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MAGGIO 20/27

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2013 12:08
12/04/2013 10:41


image062.jpg (11158 byte)uoi tu camminare?
Io sono la via.
Vuoi evitare l’errore?
Io sono la verità.
Vuoi sfuggire alla morte?
Io sono la vita.
Questo ti dice il tuo salvatore:
Non hai dove andare se non vieni con me, e non c’è via per cui tu possa camminare se io non sono la tua via.


20/05

 

 

Preghiera

Nel mio errore mi sono ricordato di te, ho udito alle mie spalle la tua voce che mi gridava di tornare; […] ed ora torno riarso e anelante alla tua fonte. (Conf. XII, 10.10)

 

 

Lettura

Purifichiamo il nostro occhio interiore per vedere Dio

 

In questa vita, fratelli, dobbiamo impegnarci totalmente a guarire l’occhio del nostro cuore per arrivare a vedere Dio. Questo è lo scopo a cui tende la celebrazione dei santi misteri, la predicazione della parola di Dio, le esortazioni morali della Chiesa, quelle cioè riguardanti la correzione dei costumi, l’emendamento delle passioni carnali, il dovere di rinunciare a questo mondo non solo a parole ma altresì col mutare vita; questo è lo scopo cui mirano costantemente le divine e Sacre Scritture, quello, cioè, di purificare il nostro interno da ciò che c’impedisce la vista di Dio. Così infatti accade all’occhio fatto per vedere questa luce temporale che, sebbene provenga dal cielo, è tuttavia corporale e visibile non solo agli uomini ma anche agli esseri viventi più spregevoli (l’occhio in realtà è stato fatto per vedere questa luce); se tuttavia gli si getta contro o vi penetra qualche corpo estraneo che lo turbi, viene escluso da questa luce; sebbene questa sia diffusa intorno ad esso con la sua presenza, esso si volge altrove e se ne tiene lontano; ma non solo si tiene lontano dalla luce che gli sta dinanzi, ma la luce per vedere la quale esso è fatto gli è perfino fastidiosa. Allo stesso modo anche l’occhio del cuore turbato e offeso si volge lontano dalla luce della giustizia e non solo non osa contemplarla, ma non ci riesce nemmeno. (Sermo 88, 5.5)

 

 

Per la riflessione

Ciò che turba, ottura e offusca l’occhio del cuore è la cupidigia, l’avidità, l’iniquità, l’amore del mondo. (Sermo 88, 6.6)

 

 

Pensiero agostiniano

La malizia prova piacere del male altrui; l’invidia si tormenta del bene dell’altro; l’inganno rende doppio il cuore, l’ipocrisia rende doppia la parola; la maldicenza ferisce la fama. (Sermo 353, 1.1)


image063.jpg (8854 byte)ai sempre
davanti a te
chi devi seguire:
il Signore ha posto in terra l’esemplare, vi ha lasciato
il Vangelo; nel Vangelo
egli è con te.



 

21/05

 

 

Preghiera

Non respingermi, Dio, mia Salvezza. Non disprezzare il fatto che un mortale osi ricercare l’eterno: perché tu, Dio, risani la ferita del mio peccato. (En. in Ps. 26, I, 9)

 

 

Lettura

Il tuo comportamento sia edificante per il fratello!

 

Ecco della gente che conduce una vita buona, ma crede basti avere la [testimonianza della] propria coscienza e non si cura gran che di quello che sul suo conto pensano gli altri. Non si rendono conto, costoro, che, quando uno vede comportarsi negligentemente una persona di buona coscienza (la vedono, ad esempio, fraternizzare con tutti e andare dappertutto; la vedono assidersi ai banchetti idolatrici, certamente perché sa che l’idolo è un nulla), allora la coscienza dell’altro, essendo inferma, riceve l’esempio non dalle cose che vede, ma da ciò che sospetta. L’uomo infatti, il tuo simile, il tuo fratello, non può entrare nella tua coscienza che solo Dio conosce. Sia dunque la tua coscienza aperta a Dio, ma il tuo comportamento sia edificante per il tuo fratello! Se costui, supponendo in te del male, sarà rimasto turbato e avrà preso da te l’esempio per fare ciò che crede abbia anche tu fatto, dal momento che tu vivi così, cosa giova che il ventre della tua coscienza abbia bevuto acqua pura, se il tuo simile per la tua trascuranza avrà ricevuto del turbamento nella condotta?

