dell'umiltà. Si comprende che il suo annichilamento è la prova più grande del suo amore e che tale deve essere pure la prova del nostro; si comprende che bisogna abbassarsi fino a Gesù Cristo che si è messo al pari con gli ultimi esseri della creazione.
Ecco la vera umiltà, che da del suo, facendo risalire a Dio l'onore e la dignità che ne riceve. Credono molti che non possiamo umiliarci se non dei nostri peccati e delle nostre miserie, non già nel bene, nella grandezza soprannaturale. Ma lo possiamo, certamente. Far risalire ogni bene a Dio è l'umiltà di ossequio, l'umiltà più perfetta. Ce la insegna Nostro Signore, e più ci appressiamo a lui, più come lui ci umiliamo. Vedete la Santissima Vergine, esente da peccato, senza difetto od imperfezione, tutta bella, tutta perfetta, tutta splendente per la sua grazia di Immacolata e per la sua incessante cooperazione: ella si umilia più di ogni altra creatura. Consiste l'umiltà nel riconoscere che nulla siamo senza Dio e nel riferire a lui tutto quel che siamo; e quanto più uno è perfetto, più cresce questa umiltà, perché ha più da rendere a Dio; a misura che le grazie ci elevano, noi discendiamo; le nostre grazie sono i gradini della nostra umiltà.
L'Eucaristia dunque c'insegna a riferire a Dio la grandezza e la gloria e non soltanto ad umiliarci delle nostre miserie. Ed è una lezione permanente. Pertanto ogni anima eucaristica deve divenir umile: la vicinanza, la compagnia di Gesù in Sacramento deve renderci tali che più non pensiamo né operiamo se non per impulso di questa divinità annichilata.
 
…Or che dirò della dolcezza di Gesù in Sacramento? Come vi descriverò la sua bontà nel ricevere tutti; l'affabilità, nell'adattarsi agli uni e agli altri, ai piccoli, agli ignoranti; la pazienza nell'ascoltar tutti e tutto quel che gli vogliono dire, il lungo racconto di tante miserie; la tenera sua bontà nella Comunione in cui si da a ciascuno secondo la sua condizione ed entra in tutti con gioia, purché trovi lo stato di grazia e un po' di devozione, qualche buon desiderio, almeno un po' di rispetto, e da a ciascuno la grazia che gli conviene, lasciandogli l'anima inondata di amore e di pace come ricompensa dell'accoglienza ricevuta? E quale dolcezza paziente e misericordiosa verso quelli che lo dimenticano! Li aspetta! Prega per quelli che l'offendono e lo disprezzano; non leva lamenti né fa sentire minacce; non punisce all'istante gli oltraggiatori sacrileghi, ma con la sua dolcezza e bontà si adopera a rimetterli sul buon cammino. L'Eucaristia è il trionfo della mansuetudine di Gesù Cristo.
 
…Gesù Cristo volendo essere sempre amato dall'uomo gli da' incessanti prove del suo amore; e come, per vincere e conquistare il nostro cuore, ha dovuto farsi uomo, sensibile e palpabile, così per assicurare la sua conquista deve continuare a farci sentire un amore alla umana. Perpetua è la legge dell'amore e tale deve esserne pure la grazia; il dolce sole dell'amor di Dio non deve mai tramontare per il nostro cuore, affinché questo non sia invaso dal gelo della morte e dell'oblio. Il cuore umano si da' a quel che è vivo, si unisce all'amore che gli da prove attuali della sua esistenza.
Orbene, l'amore che animò la vita mortale del Salvatore, da quello di bambino nella culla a quello di apostolo del Padre durante la predicazione e di vittima sulla croce, tutto si trova riunito e trionfante nel suo Cuore vivente nel SS. Sacramento. Qui dobbiamo cercarlo e nutrircene. Certo il Sacro Cuore è pure in Cielo, ma per gli Angeli ed i Santi già coronati. Nell'Eucaristia è per noi.
Dunque la nostra devozione verso il Sacro Cuore dev'essere eucaristica, concentrarsi nella divina Eucaristia, come nel centro personale e vivente dell'amore e delle grazie del Sacro Cuore per noi.
Perché separare il Cuore di Gesù dal suo Corpo e dalla sua divinità? E' esso che vivifica e anima il suo Corpo nel Sacramento. Gesù risorto non muore più: perché separarne il Cuore dalla Persona e volerlo, per così dire, far morire nella nostra mente?
 
…Rallegratevi dunque in questo bel giorno in cui spunta sull'orizzonte il divin sole dell'Eucaristia. La vostra riconoscenza non disgiunga mai il Presepio dall'Altare, il Verbo fatto carne dall'Uomo-Dio fatto pane di vita eterna nel SS. Sacramento.


