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GIUGNO 20/30

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2013 12:45
12/04/2013 10:44

image093.jpg (8533 byte)
anta anche tu lungo il cammino. Lo stesso canto è confessione: è riconoscimento dei tuoi peccati e della potenza di Dio. Confessa la tua colpevolezza, confessa la grazia di Dio! Accusa te stesso, glorifica Lui!


20/06

 

 

Preghiera

Signore, non mi abbandonarmi mai! Se mi hai abbandonato perché mi si palesi quanto sia grande la mia debolezza senza il tuo soccorso, non abbandonarmi però mai, perché non perisca. Ecco dunque, tu hai ordinato che i tuoi comandamenti siano osservati oltre misura. Non posso addurre più la scusa della mia ignoranza, ma, siccome io sono ancora debole, oh, siano i miei passi diretti a custodire le vie della tua giustizia! Allora io non sarò confuso, quando avrò lo sguardo rivolto ai tuoi comandamenti. Allora ti confesserò nella rettitudine del cuore per aver imparato i decreti della tua giustizia, allora custodirò le vie della tua giustizia. Se mi hai abbandonato per impedire che io mi gloriassi di me stesso, non mi abbandonare mai. Fa’ che, giustificato da te, abbia a gloriarmi in te. (En. in Ps. 118, d. 4, 5)

 

 

Lettura

Servire Cristo nei fratelli

 

Mi segua vuol dunque dire: segua le mie vie, non le sue, così come altrove sta scritto: Chi dice di essere in Cristo, deve camminare così come egli camminò (1Gv 2, 6). Così, ad esempio, se uno porge il pane a chi ha fame, deve farlo animato da misericordia, non per vanità, non deve cercare in quel gesto altro che l’opera buona, senza che sappia la sinistra ciò che fa la destra, di modo che l’opera di carità non debba essere sciupata da secondi fini. Chi opera in questo modo, serve Cristo; e giustamente sarà detto di lui: Ogni volta che l’avete fatto ai più piccoli dei miei fratelli, lo avete fatto a me (Mt 25, 40). Chi compie per Cristo, non solamente opere di misericordia corporali, ma qualsiasi opera buona [e qualsiasi opera è buona se tiene conto del principio che il fine di tutta la legge è Cristo, a giustizia di ognuno che crede (Rm 10, 4)], egli è servo di Cristo, specie se giungerà fino a quella grande opera di carità che consiste nell’offrire la propria vita per i fratelli, che equivale a offrirla per Cristo.

Sicché, o fratelli, quando sentite il Signore che dice: Dove sono io, là sarà anche il mio servo, non vogliate pensare solamente ai vescovi e sacerdoti degni. Anche voi, ciascuno a suo modo, potete servire Cristo, vivendo bene, facendo elemosine, facendo conoscere a quanti vi è possibile il suo nome e il suo insegnamento. E così ogni padre di famiglia si senta impegnato, a questo titolo, ad amare i suoi con affetto veramente paterno. Per amore di Cristo e della vita eterna, educhi tutti quei di casa sua, li consigli, li esorti, li corregga, con benevolenza e con autorità. Egli eserciterà così nella sua casa una funzione sacerdotale e in qualche modo episcopale, servendo Cristo per essere con lui in eterno. (In Io. Ev. 51, 12-13)

 

 

Per la riflessione

Servono Gesù Cristo coloro che non cercano i propri interessi, ma quelli di Gesù Cristo. (In Io. Ev. 51, 12)

 

 

Pensiero agostiniano

Qualunque cosa uno faccia, se lo fa con l’intenzione di conseguirne dei vantaggi materiali, lo fa servilmente. (Sermo 33, 3)


image094.jpg (28853 byte)a veste candida
simboleggia lo splen-
dore dello spirito. Quel candore ha recato nelle vostre menti il germe luminoso della vita nuova. Oggi la deponete.
Mescolati tra il popolo cristiano, sappiate risplendere per la luce della verità.
 