Ebbene, fratelli, preoccupiamoci non solamente di vivere bene, ma anche di tenere una buona condotta di fronte alla gente. Procuriamo d’avere non soltanto una buona coscienza, ma per quanto ce lo consente la nostra debolezza, per quanto riesce al controllo della fragilità umana, abbiamo anche l’attenzione di non far nulla che crei dei sospetti nel nostro fratello più debole. Non deve cioè succedere che, mentre noi mangiamo erbe pulite e beviamo acque limpide, calpestiamo i pascoli di Dio e le pecore più deboli debbano mangiare ciò che è stato calpestato e bere ciò che è stato intorbidito. (Sermo 47, 11.14)

 

 

Per la riflessione

Splendano le vostre opere buone dinanzi agli uomini, in modo che vedano le vostre opere buone e diano gloria al vostro Padre che è nei cieli (Mt 5, 16). (Sermo 47, 13)

 

 

Pensiero agostiniano

Ciascuno, quando sarà conscio del proprio stato, si dolga se deve correggersi, oppure si rallegri se merita approvazione. (En. in Ps. 31, II, 1)


 

image064.jpg (9251 byte)e vuoi vedere il sole, libera i tuoi occhi da ogni ostacolo per vedere la luce.

 

Se vuoi vedere Dio, purifica l’occhio con cui Dio può essere visto.

 

Vuoi vedere Dio? Eccoti un pensiero su cui meditare:

Dio è amore.



 

22/05

 

 

Preghiera

Voglio te, giustizia e innocenza bella e ornata delle tue pure luci e di un’insaziabile sazietà. Accanto a te una pace profonda e una vita imperturbabile. Chi entra in te, entra nel gaudio del suo Signore; non avrà timori e si troverà sommamente bene nel sommo Bene. (Conf. II, 10.18)

 

 

Lettura

E’ grave rovinare in se stessi i doni ricevuti da Dio

 

Sono due le nostre vite: la vita eterna, promessa da Dio, e la vita temporale che viviamo adesso. Se dunque uno comincia ad amare la presente vita temporale più della vita eterna, si riterrà in dovere di fare ogni cosa per la vita che predilige, e concluderà che non ci sono peccati più gravi di quelli che ledono questa vita o che ingiustamente e illecitamente le sottraggono un qualche vantaggio o la sopprimono del tutto mediante la morte. Odiano pertanto i ladri, i sequestratori, i diffamatori, i torturatori e gli omicidi più che non i dissoluti, gli ubriaconi, gli sporcaccioni, se questi non recano molestia ad alcuno. Non comprendono, o non vogliono prendere veramente sul serio, il fatto che costoro offendono Dio, non perché nuocciano a lui ma perché danneggiano gravemente se stessi rovinando in se stessi i doni, anche di beni temporali, ricevuti da lui e compromettendo con i loro abusi gli stessi beni eterni. Questo vale soprattutto per coloro che son diventati tempio di Dio, come dice l’Apostolo nei confronti di tutti i cristiani: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Chi profanerà il tempio di Dio, Dio lo abbatterà. È infatti santo il tempio di Dio e questo tempio siete voi (1Cor 3, 16-17). (De mendacio 18.38)

 

 

Per la riflessione

Ammesso che si possa tollerare un qualche male perché non abbia a succederne un altro più grave, ciascuno classificherà questi mali non secondo la norma della verità, ma secondo le sue inclinazioni e consuetudini. (De mendacio 18.38)

 

 

Pensiero agostiniano

Chi parla come pensa, anche se dice cose non vere, parla con sincerità. (Ep. 110, 3)


image065.jpg (7080 byte)ia lui a parlare dentro di te, perché lì non può esservi alcun maestro umano.
Se qualcuno può mettersi al tuo fianco, nessuno può stare nel tuo cuore.
Cristo rimanga nel tuo cuore, perché il tuo cuore assetato non rimanga solo e manchi delle sorgenti necessarie ad irrigarlo. 


