. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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Codex Purpureus Rossanensis del IV-V sec.d.c.

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2016 20:05
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08/04/2013 12:05
 
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Codex Purpureus Rossanensis
 Vescovo  di Rossano Giuseppe Satriano con il Santo Padre
     

Il Codice Purpureo di Rossano, risalente tra la fine del V e l’inizio del VI secolo d.C., è un Evangelario greco miniato composto sicuramente in medioriente, Siria o Palestina quasi certamente ad Antiochia sull’Oronte. Giunge a Rossano tra il IX e il X secolo, forse portato da qualche monaco in fuga dall'oriente,
Si tratta di un evangelario di 376 pagine in pergamena purpurea, illustrato da sedici miniature sulla vita di Cristo, con i vangeli di Matteo e Marco scritto con eleganti caratteri onciali in oro e argento su pergamena sottilissima di color porpora della dimensione di circa cm. 30x20.
In origine doveva trattarsi di un Tetravangelo, come indica il frontespizio della “ Tavola delle concordanze” dove sono presenti i busti dei quattro Evangelisti.
Il testo pervenutoci è scritto in maiuscola biblica. E' da ritenere che il codice fosse destinato a rappresentare un simbolo da portare in processione o da esporre in occasioni particolari.

Il Codex potrebbe essere arrivato in Calabria trasportato dai monaci melchiti che, tra l'VIII e il IX secolo fuggirono dalle persecuzioni subite durante le guerre tra arabi e bizantini.
Altra ipotesi vuole che il Codex pervenne alla cattedrale di Rossano in dono da un nobile bizantino.
Il nome Purpureo deriva dal colore rosso della pergamena usata; le pergamene purpuree erano, infatti, utilizzate nel mondo bizantino solo per i documenti più preziosi.
Considerato il piu' alto esempio di codice greco miniato tra quelli esistenti al mondo. Il documento conserva 188 dei 400 fogli originari. Nascosto per secoli nel tesoro della Cattedrale, riscoperto da Oskar von Gebbardt e Adolf Harnach nel 1879, rientra, per caratteristiche paleografiche e stilistiche, nel gruppo di codici di ambiente siro-palestinese. Il manoscritto si compone di 188 fogli -376 pagine- contenenti il testo greco dei Vangeli di Matteo e Marco –questo parzialmente completo-. Gli altri due vangeli di Giovanni e Giacomo, non ci sono pervenuti. Smarriti nel corso della storia, sono andati perduti.
La preziosita' del documento dipende, dall'antichita' e dal materiale scrittorio usato, e dalle tavole miniate, riproducenti scene evangeliche, che danno al testo un fascino indescrivibile.
Il Codex Purpureus Rossanensis rappresenta un indiscusso esempio di perfezione formale e di equilibrio compositivo. La sua unicita' e antichita' lo rendono, senza ombra di dubbio, un documento di valore inestimabile
 



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[Modificato da MARIOCAPALBO 03/04/2016 20:24]

08/04/2013 12:06
 
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TAVOLA I - Resurrezione di Lazzaro
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Codex Purpureus Rossanensis, Tavola I
Passo biblico:
La "resurrezione di Lazzaro" é, come noto, ampiamente descritta da Giovanni. A proposito della rappresentazione che fa il miniatore del codice rossanese, c'é da notare quanto segue. I primi due discepoli vicini a Gesú sono Pietro e Andrea: Gesú non é nell'atteggiamento di dire "Lazzaro vieni fuori", ma parla alle due donne Marta e Maria che appaiono contemporaneamente genuflesse. Sono esse in atteggiamento di preghiera, o forse nel momento in cui Maria dice: " Se tu fossi stato qui, Lazzaro non sarebbe morto" oppure le due donne si prostrano a ringraziare Gesú per il miracolo compiuto? Giacché il miracolo si é gia verificato. Lazzaro é in piedi e coloro che sono presso Marta e Maria, nonché quelli che seguono Gesú, sono in atteggiamento di meraviglia e di ammirazione. Ci sono poi nella nostra scena i servi, di cui nel Vangelo non si fa menzione... Anche nella figura di Lazzaro c'é una variante: narra il Vangelo che egli appare, aperta la tomba, bendato anche nel volto; invece qui il volto é scoperto. Si propende quindi che il miniatore abbia voluto farci vedere il miracolo giá avvenuto, al quale peraltro Gesú non si interessa.
 