30/01/2015 14:28

San Giovanni Bosco 
 
Grande protettore dell' infanzia, san Giovanni Bosco diceva ai ragazzi e ai suoi confratelli: " Non esiste nulla che il demonio tema di più di queste due cose: una comunione ben fatta e le visite frequenti al Santissimo Sacramento: Volete che il Signore ci doni tante grazie? Visitatelo spesso. Volete che il Signore ce ne dia poche? Visitatelo poche volte".
Le sue ultime raccomandazioni ai suoi figli e alle sue figlie spirituali furono:
"Diffondete la devozione a Gesù sacramentato e a Maria ausiliatrice e vedrete quali saranno i miracoli. Aiutate molto i ragazzi poveri, i malati, gli anziani e la gente che più ha bisogno, e otterrete enormi benedizioni e aiuti da Dio. Vi aspetto tutti in Paradiso".
Il ringraziamento dopo la Santa Comunione
"Dopo la S. Comunione, trattenetevi almeno un quarto d'ora a fare il ringraziamento. Sarebbe una grave irriverenza se, dopo pochi minuti aver ricevuto il Corpo-Sangue-Anima-Divinità di Gesù, uno uscisse di
chiesa o stando al suo posto si mettesse, a ridere, chiacchierare, guardare di qua e di là per la chiesa....."  
Fare la S. Comunione
"Tutti hanno bisogno di fare la S. Comunione: i buoni per mantenersi buoni, ed i cattivi per diventare buoni. Ma prima di accostarvi a ricevere l'adorabile Corpo di Gesù, dovete riflettere se nel cuore siete pronti.
Chi ha peccato e non vuol staccarsi dal suo peccato, anche se si è confessato, non è degno di ricevere il Corpo di Gesù; invece di arricchirsi di grazie, si rende più colpevole e degno di castigo.
Se invece ci si è confessati con il chiaro proposito di cambiare, accostiamoci pure al pane degli Angeli.  
Si badi però che la frequenza ai Sacramenti non è, da sola, sicuro indizio di bontà. C'è gente che, pur senza fare sacrilegi, va però con molta tiepidezza e per abitudine a ricevere la Santa Comunione; è la loro stessa superficialità che non permette loro di capire tutta l'importanza di quello che fanno. Per questo non ottengono i frutti della Santa Comunione.  
Se non potete comunicarvi sacramentalmente, fate almeno la Comunione Spirituale. Di che si tratta? Essa consiste in un ardente desiderio di ricevere Gesù nel vostro cuore”.  
Comunione Spirituale
“Gesù mio, ti credo presente nel Santissimo Sacramento dell'altare. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell'anima mia.
Siccome ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.....
Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a Te: non permettere che io abbia mai a separarmi da Te. Amen”  
Condizioni per fare una buona Comunione
"Per fare una buona Comunione, occorre essere liberi dal peccato mortale. Chi ne avesse anche uno solo, commetterebbe un sacrilegio e, come dice la Sacra Scrittura, "mangerebbe la sua condanna, perché non
vuol distinguere il Corpo del Signore dal pane materiale".
Bisogna poi avere il giusto tempo di digiuno. Poi, prima di andare alla Santa Comunione, occorre riflettere bene: chi sto andando a ricevere? Gesù, il Figlio di Dio!
Non bisogna poi dimenticare che la Santa Comunione, anche quella quotidiana, preserva sì dai peccati mortali, ma non rende impeccabili.  
Cerchiamo perciò di avere il cuore distaccato dai peccati, cerchiamo di migliorare.... e poi non spaventiamoci dei difetti quotidiani: la Santa Comunione, ogni volta che la riceviamo degnamente, li cancella! E ci rafforza per evitarli, in gran parte, per il futuro".  
La Comunione frequente
"Con quale frequenza dovete accostarvi alla santa Comunione?
Sentite. Gli Ebrei quando erano nel deserto, mangiavano la manna che cadeva tutti i giorni. Ora, dice il Vangelo che la manna è figura dell'Eucarestia, perciò dobbiamo anche noi mangiarla tutti i giorni, su questa terra, (che è figurata dai 40 anni passati dal popolo ebreo nel deserto). Quando noi saremo giunti alla terra promessa non la mangeremo più perché vedremo e avremo sempre Iddio con noi nella sua essenza.  
I primi fedeli si comunicavano tutti i giorni e andavano alla Messa: quei pochi che per qualche motivo non si potevano comunicare, ad un certo punto di essa dovevano uscire. Anche più tardi, ma ancora in quei
primi tre secoli, nessuno andava alla Messa senza accostarsi alla santa Comunione.
La santa Chiesa poi, radunata nel santo Concilio di Trento, dichiarò essere suo desiderio che i fedeli andando alla essa si accostassero tutti alla santa Comunione. Difatti se il cibo del corpo si deve pigliare tutti i giorni, perché non il cibo dell'anima? Così dicono Tertulliano e Sant'Agostino.