21/06

 

 

Preghiera

O Dio, tu sei Uno; vieni in mio aiuto tu, cui sono soggette tutte le cose prive di autosufficienza, cui obbedisce ogni anima buona. (Sol. I, 1.4)

 

 

Lettura

Quando compiamo qualche buona azione pensiamo all’eternità

 

Non potete servire a due padroni. Quindi dobbiamo con cuore sincero fare del bene per tutti, in vista del regno di Dio e nel compiere l’opera buona non attendere la ricompensa degli utili nel tempo o sola o assieme al regno di Dio. E a significare tutte le cose nel tempo ha indicato il domani, dicendo: Non affannatevi per il domani (Mt 6, 34). Difatti non si può indicare il domani se non nel tempo, in cui al passato segue il futuro. Dunque quando compiamo qualche buona azione, non pensiamo alle cose del tempo, ma all’eternità: allora l’azione sarà buona e perfetta. Infatti il domani, soggiunge, avrà già per sé le sue inquietudini, ossia: quando sarà necessario, prendi il cibo, la bevanda, il vestito, quando cioè il bisogno comincerà a pressare. Vi saranno allora questi utili, perché il nostro Padre sa che di tutte queste cose abbiamo bisogno. Infatti, conclude, a ciascun giorno basta la sua afflizione (Mt 6, 34), cioè: Basta che ad usare questi beni solleciti il bisogno. Ritengo che appunto per questo l’ha considerata afflizione, perché è per noi causa di pena, in quanto appartiene a questa soggezione alla sofferenza e alla morte che abbiamo meritato peccando. Dunque alla pena del bisogno nel tempo non aggiungere un male più grave, al punto che non solo soffri la mancanza di questi beni, ma anche che soltanto per soddisfarla onori Dio. (De serm. Domini in monte II, 17.56)

 

 

Per la riflessione

Appare evidente che nostro Signore non disapprova se, secondo l’umana usanza, ci si procura il vitto, ma se per esso si è al servizio di Dio, sicché nelle proprie attività non si ha di mira il regno di Dio, ma il conseguimento degli utili. (De serm. Domini in monte. II, 17.57)

 

 

Pensiero agostiniano

E’ necessario che tu ti converta, perché, rimandando, non sia sorpreso da morte improvvisa e così non si trovi proprio nulla che tu abbia radunato nel presente per poi possedere nel futuro. (Sermo 18, 5)

 


image095.jpg (12014 byte)h, dimmi, per la tua misericordia, Signore Dio mio, cosa sei per me. Dì all’anima mia:
io sono la tua salvezza.
Rincorrendo questa voce io ti raggiungerò, e tu non nascondermi il tuo volto.
Che io non muoia per non morire per vederlo.


22/06

 

 

Preghiera

O cibo e pane degli angeli! Di te si nutrono gli angeli, di te si saziano senza stancarsi, di te vivono, di te sono come impregnati, di te sono beati. Dove ti trovi invece per causa mia? (Sermo 196, 3)

 

 

Lettura

Il pane eucaristico è segno di unità tra i credenti

 

Bisogna che sappiate che cosa avete ricevuto, che cosa riceverete, che cosa ogni giorno dovrete ricevere. Quel pane che voi vedete sull’altare, santificato con la parola di Dio, è il corpo di Cristo. Il calice, o meglio quel che il calice contiene, santificato con la parola di Dio, è sangue di Cristo. Con questi [segni] Cristo Signore ha voluto affidarci il suo corpo e il suo sangue che ha sparso per noi per la remissione dei peccati. Se voi li avete ricevuti bene, voi stessi siete quel che avete ricevuto. L’Apostolo infatti dice: Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo (1Cor 10, 17). E in questo pane vi viene raccomandato come voi dobbiate amare l’unità. Infatti quel pane è forse fatto di un sol chicco di grano? Non eran molti i chicchi di frumento? Ma prima di diventar pane erano separati e sono stati uniti per mezzo dell’acqua, dopo essere stati in qualche modo macinati. (Sermo 227, 1)