 

23/05

 

 

Preghiera

Ahimè, [Signore,] quale sublimità la tua nelle cose sublimi e quale profondità nelle profonde! Eppure non ti allontani mai da noi: noi stentiamo a tornare. (Conf. VIII, 3.8)

 

 

Lettura

La bocca interiore del cuore

 

La continenza che ci attendiamo dal Signore non è necessaria soltanto per frenare le passioni carnali propriamente dette. Lo dimostra il salmo, là dove cantiamo: Poni, o Signore, una custodia alla mia bocca, una porta - quella della continenza - sulle mie labbra (Sal 140, 3). Da questa testimonianza del libro divino, se prendiamo la parola bocca nel senso esatto in cui occorre intenderla, ci convinceremo qual grande dono di Dio sia la continenza della bocca. Tuttavia sarebbe cosa da poco tenere a freno la bocca, in senso materiale, perché non ne escano parole sconvenienti. C’è nel nostro interno un’altra bocca, quella del cuore; ed è qui che desiderava fosse posta dal Signore una guardia e un uscio, quello della continenza, colui che pronunziò le parole del salmo e le scrisse perché le ripetessimo. Ci sono infatti molte parole che non pronunziamo con la bocca, ma gridiamo con il cuore. E viceversa non ci sono parole che noi pronunziamo con la voce attraverso la bocca, se il cuore non ce le detta. Se dal cuore non esce nulla, al di fuori non si pronunciano parole. Se dal cuore escono cose cattive, anche se la lingua non vibra, l’anima rimane macchiata. (De continentia 1.2)

 

 

Per la riflessione

È al cuore che bisogna imporre la continenza: là dove parla la coscienza anche di coloro che stanno zitti con la bocca. E questa continenza, a guisa di porta, farà sì che dal cuore non esca niente di ciò che, anche a labbra chiuse, contaminerebbe la vita dell’uomo mediante il pensiero. (De continentia 1.2)

 

 

Pensiero agostiniano

Se la lingua non può domarla nessuno, dobbiamo ricorrere a Dio perché domi la nostra lingua. (Sermo 55, 2.2)


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on c’è vera amicizia, se non quando l’annodi Tu, Signore, tra persone a Te strette con il vincolodella carità diffusa nei nostri cuori ad opera dello Spirito Santo che ci fu dato.
 


 

24/05

 

 

Preghiera

Soccorri alla grave ferita con la tua grande medicina. Grave è ciò che soffro, ma mi affido all’Onnipotente. Dispererei della mia tanto mortale ferita, se non trovassi un così grande medico. (En. in Ps. 50, 6)

 

 

Lettura

Saliamo con Cristo, se a Lui siamo uniti

 

Ogni amore o ascende o discende; dipende dal desiderio: se è buono ci innalziamo a Dio, se è cattivo precipitiamo nell’abisso. Ma, poiché assecondando il desiderio cattivo cademmo [nella colpa], non ci resta che riconoscere [il potere di] colui che non per essere caduto ma liberamente scese fino a noi, aggrapparci a lui e così risalire, dato che questo non ci è possibile mediante le nostre forze. Lo diceva di sua bocca il nostro Signore Gesù Cristo: Nessuno ascende in cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo che è nel cielo (Gv 3, 13). Sembra che parli solamente di sé; ma, se è risalito lui solo come lui solo era disceso, gli altri saranno rimasti [in terra]? Cosa debbono fare gli altri? Unirsi al suo corpo, affinché si formi un unico Cristo, che scende e che risale. Scende [solamente] il capo, risale [il capo] insieme col corpo, risale vestito della sua Chiesa, che palesemente si è resa senza macchia e senza ruga. È dunque risalito da solo, ma anche noi saliamo con lui se siamo uniti a lui in modo da formare le sue membra. Anche con noi egli resta un uomo solo. Proprio così: è uno e resta sempre uno. L’unità ci incorpora con l’Unico e dall’ascendere con lui sono esclusi solamente coloro che non han voluto essere un solo [corpo] con lui. (En. in Ps. 122, 1)

 

 

Per la riflessione

Non dobbiamo essere privi di speranza, ma, animati da viva fiducia, dobbiamo avere la certezza che, come per la carità Cristo seguita ad essere in terra insieme con noi, così per la stessa carità noi siamo con lui nel cielo. (En. in Ps. 122, 1)