Ma dunque, voi mi osserverete, avremo tutti ad accostarci propriamente ogni giorno? Vi risponderò che il precetto non c'è di accostarci tutti i giorni. Gesù Cristo lo brama, ma non lo comanda. Tuttavia per darvi un consiglio che sia adatto alla vostra età, condizione, devozione, preparazione e ringraziamento che sarebbe necessario, io vi dirò: intendetevi col confessore e fate secondo il suo avviso. Se poi volete sapere il mio desiderio, eccovelo: comunicatevi ogni giorno. Spiritualmente? Il Concilio di Trento dice: Sacramentalmente! Dunque fate così: quando non potete comunicarvi sacramentalmente, comunicatevi almeno spiritualmente.  
La gran cosa che io raccomando è questa. Ciascuno tenga la sua coscienza in tale stato da poter far la Comunione tutti i giorni. Vorrei ancora togliere un inganno che è nella mente dei giovani: dicono alcuni che per comunicarsi spesso bisogna esser santi. Non è vero. Questo è un inganno. La Comunione è per chi vuol farsi santo, non per i santi. I rimedi si danno ai malati, il cibo si dà ai deboli. Oh, quanto io sarei
fortunato se potessi vedere acceso in voi quel fuoco che il Signore è venuto a portare sulla terra"!  
Ancora sulla Comunione frequente
"Riguardo alla frequenza della Comunione ognuno di voi si accordi col suo confessore, e si accosti alla sacra mensa quel numero di volte che gli sarà indicato. Ma il gran punto da non dimenticarsi mai, è di tenere costantemente la coscienza in tale stato da poter fare la Comunione tutti i giorni. Se uno non è capace di perseverare in tale stato di coscienza che gli permetta di andare per otto giorni alla Comunione io non gli consiglio la Comunione così frequente. A questo proposito voglio raccontarvi un fatterello.  
Vi era un uomo solito ad andarsi a confessare da San Vincenzo de' Paoli, ma non gli piaceva questo confessore, perché gli ordinava la frequente Comunione ed insisteva, perché andasse più volte alla settimana.
Questo tale, stanco di quell'esigenza, pensò di cambiare confessore e di andare da un altro. Trovatolo, gli disse: "Io ero solito andare da Padre Vincenzo; ma mi ordinava la Comunione quasi tutti i giorni. Ciò non mi piace e son venuto da lei per ricevere il suo consiglio". Quel confessore non badando al male che faceva, gli rispose: "Basta accostarvisi una volta la settimana".
Passato un po' di tempo consigliò al suo penitente di accostarsi solo una volta ogni quindici giorni, per la ragione che avrebbe potuto prepararsi meglio. Finalmente finì col dirgli di comunicarsi una volta al mese. 
Il povero uomo seguiva questi consigli. E che ne avvenne? Finì con dare un addio alla confessione e abbandonarsi alla vita licenziosa.
Ma agitato dai rimorsi delle sue colpe, fece ritorno a San Vincenzo e gli disse:
"Va male, Padre Vincenzo, va male!"
"E perché, - gli rispose San Vincenzo - o figlio mio, non mi siete più venuto a trovare?. "Perché mi dava fastidio la frequente Comunione e volli cambiar confessore per andarvi più di rado. Ma vedo che, lasciando la Comunione, lascio anche la pietà, divento peggiore ed ho finito per non più andarmi a confessare. Perciò d'ora in avanti voglio seguire il suo consiglio ed accostarmi di frequente alla santa Comunione".
E si confessò da San Vincenzo, fece le sue cose bene e ridivenne a poco a poco la pia persona che era prima.  
Io vi raccomando la medesima cosa. Tutti hanno bisogno della Comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni; e così tutti acquisterete quella vera sapienza che viene dal Signore. Dunque vi
ripeto: fuga dall'ozio, fuga dal peccato, frequente confessione, frequente Comunione".  
Gesù nell'Eucaristia è fonte di grazia
Se una persona fidata andasse in una piazza e svelasse a tutti che su una vicina collina ha scoperto una miniera d'oro..... non lo seguirebbero tutti? Ebbene, nel tabernacolo c'è questo tesoro!  
Gli uomini sudano per avere denari: ma nel tabernacolo c'è il Padrone di tutto il mondo....
Qualunque cosa gli chiediate - che vi sia necessaria - Egli ve la concederà..... 
Avete bisogno di memoria, di capire bene le lezioni, di riuscire bene nel vostro lavoro? Avete bisogno di forza per sopportare le tribolazioni, di aiuto per vincere le tentazioni? La vostra famiglia è minacciata da qualche disgrazia, è afflitta dalla malattia di qualcuno, ha bisogno di qualche grazia particolare? Da chi credete che "dipenda" tutto questo? Chi è che comanda al vento, alla pioggia, alla tempesta, alle onde? Non è forse Gesù Cristo il padrone assoluto di tutto? Andate dunque a Lui e chiedete. Vi sarà concesso. Bussate. Vi sarà aperto. Gesù, lui per primo, desidera darvi le grazie che vi sono necessarie: ed anzitutto quelle che riguardano l'anima.
 Una santa vide un giorno sull'altare Gesù bambino il quale reggeva, nel suo vestitino, un numero straordinario di perle preziosissime. Era triste. "Perché sei così triste, mio Signore"? - chiese la santa. "Perché nessuno viene a chiedermi le grazie che ho già qui preparate. Nessuno le vuole. Non so a chi darle....".