 

 

Per la riflessione

Dice l’Apostolo: Chi mangia il corpo di Cristo o beve il calice del Signore indegnamente sarà reo del corpo e del sangue del Signore (1Cor 11, 27). Che vuol dire ricevere indegnamente? Ricevere con derisione, ricevere senza convinzione. Non ti sembri di poco valore per il fatto che lo vedi. Quel che tu vedi, passa; ma l’invisibile che viene espresso nel segno, quello non passa, rimane. (Sermo 227, 1)

 

 

Pensiero agostiniano

È stato proprio lo Spirito Santo a volere che, in onore di un così augusto Sacramento, nella bocca del cristiano entrasse il corpo del Signore prima di ogni altro cibo. (Ep. 54, 6.8)


  image096.jpg (18817 byte)ignore mioDio, dammi ciò che amo.
Perché io amo, e tu mi hai dato di amare.
Non abbandonare
i tuoi doni,
non trascurare la tua erba assetata.
 


23/06

 

 

Preghiera

O Dio, che ci unisci; o Dio, che ci induci alla verità piena; o Dio, che ci manifesti la pienezza del bene e non ci rendi incapaci di seguirlo né permetti che altri lo faccia: ti scongiuro. (Sol. I, 1.3)

 

 

Lettura

L’Eucarestia fonte della nostra salvezza

 

Qualcuno dirà che non si deve ricevere l’Eucarestia tutti i giorni. Se tu gli domandassi perché, ti potrebbe rispondere: "Perché si devono scegliere i giorni in cui si vive con maggior purezza e continenza per accostarsi degnamente a un sì augusto sacramento, poiché chi mangerà indegnamente, mangia e beve la propria condanna" (1Cor 11, 29). Un altro invece potrebbe dire: "Al contrario, se la piaga del peccato è così grave e tale la violenza del morbo spirituale, che si debbano differire siffatte medicine, uno dev’essere allontanato dall’altare per ordine del vescovo affinché faccia penitenza; solo in seguito dev’essere riconciliato con Dio con l’assoluzione impartita dalla medesima autorità: si riceverebbe infatti indegnamente il sacramento, se si ricevesse nel tempo in cui uno deve far penitenza; nessuno dovrebbe di proprio arbitrio astenersi dalla comunione o accostarsene quando gli aggrada. A ogni modo, se i peccati non son così gravi da meritare la scomunica, nessuno deve star lontano dalla medicina quotidiana del Corpo del Signore". Fra i due forse risolve meglio la questione chi inculca di rimanere soprattutto nella pace di Cristo; ciascuno poi faccia quel che crede dover fare secondo la propria fede e il sentimento della sua pietà. Nessuno dei due oltraggia il corpo e il sangue del Signore; tutti e due al contrario fanno a gara per onorare il sacramento ch’è fonte della nostra salvezza. (Ep. 54, 3.4)

 

 

Per la riflessione

Gli orgogliosi non mi calunnino (Sal 118, 122), se ripensando al prezzo del mio riscatto, io ne mangio, ne bevo, se ne distribuisco agli altri; se, povero, desidero saziarmene insieme a quanti se ne nutrono e ne sono saziati. Lodano il Signore coloro che lo cercano (Sal 21, 27). (Conf. X, 43.70)

 

 

Pensiero agostiniano

Nessuno dà in cibo se stesso ai convitati: Cristo Signore lo fa; egli invita, egli (che è) il cibo e la bevanda. (Sermo 329, 1)


 

 

image097.jpg (10726 byte)uando arriveremo alla tua presenza, o Signore, resterai Tu solo, tutto in tutti.
Senza fine diremo una sola parola, lodandoti con un solo slancio, divenuti anche noi una sola cosa in Te.





