. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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Chiesa Cattolica

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2013 20:18
26/03/2013 20:18

VITA PUBBLICA E VITA NASCOSTA Joseph Ratzinger
MARTEDÌ 26 MARZO 2013

Joseph Ratzinger: "Paradossalmente, vita pubblica significa anche solitudine. Così avviene anche per Gesù: raccoglie amici, ma la delusione dell'amicizia tradita non gli viene risparmiata..."

VITA PUBBLICA E VITA NASCOSTA

Al tempo del silenzio, dell'apprendimento, dell'attesa fa seguito il lavoro, l'uscita in pubblico.
L'umanità di Gesù significa anche questo: partecipazione alla gioia ed al successo che la vita pubblica può offrire, partecipazione alla gioia del lavoro dell'uomo, che conduce alla riuscita.
Significa certamente anche l'altro aspetto: partecipazione all'onere ed alla responsabilità che sono legati alla vita pubblica. Chi lavora pubblicamente non si acquista solo amicizie; si espone anche alla contestazione, all'incomprensione ed all'abuso.
Il suo nome, la sua parola possono ora essere usate dalle parti, sia a destra, sia a sinistra.
L'Anticristo si serve della maschera di Gesù; ne darà uso, come il demonio che fa uso della parola di Dio, della Bibbia (Mt 4, 1-11; Lc 4, 1-13).
Paradossalmente, vita pubblica significa anche solitudine.
Così avviene anche per lui: raccoglie amici, ma la delusione dell'amicizia tradita non gli viene risparmiata, come non gli viene risparmiata neanche l'incomprensione dei discepoli bene intenzionati, ma deboli.
Alla fine vi è la solitudine dell'ora di angoscia sul Monte degli Olivi, quando i discepoli dormono: nel suo più intimo rimane incompreso.
Accanto a questa solitudine dell'incomprensione vi è un altro genere ancora di solitudine, l'essere solo di Gesù.
Egli ha vissuto la sua vita, partendo fa un punto nel quale gli altri non possono penetrare, l'essere solo con Dio.
Per lui vale totalmente ed in maniera più profonda di quanto possa avvenire negli uomini il detto di Guglielmo di Saint-Thierry: "Chi è con Dio, non è mai meno solo di quando è solo".
Dicendo questo, tocchiamo il centro del mistero cristologico. La fede cristologica della Chiesa si apre nella meditazione della preghiera di Gesù.
La preghiera è la sua vita nascosta ed è la chiave della sua vita pubblica.
La nostra prossima meditazione deve quindi essere incentrata su questa realtà fondamentale, la preghiera di Gesù.

Da Joseph Ratzinger, "Il Cammino Pasquale", Ancora 1985, pag. 76.
MARTEDÌ 26 MARZO 2013

Joseph Ratzinger: "Paradossalmente, vita pubblica significa anche solitudine. Così avviene anche per Gesù: raccoglie amici, ma la delusione dell'amicizia tradita non gli viene risparmiata..."

VITA PUBBLICA E VITA NASCOSTA

Al tempo del silenzio, dell'apprendimento, dell'attesa fa seguito il lavoro, l'uscita in pubblico.
L'umanità di Gesù significa anche questo: partecipazione alla gioia ed al successo che la vita pubblica può offrire, partecipazione alla gioia del lavoro dell'uomo, che conduce alla riuscita.
Significa certamente anche l'altro aspetto: partecipazione all'onere ed alla responsabilità che sono legati alla vita pubblica. Chi lavora pubblicamente non si acquista solo amicizie; si espone anche alla contestazione, all'incomprensione ed all'abuso.
Il suo nome, la sua parola possono ora essere usate dalle parti, sia a destra, sia a sinistra.
L'Anticristo si serve della maschera di Gesù; ne darà uso, come il demonio che fa uso della parola di Dio, della Bibbia (Mt 4, 1-11; Lc 4, 1-13). 
Paradossalmente, vita pubblica significa anche solitudine.
Così avviene anche per lui: raccoglie amici, ma la delusione dell'amicizia tradita non gli viene risparmiata, come non gli viene risparmiata neanche l'incomprensione dei discepoli bene intenzionati, ma deboli.
Alla fine vi è la solitudine dell'ora di angoscia sul Monte degli Olivi, quando i discepoli dormono: nel suo più intimo rimane incompreso.
Accanto a questa solitudine dell'incomprensione vi è un altro genere ancora di solitudine, l'essere solo di Gesù.
Egli ha vissuto la sua vita, partendo fa un punto nel quale gli altri non possono penetrare, l'essere solo con Dio. 
Per lui vale totalmente ed in maniera più profonda di quanto possa avvenire negli uomini il detto di Guglielmo di Saint-Thierry: "Chi è con Dio, non è mai meno solo di quando è solo".
Dicendo questo, tocchiamo il centro del mistero cristologico. La fede cristologica della Chiesa si apre nella meditazione della preghiera di Gesù. 
La preghiera è la sua vita nascosta ed è la chiave della sua vita pubblica. 
La nostra prossima meditazione deve quindi essere incentrata su questa realtà fondamentale, la preghiera di Gesù.

Da Joseph Ratzinger, "Il Cammino Pasquale", Ancora 1985, pag. 76.

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