30/01/2015 14:30

 

Beato Francesco Spinelli

Tutto per te, mio Dio, mio Amore,
mio Bene immenso
Quanto faccio, soffro, dico e penso.
In ogni mio respiro intendo, mio Signore,
donarti l’anima e consacrarti il cuore
per crescere sempre più
nel tuo santo e divino amore.
 
 
Dalle Conversazioni Eucaristiche
 
Gesù mio, qui con Te io godo, in anticipo, un po' di paradiso.
E' troppa la gioia che mi fai gustare con la tua compagnia!
Infondi nel mio cuore quella felicità che solo la tua bontà può donare
e che spinge sempre più gli uomini ad amarti e a stare alla Tua
presenza. Quando Ti ho invocato Tu mi hai sempre esaudito; quando
il mio cuore è stato oppresso da tante preoccupazioni Tu lo hai
dilatato e mi hai incoraggiato a sostenerle con la speranza. A volte
hai persino cambiato qualche piccola sofferenza in gioia: "Nel giorno
in cui Ti ho invocato mi hai esaudito, nella sofferenza mi hai dilatato
il cuore. La luce del tuo volto è sopra di me; hai inondato di gioia il
mio cuore".
 
Riempi, o Signore, del tuo dolcissimo Spirito anche l'anima mia,
perché riprenda forza per superare tutte le debolezze umane, per
vincere tutti quegli ostacoli che le impediscono di fare pienamente la
tua volontà. "A colui che vince darò una manna nascosta"; l'hai
promessa Tu; dunque, dammi questa manna celeste che mi nutra,
mi fortifichi e mi aiuti a superare ogni difficoltà. Signore, mio Dio,
questo ardentemente desidero: di essere trasformato in Te, cioè che
Tu sia in me e io in Te, e così diventiamo un cuor solo e un'anima
sola. E' tanto bello stare con Te.
 
Sono alla tua presenza Signore, in questo momento; me ne rendo
conto e ti ringrazio per questo dono così grande. Tu davanti a me, con me e io davanti a Te, con te.
Nelle mie mani e nel mio cuore è presente tutta la mia giornata, la mia vita, i miei pensieri, sentimenti, le mie gioie e le mie paure, i problemi. Voglio stare qui con Te e con i miei fratelli e sorelle, con la Tua Chiesa. Insieme, cuore a cuore.
Guidami tu nella preghiera e apri il mio cuore perché possa accogliere il tuo Spirito, possa vederti, ascoltarti, amarti e sentirmi amato.
 
Gesù mio, il mio cuore gioisce di potersi trovare alla tua Presenza, di
poter godere della tua amabilissima compagnia e di intendersi con Te,
cuore a cuore, sopra i disegni e i desideri della tua volontà.
Sento già un gran desiderio di corrisponderti e di amarti; ma invece del desiderio vorrei sentire un fortissimo amore per Te.
Gesù mio, voglio anch’io godere della tua carità infinita, visitarti spesso
e stare con Te più tempo che posso. Fammi innamorare così tanto di Te
che io non possa più vivere senza di Te, né lontano da Te.
 
Maria, Madre della speranza e dell'amore, Tu che non desideri altro che vedere Gesù conosciuto ed amato da tutti gli uomini, per i quali è sceso dal cielo e ha posto per sempre la sua dimora in questo sacramento,
fallo conoscere intimamente a tutti così che si innamorino di Lui e lo amino "con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze".
Ora, Gesù mio, devo proprio andarmene. Resterei ancora, ma sai
bene che i miei impegni mi chiamano altrove.
Tu, però, accompagnami dovunque andrò.
Il sapere che il tuo sguardo è sempre sopra di me mi aiuterà a parlare
E agire secondo la tua volontà. Così sia.
 
Guardiamo al Presepe per imparare da Gesù Bambino quelle virtù
che ci insegna con il suo esempio dalla grande scuola della sua
capanna: l’umiltà e il sacrificio. La culla della capanna di
Betlemme è l’altare del sacrificio che qui Gesù ha iniziato per poi
compierlo secondo la volontà del Padre: Gesù non risparmiò nulla
di sé stesso al Padre per ottenerci da Lui ogni bene. Il Presepio
dunque prelude al Calvario, i vagiti alle agonie, gli affanni al
sangue, le paglie aspre alla durissima Croce; il Presepio e il
Calvario sono la prima e l'ultima nota, la prima e l'ultima pagina di
quel poema immenso, divino, ineffabile d'amore e di sacrificio che è
tutta la vita di Gesù Cristo.
 
Cuore magnanimo e generoso del mio Salvatore, che con la luce
stessa della tua sacramentale umiltà m’illumini per conoscere i miei
bisogni; fa che almeno oggi io incominci ad approfittare della tua
dottrina e dei tuoi nobilissimi ed umilissimi esempi, abbracciando
tutte le occasioni che mi si presenteranno per umiliarmi
interiormente, ed anche esteriormente davanti a Te e ai miei
fratelli!… Fammi innamorare delle umiliazioni non solo passive ma
anche attive. Gesù, mite ed umile di cuore, rendi il mio cuore simile
al tuo. Amen.
 
Mio caro Gesù, attirami a Te, alla tua sequela ed alla tua
imitazione! Tu, rimanendo su questo Altare, ti offri ad ogni istante al
tuo Padre celeste in perfetto olocausto. Offri pertanto unito al tuo
anche il sacrificio del mio cuore. Gesù e Maria benedite il mio buon
desiderio. E Tu, Padre celeste, ricevi il sacrificio che volentieri e
volontariamente ti offro di tutto me stesso. Amen.
 
Ah,  Gesù  mio,  Tu  stesso  al  freddo  mio  cuore  impenna  ali  di  fuoco per volare a riposarmi nel Cuor Tuo!                                  Accendimi delle stesse fiamme tue.                                             
Me felice, se ne sarò invaso; se potrò ottenere un tanto bene! Allora non  
amando  altro  che  Te  come  Tu  ami  me,  ed  amando  le  creature  solo  in  ordine  a  Te,  sarò  tuo  vero  seguace  ed  amante  fedele  in  questa  vita,  ed  avrò  fiducia  di  trovarmi  poi  inseparabilmente  ai  tuoi  piedi  per  tutta  l’eternità in Paradiso.  Mio  caro  Salvatore,  
non  guardare  ai  miei  demeriti  ed  alle mie indegnità; non fare calcolo delle mie miserie, se non per compatirle ed annientarle.
 