24/06

 

 

Preghiera

Per Cristo ti supplico, in nome di quel santo dei santi nessuno mi sia di impedimento. Anch’io ho creduto, perciò anche parlo (Sal 115, 10). Questa è la mia speranza, per questa vivo: di contemplare le delizie del Signore (Sal 26, 4). (Conf. XI, 22.28)

 

 

Lettura

La nascita di san Giovanni Battista

 

Di nessuno la Chiesa ha celebrato il giorno della nascita secondo la carne, né dei Profeti, né dei Patriarchi e neppure degli Apostoli: celebra unicamente due Natività, di Giovanni Battista e di Cristo.

Nacque Giovanni, nacque anche Cristo: Giovanni fu annunziato da un angelo, Cristo fu annunziato da un angelo. Grande prodigio l’uno e l’altro. Una donna sterile genera il precursore, che è servo, da un uomo avanzato in età; una vergine, senza concorso di uomo, genera il Signore che è il padrone. Grande uomo Giovanni, ma Cristo più che uomo, perché è uomo e Dio. Grande uomo; ma l’uomo doveva essere umiliato, perché tornasse a esaltazione di Dio. Infine, apprendi da quello stesso uomo perché doveva essere umiliato l’uomo: Non sono degno di sciogliere il legaccio del suo sandalo (Gv 1, 27). Nel caso se ne fosse ritenuto degno, quanto non si sarebbe umiliato? Neppure di questo si disse degno. Si annientò completamente e si abbassò fino ad essere sepolto. Era infatti una lucerna e aveva timore di essere spento dal vento della superbia.

Infine, poiché nei confronti di Cristo doveva essere umiliato ogni uomo, perciò anche Giovanni; e che Cristo uomo-Dio doveva essere esaltato, lo rivelò la nascita e la diversa passione. Giovanni nacque in questo giorno: da esso la luce del giorno decresce. Cristo nacque il venticinque dicembre: da questa data cresce la luce del giorno. Nella passione, Giovanni fu privato del capo, Cristo venne esaltato sulla croce. (Sermo 287, 1.1; 2.3; 3.4)

 

 

Per la riflessione

Il Verbo né progredisce per stesso, né va riducendosi in sé. Al contrario, si dice che fa progressi in noi quando, avanzando nella perfezione, ci eleviamo verso di lui. (Sermo 288, 5)

 

 

Pensiero agostiniano

Quanto più conosci Dio, e quanto più lo accogli in te, tanto più apparirà che Dio cresca in te; in sé però non diminuisce, essendo sempre perfetto. (In Io. Ev. 14, 5)


image098.jpg (9607 byte)l lettore legge: è Cristo che parla.
Il predicatore predica: è Cristo che parla. Se Cristo tacesse io non sarei qui a dirti queste cose. Ma anche sulla tua bocca Egli non tace: quando cantavi, era Lui che parlava. Egli non tace: è necessario che lo ascolti con l’orecchio del cuore.
 


25/06

 

 

Preghiera

Hai allietato con la gioia spirituale la mia mente. E la tua coppa inebriante quanto è eccellente! E la tua coppa che dà l’oblio delle passate vane delizie, quanto è eccellente! (En. in Ps. 22, 5)

 

 

Lettura

Procuriamo di accostarci all’altare con innocenza

 