Commento:
E detto questo, gridó a gran voce: Lazzaro viene fuori! Il morto uscí, con i piedi e le mani avvolti in bende e il volto coperto da un sudario. Gesú disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare"
Molti dei giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto credettero in lui. (Giovanni 11, 43-45)
[Modificato da MARIOCAPALBO 08/04/2013 12:19]

08/04/2013 12:07
 
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TAVOLA II - Ingresso di Gesù in Gerusalemme
http://www.calabriaonline.com/col/arte_cultura/arte_calabra/codex-purpureo/tav2.jpg
Codex Purpureus Rossanensis, Tavola II
Passo biblico:
Essi condussero l'asinello da Gesù e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano indietro gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!
(Marco - XI, 7-10)
 
Commento:
Trovasi narrata "l'entrata di Gesù in Gerusalemme" in Matteo e Marco ed anche in Giovanni; ma si ha qui l'impressione che il miniatore, piuttosto che voler rappresentare fedelmente un episodio del Vangelo, abbia seguito l'intento di narrare in scene successive i diversi episodi ch'egli collega l'un l'altro. Non si parla nei Vangeli suddetti di fanciulli che gridano "osanna" al Signore quando entra in Gerusalemme. Di fanciulli si parla nella successiva scena cioè nella "cacciata dei mercanti dal Tempio", e proprio nel momento che dell'episodio stesso si è voluto mettere in rilievo
[Modificato da MARIOCAPALBO 08/04/2013 13:54]

08/04/2013 12:07
 
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TAVOLA III - I mercanti scacciati dal Tempio
http://www.calabriaonline.com/col/arte_cultura/arte_calabra/codex-purpureo/tav3.jpg
Codex Purpureus Rossanensis, Tavola III
Passo biblico:
Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: "La Scrittura dice:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri.
Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì.
Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i fanciulli che acclamavano nel tempio:"Osanna al figlio di Davide" si sdegnarono e gli dissero:"Non ti senti quello che dicono ?" Gesù rispose loro: "Si non avete mai letto dalla bocca dei bambini e dei lattanti
ti sei procurata una lode
E, lasciateli, uscì fuori dalla città, verso Betania e là trascorse la notte.
(Matteo - XXI, 12-16)
 
Commento:
In questa scena c'è la precipitosa fuga dei mercanti e dei loro animali, ma l'attenzione di chi guarda è attratta da tre figure predominanti : Il Cristo e i due sacerdoti. Cristo ha in mano la sferza, e, ai due Sacerdoti che sono dispiaciuti di sentirlo esaltare quale figlio di David, risponde essere vero quanto dicono i fanciulli. La scena è molto movimentata ma non si distinguono i "miracolati" a cui si allude nei Vangeli. Sono, nella rappresentazione della "cacciata dei mercanti del tempio", da osservare gli animali e in particolare quei "buoi gibbosi" che potrebbero dare una indicazione sul luogo di origine del codice.
[Modificato da MARIOCAPALBO 08/04/2013 12:17]

08/04/2013 12:08
 
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Codex Purpureus Rossanensis, Tavola IV
Passo biblico:
Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sè l'olio; Le sagge invece, insieme alle lampade presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poichè lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore aprici! Ma egli rispose: in verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete nè il giorno nè l'ora. (Matteo XXV, 1-13)
 
Commento:
Nella scena de "le vergini sagge e le vergini stolte" è mirabile la differenza tra i due gruppi : regna il disordine in quello delle vergini stolte che hanno le fiaccole semispente o a terra; evidente è il loro disappunto ed efficacemente è reso l'atto disperato di quella delle vergini che invano picchia alla porta.
[Modificato da MARIOCAPALBO 08/04/2013 12:12]