 
"Tu sei l’unico Signore
del mio cuore e della mia volontà.
Tu, l’unico mio Bene,
il mio confidente, il mio consigliere,
il mio amore, il mio paradiso,
il mio tutto.
Ti amo, Gesù mio;
e vorrei farti conoscere,
servire, onorare, adorare ed amare
da tutte le creature.
Ma non contento di amare Te solo,
voglio amare anche il mio prossimo
per amore Tuo, e come vuoi Tu,
e quando vuoi Tu;
anzi come lo ami Tu."


30/01/2015 14:32

Beato Charles de Foucauld  

 
Adorare Gesù  
“Tu sei, mio Signore, nella Santa Eucaristia.
Sei qui, a un metro da me, in questo tabernacolo!
Il Tuo corpo, la Tua anima, la Tua umanità, la Tua divinità, tutto il Tuo essere è qui, nella sua duplice natura. Come sei vicino mio Dio, mio Salvatore, mio Gesù, mio Fratello, mio Sposo, mio Amato!...
Per i nove mesi che la Santa Vergine ti portò nel suo seno, non eri più vicino a Lei che a me quando vieni sulla mia lingua nella Comunione!
Non eri più vicino a Maria e a San Giuseppe nella grotta di Betlemme, nella casa di Nazareth, nella fuga in Egitto, in ogni attimo di quella divina vita di famiglia, di quanto sei vicino a me in questo momento, e così spesso, in questo tabernacolo!
Santa Maddalena, seduta ai Tuoi piedi a Betania, non era più vicina a Te di quanto ti sto vicino io ai piedi di quest'altare!
Quando eri seduto in mezzo ai Tuoi apostoli, non eri più vicino a loro di quanto sei vicino a me adesso, mio Dio!... Quanto sono felice!...  
Essere solo nella mia cella e intrattenermi con Te nel silenzio della notte è dolce, mio Signore, e sei lì perché sei Dio e per mezzo della Tua grazia; eppure, se resto nella mia cella quando potrei essere davanti al Santissimo Sacramento, è come se Santa Maddalena a Betania Ti avesse lasciato solo... per andare a pensare a Te, da sola nella sua camera...
Baciare i luoghi che Tu hai santificato nella Tua vita terrena, le pietre del Getsemani e del Calvario, il suolo della Via dolorosa, le acque del Mare di Galilea, è dolce e pio, mio Dio; ma preferire questo al Tuo tabernacolo è lasciare Gesù che vive accanto a me, lasciarLo solo e andarmene, solo, a venerare delle pietre morte dove Lui non è; è lasciare la stanza dove Lui si trova, la Sua divina compagnia, per andare a baciare il suolo di una stanza dove fu, ma non è più...
Lasciare Gesù nel tabernacolo per andare a venerare delle statue è lasciare Gesù vivente vicino a me e andare in un'altra stanza per salutare il Suo ritratto...  
Quando uno ama, trova che tutto il tempo passato insieme a quello che ama è tempo perfettamente occupato. E' il miglior uso che si fa del tempo, tranne se la volontà o il bene dell'amato ci chiamano altrove...
Dovunque c'è l'Ostia Santa, c'è il Dio vivente, c'è il Tuo Salvatore cosi realmente come quando viveva e parlava in Galilea e in Giudea, cosi realmente com'è adesso in Cielo...
Non perdere mai una comunione per colpa tua: una comunione è più della vita, più di tutti i beni del mondo, più dell'intero universo, è Dio stesso, sono Io, Gesù.
Puoi preferirmi qualcosa?
Puoi, se mi ami anche solo un po', perdere volontariamente la grazia che ti faccio di entrare così in te?... Amami con tutte le possibilità e tutta la semplicità del tuo cuore...".  
" Dacci oggi il nostro pane sostanziale "
Cosa chiediamo con ciò, o mio Dio? Chiediamo per oggi e nello stesso tempo per la vita presente, la quale dura solo un giorno, il pane che è al di sopra d'ogni altra sostanza, cioè il pane soprannaturale, il solo che
ci sia necessario, il solo di cui abbiamo assolutamente bisogno per raggiungere il nostro fine: questo solo pane necessario è la grazia...  
Tuttavia c'è un altro pane soprannaturale, il quale, senza essere assolutamente indispensabile come la grazia, è indispensabile per molti ed è il bene dei beni; quest'altro pane, che il solo nome di pane ci fa tornare alla mente e che è un bene così dolce, un bene supremo, è la Santissima Eucaristia.
Ma soprattutto bisogna tenere presente che nel chiedere questo duplice pane della grazia e dell'Eucaristia, io non lo chiedo per me solo, ma per voi, vale a dire per tutti gli uomini... Io non faccio alcuna domanda per me solo; tutto ciò che chiedo nel Pater, lo chiedo a per Dio per tutti gli uomini.
Poiché Tu sei sempre con noi nella santa Eucaristia, siamo sempre con essa, teniamole compagnia ai piedi del tabernacolo, non perdiamo per colpa nostra uno solo dei momenti che passiamo dinanzi ad essa; Dio è là, cos'andremmo a cercare altrove?  
Il Beneamato, il nostro tutto, è là, ci invita a tenerGli compagnia e noi non dovremmo precipitarci, e andremmo a passare altrove uno solo degli istanti che ci permette di passate ai suoi piedi! Tutto il resto, immagini, reliquie, pellegrinaggi, libri, è degno di gran venerazione, e Dio pone come dovere a queste o quelle anime di servirsene in questa o quella misura come di mezzi eccellenti per andare a Lui, per istruirsi su di Lui, per meglio amarLo e conoscerLo, però non sono altro che creature morte; serviamocene per andare a Gesù, per dovere quando Gesù ce l'ordina, quando lo vuole da noi, quando ci fa conoscere che è la sua volontà, ma quando non ci fa vedere che lo vuole, quando dipende da noi l'andare dinanzi alla santa Eucaristia, non andiamo mai altrove; la santa Eucaristia, è Gesù, è tutto Gesù! Tutto il resto non è altro che una creatura morta.  
Nella santa Eucaristia Tu sei tutto intero, completamente vivo, o mio Beneamato Gesù, così pienamente come lo eri nella casa della Santa Famiglia di Nazareth, nella casa di Maddalena a Betania, come lo eri in
mezzo ai tuoi apostoli... Allo stesso modo Tu sei qui, o mio Beneamato e mio Tutto! Non stiamo mai fuori della presenza della santa Eucaristia, durante uno solo degli istanti nei quali Gesù ci permette di starci. Amen.  
E facci questa grazia, o mio Dio, non a me soltanto, ma a tutti i tuoi figli, in Te, per mezzo di Te e per Te: “ Dacci il nostro pane quotidiano ”, dallo a tutti gli uomini, questo vero pane che è l'Ostia santa, fa' che tutti gli uomini l'amino, lo venerino, l'adorino e che il loro culto universale Ti glorifichi e consoli il tuo cuore .... Amen.  
"L'Eucaristia è Dio con noi, è Dio in noi, è Dio che si dà perennemente a noi, da amare, adorare, abbracciare e possedere. A Lui gloria, lode, onore e benedizione nei secoli dei secoli. Preghiamo Dio giorno e notte, affinché tutti gli uomini, obbedendo a Nostro Signore Gesù e alla religione cattolica, abbraccino la via della Croce e l'imitazione di Gesù e affinché, illuminati e infiammati dal Sacro Cuore di Gesù, trasformati e divinizzati dalla santa Eucaristia, glorifichino Dio, il più possibile, durante tutti gli istanti della loro vita terrena e nell'eternità. Amen!"  