Anche noi oggi riceviamo un cibo visibile: ma altro è il sacramento, altra è la virtù del sacramento. Quanti si accostano all’altare e muoiono, e, quel che è peggio, muoiono proprio perché ricevono il sacramento! E’ di questi che parla l’Apostolo quando dice: Mangiano e bevono la loro condanna (1Cor 11, 29). Non si può dire che fosse veleno il boccone che Giuda ricevette dal Signore. E tuttavia non appena lo ebbe preso, il nemico entrò in lui; non perché avesse ricevuto una cosa cattiva, ma perché, malvagio com’era, ricevette indegnamente una cosa buona. Procurate dunque, o fratelli, di mangiare il pane celeste spiritualmente, di portare all’altare l’innocenza. I peccati, anche se quotidiani, almeno non siano mortali. Prima di accostarvi all’altare, badate a quello che dite: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori (Mt 6, 12). Perdona e ti sarà perdonato: accostati con fiducia, è pane, non è veleno. Ma perdona sinceramente: perché se non perdoni sinceramente, mentisci, e mentisci a colui che non puoi ingannare. Puoi mentire a Dio, ma non puoi ingannarlo. Egli sa come stanno le cose. Egli ti vede dentro, dentro ti esamina, ti guarda e ti giudica, ti condanna o ti assolve. (In Io. Ev. 26, 11)

 

 

Per la riflessione

Questo è - dunque - il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia (Gv 6, 50). Ma questo si riferisce alla virtù del sacramento, non alla sua forma visibile: ciò che conta è che uno mangi interiormente, non solo esteriormente: che mangi col cuore, non che mastichi coi denti. (In Io. Ev. 26, 12)

 

 

Pensiero agostiniano

Questo mistero [l’Eucarestia] è lontano dal cuore dei sapienti superbi e perciò non cristiani. (Ep. 187, 6.21)


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"Quali lodi potremo dunque cantare all’amore di Dio, quali grazie potremo rendere?Image099b.jpg (10601 byte)
 Ci ha
amato tanto che per noi è nato nel tempo; è stato formato da una madre che lui ha creato; è stato sorretto da mani che lui ha formato; ha succhiato da un seno che lui ha riempito. Nella sua infanzia, senza parole, ha vagito nel presepe, Lui, il Verbo senza il quale la parola umana sarebbe muta...
Quale dono maggiore di questo?
Di chi il merito?
Quale il motivo?
Di chi la giustizia?
Rifletti, e non troverai altro che dono…"
 
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26/06

 

 

Preghiera

Signore, non temerò il male, perché tu abiti, grazie alla fede, nel mio cuore; ed ora sei con me, affinché, dopo l’ombra della morte, sia anch’io con te. (En. in Ps. 22, 4)

 

 

Lettura

Nell’Eucarestia è la vita eterna

 

Disse allora Gesù ai dodici - cioè a quei dodici che erano rimasti -: Volete andarvene anche voi? Non se ne andò nessuno, neppure Giuda. Il motivo per cui Giuda rimase era già chiaro al Signore, e più tardi lo fu anche per noi. Pietro rispose per tutti, uno per molti, l’unità per l’universalità: Gli rispose Simon Pietro: Signore, da chi andremo? Se ci scacci da te, dacci un altro simile a te. Da chi andremo? Se ci allontaniamo da te, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna. Vedete come Pietro, per grazia di Dio, per ispirazione dello Spirito Santo, ha capito? Perché ha capito? Perché ha creduto. Tu hai parole di vita eterna. Tuci dai la vita eterna offrendoci il tuo corpo e il tuo sangue. E noi abbiamo creduto e conosciuto. Non dice: abbiamo conosciuto e creduto, ma abbiamo creduto e conosciuto. Abbiamo creduto per poter conoscere; se, infatti, avessimo voluto conoscere prima di credere, non saremmo riusciti né a conoscere né a credere. Che cosa abbiamo creduto e che cosa abbiamo conosciuto? Che tu sei il Cristo Figlio di Dio (Gv 6, 68-70), cioè che tu sei la stessa vita eterna, e nella carne e nel sangue ci dai ciò che tu stesso sei. (In Io. Ev. 1, 12)

 

 

Per la riflessione

Il Signore ci dà la sua carne da mangiare; ma intendere questo secondo la carne è morte, mentre il Signore ci dice che nella sua carne si trova la vita eterna. Non dobbiamo quindi intendere secondo la carne neppure la carne. (In Io. Ev. 27, 1)

 

 

Pensiero agostiniano

[L’Eucarestia] è un cibo che ristora e non viene meno; è un cibo che, quando lo si prende, non si consuma; è un cibo che sazia gli affamati e rimane intero. (Sermo 28, 2)


image102.jpg (6857 byte) Ebbene, Signore, svegliaci, richiamaci, accendi e rapisci, ardi, sii dolce.
Amiamo.
Corriamo.
Tienici.
Distendi su di noi le tue ali e ci rifugieremo sotto di esse. Sii tu la nostra gloria. Sii tu, Signore, la nostra forza d’amare.
 


