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. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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Codex Purpureus Rossanensis del IV-V sec.d.c.

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2016 20:05
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08/04/2013 12:05
 
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Codex Purpureus Rossanensis
 Vescovo  di Rossano Giuseppe Satriano con il Santo Padre
     

Il Codice Purpureo di Rossano, risalente tra la fine del V e l’inizio del VI secolo d.C., è un Evangelario greco miniato composto sicuramente in medioriente, Siria o Palestina quasi certamente ad Antiochia sull’Oronte. Giunge a Rossano tra il IX e il X secolo, forse portato da qualche monaco in fuga dall'oriente,
Si tratta di un evangelario di 376 pagine in pergamena purpurea, illustrato da sedici miniature sulla vita di Cristo, con i vangeli di Matteo e Marco scritto con eleganti caratteri onciali in oro e argento su pergamena sottilissima di color porpora della dimensione di circa cm. 30x20.
In origine doveva trattarsi di un Tetravangelo, come indica il frontespizio della “ Tavola delle concordanze” dove sono presenti i busti dei quattro Evangelisti.
Il testo pervenutoci è scritto in maiuscola biblica. E' da ritenere che il codice fosse destinato a rappresentare un simbolo da portare in processione o da esporre in occasioni particolari.

Il Codex potrebbe essere arrivato in Calabria trasportato dai monaci melchiti che, tra l'VIII e il IX secolo fuggirono dalle persecuzioni subite durante le guerre tra arabi e bizantini.
Altra ipotesi vuole che il Codex pervenne alla cattedrale di Rossano in dono da un nobile bizantino.
Il nome Purpureo deriva dal colore rosso della pergamena usata; le pergamene purpuree erano, infatti, utilizzate nel mondo bizantino solo per i documenti più preziosi.
Considerato il piu' alto esempio di codice greco miniato tra quelli esistenti al mondo. Il documento conserva 188 dei 400 fogli originari. Nascosto per secoli nel tesoro della Cattedrale, riscoperto da Oskar von Gebbardt e Adolf Harnach nel 1879, rientra, per caratteristiche paleografiche e stilistiche, nel gruppo di codici di ambiente siro-palestinese. Il manoscritto si compone di 188 fogli -376 pagine- contenenti il testo greco dei Vangeli di Matteo e Marco –questo parzialmente completo-. Gli altri due vangeli di Giovanni e Giacomo, non ci sono pervenuti. Smarriti nel corso della storia, sono andati perduti.
La preziosita' del documento dipende, dall'antichita' e dal materiale scrittorio usato, e dalle tavole miniate, riproducenti scene evangeliche, che danno al testo un fascino indescrivibile.
Il Codex Purpureus Rossanensis rappresenta un indiscusso esempio di perfezione formale e di equilibrio compositivo. La sua unicita' e antichita' lo rendono, senza ombra di dubbio, un documento di valore inestimabile
 



http://www.calabriaonline.com/col/arte_cultura/arte_calabra/codex-purpureo/frontespizio.jpg

[Modificato da MARIOCAPALBO 03/04/2016 20:24]

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