30/01/2015 14:33

Santa Teresa di Lisieux

 
da “Storia di un’anima”  

«Prima di prendere la penna, mi sono inginocchiata davanti alla statua di Maria, l'ho supplicata che mi guidi la mano: nemmeno un rigo voglio scrivere che non piaccia a lei! Poi ho aperto il Vangelo, e lo sguardo è caduto su alcune parole: "Gesù salì sopra una montagna, e chiamò a sé quelli che volle: e andarono a lui" (Marco 3,13). Questo, proprio questo il mistero della mia vocazione, della mia vita tutta, e in particolare il mistero dei privilegi di Gesù sull'anima mia. Gesù non chiama quelli che sono degni, bensì chi vuole lui, o, come dice san Paolo: "Dio ha pietà di chi vuole lui, ed usa misericordia a chi vuole lui. Non è dunque opera di chi voglia né di chi corra, bensì di Dio che usa misericordia" (Romani 9,15-16). Per tanto tempo mi sono chiesta perché Dio abbia delle preferenze, perché tutte le anime non ricevano grazie in modo uguale, mi meravigliavo perché prodiga favori straordinari a Santi che l'hanno offeso, come san Paolo, sant'Agostino, e perché, direi quasi, li costringe a ricevere il suo dono; poi, quando leggevo la vita dei Santi che Nostro Signore ha carezzati dalla culla alla tomba, senza lasciare sul loro cammino un solo ostacolo che impedisse di elevarsi a lui, e prevenendo le loro anime con tali favori da rendere quasi impossibile che esse macchiassero lo splendore immacolato della loro veste battesimale, mi domandavo: perché i poveri selvaggi, per esempio, muoiono tanti e tanti ancor prima di avere inteso pronunciare il nome di Dio? Ma Gesù mi ha istruita riguardo a questo mistero. Mi ha messo dinanzi agli occhi il libro della natura, ed ho capito che tutti i fiori della creazione sono belli, le rose magnifiche e i gigli bianchissimi non rubano il profumo alla viola, o la semplicità incantevole alla pratolina... Se tutti i fiori piccini volessero essere rose, la natura perderebbe la sua veste di primavera, i campi non sarebbero più smaltati di infiorescenze. Così è nel mondo delle anime, che è il giardino di Gesù. Dio ha voluto creare i grandi Santi, che possono essere paragonati ai gigli ed alle rose; ma ne ha creati anche di più piccoli, e questi si debbono contentare di essere margherite o violette, destinate a rallegrare lo sguardo del Signore quand'egli si degna di abbassarlo. La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell'essere come vuole lui».

Pensieri
"Gesù non chiama quelli che ne sono degni, ma quelli che vuole".

"Ho compreso che l’amore di nostro Signore si rivela tanto nell’anima più semplice, che non resiste affatto alla sua grazia, quanto nell’anima più sublime: effettivamente è proprio dell’amore abbassarsi".

"Come il sole rischiara allo stesso tempo i cedri ed ogni fiorellino come se fosse solo sulla terra, ugualmente nostro Signore si occupa in particolare di ogni anima come se essa non avesse altra simile".

"Vi sono molti gradi nella perfezione ed ogni anima è libera di rispondere alle proposte di nostro Signore, di fare molto o poco per Lui: io non ha paura di soffrire per Te, Signore. Non temo che una cosa: conservare la mia volontà. Prendila, perché scelgo tutto ciò che vuoi".