27/06

 

 

Preghiera

Ti comprenderò, o tu che mi comprendi; ti comprenderò come sono anche compreso da te. Virtù dell’anima mia, entra in essa e adeguala a te, per tenerla e possederla senza macchia né ruga. Questa è la mia speranza. (Conf. X, 1.1)

 

 

Lettura

Il sacramento della nostra pace e unità

 

Il Signore nostro Gesù Cristo sappiamo da dove ha ricevuto il corpo: dalla Vergine Maria. […] Questo pane come può essere il suo corpo? E questo calice, o meglio ciò che è contenuto nel calice, come può essere il sangue suo? Queste cose, fratelli, si chiamano sacramenti proprio perché in esse si vede una realtà e se ne intende un’altra. Ciò che si vede ha un aspetto materiale, ciò che si intende produce un effetto spirituale. Se vuoi comprendere [il mistero] del corpo di Cristo, ascolta l’Apostolo che dice ai fedeli: Voi siete il corpo di Cristo e sue membra (1Cor 12, 27). Se voi dunque siete il corpo e le membra di Cristo, sulla mensa del Signore è deposto il mistero di voi: ricevete il mistero di voi. A ciò che siete rispondete: Amen e rispondendo lo sottoscrivete. Ti si dice infatti: Il Corpo di Cristo, e tu rispondi: Amen. Sii membro del corpo di Cristo, perché sia veritiero il tuo Amen. Perché dunque [il corpo di Cristo] nel pane? Non vogliamo qui portare niente di nostro; ascoltiamo sempre l’Apostolo il quale, parlando di questo sacramento, dice: Pur essendo molti formiamo un solo pane, un solo corpo (1Cor 10, 17). Cercate di capire ed esultate. Unità, verità, pietà, carità. Un solo pane: chi è questo unico pane? Pur essendo molti, formiamo un solo corpo. Ricordate che il pane non è composto da un solo chicco di grano, ma da molti. […] E ciò che dobbiamo intendere del calice, anche se non è stato detto, ce l’ha fatto capire abbastanza. Come infatti perché ci sia la forma visibile del pane molti chicchi di grano vengono impastati fino a formare un’unica cosa - come se avvenisse quanto la sacra Scrittura dice dei fedeli: Avevano un’anima sola e un solo cuore protesi verso Dio (At 4, 32) - cosìè anche per il vino. Fratelli, pensate a come si fa il vino. Molti acini sono attaccati al grappolo, ma il succo degli acini si fonde in un tutt’uno. Cristo Signore ci ha simboleggiati in questo modo e ha voluto che noi facessimo parte di lui, consacrò sulla sua mensa il sacramento della nostra pace e unità. (Sermo 272, 1)

 

 

Per la riflessione

Chi riceve il sacramento dell’unità e non conserva il vincolo della pace riceve non un sacramento a sua salvezza, ma una prova a suo danno. (Sermo 272, 1)

 

 

Pensiero agostiniano

Cristo è immolato ogni giorno per noi. (En. in Ps. 75, 15)


image103.jpg (7372 byte)
lleluia!
canteremo in cielo. Ora lo canta la speranza, lo canta l’amore, un amore famelico, non saziato. Ma anche quaggiù l’alleluia dà gioia. Se così amate una goccia di rugiada, quanto più amerete la fonte?
 