 

 

Pensiero agostiniano

Se è scienza, per cui sono beati quelli che piangono perché saranno consolati, preghiamo affinché sia fatta la sua volontà come in cielo così in terra; infatti non piangeremo più, quando con la definitiva pace dell’alto il corpo, in quanto terra, sarà in armonia con lo spirito in quanto cielo. (De serm. Domini in monte II, 11.38)

 


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e vuoi essere libero, opera per amore, poiché la sorgente della vera libertà sgorga dalla fonte della carità. Non c’è vincolo di costrizione dove regna lo spirito di carità


 

25/05

 

 

Preghiera

Per contemplare la felicità del Signore: ecco che cosa amo, ecco perché voglio abitare nella casa del Signore per tutti i giorni della mia vita. Perché ivi è un sublime spettacolo: contemplare cioè la felicità del Signore stesso. (En. in Ps. 26, II, 8)

 

 

Lettura

Il regno e la giustizia di Dio sono il nostro bene e il nostro fine

 

Il regno e la giustizia di Dio sono il nostro bene ed esso si deve considerare e assegnare come fine, per il quale fare tutto quel che facciamo. Ma poiché in questa vita siamo come soldati in viaggio per poter giungere a quel regno, una vita simile non si può tirare avanti senza le cose necessarie. Vi saranno date in aggiunta, dice, ma voi cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia. Poiché ha detto prima, ha fatto capire che il necessario si deve cercare dopo non nel tempo ma nel valore, quello come nostro bene, questo come cosa a noi necessaria, ma necessaria per quel bene.

Ad esempio, non dobbiamo evangelizzare per mangiare, ma mangiare per evangelizzare. Infatti se evangelizziamo per mangiare, stimiamo più spregevole il Vangelo che il cibo e il nostro bene sarà ormai nel mangiare e la cosa necessaria nell’evangelizzare. (De serm. Domini in monte II, 16.53-54)

 

 

Per la riflessione

Se cerchiamo il Vangelo e il regno di Dio per il cibo, riteniamo che venga prima il cibo e poi il regno di Dio. […] Se invece cerchiamo il cibo per avere il regno di Dio, osserviamo la massima: Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6, 33). (De serm. Domini in monte II, 16.55)

 

 

Pensiero agostiniano

In ogni dono del Signore Dio nostro, in ogni consolazione ed in ogni punizione che ci viene da lui, nella grazia che egli si è degnato di darci, nell’indulgenza per la quale non ci ha reso il meritato castigo, in tutte le sue opere, sempre l’anima nostra deve benedire il Signore. (En. in Ps. 102, 1)


image068.jpg (9868 byte)ieni e seguimi. Ami? Vuoi seguire Colui che ami? Colui che tu vuoi seguire, corse, volò. Per quale via? Per tribolazioni, obbrobri, false accuse, sputi sul viso, schiaffi e battiture, corona di spine, croce, morte.
Perché resti inerte?
Volevi seguirlo.
Eccoti la via.



 

26/05

 

 

Preghiera

Donaci, Signore, il tuo Cristo; fa’ che vediamo il tuo Cristo, non come lo videro i Giudei che lo crocifissero, ma come lo vedono gli Angeli che ne sono ricolmi di gaudio. (En. in Ps. 84, 9)

 

 

Lettura

La nostra occupazione in cielo sarà la lode a Dio

 