"Dopo 7 anni dovrei dispiacermi di dormire durante l’orazione ed il ringraziamento: ebbene non mi spiace. Penso che i bambini piccoli piacciano ai loro genitori sia quando dormono, sia quando sono svegli: penso che per eseguire le operazioni, i medici addormentano i loro pazienti".

"Ho notato molte volte che Gesù non vuole darmi provviste, mi nutre ad ogni istante con un cibo freschissimo, lo trovo in me senza sapere in che modo è presente".

"Per giungere alla perfezione non conosco altro mezzo che l’Amore. Amare: il nostro cuore è fatto proprio per questo!".

"Se fossi stata un sacerdote avrei studiato l’ebraico ed il greco, per poter leggere la Parola di Dio con lo stesso linguaggio umano con cui Egli volle esprimersi!".

"Quando la carità ha gettato radici profonde nell’anima si mostra all’esterno: c’è un modo così gentile di rifiutare ciò che non si può dare, che il rifiuto fa piacere quanto il dono".

"La carità perfetta consiste nel sopportare i difetti degli altri e nel non meravigliarsi delle loro debolezze".
 
Poesie
Vivere d'amore
 Nella sera d'amore Gesù, fuor di parabole, disse: Chi vuole amarmi osservi la mia parola fedelmente, ed io e il Padre mio verremo a visitarlo: prenderemo dimora nel suo cuore, ne faremo la nostra reggia, il nostro vivente soggiorno, perché vogliamo ch'egli resti nel nostro amore.
 Vivere d'amore è custodirti, Verbo increato! Parola del mio Dio! Io t'amo, e tu lo sai, divino Gesù! Lo Spirito d'amore m'incendia col suo fuoco. Amando Te attiro il Padre, che il mio debole cuore conserva, senza scampo. O Trinità! Sei prigioniera del mio amore.
 Vivere d'amore è vivere della tua vita, Re glorioso, delizia degli eletti! Tu vivi per me nascosto in un'ostia... Ed io voglio nascondermi per te, Gesù mio! Occorre solitudine agli amanti, un cuore a cuore che duri notte e giorno: il solo tuo sguardo mi fa beata: io vivo d'amore!
 Viver d'amore non è già piantar sulla terra, sulla vetta del Tabor, la propria tenda: ma salire con Gesù sul Calvario, ed ambire il tesoro della Croce! Vivrò in cielo esultante quando ogni prova sarà per sempre trascorsa. Ma quaggiù voglio viver d'amore nella sofferenza.
5. Vivere d'amore, quaggiù, è un darsi smisurato, senza chieder salario; senza far conti io mi dò, sicura come sono che quando s'ama non si fanno calcoli. Io ho dato tutto al Cuore divino che trabocca di tenerezza! e corro leggermente... Non ho più nulla, e la mia sola ricchezza è vivere d'amore.
 Vivere d'amore è sbandire ogni tema, ogni ricordo dei passati errori. Non vedo nemmeno l'impronta d'uno dei peccati, ciascuno è svanito nel fuoco divino. Fiamma sacra, dolcissima fornace, del tuo focolare io fo la mia stanza. E qui a mio piacere canto, Gesù, e vivo d'amore!
 Vivere d'amore è custodire nel vaso mortale di sé un tesoro. Mio Benamato! debolissima io sono! E tutt'altro che un angelo del cielo. Ma se cado a ogni passo tu mi raggiungi, di volta in volta mi sollevi, mi avvolgi nel tuo abbraccio, e mi dai la tua grazia. Io vivo d'amore!
8. Vivere d'amore è un navigare incessante, seminando nei cuori la gioia e la pace. Pilota amato! M'incita la carità, perché ti vedo in tutte le anime mie sorelle. La carità, ecco la sola mia stella; alla sua luce vogo diritta; e sulla vela è scritto il mio motto: Vivere d'amore!
9. Vivere d'amore, quando assopito è Gesù, è il riposo sui flutti in tempesta; ah non temere, Gesù, che ti svegli, io aspetto in pace l'approdo dei Cieli. Presto la fede squarcerà il suo velo, la mia speranza sarà d'un giorno solo: la carità gonfia e sospinge la mia vela. Ed io vivo d'amore!
 Vivere d'amore, o mio Divino Maestro, è supplicarti di spandere i tuoi raggi nell'anima eletta e santa del sacerdote ch'egli sia più che un celeste serafino. Proteggi la tua Chiesa immortale, te ne scongiuro ad ogni attimo. Io, figlia sua, m'immolo per lei, e vivo d'amore!
 Vivere d'amore è asciugarti il volto e ottenere perdono ai peccatori: che rientrino nella tua grazia, o Dio di amore, e sempre benedicano il tuo nome! Ogni bestemmia mi rintocca nel cuore; e per cancellarla ridico ogni giorno: T'amo e t'adoro, o Nome sacro! e vivo d'amore.
 Vivere d'amore è imitare Maria Maddalena che bagna di pianti e di preziose essenze i tuoi piedi divini, e li bacia rapita, li asciuga coi lunghi capelli, poi con santa audacia levandosi, anche il dolce tuo volto cosparge d'aroma... Per me, quell'olezzo che innalzo al tuo volto è il mio amore.
 Vivere d'amore, che strana pazzia! Mi dice il mondo: smettila di cantare! e bada a non sprecare i tuoi aromi, la tua vita, impiegali utilmente! Ma amarti, Gesù, che feconda perdita! Ogni mio aroma è tuo, per sempre. E voglio cantare, lasciando il mondo: Io muoio d'amore!