08/04/2013 12:13
 
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Codex Purpureus Rossanensis, Tavola V
Passo biblico:
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero:" Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?" Allora mondò due dei suoi discepoli dicendo loro: "Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una boccia d'acqua; seguitelo e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con tappeti, già pronta; la preparate per noi". I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
Venuta la sera, egli giunse con i dodici. Ora, mentre erano a mensa e mangiavano Gesù disse: "In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà " Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: "Sono forse io?". Ed egli disse loro: "Uno dei dodici, colui che intinge con me nel piatto". " Ultima cena e la lavanda dei piedi"
(Marco XIV, 12-20)

Si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: " Signore, tu lavi i piedi a me?". Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non capisci, ma lo capirai dopo". Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti". Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi".
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi, riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri".
(Giovanni XIII, 4-15)
 
Commento:
Alcune figure ricorrono in più miniature: anzitutto quella del Cristo. E' rappresentato con tunica lunga, turchino-violacea manicata e con "imation" che lascia libero il braccio destro; ai piedi ha i sandali, intorno al capo un grosso nimbo crocigero. Ha barba e capelli non artificiosamente posti, e che non cadono dalla sommità del capo sulla fronte come vediamo poi nell'arte bizantina. Tra gli Apostoli sono riconoscibili: Giovanni, Pietro, Andrea e Giuda. Il primo è rappresentato erroneamente vecchio, barbuto e calvo. L'Evangelista era giovane mentre viveva Gesù anche tale dovrebbe essere rappresentato. Il miniatore può aver avuto presente Giovanni rappresentato vecchio quando scriveva il Vangelo.
Pietro, chiaramente identificabile per la scena della lavanda dei piedi, si riconosce facilmente anche nelle altre scene.

08/04/2013 12:14
 
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Codex Purpureus Rossanensis, Tavola VI
 
Passo biblico: " La Comunione degli Apostoli: la distribuzione del pane "
Poi preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo:" Questo è il corpo che è dato per voi: fate questo in memoria di me". Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo:"Questo è il calice della nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi"
"Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!"(Luca XXII, 19-21)
 
Commento:
Nelle miniature sesta e settima è da ammirare il movimento delle figure: i piedi sono ben modellati. Si è pensato che queste due scene fossero in origine l'una vicina all'altra a costituire una sola, con la figura del Cristo ripetuta all'estremo sinistro e al destro. A tale ipotesi ha tratto la circostanza che la settima scena è l'unica del codice in cui l'azione si svolge da destra sinistra.

08/04/2013 12:21
 
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Codex Purpureus Rossanensis, Tavola VII
Passo biblico: " La Comunione degli Apostoli: la distribuzione del pane "
Poi preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo:" Questo è il corpo che è dato per voi: fate questo in memoria di me". Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo:"Questo è il calice della nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi"
"Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!"(Luca XXII, 19-21)
 
Commento:
Nelle miniature sesta e settima è da ammirare il movimento delle figure: i piedi sono ben modellati. Si è pensato che queste due scene fossero in origine l'una vicina all'altra a costituire una sola, con la figura del Cristo ripetuta all'estremo sinistro e al destro. A tale ipotesi ha tratto la circostanza che la settima scena è l'unica del codice in cui l'azione si svolge da destra sinistra.

08/04/2013 12:22
 
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TAVOLA VIII - Gesù nell’orto del Getsemani
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Codex Purpureus Rossanensis, Tavola VIII
Passo biblico:
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado a pregare". E presi con sè Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: " Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!" Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: "Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole". E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: " Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà". E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciateli, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: "dormite ormai e riposate! Ecco è giunta l'ora nella quale il figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi"
(Matteo, XVVI, 36-46)
 
Commento:
La scena di " Gesù in Getsemani " rappresenta due momenti diversi: Cristo in preghiera e Cristo che veglia i tre Apostoli. E' da notare il paesaggio: rocce, al di sopra tenebre e più in alto il cielo stellato. Necessario è poi osservare il codice restaurato presenta poco chiare le figure dei tre Apostoli.