 

28/06

 

 

Preghiera

Sii per me un Dio protettore. Non sarò salvo se non in te. Se tu non sarai il mio riposo, la mia malattia non potrà essere guarita. Sollevami dalla terra; fa’ che io mi posi in te, in modo che ascenda a un luogo veramente munito. (En. in Ps. 70, d. 1, 5)

 

 

Lettura

Chi non mangerà della mia carne non avrà la vita eterna

 

Se vado a ricercate cosa debba intendersi per sgabello dei suoi piedi, mi dice la Scrittura: Sgabello dei miei piedi è la terra. Nella mia incertezza mi volgo a Cristo, poiché è di lui che vado in cerca. In lui trovo come si possa adorare la terra, sgabello dei piedi di Dio, senza cadere nell’empietà. Egli infatti dalla terra assunse la terra, poiché la nostra carne proviene dalla terra e lui prese la carne dalla carne di Maria. Rivestito di questa carne mosse i suoi passi quaggiù e la stessa carne ci lasciò affinché ne mangiassimo per conseguire la salute. Orbene nessuno mangia quella carne senza prima averla adorata. Ecco dunque trovata la maniera d’adorare lo sgabello dei piedi del Signore, e trovata in modo che non soltanto non si pecchi adorandolo, ma si pecchi non adorandolo. Ma sarà forse la carne a darci la vita? Diceva il Signore, proprio mentre inculcava gli effetti di tale terra: Lo Spirito è colui che vivifica, la carne non giova a nulla. […]Quando il Signore inculcava questa verità, aveva da poco tenuto un discorso sulla propria carne e aveva detto: Chi non mangerà la mia carne non avrà in sé la vita eterna. Alcuni suoi discepoli, una settantina circa, rimasero scandalizzati e dissero: È duro questo parlare; chi può capirci qualcosa? E si allontanarono da lui e non vollero più seguirlo. Sembrarono loro dure le parole: Chi non mangerà della mia carne non avrà la vita eterna, poiché le avevano intese stupidamente. Ragionando in modo carnale, avevano pensato che il Signore avrebbe tagliuzzato il suo corpo in particelle dandole loro da mangiare. Per questo dissero: Questo discorso è duro. Essierano duri, non il discorso. Se infatti non fossero stati duri ma arrendevoli, si sarebbero detti: Non senza un perché ci dice queste cose; è segno che lì sotto è nascosto un qualche sacramento. (En. in Ps. 98, 9)

 

 

Per la riflessione

O sacramento di pietà! O simbolo di unità! O vincolo di carità! Chi vuol vivere, ha dove vivere, ha di che vivere. (In Io. Ev. 26, 13)

 

 

Pensiero agostiniano

Sarà necessario, è vero, che esso venga celebrato visibilmente, tuttavia occorrerà sempre che lo si intenda spiritualmente. (En. in Ps. 98, 9)


"Cristo è il pane disceso dal cielo e come il pesce viene sacrificato sulla brace così egli si sacrifica per noi sulla croce". 
image104.jpg (10014 byte)


 

29/06

 

 

Preghiera

O Dio, luce del mio cuore, pane della bocca interiore della mia anima, virtù fecondatrice della mia intelligenza, grembo del mio pensiero! (Conf. I, 13.21)

 

 

Lettura

Pietro è figura dell’unica Chiesa

 