 Morir d'amore è il ben dolce martirio di cui vorrei soffrire. Cherubini, accordate i liuti, ché il mio esilio, lo sento, sta per finire... Dardo di fuoco, consumami senza tregua, e feriscimi il cuore in questo triste soggiorno. Divino Gesù, avvera il mio sogno, morir d'amore!
 Morir d'amore, ecco la mia speranza: quando vedrò spezzati i miei lacci, Dio sarà la mia gran ricompensa: non voglio altri beni. Son tutta presa del suo amore, e venga, dunque, a stringermi a sé per sempre. Ecco il mio cielo, il mio destino: Vivere d'amore!
Il mio canto d'oggi
 La mia vita è un baleno, un'ora che passa, è un momento che presto mi sfugge e se ne va. Tu lo sai, mio Dio, che per amarti sulla terra non ho altro che l'oggi!
 T'amo, Gesù, tende a te la mia anima... Sii tu il mio dolce sostegno, regnami in cuore, dammi il tuo sorriso, per un giorno solo, per oggi, per oggi!
 Che importa, Signore, se l'avvenire è oscuro... No, io non posso pregarti per il domani... Mantieni puro il mio cuore, coprimi con la tua ombra, e non sia che per oggi!
 Pavento la mia incostanza, se penso al domani, e sento nascermi in cuore tedio e tristezza; ciò che voglio, mio Dio, è la prova, la sofferenza, e che sia per oggi!
 Dovrò ben vederti, tra poco, sulla riva eterna, o Pilota divino, mano che mi conduci! Guida la mia navicella in pace sull'ira dei flutti, e non sia che per oggi!
 Lascia, Signore, che mi celi nel tuo Volto, laddove il chiasso del mondo sarà spento per me, dammi il tuo amore, conservami la grazia tua, e sia per oggi.
 Presso il divino tuo cuore, nell'oblio di ciò che passa, non temo più l'effige del nemico. Gesù, dammi un posto nel tuo cuore, per oggi, per oggi!
 Pane di vita e del Cielo, divina Eucarestia, o mistero toccante, che sei frutto dell'amore, vieni, scendimi in cuore, Gesù, Ostia mia bianca, e sia per oggi!
 Santa, sacratissima vite, degnati d'unirti a me, e il mio debole tralcio ti darà i suoi frutti, potrò offrirti un grappolo dorato, Signore, fino da oggi!
 Io non ho che quest'oggi mio fuggitivo per darti in frutto d'amore questo grappolo di cui ogni chicco è un'anima: dammi tu il fuoco di un Apostolo, Gesù, e sia oggi!
 Vergine immacolata, dolce stella che irraggi Gesù e unisci a Lui, Madre, lascia ch'io mi nasconda sotto il tuo velo, e sia per oggi!
 Angelo custode, coprimi con la tua ala, rischiarami con le tue luci, dolce amico, guida i miei passi, vieni, ti chiamo, aiutami, e sia sempre per oggi!
 Voglio vedere Gesù fuor d'ogni nube e d'ogni velo. Eppure quaggiù, gli sono tanto vicina... Il Suo amabile volto non mi sarà nascosto che per oggi!
 Ben presto volerò a dir le sue lodi, un dì senza tramonto splenderà sulla mia anima: allora canterò sulla cetra degli Angeli, canterò l'oggi eterno.
La rugiada divina
1. Tu m'apparisci raggiante d'amore, Gesù mio dolce, sul seno di tua Madre: rivela al mio cuore, ti prego, il mistero che t'esiliò dal celeste soggiorno. E lascia che mi nasconda sotto il velo che ti sottrae ad ogni sguardo mortale. Soltanto vicino a te, Stella mattutina, l'anima mia pregusta la gioia del cielo.
2. Quando al destarsi d'una nuova aurora tornano i primi raggi del sole, il fiorellino che sta per schiudersi attende dal cielo un balsamo prezioso: è la scintillante perla del mattino che, misteriosa e colma di frescura, produce la linfa abbondante che fa sbocciare il fiore.
3. Gesù, tu sei il fiore appena schiuso che io contemplo al primo destarti, sei la rosa in boccio, freschissima. Le purissime braccia della diletta tua Madre si fanno culla per te, e trono reale. E il dolce tuo sole è il seno di Maria, e la rugiada è il latte verginale.
4. Mio Benamato, divino infante, fratellino mio, nel tuo sguardo io vedo tutto l'avvenire: presto lascerai per me la Madre, già l'amore t'affretta a soffrire! Ma sulla croce, o fiore sbocciato, riconosco il tuo profumo mattutino, le perle di Maria: ché il tuo sangue divino è il latte verginale.
5. Questa rugiada è là nel Tabernacolo, ed anche l'Angelo vorrebbe abbeverarsene: e, come san Giovanni offrendo a Dio una sublime preghiera ripete: «Eccolo!». Ecco, sì, il Verbo che s'è fatto Ostia, eterno sacerdote, Agnello sacerdotale. Il Figliol d'Iddio è figlio di Maria... ed il pane dell'Angelo è il latte verginale!
6. Il serafino si nutre di gloria, di puro amore, di perfetta letizia: io, bambinella, nel ciborio non vedo che il colore, l'immagine del latte, il latte che s'addice alla mia infanzia. L'amore del cuor divino non ha l'eguale, tenero amore, potenza insondabile! L' Ostia mia bianca è il latte verginale!


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