08/04/2013 12:23
 
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TAVOLA IX - Gesù ridà la vista al nato cieco
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Codex Purpureus Rossanensis, Tavola IX
Passo biblico:
Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbi chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nasce cieco?". Rispose Gesù: " Ne lui ne i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo". Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: "Va a lavarti nella piscina di Siloe (che significa Invitato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
(Giovanni IX, 1-7)
 
Commento:
" La guarigione del cieco nato " è tratta da Giovanni e sono in essa rappresentati da due momenti: Cristo tocca l'occhio del cieco, e il cieco si lava, togliendo il fango che Cristo vi ha poggiato e riacquista la vista dinanzi a spettatori meravigliati. Nell'uomo che mette la mano nel pozzo e nella donna che gli sta vicino si sono riconosciuti il padre e la madre del cieco.

08/04/2013 12:24
 
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TAVOLA X - Parabola del buon Samaritano
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Codex Purpureus Rossanensis, Tavola X
Passo biblico:  " La parabola del buon samaritano "
Gesù riprese: " Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricandolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
(Luca, 30-35)
 

Commento:
Ma quelli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?" Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?".


08/04/2013 12:25
 
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TAVOLA XI - Il Signore davanti a Pilato – Pentimento e suicidio di Giuda
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Codex Purpureus Rossanensis, Tavola XI
Passo biblico:
Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.
Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: " Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente". Ma quelli dissero: "Che ci riguarda? Veditela tu!". Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.
( Matteo XXVII, 2-5)
 
Commento:
Nella scena riguardante " Cristo dinanzi a Pilato " Sono da osservare l'imperturbabilità di Gesù dinanzi ai vivaci accusatori e la perplessità di Pilato che poggia il mento su un rotolo di papiro. Evidenti i "signa " romani alle spalle di Pilato, retti dai signiferi. Pilato fu, come narra Giuseppe Ebreo, il primo governatore che introdusse i "signa" con i ritratti imperiali, che i suoi predecessori, in omaggio alla legge ebraica che proibiva le immagini, avevano fatto tralasciare al loro ingresso nella città.
Anche qui, il miniatore ha avuto qualche tratto di originalità, in particolare perché manca nella scena la caratteristica bacinella (ciò per lo meno fa pensare che il miniatore abbia compreso che lontana ancora era la decisione di Pilato di "lavarsene le mani") e ciò corrisponde all'espressione del volto del personaggio significante tutt'altro che disinteresse.
Molto efficace nei movimenti dei personaggi e nell' espressione dei loro volti è la scena della "restituzione dei trenta denari da parte di Giuda ". Egli è ansioso di toglierseli dalle mani da cui effettivamente cadono a terra e si protende verso i due personaggi che dovrebbero riceverli. Ma, al vecchio sacerdote, pur nemico di Cristo, ripugna quell'oro... A destra è la " scena dell'impiccagione di Giuda ": un albero nodoso ed arido, un corpo morto che da esso pende.

08/04/2013 12:26
 
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TAVOLA XII - Scelta tra Cristo e Barabba
http://www.calabriaonline.com/col/arte_cultura/arte_calabra/codex-purpureo/tav12.jpg
Codex Purpureus Rossanensis, Tavola XII
Passo biblico: " Cristo o Barabba? "
Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: "Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò". Ma essi si misero a gridare tutti insieme: "A morte costui! Dacci libero Barabba!". Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio.
Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: " Crocifiggilo, crocifiggilo". Ed egli, per la terza volta, disse loro: "Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò ".Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.
(Luca XXIII, 13-25)
 
Commento:
Nell'interpretazione della miniatura della XIV tavola gli studiosi del nostro codice non sono concordi.
Il Von Gebhardt e il Von Harnack a ciò condotti dalla didascalia che dice Pilato volersi rimettere ad Erode, vedono due scene distinte: "Pilato che detta la lettera per Erode" e "Cristo e Barabba". Lo Haseloff e il Munoz vi vedono invece una sola scena: "Pilato deve decidersi se liberare Cristo o Barabba". Cristo è, nel piano inferiore, rappresentato tra i due funzionari; a destra, legato e si contorce, e Barabba che il popolo vuole libero. La conclusione relativa all'unicità della scena è certo accettabile: allo scriba, Pilato detterebbe la sua determinazione di rimettere al popolo la scelta. Si deve però, in tal caso, ritenere errata la didascalia.