Il brano del Vangelo ci racconta come Cristo Signore camminò sulle acque del mare e come l’apostolo Pietro camminando sull’acqua ebbe paura e tentennò e, poiché non aveva fede, stava affondando, ma poi, riconoscendo la propria debolezza, venne di nuovo a galla. Questo brano ci suggerisce che il mare è la vita presente e che l’apostolo Pietro invece è la figura dell’unica Chiesa. Lo stesso Pietro infatti, ch’è il primo nella serie degli Apostoli e assai ardente nell’amore per il Cristo, è spesso lui il solo che risponde per tutti gli altri. Infine quando il Signore Gesù Cristo domandò ai discepoli chi la gente pensasse che egli fosse e i discepoli avevano riferito le diverse opinioni della gente, avendo il Signore chiesto di nuovo e avendo detto: Ma voi chi dite che io sia? fu proprio Pietro a rispondere: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Mt 16, 15-16). Diede la risposta uno solo per molti, l’unità che tiene uniti molti. Allora il Signore gli disse: Beato te, Simone, figlio di Giona, poiché questa verità non te l’ha rivelata né la carne né il sangue, ma il Padre mio celeste. Poi soggiunse: E io ti dico (Mt 16, 17ss). Come se avesse voluto dire: "Poiché tu mi hai detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, anch’io ti dico: Tu sei Pietro". Prima infatti si chiamava Simone. Questo nome di Pietro gli fu posto dal Signore e questo nome aveva un significato simbolico, quello cioè di rappresentare la Chiesa. (Sermo 76, 1)

 

 

Per la riflessione

Tu, dice dunque, sei Pietro e su questa pietra che tu hai riconosciuta pubblicamente, su questa pietra che tu hai riconosciuta come vera, dicendo: Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivente, io edificherò la mia Chiesa (Mt 16, 18), cioè sopra me stesso, Figlio del Dio vivente, io edificherò la mia Chiesa. Edificherò te su di me, non me sopra di te. (Sermo 76, 1)

 

 

Pensiero agostiniano

A Pietro che persevererà è detto: Pasci le mie pecore (Gv 21, 17); all’eretico che se ne andrà via: Pasci i tuoi capretti (Ct 1, 17). (Sermo 70, 3)


 image105.jpg (18860 byte) e palme sono un simbolo di vittoria. Il Signore morendo ha vinto la morte e, mediante la croce, ha riportato la vittoria sul diavolo principe della morte. 


30/06

 

 

Preghiera

Dio, ricordati dunque di me non secondo la tua ira della quale io sono degno, ma secondo la tua misericordia che è degna di te. Non a motivo dei miei meriti, ma a cagione della tua bontà, Signore. (En. in Ps. 24, 7)

 

 

Lettura

Il sacrificio universale

 

I veri sacrifici sono le opere di misericordia verso noi stessi e verso il prossimo, che sono riferite a Dio. Le opere di misericordia inoltre si compiono per liberarsi dalla infelicità e così divenire felici; e questo si ottiene solamente con quel bene di cui è stato detto: Il mio bene è unirmi a Dio (Sal 72, 28). Ne consegue dunque che tutta la città redenta, cioè l’assemblea comunitaria dei santi, viene offerta a Dio come sacrificio universale per la mediazione del sacerdote grande, che nella passione offrì anche se stesso per noi nella forma di servo, perché fossimo il corpo di un capo così grande. Ha immolato la forma di servo, in essa è stato immolato, perché in essa è mediatore, sacerdote e sacrificio. L’Apostolo dunque ci ha esortato a presentare il nostro corpo come offerta viva, santa e gradita a Dio, come nostro ossequio ragionevole, a non conformarci al mondo che passa, ma a riformarci nel rinnovamento della coscienza, per renderci consapevoli qual è la volontà di Dio, l’azione buona, gradita e perfetta. E questo sacrificio siamo noi stessi. (De civ. Dei X, 6)

 

 

Per la riflessione

Questo è il sacrificio dei cristiani: Molti e un solo corpo in Cristo. (De civ. Dei X, 6)

 

 

Pensiero agostiniano

Tu cerchi il sacrificio secondo l’ordine di Melchisedec e non lo trovi in mezzo agli Ebrei; ma esso è celebrato per tutto quanto il mondo nella Chiesa. (En. in Ps. 106, 13)


image106.jpg (39804 byte)ei vede lui,
lui vede lei.
L’amore non lo vede nessuno. Eppure ciò che si ama
è proprio questo elemento
che non si vede.


 

[Modificato da MARIOCAPALBO 12/04/2013 12:45]

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