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Dio soccorre chi lo invoca

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2014 20:24
13/11/2014 12:35

17 novembre

 


Preghiera


Il tuo esaudire non abbandoni la mia povertà. (En. in Ps. 16, 6)


Lettura


Dio soccorre chi lo invoca


Dio si pente quando, aldilà delle previsioni umane, cambia il corso delle cose, ovviamente senza che cambino le decisioni della sua volontà, poiché la volontà del Signore è stabile in eterno. Parimenti si dice che Dio dimentica quando sembra tardare a dare l’aiuto o a mantenere le promesse o a castigare come meriterebbero i malvagi, e così via. Si ha l’impressione, allora, che quanto da noi sperato o temuto gli sia sfuggito di mente e perciò non accada. Sono modi di dire consueti, desunti dai moti della sensibilità umana, poiché certamente Dio agisce sempre secondo un ordinamento infallibile, né gli falla la memoria o gli si oscura l’intelligenza o muta la volontà. Quando dunque un orante dice a Dio di ricordarsi, mostra, ingrandendolo, il desiderio con cui reclama l’adempimento delle promesse; non intende suggerire la cosa a Dio quasi che se la sia dimenticata. Dicendo quindi: Ricordati della tua parola a vantaggio del tuo servo, è come se dicesse: Adempi la tua promessa a vantaggio del tuo servo. Con la quale mi hai dato speranza, cioè:con la quale parola. È stato infatti per la tua promessa che mi hai fatto sperare.Questa mi ha consolato nella mia umiliazione. Questa si riferisce alla speranza data agli umili, della quale dice la Scrittura: Dio resiste ai superbi e dà la grazia agli umili (Gc 4, 6). Di essa ebbe a dire un giorno il Signore di sua bocca: Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato (Lc 14, 11). L’umiltà di cui si parla nel versetto, se lo capiamo bene, non è tanto quella con cui ci si umilia confessando i peccati o non attribuendoci opere di giustizia, ma piuttosto quella per cui ci sentiamo abbattuti se ci incoglie una qualche tribolazione o smacco, tanto se meritati dalla nostra superbia quanto se mandatici per esercitare e provare la nostra pazienza. È quell’umiltà di cui un po’ più oltre dirà il nostro salmo: Prima d’essere umiliato io ero caduto in peccato(En. in Ps. 118, XV, 1-2)



Per la riflessione
Ecco la speranza che viene data al corpo di Cristo, cioè alla Chiesa: speranza che la consola nella sua umiltà. Tuttavia c’è un’altra speranza data ai santi perché non vengano meno nella prova. È una speranza che consola moltissimo nell’umiltà e nella tribolazione, e proviene dalla parola di Dio che garantisce l’ausilio della grazia. (En. in Ps. 118, XV, 2)

Pensiero agostiniano
Meno male che c’è la speranza certa del nostro ritorno, la quale consola e sospinge anche chi si sente triste nel suo peregrinare. (En. in Ps. 145, 1)

 

 


[Modificato da MARIOCAPALBO 15/11/2014 20:24]

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