08/04/2013 12:27
 
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TAVOLA XIII - L’Evangelista Marco mentre scrive il Vangelo
http://www.calabriaonline.com/col/arte_cultura/arte_calabra/codex-purpureo/tav13.jpg
Codex Purpureus Rossanensis, Tavola XIII
Il Codice:
Il testo greco è scritto in bellissimo carattere onciale argenteo a due colonne in caratteri aurei, anch'essi onciali, è l'inizio dei due Evangeli. La bella scrittura, senza spiriti ed accenti e senza distacco di parole, non presenta altro segno d'interpunzione se non il pinctum.
L'inizio dei paragrafi è indicato da iniziali più grandi. Le abbreviature si può dire che manchino, all'infuori di qualche compendium facilmente decifrabile. Troviamo peraltro in qualche parte del codice (ricordo le didascalie, qualche nota marginale , l'indice del Vangelo di Matteo, l'Epistola a Carpiano) altro carattere anch'esso onciale, ma di minori dimensioni, dalle lettere più l'un l'altra avvicinate e in meno maestoso ductus
Il testo del codice rossanese, è costituito da parte del Nuovo Testamento cioè della collezione dei libri biblici che ebbe origine in Asia Minore e fu descritta in due parti: la prima risultante dai quattro Evangeli e detta "Evangelo" e La seconda costituita degli "Atti" e dalle "Epistole".
Ciascuno di questi scritti aveva il titolo e spesso una prefazione e un prologo.
L'ordine dei Vangeli che prevale in quasi tutti i manoscritti greci e siriaci è : Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
Anche nel nostro codice precede il Vangelo di Matteo e segue quello di Marco. In ambedue sono state notate trasposizioni di pagine. Il Vangelo di Marco è mutilo giunge al cap. XVI, 14.
Contiene inoltre una parte di lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza degli Evangeli.
Si ritiene che in origine il codice contenesse anche i Vangeli di Luca e Giovanni. Mancano inoltre fogli con miniature, oltre che il frontespizio generale, una parte dell'Epistola a Carpiano, le tabelle dei Canoni e il frontespizio del Vangelo di Matteo.
Risalendo il nostro codice al sec. VI il suo testo è da considerarsi fra i più antichi testi del Nuovo Testamento.
 
Miniature:
L'importanza delle miniature del codice rossanese è rilevata dai più autorevoli storici dell'Arte. Esse danno luogo ad osservazioni notevoli sia nel loro complesso sia nei particolari e sia dal punto di vista stilistico e da quello iconografico.
Sopravvive nella miniatura di questo codice l'arte greca alessandrina nella nobiltà e gravità dei personaggi e per il gusto dell'allegoria.
Il Todesca specifica che le illustrazioni di questi manoscritti "sono un nesso tra l'arte ellenistica e quella bizantina del Medioevo più inoltrato, nella quale anche la miniatura doveva conservare perenni le tradizioni antiche accanto a nuove forme stilistiche più propriamente bizantine, e spesso fonderle con queste".
Le miniature sono eseguite con un colorito vivace e rapido che dimostra la persistenza della miniatura impressionistica classica nell'arte del litorale dell'Asia Minore, da cui questi codici provengono.
 
