. Al primo posto mettete la confessione e poi chiedete una direzione spirituale, se lo ritenete necessario. La realtà dei miei peccati deve venire come prima cosa. Per la maggior parte di noi vi è il pericolo di dimenticare di essere peccatori e che come peccatori dobbiamo andare alla confessione. Dobbiamo sentire il bisogno che il sangue prezioso di Cristo lavi i nostri peccati. Dobbiamo andare davanti a Dio e dirgli che siamo addolorati per tutto quello che abbiamo commesso, che può avergli recato offesa. (Beata Madre Teresa di Calcutta)
 
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Bagnasco striglia gli egoisti "colpevoli della crisi"

Ultimo Aggiornamento: 14/09/2012 18:14
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14/09/2012 18:14
 
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Bagnasco striglia gli egoisti
"colpevoli della crisi"

Il presidente della Cei accusa gli individualisti che hanno trascinato nel barato il mercato internazionale. "Nessuno calvachi la disperazione"  

di MASSIMO MINELLA"Siamo di fronte ad un momento drammatico, a una svolta epocale da cui speriamo di uscire più saggi, realisti e altruisti e meno illusi e pretenziosi. Bisogna ripensare il mercato, ma anche l'uomo". Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, affronta il tema della crisi internazionale durante la presentazione dell’Anno della Fede e striglia gli “egoisti e individualisti” che hanno prodotto tutto questo.

"Non sappiamo dove possano spingere la paura e la disperazione. Per questo - dice il cardinale - non dobbiamo mai coltivarle e, tantomeno, qualcuno dovrebbe mai cavalcarle, perché questo è un tradire l'uomo, è un aggredire l'insieme, la comunità intera".

"A volte - continua il presidente della Cei - essere feriti da gravi difficoltà serve a ricordarci che chiudersi in un mondo egoista e individualista ci porta in questo baratro", continua il cardinale. "Capisco che ci sono le leggi del mercato e i limiti umani, ma non è questo che mi spaventa. L’errore più grave è stata la visione individualista della persona, si è creato un agglomerato di individui e quindi di interessi. Così economia e finanza diventano una giungla e ci conducono a questo punto".

Bagnasco invita a ripensare il mercato, ma la stessa “natura” dell’Unione Europea. "L’Europa dovrebbe recuperare la sua natura iniziale di comunità di popoli, non di semplice unione. Ma per questo servono ideali e destini comuni, che si esprimono attraverso le radici cristiane".

(14 settembre 2012)


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