Quale sarà la nostra occupazione? Lodare Dio: amarlo e lodarlo; lodarlo nell’amore e amarlo nella lode. Beati coloro che abitano nella tua casa: ti loderanno nei secoli dei secoli (Sal 83, 5). E perché questo, se non perché ti ameranno nei secoli dei secoli? Perché questo, senon perché ti vedranno nei secoli dei secoli? E questo vedere Dio, o miei fratelli, quale spettacolo non sarà mai? Si presenta alla folla uno dei giochi venatori e la folla va in delirio. Guai a loro, miseri, se non si ravvederanno! Chi gioisce alla vista del gladiatore [venatorio] proverà molta amarezza alla vista del Salvatore. E cosa può esserci di più miserabile di uno per il quale il Salvatore non è causa di salute? Né c’è da stupirsi che Dio liberatore non sia motivo di salvezza per chi prova piacere nell’uomo che s’ammazza combattendo. Quanto a noi, fratelli, se ci ricordiamo d’essere fra le sue membra, se lo desideriamo e vi perseveriamo, noi lo vedremo e ne godremo. Quella città sarà per cittadini completamente purificati; non vi sarà ammesso alcun sedizioso o turbolento. Lo stesso nemico, che invidioso tenta d’impedire che noi arriviamo a quella patria, lassù non potrà più insidiare nessuno; anzi non gli sarà consentito nemmeno d’entrarci. Se infatti viene ora tenuto lontano dal cuore di chi crede, con quanto maggior ragione non sarà tenuto lontano dalla città dei viventi? Ma cosa sarà, fratelli, cosa sarà trovarsi in quella città quando il semplice parlarne procura tanto godimento? A questa vita futura dobbiamo preparare il cuore: e chiunque prepara il cuore alla vita eterna disprezza la vita presente con tutto ciò che offre. E il disprezzo della vita presente dona tranquillità nell’attendere quel giorno che il Signore con accenti terribili ci comandò d’aspettare. (En. in Ps. 147, 3)

 

 

Per la riflessione

Guarda con gli occhi della fede alla vita futura, per ottenere la quale hai creduto e sei stato segnato col segno [di Cristo]. Anzi, se lui personalmente visseda uomo come te, lofece per mostrarti come debba essere disprezzata la vita che tu amavi e con che forza si debba sperare quella che tu nemmeno supponevi. (En. in Ps. 147, 3)

 

 

Pensiero agostiniano

Chi non si abbandonerà alla felicità che lo corrompe né si lascerà abbattere dall’avversità, aspetta con tranquillità l’ultimo giorno. (En. in Ps. 147, 4)


image069.jpg (10446 byte)
olgorato al cuore da Te mediante la tua parola, Ti amai.
Pregusto la dolcezza di confessarti, o Signore, il modo con cui hai raddrizzato le mie vie tortuose, addolcito le mie asperità.
Venne il giorno della liberazione e a spalle più libere spuntarono le ali…
 


 

27/05

 

 

Preghiera

Signore, mio soccorritore e mio redentore. (Conf. VIII, 6.13)

 

 

Lettura

L’eterna beatitudine dei santi

 

Infiàmmati d’amore e di desiderio per la vita eterna dei santi, dove non sarà faticoso l’agire e il riposare non sarà inoperoso: il lodare Dio non conoscerà stanchezza né sosta; non si proverà alcuna noia nell’animo, alcuna fatica nel corpo; non si imporrà necessità alcuna né riguardante te, a cui tu desideri si provveda, né riguardante il prossimo, a cui tu debba cercare di provvedere. Dio sarà ogni delizia e pienezza della città santa, che in sapienza e beatitudine vivrà in lui e di lui. Infatti saremo resi come speriamo e desideriamo - secondo la sua promessa - uguali agli angeli di Dio e, insieme a loro, ormai per visione diretta, godremo in ugual misura di quella Trinità nella quale ora ci muoviamo per fede. Crediamo infatti a ciò che non vediamo per essere degni, per i meriti stessi della fede, di vedere poi ciò che crediamo e aderirvi. Per non proclamare più con parole della fede e in una lingua risuonante l’uguaglianza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e l’unità della stessa Trinità e come i Tre siano un solo Dio, ma per accogliere nel silenzio il mistero, penetrandosene, con la più pura e fervente contemplazione. (De catech. rudibus 25.47)

 

 

Per la riflessione

Se ci sarà data un giorno questa dolcezza ineffabile ed eterna, che cosa, o fratelli, essa esige ora da noi se non una fede sincera, una speranza salda, una carità pura, e che ognuno cammini nella via che Dio gli assegna, sopporti le tentazioni e accolga le consolazioni? (En. in Ps. 85, 24)

 

 

Pensiero agostiniano

[L’uomo] è veramente felice non se ha ciò che ama, ma se ama ciò che deve essere amato. (En. in Ps. 26, II, 7)



image071.jpg (13786 byte)ammi il tuo
cuore, o figlio
,
dice la Sapienza.

Esige tutto te
Colui che ti ha creato.





[Modificato da MARIOCAPALBO 12/04/2013 12:08]

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