Commento alla Miniatura:
Marco evangelista scrive le prime parole del suo Vangelo. E' fornito di strumenti scrittori (calami e atramentarium) Una figura di donna, la Sapienza divina, gli detta le parole

08/04/2013 12:30
 
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Nota bibliografica:
Guerriera Guerrieri, Il codice Purpureo di Rossano Calabro, Estratto da "Napoli" Rivista Municipale, edita a cura del Comune di Napoli - 1950
Articolo collocato c/o Biblioteca Civica di Cosenza
 
http://www.calabriaonline.com/col/arte_cultura/arte_calabra/codex-purpureo/tav14.jpg
Codex Purpureus Rossanensis
 
  1. Guerriera Guerrieri, Il Codice Purpureo di Rossano Calabro, Estratto da "Napoli" Rivista Municipale, edita a cura del Comune di Napoli - 1950
    Articolo collocato c/o Biblioteca Civica di Cosenza
  2. http://biblio.area.cs.cnr.it/bibliocalab/biblioteche/rossano/codex/
  3. Mario Rotili: Il Codice Purpureo di Rossano - Ediz. Di Mauro, 1980, Cava dei Tirreni (Salerno)

08/04/2013 12:44
 
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Codex Purpureus Rossanensis tav.II: Ingresso di Gesù a Gerusalemme (con Davide, Zaccaria, Davide e MalachiaLa perla del Museo Diocesano d'Arte Sacra, conservata e custodita gelosamente è rappresentata dal famoso: "Codex Purpureus Rossanensis", così chiamato per distinguerlo dagli altri frammenti di codici antichi conservati a Parigi, Londra e Vienna. Rimasto per secoli nascosto nel tesoro della Cattedrale, è tornato alla luce della cronaca nei primi dell' 800 quando fu segnalato per la prima volta nel 1846 dal giornalista napoletano Cesare Malpica, per poi essere definitivamente scoperto dal mondo scientifico nel 1879 ad opera di due studiosi tedeschi, Oscar von Gebhardt e Adolf Harnack. In realtà si tratta di un prezioso evangelario, simbolo dell'arte miniaturistica e calligrafica di origine mediorientale, esempiato probabilmente tra il IV ed il VI sec. d.c. e che arrivò a Rossano tra il IX ed il X sec. In pergamena color porpora, da cui "purpureus", è un unicum per l'ampiezza, giacchè si compone di 188 fogli per un totale di 376 facciate, scritte in oro e argento in lettere greche onciali, oggi detta maiuscola biblica e per il contenuto, poiché accanto al testo che consta: parte dell'Epistola di Eusebio a Carpano, il Vangelo di S. Matteo e parte del Vangelo di S. Marco, vi sono 14 splendide tavole miniate a tutta pagina con scene e personaggi del Vangelo, Codex Purpureus Rossanensis tav.VI: Comunione degli Apostoli col pane (con Davide, Mosè, Davide e Isaiadisposte in una continuità esclusivamente visuale. In particolare esse rappresentano: la resurrezione di Lazzaro; L'ingresso di Gesù in Gerusalemme; Il colloquio con i sacerdoti nel tempio; La parabola delle dieci vergini; L'ultima cena e la lavanda dei piedi; La comunione degli apostoli; Cristo nel Getsemani; Titolo a piena pagina delle tavole dei canoni; Lettera di Eusebio a Carpiano; La guarigione del cieco nato; La parabola del buon samaritano; Il processo di Cristo davanti a Pilato, con il rimorso e il suicidio di Giuda; La scelta fra Gesù e Barabba; Ritratto di Marco. Attualmente, dalla teca blindata è possibile ammirare le due tavole miniate che riproducono la parabola del buon samaritano ed il processo di Cristo davanti al Pilato con il rimorso ed il suicidio di Giuda e che allo scadere dell'anno di esposizione saranno sostituite da altre pagine scelte all'interno del Codex secondo un sistema di alternanza che tiene conto soprattutto dei criteri tutelativi e conservativi. L’unicità e antichità del manoscritto ne fanno indubbiamente un documento di valore inestimabile riuscendo a catalizzare l'attenzione e l'interesse dei visitatori e degli studiosi di tutto il mondo

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